ADRIANA SOARES: “La donna va rispettata ed amata, punto! Creiamo cose meravigliose e sicuramente rendiamo il mondo più bello. La nostra luce è palpabile, cerchiamo di non farla mai spegnere!”

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Donna affascinante e spontanea con un passato da modella, oggi una bravissima fotografa. Nasce a Rio de Janeiro, professionista nel campo della moda da 15 anni, dopo anni di osservazione ed elaborazione dell’arte di grandi Couturier come Gianfranco Ferrè, Krizia, Alviero Martini, Raffaella Curiel, testimonial per Tombolini e per Modena Gioielli, nasce da parte sua il desiderio di creare uno stile unico e personale. Studia la tecnica di ripresa fotografica all’Istituto Superiore di Fotografia di Roma diventando una delle fotografe più ricercate della capitale. Adriana, in occasione dell’ 8 marzo, parla della sua vita, del passato (F come Fashion) e del presente (F come Famiglia)  e della vita di tutte noi: donne.

Adriana, come ti autodefiniresti?

“Che domandone, nel senso che essendo una persona molto insicura, trovare una autodefinizione non è semplice. Sono concreta, passionale e tutto ciò che faccio è dettato da slanci spontanei, quasi istintivi”.

Sei nata a Rio de Janeiro, ora sei una delle più brave fotografe di Roma. Ci racconti la tua storia?

“Ti ringrazio per il complimento. Le mie origini sono radicate in me e in tutto ciò che faccio e che sono, ho una profonda sensibilità che a volte è anche un po’ fastidiosa, come se fosse una seconda testa a decidere per me. Il mio lavoro non è altro che un giusto connubio tra ciò che è e ciò che vorrei che fosse, studio i miei soggetti da fotografare prima degli scatti e durante, cercando di catturare ciò che sono realmente, è un’operazione bellissima! Si parla di tutto e si finisce sempre sul personale, non so come, ma un po’ tutti si lasciano andare ed è meraviglioso, tanto che finisco per infatuarmi di tutte le creature che ritraggo: sono anime, energia in attesa di liberarsi. Detto questo, sono nata in un paese stupendo con tanto calore umano, molto simile all’Italia per certi versi ed è per questo che mi trovo bene qui, anche se sono arrivata a 13 anni. Ho studiato e sono cresciuta qua, ho lavorato come modella fino alla soglia dei 30 anni, ho girato il mondo, ho sfilato per geni come Gianfranco Ferrè e Krizia e ho partecipato più volte a Donna Sotto le Stelle, credo tutti conoscano questa manifestazione che si teneva a luglio, alla chiusura della settimana della moda a Roma, e che purtroppo si è conclusa nel 2003. Ricordo ancora l’energia fantastica che emanava tutta la manifestazione, tutte le tv del mondo si riunivano lì e facevano a gara per intervistarci e riprenderci anche durante le semplici prove sulla scalinata, sotto il sole di luglio. A volte chiudo gli occhi e mi ritrovo in viaggio, dalla Cina, all’India, a New York, alla Tunisia, all’Egitto. Mamma mia, queste cose mi mancano, quanto ho imparato viaggiando! Ho visto un pezzo di tessuto prender vita nelle mani di Gianfranco Ferrè, potevo quasi sentire il suo respiro una volta che prendeva corpo e forma. Credo che la passione che ho provato per i miei lavori sia quasi fisica, non potevo immaginare la mia vita diversa e lontana dalla moda, prima come modella e poi ora come fotografa. Un’evoluzione intima documenta il passaggio da modella a fotografa: prima ero io la bella da fotografare ed ora sono io che rendo belli coloro che ritraggo, prima ero Apparire ed ora sono Essere ed è una cosa incredibile! Cerco di donare immortalità all’attimo che catturo!”.

Quanto è durata la tua esperienza di modella? Cosa ti ha insegnato? Quali lati negativi ha questo mestiere per una ragazza giovane?

“Ho fatto la modella per 15 anni e devo dire che mi ha dato tanto: tutto ciò che faccio oggi è grazie a quanto ho appreso da modella. Sono un’osservatrice e quando lavoravo o mentre indossavo, osservavo e sentivo; ogni capo indossato mi procurava emozioni, era come se un pezzo di anima prendesse possesso o semplicemente andava ad arricchirmi, come se aggiungesse un mattoncino in me e alla fine ho costruito qualcosa di unico e personale. Mi chiedi dei lati negativi, come in tutti i lavori, dove girano soldini e fama e dove l’apparenza è sovrana, potrebbe essere semplice perdersi in questo labirinto, però ora come ora non è più così, le modelle sono senza personalità, simili le une alle altre; ho visto alcune delle ultime sfilate e sono rimasta così male, le modelle anche se bellissime non emanavano alcuna energia. È tutto cambiato, non so se è un bene che sia così ora, sembrano dei robot. Gli stilisti si lamentano con me, ma di chi è la colpa? Del sistema? Una ragazza giovane, perché solo da giovane si può fare questo lavoro, deve essere guidata, seguita e incoraggiata. Non è semplice, perché c’è una concorrenza incredibile di nuovi volti che arrivano ogni giorno e quindi non bisogna abbattersi, bisogna considerarlo un gioco, un hobby passeggero. L’era delle top è finita, quindi si gioca in modo spensierato e con responsabilità. Poi cosa indispensabile, fare la modella è dura, bisogna essere costanti, modeste, disponibili, disciplinate, educate, gentili, determinate, tenaci, ma soprattutto seguire regole, regole  e regole, come andare a letto presto, mangiare sano… magari non fumare, non bere. Intorno a questo lavoro ruotano una serie di miti e pregiudizi, per la maggior parte da sfatare in modo assoluto.  Non capita mai che tutto vada liscio, la gavetta la fanno tutti, devi prima di tutto trovare un’agenzia seria che ti segua e ti rappresenti e poi farti conosce facendo tutti i casting ai quali ti mandano (provini) ed alla fine della giornata non è detto che porti a casa una conferma di lavoro. Ciononostante, non ti devi avvilire perché se hai delle qualità e se hai le caratteristiche fisiche e caratteriali, alla fine raccoglierai i frutti del tuo lavoro, ma ci vuole tanta pazienza. È per questo che molte ragazzine si scoraggiano e sbagliano nel credere che l’unica risposta e motivo perché non lavorano abbastanza, stia nel fatto che non sono abbastanza magre e finiscono come degli uccellini che depauperano la loro bellezza affamandosi. Bisogna stare molto attente, la forza caratteriale è la prima cosa e bisogna avere le spalle larghe in grado di accettare i rifiuti o le critiche”.

Sei una fotografa bravissima, spesso impegnata nel sociale, nelle tematiche che, appunto, riguardano le donne. Mi ricordo la mostra ‘Sguardi, Sorrisi, Volti… Donne’ del 2010, una tua idea o qualcuno ti ha suggerito l’argomento?

“Sono stata contattata dal Comune di Roma, per far parte di un evento per il giorno delle donne. E così mi è venuto in mente ciò che sono, una donna, una mamma, una donna che lavora e produce qualcosa. Noi donne partoriamo ogni volta che creiamo, può essere anche una semplice insalata. Il nostro lavoro non sarà mai soltanto un lavoro, sarà sempre un pezzo di noi che viene plasmato e poi con la nostra energia gli daremo vita. Se uno non è così distratto se ne accorgerà, lo sentirà. La donna è la creatura più bella e perfetta che Dio abbia potuto creare. L’amore che esiste nel creato può essere solo fatto da una femmina”.

I tuoi prossimi progetti fashion e non solo?

“Ho tanti progetti, uno in modo particolare a cui tengo tanto e prima o poi uscirà fuori con forza ed il suo pianto al momento della nascita sarà ascoltato e commuoverà molti, ma per ora non mi è permesso dire altro anche per scaramanzia. Sto collaborando con alcune riviste che mi danno l’opportunità di dar spazio alle ragazze della porta accanto e organizzo un servizio fotografico con tutti i crismi, dal make up allo styling di grandi stilisti. È bellissimo vedere sorridere queste fanciulle, per loro è come un sogno che si realizza”.

Il mestiere di fotografo è pieno di uomini. Tu sei riuscita ad attirare l’attenzione di tutti, a diventare visibile e riconosciuta non solo per il fatto di essere una bella donna, ma anche per il fatto di avere un gran talento.

“Che bello sentire queste cose, sono insicura e molto autocritica con me stessa, non sono mai del tutto soddisfatta del mio lavoro e cerco di raggiunge la perfezione, ma mi rendo conto che questo non succederà mai. Certo, c’è tanta concorrenza nel mio lavoro, ma forse perché non lo considero un lavoro, è la mia vita, è me. Chi condivide con me il momento dei miei scatti si diverte, perché sembro un cartone animato, così mi hanno definito più volte, rido, ballo, saltello sul posto e poi una volta finite le foto torno seria, più o meno. Faccio delle facce strane e guardo qualcosa che gli altri non vedono, sono un po’ pazza! Lo so, completamente pazza, è per questo che ancora sono qui. Piango, rido e spiazzo la gente, ma pure me stessa, che dire sposto pannelli di legno giganti, luci, lavoro spesso senza assistente. Credo che essere una donna sia una marcia in più, il gusto, la sensibilità sono tipici delle donne, poi il mio passato nella moda mi ha donato una conoscenza ed una sensibilità uniche”.

Segui anche i corsi di portamento a Roma. Dove nasce l’idea? Cose vuoi trasmettere alle tue allieve?

“Per il momento ho fermato tutto, purtroppo la crisi economica ha tarpato le ali a qualunque iniziativa extra, comunque io cerco di mandare avanti una tradizione di famiglia, partendo dal Brasile. Lì a 13 anni ho seguito un corso di portamento tenuto da Maria Augusta Nielsen, mia nonna, come lo è stata per tutte quelle che da qui hanno spiccato il volo da Florinda Bolkan a Josefa Soares poi Massimo, mia zia. Diventata modella famosissima, con copertine per Vogue, ha sfilato per Roberto Capucci, Paco Rabanne, Valentino. E lì fornivano una formazione ferrea e militaresca, ti plasmavano profondamente. Era una scuola frequentata dalle ragazze dell’alta società, che qui apprendevano tutte le regole delle buone maniere e del buon vivere e anche che il gusto, la semplicità e l’educazione sono le vere chiavi del successo, è questo che desidero insegnare alle mie allieve, anche andando controcorrente!”.

Con chi si lavora meglio: con i personaggi famosi, spesso star del cinema o quelli sconosciuti, che fanno i primi passi davanti alla macchina fotografica?

“Senza dubbio le persone vere, che si lasciano andare in modo commovente davanti a me. Sono come delle pietre grezze, che nascondono dei meravigliosi diamanti”.

Come definiresti il femminismo e femminile?

“Aiuto che domandone. La femminista? Quella militante che afferma con forza che lei è sua. Non lo so perché la femminilità è universale, è di tutti, è un’energia che si emana senza la volontà. Ho detto una contraddizione, quindi la femminilità è innata, ci sono bambine che si muovono come gazzelle e con tale dolcezza che ti procurano il sorriso al vedere tanta armonia nei loro movimenti e nei loro gesti; altre invece, anche se sorelle sembrano dei camionisti, sono scoordinate, quindi, in conclusione, la femminilità è innata, genetica”.

Come hai già detto, collabori con molte riviste. Dove si possono vedere le tue foto?

“Ho collaborato e collaboro tuttora con svariate testate, ma non posso dare il loro nome… Sono tutti un po’ suscettibili…”.

La situazione delle donne nel mondo, soprattutto nei paesi musulmani, purtroppo ancora oggi è drammatica. Invece, noi donne dell’Occidente ci lamentiamo che dobbiamo fare tutto, lavoriamo, seguiamo la famiglia e dobbiamo essere anche sexy ecc. Qual è il tuo parere su questi argomenti, su questi due mondi, l’Oriente che copre tutta la donna e l’Occidente che la spoglia cambiandola quasi in un oggetto?

“Noi siamo il risultato, figlie dei nostri tempi. Purtroppo, in Occidente si ha troppo e non ci si ferma davanti a nulla e si desidera sempre di più come in una danza convulsa ed isterica. Non c’è equilibrio, non c’è armonia, non c’è amore né rispetto, neanche per se stessi. Quando ero ragazza, una volta mi sono sentita consigliare da una vicina di casa: ‘Devi accettare i compromessi, perché il tempo passa e diventi vecchia come me’ . Sono fiera di non aver mai ascoltato questo consiglio becero. Viviamo in un epoca strana, si cerca lo stupore e di stupire… ormai non ci si stupisce più di niente. Stupisco più io come mamma e moglie, una delle poche che non ha un matrimonio spezzato. Ecco, ormai è tutto alla rovescia, si è anormali con la normalità, più che con ciò che era considerato innaturale. L’oriente ha la sua cultura, le sue tradizioni e regole difficili da comprendere ed accettare. Spero vivamente che un giorno ci sia maggiore rispetto, equilibrio ed amore. La donna và rispettata ed amata punto! Creiamo cose meravigliose e sicuramente rendiamo il mondo più bello. La nostra luce è palpabile, cerchiamo di non farla mai spegnere!”.

C’è qualcosa che invidi a un uomo?

“Nulla…niente…proprio nulla…”.