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Tra mare e cielo. Di corsa.

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Non riuscivo proprio a mettermi a scrivere questo articolo. Ho scelto un tema bellissimo, uno che va proprio di moda. Dovrei scrivere di una regione, anzi, di due regioni a me più vicine al cuore ma anche – geograficamente – le più vicine alla Polonia. Dovrei scrivere di una mia grande passione. Il cuore è pieno di emozioni, la testa piena di informazioni, manca “solo” l’ispirazione! Inconsciamente ho fatto di tutto per non sedermi alla scrivania, non volendo scrivere una cosa forzata. E quindi ho fatto una scorta di marmellata di prugne e confettura di lamponi per il prossimo inverno, ho sfornato il pane e preparato una torta vegana al lievito naturale… E poi, e poi sono uscita a farmi una corsetta. Ecco. Appunto. Correre.

Probabilmente non esiste un modo migliore per sistemare i pensieri e trovare l’ispirazione.

Probabilmente non esistono  luoghi più belli per correre di quelli che ci sono in Italia.

Venezia. Il capoluogo della regione di Veneto. Zero metri s.l.m. Anzi, spesso sotto.

Marmolada. La cima più alta delle Dolomiti – 3343 metri s.l.m. – che si vedono benissimo dal Campanile di San Marco in laguna con le loro vette  innevate. Quel che si stende nel mezzo e’ una pianura tagliata da fiumi e torrenti che sboccano nell’Adriatico e più avanti le colline di Valdobbiadene coperte di vigne di  prosecco. Correre da Venezia fino in cima alla Marmolada? Sì. Qualche settimana fa l’hanno fatto due ultramaratoneti veneti. Sono partiti al tramonto da Piazza San Marco, sono saliti in cima alla regina delle Dolomiti al tramonto due giorni dopo. 46 ore di corsa non stop. Più di 200 km a piedi, correndo, combattendo con il sonno, con la stanchezza. Il tutto per realizzare un sogno che uno di loro cullava fin dall’infanzia. Legare i due poli, polo nord e polo sud di una delle regioni d’Italia più ricche culturalmente e geograficamente. Contagiare gli altri con la passione per la corsa. Commuovere. Emozionare. Ispirare.

L’ideatore di quest’impresa, William Da Roit proviene da una piccola località montana, La Valle Agordina, e ammette che quest’avventura ha modificato il suo DNA. Una grande impresa, la stanchezza disumana, una prova senza prezzo dell’amicizia tra due corridori, la commozione estrema quando dalla vetta Punta Rocca hanno potuto avvistare la laguna e una città su essa, da questa prospettiva, tanto piccola.

William da Roit ed Elvis Secco per primi in assoluto hanno percorso tutta questa strada correndo. La loro impresa viene registrata nella storia dello sport. Ma viene registrata anche, se non soprattutto, nei cuori di tante persone che li hanno assistiti, sostenuti, ammirati e incitati durante il lungo percorso o meglio durante questo lungo viaggio.

Si, perché proprio gli italiani sanno incitare, acclamare nel modo migliore! Quotidianamente.

Non sono mai stata così acclamata in nessun altro paese al mondo, mentre correvo da sola in montagna, “sputando sangue”. Quanti applausi, quanta ammirazione, quanto incoraggiamento da parte di persone straniere, perfetti sconosciuti incontrati per caso sui sentieri. L’incoraggiamento che ti regala le ali per volare! E poi arrivano le grandi feste! Sì, si può dire senza esitazione che nella stagione delle corse sulle Dolomiti e nei dintorni c’è una continua festa, infinita. Praticamente ogni fine-settimana vengono organizzate delle gare di corsa. Tante. L’unico problema è scegliere a quale evento partecipare. Mica facile! C’e davvero l’imbarazzo della scelta!

Quale sarebbe la differenza tra le gare di corsa in Polonia e quelle in Italia? Prima di tutto c’è un’atmosfera diversa. Noi polacchi facciamo soprattutto una competizione, per gli italiani, invece, la corsa è sinonimo di festa, e partecipare ad una gara significa principalmente passare del tempo in buona compagnia. E poi anche proprio durante la gara mi sono convinta per l’ennesima volta che probabilmente non esistono tifosi migliori di quelli italiani!

La cosa più difficile nella pianificazione della stagione di corsa è la scelta delle manifestazioni a cui partecipare. La cosa più bella di questo sport è il fatto che nella corsa tutto dipende da noi e solo da noi. Non abbiamo bisogno di attrezzi costosi. Bastano un paio di scarpe e la voglia di correre. La forza di volontà. Il carattere. Ma su questo ci si lavora con ogni chilometro percorso. E si migliora. Sempre. Come dice un mio amico ultramaratoneta: “Hai il cervello nella testa. Hai i piedi nelle scarpe. Puoi puntare nella direzione che vuoi.”

Quest’anno a Cortina d’Ampezzo per The North Face Lavaredo Ultra Trail ci sono stati circa 100 corridori polacchi. A Cortina si può correre una gara ultra sui 119 km, Cortina Trail 47 km oppure la Sky Race sui 20 km. E tutto questo in un solo weekend di giugno.

Tanti dei miei amici ogni anno scelgono la Transcivetta. Il Monte Civetta insieme al Pelmo e alla Marmolada è il più caratteristico massiccio dolomitico. La Transcivetta si distingue appunto per i paesaggi mozzafiato da ammirare dal percorso molto panoramico della gara ai piedi del Monte Civetta. La gara va disputata a coppie il che la rende ancora più speciale. C’è da divertirsi, ma è anche un modo per rafforzare un’amicizia, oppure per confermare di essere in buona compagnia. Perché correndo in coppia non si è più responsabili solo di se’ stessi, ma anche del compagno con il quale passerai una giornata indimenticabile in montagna. I partecipanti alla Transcivetta sono di tutte le età, livello di allenamento, esperienza. Quest’anno alla partenza di questa gara storica (ormai 35^ edizione) si sono presentate 1000 coppie, 2000 partecipanti. Si fa la classifica di coppie maschili, femminili e miste. I migliori atleti disputano la gara (23 km e 2000 metri di dislivello positivo) in poco più di due ore, ma molti sono i partecipanti che tagliano il traguardo dopo più di 6 ore, perché la cosa più importante per loro è ammirare il panorama e godersi la fantastica accoglienza nei rifugi lungo il percorso dove gli atleti ricevono il sostegno logistico. Ecco si, al Rifugio Tissi avrei potuto fermarmi per sempre!

“Il sentiero degli orizzonti” è il nome del percorso della Sky Race del Monte Cavallo. Questa è una delle prime gare italiane di corsa in montagna a cui ho partecipato e nello stesso tempo è una manifestazione che ti rimane per sempre nel cuore. Il Monte Cavallo sorge maestosamente direttamente sopra la pianura veneto-friulana. È la prima parete montana sulla strada che porta da Venezia al nord. Salendo in macchina per una strada ripida verso Piancavallo da dove parte e dove termina la gara, si può ammirare tutta la pianura, la laguna, e i due capoluoghi di provincia del nord d’Italia: Venezia e Udine. Non c’è quindi niente di sorprendente nel fatto che il percorso della gara venga denominato “il sentiero degli orizzonti”. Ci sono molti punti panoramici lungo questo percorso bellissimo, ma nello stesso tempo tecnico, da cui si stende il panorama di quasi tutta la catena delle Dolomiti che dominano il paesaggio a nord e le navi nella rada e lunga costa adriatica a sud.

Verso la costa scorre anche il percorso della Maratona di Venezia. La manifestazione ha inizio a circa 20 km da Venezia, nell’entroterra, sulla sponda del fiume Brenta. L’unicità della Riviera di Brenta, luogo d’incrocio di storia, cultura, arte e natura che si compensano a vicenda, fu apprezzata già dai dogi e dall’aristocrazia veneta che lungo il fiume costruì le sue imponenti residenze estive. Dopo aver corso lungo la Riviera di Brenta, i maratoneti attraversano il Ponte della Libertà lungo quasi 4 km per dirigersi verso le Zattere, passando poi per il ponte galleggiante sul Canal Grande (il ponte è costruito appositamente per la maratona e viene smontato subito dopo il passaggio dell’ultimo atleta), per la Piazza San Marco ed infine verso la linea d’arrivo situata in Riva Sette Martiri vicino all’Arsenale. “È una delle maratone più belle del mondo” ammette Alex Zanardi, uno dei più noti atleti italiani, l’ambasciatore della Maratona di Venezia. Le iscrizioni a questa suggestiva manifestazione sono ancora aperte. E quindi chi se la sente, può ancora quest’autunno scoprire il gusto di una vera festa italiana di corsa. Ci vediamo il 25 ottobre a Venezia!

PRESTIGE: eccellenza italiana

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Prestige: un nome che sempre di più sta diventando in Polonia sinonimo di prodotti enogastronomici italiani di qualità. Un marchio con una duplice mission. Da un lato, servire la rete Ho.Re.Ca. con un catalogo di prodotti food & beverage altamente selezionati, sia freschi che confezionati, per proporre a ristoranti, hotel ed altre attività le vere eccellenze del Made in Italy. Dall’altro, arrivare con gli stessi prodotti al cliente finale, attraverso un network di retail di alto livello già presente a Varsavia e Bielsko-Biala, ed in prossima espansione a Wroclaw e Katowice.

Tra i molti progetti e iniziative promosse da Prestige, vi è la possibilità per i ristoratori di avere a disposizione, con la formula del “conto vendita”, una selezione di vini italiani di assoluto prestigio, mantenendo però un rapporto qualità-prezzo eccezionale. Ne parliamo con il Responsabile Commerciale Filippo Tognin e la Responsabile Marketing Linda Severino.

Qual è l’idea che sta alla base di questa vostra iniziativa?

FT: “È un’idea molto semplice: la nostra volontà è di consentire alla rete di ristoratori che aderisce al progetto di avere sulle tavole del ristorante una carta dei vini italiani di assoluto rilievo, con prodotti di alta gamma ed etichette selezionate, e tutto questo senza far sostenere un investimento al ristorante. Con la formula del “conto vendita” il ristoratore “acquisterà” da Prestige la bottiglia soltanto nel momento in cui il cliente la ordinerà.”

LS: “La mission di Prestige è diffondere la cultura della buona enogastronomia italiana. Tutti i nostri progetti vanno in questa direzione, perciò cerchiamo sempre di arrivare al cliente finale nel modo più diretto e immediato. Per questo, anche con questa iniziativa legata al vino, vogliamo rappresentare un’opportunità per i ristoratori, e non un investimento con possibili incognite. In fondo, sono i ristoratori i principali “promotori” della nostra qualità, e noi li vediamo come partner.

Qual è la particolarità della vostra carta dei vini?

LS: “Vogliamo far scoprire le ricchezze del nostro territorio, sia quelle già celebri, che quelle di nicchia. La carta dei vini Prestige si chiama “Special Guest”, perché ogni edizione della carta conterrà un vino “speciale tra gli speciali. E tutto questo garantendo vino di alta qualità al giusto prezzo”.

FT: “Per questa prima edizione della carta abbiamo puntato su “InNno”, un vino Toscano della cantina Certosa di Belriguardo che fa parte del progetto “Vino Libero”: prodotti realizzati con un’attenta selezione dei grappoli e metodi di vinificazione totalmente naturali che consentono una presenza di solfiti molto più bassa che negli altri vini. Stiamo parlando di un prodotto davvero particolare e unico”.

Avete già lanciato il progetto “Special Guest”?

LS: “Non solo. L’abbiamo fatto in grande stile, con un evento che ha visto la partecipazione di un personaggio molto caro a noi italiani, oltre che amante del vino, in quanto Lei stessa ne è produttrice: Gianna Nannini. Un vero “Special Guest” come recita il nome della nostra carta, che ha partecipato attivamente al progetto, dandoci la possibilità di inserire due vini da Lei prodotti: uno è, per l’appunto, lo “Special Guest” – “InNno” appena menzionato dal mio collega Filippo Tognin, l’altra etichetta è “Baccano”, un vino rosso corposo, “gioioso” e molto profumato. Gianna Nannini è intervenuta alla serata di presentazione fatta lo scorso 4 dicembre a Varsavia, di fronte a ristoratori e autorità.

FT: “ Il progetto ha già visto l’apprezzamento di molti ristoratori. La nostra intenzione è quella di creare sempre di più occasioni di partnership tra noi e il mondo Ho.Re.Ca. Presto presenteremo altre iniziative, mi auguro anche nelle pagine della vostra rivista, che è un punto di riferimento per gli Italiani in Polonia e per chiunque viva in Polonia ed apprezzi il lifestyle e la cultura italiana.”.

Per maggiori informazioni:

www.prestigeimportexport.pl

Responsabile Commerciale Filippo Tognin +48 602104361

FB: https://www.facebook.com/prestigeitalianfood/

Polonia, il freddo uccide altre sette persone. 33 dall’inizio dell’anno

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Le basse temperature continuano a uccidere in Polonia. Sette persone sono morte per il freddo nella notte scorsa, portando a 33 il numero delle vittime dall’inizio dell’anno. In alcune regioni del paese il termometro è sceso a -25 gradi.

Fonte: euronews} else {

Ue-Varsavia, scontro sui media

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La stretta di freni decretata dal governo polacco di centro destra nei riguardi dell’informazione, oltre a provocare una serie di proteste di piazza nel Paese, sarà probabilmente il tema del primo scontro aperto fra Varsavia e l’Unione europea. La Commissione europea ha minacciato la Polonia di aprire una procedura di infrazione dopo che il Parlamento polacco ha adottato una legge che sottopone i media pubblici al controllo del partito conservatore di Kaczynsk. Ad annunciarlo è il commissario all’Economia digitale, il tedesco Günther Oettinger, attravers l”edizione domenicale della “Frankfurter Allgemeine Zeitung”.
“Molti elementi ci spingono ad attivare il meccanismo sullo Stato di diritto ed a porre Varsavia sotto sorveglianza”, ha dichiarato il commissario. Secondo il quotidiano tedesco se la Polonia non dovesse modificare il testo secondo le indicazioni di Bruxelles sarà aperta una “procedura per violazione dei valori europei fondamentali”, che come conseguenza potrebbe portare fino al ritiro del diritto in voto in Consiglio europeo del Paese incriminato. La scorsa settimana deputati e senatori polacchi hanno approvato la controversa legge che mette fine con effetto immediato ai mandati dei membri delle direzioni e dei consigli di sorveglianza della tv e della radio pubblica.
Secondo la “Frankfurter Allgemeine Zeitung” il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha messo la questione all’ordine del giorno della riunione del 13 gennaio, durante la quale Oettinger intende sostenere l’avvio del meccanismo di infrazione. “Il direttore (di una radio o tv pubblica) non può essere licenziato arbitrariamente e senza motivazioni”, conclude il commissario.

Fonte: AFP

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Polonia, si dimettono direttori canali tv pubblica

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I direttori dei canali della televisione pubblica polacca, Tvp, hanno rassegnato le proprie dimissioni dopo che il 31 dicembre il Parlamento ha approvato la nuova e controversa legge di riforma sui media pubblici.

I motivi delle dimissioni non sono stati resi pubblici ma la tempistica coincide con l’approvazione del provvedimento da parte del Senato nonostante le polemiche e le proteste internazionali, ivi comprese le critiche dell’Unione Europea che ha chiesto spiegazioni al governo di Varsavia.

Fonte: askanews}

Le misteriose Sepolture del Cimitero “dei Vampiri” in Polonia

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Il cimitero Drawsko si trova in Polonia ed è fonte di studi riguardanti antiche pratiche di sepoltura ormai dal 2008, anno dal quale sono state aperte oltre 250 tombe. Alcune di queste, in particolare cinque, vedevano gli scheletri avvinghiati da un falcetto agricolo, una sistema che, dapprima, era stato identificato come una prevenzione contro il “ritorno dal mondo dei morti” da parte del defunto. Il falcetto avrebbe dovuto tagliare di netto il collo del “non morto” quando questi avesse tentato di alzarsi, impedendogli quindi di diventare un vampiro (il cimitero stesso guadagnò il soprannome “dei Vampiri). Uno studio recentemente pubblicato respinge questa teoria, e afferma che il falcetto fosse una prevenzione contro l’attacco da parte dei demoni al neo-defunto.

Gli scheletri che avevano il falcetto erano due donne adulte di circa trent’anni, un uomo fra i 35 e i 44 anni, una ragazza d’età compresa fra i 14 e i 19 anni e una donna sulla cinquantina che aveva la falce avvolta attorno al bacino.

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Le ipotesi iniziali vedevano la teoria della prevenzione contro i vampiri la causa delle strane sepolture, ma un nuovo studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista britannica Antiquity respinge quest’idea. Gli autori della ricerca sono Marek Polcyn della Lakehead University in Canada ed Elzbieta Gajda del Muzeum Ziemi Czarnkowskiej. Nella pubblicazione viene evidenziato come i falcetti presenti nella tomba siano “una chiara evidenza di pratiche funerarie anti-demoniache“, e servissero per proteggere i morti (e i vivi) dagli spiriti maligni.
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Le falci di ferro erano ovviamente usate per l’agricoltura, e diversi studi condotti durante gli ultimi 50 anni evidenziano come la sepoltura del morto con il falcetto sia una pratica che affonda le proprie radici nel lontano medioevo. Secondo gli autori le cause di questo simbolismo funerario “non sono state ancora chiaramente spiegate“, ma una teoria sostiene che esse siano collegate a riti e superstizioni magiche, in particolare con la paura dei vampiri. Le falci potrebbero assicurare i morti nella propria tomba, impedendo ai cadaveri “rianimati” di alzarsi per non tagliarsi la gola.

La paura dei vampiri era in particolar modo legata al fenomeno dei cadaveri che venivano trovati con del sangue sulla bocca. Questo è un fenomeno naturale assai comune se la morte avviene in modo repentino o per causa di una malattia virale come il Colera, ma veniva interpretato dagli antichi come un fenomeno di vampirismo.

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Polcyn e Gajda notano, tuttavia, che le tombe che si trovano a Drawsko manchino delle caratteristiche tipiche delle sepolture anti-vampiro, in quanto non furono riaperte e i corpi rinvenuti all’interno non furono mutilati. Al contrario erano mischiati con gli altri membri della comunità in una terra consacrata, e le sepolture avevano correttamente la testa rivolta verso ovest. Inoltre sono presenti pochissime lesioni, e le tracce rimaste nelle bare di legno suggeriscono che i corpi furono sepolti con delle monete in bocca.

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I ricercatori concordano sul fatto che “il significato magico e rituale di questo gesto va oltre ogni dubbio“, ma ipotizzano che il posizionamento dei coltelli ricurvi non era necessariamente rivolto alla protezione dei vivi, ma anche a quella dei morti. “Quando il falcetto veniva posizionato nelle sepolture era una garanzia che il defunto rimanesse nella tomba, ma poteva anche servire per proteggere i morti stessi dalle forze del male”.

Al tempo delle sepolture, nel XVII secolo, la Polonia come gran parte dell’Europa stava attraversando un periodo tumultuoso caratterizzato da guerre devastanti, la fame, la peste e la povertà. Anche se la Polonia era uno stato assolutamente fedele alla Chiesa di Roma, lo studio rileva che l’incertezza dei tempi portarono ad una recrudescenza delle credenze pagane e della superstizione popolare, fra cui lademonologia, alimentato dal clero cattolico che diffondeva la paura del diavolo e della stregoneria.

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Coloro che morivano improvvisamente senza ricevere un rito funebre per alleviare il passaggio dalla vita alla morte, ma anche coloro che soffrivano di una morte violenta, erano considerati particolarmente a rischio di demonizzazione. “Nella percezione del popolo queste persone erano in uno stato particolare, nel mezzo fra il mondo dei vivi e quello dei morti, che poteva farli diventare dei demoni“.

Gli autori ricordano che la saggezza popolare suggeriva che le falci allontanassero gli spiriti maligni dalle donne in travaglio e dai bambini, ma anche, ovviamente, dai morti. Il ferro è un elemento che simboleggia il passaggio dalla vita terrena a quella ultraterrena (dal momento che si trasforma nel fuoco) ed è un simbolo tradizionale per la transizione. Gli autori dicono che saranno necessari ulteriori test per risolvere il mistero delle cinque sepolture con le falci, ma che la spiegazione legata al semplice vampirismo non è certamente plausibile, se non altro perché incompleta.
Autore: Matteo Rubboli, blogger Vanilla Magazine

In luglio la trasferta in Polonia per la Giornata della gioventù

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Sono oltre 350 i ragazzi della diocesi udinese che parteciperanno alla trasferta in Polonia in occasione della Giornata mondiale della gioventù in programma dal 26 al 31 luglio 2016, stando alle previsioni dell’Ufficio di pastorale giovanile di Udine.

L’iniziativa dovrebbe richiamare oltre 4 milioni di giovani provenienti da tutto il mondo al seguito di Papa Francesco. Il tam tam è partito su facebook dove l’Ufficio udinese ha aperto una pagina per raccogliere adesioni.

A livello diocesano questo itinerario di avvicinamento è già partito attraverso una serie di incontri “Bota fé – Metti fede”, iniziati durante la veglia di inizio anno. Faranno parte di questo cammino anche ulteriori momenti, quali la visita alla Risiera di San Sabba, la messa con il “mandato” ai gruppi partecipanti alla Gmg e uno speciale concorso fotografico.

I ragazzi della diocesi però si sono anche mobilitati all’interno dei gruppi parrocchiali nel predisporre i sussidi di preghiera per l’Avvento e la Quaresima. Insieme hanno elaborato due libretti, uno destinato alle scuole medie e l’altro per le superiori incentrato sul tema della Misericordia, che è anche il tema di Giubileo.

Oltre 900 le copie destinate a 210 parrocchie per l’accompagnamento quotidiano con un piccolo testo e un commento a un brano del Vangelo per scandire ogni giorno dall’Avvento e della Quaresima. Quanto alla trasferta in Polonia, le preiscrizioni dovranno arrivare entro il 31 gennaio.

I ragazzi faranno tappa ad Auschwitz e a Czestochowa prima di vivere il gemellaggio con la Diocesi polacca di Lomza. Quindi l’arrivo a Cracovia – città di due grandi Santi della Misericordia, come San Giovanni Paolo II e Santa Faustina Kowalska – dove si vivranno le giornate culminanti della Gmg: il festival della gioventù, la catechesi con i vescovi, gli incontri internazionali, i concerti fino ai momenti culminanti della veglia e della messa con il Papa.

Per il 23 aprile l’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile ha programmato anche una “spedizione” a Roma dedicata al pellegrinaggio della Misericordia che aprirà il Giubileo dei ragazzi. Nel frattempo, ha preso il largo la “Magicavventura”, percorso di catechesi che quest’anno prevede l’apertura dei blog della Misericordia.

Ben 13 i gruppi iscritti che coinvolgono 313 ragazzi. Si tratta di Bertiolo con il gruppo “I viaggiatori”, Farla di Majano con “Gesù e gli amici di Farla”, Mortegliano, Lavariano, Chiasiellis con “Ragazzi insieme”, Pasian di Prato e i “Seconda media” Pradamano, Lovaria, quindi Remanzacco con “Happycentro medie”, Rivignano con “Seconda media”, Rodeano Basso, Rive d’Arcano con “Le nuove orme del dindi”, San Giorgio di Nogaro con “Oratorio San Zorz”, Udine – San Giuseppe e “I Bite di San Beppo”, quindi San Vito di Fagagna, Silvella, Madrisio, Sedegliano con “Sedean Team” e Torsa con “Gli angeli di Torsa”.

Ciascuno di loro pubblicherà sul blog immagini e testimonianze di opere di Misericordia che il gruppo intraprenderà durante l’anno. I ragazzi potranno personalizzare il proprio blog, scegliendo una particolare veste grafica.

Ma l’aspetto principale è legato al fatto che durante i prossimi mesi (e fino alla festa dei ragazzi del 24 aprile 2016 che si terrà al villaggio Getur di Lignano), i gruppi potranno raccontare e documentare le proprie esperienze.

Tali esperienze possono essere le più svariate: dall’ascolto di una testimonianza particolare, alla recensione di un film a tema, passando per esperienze concrete di attenzione al prossimo, di vicinanza, di perdono, di supporto a chi si trova in difficoltà agli anziani, ai malati, agli emarginati, anche ai carcerati.

L’iniziativa che coinvolgerà i preadolescenti dalla quinta elementare alla terza media terminerà con un’ideale classifica e con una premiazione. Ma il premio vero arriverà per tutti attraverso un cammino di fede che potrá essere condiviso in rete.

Fonte: Messaggero Veneto

Terremoto magnitudo 4.5 in Polonia, in zona considerata a bassissimo rischio sismico

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Secondo l’EMSC il terremoto ha avuto epicentro solo 1 chilometro a sud-ovest della città di Polkowice, Polonia, ed ipocentro molto superficiale, a due chilometri sotto la superficie terrestre

Ieri, 28 dicembre alle ore 13,31 una scossa di magnitudo 4.5 si è verificata nella Polonia di nord-occidentale, ad una distanza di 1 chilometro dalla città di Polkowice, che ospita circa 21 mila abitanti. Il terremoto sembra aver avuto, secondo l’EMSC, un ipocentro molto superficiale, rilevato a 2 chilometri sotto la superficie terrestre.

La regione in cui è avvenuto il sisma, la Bassa Slesia, è considerata a bassissimo rischio sismico, tuttavia negli ultimi anni si sono verificate molte scosse prossime o superiori a magnitudo 4.0 nella zona.

Infatti, il 19 Marzo 2013, una scossa di magnitudo 4.7 aveva gettato nel panico la popolazione, non abituata a convivere con eventi come questi.

Fonte: meteoweb

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Polonia: la città di Cracovia investirà 13 milioni di euro per la Gmg

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Per la prossima Gmg 2016 Cracovia spenderà circa 13 milioni di euro: lo ha annunciato il sindaco della città, Jacek Majchrowski, sottolineando che non intende finanziare alcun progetto che non sia connesso all’obbligo di garantire “un regolare funzionamento dei servizi al cittadino”. La metà di quella somma sarà destinata al potenziamento dei trasporti urbani, il noleggio e il funzionamento dei servizi igienici, la predisposizione del piano di traffico, l’organizzazione dei parcheggi e lo studio di viabilità. Si è deciso inoltre di procedere al rifacimento del manto stradale e all’ammodernamento degli edifici scolastici adibiti a ospitare i partecipanti al raduno. Un milione di euro circa sarà speso per promuovere e abbellire la città, mentre circa 400mila euro verranno destinati al funzionamento e all’organizzazione di eventi culturali. 400mila euro sarà invece il costo del potenziamento dei servizi sanitari di pronto soccorso per i pellegrini. La città di Cracovia, inoltre, contribuisce alla realizzazione di alcuni collegamenti ferroviari e stradali con il santuario della Divina misericordia di Lagiewniki e il vicino Centro Giovanni Paolo II ancora in costruzione.

(Ufficio stampa Città di Cracovia)

È sepolto a Varsavia il soldato di Montanera che si credeva disperso

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Lo credevano disperso, invece dal 1918 è seppellito a Varsavia nel cimitero dei soldati italiani. Si tratta del soldato del primo reggimento Genio, Martino Audisio, nato a Montanera il 17 ottobre 1885 e in quel paese residente, sposato con Teresa «Ginota» Giubergia, padre di due figli, morto il 15 febbraio ’18 in un campo di prigionia in Polonia. «Abbiamo sempre creduto che fosse disperso in guerra – dice uno dei nipoti, Luciano Audisio, panettiere e pasticcere a Limone -. Il giorno di Ognissanti pregavamo per lui presso i cipressi davanti al cimitero di Montanera, dedicati ai dispersi in guerra. Mio padre Antonio e il fratello Giovanni, suoi figli, fecero delle ricerche sulla triste sorte del papà, ma non vennero a capo di nulla».

Una tomba bianca

Ora l’impiegato della biblioteca di Cuneo Roberto Martelli, laureato in lingua polacca, esaminando il sito www.nieobecni.com.pl ha scoperto la fotografia della tomba di Martino nel cimitero dei soldati italiani a Bielany, un quartiere di Varsavia. Una pietra bianca verticale con incisa una croce, il nome Audisio Martino e la data di morte, 15/2/1918.

«Mi sono messo in contatto con quel sito – racconta Martelli – e ho comunicato la data di nascita che ho rintracciato al ministero della Difesa italiano. Grazie alla collaborazione del Comune di Montanera, sono riuscito ad avvisare i familiari ancora viventi».

Nipoti e pronipoti

Ci sono i figli di Antonio Audisio, per tanti anni cantoniere a Castelletto Stura: Teresa, Marisa, Michele e Luciano. Quest’ultimo padre di Mirella, assessore del Comune di Limone, di Claudio e Dario titolari del bar-pasticceria Audisio nel centro di Borgo San Dalmazzo e Silvio, rappresentante di una ditta farmaceutica a Vienna.

«Purtroppo mio padre non c’è più – dice Luciano -, ma noi siamo contenti di sapere finalmente che fine ha fatto nostro nonno. Anche suo fratello Marco, cinque anni più giovane, fu dichiarato disperso nella battaglia del monte Sabotino nel 1915. Ora mio figlio Silvio, che lavora a Vienna, si recherà in visita alla tomba del bisnonno, presto vogliamo andarci anche tutti noi. E finalmente potremo scrivere anche il suo nome, con la data certa di morte, sulla nostra tomba di famiglia».

Autore: Piero Dadone, La Stampa