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Sequestrati prosciutti provenienti dalla Polonia e venduti come italiani

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Prosciutti provenienti dalla Polonia venduti come italiani. La scoperta di un laboratorio clandestino a Villaricca, nel Napoletano, da parte dei carabinieri. In un locale interrato i prosciutti venivano disossati ed etichettati con marchi di aziende italiane, per poi essere venduti al dettaglio a prezzi inferiori a quelli di mercato. Tra le etichette applicate anche quella del consorzio prosciutto di Parma. Una 52enne e un 54enne di Villaricca, sono stati denunciati per frode in commercio, esercizio abusivo di vendita all’ingrosso di prodotti alimentari di salumeria, violazione delle norme amministrative e sanitarie che disciplinano la somministrazione al pubblico di alimenti. I militari dell’Arma, con gli ispettori del dipartimento prevenzione dell’Asl Na2 Nord, hanno rinvenuto e sequestrato tutte le attrezzature utilizzate per la manipolazione del prodotto importato dall’estero: frigoriferi; coltelli; fermagli; banchi; presse, nonche’ migliaia di etichette pronte per essere applicate e tutto il materiale (reti e buste) necessario a riconfezionamento. Nel laboratorio clandestino le condizioni igienico-sanitarie erano pessime. Le indagini continuano per individuare la rete di negozi che vendevano il prodotto falsificato e poco sicuro.

Dieta mediterranea: benefici ed errori più comuni

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Patrimonio dell’UNESCO dal 2010. Tutti gli italiani sono convinti di seguirne le indicazioni, ma spesso non è così. I suoi principi sono i più semplici, eppure al tempo stesso i più travisati. Parliamo della Dieta Mediterranea, così famosa eppure ancora così fraintesa!

Negli anni Cinquanta Ancel Keys, un nutrizionista americano, si accorse che le popolazioni del bacino mediterraneo erano meno suscettibili ad alcune patologie rispetto agli statunitensi. Da questa osservazione nacque l’ipotesi che la dieta mediterranea fosse in grado di aumentare la longevità di chi la seguiva.

Più che una dieta, è uno stile alimentare fatto di regole e abitudini ispirate alla tradizione mediterranea. Sinonimo di alimentazione sana, è apprezzata anche in virtù dei suoi effetti dimagranti e, così si dice, perfino afrodisiaci!

Nonostante la sua fama indiscussa, non se ne parla mai abbastanza: troppi prodotti industriali e troppi cibi raffinati nei nostri acquisti, spinti soprattutto dalle strategie commerciali dei supermercati. È importante ricordare quali sono le scelte più giuste per la nostra salute. Per una spesa più consapevole.

Per riassumere tutti i principi della dieta mediterranea e creare una guida facile da ricordare, viene proposta una semplice piramide alimentare, che riporta la distribuzione degli alimenti che dovrebbero essere presenti nella nostra dieta, divisi per frequenza e quantità. Alla base della piramide troviamo gli alimenti da consumare più volte al giorno, mentre all’apice ci sono quelli che vanno limitati il più possibile.

Appare subito in maniera evidente che la dieta mediterranea è incentrata soprattutto sulla corretta scelta degli alimenti, piuttosto che sul conteggio delle calorie. Ad un uomo adulto occorrono ogni giorno circa 2500 calorie, di cui il 60% dovrebbe provenire da carboidrati (cereali, pasta, pane, patate…), il 20% dai grassi (olio d’oliva, frut[cml_media_alt id='113520']Cremesini - Dieta mediterranea (2)[/cml_media_alt]ta secca e semi oleosi) e solo il 10% da proteine (pesce, carne bianca, uova).

La piramide alimentare può essere riassunta nelle seguenti linee guida:

  • Maggiore consumo di proteine vegetali rispetto a quelle animali. Dove per “proteine vegetali” si intendono frutta secca e semi oleosi, cereali integrali, e ovviamente i legumi, soprattutto la soia e i suoi derivati (tofu).
  • Riduzione dei grassi saturi, a favore di quelli vegetali insaturi e polinsaturi. Meno burro e più olio d’oliva, rigorosamente biologico e spremuto a freddo.
  • Aumento dei carboidrati complessi a sfavore di quelli semplici. Vanno preferiti quindi i prodotti a base di farine integrali, anziché raffinate e “bianche”.
  • Elevata introduzione di fibra alimentare. Tanta frutta e verdura, se possibile mangiata con la buccia. L’OMS raccomanda almeno 5 porzioni al giorno. Attenzione però: patate e piselli non sono verdure!
  • Riduzione del colesterolo, grazie all’introduzione di grassi insaturi “buoni”.
  • Il consumo di carne bianca è prevalente rispetto a quella rossa, ed è comunque limitato a una volta la settimana. Maggiore (ma di poco) è invece il consumo di pesce e latticini.
  • Drastica riduzione di: dolci, insaccati, superalcolici, zucchero bianco, burro, strutto, formaggi, carne bovina e suina.

Alcuni principi di questa dieta rappresentano ancora oggi la migliore difesa contro le malattie più tristemente diffuse, come aterosclerosi, ipertensione, infarto del miocardio e ictus. Frutta, verdura e cibi integrali, poiché estremamente ricchi di antiossidanti, svolgono un’azione protettiva contro malattie cardiovascolari e alcune forme di cancro. Inoltre, apportano la giusta quantità di vitamine, sali minerali e fibre non digeribili.

Purtroppo negli anni alcuni di questi principi sono andati persi. Vediamo quali sono gli errori più comuni da evitare.

  • Eccesso di pasta industriale, pane bianco, farine raffinate. In commercio si trovano ormai farine di ogni cereale: riso, farro, mais, grano saraceno… Alla scoperta di nuovi sapori.
  • Eccesso di carne e proteine animali. I legumi, considerati un cibo “povero”, dovrebbero essere presenti nei nostri piatti tutti i giorni.
  • Scarsa attenzione a oli e condimenti. L’olio extra vergine d’oliva, se di qualità (biologico e spremuto a freddo), ha un unico difetto: fa perdere il desiderio di utilizzare altre salse e insaporitori!
  • Dimenticare la stagionalità dei prodotti. La vera dieta mediterranea dovrebbe seguire i cicli della natura e basarsi prevalentemente su prodotti freschi, di stagione e di origine locale.
  • Eccesso di dolci e zucchero raffinato. Limitiamoli alle occasioni di festa, mentre per gli spuntini quotidiani (soprattutto dei bambini) rieduchiamo il palato alla frutta fresca. Oppure sperimentiamo nuove ricette, preparando in casa confetture, torte e biscotti dolcificati con mele, uvetta, o frutta essiccata, anziché con il solito zucchero.

Paulina Wagner

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Paulina Wagner, pittrice, ritrattista, autrice della tecnica di cityllage. Coglie la vita delle città famose con distacco, umorismo, e grazie all’ironia rende visibile ciò che avviene nelle principali aree metropolitane. Attraverso la pittura entra in un dialogo con chi osserva. Gestisce un sito web, grazie al quale gli amanti dell’arte possono seguire il suo lavoro. È possibile trovarla su Facebook e Twitter. Come dice, ha in sé una fonte inesauribile di idee per nuovi dipinti, di ciò abbiamo avuto l’occasione convincerci recentemente in una delle gallerie del centro di Varsavia. Nel prossimo futuro le opere di Paulina andranno alle mostre collettive in Italia, a Torino e poi a Ravenna.

 

Perché hai deciso di dedicare la tua vita all’arte?

È stato molto naturale, fin dalla prima infanzia ho avuto bisogno di esprimere quello che pensavo, inizialmente attraverso il disegno. L’arte era presente nella mia vita da sempre. Mia madre visitava spesso gallerie d’arte e mi portava con sé, ogni visita suscitava forti emozioni. Anche i nonni anche apprezzavano la bellezza e l’arte. A casa non mancavano mai oggetti bellissimi e opere d’arte, sono cresciuta in tale atmosfera[cml_media_alt id='113512']D?browska - Paulina Wagner (11)[/cml_media_alt]. Volevo dipingere, e i miei genitori avendo visto il mio talento, mi hanno mandato a lezione d’arte. Mia madre ha a casa tante opere d’arte, tra cui anche sculture che ora apprezzo, perché sono veramente belle. Rapidamente dopo il primo viaggio in Italia, all’età di 10 anni, ho scoperto che volevo conoscere a fondo questo paese. A scuola d’arte avevo già uno stile definito e più volentieri dipingevo l’Italia. Amo la vita dinamica, quando succede qualcosa, apprezzo l’architettura urbana, apprezzo anche il design italiano.

 

Cos’è cityllage?

Tre anni fa, affascinata dalla vita urbana, ho creato cityllage una tecnica artistica che combina pittura e collage per poter presentare l’atmosfera delle città che più mi affascinano nel modo migliore. Oltre a dipingere, nei miei quadri commento ciò che avviene in una determinata città, segnalo certi fenomeni, ciò che è di moda e popolare, ciò che la gente pensa e quali sono le sue preoccupazioni. Inizialmente dipingevo Roma, poi New York, Miami, Danzica, Breslavia e Lodz, più recentemente Varsavia e Milano.

 

Qual è la tua fonte d’ispirazione?[cml_media_alt id='113514']D?browska - Paulina Wagner (12)[/cml_media_alt]

L’ispirazione è la città. Ad ogni città associo un colore, Roma con verde e grigio, Varsavia con azzurri, New York con nero, Berlino con blu oltremare. Ho dei lavori meno o più colorati, dipende dal periodo dell’anno in cui dipingo, dal momento del giorno. Fotografo, faccio tanti schizzi, vado spesso di nuovo allo stesso posto a guardare ancora una volta tutto con attenzione, poi scelgo frasi adatte, titoli dai giornali e compongo tutto. Sono sicura che in ogni città, da Tokyo a Lisbona, posso trovare un luogo che vorrei mostrare su un dipinto. La creazione di un cityllage avviene in più fasi, lascio pittura alla fine. Di solito dipingo diversi quadri nello stesso tempo. So che il talento è un dono e ogni idea nasce dall’ispirazione.

 

Sono proprio le grandi aree metropolitane che ti piacciono di più?

Una volta mi domandavo se potevo vivere fuori di una città, e non è possibile. Sono abituata a ciò che offre una grande città. Per vivere ho bisogno di attrazioni urbane e della gente. Amo i neon, gli edifici alti e i monumenti. Questa è la mia ispirazione quotidiana a vivere. Forse un giorno le cose cambieranno e mi trasferirò in una casa in un piccolo paese come Buggiano, ma ora posso vivere solo in una grande città.

 

Cos’è per te l’arte?

È una domanda molto difficile. L’arte è l’essenza della mia vita, penso che in ogni aspetto della vita abbia un approccio artistico, anche cucinare può essere considerato arte, ci dedico molta attenzione. Ammiro molti artisti e mi piace l’architettura italiana. Così come non riesco neppure ad immaginare di vivere senza musica. L’arte è tutto ciò in cui mettiamo cuore e talento. Credo anche che l’arte dovrebbe far liberare il bene che è in noi.

[cml_media_alt id='113513']D?browska - Paulina Wagner (13)[/cml_media_alt]

Quali reazioni suscitano le tue opere?

Ho ottimi riscontri del mio lavoro, anche all’estero. Le persone trovano cityllage interessante. Fanno molte domande sui lavori o sui luoghi che appaiono nei dipinti, anche sulle iscrizioni. Vorrei che chi guarda i miei si trasferisse idealmente in quella città e mi sembra d’aver raggiunto questo obbiettivo. I miei quadri vogliono riflettere la vera atmosfera dei luoghi dipinti.

 

Il titolo della tua tesi è “L’Immagine di Roma e della corte pontificia nel XVI secolo alla luce delle memorie di Benvenuto Cellini”. Da dove viene il tuo interesse per l’Italia?

È un amore che viene da lontano. Il Rinascimento italiano, nella sua fase più matura, è il mio periodo preferito. La gran parte delle bellezze italiane è di quel periodo, tra cui anche straordinari edifici di cui sono innamorata, ad esempio Palazzo Farnese a Roma, attualmente Ambasciata di Francia, il Palazzo del Quirinale, sede del Presidente della Repubblica Italiana. E poi mi affascina la facciata di Palazzo Spada, dove si trova una galleria. La storia di Roma e della corte pontificia è estremamente interessante. Pertanto, consiglio le memorie di Benvenuto Cellini, sono infatti uno dei più grandi successi della letteratura autobiografica in Europa nel XVI secolo. L’Italia è un luogo da sogno per me, amo il clima italiano, mi piace il caldo, il sole, il cibo, la musica, le auto e gli scooter italiani, apprezzo gli attori e il cinema, e le città italiane mi incantano! Ammetto che mi piace di più la parte settentrionale d’Italia. Adoro la Liguria, il Piemonte, faccio il tifo per la Juventus, amo il Lago di Como e poi Milano, Venezia, sono collegata in modo eccezionalmente forte con la Toscana e amo Roma. Elencare tutti i posti richiederebbe troppo tempo.

 

Arte a parte quali sono le tue passioni?

Se non fossi pittrice sarei una cuoca (ride), cucinare mi piace moltissimo. Parlando seriamente forse insegnerei la storia, per un periodo pensavo di diventare una guida turistica, ma mi sarebbe mancata la parte creativa del lavoro. Per molti anni ho lavorato per la televisione. Sono laboriosa e credo che potrei riuscire bene anche in un’altra professione.

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La Polonia ritagliata

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Galli colorati, tradizionali motivi popolari ritagliati a mano in carta, mischiati con il Palazzo della Cultura, Barbie e hipster. I ritagli folk modernistici di Kasia Kmita conquistano le gallerie europee e l’artista è entrata nel finale del prestigioso concorso internazionale Arte Laguna a Venezia.

 

La tua versione del ritaglio folk polacco ha riscosso moltissimo successo in Italia.

Sì vero, le mie opere piacciono all’estero, sono accolte molto bene. Sono stata davvero contenta di poter partecipare al Premio Arte Laguna a Venezia è stato un riconoscimento enorme. Il ritaglio è un elemento tratto dalla tradizione polacca e il suo collegamento con i motivi della cultura pop li rende comprensibili anche al di fuori della Polonia. Non so esattamente come la vedono gli italiani, se sanno che il ritaglio è una nostra forma d’arte polacca, di ?owicz. Per me è [cml_media_alt id='113505']Su?ek - Polska z wycinanki (5)[/cml_media_alt]una miscela di tradizione e modernità, di cultura polacca con quella dell’Europa Occidentale, a cui ormai apparteniamo tutti e da cui siamo sempre meno diversi.

 

Il ritaglio è prettamente polacco, un po’ folk e un po’ moderno.

Siamo nell’Unione Europea con molti altri paesi e certamente tutti vogliono distinguersi dagli altri e mantenere la loro unicità e tradizione, soprattutto ora. Quando iniziavo a fare le prime opere basate sul ritaglio nel 2004, i polacchi dovevano ancora farsi conoscere all’Ovest e un po’ si vergognavano di questo stile folk. Ma io sentivo che entrando in Europa non dobbiamo avere imbarazzo nel mostrare quello che costituisce la nostra originalità. Questo tipo di arte veniva realizzato nelle campagne polacche, con cura dei dettagli ed era visualmente bellissimo. Non è un’arte da nascondere ma al contrario c’è da andarne fieri. L’imbarazzo a mostrare in nostro folklore pian piano sparisce. Basta menzionare il padiglione polacco all’EXPO a Pechino, che è stato fondato proprio sulla tecnica del ritaglio. Questi motivi appaiono perfino sui bicchieri ad Empik. Sono entrati nella cultura pop.

 

Anche le tue opere trattano di cultura pop. Nella serie “Must Have It” tocchi la questione dei cambiamenti estetici avvenuti in Polonia dopo il 1989. Tu come li vedi?

Sono nata nel 1972 e quindi mi ricordo molto bene il comunismo, soprattutto il grigio e il semplicismo che ci circondava. E i nostri sogni, sia dei bambini che degli adulti, di una vita normale, senza frontiere, con accesso agli stili di[cml_media_alt id='113506']Su?ek - Polska z wycinanki (6)[/cml_media_alt] vita contemporanei. Mi ricordo la mia collezione di lattine di bibite dolci portate dall’Ovest, o di sacchetti di plastica. Cercavo gli indirizzi di persone che potevano mandarmi gli adesivi dalle bottiglie di Coca Cola: erano simboli dell’Ovest, che sembrava un mondo distante, migliore. Questi oggetti erano i sostituti dell’Ovest. La Polonia è cambiata moltissimo, è totalmente diversa da quella che mi ricordo dall’infanzia. Non ci sono più frontiere che una volta erano molto chiare. C’è stata una svolta enorme, anche visuale, e io ho la possibilità di raccontarla tramite le immagini.

 

Come colleghi la forma tradizionale d’arte popolare con l’estetica contemporanea?

L’arte popolare, come appunto il ritaglio, danno secondo me la migliore possibilità di esprimere i cambiamenti che ha subito la Polonia. Nel passato quando pensavamo alla Polonia vedevamo galli, campi e fiori. Oggi pensiamo ai giovani vestiti, alle città coperte da graffiti. Al posto dei galli abbiamo i simboli contemporanei: pubblicità e loghi. Le mie opere illustrano il mondo che cambia, da grigio in colorato.

 

Le tue opere sono piene di gioia, guardandole ci sentiamo bene. È intenzionale?

È la gioia del cambiamento. Perchè tutto è cambiato: la gente, le vie, le abitazioni, la consapevolezza, anche quella estetica.

 

La tecnica del ritaglio l’hai imparata in campagna? Hai studiato l’arte popolare?

Cerco di trasformare il ritaglio tradizionale in una forma più moderna. Da bambina amavo la Cepelia [negozio con articoli di artigianato polacco – N.d.T.]: mi incantavano i colori, l’unicità di ogni oggetto e il fatto che era fatto a mano. Apprezzo il lavoro artigianale che accompagna sempre l’arte popolare. Il ritaglio l’ho imparato da sola, non imito quelli di ?owicz, ne prendo solo l’ispirazione. Non mi affeziono troppo alla tecnica, penso all’effetto generale che voglio ottenere e vado oltre i limiti dell’artigianato: voglio creare una qualità nuova. Tutto viene fatto a mano, proprio come un dipinto. Sullo sfondo nero sovrappongo i motivi ritagliati di carta colorata, che disegno da sola e ritaglio con le forbici. Così come si mischiano le vernici, io scelgo i pezzi di carta: per me sono macchie di colore, come sui dipinti. Anche la carta la preparo da sola, ricoprendola di vernice acrilica. Mi sono laureata in pittura e le tecniche che uso derivano dagli studi.

 

Alla mostra finale del Premio Arte Laguna hai presentato l’opera “Uomini”. Di cosa parla?

È un personaggio maschile moltiplicato che costituisce un gruppo. È la nuova generazione dei polacchi che mi piace molto perchè non ha nessun background negativo. Sono aperti, conoscono le lingue, vivono come i loro coetanei dell’Ovest, senza disagi e senza complessi. Il mondo gli offre delle possibilità infinite e loro le sfruttano in pieno. Possono prendere l’aereo per andare in Italia, mangiare una pizza e tornare lo stesso giorno.

Sei invidiosa?

No, sono contenta di poter osservare il fenomeno e sfruttare tutte queste opportunità anche personalmente. Mi piace il fatto che mi ricordo come era prima, grazie a questo posso apprezzare ciò che ho oggi. Sono consapevole dei cambiamenti, cambiamenti positivi, e non voglio tornare al passato.

 

Ultimamente hai passa[cml_media_alt id='113504']Su?ek - Polska z wycinanki (3)[/cml_media_alt]to un po’ di tempo a Venezia. C’e qualcosa in Italia che ti piace particolarmente?

Mi ci sento a mio agio. Qui si trovano le radici dell’Europa, i primi semi della cultura, della lingua, dell’arte. Il mondo italiano è pieno di bellezza: arte, moda, architettura. È un mondo che forma le menti particolarmente sensibili nel senso estetico. In Italia c’è una grande sensibilità: non a caso è un paese di moda e macchine belle. A Venezia si fa fatica a trovare qualcosa di brutto, anche le parti un po’ rovinate hanno il loro fascino. Tutto è estetico: la gente, gli edifici, il cibo.

Venezia è bellissima e affascinante. Mi piace soprattutto di notte, senza i turisti, quando la gente dorme e si può sentire la città autentica. Anche Firenze è meravigliosa. Andare a Roma è un mio sogno: non ci sono ancora mai stata. Amo il cinema italiano e l’idea della Dolce vita: il godersi la vita. Ho l’impressione che gli italiani da generazioni traggono la loro forza dalla bellezza che li circonda, è una cosa radicata nel profondo del loro subconscio. E proprio per questo che la cultura è cosi importante: migliora la qualità di vita e cambia l’approccio all’esistenza dell’uomo.

Continua il progetto Siciliain: aziende marsalesi e petrosilene in Polonia per stringere accordi commerciali

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Sta portando i primi risultati il progetto avviato da un gruppo di sei aziende siciliane, dislocate tra Marsala, Petrosino e Siracusa, riunitesi nell’Ats “Siciliain” con l’obiettivo di promuovere i propri prodotti in Polonia.

Dopo avere ospitato i buyers polacchi  sul proprio territorio per mostrare loro le aziende e la ricchezza artistica e paesaggistica del territorio, le imprese promotrici del progetto (Vigna Foderà, Cantine Alagna, Azienda Agricola Maria Irene Impiccichè, Terre del Sole -Azienda Agricola Zerilli, Azienda Agricola Fausta Mansio, Cooperativa Floricola ACF), prevalentemente produttrici di vino,  sono volate in Polonia per promuovere i propri prodotti  in loco.

Le attività sono iniziate sabato 20 giugno a Nysa dove ogni anno si svolge un’importante festa organizzata dalla Provincia. In quanto città gemellata, anche Marsala era stata invitata a partecipare ma sono state proprio le aziende “Siciliain” a portare i saluti dell’amministrazione appena eletta. In occasione della Festa della Provincia di Nysa, le aziende Siciliain hanno presentato il progetto e fatto degustare i propri vini: grillo, nero d’Avola e Marsala in particolare.   In serata si è svolto anche un  incontro con i wine lovers presso una delle enoteche più importanti della città.

Domenica ancora un incontro, questa volta mirato a confrontarsi con gli operatori commerciali di Nysa ed Opole, distributori, importatori ed enotecari, alcuni dei quali erano già stati in visita a Marsala ad inizio giugno.  Attività di promozione sono state svolte anche ad Opole, capoluogo di Regione e città di 500mila abitanti in grande espansione. Qui le aziende marsalesi e petrosilene hanno fatto degustare i propri prodotti presso la catena “Cultura e vino” che ha punti vendita dislocati in tutta la Polonia e i cui proprietari avevano partecipato all’incoming di inizio giugno. Una degustazione con i consumatori è stata organizzata invece presso il teatro principale della città.

Da ieri invece le attività promozionali si sono spostate a Cracovia dove continueranno per una settimana presso i punti vendita del gruppo Avita. Nel prossimo fine settimana, previsti appuntamenti presso enoteche e ristoranti.

“Siamo contenti di come il progetto si stia sviluppando – fanno sapere gli imprenditori di Siciliain – I nostri prodotti sono stati apprezzati e i buyers sembrano molto interessati. Dopo l’incoming in Sicilia, questi giorni in Polonia si stanno rivelando fondamentali per concludere gli accordi commerciali che ci interessano”.

Il progetto è realizzato nell’ambito della misura 133 “Sostegno alle associazioni di produttori per attività di informazione e promozione” ed attuata sulla base del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Sicilia – PSR Sicilia 2007/2013 ed è incentrato sulla promozione all’estero dei prodotti commercializzati con marchi di qualità riconosciuti da norme comunitarie quali IGT Terre Siciliane, DOC Sicilia, DOC Marsala, DOC Siracusa.

Nella foto allegata, da sinistra: Nino Galfano, rappresentante Siciliain, Antonino Foderà (Vigna Foderà, capofila dell’Ats Siciliain), il Presidente della Provincia di Nysa, Ercole Alagna (Cantine Alagna –  Baglio Baiata).

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Il Teatro delle Briciole in Polonia

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Il Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti approda per la prima volta in Polonia, che va ad aggiungersi così ai tanti Paesi dove gli spettacoli prodotti dal sodalizio teatrale parmigiano sono stati rappresentati in questi anni.
Il 28 giugno «Pop up, un fossile di cartone animato», produzione affidata alla pluripremiata compagnia off i Sacchi di Sabbia, che fa parte del cantiere «Nuovi sguardi per un pubblico giovane», debutta al Teatr Baj di Varsavia, mentre il 30 giugno lo stesso spettacolo va in scena in doppia replica a Pozna? al Teatr ?ejery.

Lo spettacolo, diretto da Giovanni Guerrieri e Giulia Solano, interpretato da Beatrice Baruffini e Serena Guardone, reinventa il libro animato in forma teatrale, intrecciando le avventure di un bambino di carta e di una piccola, enigmatica sfera: le evoluzioni ritmiche, cromatiche e sonore del loro rapporto, i loro incontri, le loro specularità, le loro trasformazioni.

L’idea della reinvenzione scenica del libro pop up, la sfida di creare un cartone artigianale, una sorta di fossile di cartone animato nell’epoca del 3D, è l’occasione per una riflessione sull’animazione, sulla saturazione e l’invasività delle sue tecniche contemporanee, per intraprendere una direzione più evocatica e meno aggressiva che lasci più spazio all’immaginazione nell’era della dittatura digitale.

Ed è, anche, l’occasione per fondere sperimentalmente manipolazione, teatro d’ oggetti e suoni.

Pirati informatici costringono a uno stop l’aeroporto di Varsavia

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La sicurezza degli aerei non limita al controllo dei passeggeri e di ciò che essi possono portare a bordo: l’aeroporto Chopin di Varsavia è infatti stato attaccato nella giornata di Domenica scorsa da un gruppo di hacker, che hanno compromesso il sistema centrale di controllo dei decolli della compagnia polacca LOT.

I pirati informatici hanno così costretto circa 1.400 passeggeri a terra, poiché l’operatore si è visto costretto a cancellare 10 voli e a ritardare la partenza di un’altra dozzina.

Secondo un portavoce della compagnia, tuttavia, il problema è rimasto circoscritto all’aeroporto Chopin di Varsavia ed è stato risolto nel giro di cinque ore. Le autorità sono comunque al lavoro per investigare cause e responsabili del disservizio.

Opportunità di businness in Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia al centro della nuova tappa del Forum Export

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Esperti di business incontrano le imprese del territorio per illustrare opportunità e limiti dell’internazionalizzazione in Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, affrontando tematiche concrete per l’approccio ai mercati di riferimento: processi d’azienda, accorgimenti bancari e finanziari. Questo, in sintesi, l’obiettivo dell’appuntamento pensato e organizzato per le imprese locali e volto a fornire strumenti e conoscenze necessari per aprire la propria attività a nuovi mercati.

L’incontro organizzato da UniCredit, in collaborazione con Camera di Commercio di Forlì-Cesena, Cesena Fiera-Macfrut  e Rete Enterprise Europe Network, si è svolto oggi presso la Sala del Consiglio dell’ente camerale. In primo piano i  fattori di contesto operativo, le relazioni con le banche, i principali assetti normativi dei Paesi, oltre ad un approfondimento sull’agroindustria.

La giornata di lavoro è stata aperta dai saluti introduttivi di Alberto Zambianchi, Presidente Camera di Commercio di Forlì-Cesena; e di  Angela Vella, Vice Area Manager Romagna UniCredit. Sono quindi seguiti gli interventi centrati sulle caratteristiche dei mercati di Repubblica Ceca e Slovacchia; e della Polonia, a cura rispettivamente di Fabio Bini, Head of International Clients department Corporate, Investment and Private Banking, UniCredit Bank Czech Republic & Slovakia-; e diHubert Narkiewicz – Senior Relationship ManagerCentro Corporate di Danzica, su “Il mercato Polonia, il contesto operativo per leimprese e il supporto di UniCredit”. Sui rischi e sulle opportunità di business secondo il sistema legale vigente in Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, è stato invece centrato l’intervento di Daniele Iacona, Studio Schoenher.

La parola è passata quindi a Renzo Piraccini, Presidente di Cesena Fiera, per un dettagliato Focus sul settore ortofrutticolo con il progetto di rilancio di Macfrut. Infine, della Rete Enterprise Europe Network ha parlato Laura Bertella, Unioncamere Emilia Romagna-Politiche comunitarie e per l’innovazione.

‘Nell’attuale contesto che vede perdurare alcuni effetti della crisi economica e diminuire le “risorse camerali” – dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena – abbiamo instaurato con Università, Istituti di credito e, in generale, con i principali attori locali, collaborazioni fruttuose e sinergiche, risultato di una scelta mirata a costruire un nuovo modello di intervento sul Territorio e una ‘best practice’ replicabile in altri contesti.

Mettendo a sistema le funzioni istituzionali del nostro Ente e le specifiche competenze dei partner di volta in volta coinvolti, la Camera offre alle imprese che intendono internazionalizzarsi, strumenti sempre più puntuali ed efficaci. È il caso di questo Forum in cui professionisti di diversi settori mettono al servizio delle imprese le proprie expertise su tre Paesi dell’Est Europa che i dati economici confermano avere potenzialità interessanti per i nostri imprenditori’.

‘Per le imprese del territorio una delle principali opportunità di crescita e di sviluppo aziendale – ha sottolineato Angela Vella, Vice Responsabile Area Commerciale Romagna UniCredit – è senza dubbio il rapporto con nuovi mercati, l’apertura a nuovi orizzonti economici e a nuove occasioni di business. Per questo portiamo avanti con entusiasmo la realizzazione di eventi come questo Forum, in grado di fornire un sostegno operativo alle aziende che già operano su mercati oltre confine o che vogliono ampliare il proprio business all’estero. Riteniamo infatti che costituisca un incoraggiamento forte e una forte garanzia per gli imprenditori il fatto di poter fare affidamento su un Gruppo come il nostro, che può contare su un network internazionale presente in 50 mercati ma che mantiene ben salde le radici e l’attenzione sui territori in cui è presente’.

‘Internazionalizzazione e innovazione devono essere i capisaldi del sistema ortofrutticolo per competere nel mercato globale – ha affermato Renzo Piraccini, Presidente di Cesena Fiera – Macfrut ha imboccato entrambe le strade, rivolgendosi in modo particolare ai mercati emergenti dell’Est Europa insieme a UniCredit. Ai cinque road show (Bulgaria, Polonia, Romania, Ungheria, Repubblica Ceca), hanno preso parte una cinquantina di aziende da tutta Italia che si cono confrontate con oltre 400 operatori stranieri. Questi appuntamenti sono stati il punto di partenza di più ampi e approfonditi meeting business che ci saranno nella tre giorni di Macfrut in Fiera a Rimini‘.

Schede Paese – Trend e potenzialità delle aziende locali nel business con Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia

POLONIA

Per ciò che riguarda la provincia di Forlì-Cesena,nel 2014 il valore delle esportazioni verso la Polonia è stato di quasi 116 milioni di euro, mentre le importazioni sono state di 24 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente, le vendite dal territorio di Forlì-Cesena verso la Polonia hanno registrato un aumento del 3%, gli acquisti un calo dell’8%. Nel 2014, le esportazioni della provincia di Forlì-Cesena verso la Polonia hanno riguardato principalmente le seguenti merci: Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti per oltre 50 milioni di euro, in rialzo del 16% rispetto al 2013; Sostanze e prodotti chimici per oltre 16 milioni di euro, +1% rispetto al precedente anno; Apparecchi elettrici per poco meno di 16 milioni di euro, con una variazione nulla rispetto all’anno precedente; Macchinari ed apparecchi per circa 9 milioni di euro, in flessione del 32% su base annua; Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per 5,6 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto al 2013.

REPUBBLICA CECA

Per ciò che riguarda la provincia di Forlì-Cesena,nel 2014 il valore delle esportazioni verso la Repubblica Ceca è stato di quasi 46 milioni di euro, mentre le importazioni hanno superato i 10 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente, le vendite dal territorio di Forlì-Cesena  verso la Rep. Ceca hanno registrato un aumento del 5%, gli acquisti del 3%. Nel 2014, le esportazioni della provincia di Forlì-Cesena verso la Repubblica Ceca hanno riguardato principalmente le seguenti merci: Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti per quasi 18 milioni di euro, in aumento del 12% rispetto al 2013; Macchinari ed apparecchi per più di 8 milioni di euro, in crescita del 17% rispetto all’anno precedente; Sostanze e prodotti chimici per 6 milioni di euro, in rialzo del 36% su base annua.

SLOVACCHIA

Per ciò che riguarda la provincia di Forlì-Cesena,nel 2014 il valore delle esportazioni verso la Slovacchia è stato di oltre 14,5 milioni di euro, mentre le importazioni hanno superato i 21 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente, le vendite dal territorio di Forlì-Cesena verso la Slovacchia hanno registrato un aumento del 12%, gli acquisti del 6%. Nel 2014, le esportazioni della provincia di Forlì-Cesena verso la Slovacchia non sono state significative. Si stima che per l’anno in corso, le esportazioni totali di Forlì-Cesena e provincia aumenteranno del 9%,  le importazioni faranno registrare un +5%.

[Fonte. Elaborazioni Territorial&Sectorial Intelligence su dati ISTAT e stime Prometeia]

WARSAW INTERNATIONAL ART EXPO | pittura, fotografia, video, scultura, installazioni

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WARSAW INTERNATIONAL ART EXPO | pittura, fotografia, video, scultura, installazioni

23.06 – 07.07.2015 | Galeria DAP

Dom Artysty Plastyka Warszawa, Mazowiecka 11A

 Inaugurazione giovedì 25 giugno ore 19:00

 Curatore: Pamela Cento

 

WIA Expo – Warsaw International Art Expo è un Progetto Artistico Culturale realizzato dalla Cento Produzioni Arte & Comunicazione, che avrà luogo dal 23 giugno al 7 luglio 2015 (inaugurazione giovedì 25 giugno ore 19:00 ) presso le rinomate Gallerie DAP1 e DAP2 dell’ OWZPAP (Okr?g Warszawski Zwi?zku Polskich Artystów Plastyków – Associazione Artisti e Designer della Polonia Città di Varsavia), centro nevralgico dell’arte visiva in Polonia.

L’esposizione si avvale del patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia.

WIA Expo si realizza all’interno di una struttura a vocazione internazionale tra le più attive e conosciute della Polonia e intende fornire uno spaccato dell’arte contemporanea dalle radici italiane. Il percorso espositivo è stato concepito in modo tale da presentarsi come una mostra collettiva di alta qualità artistica e come un expo internazionale, dunque senza tematica, per fare in modo che ogni artista possa mostrare le opere maggiormente rappresentative del proprio percorso di ricerca.

WIA Expo si articola in due sezioni distinte ma complementari l’una all’altra: l’esposizione concreta negli spazi delle Gallerie e l’esposizione negli spazi virtuali che verranno dedicati a ciascun artista su un sito consacrato al WIA Expo.

Media Partner del WIA sono: artinfo.pl, il portale dedicato al mondo dell’arte di qualità più importante e conosciuto della Polonia; Stolica, prestigiosa rivista, fonte consolidata e preziosa di informazioni dedicate alla città di Varsavia; Art Imperium, portale di eventi culturali; Format, prestigiosa rivista d’arte.

Il WIA Expo è supportato dalla Polish – Japanese Academy of Information Technology.

Il WIA Expo è dedicato ai differenti generi e linguaggi artistici, con uno sguardo sempre rivolto alla sperimentazione sia a livello di contenuto che di tecnica e materiali utilizzati nel processo artistico: il risultato è un percorso espositivo dinamico immerso tra pittura, fotografia, digitale e video arte.

Si potrà vedere la pittura tradizionale che si rivolge al futuro di Federico Pisciotta; la pittura “automatica” segnata dall’informale di Maria Rita Bertuccelli; la ricerca del segno pittorico che supera i confini dell’opera stessa di Bruno Biondi; le geometrie degli spazi quotidiani di Stefano Boschetti; i materiali e i tessili per la creazione delle opere di Tania Welz; i codici grafici predominati dall’istinto di Giulio Cesare Matusali; la riattualizzazione dell’antica tecnica pittorica di Claudia Giacchetti; la realtà visionaria realizzata a grafite di Massimo Ezio Domenico Costanzo; le città che l’occhio deve essere capace di intravedere di Giovanni de Michele; i soggetti dentro l’assenza di prospettiva di Bee Elemiah; le opere light box, che fondono figurativo e informale, di Alfonso Iuliano; la linea che esprime i moti dell’animo e del mondo esterno di Emanuela Mezzadri; i volti irridescenti di Francesco Olivieri; la seduzione della realtà in bilico tra sofferenza, solitudine e desiderio di Francesco Mangiaracina; la fotografia che cattura l’essenza, spesso evanescente, dei soggetti di Rosita Delfino; la fusione tra essere umano e natura di Liana Fides Frappa; le donne fluttuanti ma amalgamate con la terra di Gisella Sorrentino; i volti di persone che ci sovrastano con i loro occhi e il loro guardare di Giulio Speranza; la ricchezza di contrasti di Giovanna La Falce; i visi trasudanti dolore o pienezza di respiro libero di Martina Rigoli; i momenti di vita quotidiana di Daniela Bombelli; i mondi digitali di Sara Radaelli; la fusione tra reale e immaginario di Rosella Roselli; i volti disgregati da pixel, forma, contenuto e mezzo artistico di Enrico Frusciante; il ritmo nell’ arte digitale di Ernesto Galizia; il segno portato alla sintesi estrema di Viora; il processo artistico realizzato in più fasi (sia per tecnica che per linguaggio) di JD Doria; le tematiche del riciclo e del riuso di Borinquen Gallo; la televisione come mezzo e contenuto in Patrizia Bonardi; la nostra identità nell’opera video di Francesca Lolli; le difficoltà di sempre e da sempre insolute dei rapporti familiari nel ritratto video di Debora Vrizzi.

Aprirà il Wia Expo con l’opera di video visual action “Suole napoletane”, Krzysztof M. Bednarski, artista polacco tra i più rappresentativi della sua generazione (n.1953), che dalla fine degli anni Ottanta vive e lavora in Italia sempre mantenendo contatti stabili con il suo paese d’origine. Ha partecipato a centinaia di mostre fin dal 1978 ed ha collaborato con il Teatro Laboratorio di Jerzy Grotowski come autore di tutti i manifesti dei progetti parateatrali di quel periodo.

Anche Marco Angelini, dopo aver partecipato nel 2011 alla 54° Biennale di Venezia (che lo ha visto mostrare i suoi lavori in contemporanea a Varsavia presso L’Istituto Italiano di Cultura) e successivamente alla sua mostra personale del 2013 (curata dal prof. Ryszard ?ugowski presso la galleria XX1) torna ad esporre a Varsavia grazie al WIA Expo.

DirezioneArtistica: Pamela Cento

Coordinamento e Relazioni con la stampa: Jan Kozaczuk

Patrocinio: Istituto Italiano di Cultura di Varsavia

Patrocini media: Artinfo.pl, Stolica, Art Imperium, Format

Ente di supporto: Polish – Japanese Academy of Information Technology

Artisti: Krzysztof M. Bednarski, Marco Angelini, Maria Rita Bertuccelli, Bruno Biondi, Daniela Bombelli, Patrizia Bonardi, Stefano Boschetti, Massimo Ezio Domenico Costanzo, Giovanni de Michele, Rosita Delfino, J. D. Doria, Bee Elemiah, Liana Fides Frappa, Enrico Frusciante, Ernesto Galizia, Borinquen Gallo, Claudia Giacchetti, Alfonso Iuliano, Giovanna la Falce, Francesca Lolli, Francesco Mangiaracina, Giulio Cesare Matusali, Emanuela Mezzadri, Francesco Olivieri, Federico Pisciotta, Sara Radaelli, Martina Rigoli, Rosella Roselli, Gisella Sorrentino, Giulio Speranza, Viora, Debora Vrizzi, Tania Welz.

DomArtystyPlastyka

Mazowiecka 11A

00-052 Warszawa

Tel.: 22 827 64 13

Fax.: 22 826 23 61

Email.: owzpap@owzpap.pl

Tutte le Gallerie di Dom Artysty Plastyka sono aperte 7 giorni alla settimana nei seguenti orari:

11.00- 19.00.

ingresso libero

www.wiaexpo.net

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Recuperato in Italia capolavoro rubato dai nazisti in Polonia

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Era stato trafugato dai nazisti dalla collezione del Museo Nazionale di Breslavia durante l’ultimo conflitto mondiale. Il capolavoro è stato recuperato dai finanzieri del comando provinciale di Roma presso una casa d’asta del quadrilatero delle botteghe antiquarie di Milano, tra i quartieri di Brera e via dei Fiori Chiari.

L’OPERA – Del dipinto – un olio su tela dal titolo “Paesaggio marino con pastori e armenti” di Pieter Mulier (nato ad Haarlem nel 1637 e morto a Milano nel 1701, meglio noto come Cavalier Tempesta) – si erano perse le tracce al termine della guerra, depennato dall’elenco di evacuazione di Henrykov, uno sterminato caveau ubicato nei sotterranei dell’omonima abbazia, dove vennero trasferite tutte le opere delle chiese e dei musei della Slesia per proteggerle dagli attacchi aerei.

COME IL FILM – La storia sembra ripercorrere quella raccontata nel film Monuments Man di George Clooney, interamente incentrato sulla “caccia ai capolavori trafugati”. Con numerosissimi altri capolavori razziati dai nazisti l’opera venne classificata come “perdita di guerra” e, da quel momento, iniziò il suo peregrinare nei salotti tedeschi della borghesia del tempo, fino a ricomparire in Svizzera – nel corso degli anni ’90 – nella raccolta di un facoltoso imprenditore.

DI MANO IN MANO – Da quel momento è passata più volte di mano, fino ad essere intercettata dalle fiamme gialle del nucleo polizia tributaria di Roma che, con l’ausilio di un noto storico dell’arte, hanno individuato la firma ormai solo parzialmente visibile al di sotto della pellicola pittorica.

SALVATO DALL’ASTA – Sequestrato lo scorso 30 marzo, alla vigilia di un’asta che l’avrebbe reimmessa nel mercato clandestino, il dipinto è stato riconosciuto dai funzionari dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia e dalla delegazione di esperti giunti da Varsavia. Dopo settant’anni, è stato restituito al Museo di Breslavia nel corso di una cerimonia che si è tenuta a Roma, presso la sede dell’Istituto Polacco. (da Roma Today)