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Taizé, la comunione dei cuori

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Diana Golec

Migliaia di candele che si illuminano con flebili fiammelle accompagnate da un canto soave: questa è la prima immagine che mi viene in mente quando penso alla Comunità di Taizé. L’Incontro Europeo dei Giovani, un evento unico per via della sua eccezionalità, è il momento giusto per unire elementi diversi come, religione, lingue, cultura e personalità. Quest’evento può essere paragonato alla composizione di un puzzle formato da decine di migliaia di tessere, che alla fine crearanno una bella immagine. Tutti i partecipanti vengono affidati a delle parrocchie in modo tale da mettere in ognuna di esse il maggior numero di persone di varie nazionalità. In questo modo i partecipanti sono invogliati ad aprirsi gli uni agli altri, prima per necessità e poi con il cuore, per conoscere e apprezzare la ricchezza interiore del prossimo.

Poco prima del mio primo viaggio per il “pellegrinaggio di fiducia sulla terra” (come di solito lo chiamano i fratelli della comunità di Taizé) sono venuta a sapere che avrei dovuto animare uno dei gruppi parrocchiali e, a dire il vero, ho esitato un po’. Mi chiedevo come me la sarei cavata con la mia scarsa conoscenza linguistica di allora. Un mio amico mi ha dato un buon consiglio dicendomi di comunicare con gli altri usando il linguaggio del cuore. Questa lezione preziosissima mi ha calmato e mi è servita per gestire il gruppo, una vera e propria torre di Babele. Così sono i gruppi piccoli, all’interno dei quali esiste la possibilità di discutere di argomenti molto personali o semplicemente di condividere le proprie idee con gli altri. Nel mio gruppo c’erano quattro italiane, tre croati e tre polacchi. Ho avuto l’occasione di vedere come coloro che avevano più facilità ad aprirsi fossero quelli che incoraggiavano gli altri che, per timidezza o per paura di mostrare una scarsa conoscenza delle lingue straniere, stavano in silenzio. Questi incontri mi portano tanta allegria, dal momento che si possono sentire moltissime domande importanti e altrettante belle risposte. Ho scoperto che i giovani, anche se spesso vogliono apparire originali, in fondo al cuore desiderano ciò che è più semplice, ovvero una famiglia felice e amici fedeli, scoprendo l’importanza delle relazioni nella loro vita.

La cosa che mi piace di più è quando qualcuno racconta del suo modo di vivere la fede. Tra le molte persone con cui ho parlato, in particolare mi ha colpito un ragazzo punk che ha fondato la prima band rock cattolica del suo Paese; questo era il suo modo di diffondere la Buona Novella, di condividere ciò che ha imparato alla scuola di Gesù. La strada, che ha percorso prima di trovare in sé la fede è stata molto lunga e piena di ribellioni, e grazie a questo ha imparato a non scoraggiarsi per le difficoltà che si presentano anche adesso.

L’Incontro Europeo dei Giovani, esattamente come fa la comunità ecumenica della piccola località francese Taizé, associa protestanti, cattolici e ortodossi, ovvero i giovani cristiani che stanno imparando come cercare un punto di incontro per le nostre differenti religioni, tramite la lettura della Parola di Dio e l’adorazione espressa nel canto. Le riflessioni basate sui frammenti della Bibbia condotte in modo impeccabile dal fratello Aloise riguardano le questioni che i giovani vivono abitualmente: grazie a questo lo ascoltano con un’incredibile attenzione!

La loro calma interna dipende in una certa misura dai canti religiosi le cui armoniose melodie e parole semplici leniscono e rapiscono il cuore. Tali canti mi hanno impressionato tantissimo. Quando per la prima volta mi sono trovata nell’aula, dove doveva svolgersi la preghiera, ho visto una marea di gente: c’era chi urlava, chi usava il telefonino o la macchina fotografica, ho pensato che questo sarebbe stato per tutti soltanto una perdita di tempo. Il chiasso era indescrivibile! Quando si sono potute sentire le prime note della musica, è calato il silenzio… Tante persone poi mi hanno detto che quel momento li ha stupiti: devo ammettere di essermi meravigliata pure io. Ho ricordato un frammento del Vangelo in cui Gesù ha calmato la tempesta sul lago; adesso so come dovevano sentirsi gli apostoli.

Molti bellissimi ricordi vengono anche associati ai momenti passati dalle famiglie che ospitano i membri della Taizé. Questi incontri costituiscono un’occasione perfetta per conoscere la cultura e le tradizioni di ogni singolo Paese. Molto spesso al momento dell’addio scopriamo che non siamo più stranieri, ma fratelli e sorelle, il che in qualche modo allevia la tristezza della separazione. È incredibile quanto spontanee e aperte possano essere le persone in quel momento, quanta voglia abbiano di creare una famiglia.

Quest’anno saranno le famiglie italiane ad ospitare nelle loro case i giovani credenti dal momento che, su invito del Papa Benedetto XVI, l’Incontro Europeo dei Giovani si terrà dal 28 dicembre 2012 al 2 gennaio del 2013 a Roma. I partecipanti arriveranno alle tombe degli Apostoli e alle catacombe in pellegrinaggio per pregare nelle grandi basiliche di Roma e per incontrarsi con il Papa. Anche un gruppo di borsisti della Fondazione “Dzie?o Nowego Tysi?clecia” (il monumento vivente a Giovanni Paolo II) partirà  assieme ad altri giovani. Questi sono bravi giovani ma provengono da famiglie poco agiate e hanno quindi bisogno di supporto nella raccolta dei mezzi per partecipare a questo pellegrinaggio. Tutte le persone di buona volontà che desiderano supportare questa iniziativa sono pregate di versare delle offerte sul seguente conto bancario in z?oty 82 1160 2202 0000 0002 1766 6261 Bank Millenium S.A. oppure in euro: 79 1160 2202 0000 0002 2703 6321. Entrambi i conti appartengono alla banca Millenium S.A.; il versamento deve essere fatto con causale “Taize”.

“PIETRO ANGELERIO – PAPA CELESTINO V”

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“PIETRO ANGELERIO – PAPA CELESTINO V”, Atto Unico Teatrale, Roma 2000.

Scena Settima: Anno 1293. Pietro, accompagnato dalla Colomba Bianca dello Spirito Santo, mentre cammina lungo un sentiero sui Monti della Maiella, si imbatte con una giovane donna.  (Parte 2)

PIETRO: (Si fa il segno della croce)

DEMONIO: (Chiude gli occhi)

PIETRO: Non morirò mai io! Io sono un uomo, consapevole delle proprie scelte, della propria missione e del conseguente prezzo da pagare, ma anche, senza inutile modestia, della notorietà che la mia opera cristiana mi ha procurato e mi procura. Diventerò famoso. Quindi, a differenza di te, sarò immortale.

DEMONIO: Vedo che la tua avidità non ti consente già più di discernere alcune verità. La fama, mio caro, non ha nulla a che vedere con l’immortalità! (Pausa) E poi, certo, per te è stato meglio fare l’eremita piuttosto che lavorare come tutti.

PIETRO: Invece io sono semplicemente realista se ti parlo così. La gente s’è accorta della mia buona fede nell’esplicare la mia opera. Io ho costruito Oratori, Cenobi, Chiese, Abbazie. Esiste un Ordine Monastico tutto mio. Tutti hanno capito le mie sante virtù.

DEMONIO: (Interrompe) Il peggio che possa capitare ad un Santo è quello di essere capito. E tu, poi, ami così tanto ascoltarti che …

PIETRO: Non ti seguo. Non ti capisco.

DEMONIO: Lo sapevo che non avresti capito. Non avevo dubbi.

PIETRO: Se volevi dirmi che non sono un Santo, questo lo so già.

DEMONIO: E se ti dico che presto sarai Papa?

PIETRO: Non voglio più starti ad ascoltare. Mi stai come perforando la testa con degli spilli. Meno male che adesso sento d’avere il cervello altrove altrimenti quei maledetti spilli finirebbero col trafiggermelo!

DEMONIO: Eppure capire è talmente semplice! Basterebbe vedere ciò che è palese. Ascoltare senza filtrar le parole.

PIETRO: Non posso più vivere con te che mi tormenti ormai da troppo tempo. E soprattutto non voglio morire con tale tormento. Per cui vattene, vattene via. E stavolta, una buona volta per tutte. Tu, la tua follia, la tua filosofia!

DEMONIO: Io sarei un folle semplicemente perché ho gettato via la mia maschera, in questo vostro mondo di maschere?

PIETRO: Ti ripeto vattene! Voglio star solo. Adesso in particolar modo, dopo questa disgustosa esperienza con te; ho bisogno di riportare ordine nel mio spirito, per fare da adesso in poi un uso ancora più corretto della mia vita.

DEMONIO: Parli di Vita, tu, agonizzante, che convivi già con la Morte. Certo l’esistenza per voi esseri umani è sofferenza, meglio cominciare a familiarizzare con la Morte, quella Morte alfin liberatoria. E il tuo Dio, se mai lo incontrerai, certo, è nell’aldilà. Quindi per ingraziarselo, sarà bene pregarlo. Invece la Morte, lei è qui. Per esorcizzarla, allora dovete imparare ad accettarla. Però non capisco voi preti che vi atteggiate a detentori della Verità Assoluta, se riconoscete che vivere è soffrire, perché andate predicando il matrimonio con la procreazione? Procreare non significa eternare la sofferenza? (Considera) Tutti sforzi inutili, comunque i vostri …, il mondo è in nostro potere.

PIETRO: Vedo che non c’è chiarezza neanche in voi demoni, che vi atteggiate a detentori del Potere Assoluto.

DEMONIO: Bando alle ciance! Adesso vieni con me!

PIETRO: (Risoluto) Adesso, invece, che hai manifestato la tua vulnerabilità, allora ti dico: “Presto sarò io ad assistere al tuo disfacimento”.

DEMONIO: Piano, piano, profeta da strapazzo! Quelli come te, mancano di immaginazione, per cui nel confrontarvi con me siete voi che nella distanza perdete. Non dimenticare che ciò che tu sei ora, io già fui, e quello che io sono, soltanto un giorno lontano tu potresti essere! Per ora non ho più tempo da concederti, ma stai pur certo, ci rivedremo presto! (Ride sguaiato mentre l’immagine del demonio si dissolve lasciando riapparire quella della donna, questa volta con il volto particolarmente dolce e sorridente. Ricompare in cielo anche la Colomba Bianca)

PIETRO: (Sorpreso) Voi?

DONNA: (Mentre si ricompone l’abito coprendo per bene le gambe che aveva pocanzi scoperto) Io volevo soltanto scherzare, Frà Pietro. Si, è il mio temperamento quello di fare scherzi. Tutti mi conoscono giù in paese per le mie burle. In verità ho bisogno di voi, della vostra parola santa. Voi che siete così caritatevole e che guarite il corpo e lo spirito, spero possiate ascoltare le preghiere di una povera donna peccatrice, di origini contadine come voi, che vi supplica. Sono tre giorni che vado vagando per queste aspre montagne nella speranza d’incontrarvi. Sapevo che il solo vedervi sarebbe stata già una Benedizione. Che vi possa parlare adesso mi sembra un miracolo, una Grazia del Cielo. Allora mi scusate per il comportamento irriverente di prima?

PIETRO: Ma certo, figliola! Sono io semmai che sono stato irriverente e cieco. Qualcuno, poco fa, dentro questa  testa, (Si tocca il capo) m’ha appena detto: “Capire è talmente semplice. Basta “vedere” ciò che è palese!” E io, a voi, non v’ho “vista”! Sopraffatto dalla paura, vi ho immaginata …

DONNA: Posso esprimere una mia considerazione?

PIETRO: Ma certo!

DONNA: “Con la paura non si va in Paradiso!”

PIETRO: (Stupefatto, con l’espressione di chi s’è illuminato) I messaggi di Dio, mi sto accorgendo,  possono arrivare perfino attraverso i nostri nemici. E per nemici intendo quelli che noi crediamo di dover combattere e che quindi evitiamo. Per un cristiano il demonio è un nemico da combattere. Per un monaco, una donna è qualcuno da evitare. Sì, il vostro messaggio è stato chiarissimo. Grazie! (La bacia su una guancia) Allora ditemi, che problema vi assilla, figliola?

DONNA: Vi sembrerà paradossale, Padre, ma io sono qui per un problema di gelosia, della mia gelosia nei confronti del mio amante. Sapete lui è un uomo molto più grande di me. E’ stato sposato con una donna pazza, come posseduta dal Demonio, aggressiva, contro tutto e tutti e che non ha voluto più saperne di lui. Ella, ormai da molti anni, è assistita dai benefattori di un’Arciconfraternita. Io tempo fa incontrai questo poveruomo in serie difficoltà; bello come il sole e galante come un nobile. Ebbene, da allora me ne sono innamorata perdutamente. Oggi viviamo insieme e tutti sanno del nostro rapporto. Adesso, a parte gli inconvenienti per la scomunica della Chiesa che giustamente colpisce sia me che lui, il problema per cui sono qui, è la mia gelosia da sempre immotivata, che va a cozzare contro la sua estrema serenità che egli ha di fondo. Però va considerato che lui è un uomo forte, sicuro di se, mentre io sono una povera ragazza che da quest’amore non sa trarre che paure e sofferenza.

PIETRO: L’Amore è il mistero più grande del mondo, più grande ancora del mistero della morte. La si confonde con la pietà, col bisogno della carne, con l’intrigo, con la paura della solitudine, coll’esigenza della maternità, col giuoco della seduzione, con la sopraffazione, col senso di protezione, con il desiderio del possesso. E, a volte, anche con la stima e con l’amicizia.

DONNA: Invece che cos’è?

PIETRO: Vedete figliola, “Amore” innanzitutto è amare noi stessi, che poi altro non è che l’amore per Dio che ci ha creati. È la capacità d’amare il mondo intero. È quello che voi, mia cara, avete dimostrato per me quando, malgrado io vi avessi considerata un demonio, mi avete fatto osservare che “Con la paura non si va in Paradiso”. “Amore” è la fiducia che mi avete accordato quando siete venuta a cercarmi per parlarmi, “Amore” è quello che avete dimostrato d’avere verso Dio quando riconoscete la Sua autorità accettando umilmente la Sua scomunica data l’indissolubilità del matrimonio. “Amore” è stato quel momento in cui avete provato tenerezza nei confronti di quell’uomo che stava soffrendo perché rifiutato dalla sua sposa impazzita. “Amore” è poi questo vostro legittimo desiderio d’amare che ora qui davanti a me state manifestando.

DONNA: E’ vero io amo profondamente quell’uomo. Non lo lascerò mai, per nessuna cosa al mondo!

PIETRO: Mah …

DONNA: E invece cosa “non è” “Amore”?

PIETRO: La scelta d’avere rapporti con quell’uomo, malgrado gli impedimenti della Chiesa e forse anche della sua coscienza. La vostra gelosia. Il vostro accanimento quando dite che non lascerete quell’uomo per nessuna cosa al mondo …. Ma ora dobbiamo lasciarci. Per me s’è fatto tardi. Perdonatemi se vi lascio così!

DONNA: La colomba viene con voi Padre Pietro?

PIETRO: Che Dio vi benedica e vi conservi  sempre così scherzosa, figliola!

DONNA: Ma, un’ultima cosa: Non potreste benedirmi? Non è stata forse una confessione la mia? … Ah, ho capito volete sapere se continuerò con quell’uomo. Se sono pentita. Va bene, rifletterò su quanto m’avete detto e poi farò sapere qualcosa al Padre Eterno. Fa lo stesso per voi?

PIETRO: (Sorridendo) Naturalmente! (Sta per allontanarsi di qualche passo)

DONNA: (Balza davanti a Pietro, lo abbraccia corrisposta e lo bacia sul viso. Poi s’incammina nella direzione opposta a quella di Pietro. Si ferma un attimo ancora, si volta a guardare Pietro che s’allontana)

PIETRO: (Vedendo che da basso sta per sopraggiungere con passo spedito, Angelo, il suo fedele seguace, con l’affanno per la salita, allora s’arresta di colpo) Cosa c’è che vieni così di fretta?

ANGELO: Sono preoccupato, è da tempo che ti sto cercando. E’ arrivato all’Abbazia di  Santo  Spirito, Rinaldo di Gentile. Ed è lì che aspetta; deve consegnare nelle tue mani un messaggio importante. Sembra voglia venire a farti visita il Sovrano in persona, Carlo II. Vieni, scendiamo subito, insieme!

PIETRO: (Non risponde, ma s’incammina verso la valle dov’è la Badia di Santo Spirito)

ANGELO: Anche il Cardinal Latino ha chiesto di te.

PIETRO: Ti ringrazio Angelo. Grazie per essere venuto a cercarmi.

ANGELO: (All’improvviso s’arresta) Mio Dio, prima ti ho visto con quella donna, abbracciato, che ti baciava. Possibile?

PIETRO: Possibile!

ANGELO: (Mentre segue Pietro) Questi pellegrini ti rintracciano dappertutto, perfino quassù. E adesso accogli anche le donne?

PIETRO: (Continuando a camminare avanti ad Angelo) E’ stato un incontro importante. Direi illuminante. Un duplice incontro, a dir il vero. Chissà, forse voluto dal Signore.

ANGELO: (Mentre segue Pietro) Ma la nostra Regola Monastica, da te stesso creata, adesso ci consente d’avere contatti con le donne? Non è stato sempre assolutamente proibito?

PIETRO: (Non risponde)

ANGELO: (Fa qualche passo in silenzio) Tu sei il nostro Maestro e quindi io non dovrei denunciare l’accaduto alla nostra Comunità.

PIETRO: (Non risponde)

ANGELO: (Fa qualche altro passo in silenzio) Così però, non denunciandolo, mi renderei complice d’una trasgressione grave alla Regola. Come potrei vivere poi con questo segreto?

PIETRO: (Non risponde)

ANGELO: Capisci Pietro, tu non puoi chiedermi questo!

PIETRO: Ho incontrato quella donna. Lei era venuta a cercarmi perché aveva un disperato bisogno di conforto. Io sono stato ad ascoltarla e spero d’averla rassicurata almeno un po’. Allora, per ringraziarmi, quella donna m’ha dato un innocente bacio qui sulla gota mentre io la tenevo fra le braccia. E poi l’ho lasciata andare. Ma tu, piuttosto, adesso, perché ancora la tieni? (Fa qualche passo in silenzio) Sappi fratello: “Dio ci ha dotati della ragione per poter discernere” e soprattutto sappi: “Con la paura non si va in Paradiso”!

Przypadek Lidla? Nazwijmy rzeczy po imieniu!

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Czy wiecie, jak czuje się policjant przydzielony do kierowania ruchem? Cóż, tak samo czuję się ja, gdy mam do czynienia z kurzem podniesionym przez niewielką grupę moich rodaków znudzonych pozornym spokojem, w którym żyje się w Polsce, czy też pragnących na siłę mieć swoje pięć minut.

Fakty.

Znana sieć supermarketów Lidl, wierząc w kreatywność swojej agencji reklamowej, umieściła na antenie reklamę, w której promuje tydzień kuchni włoskiej. W spocie dwóch znanych kucharzy z polskiej telewizji, wykorzystując scenę z ,,Ojca chrzestnego”, oczywiście w formie parodii, reklamuje pewien rodzaj makaronu. Ale czy ,,Ojciec chrzestny” to nie przypadkiem amerykańska saga? Na portalach społecznościowych, pewna grupa osób, które można policzyć na palcach ręki, rozpoczęła dyskusję, którą można podsumować w następujący sposób: My, Włosi, jesteśmy oburzeni tym, że kojarzy się nas z okrutnym i cieszącym się zła sławą wizerunkiem mafii! Bla, bla, bla! W gruncie rzeczy, zgadzamy się ze stereotypem pizzy i makaronów (czy ktokolwiek z nas ich nie lubi?), ale nie ze stereotypem mafii! Bo… w ten sposób zniechęca się polskiego turystę do spędzenia wakacji na Sycylii, ponieważ przestraszy się, że będzie mieć bliskie spotkania trzeciego stopnia z postaciami ubranymi na biało z cygarem w jednej ręce i z Luparą w drugiej? Ale czy ci, którzy wymyślają niestworzone historie, byli kiedykolwiek na Sycylii? I wtedy przypomniałem sobie, że nazywam się Buscema i jestem Sycylijczykiem (nie obchodzi mnie, czy piszesz to małą literą), i że każdego roku co najmniej jeden miesiąc spędzam w moim kraju, a w liceum w Katanii chodziłem do klasy razem z wnukami Nitto Santapaola. I wtedy przypomniałem sobie te wszystkie sklepy z pamiątkami w Taorminie i w Katanii, a także w Syrakuzach, gdzie można było kupić koszulki z napisem ,,I love Mafia” i inne tego typu. Wszyscy Polacy, których gościłem na Sycylii, począwszy od mojej partnerki, dosłownie zmuszali mnie, aby udać się z nimi na pielgrzymkę do Corleone, tkwiąc w przekonaniu o fascynującej (oczywiście w ich ocenie) atmosferze mafijnej. Ale pozwólmy im w to wierzyć. Czy w Los Angeles nie płacimy dużo za bilety, aby zwiedzić studia filmowe? A zatem stwórzmy także taki kierunek turystyczny, związany z tą częścią smutnej historii Sycylii i nie tylko. Dajmy zarobić również ludziom, którzy działają w tej turystyce sycylijskiej. Ale czy nie byliśmy narodem także autoironicznym? Przyjmujemy w sposób obiektywny, według tej samej miary, gag Zeliga, który drwi z polskiego kina i rzekomego braku ekspresji Polaków? Uważacie, że polska społeczność z tego powodu zakłóciła spokój Polskiej Ambasadzie w Rzymie? Natomiast mała grupa Włochów zrobiła to, zmuszając naszą ambasadę do udzielenia, z pewnym zażenowaniem, uprzejmej odpowiedzi, którą przedstawiamy poniżej:

,,Dziękujemy bardzo za poinformowanie nas o kampanii Lidla, która używa dyskusyjnych i zbyt często wykorzystywanych stereotypów do celów marketingowych. Powiązywanie naszego kraju, a przynajmniej naszej kuchni, ze zjawiskiem przestepczości mafijnej jest zdecydowanie niewłaściwe i godne ubolewania.

Ambasada Włoch wraz z innymi włoskimi instytucjami obecnymi w Polsce zobowiązuje się stale podważać i zaprzeczać stereotypom i uproszczonym skojarzeniom, które nie odzwierciedlają złożoność historii i rzeczywistości naszego kraju”.

Aby uzyskać pełne informacje, Gazzetta Italia starała się dowiedzieć, poprzez sondaż przeprowadzony na stu osobach, jaka jest naprawdę reakcja obywateli zarówno polskich, jak i włoskich. 75% respondentów uznało, że spot nie przynosi żadnej szkody dla wizerunku Włochów, 20% uznało, że spot jest jednak szkodliwy, a 5% nie miało na ten temat zdania. A zatem, nawiązując do tytułu ,,Nazwijmy rzeczy po imieniu”, to bardziej niż ,,przypadek Lidla” jest to ,,chęć narobienia hałasu, pod pretekstem Lidla”.

Do następnego, jeśli Bóg pozwoli.

Ps: oto link do spotu: http://www.youtube.com/watch?v=e6tgmZFzaic

Falcone, secondo Wojtyla una martire del nostro secolo

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Con questi articolo vogliamo dare risalto ad una nobile iniziativa, partita dal Prof. Losito, di commemorare la morte di Giovanni Falcone, divenuto uomo simbolo nella lotta alla mafia.

Con il patrocinio dell’Ambasciata Italiana a Varsavia (addiritura con un messaggio del Presidente Napolitano) e il supporto dell’Università di Varsavia e di quella dell’Aquila, lo scorso 8 novembre a Varsavia si svolto un interessantissimo convegno sulla lotta alla mafia. Partecipavano, oltre all’Ambasciatore Guariglia, personaggi del calibro di Grasso, Sidoti, il procuratore Prestipino e anche l’avvocato Falcone, sorella dello scomparso Giovanni.

Per me personalmente, in quanto siciliano, è stata una importantissima testimonianza del fatto che quei terribili anni della nostra storia hanno rappresentato una svolta nella lotta alla mafia e alle eventuali presenze della stessa in apparati statali. L’aula dell’Università era gremita di studenti polacchi che, interpellati, sfoderano un italiano molto forbito e corretto.

Il momento a mio avviso più toccante è stato l’intervento del Procuratore antimafia Grasso, il quale, eludendo la retorica, ha illustrato con lucidità e molta empatia i lati anche più umani di un giudice come Falcone, che viveva questo pericoloso mestiere esorcizzandolo a volte con battute infantili atte appunto ad alleggerire la costante minaccia alla quale erano sottoposti magistrati come appunto Falcone e Borsellino e le loro scorte.

Alla fine dell’intervento di Grasso (invito ad ascoltarlo sulla nostra pagina web) è scattato un lungo, commosso e sincero applauso di tutta la sala che si è spontaneamente alzata in piedi (il Rettore ha detto che è stata la prima volta che è accaduto) quasi a volere indicare che anche se molti di loro non erano neanche nati al tempo di quegli orrori ne hanno capito e apprezzato il sacrificio per un futuro migliore.

Gazzetta Italia era presente anche con le proprie telecamere e ha dato un esaustivo resoconto dell’evento anche in diretta sul web. Chi volesse riascoltare per intero l’evento, può farlo tramite il sito www.gazzettaitalia.pl

Ai nostri microfoni, il Professor Losito ha così risposto alla domanda su quale sia la valenza del ricordo di Giovanni Falcone.

“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ci hanno consegnato col loro sacrificio una fiaccola di Libertà la cui fiamma è nostro dovere continuare a tenere accesa ed alimentare. Che è poi quel che fa egregiamente e senza sosta la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone di cui la Prof. Maria Falcone è Presidente.”

Con Giovanni Falcone, come sappiamo, morirono per mano assassina e stragista in circostanze ancora non tutte chiarite (anche sul piano giudiziario: l’inchiesta è stata infatti recentemente riaperta) la moglie Francesca e tre agenti della scorta. Poco dopo, la stessa sorte toccò a Paolo Borsellino. Papa Wojtyla li ha iscritti entrambi nella lista dei Martiri del secolo. È questo un dettaglio importantissimo e non a tutti noto e ce lo ha ricordato a Cracovia proprio S.E. il Cardinale Stanislao Dziwisz, durante un incontro svoltosi il 7 novembre in Arcivescovado con il PNA Pietro Grasso e sua moglie Maria Fedele, reso possibile dal Console Onorario Italiano in Polonia Anna Boczar Trzeciak.

Un altro elemento su cui non ci stancheremo mai di insistere è la dimensione internazionale della lotta contro la criminalità di stampo mafioso, che proprio Falcone concretizzò con gli Stati Uniti d’America, collaborando con l’FBI e con la magistratura americana per l’estradizione in Italia di don Masino, alias Tommaso Buscetta: il primo pentito collaboratore di Giustizia, che poi testimoniò contro Cosa Nostra al maxiprocesso celebrato a Palermo con Pietro Grasso come giudice a latere. A Varsavia questo aspetto di rilevanza ancora insuperata lo ha sottolineato Richard Martin, il pubblico accusatore del celebre caso di traffico internazionale di droga noto come pizza connection: fu lui che con Louis Freeh e Rudolph Giuliani costituì un formidabile team investigativo e giudiziario di storica crucialità. E per concludere con le parole del criminologo Sidoti: “Nell’incontro di Varsavia è stato osservato che ci sono diversi modi di rappresentare l’antimafia. In Italia è molto visibile l’antimafia di Antonio Ingroia, di Marco Travaglio, di Michele Santoro, di Antonio Di Pietro, che conducono da anni un’intensa campagna di indagini, di sensibilizzazione, di denuncia. Ma non sono i soli: in infinite versioni l’antimafia è un patrimonio ideale di tantissimi italiani e italoamericani. L’allineamento nella stessa giornata di Pietro Grasso, di Maria Falcone, di Michele Prestipino, indica che c’è anche questa antimafia, non a caso preceduta da un messaggio augurale del Presidente della Repubblica. L’incontro di Varsavia non è stato l’ennesimo incontro sulla mafia. Ma sulla grandezza internazionale della nostra italianità, spesso misconosciuta o sottovalutata. Dicono che l’Italia è anche il paese della mafia, ma a Varsavia abbiamo visto la più gloriosa Italia dell’Antimafia.”

I nostri complimenti vanno a tutti coloro i quali hanno permesso che questo convegno avvenisse proprio a Varsavia.

 

Nuova sede a Wroc?aw per la Camera di Commercio

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Il 2012 è stato un anno pieno di successi per la Camera di Commercio e dell’Industria Italiana in Polonia. Dopo l’apertura della sede di Cracovia è stata inaugurata, lo scorso 22 novembre, una nuova sede a Wroclaw.

Il Consiglio Direttivo ha affidato al dott. Andrea Bandirali, rappresentante della Italdesk, l’incarico di svolgere la gestione della sede locale a Breslavia, a seguito della deliberazione del Consiglio Amministrativo della Camera del 31 Maggio 2012.

Il dott. Bandirali svolge l’attività per conto della Camera sul territorio dei Voivodati della Bassa Slesia – Dolnoslaskie, Opolskie, Wielkopolska, Lubuskie – già dallo scorso 1 luglio. Per contatti: ul. Piłsudskiego 49/57 50-032 Wrocław, tel. segretaria 0048 506 921 729.

Stagione Teatrale 2012-2013

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STAGIONE TEATRALE 2012-2013

Amici, cari lettori,

anche questa nuova stagione, come nel passato, sarà colma di proposte. Con gli attori della Compagnia teatrale “Esperiente” infatti ho iniziato le prove per nuovi spettacoli di autori diversi, quali Georges Courteline, Georges Feydeau, Achille Campanile.

Riproporrò, in una veste rinnovata, anche la commedia “Cecè” di Luigi Pirandello che tanto successo di pubblico e di stampa ha già riscosso a Varsavia e a Roma.

Presso il Liceum Batorego di Varsavia, inoltre, dove ho in piedi con alcuni studenti un laboratorio teatrale per l’anno accademico 2012-2013, ho in programma d’allestire la versione polacca de “L’Uomo Caravaggio”, spettacolo che ha debuttato a Roma nel 1992 e che ha replicato in Europa, fino a Varsavia lo scorso anno con la Compagnia teatrale “Esperiente”.

Le università e le varie scuole di Varsavia interessate ai nostri spettacoli, in particolar modo quelle che contemplano l’insegnamento della lingua italiana, possono contattare, per informazioni e prenotazioni, il numero telefonico 696896553 oppure scrivere all’indirizzo e-mail: teatro@italianiinpolonia.org.

Invece voi, già nostri affezionati lettori e spettatori, come sempre, accorrete in massa ad assistere a tutte le nostre rappresentazioni. Vi aspettiamo!

Chiunque, poi, volesse partecipare all’attività della nostra Compagnia teatrale o ricevere per posta elettronica, i nostri programmi e aggiornamenti, può scriverci sempre a: teatro@italianiinpolonia.org.

Questa stagione porteremo i nostri spettacoli in spazi diversi della capitale, anche non convenzionali e, se ci esibiremo all’interno d’un ristorante, adotteremo la formula “cena inclusa nel prezzo del biglietto”.

Adriana Calovini e Elena Castaldi durante le prove di “Dolori grossi” di Georges Courteline

Anche la Polonia sceglie EIPASS per diffondere la cultura informatica

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L’accordo di collaborazione sottoscritto tra CERTIPASS e Comunicazione Polska SP. segna una nuova, fondamentale tappa sulla strada che fa di EIPASS un programma di certificazione delle competenze digitali diffuso a livello internazionale.?La Polonia è una terra di grandi potenzialità, sia culturali che economiche; il forte interesse dimostrato per la diffusione della cultura digitale è il segnale più significativo della voglia di emergere che dappertutto si respira in un paese di importanti tradizioni e concrete aspirazioni.

Date queste premesse ed in linea con quanto disposto dall’Agenda Digitale Europea, in Polonia si stanno attivando azioni di diffusione di competenze digitali su grande scala. Per certificarle, i cittadini potranno ora contare su EIPASS, il programma di attestazione più moderno e riconosciuto al mondo.

Tra gli enti più attivi, Comunicazione Polska SP. organizza eventi su tutto il territorio nazionale, con la finalità di coinvolgere i cittadini polacchi, tramite soprattutto l’utilizzo dei nuovi media, e diffondere i principi e le conoscenze condivise in Europa e, quindi, fondamentali per la migliore e più effettiva integrazione nella Comunità. Secondo Annie Pontrandolfo, Responsabile Marketing & Comunicazione CERTIPASS, “i dati del mercato polacco dimostrano una crescente attenzione verso cultura digitale e innovazione. Siamo molto soddisfatti del nuovo accordo e, nel contempo, continuiamo a lavorare quotidianamente per l’aggiornamento dei programmi, implementando nuovi servizi ed opportunità, immediatamente disponibili a tutti gli utenti che accedono alla nostra piattaforma internazionale DIDASKO”.

Salone del Gusto e Terra Madre 2012

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Quest’anno, per la prima volta, Salone del Gusto e Terra Madre sono stati un unico grande evento svoltosi dal 25 al 29 ottobre a Torino (Lingotto Fiere e Oval) con organizzazione curata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, in stretta collaborazione con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Con l’edizione 2012, le due manifestazioni hanno completato un percorso iniziato nel  2004, anno in cui è nata Terra Madre, la rete mondiale tra le comunità del cibo che, insieme, vogliono raccontarci l’incredibile diversità agroalimentare di ogni continente, dando voce a chi realmente ed in prima persona coltiva, alleva e trasforma i suoi prodotti. La  novità di quest’anno è, quindi, che la grande rete delle comunità del cibo di Terra Madre si apre all’incontro con il pubblico arricchendo cosi un evento che diventa davvero unico. Cibi che cambiano il mondo è il tema che ha connotato il Salone del Gusto e Terra Madre 2012. Storie di chef, artigiani e comunità del cibo di 150 Paesi, che testimoniano come si può rivoluzionare il sistema che regola il mondo e la crisi partendo dal cibo, e che dimostrano che possiamo fare qualcosa di buono per la nostra salute, l’ambiente e il sistema produttivo senza rinunciare al piacere del cibo e della convivialità.

Come icona di questa edizione è stato scelto un alimento simbolo del cambiamento: la mela di Newton. Che per noi è anche un invito a usare sempre la testa nelle nostre scelte alimentari.

Sono molte le esperienze che ha proposto il ricchissimo programma del Salone del Gusto e Terra Madre 2012: un grande Mercato che si snoda tra Lingotto Fiere e l’adiacente Oval, creando un unione non solo ideale  tra espositori, presìdi Slow Food e comunità del cibo; Laboratori del Gusto e Incontri con l’Autore per approfondire e degustare in compagnia e sotto la guida esperta di produttori, chef, vigneron, birrai ed esperti. E poi ancora Teatri del Gusto per vedere da vicino le mani dei cuochi all’opera nel creare i loro piatti simbolo, percorsi educativi per bambini e adulti, conferenze per aprire il dibattito su come stili alimentari responsabili possano migliorare la nostra salute e quella del pianeta, un’enoteca che valorizza territori di confine, aree montane e terroir estremi con oltre 1200 etichette  italiane e poi Appuntamenti a Tavola, per fare il giro del mondo restando al Lingotto.

Tutto ciò è stato possibile grazie al supporto di realtà italiane che con la loro partecipazione anno sostenuto l’idea del cibo come motore di cambiamento: Lurisia, pastificio Garofalo, Lavazza, Novamont, Vodafone, Intesa Sanpaolo sono sponsor ufficiali; Compagnia di SanPaolo, Fondazione CRT e Associazione delle Fondazioni delle Casse di Risparmio Piemontesi sostengono Fondazione Terra Madre e Slow Food; con il supporto di FAO e la Cooperazione Italiana allo Sviluppo – Ministero Affari Esteri e il contributo di Coldiretti.

Questa è stata la nona edizione del Salone Internazionale del Gusto, inaugurato nel 1996, e il quinto appuntamento torinese per le comunità del cibo di Terra Madre, il cui primo incontro si è tenuto nel 2004. Ma quest’anno in qualche modo si è potuto  “ricominciare” visto che per la prima volta Salone del Gusto e Terra Madre si sono fusi in un evento unico. Ed ecco qualche numero che aiuta a capire la portata di questa manifestazione unica al modo:

Spazi

Oltre 80.000 mq allestiti

Mercato

Oltre 1000 espositori da 100 Paesi

tra cui

200 Presìdi Slow Food italiani

400 comunità del cibo provenienti da 100 Paesi, tra queste

120 Presìdi Slow Food internazionali provenienti da 50 Paesi

e 5 Mercati della Terra internazionali: Tcherni Vit (Bulgaria), Mumbai (India), Tel Aviv

(Israele), Beirut (Libano) e Foça (Turchia)

Enoteca

Oltre 1200 etichette

Appuntamenti su prenotazione

128 Laboratori del Gusto

16 Teatri del Gusto

23 Appuntamenti a Tavola

11 Incontri con l’Autore

23 degustazioni guidate nella Piazza della pizza

Oltre 50 chef presenti tra Appuntamenti a Tavola e Teatri del Gusto

Conferenze e attività didattiche

57 Conferenze

19 incontri nella Casa della Biodiversità

oltre 20 appuntamenti nel Caffè letterario e musicale

19 corsi Master of Food

65 appuntamenti con il Personal Shopper

20 attività educative e oltre 100 ore di giochi ed esperienze ludiche per famiglie e ragazzi

60 percorsi di educazione per le scuole.

 

Need for tips

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Platforma internetowa, która pomaga w planowaniu podróży poprzez gromadzenie, w sposób bezpośredni, porad mieszkańców miejsca wybranego na cel podróży!

Podczas, jak zwykle słodkiego, zatonięcia w morzu internetu natknęliśmy się na bardzo interesującą i atrakcyjną platformę.

Strona nazywa się www.needfortips.com i umożliwia bezpośrednią komunikację między turystami i mieszkańcami odwiedzanego miejsca, dając im możliwość wymiany informacji i porad, które mogą być przydatne do lepszego zaplanowania podróży. Wyobraźcie sobie na przykład, że znajdujecie się w Paryżu i macie możliwość zapytać mieszkańca tego miasta o najlepsze miejsce, w którym można zjeść typową francuską kolację, nie korzystając przy tym z porad oficjalnych, ale nie zawsze przecież bezinteresownych, przewodników. Wyobraźcie sobie także, że jesteście w Londynie i szukacie informacji, jak kupić bilety do teatru lub na koncert. Prośby o pomoc skierowane do mieszkańców danego miasta mogą dotyczyć wielu różnych zagadnień, jak np. miejsc wartych odwiedzenia, centrów rozrywki, restauracji, pubów, sklepów, imprez, centrów sportowych, dyskotek, opinii na temat hoteli, środków transportu publicznego, godzin otwarcia sklepów, różnego rodzaju aktywności i zabaw dla dzieci, nocnych godzin otwarcia rożnych miejsc usługowych, służb ratunkowych, szpitali, przydatnych numerów telefonów, opieki nad domowymi zwierzętami, transportu czy też po prostu wszelkich ciekawostek. Jest to, krótko mówiąc, sieć doradców na wyciągnięcie ręki, dostępna w każdej chwili.

A kto lepiej niż sami mieszkańcy mógłby dostarczyć szczegółowych, aktualnych i trafnych wskazówek?!

Pomysł jest oparty na projektach najbardziej znanych portali społecznościowych, jednak znacznie się różni od nich, ponieważ w ,,Need For Tips” nie istnieje wymóg posiadania listy ,,przyjaciół” rozsianych po całym świecie, aby bezpośrednio uczestniczyć w życiu platformy.

Jak to działa?

Po zakończeniu rejestracji i uzupełnieniu własnego profilu (procedura jest bardzo szybka i prosta, zajmuje około dwóch minut), każdy użytkownik może rozpocząć planowanie własnych podróży, określając miejsce, długość pobytu i wysyłając prośbę o porady (to znaczy ,,need for tips”).

Takie prośby są widoczne wyłącznie na wirtualnej tablicy tego miejsca, które zostało wybrane jako cel podróży i tylko jego mieszkańcy mają możliwość odpowiedzenia na zadane pytania. Wszystkie wirtualne rozmowy (czat) pomiędzy turystami a mieszkańcami odbywają się prywatnie, a więc nie są widoczne dla innych użytkowników.

Uważamy, że funkcjonowanie serwisu i korzystanie z niego jest bardzo proste i szybkie. Serwis posiada ponadto bogatą grafikę i jest przyjazny dla użytkownika.

Pomysł jest bardzo oryginalny i z pewnością korzystanie z serwisu będzie się rozwijać w szybkim tempie wraz ze wzrostem liczby rejestrujących się użytkowników.

Oprócz głównej funkcji platformy, która działa jako wirtualna tablica wymiany porad w bezpośredni sposób, ,,Need for Tips” to również świetne narzędzie do poznawania nowych ludzi z całego świata. I nie tylko. Nic nie stoi bowiem na przeszkodzie, aby poprosić o poradę także w miejscu, w którym mieszka się na stałe.

Ponadto w niedługim czasie pojawi się także wydanie aplikacji na iPhone’a, aby wymiana informacji między turystami a mieszkańcami była jeszcze szybsza.

Aby uzyskać więcej informacji wejdź na www.needfortips.com.

Il fascino del quartiere Praga

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Ilona Rupiewicz

A scrivere questo testo mi ha stimolato il mio recente viaggio sull’autobus numero 509 che attraversa la strada Targowa. Mi è tornata in mente una discussione tra due professori che ho sentito all’Università di Varsavia che alla fine concludevano che non è possibile non riconoscere una persona che abita nel quartiere Praga, soprattutto vicino alla stazione Wie?ska e in via Stalowa. Un tema che mi interessa, perché ho vissuto fin dalla nascita sulla riva destra della Vistola, anche se sono cresciuta in quella Praga Sud che la gente di via Brzeska considera come Varsavia. Ma voglio esaltare l’interessante Praga Vecchia e i suoi dintorni. Praga oggi, dopo essere stata a lungo dimenticata e trascurata dalle autorità della capitale, si rianima e diventa un luogo sempre più attraente, non solo per gli investitori (ci sono prezzi inferiori a quelli del lato sinistro della Vistola), ma anche per i turisti stranieri e gli abitanti di Varsavia. Penso che non ci sia bisogno di dilungarsi sui benefici che ha portato Euro 2012 al quartiere Praga. Chi visita questa parte del capitale dopo i Campionati Europei di calcio, sicuramente rimane sorpreso dal ritmo del cambiamento. La necessità di edificazione dello Stadio Nazionale ha costretto la città a grandi cambiamenti e ad una trasformazione delle infrastrutture. Altri investimenti, come ad esempio la costruzione della seconda linea metropolitana o la rivitalizzazione di vecchi edifici, sono una opportunità unica di trasformare completamente quello che era un quartiere trascurato,  povero e pericoloso. Un’immagine negativa che ha la sua causa specifica. In passato Praga non faceva parte di Varsavia. Nei secoli Praga ha subito gli inevitabili danni del tempo e delle guerre ma, molti edifici antichi sono sopravvissuti alla seconda guerra mondiale. Un lunga e non sempre serena storia ha lasciato nell’aspetto e nel carattere del quartiere tracce specifiche, e anche nella mentalità della gente. Il fatto è che Praga è stata, e in parte lo è tuttora, una zona in cui vive molta gente povera, a volte scarsamente istruita o con problemi con la legge. Tra di loro si forma come un patto d’onore che gli abitanti di quartieri come Ursynów o ?oliborz probabilmente non potrebbero capire. Gli studiosi addirittura discutono di una sorta di caratteristico folclore e dialetto di Praga. Quando ci si perde nei vicoli e nelle vecchie strade, si può avere l’impressione di trovarsi davvero in un altra Varsavia. Un’atmosfera speciale creata da cappelle nei cortili di vecchi caseggiati appartenenti alla stessa famiglia da generazioni, o dal bazar di Ró?ycki, dove a quanto pare è possibile acquistare illegalmente animali esotici. Precedentemente, in viale Zieleniecka, esisteva anche un enorme bazar allo Stadio del Decennio, un fenomeno particolare e argomento per un’altra storia. Ma Praga ha anche un volto culturale e di intrattenimento. Ci sono il Cinema Praha, numerosi teatri come ad esempio, Powszechny, Praga o Baj. Alcuni caffè carini e i pub che non sono già identificati come “praskie mordownie” (vuol dire i pub pericolosi e sospetti). Per esempio, il club Pary? Pó?nocy (vuol dire Parigi del Nord) in via In?ynierska può sorprendere per il suo clima piacevole. Inoltre, non si può dimenticare monumenti come la Basilica in via Kaw?czy?ska, la Cattedrale in via Floria?ska e anche la Cattedrale Ortodossa in viale Solidarno?ci.

Oggi sono ripassata lungo via Targowa e di nuovo e mi chiedo se la Vecchia Praga riuscirà a rimanere così affascinante e in un certo senso incomprensibile, nonostante i cambiamenti estetici, il gran numero di investimenti e l’afflusso di nuovi residenti …