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Home Blog Page 66

[Aggiornamento 28.10.2021] Situazione attuale in Polonia rispetto all’epidemia di COVID-19

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In Polonia questa settimana si sono registrate ancora nuove infezioni da COVID-19, il numero complessivo dei casi attivi è 228.745 (settimana scorsa 200.083), di cui in gravi condizioni 495 (settimana scorsa 333), ovvero circa lo 0,2% del totale.

Gli ultimi dati mostrano 8.378 nuove infezioni registrate su 58.800 test effettuati, con 101 morti da coronavirus nelle ultime 24 ore.

Il numero delle vittime nell’ultima settimana è stato di 473 morti (settimana scorsa 282) e la situazione nelle strutture sanitarie polacche sta peggiorando, con l’occupazione dei posti letto in rapida crescita negli ultimi giorni.

Sono 5.863 i malati di COVID-19 ospedalizzati (scorsa settimana 4.034), con 495 terapie intensive occupate.

Attualmente sono state effettuate 38.875.119 vaccinazioni per COVID-19 e 19.904.462 persone hanno completato il ciclo vaccinale. La copertura sul totale della popolazione è di circa il 52,5% (maggiorenni con almeno una dose 64,2%).

Sono in vigore fino a fine ottobre restrizioni tra cui l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso.

Sono aperti bar e ristoranti e sono consentite riunioni fino a 150 persone. Sono aperti hotel, centri commerciali, negozi, saloni di bellezza, parrucchieri, musei e gli impianti sportivi, anche al chiuso.

Ogni attività è sottoposta a regime sanitario e sono previste limitazioni sul numero massimo di persone consentite, in linea generale è consentita 1 persona ogni 10 m2, con norme di distanziamento per limitare le occasioni di contagio.

Per quanto riguarda gli sposamenti, salvo per vaccinati o ingressi con presentazione di test COVDI-19 negativo PCR molecolare o test antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti, resta in vigore l’obbligo di quarantena di 10 giorni.

Per gli ingressi in Polonia da paesi al di fuori dell’area Schengen è prevista quarantena automatica obbligatoria, fino alla presentazione di un test negativo effettuato in Polonia successivamente all’ingresso, ma non prima di 7 giorni dal momento dell’ingresso nel paese. Sono escluse dall’obbligo di quarantena le persone vaccinate per COVID-19 con vaccini approvati dall’EMA.

Si raccomanda di limitare gli spostamenti e monitorare i dati epidemiologici nel caso di viaggi programmati da e verso la Polonia.

Dal 17 luglio è stato introdotto anche in Polonia il Digital Passenger Locator Form (dPLF) – Karta Lokalizacji Podróżnego.

Per spostamenti all’interno dell’UE, si raccomanda di verificare le restrizioni nei singoli paesi sul portale:

https://reopen.europa.eu

***

Informazioni per i cittadini italiani in rientro dall’estero e cittadini stranieri in Italia tra cui le risposte alle domande:

  • Ci sono Paesi dai quali l’ingresso in Italia è vietato?
  • Sono entrato/a in Italia dall’estero, devo stare 14 giorni in isolamento fiduciario a casa?
  • Quali sono le eccezioni all’obbligo di isolamento fiduciario per chi entra dall’estero?
  • E’ consentito il turismo da e per l’estero?

Per gli spostamenti da e per l’Italia a questo link le informazioni del Ministero degli Esteri:
https://www.esteri.it/mae/it/ministero/normativaonline/decreto-iorestoacasa-domande-frequenti/

La situazione Polonia verrà aggiornata all’indirizzo: www.icpartners.it/polonia-situazione-coronavirus/

Per maggiori informazioni:
E-mail: info@icpartnerspoland.pl
Telefono: +48 22 828 39 49
Facebook: www.facebook.com/ICPPoland
LinkedIn: www.linkedin.com/company/icpartners/

Vertice Macron-Duda a Parigi, tra i temi trattati le tensioni tra Polonia e UE

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Ieri ha avuto luogo un incontro tra il presidente polacco Andrzej Duda e il presidente francese Emmanuel Macron. Alla delegazione polacca in Francia hanno partecipato anche i presidenti dell’Ufficio della Politica internazionale e dell’Ufficio della Sicurezza nazionale, rispettivamente Jakub Kumoch e Paweł Soloch oltre a il viceministro degli affari esteri, Piotr Wawrzyk e il viceministro dell’ambiente, Adam Guibourgé-Czetwertyński. Come ha comunicato Jakub Kumoch, tra i temi sollevati c’era il partenariato strategico relativo all’energia, la riduzione delle tensioni tra la Polonia e le istituzioni dell’Unione europea nonché la necessità di rompere le divisioni presenti nell’UE. Il colloquio nel Palazzo dell’Eliseo, secondo ciò che Kumoch ha scritto su Twitter, “è stato un momento importante del dialogo che dura da qualche mese tra il presidente Andrzej Duda e il presidente Emmanuel Macron”.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C983377%2Cspotkanie-dudy-i-macrona-w-paryzu-wsrod-tematow-bezpieczenstwo-energetyka

Cala il consumo del pane

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Chleb

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Secondo i dati citati da Piotr Połomski, l’esperto del mercato dei prodotti da forno e membro della giuria del concorso Master Baker, si osserva un calo per quanto riguarda il consumo del pane tra i polacchi. Nel 2020 la media mensile per una persona era 2,57 kg, ed è diminuita dell’8% rispetto all’anno scorso. Si ritiene che il motivo del cambiamento dovrebbe essere il maggiore interesse per il cibo sano durante la pandemia, visibile soprattutto sul mercato degli integratori alimentari, cresciuto di qualche punto percentuale. Secondo Połomski, i produttori del pane dovrebbero usare più farina integrale possibile, soprattutto appena macinata, che ha una composizione identica a quella del chicco da cui proviene. “La Polonia è una potenza nella produzione di cereali, ben il 24% della superficie del Paese è seminata a cereali e, paradossalmente, il problema più grande è la mancanza di un’ampia disponibilità di cereali disponibili per la vendita al dettaglio”, osserva l’esperto.

https://www.portalspozywczy.pl/inne/wiadomosci/dlaczego-spozycie-chleba-spada,204473.html

Google farà di Varsavia il maggiore centro europeo del cloud

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“Google apre a Varsavia la sede del Centro dello Sviluppo della Tecnologia Google Cloud. Questo sarà il maggiore centro europeo che concentra gli esperti migliori dello sviluppo della tecnologia del cloud computing Google, usato da clienti di Google Cloud in tutto il mondo”, ha informato lunedì la direttrice di Google Polska, Magdalena Kotlarczyk. Il nuovo centro è un altro elemento dell’investimento di Google in Polonia. È localizzato in oltre 20 mila metri quadrati, nel complesso The Warsaw Hub presso la Rotonda Daszyński. Nei prossimi anni l’ufficio potrebbe assumere ingegneri da tutto il mondo. I primi dipendenti inizieranno il lavoro ufficialmente nel nuovo edificio da oggi. Attualmente Google impiega in Varsavia oltre 800 persone. Negli ultimi tre anni il personale è triplicato. “Il nostro nuovo ufficio di Varsavia è l’investimento in conoscenza che condivideremo tramite programmi educativi e di formazione. Dopo l’apertura in aprile dell’area Google Cloud, la prima infrastruttura in Polonia che consente la locale elaborazione dei dati nel cloud, continuiamo la realizzazione della nostra visione per rendere Varsavia il capoluogo europeo del cloud. Il potenziale della capitale polacca è grandissimo. Varsavia è il luogo ideale per attrarre i migliori lavoratori nel settore delle nuove tecnologie”, ha detto Magdalena Kotlarczyk. Google sottolinea che l’aspetto principale dell’attività dell’ufficio sarà quella di carattere educativo. Siccome il centro varsaviano sarà il luogo di formazione per le imprese polacche, che vogliono usufruire il potenziale del cloud nello sviluppo della loro azienda, la nuova sede avrà un auditorium a due livelli, in tre grandi sale e un laboratorio UXLab. Nell’edificio The Warsaw Hub il nuovo centro Google occuperà 14 piani. L’ispirazione per il progetto di ogni piano sono le diverse regioni della Polonia. Nell’ufficio c’è, tra l’altro, la palestra, la biblioteca e stanze di intrattenimento. Il complesso è equipaggiato con le più moderne soluzioni tecnologiche e i sistemi integrati di gestione dell’edificio sono diretti dall’infrastruttura basata sull’intelligenza artificiale e gestita da Google Cloud Platform.

https://forsal.pl/lifestyle/technologie/artykuly/8278726,nowe-biuro-google-w-warszawie-centrum-chmury.html

Dal 2 novembre via libera alle prescrizioni per la terza dose di vaccini contro il COVID-19

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Come ha informato il ministro della Sanità, Adam Niedzielski, dal 2 novembre si prevede di iniziare a prescrivere la terza dose di vaccini contro il COVID-19 per le persone maggiori di 18 anni di età. Le prescrizioni potrebbero essere rilasciati a tutti vaccinati sei mesi dopo l’ultima dose. “Abbiamo già l’opinione del Consiglio Medico che sostiene l’idea di vaccinare con la terza dose. Ho chiesto anche al dipartimento responsabile dei vaccini presso il Ministero della Sanità una opinione precisa che includerebbe la revisione della letteratura e di altri elementi scientifici importanti emersi in questo settore. Aspettiamo la risposta della FDA (l’americana Agenzia per gli alimenti e i medicinali) e dei CDC (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie). Probabilmente la prossima settimana avremo anche la loro opinione”, ha detto Niedzielski che ha aggiunto anche, che vale la pena assumere una dose di richiamo, perché causa la crescita di anticorpi pari a quasi 10 volte, il che rafforza l’immunità. Chi soddisferà la condizione dell’età e sarà sei mesi dopo l’ultima dose del vaccino, potrà trovare nel suo conto del paziente online la prescrizione e fissare un appuntamento per la vaccinazione. All’inizio d’ottobre l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha raccomandato, che la terza dose del vaccino contro il COVID-19 di Pfizer o Moderna sarà somministrata alle persone con un sistema immunitario compromesso almeno 28 giorni dopo l’assunzione della seconda dose. Ha inoltre ricordato che la somministrazione della dose supplementare del vaccino Pfizer/BioNTech contro il COVID-19 è sicura ed efficace. Il ministro ha sottolineato anche che la decisione dell’eventuale somministrazione della dose di richiamo spetta agli Stati membri dell’Unione europea. In Polonia, in conformità con la precedente raccomandazione del Consiglio Medico viene già somministrata la terza dose del vaccino per i volontari di età superiore ai 50 anni e per il personale sanitario che sono direttamente in contatto con i pazienti. Inoltre, la dose supplementare è somministrata alle persone con un sistema immunitario compromesso, in cui la risposta immunitaria per la vaccinazione poteva essere insufficiente. Dai dati pubblicati venerdì sui siti governativi emerge che ci sono 19 793 580 persone vaccinate completamente, cioè di due dosi di vaccini di Pfizer/BioNTech, Moderna e AstraZeneca o di una dose di vaccino di Johnson & Johnson; 184 258 persone hanno assunto una terza dose e 570 303 persone la dose di richiamo.

https://forsal.pl/lifestyle/zdrowie/artykuly/8277286,szef-mz-2-listopada-moze-ruszyc-powszechne-skierowania-trzecia-dawka.html

Breslavia italiana?

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Se si provasse a ricreare l’atmosfera italiana nelle città polacche, si potrebbe paragonare Cracovia a Roma, Varsavia a Milano e Breslavia a Bologna. Strano, ma dal mio punto di vista viene apprezzata sia la parte polacca che quella italiana! Ma un momento, anzi un attimo… La Breslavia italiana esiste solo nella mia testa?

Per gioco ho inserito nel browser “colazione all’italiana a Breslavia”, a malincuore ho accettato il fatto che non troverò i cornetti al pistacchio. Ho lasciato perdere anche l’idea di creare una mappa dell’aperol di Breslavia, perché a differenza dell’Italia, il prezzo e la qualità riflettono qui quelli del mercato, cioè niente di che. Ma arrendersi non è un tratto né polacco né italiano, perciò ho deciso di cambiare la direzione delle mie ricerche, chiudere gli occhi e vedere quali accenti italiani mi rivelerà… la storia!

Il cimitero Militare Italiano
Bisogna dirigersi verso sud per raggiungere, con il tram sferragliante, la prima tappa sul percorso: “Park Grabiszyński”. È proprio qui che si trova l’unico cimitero italiano in Polonia della prima guerra mondiale dove sono sepolti soprattutto i prigionieri italiani catturati dopo la battaglia persa di Caporetto del 1917. Nella parte centrale del cimitero si trova un obelisco con un’altezza di 5 m progettato da Angelo Negretti con la scritta “Pax – L’Italia ai suoi figli caduti nella guerra mondiale 1915-1918”. Il cimitero è stato aperto nel 1928 e la maggior parte delle lapidi si sono conservate fino ad oggi in buone condizioni. Il cimitero è progettato a croce latina con viali alberati tra i quali si possono trovare il silenzio, la malinconia e gli spiriti dei soldati italiani caduti.

L’Arlecchino vicino al teatro musicale Capitol
Torniamo al centro e scendiamo alla fermata piacevolmente annunciata “Arkady Capitol”. È impossibile non vedere davanti all’entrata l’arlecchino, cioè la scultura geometrica del buffone della Commedia dell’arte che è stata progettata da Alessandro Mendini apposta per la città. Sono stati proprio gli abitanti di Breslavia a puntare sull’architetto italiano a cui è stato conferito il titolo di dottore honoris causa all’Accademia di Belle Arti d E. Geppert di Breslavia e che più volte si è espresso molto calorosamente sulla città sull’Oder. L’Arlecchino (l’autore aveva chiesto di sottolineare le origini italiane della scultura usando questo nome) è fatto in stile postmoderno, realizzato con pezzi di acciaio legati insieme che in totale pesano più di 4 tonnellate. La realizzazione del progetto, costato più di un milione di zloty, è stata a cura della società polacca Rotomat esperta in collaborazioni italo-polacche. La posizione della scultura non è casuale, il simbolismo della maschera e del teatro è praticamente ovvio. È possibile dare un’occhiata all’originale dell’arlecchino progettato da Mendini nel Museo di Architettura in via Bernardynska. L’autore è stato uno dei più conosciuti creatori dell’arte moderna funzionale.

La biblioteca Romanica
Un attimo prima di andare a riposare in un bar e ancora prima di non aver più voglia di visitare, attraversiamo la piazza principale e guardiamo dentro una scala poco appariscente che ci porterà alla biblioteca Romanica, nascosta al terzo piano. Forse arriveremo proprio ad una conferenza sulla politica, sull’economia o forse sulla cultura dei Paesi romanici organizzata dalla Biblioteca Pubblica della Bassa Slesia insieme ad Alliance Française e con l’Istituto Italiano di Cultura. Un po’ di tranquillità nel centro della città e la conoscenza tra i libri è il paradiso per gli italofili, ovviamente quelli che leggono.

Lo gnomo italiano di Breslavia
L’ultimo punto della nostra gita è lo gnomo italiano che si trova vicino al “passaggio italiano” in via Więzienna, è lì fermo ma pronto per andare altrove sulla sua Vespa e con la pizza sotto il braccio. La storia degli gnomi di Breslavia risale agli anni ‘80 quando gli attivisti conosciuti come “Alternativa Arancione”, che si opponevano al sistema di allora, firmavano le loro azioni disegnando gnomi sui muri. Oggi la mappa degli gnomi di Breslavia si sta ingrandendo, diffondendo con la storia della città e, senza alcun dubbio, diventando un’attrazione turistica. Lo gnomo italiano finanziato da Luca Montagliani alias Luca Laca de la Vega (un fumettista italiano) e dagli abitanti della città dimostra come sta bene “la piccola Italia”. Comunque, non per niente finiamo il nostro viaggio proprio in questo posto! Dopotutto, dovete anche sapere che là dove c’è lo gnomo italiano, ci sono gli italiani di Breslavia. E lì dove ci sono “gli italiani locali”, c’è un’autentica Breslavia Italiana.

traduzione it: Patrycja Grunwald
fot. Adrianna Ojrzanowska

Lancia Fulvia Coupe 1.6 HF, (la) Passione del Collezionista (I)

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Se le nostre aspettative sui vaccini si avvereranno, avremo la possibilità di viaggiare più liberamente nei prossimi mesi. Sicuramente molti dei nostri lettori sceglieranno la loro destinazione turistica preferita, ossia l’Italia.

Devo avvertire, con dispiacere, tutte le persone che sognano di sospirare sotto il balcone di Giulietta a Verona, che la maggior parte di loro rimarrà delusa. Prima vi spetterà camminare lungo un passaggio, riempito di scritte tipo “io c’ero” e di dichiarazioni d’amore su cartoncini colorati, che vi porterà fino ad un piccolo cortile pieno zeppo di turisti chiassosi che tentano di procurarsi un po’ di spazio. Poi bisogna conquistarsi la possibilità di sfiorare il seno della statua di bronzo di Giulietta, riscaldato da altri mille tocchi, per far sì che l’eroina di Shakespeare ci garantisca la fortuna in amore. Tutto qui, 10 minuti di puro caos, e non penserete nemmeno per un attimo al romanticismo di quella storia. Almeno così era fino a poco tempo fa, ora probabilmente si dovrà aspettare il proprio turno in lunghe code.

Per rilassarvi e sbarazzarvi da questa sensazione di delusione, avete a vostra disposizione l’intera Verona, bella e pittoresca. Potete salire sulla collina di Castel San Pietro e visitare questo monumento oppure farvi un aperitivo sulla terrazza dell’albergo Due Torri. Tuttavia, vorrei portarvi in un posto magico a soli 19 km di distanza dal famoso balcone, ossia a Villafranca di Verona, dove si trova un vero e proprio “sesamo di Alì Babà” pieno di tesori, cioè il Museo Nicolis. Qui, essendo fuori dai sentieri battuti, non sarete sopraffatti dai turisti, ma dalla ricchezza di reperti esposti in mostra.

La filosofi a del museo è strettamente legata al mestiere della famiglia Nicolis, ovvero al raccogliere tutto ciò che gli altri buttano via e prepararlo per il riutilizzo. Nel 1934 Francesco Nicolis fondò un’impresa che si occupava del riutilizzo della carta straccia e la sua attività fu continuata dal figlio Luciano. La passione di Luciano era proprio quella di riportare i dispositivi al loro antico splendore, poiché sono essi a testimoniare tangibilmente l’ingegno umano e la determinazione nello scoprire e migliorare soluzioni tecniche che ci supportano nella nostra vita quotidiana. Il suo sogno di poter condividere queste collezioni con altri è diventato realtà nel 2000 quando sono state aperte le porte del Museo Nicolis. In una superficie di 6000 metri quadrati, gestita sin dall’inizio dalla figlia di Luciano, Silvia Nicolis, abbiamo a portata di mano oltre 100 biciclette, il doppio di moto e scooter, una ricca collezione di oggetti militari e dispositivi legati all’aviazione (tra cui 3 aerei completi). Le sale successive del museo contengono strumenti musicali, oltre 500 macchine fotografiche e videocamere vintage, un centinaio di macchine da scrivere e altrettanti volanti F1.

Tra le oltre 200 automobili eccelle l’unico esemplare al mondo di Lancia Astura MM Sport del 1938, costruita per Luigi Villoresi. La vettura, nella sua lunga e interessante storia, ha avuto anche una parentesi criminale, poiché veniva utilizzata per il contrabbando di orologi di lusso dalla Svizzera all’Italia. La macchina, dopo essere stata sequestrata dalla polizia, per anni rimase dimenticata in deposito, fino al giorno in cui la ritrovò proprio Luciano Nicolis. Fra le altre perle troviamo anche una Maserati A6 1500 di Evita Peron, una Alfa Romeo 6C 1750 GTC del 1931 rivestita in autentica madreperla e l’unico esemplare al mondo di Ansaldo Pf-1VA del 1906. Non tutti gli oltre 20 modelli Lancia collezionati da Nicolis fanno parte dell’esposizione permanente. Sono riuscito a vedere, a parte la già menzionata Astura, il modello Lancia Beta 20HP Runabout (Spider) del 1911 con due pedali dell’acceleratore, uno classico nella pedaliera e l’altro a forma di leva situato sul volante. Inoltre, ho potuto ammirare la rivoluzionaria nelle sue innovazioni tecniche (tra cui la prima carrozzeria monoscocca applicata in serie) Lambda VIII del 1928, la rarissima Lancia Fulvia Sport 1600 Zagato e una dozzina di altri esemplari non meno interessanti. Purtroppo, nonostante faccia parte della collezione della famiglia Nicolis, non ho visto la nostra Fulvia. E dunque, per quale motivo, descrivendo questo modello, mi riferisco al meraviglioso Museo Nicolis? La parola chiave è fanalone, cioè un enorme fanale esterno per illuminare la strada, che serviva da indicatore luminoso prima ai veicoli trainati da cavalli e poi alle automobili. Il museo di Villafranca vanta una gigantesca vetrina piena di bellissime lampade in ottone lucido di questo tipo, e appena vedrete la parte anteriore della Fulvia HF, capirete perché l’hanno soprannominata proprio “Fanalone”.

La prima Fulvia Coupé fu presentata a Torino nel 1965, diversamente dalla sagoma piuttosto grezza della Fulvia Berlina, Piero Castagnero creando la coupé si ispirò ai motoscafi Riva, il che si tradusse in un meraviglioso effetto di filigrana leggerezza. All’inizio degli anni ’60 la direzione della Lancia non era interessata allo sport, tuttavia alcuni appassionati, guidati da Cesare Fiorio, modificavano le vetture Lancia di serie per i rally. Fu così che nacque la Squadra Corse HF, un team di rally che chiamava le sue automobili HF [High Fidelity], per sottolineare che servivano al loro scopo con grande fedeltà. Il termine fu adottato dagli appena emersi lettori di musica stereo HiFi di alta qualità. Subito dopo le prime vittorie gli amministratori della Lancia, comprendendo le potenzialità di marketing di queste operazioni, decisero di finanziare il progetto sportivo Fiorio. La Squadra Corse HF, forse un po’ gelosa della Ferrari e della Lamborghini, o forse per aumentare il prestigio, si mise a cercarsi un logo, un animale che avrebbe rispecchiato al meglio le capacità delle loro auto. Fu così che il figlio del fondatore del marchio, Gianni Lancia, propose un elefante e la sua idea fu accolta con grandi sorrisi. Certo, l’elefante è grande, ma sicuramente non è né veloce né agile. Tuttavia, la spiegazione di Gianni fu convincente: “Quando l’elefante inizia a correre, non lo ferma più nessuno”. Di tutte le Fulvia Coupé prodotte, cioè di circa 140.000 esemplari, quelle con il timbro HF erano meno del 5%.

Negli ultimi 30 anni del Novecento la Lancia era un gigante delle corse e le sue automobili dalla Fulvia alla Stratos, dalla Lancia 037 alla Delta Integrale, vinsero tutti i rally più importanti. A questi successi contribuì in modo determinante “il Drago” Sandro Munari, uno dei piloti di rally di maggior successo nel mondo. Proprio al volante della Lancia Fulvia 1.6 HF vinse il prestigioso Rally di Monte Carlo nel 1972 (fu il primo italiano a conquistare questa corsa) e negli anni 1975-77, al volante della Lancia Stratos, ripeté questo successo altre tre volte. Quando nel 1977 la FIA iniziò a segnare punti ai singoli piloti, oltre alla classifica dei costruttori, fu Sandro Munari a diventare il primo campione del mondo rally. Visto che non è una rivista automobilistica, mi permetto di saltare i dettagli tecnici di questa fantastica macchina. Tuttavia, grazie a essi, la vettura riuscì a competere con le migliori auto di quei tempi vincendo spesso. Dal 1966 al 1974 l’auto vinse più di 50 rally e oggi è un “must have” per ogni collezione che si rispetti. Nella parte successiva della storia dei collezionisti, cercherò di portarvi in alcuni garage e hangar interessanti, però adesso diamo un’occhiata alla mia vetrina. Nel 2018 la rivista automobilistica britannica “Octane” ha conferito al Museo Nicolis il titolo del “Miglior Museo dell’Anno”, allora anche io dopo lunghi sforzi sono riuscito a ottenere il modello presentato oggi. Il team di AUTOart l’ha realizzata perfettamente. Il dimensionamento accurato, i bellissimi dettagli, il dipinto storico che fa riferimento alla vittoria di Munari nella 41esima edizione del Rally di Monte Carlo, mi hanno spinto a posizionare questa piccola opera d’arte su una piattaforma rotante in modo che possa essere ammirata da tutti i lati… compreso il telaio.

Ogni volta quando vedo i suoi fanaloni, ho l’impressione che sia un faro indicante la direzione per tutta la mia collezione. C’è anche un rammarico che i vertici della Lancia non abbiano un simile “faro” e che oggi lascino questo vittorioso marchio affondare lentamente.

Anni di produzione: 1966-73 [solo versioni HF]
Esemplari prodotti: 6265 esemplari [come sopra]
Motore: V-4 11°
Cilindrata: 1584 cm3
Potenza/RPM: 114 KM / 6000
Velocità massima: 200 km/h
Accelerazione 0-100 km/h (s): 8,5
Numero di cambi: 5
Peso proprio: 900 kg
Lunghezza: 3935 mm
Larghezza: 1570 mm
Altezza: 1330 mm
Distanza interasse: 2330 mm

foto: Piotr Bieniek
traduzione it: Sylwia Gąska

Consiglio dei Centri Commerciali (PRCH): i clienti tornati a livello pre-pandemico

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La media dei visitatori dei centri commerciali a settembre di quest’anno ha raggiunto il livello del 92%, ossia la stessa percentuale di prima della pandemia nel settembre 2019. Il numero delle visite nei centri commerciali è aumentato del 109% rispetto a quello nel settembre 2020. Krzysztof Poznański, il direttore del PRCH ha indicato che questi dati permettono di osservare positivamente con attenzione la fine di quest’anno, perché confermano che il commercio nei luoghi fisici si avvicina al suo livello di prima della pandemia e i clienti tornano alle loro abitudini d’acquisto. Per rafforzare definitivamente il settore ci sarebbe bisogno di un periodo senza i lockdown e una stabile situazione epidemica. Poznański ha sottolineato che il settore dei centri commerciali cerca di invitare i clienti alla responsabilità sociale, alla sicurezza durante le spese e investe milioni di zł per garantire il maggiore livello della sicurezza sanitaria di questi centri. Prendendo in considerazione le dimensioni dei centri commerciali, quelli più frequentate sono quelli con la superficie di 40-60 mila di metri quadrati. Le visite nei centri di questa dimensione sono aumentate del 3% rispetto al risultato del 2019. Il maggiore numero delle visite è stato osservato il mese scorso, sabato 18 settembre. Durante un giorno, ogni centro commerciale è stato visitato da circa 17 mila clienti.

https://www.polskieradio24.pl/42/259/Artykul/2831087,Polska-Rada-Centrow-Handlowych-klienci-wracaja-do-swoich-starych-przyzwyczajen-zakupowych

[Aggiornamento 21.10.2021] Situazione attuale in Polonia rispetto all’epidemia di COVID-19

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In Polonia questa settimana si sono registrate ancora nuove infezioni da COVID-19, il numero complessivo dei casi attivi è 200.083 (settimana scorsa 183.847), di cui in gravi condizioni 333 (settimana scorsa 248), ovvero circa lo 0,2% del totale.

Gli ultimi dati mostrano 5.592 nuove infezioni registrate su 49.600 test effettuati, con 46 morti da coronavirus nelle ultime 24 ore.

Il numero delle vittime nell’ultima settimana è stato di 282 morti (settimana scorsa 215) e la situazione nelle strutture sanitarie polacche sta peggiorando, con l’occupazione dei posti letto in rapida crescita negli ultimi giorni.

Sono 4.034 i malati di COVID-19 ospedalizzati (scorsa settimana 2.796), con 333 terapie intensive occupate.

Prosegue la campagna vaccinale in Polonia, attualmente sono state effettuate 38.439.839 vaccinazioni per COVID-19 e la copertura complessiva delle persone che hanno completato il ciclo vaccinale sul totale della popolazione è di circa il 52,1%.

Sono in vigore fino a fine ottobre restrizioni tra cui l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso.

Sono aperti bar e ristoranti e sono consentite riunioni fino a 150 persone. Sono aperti hotel, centri commerciali, negozi, saloni di bellezza, parrucchieri, musei e gli impianti sportivi, anche al chiuso.

Ogni attività è sottoposta a regime sanitario e sono previste limitazioni sul numero massimo di persone consentite, in linea generale 1 persona ogni 10 m2, con norme di distanziamento per limitare le occasioni di contagio.

Per quanto riguarda gli sposamenti, salvo per vaccinati o ingressi con presentazione di test COVDI-19 negativo PCR molecolare o test antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti, resta in vigore l’obbligo di quarantena di 10 giorni.

Per gli ingressi in Polonia da paesi al di fuori dell’area Schengen è prevista quarantena automatica obbligatoria, fino alla presentazione di un test negativo effettuato in Polonia successivamente all’ingresso, ma non prima di 7 giorni dal momento dell’ingresso nel paese. Sono escluse dall’obbligo di quarantena le persone vaccinate per COVID-19 con vaccini approvati dall’EMA.

Si raccomanda di limitare gli spostamenti e monitorare i dati epidemiologici nel caso di viaggi programmati da e verso la Polonia.

Dal 17 luglio è stato introdotto anche in Polonia il Digital Passenger Locator Form (dPLF) – Karta Lokalizacji Podróżnego.

Per spostamenti all’interno dell’UE, si raccomanda di verificare le restrizioni nei singoli paesi sul portale:

https://reopen.europa.eu

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Informazioni per i cittadini italiani in rientro dall’estero e cittadini stranieri in Italia tra cui le risposte alle domande:

  • Ci sono Paesi dai quali l’ingresso in Italia è vietato?
  • Sono entrato/a in Italia dall’estero, devo stare 14 giorni in isolamento fiduciario a casa?
  • Quali sono le eccezioni all’obbligo di isolamento fiduciario per chi entra dall’estero?
  • E’ consentito il turismo da e per l’estero?

Per gli spostamenti da e per l’Italia a questo link le informazioni del Ministero degli Esteri:
https://www.esteri.it/mae/it/ministero/normativaonline/decreto-iorestoacasa-domande-frequenti/

La situazione Polonia verrà aggiornata all’indirizzo: www.icpartners.it/polonia-situazione-coronavirus/

Per maggiori informazioni:
E-mail: info@icpartnerspoland.pl
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Ondata Covid, nel voivodato di Lublino la situazione più grave

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Il ministro della Salute, Adam Niedzielski, alla conferenza a Legnica, ha affermato che “negli ultimi giorni abbiamo avuto a che fare con l’esplosione di una pandemia”. Il numero dei contagi raddoppia di settimana in settimana e se questa situazione continuerà, travolgerà tutte le previsioni che il governo polacco ha fatto finora. Niedzielski ha affermato che si tratta di un allarme rosso per la Polonia. Secondo il ministero della Salute la situazione sta diventando molto grave e il numero dei pazienti ospedalizzati è in aumento. La situazione in ogni voivodato è monitorata. Più di un terzo dei contagi giornalieri sono generati dai voivodati della Podlachia e di Lublino, dove la situazione è la più critica. Ci sono più letti occupati nel voivodato di Lublino che nel voivodato della Masovia. Nel Voivodato di Lublino, le ispezioni devono essere effettuate dagli ispettorati sanitari e dalla polizia, allo stesso modo nel Voivodato della Podlachia. Per ora però, come ha detto Niedzielski, “non si discute ancora sul lockdown”.Il ministro della Salute ha anche chiesto di usare le mascherine nei mezzi di trasporto. La polizia negli ultimi giorni ha ispezionato 2,5 mila mezzi di trasporto, e la politica degli ammonimenti o dei richiami si è trasformata in una politica di multe. Mercoledì alle 14:00 si terrà la riunione del Consiglio medico in cui il ministro della Salute parlerà delle possibili soluzioni a fronte del dinamico aumento dei contagi. Se la tendenza al rialzo continuerà, “dovremo adottare misure drastiche”, ha affermato Niedzielski. Nel corso dell’incontro si discuterà anche della terza dose del vaccino.

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