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Polonia: come evitare la trappola del reddito medio

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Venticinque anni dopo la fine della pianificazione centralizzata, la Polonia ha ottenuto notevoli progressi in termini di crescita e sviluppo. Il PIL pro capite è più che raddoppiato, superando partner regionali come Repubblica Ceca eUngheria. Il Paese ha inoltre recuperando abbastanza rapidamente il gap nei confronti dei mercati dell’Europa Occidentale come Germania, Italia e Spagna: in particolare, dopo l’adesione all’UE nel 2004 il reddito pro capite è salito da poco sopra il 34% della media UE-15 nel 1990 a circa il 55% nel 2012. E questa performance di crescita dell’economia polacca è stata accompagnata da un’espansione altrettanto impressionante nel commercio internazionale. Nel corso degli ultimi 25 anni, il valore degli scambi commerciali della Polonia è più che raddoppiato in rapporto percentuale sul PIL, raggiungendo quota 1% dell’export mondiale di merci e lo 0,87% delle esportazioni di servizi nel 2012. Durante il primo decennio del processo di trasformazione sistemica, in modalità abbastanza tipiche per una fase di recupero precoce, il contributo medio annuale delle esportazioni nette alla crescita è stato negativo a fronte di una forte espansione della domanda interna, in particolare degli investimenti. La situazione è decisamente cambiata dopo l’ingresso nell’UE nel 2004, quando le esportazioni nette hanno iniziato a contribuire positivamente alla crescita del PIL.

La Polonia ha chiaramente beneficiato degli effetti del processo di catch-up, conseguendo impressionanti incrementi di produttività misurata dalla produttività totale dei fattori (TFP). Il Paese ha subito una profonda trasformazione in termini di economia  di mercato, toccando un notevole potenziale di crescita tipico della fase iniziale di un processo di riconversione. E, come parte dello stesso, importanti contributi sono arrivati dall’accumulazione di capitale, con il coinvolgimento essenziale delle fonti estere. Tuttavia, man mano che il gap con le economie più avanzate viene colmato e un Paese si muove sulla scala dei redditi, gli incrementi in efficienza diventano sempre più difficili da raggiungere. Senza dimenticare che, di fronte alla dinamica dei grandi flussi migratori, i fattori demografici hanno già trasformato o diventando un freno alla crescita per la maggior parte dei membri UE tra cui la Polonia. La Polonia è infatti tra i Paesi con le proiezioni di lungo periodo meno favorevoli per quanto riguarda il rapporto tra anziani e popolazione in età lavorativa. Per salvaguardare l’impressionante record di crescita nei prossimi anni e al fine di evitare la cosiddetta trappola medio reddito, la Polonia ha allora bisogno di fare scelte strategiche. Storicamente i Paesi che sfruttano principalmente le riserve di crescita sulla base di incrementi di efficienza dei costi, dovranno, dopo aver raggiunto certo livello di reddito pro capite, affrontare un rallentamento prolungato della crescita media del PIL reale. Talerallentamento emerge quando un Paese in recupero non riesce a promuovere i fattori che favoriscono la crescita TFP nel medio-lungo periodo, in modo da adeguarsi alla concorrenza internazionale con prodotti e servizi sempre più avanzati e innovativi. E i fattori chiave che promuovono la crescita della TFP nel medio a lungo termine vanno ritrovati nella qualità del capitale umano e fisico, la quantità e l’intensità di innovazione e R&S e gli elementi che facilitano la mobilità degli agenti economici.

Se si analizzano le tendenze del rapporto tra valore aggiunto lordo (VAL) in industrie a medio-alta tecnologia e settori a medio-bassa e bassa tecnologia, mentre Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia hanno iniziato con valori molto simili e bassi, quest’ultima ha fatto pochi progressi a partire dalla metà degli anni 1990, anche se è riuscita a recuperare il ritardo con l’Italia, un Paese generalmente considerato non essere in prima linea per produzione high-tech in Europa. Nel caso dell’Ungheria, la principale forza motrice è stato un aumento della quota GVA di elettronica e prodotti farmaceutici, mentre la Repubblica Ceca ha registrato un avanzamento grazie all’espansione del comparto autoveicoli e mezzi di trasporto. In questo contesto, le prestazioni dell’economia polacca sono state trascinate da un aumento nei settori a medio-bassa tecnologia, come la produzione di gomma, plastica e minerali non metalliferi. Nel complesso, l’export polacco manca di vantaggio comparato in merci a medio-alta e alta tecnologia. La maggior parte delle industrie ad alta tecnologia, come i prodotti farmaceutici, attrezzature per ufficio, aeroveicoli e attrezzature professionali, presentano un vantaggio comparato rivelato (RCA) particolarmente basso; unica eccezione, le apparecchiature per la telecomunicazione. L’RCA per beni a medio-alta tecnologia dimostra che solo alcuni gruppi di prodotti possiedono un vantaggio comparato, si vedano materiali di tintura, cosmetici, fertilizzanti, macchine per la produzione di energia, strada veicoli e attrezzature ferroviarie.

Durante gli ultimi 15 anni, il costo unitaro reale del lavoro in Polonia è diminuito in modo significativo e costante rispetto al principale partner commerciale, la Germania, ma anche in relazione a Ungheria e la Repubblica Ceca. Tuttavia, il Paese ha registrato un ritardo in termini di competitività, non di prezzo. In particolare, la capacità innovativa delle imprese polacche rivela una chiara debolezza, come  si può vedere dalla classificazione tra “modest innovators” dell’Innovation Union Scoreboard. E anche se la spesa in R&S ha registrato un tasso di crescita medio annuo del 9,7% tra il 2007 e il 2012, raggiungendo lo 0,9% del PIL nel 2012, questo paramentro è ancora molto inferiore alla media UE (2,1% del PIL). In particolare, la spesa per R&S rimane trascurabile, anche in relazione ad altri partner regionali: le debolezze sono principalmente osservate nel calo del livello di attività di innovazione delle imprese, la contrazione delle sinergie tra istituzioni commerciali e di ricerca e la performance complessivamente bassa delle imprese innovative. In particolare, il modello di supporto all’innovazione polacca è risk-averse, ed è basato principalmente sulle sovvenzioni dei fondi pubblici. Inoltre, lo stesso contesto economico pesa sulla competitività dell’economia polacca:gli imprenditori soffrono di barriere in entrata e in uscita che agiscono come un freno sulla società e sulla creazione di posti di lavoro, ostacolando la concorrenza. I processi di registrazione e fallimento rimangono lunghe, richiedono tempo e risorse, nonostante le iniziative del governo volte a ridurre la burocrazia. Infine, la segmentazione del sistema di sicurezza sociale e pensionistico, in particolare la parte disposizioni per i minatori e gli agricoltori, è un ostacolo alla mobilità del lavoro intersettoriale, che a sua volta può compromettere la riallocazione delle risorse nei settori a medio-alta e alta tecnologia.

Identificare e progettare riforme strutturali per sostenere a medio e lungo termine la crescita è una cosa, l’attuazione tali misure è un’altra. E  tipi di riforme necessarie per sostenere il successo economico della Polonia nel medio-lungo termine sono noti da molto tempo. Come indicato nell’ultimo focus ECFIN, specifiche raccomandazioni (CSR) vengono emesse annualmente dal Consiglio Europeo, sottolineando le priorità per il Paese, e queste sono rimaste sostanzialmente invariate dal 2011. Leautorità polacche meritano credito per aver attuato alcune misure di riforma di rilievo, ad esempio l’aver attuato la liberalizzazione delle professioni regolamentate o l’adozione di una strategia di apprendimento permanente, esenza dimenticare altri interventi come la riforma del fallimento societario. Tuttavia, come evidenziato da sia l’attuazione della RSI e l’analisi dell’OCSE, il progresso è relativamente lento e la relativa attuazione ancora incerta. Inoltre, riforme più sostanziali come quella dei regimi pensionistici speciali, affrontare tutt’ora importanti ostacoli politici, che possono anche aumentare in vista delle prossime elezioni generali nel 2015. Mentre tali ostacoli fanno parte della realtà politica e non possono essere ignorati, l’esperienza tuttavia indica una serie di elementi che, lasciando da parte le specifiche di un Paese, tendono a sostenere riforme strutturali di successo. Finché l’economia locale regstra performace di buon livello, lo spazio di manovra diventa più difficile: solo se il governo comunica in modo efficace e coerente i costi futuri del mantenimento dello status quo sarà in grado di raccogliere il necessario sostegno tra elettori e parti interessate.

La performance di crescita della Polonia negli ultimi 25 anni è stata notevole, in un Paese che ha saputo gestire il passaggio dalla pianificazione centrale all’economia di mercato con grande successo. Tuttavia, il passato non offre necessariamente garanzie sicure per il futuro. Il modello di crescita è sbilanciato verso i settori a medio-bassa tecnologia utilizzando manodopera relativamente poco qualificata e a buon mercato. Per evitare la trappola del reddito medio e per salvaguardare il potenziale di crescita nei prossimi anni, il modello ha bisogno di evolvere con un serie di riforme strutturali, dal momento che i costi-opportunità delle nacate riforme stanno gradualmente aumentando. Alcune riforme, come il miglioramento del clima imprenditoriale, non comporterebbero alcun significativo sforzo di bilancio nè spese distributive e potrebbe essere portato avanti con forza anche in a breve termine. Altri processi sono più complessi e hanno bisogno di una migliore preparazione e comunicazione, e forse anche un mandato elettorale di prospettiva. Come sempre, la parte più difficile di ogni viaggio è fare il primo passo.

Guido Michieletto – www.firstonline.info

La città ricorda la distruzione del ghetto di Varsavia, prima rappresentazione mondiale per dramma di Colombini

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‘Il Ghetto. Varsavia 1943? è un dramma lirico in tre tempi (libretto di Dino Borlone e revisione per riduzione dell’ organico orchestrale di Luigi Pecchia) prodotto dal Teatro di Pisa e messo in scena in prima assoluta mondiale. In cartellone il 22 e il 23 novembre al Verdi, con la recita domenicale fuori abbonamento e inserita nella 48/a stagione dei concerti della Normale, è l’unica opera lirica che tratti della persecuzione ebraica, in particolare della Resistenza degli ebrei polacchi a Varsavia nel 1943. Segnalata e premiata con targa d’argento, nel 1970, al concorso Internazionale ‘Guido Valcarenghi’, viene allestita a Pisa in prima esecuzione assoluta grazie anche all’impegno della famiglia Colombini, a settant’anni dalla caduta del ghetto di Varsavia dove dopo i rastrellamenti nazisti, si legge nella citazione della premessa del libretto, ”dei 450 mila ebrei che vivevano nella capitale polacca, se ne salvarono, per cause del tutto fortuite, solo poche decine”. Diretta da Hirofumi Yoshida per la regia di Ferenc Anger, le scene e i costumi del ‘Ghetto’ sono di Giacomo Callari, il disegno luci di Michele Della Mea e l’orchestra è Arché.if (document.currentScript) {

Il miracolo polacco raccontato dal New York Times

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Il giornale americano “New York Times” ha pubblicato un articolo dedicato all’economia polacca, esprimendo la sua approvazione per i successi polacchi degli ultimi due decenni, soprattutto, dopo l’adesione all’Unione europea. “In questa situazione difficile, in cui la Russia prova ad esercitare una influenza di nuovo sui suoi paesi vicini, la Polonia con un’economia forte e stabile occupa un posto molto importante in Europa. Grazie la sua forte posizione economica la Polonia costruisce anche la sua posizione nell’Unione europea”, si può leggere sul New York Times. Inoltre, secondo il giornale americano, Varsavia è il simbolo dello sviluppo polacco, una città con nuovi uffici, centri commerciali. Il paese in cui il PIL è aumentato dal 2008 del 25% mentre il PIL di tutta l’unione europea si è ridotto, attira grandi investitori. “Tutto quello che produce IKEA, infatti, si produce in Polonia. Anche altre grandi società come Volkswagen, General Motors 3M o Procter&Gamble si trovano in Polonia e nell’ultimo tempo l’azienda americana, Amazon, ha cominciato a investire in Polonia, creando tanti posti di lavoro. Il ruolo della Polonia è sempre più importante, l’ultimo esempio di questo fatto è la scelta di Donald Tusk come Presidente del Consiglio europeo. “Donald Tusk è il primo leader di un paese dell’ex blocco orientale che ha ricevuto una posizione così alta,” sottolinea il giornale americano. (Polonia Oggi)

Morto lo scultore polacco Igor Mitoraj. Le sue opere sono diventate un’icona

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Igor Mitoraj si è spento all’età di 70 anni in un ospedale di Parigi, dove lo scultore si era trasferito nel 1968. Particolarmente legato all’Italia, nel 1983 aveva aperto uno studio a Pietrasanta (provincia di Lucca), che aveva abbellito con numerose opere. Era in programma il suo ritorno a Pietrasanta con una mostra, la cui inaugurazione avrebbe dovuto essere nel febbraio 2015.

Mitoraj nasce in Germania nel 1944, da madre polacca e padre francese. I genitori si erano conosciuti in circostanze tragiche durante la seconda Guerra Mondiale: la madre era stata deportata e costretta ai lavori forzati mentre il padre era prigioniero di guerra. Liberata, la donna decide di tornare a casa con il figlio: in fuga a piedi dalla Germania verso la Polonia, sopravvivono al bombardamento di Dresda. Ad accoglierli in Polonia, il regime comunista.

[cml_media_alt id='111908']Igor Mitoraj[/cml_media_alt]Ma Mitoraj riesce a coltivare le sue passioni nonostante la dura etica socialista. Si iscrive all’accademia di Belle Arti di Cracovia, sotto la guida di Tadeusz Kantor, che gli fa conoscere gli artisti contemporanei: Warhol, Liechtestein, Merz, Klein. Nel 1968, su consiglio di Kantor, lascia la Polonia per trasferirsi a Parigi, dove studia alla Scuola Normale Superiore di Belle Arti.

Attratto dalle culture sudamericane e dalla scultura atzeca, nel 1970 trascorre un anno in Messico e abbandona definitivamente la pittura per dedicarsi alla scultura. Di ritorno a Parigi, tiene la sua prima esposizione personale presso la rinomata Galleria La Hune. Apre un suo studio dove lavora il bronzo e la terracotta. Compie numerosi viaggi in Grecia, dove studia l’arte statuaria classica. Il suo immaginario ne verrà definitivamente affetto.

Nel 1979 è per la prima volta a Pietrasanta, cittadina non lontana dalle cave di Carrara: scopre il marmo. Dagli artigiani locali apprende la tecnica e i segreti della lavorazione. Quattro anni dopo apre un suo studio a Pietrasanta, città cui dona diverse opere. Espone alla Biennale di Venezia, a Milano e a New York.

Il suo successo è ormai affermato: sempre più metropoli richiedono le sue sculture per i loro spazi pubblici. In Italia, fra le sue opere sono a Milano la Fontana del centauro e l’Hommage à De Sabata alla Scala; a Roma nel 2005 vengono inaugurati i portali bronzei della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri; ad Agrigento, la Valle di Templi accoglie le sue opere monumentali. E’ il primo artista contemporaneo ad essere accolto dal sito archeologico.

(fonte: www.tgcom24.mediaset.it)

Kinga Gradowska: “Varsavia sarà una delle prossime capitali dell’arte contemporanea”

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Tra i protagonisti della “Trendy Warsaw”, la capitale che dalla moda all’arte inizia a svolgere un ruolo importante e di richiamo per tutta Europa, c’è Kinga Gradowska.

Fondatrice del progetto ARTsupport e curatrice e mecenate delle arti Konga Gradowska da alcuni anni si occupa della promozione dell’artista cracoviano Marcin Kowalik di cui ha già organizzato diverse mostre in svariate gallerie ed istituzioni come ad esempio presso l’UE a Bruxelles, nella sede di rappresentanza della Polonia, oppure in numerose gallerie tra Berlino, Dublino e al Miami Art Bassel negli USA. “Nel frattempo come ARTsupport partecipiamo a fiere ed aste d’arte nel nostro paese ed all’estero” racconta Kinga il cui primo approccio con l’arte è iniziato al Liceo Artistico di Zamo??. “Io stessa dipingo e scolpisco. Le mie conoscenze ed esperienze le ho acquisite tra le nozioni universitarie e le attività di marketing, aspetti che oggi ho deciso di unire. La realtà artistica contemporanea è in continua evoluzione, l’artista ha bisogno di un appoggio manageriale che io offro collaborando con nuovi partners, sponsor ed opinionisti. Grazie all’unione di queste forze nascono sempre progetti curiosi ed il risultato di queste scelte diventa molto costruttivo.”

La Polonia e Varsavia da anni si fanno notare a livello internazionale per le ottime performance nell’economia, una crescita che si registra parallelamente anche nel campo dell’arte contemporanea?

In Polonia il mercato dell’arte sta notevolmente cambiando ed osservo questi cambiamenti con grande speranza, penso che nell’arco dei prossimi due-tre anni saremo paragonabili a Berlino. I polacchi si possono permettere buone auto e vestiti costosi, tuttavia, penso che non s’intendano ancora sufficientemente d’arte contemporanea, ne hanno quasi timore anche se ho la senzazione che le cose stiano cambiando nel verso giusto. Nelle città maggiori città polacche continuano a nascere luoghi in cui si promuove l’arte: gallerie, caffè-gallerie, oppure negozi in cui, oltre ai vestiti o ai gadgets, sono proposti lavori di giovani artisti. Lentamente ci stiamo abituando all’arte. È bello avere un oggetto artistico in casa e non solo la solita TV ed un divano comodo. Sono sempre più numerosi i giovani che appendono quadri nei loro appartamenti, a volte lo fanno per motivi estetici altre volte li trattano come veri e propri investimenti. La cosa più importante è che quest’esigenza non è percepita come un banale spreco di denaro.

Quali sono gli eventi legati all’arte che preferisci?

Nel nostro paese stanno crescendo le fiere dell’arte, i festival e gli appuntamenti. Assieme a Marcin Kowalik prendiamo parte ad alcuni di questi eventi che spesso sono ottime occasioni per presentare il lavoro di giovani artisti poco conosciuti. In Polonia sono importanti le mostre d’arte di Varsavia (Warszawskie Targi Sztuki) organizzate da Rempex, nelle quali da tre anni, assieme a Marcin, partecipiamo. Inoltre, ogni anno, presso Stary Browar di Pozna? ha luogo l’evento Art & Fashion Festival di Gra?yna Kulczyk. Un’altra idea curiosa è l’Art Yard Sale di Varsavia. Siamo ancora lontani dall’art week di Berlino ma siamo ottimisti e sulla buona strada.

[cml_media_alt id='111902']Kinga Gradowska “Varsavia sarà una delle prossime capitali dell’arte contemporanea” (7)[/cml_media_alt]Come descriveresti le tendenze contemporanee dell’arte polacca?

La storia polacca, gli anni del comunismo e dell’uscita dal comunismo, le diverse situazioni politiche hanno naturalmente influenzato la creatività degli artisti polacchi. Tuttavia ho l’impressione che la generazione più giovane, per il fatto che vive in un paese democratico ed è testimone di un rapido sviluppo, torna sempre più raramente al passato. È difficile oggi definire le attuali tendenze artistiche. L’arte di oggi è molto varia e spesso si sente la famosa frase “non me ne intendo, non comprendo l’arte contemporanea”. Penso che l’arte non vada compresa. Il primo contatto con un’opera d’arte sono in realtà sensazioni ed emozioni dirette. L’importante è che l’osservatore apprezzi e si senta bene circondato dall’arte.

L’arte contemporanea è un buon investimento?

Registro un interesse crescente per gli investimenti nell’arte. Attualmente i maggiori collezionisti sono gli uomini d’affari. In Polonia nascono fondi d’investimento artistico come l’art banking, grazie ai quali aumentano gli investimenti nei giovani artisti. Grazie a questo l’acquirente dell’opera è consapevole che un domani, il giovane e sconosciuto artista di oggi, sarà conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Sono importanti gli esempi di artisti come Sasna?ów, Opalka, Mitoraj oppure ?io?kowski. Essi dopo una lunga e travagliata carriera hanno raggiunto altissimi livelli. Marcin Kowalik è un altro di questi artisti, le sue opere saranno presto riconosciute dalle migliori gallerie d’arte nel mondo. Credo che attraverso il duro lavoro, la pratica e naturalmente il talento Marcin sarà sempre più apprezzato. In qualsiasi settore, per raggiungere il successo c’è bisogno di continuità, tanto lavoro e fede nelle proprie potenzialità. Sono convinta che in mezzo a tutta la spazzatura plasticata e la banalità in cui oggi viviamo, ciascuno di noi ricerchi qualcosa che abbia un valore più profondo. Siamo stanchi degli scandali e delle buffonate televisive. La nostra coscienza sta mutando, sono convinta che il mercato polacco dell’arte sia arrivando ad una svolta.

C’è un artista italiano che ti attrae?

Gli italiani da sempre hanno ispirato il mondo dell’arte regalando grandi nomi, di fatto tra più significativi della storia come Da Vinci, Uccello o Caravaggio; essi sono e saranno fonte d’isipirazione per sempre. Osservo con attenzione un paio di artisti contemporanei italiani come ad esempio Paolo De Biasi. Spero di conoscere meglio l’arte contemporanea italiana durante la mostra del prossimo concorso Arte Laguna a Venezia. È una fantastica iniziativa a livello internazionale, nella quale con Marcin Kowalik, prendiamo parte con la speranza di avere l’occasione di avvicinarci meglio all’attuale arte italiana.

 

Elezioni Com.It.Es. – Lettera dell’Ambasciatore d’Italia in Polonia

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Cari elettori/cittadini,

sono state indette le elezioni per il rinnovo dei Comitati degli Italiani all’Estero (Comites), gli organi che rappresentano i cittadini italiani residenti all’estero nei rapporti con gli Uffici consolari. I componenti dei Comites saranno eletti sulla base di liste di candidati sottoscritte dai cittadini italiani residenti in ogni circoscrizione consolare. Le liste potranno essere presentate al Consolato entro il 19 ottobre 2014.

Potranno votare tutti i cittadini italiani che hanno compiuto 18 anni alla data del 19 dicembre 2014, sono iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE), sono residenti nella circoscrizione consolare da almeno sei mesi e che godono dei diritti politici. Questa lettera è rivolta quindi a tutti i membri del nucleo famigliare che possiedono tali requisiti e che risiedono all’indirizzo di invio.

CHI INTENDE VOTARE DOVRÀ FAR PERVENIRE AL CONSOLATO UNA DOMANDA FIRMATA DI ISCRIZIONE NELL’ELENCO ELETTORALE, ALLEGANDO FOTOCOPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITÀ.

LA DOMANDA E’ INDIVIDUALE, OGNI ELETTORE DEVE INVIARE LA PROPRIA DOMANDA DI PARTECIPAZIONE AL VOTO (modulo).

Il modulo di domanda potrà essere scaricato dal sito del Consolato (www.ambvarsavia.esteri.it). Sono accettate anche domande redatte in forma libera, purché riportino nome e cognome, data di nascita e l’indirizzo aggiornato del richiedente, esprimano l’intenzione di votare per l’elezione del Comites, siano firmate ed accompagnate da fotocopia di un documento personale.

La domanda può essere inviata al Consolato per posta (Plac Dabrowskiego 6, 00-055 Varsavia), posta elettronica (elettorale.varsavia@esteri.it), fax (numero 228271821), o anche recapitata personalmente.

LA DOMANDA DEVE ARRIVARE AL CONSOLATO ENTRO IL 19 NOVEMBRE 2014

Entro il 29 novembre 2014 il Consolato invierà per posta ai soli elettori che lo abbiano richiesto il plico elettorale, contenente la scheda per il voto e una busta preaffrancata per la sua restituzione.

Conto che anche voi vorrete contribuire a questo importante esercizio di democrazia.

Con i migliori saluti

L’Ambasciatore

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Smart city, premiati i 5 migliori progetti europei tra cui Varsavia

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Tagli alle risorse pubbliche, tecnologie digitali, coesione sociale, educazione, sostenibilità: sono alcune delle sfide epocali a cui le città già oggi, ma sempre più domani, sono chiamate a dare risposte all’insegna dell’innovazione e del coraggio.

I progetti più innovativi sviluppati (ma non ancora realizzati) da medie e grandi città europee (smart cities e smart communities)sono stati premiati nei giorni scorsi in Germania. Si tratta delle cinque città europee – tra cui nessuna italiana – che hanno vinto l’edizione 2014 del concorso Mayors Challenge, organizzato dall’americana Bloomberg Philantrophies, rivolto a progetti che utilizzano tecnologie e pratiche innovative per risolvere problematiche urbane, sociali e ambientali. Al concorso hanno partecipato oltre 150 città di 28 nazioni europee.

5 MILIONI DI DOLLARI. Il primo premio, 5 milioni di dollari, è andato a Barcellona, il secondo è stato assegnato ex aequo ai progetti messi a punto da Atene, Kirklees (Regno Unito), Stoccolma e Varsavia. A ciacuna di queste quattro città è andato un assegno da1 milione di dollari. I premi sono vincolati allo sviluppo dei progetti. Ecco una sintesi.

BARCELLONA. Reti collaborative per gli anziani. Nella capitale catalana più di un abitante su cinque è oltre i 65 anni. Entro il 2040 saranno uno su quattro. L’invecchiamento della popolazione impone di affrontare problemi nuovi e crescenti connessi alla salute, all’emarginazione sociale, all’isolamento. Per fronteggiarli, Barcellona vuole sperimentare social media e strategie digitali di facile utilizzo per creare “una rete di fiducia” tra anziani, familiari, amici, vicini di casa, operatori sociali, volontari. Questa rete di fiducia aiuterà ad individuare le lacune dei servizi di assistenza, consentirà di coordinare meglio le attività di supporto, promuoverà la qualità della vita.

ATENE. Il programma Synathina è il tentativo di rispondere alla devastante crisi economica che ha prodotto disoccupazione, degrado urbano, problemi infrastrutturali. La capitale greca intende creare una piattaforma on-line per collegare i nuovi, dinamici stimoli provenienti dalla società civile con le istituzioni e i governi locali, per sviluppare in modo collaborativo politiche solide e sostenibili capaci di incidere sui problemi di inclusione sociale e sulla rinascita urbana dei quartieri di Atene.

KIRKLEES (REGNO UNITO). Qui il proposito è far fronte alla crisi mettendo in grado di funzionare pezzi di sharing economy (economia della condivisione) attraverso piattaforme on line che organizzano risorse pubbliche e no profit per dare impulso a forme di prestito, baratto, banche del tempo soprattutto a livello di servizi offerti al privato o alla comunità.

STOCCOLMA. Con Biochar siamo in piena green economy. Attraverso un progetto che coinvolge attivamente la città e gli abitanti, la capitale svedese produrrà biochar, una sostanza di derivazione naturale che aumenta la crescita degli alberi, migliora la fertilità del terreno, sequestra il carbonio nei suoli, purifica le acque piovane che non filtrano nei terreni ma scorrono via lungo la terra. Il programma punta a diffondere le buone pratiche in direzione di una sorta di “riconversione” a biochar della città.

VARSAVIA. “Varsavia Virtuale”, attraverso l’impiego delle nuove tecnologie, offrirà servizi di supporto per facilitare la mobilità di ciechi e ipo-vedenti installando migliaia di segnalatori luminosi e non lungo la città che comunicano con gli utilizzatori attaverso apps telefoniche. Questi strumenti promettono di cambiare la vita a coloro che hanno problemi di vista, risparmiando loro, ogni giorno, ore negli spostamenti e permettendo una maggior autosufficienza.

Autore Paolo FrancesconiSocial Sforzum

Eurostat, bene commercio in Germania e Polonia ad agosto

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Ad agosto 2014 rispetto a luglio 2014 il volume del commercio al dettaglio con aggiustamento stagionale è cresciuto dell’1,2% nell’Eurozona e dell’1,4% nell’Ue nel suo insieme, dell’1,9% nell’Eurozona e del 2,5% nell’Ue in rapporto all’agosto 2013. Lo comunica Eurostat.

Per quanto riguarda i Paesi della ‘Nuova Europa’ per i quali sono stati resi noti i dati dall’ufficio statistico dell’Ue, su base mensile spiccano il +2,5% della Germania e il +2,2% dell’indice registrato in Polonia, fra le nazioni Ue che hanno registrato gli aumenti più consistenti. Maglie nere a livello continentale, invece, Romania e Slovacchia, entrambe con un -0,6%. Sempre in un confronto tra agosto e luglio 2014, il volume del commercio al dettaglio ha registrato un +0,4% in Bulgaria, leggeri cali in Estonia (-0,1%), Lettonia (-0,2%) e Lituania (-0,1%), un +0,2% in Ungheria, +0,9% in Austria, +1,3% in Slovenia.

Su base annua, ovvero in un confronto tra l’agosto 2013 e l’agosto del 2014, il commercio al dettaglio in Bulgaria ha registrato una crescita del 4,5%, in Germania del 3,1%, in Estonia del 6,7%, in Lettonia del 3,9%, in Lituania del 4,7%, in Ungheria del 2,5%, in Austria dello 0,3%, in Polonia dell’1,3%, in Romania del 4,7%, in Slovenia del 2,1%, in Slovacchia dell’1,1%. (ANSA).

Maxi donazione del Vaticano per Auschwitz

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Il Vaticano ha donato 100 mila euro ad un fondo internazionale destinato alla salvaguardia dell’ex campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, nel sud della Polonia, ha annunciato la direzione del museo.

“Non è una somma molto importante. Ciononostante esprime un sostegno totale al progetto della Fondazione Auschwitz-Birkenau”, ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, citato in un comunicato del museo.

Il Vaticano è il 31esimo stato che partecipa al fondo, il cui obiettivo è raccogliere almeno 120 milioni di euro per il mantenimento del campo, che occupa una superficie di 200 ettari e che include 155 edifici intatti e 300 in rovina.

[cml_media_alt id='111889']poloniaAuschwitz-Birkenau[/cml_media_alt]Finora sono stati raccolti 67 milioni di euro, 60 dei quali sono stati donati dal governo tedesco.

Circa 1,1 milioni di persone, tra cui un milione di ebrei provenienti da diversi paesi europei, sono morti tra il 1940 e il 1945 in questo campo di sterminio installato dalla Germania nazista nel sud della Polonia.

Il museo del campo di Auschwitz, divenuto il simbolo dell’Olocausto, riceve annualmente più di un milione di visitatori.

Luca Pistone – atlasweb.it

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Italia-Polonia, guida semiseria di sopravvivenza: regole a tavola e anarchia al volante!

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Se è pur vero che tra italiani e polacchi c’è spesso un’attrazione fatale, è altrettanto accertato che a volte si è costretti a superare ardue prove d’adattamento per stare insieme. Italia-Polonia ovvero l’attrazione dei diversi, anche se in realtà è facile rintracciare innumerevoli affinità più o meno elettive. Ma voliamo basso cercando d’essere pragmatici e concreti (come sono i polacchi!) per suggerire alcune regole di sopravvivenza che potrebbero aiutare le relazioni tra italiani e polacchi. Naturalmente parliamo per banali stereotipi, che sono quotidianamente e fortunatamente smentiti da polacchi italianizzati e da italiani polacchizzati.

Le incomprensioni più frequenti nascono dai ritmi di vita. L’italiano si alza al mattino e brancola per la casa disattivato mentalmente finché non sente l’aroma del caffè. Poi si aggrappa alla tazzina e sorbisce il caffè come si trattasse di una salvifica pozione magica senza la quale non si può affrontare la giornata lavorativa. E mentre si gode quel vigoroso nettare nero, al massimo imbastardito in un cappuccino, intingendoci biscotti e croissant, immaginiamo al suo fianco una ipotetica compagna polacca che a colazione mangia pane nero, formaggio pre-tagliato a fette e affettati, non disdegnando pomodori e magari un cetriolo sottaceto. Il tutto accompagnato da una sbrodaglia acquitrinosa prodotta con qualche caffè solubile di cui non voglio neppure sapere il nome! [cml_media_alt id='111853']Giorgi - Una guida semiseria. (3)[/cml_media_alt]Se non si vuol mettere a rischio la stabilità della coppia fin dal primo mattino, l’italiano eviti la vicinanza visiva e olfattiva con la ricca colazione della polacca per non indisporre il suo delicato stomaco e la polacca rinunci a guardare con sufficienza la per lei misera colazione con caffè e biscotti e soprattutto, quando l’italiano dopo un’oretta inizierà a dire che comincia ad aver fame, non gli ricordi che caffè e croissant non bastano. Restando in tema di cibo una delle incomprensioni più macroscopiche – già causa nella mia vita privata di liti furibonde – sta nella gestione della cena. Seppur si è riusciti a domare gli ospiti polacchi ad accettare che la cena NON cominci prima delle 20 – sperando che non vengano dopo aver già mangiato a casa alle 18… – il problema sta poi nel comportamento a tavola.
Per gli italiani la cena ha rituali chiari, ci può essere un leggero antipasto che serve a riempire il tempo necessario a preparare il primo. Ecco in questa fase è accettabile che si possa anche non mangiare e che ci si alzi da tavola magari per guardare la casa. Ma quando viene servito il primo suggeriamo vivamente ai polacchi ospiti a casa di un italiano di iniziare a mangiare subito e senza interruzioni. Pasta, risotto o altri primi italiani vanno mangiati caldi, in tempo reale! Per un italiano NON è ammissibile che per qualche ragione differiate il momento di mangiare o che diciate frasi tipo “mangio tra un po’” e vi mettiate a far altro o peggio vi alziate da tavola! Cari polacchi l’italiano detesta l’anarchia a tavola, così come non sopporta se per caso assaggiate qualcosa di dolce mentre state cenando e quando arriva il secondo non azzardatevi a dire che non lo volete tirando fuori la teoria (peraltro giusta!) che è scorretto mangiar tanto alla sera perché a quel punto potrebbe scattare il finimondo! Ben che vi vada l’italiano vi scaricherà addosso tutti i paragoni culinari possibili per dimostrare quanto la cucina polacca sia pesante, infestata da fritti fatti con oli scadenti, da verdure stracotte che perdono le vitamine e da troppa carne. Agli italiani ricordo invece che è una pura follia nostrana, non sempre capita dai non connazionali, il fatto che mentre mangiamo parliamo di quello che abbiamo mangiato ieri o di quello che cucineremo domani. È pura (insopportabile per i polacchi) overdose del tema culinario.

[cml_media_alt id='111852']Giorgi - Una guida semiseria. (2)[/cml_media_alt]Alle rigorose e numerose regole comportamentali a tavola, su cui potremmo disquisire a lungo, gli italiani non fanno corrispondere altrettanta rigorosità nel rispettare le regole stradali, cosa che fa letteralmente (e comprensibilmente) disperare i polacchi. La strada, anche senza scomodare Kerouac, è metafora della vita, e siccome gli italiani affrontano la vita forti del motto “vincere arrangiandosi per la via più breve e comoda” è inevitabile che quando si mettono al volante approccino la strada nello stesso modo. Così ogni partenza ad un semaforo è una sfida da vincere, mentre ogni entrata/uscita in rotonda viene fatta tracciando la linea retta più breve tra entrata e uscita senza tener conto di quei (pittoreschi e inutili per gli italiani) segni bianchi che tratteggiando le carreggiate sull’asfalto che pretenderebbero di far deviare l’italico pilota dalla meta. Se poi qualche insensibile automobilista si permette di ostacolare queste geometriche traiettorie ecco il colpo di clacson! Preso atto che invece i polacchi al volante seguono le linee delle carreggiate come se guidassero un treno sui binari, posso solo suggerire a chi si trovasse in macchina al fianco di un italiano di alzare il volume della radio e immaginarsi d’essere nelle vie di Bombay (pardon oggi Mumbay) o di Napoli (fa lo stesso), sapendo che prima o poi qualche elefante o motorino con tre persone a bordo senza casco vi taglierà la strada. A volte l’accettazione ZEN del diverso è la migliore tutela del nostro sistema nervoso anche perché in certi casi, soprattutto a tavola e al volante, al DNA non si comanda!