Roberto Saviano parla del 2 Corpo Polacco dal Cimitero Polacco a Montecassino durante il collegamento televisivo del programma Viva il 25 Aprile 2015.
La strada per Menfi e Tebe passa per Torino
«La strada per Menfi e Tebe passa per Torino». Queste furono le parole pronunciate dal più grande decifratore dei geroglifici egizi, Jean-François Champollion, che giunse a Torino nel 1824 per lo studio delle collezioni del Museo Egizio appena aperto. Ed in questo mese d’aprile 2015 il Museo delle Antichità Egizie di Torino, sale alla ribalta mondiale, grazie all’inaugurazione dei suoi nuovi suoi spazi espositivi, passati da 6.500 a oltre 12.000 mq. Un museo che, oltre ad essere uno dei musei più visitati d’Italia, è l’unico al mondo, insieme a quello del Cairo, interamente dedicato all’arte ed alla cultura egizie, vantando la seconda maggiore collezione di antichità egizie in assoluto, la più importante e ricca al di fuori dell’Egitto.
Un secondo posto di tutto rispetto, di cui il Museo e la città sono sempre andati molto fieri e che ha attirato fin dalla fondazione, nel 1824, non solo turisti e appassionati di egittologia, ma anche i maggiori studiosi di fama internazionale.
L’imponente piano di lavori a cui
è stato sottoposto il Museo, sempre all’interno della storica sede in via Accademia delle Scienze, nel cuore della città, ha come obiettivo quello di ottimizzare, restaurare, ampliare e mettere in sicurezza la struttura e le sue ricche collezioni.
Il pubblico può così godere di un nuovo allestimento pensato per valorizzare lo straordinario patrimonio culturale che custodisce questo museo. Il Piano Ipogeo ha una diversa destinazione: diventa infatti l’area destinata ai servizi di accoglienza del pubblico (biglietteria, museum shop, guardaroba, aule didattiche, servizi, ecc.), mentre il percorso museale definitivo, inizia risalendo al secondo piano (dove fino a qualche mese fa era ospitata la Galleria Sabauda) attraverso un sistema di scale mobili collocate in un ideale percorso “di risalita del Nilo” ideato da Dante Ferretti, per concludersi infine al piano terra: una emozionante passeggiata di tre piani attraverso l’affascinante mistero delle antichità egizie. Da non perdere la nuova “Galleria dei Sarcofagi”, allestita con teche contenenti i sarcofagi risalenti al Terzo Periodo Intermedio, esposti in modo regolare e scenografico, il cui restauro è stato possibile grazie agli Scarabei, Associazione Sostenitori Museo Egizio di Torino.
Il Museo e Torino
Pur non avendo un “carattere italiano”, il Museo Egizio è uno dei grandi poli attrattori culturali di Torino, molto amato da residenti, turisti, studiosi e appassionati. Ma il Museo Egizio di Torino non è solo un tassello dell’offerta culturale e turistica della città: rappresenta infatti un pezzo di storia del territorio, un tratto distintivo della sua identità. Generazioni e generazioni di torinesi sono cresciute visitando le sue sale e scoprendo le sue meravigliose collezioni, con la consapevolezza di possedere un “tesoro”: il più antico museo egizio del mondo. Il percorso di rinnovamento del Museo non risponde quindi solo alle logiche di tutelare e conservare al meglio un patrimonio culturale di eccezionale qualità e di mantenere alto il livello di attrazione turistica, ma è anche il segno della capacità di rinnovarsi della comunità di cui è espressione.
Durante le operazioni di rifunzionalizzazione non si è mai fatto un giorno di chiusura per i lavori in corso e l’impegno della Fondazione per un Museo “sempre aperto” per non penalizzare il pubblico di appassionati e studiosi ha permesso di registrare continui record anche sotto il profilo degli ingressi, con risultati superiori al mezzo milione di visitatori (nel 2013 sono stati più di 540.000, con una crescita del 24,8% rispetto l’anno precedente), grazie ai quali il Museo si è classificato al 9° posto in Italia e nei primi 100 del mondo.
Un insieme unico di collezioni
Il Museo Egizio è costituito da un insieme di collezioni che si sono sovrapposte nel tempo, alle quali si devono aggiungere i reperti acquisiti a seguito degli scavi condotti in Egitto dalla Missione Archeologica Italiana tra il 1900 e il 1935. Il criterio dell’epoca prevedeva che gli oggetti rinvenuti durante gli scavi fossero ripartiti fra l’Egitto e le missioni archeologiche. Il criterio oggi in vigore prevede che i reperti archeologici rimangano in Egitto. Nelle sale del Museo delle Antichità Egizie sono oggi esposti circa 6.500 oggetti. Più di 26.000 reperti sono depositati nei magazzini, in alcuni casi per necessità conservative, in altri perché rivestono un interesse unicamente scientifico (vasellame, statue frammentarie, ceste, stele, papiri) e sono oggetto di studi i cui esiti sono regolarmente pubblicati.
Il faraone che vive in un palazzo del ‘600
Sede del Museo Egizio di Torino è sempre stata, ed è tuttora, il Palazzo dell’Accademia delle Scienze: edificio concepito nel 1678 per ospitare un collegio gesuita per i giovani rampolli delle famiglie aristocratiche, da qui l’antico nome di Collegio dei Nobili.
Un cantiere di dimensioni faraoniche
1080 giorni di lavoro, 110 maestranze operanti in cantiere, 6.992 mc di terra rimossa, 2.185 mc di calcestruzzo, 254.027 kg di armature in ferro, 160.000 mt di cavi elettrici, 1820 mq di superfici vetrate, 12.500 mq di pittura muraria.
Museum Plus
Il Museo Egizio di Torino è il primo museo in Italia ad impiegare il sistema MuseumPlus per la digitalizzazione dei propri reperti, sfruttando così il più avanzato e sofisticato software per la gestione di questo tipo di dati, in sintonia con i più importanti musei dell’Europa centrale. Tra le istituzioni che si avvalgono di questo servizio figurano il Museo del Louvre, i Musei statali di Berlino (tra cui il Museo Egizio) e il Deutsches Museum di Monaco, oltre a numerose collezioni di arte antica e moderna, musei di scienza, storia e tecnologia, fondazioni e gallerie private.
Recensione spettacolo della Compagnia Teatrale Esperiente a Varsavia
Dopo quattro anni in cui non ha più presentato spettacoli di largo richiamo con nuove opere in repertorio, finalmente la Compagnia Teatrale Esperiente di Varsavia ha battuto un colpo. E che colpo!
Sabato 7 Marzo, presso la Galeria Freta il gruppo guidato da Alberto Macchi si è esibito in ben 3 pièces, due in lingua italiana ed una in polacco, davanti a circa 150 spettatori suscitando il loro pieno entusiasmo e, ha fatto contemporaneamente scaturire una domanda legittima: Se tale è il successo di pubblico che si riscontra presentando nuove commedie, perché è stato fatto passare tanto tempo?
Dal “Cecè” di Pirandello, rappresentato con successo nel 2011 al Teatro Ochota, la Compagnia ha dato l’impressione di essersi addormentata. Quanto è stato fatto nel frattempo, invece, seppure di minor coinvolgimento esterno, non merita di essere trascurato. Eppure, con la comunità italiana a Varsavia in costante crescita aumenta di pari passo anche l’esigenza di connazionali -ma anche di coloro che parlano italiano, lingua tra le più studiate in Polonia- di poter assistere a spettacoli in lingua italiana, posto che i nuovi arrivati sono per lo più giovani e di un discreto livello culturale. Dunque esiste, o meglio, dovrebbe esistere, un pubblico
Tornando allo spettacolo del 7 Marzo, legato alla festa della donna del giorno successivo, diciamo che in tutte e tre i pezzi rappresentati gli attori hanno convinto e divertito coloro che vi hanno assistito avendo presagito che sarebbe valsa la pena passare un paio d’ore godendo di uno spettacolo dal vivo impostato al brio e alla riproduzione teatrale
Si sono esibiti, oltre ad Adriana Calovini, autentica colonna portante della Compagnia Esperiente dai tempi del “Caravaggio”, che non solo recita nelle commedie ma cura i costumi, i trucchi, le locandine e chissà cos’altro, ed hanno dimostrato il loro talento altri 5 attori esordienti dimostrando un livello di bravura e padronanza della scena inaspettato.
La prima commedia, di Feydeau, scritta dal grande commediografo nel 1883 come “Amour et piano” è stata interpretata da Antonella Chillemi, Saverio
La seconda pièce, in polacco, benché di minore durata -10 minuti in tutto- , ha fatto apprezzare un’ottima recitazione rivelandosi quale azzeccata
La terza commedia è stata scritta a beneficio della Compagnia, appositamente per la serata, da un autore di Varsavia che ha chiesto di rimanere anonimo. Sarà questa una trovata di Alberto Macchi per indurre quella curiosità sempre provocata dall’ alone di mistero? In fondo non importa molto, se è questo il risultato! Essa tratta in chiave umoristica, e in una cornice normale quale la visita a sorpresa della mamma -di qui il titolo “La mamma a Varsavia” – il tema attuale del divenire della nostra, una società multietnica vista da una prospettiva strettamente familiare con le tre scene decisamente godibili in cui si vedono i personaggi interagire tra battute originali e mutevoli atteggiamenti nel gioco delle parti. Gli interpreti sono Adriana Calovini, la madre in visita, Lucia Pascale e Saverio Fabbri (entrambi visti nelle altre piéces della serata)
Bravi tutti e 7 gli attori apparsi sul palco dimostratisi convincenti e sufficientemente disinvolti nei loro
Tra le poche, pochissime, cose che andrebbero, tuttavia, migliorate, c’è anche questo: il ritmo delle battute potrebbe essere più lento, considerando che non tutti gli spettatori possono avere una tale dimestichezza con la lingua italiana o polacca da consentire loro di cogliere immediatamente e in pieno l’aspetto ilare delle battute.
Un lavoro di rifinitura per quanto riguarda i cambi di scena va altresì consigliato, posto che le musiche iniziali e di intermezzo sono durate forse troppo, probabilmente per consentire i cambi i quali, appunto per questo, andrebbero resi più spediti.
Non resta, quindi, che essere solidali col rammarico di coloro che non hanno potuto godere di una serata così divertente e piaciuta così tanto a chi c’era – è stata graditissima la presenza tra gli spettatori dell’Ambasciatore d’Italia e Signora- da chiedere, già subito dopo lo spettacolo, quando vi sarà la prossima replica. Già! quando sarà?
La Compagnia Esperiente rappresenta, infatti, una realtà viva e pulsante della cultura italiana in Polonia a cui non dobbiamo e non vogliamo rinunciare e siamo convinti che spettacoli a cadenza più breve, magari in calendario per tutto l’anno, porterebbero anche a raccogliere intorno alla Compagnia Esperiente quel pubblico
Comprendiamo le grandi difficoltà insite nell’attività di una compagnia amatoriale, ma visto che gli attori -e bravi-ci sono, i testi adatti si trovano -e adesso sappiamo che possono venire scritti ad hoc anche qui-, gli Italiani che amano il teatro sono molti, che cosa manca ancora per non dover aspettare anni per un’altra ghiotta occasione di divertimento come sono le rappresentazioni della “nostra” Compagnia Esperiente?
di Daniele Mosconi
K&L Gates – Italian Business Day
A business mixer and cocktail reception for Italian community in Poland.
The Polish and Italian partners of K&L Gates are pleased to invite you on April 23, 2015 to “ITALIAN BUSINESS DAY”, a business mixer and cocktail reception for the Italian community in Poland.
The cocktail reception will be preceded by a panel discussion on positive experiences leading to the expansion of business but also on pitfalls and surprises that may be encountered by Italians doing business in Poland.
We hope that this meeting will provide a forum for discussing the ongoing situation in Poland as well as related potential challenges and create an ideal platform for networking. We are pleased to announce that the honorary guest will be the Italian Ambassador in Poland, Mr. Alessandro De Pedys.
PROGRAM
Welcome Speech: Maciej Jamka, Administrative Partner of K&L Gates’ Warsaw office and Giampaolo Salsi, Administrative Partner of K&L Gates’ Milan office
Opening Speech: Alessandro De Pedys, Italian Ambassador in Poland
Panel Discussion:
- Alessandro Mazzola, Project Director, Saipem
- Donato Di Gilio, President and CEO, Investments Group (tbc)
- Roberto Privitera, Italian Law School, Warsaw University
- Dariusz Karwowski, Polish Information and Foreign Investment Agency
- Piotr Augustyniak, Partner, Head of the Tax Department, K&L Gates’ Warsaw office
Segafredo coffee and cuisine prepared by Italian Chef will be served at the event.
For car enthusiasts there will be an opportunity to sign up for a drive in a Ferrari at a chosen date.
April 23, 2015
5 p.m.
Venue:
K&L Gates Jamka sp. k.
Pl. Ma?achowskiego 2
00-066 Warsaw
R.S.V.P.
events.warsaw@klgates.com
Colomba di Pasqua “veloce”
Ingredienti:
Lievitino:
30 g di acqua tiepida
3 g di lievito di birra disidratato (o 9 g di quello fresco)
50 g di farina Manitoba
Primo impasto:
200 g farina Manitoba
50 g burro
100 g zucchero semolato
1 uovo medio
la scorza di 1 arancia
la scorza di 1 limone
semi di 1 bacca di vaniglia
55 g di latte tiepido
2 g di sale
Secondo impasto:
75 g di burro
1 uovo medio
50 g di farina Manitoba
40 g scorze d’arancia candite
40 g uvetta
il succo di 1 arancia
12 g di rum
Glassa:
8 g di amido di mais
40 g di mandorle pelate intere
50 g di albume
15 g di farina di mais fine
40 g di nocciole pelate intere
50 g di zucchero di canna
mandorle intere non pelate – zucchero in granella
Procedimento (per una colomba di 750 g):
Preparazione del lievitino: ponete in una ciotola la farina e il lievito disidratato setacciati. Versate l’acqua tiepida e impastate il composto fino ad ottenere un panetto liscio e omogeneo, lavorate l’impasto con le mani, potete fare questa operazione direttamente nella ciotola oppure se siete più pratici direttamente su un piano.
Ricopritelo con pellicola trasparente e lasciatelo lievitare in un ambiente tiepido (come il forno di casa spento con la luce accesa) per circa 1 ora o fino a quando non avrà raddoppiato il volume. Procedete con il primo impasto: nella ciotola di una planetaria munita di foglia, versate la farina setacciata, lo zucchero, la scorza del limone grattugiata e anche quella dell’arancia, l’uovo e il lievitino, il sale e i semi di vaniglia, azionate la macchina per amalgamare gli ingredienti e poi sostituite la foglia con il gancio e incorporate anche il latte tiepido versandolo a filo. Per ultimo unite il burro a pezzetti poco alla volta attendendo che si sia incorporato il precedente prima di aggiungerne un altro pezzo. Continuate ad impastare finché l’impasto non si sarà incordato al gancio, poi trasferitelo in una ciotola, copritelo con pellicola da cucina e lasciatelo lievitare per un’ora e mezza in un luogo tiepido (come il forno spento con la luce accesa). Intanto mettete in ammollo l’uvetta nel succo di arancia e tagliate a cubetti le scorze di arancia candite. Riprendete l’impasto lievitato e ponetelo nella planetaria munita di gancio, aggiungete la farina, l’uovo e il rum. Azionate la macchina per raccogliere gli ingredienti e mentre la macchina impasta incorporate il burro a pezzetti, poco alla volta aspettando che si sia assorbito il precedente prima di aggiungere il successivo. Quando l’impasto si sarà incordato, spegnete la macchina, ora avete due alternative: potete trasferire l’impasto in una ciotola, coprirlo con pellicola e lasciarlo lievitare in frigorifero per 12 ore, e poi tirarlo fuori e riportarlo a temperatura ambiente. Oppure, se non disponete di questo tempo potete proseguire la preparazione aggiungendo subito i canditi e l’uvetta scolata e mescolare con il gancio per distribuirli nell’impasto. Quindi togliete l’impasto dalla planetaria, dividetelo in due parti: una da 250 g e uno da 470 g, prendete quest’ultimo, stendetelo in un rettangolo e arrotolatelo iniziando da una delle estremità più corte. Ponete il filoncino nella parte più larga di uno stampo da colomba da 750 g. Il restante impasto dovrà pesare circa 250 g, dividetelo in due parti uguali, ponetele nelle due parti laterali che sono rimaste vuote. Preparate la glassa per guarnire tritando nel mixer le nocciole e le mandorle insieme allo zucchero di canna. Trasferite il trito nella planetaria con la frusta e aggiungete l’amido di mais, la farina di mais fioretto e l’albume, azionate la frusta per amalgamare gli ingredienti, la glassa dovrà risultare cremosa non liquida. Guarnite la superficie della colomba con la glassa aiutandovi con un cucchiaio, lasciate lievitare per 1 ora e 30 minuti in forno spento con luce accesa, fino a quando l’impasto non avrà raggiunto il bordo dello stampo. Prima di infornare, decorate con la granella di zucchero, le mandorle a filetti e le mandorle intere. Cuocete la colomba in forno statico preriscaldato a 160° per 50 minuti (o in forno ventilato a 140° per 40 minuti), poi coprite con un foglio di alluminio e cuocete ancora per altri 10 minuti. Sfornate la vostra “colomba veloce” e capovolgetela mantenendola sospesa con dei sostegni (potrete utilizzare ad esempio due ferri da maglia lunghi, due pentole o due rotoli di carta da cucina): questo sistema farà si che non collassi al centro.
Perugia, cultura, tradizioni e centro dei media accademici
Con l’attuale direttore della radio studentesca Radio Sygna?y (Opole), Mateusz Herba, prendiamo il volo da Wroclaw, per arrivare in un’ora a Monaco di Baviera. Sul posto, grazie all’ottima qualità delle linee Lufthansa prendiamo un caffè, e dopo aver letto l’edizione giornaliera di The Times, conosciamo i nostri colleghi di Radio LUZ (Wroclaw).
Nell’aereo diretto a Roma sono seduta al fianco di una coppia italo-messicana, lei mi chiede se sono diretta a Roma, rispondo spiegando che la meta finale è Perugia, città ben conosciuta da questa signora che me ne parla in toni entusiastici, e si rivelerà che aveva ragione! Bellissimi paesaggi, stradine strette, atmosfera fantastica e … scale! Molte scale, che abbiamo dovuto affrontare dopo un ottimo pranzo.
Perugia non è una città tipicamente turistica, ma è un luogo ricco di cultura e tradizioni. Le mura ricordano ancora i tempi etruschi e in ogni angolo della città troviamo bar che servono squisiti caffè. Il Palazzo dei Priori, la Cattedrale e la Fontana Maggiore, situate nel cuore della città rendono la città ancora più speciale.
Il capoluogo dell’Umbria è pieno di studenti. Qui si trova la seconda, dopo Siena, Università per Stranieri, e a Perugia ce ne sono molti di provenienza polacca. I giovani qui possono approfittare delle delizie al cioccolato, come i famosi “Baci”, durante la festa Eurochocolate o ascoltare buona musica durante l’Umbria Jazz Festival. Nel 2014 Perugia ha anche organizzato il primo Festival dei Media Studenteschi, con il patronato di Radiophonica.com. Nella prima edizione sono state presenti radio da: Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Svezia, Gran Bretagna e Polonia. L’evento aveva come scopo la creazione di una rete internazionale di radio studentesche.
Questa e altre iniziative culturali hanno spinto Perugia a candidarsi quale Capitale Europea della Cultura, ma a vincere è stata Matera che nel 2019 sarà Capitale della Cultura Europea.
Aldo Manuzio, il padre del libro moderno
Provate a collegare immediatamente alla parola “libro” un’immagine, un formato, un carattere e una punteggiatura. Fatto? Bene, sono certo che quasi tutti voi avrete immaginato un volume a stampa, tascabile, con il punto come chiusura di periodo, con le virgole, gli apostrofi, gli accenti ed ovviamente anche con abbondanti punti e virgola. Ma tutto questo, prima che Aldo Manuzio non avesse fondato la sua tipografia a Venezia, semplicemente non esisteva. Quest’anno ricorrono i 500 anni dalla morte del padre del libro moderno, quell’Aldo Manuzio, nato in un piccolo borgo della campagna laziale, che ebbe l’intuizione di dedicarsi alla nuova arte della stampa, trasferendosi a Venezia, dove nel 1494 aprì una tipografia nella contrada di Sant’Agostin, all’insegna del motto: “festina lente”, ovvero “affrettati con calma”, che apparve per la prima volta nel 1498 nella dedica delle opere di Poliziano. Con la pubblicazione delle Terze rime di Dante nel 1502, comparve anche l’oggi mitico simbolo raffigurante un’ancora con un delfino, immagine che Manuzio aveva ricavato da un’antica moneta romana donatagli da Pietro Bembo: l’ancora stava infatti a indicare la solidità, mentre il delfino la velocità. E con la velocità d’un delfino, rapidamente, in tutt’Europa, i suoi volumi, quelli che oggi chiamiamo “edizioni Aldine”, divennero celebri. Nel 1500 dette l’avvio a una collana di libri di dimensioni e di prezzo ridotti, in cui per la prima volta venne utilizzato il carattere corsivo greco, che assomigliava alle lettere dei manoscritti greci da cui i libri a stampa erano copiati; e sarà da quei “caratteri aldini” che trarrà il nome l’Accademia Aldina, che Manuzio fondò per accogliere i numerosi artisti e studiosi che erano fuggiti da Bisanzio per rifugiarsi a Venezia. Nel 1501 comparve poi la sua edizione di Virgilio in quel carattere corsivo che aveva fatto incidere dal bolognese Francesco Griffo, che diventò tanto celebre da essere d’allora in poi imitato da tutti. Non solo: il volume era anche “in ottavo”, e quindi in un formato molto ridotto rispetto ai grandi e maestosi volumi “in folio” (cioè un foglio piegato in due, ossia quattro pagine) o a quelli “in quarto” (cioè di otto pagine). La “enchiridion forma” rese così il libro, per la prima volta, letteralmente maneggevole, leggero e quindi facilmente trasportabile, cambiando radicalmente le occasioni e le abitudini di lettura. Le opere stampate da Aldo Manuzio ancora oggi, a più di cinque secoli di distanza, suscitano interesse e meraviglia: le circa 130 edizioni in greco, latino e volgare da lui pubblicate in 20 anni di attività sono infatti tuttora studiate in tutto il mondo, e si può ben dire che il suo catalogo costituì una specie di enciclopedia del sapere umanistico.
Pokazy Nowego Kina Włoskiego w kinie Muranów Cinema Italia Oggi | 26 – 30 marca
Włoski Instytut Kultury w Warszawie z udziałem Cinecitta Luce oraz we współpracy z Kinem Muranów już po raz czwarty zaprasza na przegląd najnowszych filmów z Półwyspu Apenińskiego: Cinema Italia Oggi.
W programie przeglądu znalazło się 9 filmów, uznanych na europejskich i światowych festiwalach filmowych, z których 8 to najnowsze włoskie produkcje zrealizowane w 2014 roku. Uwadze widzów polecamy przede wszystkim cztery tytuły, bardzo dobrze przyjęte zarówno przez krytykę, jak i włoską publiczność. „Jestem z Neapolu” („Song ‚e Napule”) braci Manetti jest próbą walki
z obrazem zdemoralizowanego Neapolu, który stara odkupić swoją krwawą historię przy pomocy… piosenek. Film „Bogacz, biedak i kamerdyner” („Il ricco, il povero e il maggiordomo”) przybliży polskiej publiczności legendarne we Włoszech komediowe trio „Aldo, Giovanni & Giacomo”, które film napisało, wyreżyserowało oraz… w nim zagrało. „Rzucę kiedy zechcę” („Smetto quando voglio”) to odkrycie włoskie minionego roku, opowiadające o nietypowym sposobie wyjścia z opresji i bezrobocia w epoce kryzysu. Ostatnim proponowanym tytułem są „Cuda” („Le meraviglie”), zwycięzca Grand Prix MFF w Cannes, prawdziwa historia dorastania w ekscentrycznej rodzinie, mieszkającej w wielkim, starym domu w Toskanii.
Z repertuaru klasycznego zaprezentowana zostanie odrestaurowana kopia filmu „Szczególny dzień” („Una giornata particolare”) z 1977 roku, w reżyserii Ettore Scoli, laureata Złotego Globu oraz Nagrody Cezara, w obu przypadkach dla Najlepszego Filmu Zagranicznego. W jednej z głównych ról niezapomniana Sophia Loren.
Bilety na przegląd Nowego Kina Włoskiego w cenie 16 zł.
PROGRAM:
26 marca / czwartek
20.00 Jestem z Neapolu (Song’e Napule), reż. Marco Manetti, Antonio Manetti | 114′, 2014
27 marca / piątek
18.00 Cuda (Le meraviglie), reż. Alice Rohrwacher | 111′, 2014
20.30 Cudowny młodzieniec (Il giovane favoloso), reż. Mario Martone | 137′, 2014
28 marca / sobota
18.00 Przestanę kiedy zechcę (Smetto quando voglio), reż. Sydney Sibilia | 100′, 2014
20.30 Jak na razie, wszystko dobrze (Fino a qui tutto bene), reż. Roan Johnson | 80′, 2014
29 marca / niedziela
- 18.00 Znów zazielenią łąki (Torneranno i prati), reż. Ermanno Olmi | 80′, 2014
20.30 Bogacz, biedak i kamerdyner (Il ricco, il povero, il maggiordomo), reż. Aldo Giovanni
e Giacomo, Morgan Bertacca | 102′, 2014
30 marca / poniedziałek
18.00 Szczególny dzień (Una giornata particolare), reż. Ettore Scola, 102′, 1977
20.30 Jak u Pana Boga za piecem (In grazia di Dio) reż. Edoardo Winspeare, 130′, 2014
Tomasz Orłowski nuovo Ambasciatore della Repubblica di Polonia in Italia
Il 18 marzo il Ministro degli Affari Esteri Grzegorz Schetyna ha consegnato a Tomasz Or?owski la nomina a Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario presso la Repubblica Italiana. Congratulandosi per l’assegnazione della nuova missione il capo della diplomazia polacca ha sottolineato, che l’Italia rimane uno dei partner cruciali della Polonia nell’Unione Europea e sull’arena internazionale. Sono convinto che il Signor Ambasciatore, che ha già avuto l’esperienza di lavorare presso l’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma, compirà ogni sforzo per intensificare ulteriormente il dialogo politico e per incrementare lo scambio commerciale – ha detto il ministro. Ricevendo la nomina Tomasz Or?owski ha rassicurato che la sua missione in Italia „si concentrerà sull’utilizzo delle opportunità di collaborazione, risultanti dalla comunanza dei nostri interessi, nonché sul superamento delle divergenze che possono a volte comparire nelle relazioni reciproche”.
Da settembre a novembre 2014 ha ricoperto l’incarico di sottosegretario di stato al Ministero degli Affari Esteri, responsabile per la cooperazione allo sviluppo, la diaspora polacca e la politica orientale e asiatica. Negli anni 2007-14 è stato Ambasciatore della Repubblica di Polonia in Francia e nel Principato di Monaco. Dapprima – dal 2005 al 2007 – ha svolto l’incarico di vicecapo, e successivamente di Capo del Cerimoniale della Repubblica. Tomasz Or?owski è Ambasciatore titolare dal 2005.
Dal 2004 al 2005 è stato il vicedirettore del Dipartimento del Sistema delle Nazioni Unite e dei Problemi Globali. Negli anni 2001-2004 ha ricoperto l’incarico di segretario generale del Comitato Polacco per l’UNESCO. A partire dal 1996 per 5 anni è stato il ministro plenipotenziario presso l’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma, e ancor prima per 3 anni il vicedirettore del Dipartimento Europa I, di seguito Dipartimento dell’Europa Occidentale. Negli anni 1990-96 ha lavorato come Consigliere presso l’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Parigi. Prima di iniziare a lavorare al Ministero degli Affari Esteri ha svolto la funzione di assistente senior all’Università di Breslavia (1983-88), e ancora prima di docente al Museo di Storia della Città di ?ód? (1979-83).
Laureato in archeologia all’Università di ?ód?, ha conseguito il dottorato di ricerca DEA nell’ambito della civiltà medievale all’Università di Poitiers. Parla fluentemente inglese, francese, italiano, ma anche russo, spagnolo e tedesco. Tomasz Or?owski per i suoi meriti è stato insignito con le seguenti onorificenze: Commendatore della Legion d’Onore, Commendatore con Stella dell’Ordine Nazionale al Merito (Francia) e Commendatore dell’Ordine di San Carlo (Monaco), Commendatore con Stella dell’Ordine al Merito (Portogallo), Commendatore con Stella del Grande Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania, Commendatore con Stella dell’Ordine “Pro Merito Melitensi” (Sovrano Militare Ordine di Malta), Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Italia), Commendatore dell’Ordine delle Tre Stelle (Lettonia), Ufficiale dell’Ordine Nazionale al Merito (Francia), Medaglia di Bronzo „Gloria Artis” (Polonia).