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Home Blog Page 72

Forum Economico di Karpacz. Intervista ad Alessandro Saglio, direttore generale di Confindustria Polonia

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

di Jordan Francesco Złamański

 

Come è oggi, dopo la lunga pandemia, l’interscambio industriale e commerciale tra l’ Italia e la Polonia?

 

L’interscambio commerciale tra l’Italia e la Polonia è sempre stato storicamente molto forte. In era pre Covid, quindi fino al 2019 – 2020, era arrivato ad un livello intorno ai 23 – 24 miliardi di euro, un relazione economica veramente molto significativa se pensiamo che questo volume è pari all’interscambio che l’Italia ha con Giappone, Canada e Brasile. Spesso in Italia c’è la percezione che la Polonia abbia ancora tanta strada da fare ma, in realtà è più stabile delle nazioni che ho citato prima. Nel 2020 l’interscambio italo-polacco è sceso a 21 miliardi, che comunque è una cifra molto considerevole e quest’anno ci sono di nuovo dei tassi di crescita dell’ordine del 7-8%. Noi ipotizziamo e pensiamo che si ritornerà ai valori pre Covid già quest’anno e continuerà a crescere anche l’anno prossimo.

 

Ora possiamo aspettarci una serena ripresa economica con relativa crescita o ci saranno ancora momenti difficili dovuti alla pandemia?

 

I dati macro economici che vediamo, ovvero i dati pubblici del governo polacco, dicono che c’è un rimbalzo positive dell’ ordine del 4 – 4,5%, che però è comunque più alto del rimbalzo negativo che è stato del 3%. Quindi in prospettiva pensiamo a una crescita sia qui, che in Italia. Il rilancio sarà trainato e guidato dai fondi del New Generation EU, che aumenteranno la possibilità di sviluppo della Polonia. Io sono positivo sul fatto che, al netto dei problemi legati ancora alle eventuali ondate pandemiche che speriamo non avvengano, la Polonia continuerà a crescere. Questi tre giorni del Forum di Karpacz lo confermano per la presenza, per la positività degli interventi e per il clima che abbiamo percepito riguardo agli scambi e al business.

 

Ci sono aziende italiane che abbiano deciso di investire in Polonia dopo la pandemia?

 

Sì, ci sono aziende italiane che nonostante la pandemia non hanno mai smesso di investire. Soprattutto nei settori industriali che seguiamo noi di Confindustria, come quello della meccanica, degli elettrodomestici e anche quello dell’aeronautica. Il settore automobilistico s’è fermato e anche quello aeronautico; il settore degli elettrodomestici ha invece continuato ad esplodere perchè, stando chiusi in casa, tutti hanno comprato elettrodomestici e le aziende polacche, che sono fornite da subfornitori italiani, hanno prodotto tantissimo. Secondo me quindi continuerà un micro trend nell’ambito degli elettrodomestici e dal nostro piccolo osservatorio continuiamo a ricevere richieste di aziende italiane che hanno finalmente capito le potenzialità della Polonia e per questo scelgono di venire ad investire in questo Paese, anche se naturalmente permane un po’ di incertezza sulle evoluzioni della pandemia. Ci sono stati inoltre grandi investimenti nel settore energetico, da parte di ERG, nel settore automotive da parte di Cromodora che sta costruendo degli impianti, quindi percepiamo che in Polonia ci sarà un ritorno importante di altre aziende italiane.

 

[Aggiornamento 09.09.2021] Situazione attuale in Polonia rispetto all’epidemia di COVID-19

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In Polonia questa settimana si sono registrate ancora nuove infezioni da COVID-19, il numero complessivo dei casi attivi è 158.928 (settimana scorsa 156.868), di cui in gravi condizioni 77 (settimana scorsa 56), ovvero circa lo 0,035% del totale.

Gli ultimi dati mostrano 510 nuove infezioni registrate su 37.700 test effettuati, con 6 morti da coronavirus nelle ultime 24 ore.

Il numero delle vittime nell’ultima settimana è stato di 42 morti (settimana scorsa 35) e la situazione nelle strutture sanitarie polacche è sotto controllo, con 594 malati di COVID-19 ospedalizzati e 77 terapie intensive occupate.

Prosegue la campagna vaccinale in Polonia, attualmente sono state effettuate 36.604.902 vaccinazioni per COVID-19, di cui 19.011.042 completamente vaccinate, ovvero il 50,3% del totale della popolazione.

Sono in vigore fino a fine settembre restrizioni tra cui l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso. Sono aperti bar e ristoranti e sono consentite riunioni fino a 150 persone. Sono aperti hotel, centri commerciali, negozi, saloni di bellezza, parrucchieri, musei e gli impianti sportivi, anche al chiuso.

Ogni attività è sottoposta a regime sanitario e sono previste limitazioni sul numero massimo di persone consentite, in linea generale 1 persona ogni 10 m2, con norme di distanziamento per limitare le occasioni di contagio.

Per quanto riguarda gli sposamenti, salvo per vaccinati o ingressi con presentazione di test COVDI-19 negativo PCR molecolare o test antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti, resta in vigore l’obbligo di quarantena di 10 giorni.

Per gli ingressi in Polonia da paesi al di fuori dell’area Schengen è prevista quarantena automatica obbligatoria, fino alla presentazione di un test negativo effettuato in Polonia successivamente all’ingresso, ma non prima di 7 giorni dal momento dell’ingresso nel paese. Sono escluse dall’obbligo di quarantena le persone vaccinate per COVID-19 con vaccini approvati dall’EMA.

Si raccomanda di limitare gli spostamenti e monitorare i dati epidemiologici nel caso di viaggi programmati da e verso la Polonia.

Dal 17 luglio è stato introdotto anche in Polonia il Digital Passenger Locator Form (dPLF) – Karta Lokalizacji Podróżnego.

Per spostamenti all’interno dell’UE, si raccomanda di verificare le restrizioni nei singoli paesi sul portale: https://reopen.europa.eu

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Informazioni per i cittadini italiani in rientro dall’estero e cittadini stranieri in Italia tra cui le risposte alle domande:

  • Ci sono Paesi dai quali l’ingresso in Italia è vietato?
  • Sono entrato/a in Italia dall’estero, devo stare 14 giorni in isolamento fiduciario a casa?
  • Quali sono le eccezioni all’obbligo di isolamento fiduciario per chi entra dall’estero?
  • E’ consentito il turismo da e per l’estero?

Per gli spostamenti da e per l’Italia a questo link le informazioni del Ministero degli Esteri: https://www.esteri.it/mae/it/ministero/normativaonline/decreto-iorestoacasa-domande-frequenti/

La situazione Polonia verrà aggiornata all’indirizzo: www.icpartners.it/polonia-situazione-coronavirus/

Per maggiori informazioni:

E-mail: info@icpartnerspoland.pl

Telefono: +48 22 828 39 49

Facebook: www.facebook.com/ICPPoland

LinkedIn: www.linkedin.com/company/icpartners/

Il senatore Pagano al Forum di Karpacz: la Polonia dovrebbe essere invitata al G20

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Senatore Pagano

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Durante il forum economico a Karpacz in uno dei pannelli dedicati al commercio internazionale, ha partecipato il senatore Nazario Pagano. “La pandemia deve trasformarsi in un’opportunità. I governi devono capire che non ci possiamo chiudere ma ci dobbiamo aprire nella cooperazione economica” ha dichiarato Pagano. Il senatore ha fatto l’esempio della Polonia come paese che da anni sta vivendo una crescita economica e usa il suo potenziale economico in modo esemplare. “Sono favorevole all’allargamento e vorrei che paesi come la Polonia fossero invitati nel gruppo del G20. Posso assicurare che questa posizione è la posizione di tutto il parlamento italiano” ha concluso Nazario Pagano.

Polonia Oggi

“Żeby nie było śladów” di Jan P. Matuszyński presentato alla Mostra del Cinema di Venezia

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“Żeby nie było śladów” (titolo internazionale “Leave no traces”) il film basato sul fatto realmente accaduto raccontato nel libro dal titolo omonimo di Cezary Łazarewicz ha avuto la prima internazionale ieri alla 78^ Mostra del Cinema di Venezia. La Polonia dei primi anni Ottanta è scossa dal caso di Grzegorz Przemyk, un ragazzo diciannovenne picchiato a morte dalla milizia. Il film ripercorre la storia di Jurek, amico di Przemyk, l’unico testimone del pestaggio che diventa il nemico numero uno dello Stato. Tutto l’apparato governativo autoritario, tramite servizi segreti, media e tribunali, cerca di manipolare i fatti e di convincere il ragazzo a cambiare la testimonianza. La sua vita, e quella delle altre persone coinvolte nel caso, inclusi i suoi genitori e la madre di Przemyk, Barbara, viene stravolta dalla pressione della politica. Il film solleva i temi importanti della libertà della stampa e della magistratura ma soprattutto, come dichiara Matuszyński, parla dell’importanza di rispettare i diritti umani a cominciare dalla libertà personale.

Polonia Oggi

L’ambasciatore Amati al Forum di Karpacz: “ripresa economica influenzata dalle vicende geopolitiche”

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di Jordan Francesco Złamański

Dopo il brusco rallentamento dell’economia causato dalla pandemia, come vede Lei il futuro dell’economia europea? Quali saranno le maggiori sfide per l’economia italiana ed Europea?

È evidente che adesso stiamo assistendo ad un rimbalzo dell’economia. Se riusciamo a metterci alle spalle il periodo del Covid, ci sono dei segnali incoraggianti in tutta Europa per una crescita economica. Per l’Italia si parla di un 5% di crescita quest’anno ma potrebbe essere anche superiore. Giustamente come ha detto il primo ministro italiano Mario Draghi non bisogna però limitarsi ad un rimbalzo ma dobbiamo puntare ad una crescita strutturata e continuativa per i prossimi anni. Riguardo lo scenario economico internazionale è chiaro che ci sono stati dei fattori negativi pesanti causati dalla pandemia. Ci siamo resi conto che non si può agire con soluzioni interne a problemi globali. Secondo me un multilateralismo efficace è sempre di più all’ordine del giorno. L’Italia come presidente del G20 sta cercando di trovare un consenso sui maggiori temi globali, come il clima e le diseguaglianze che sono cresciute ancora prima del Covid. Speriamo di concludere la nostra presidenza affrontando questi argomenti importanti.

 

Secondo Lei la pandemia ha dimostrato che non è sicuro delocalizzare produzioni importanti nel lontano oriente?

La geopolitica è entrata con forza nel discorso economico. La Cina non è ormai concepita come un nemico ma come una potenza con quale bisogna fare i conti, non soltanto dal punto di vista economico ma dobbiamo anche saper proporre noi europei insieme agli americani delle alternative che prevedano delle produzioni non così delocalizzate. Ci siamo resi conto ad esempio in Italia con il problema delle mascherine che abbiamo bisogno di mantenere alcune produzioni strategiche all’interno dell’Europa se non negli stessi stati nazionali.

 

Diamo uno sguardo alla tragedia dell’Afghanistan. A suo parere quale posizione dovrebbe assumere l’Unione Europea nei confronti del nuovo governo talebano?

 

Secondo me bisogna essere pragmatici e vedere cosa farà il governo afgano con chi fugge dalle persecuzioni e che tipo di corridoi umanitari per i rifugiati creeranno alle frontiere con il Pakistan e l’Iran. E poi ancora che misure prenderanno per rispettare i diritti umani, come tratteranno le donne, se faranno andare le ragazze a scuola. Sono tutti banchi di prova che il governo deve superare, altrimenti non ci sarà il riconoscimento.  Al momento è chiaro che l’attuale leadership del Paese, annunciata ieri, porti con sé dei problemi. Alcuni di questi leader sono nelle “liste nere” american e non solo. Quindi adesso osserviamo cosa farà il governo talebano nei prossimi mesi.

 

Analizziamo anche la situazione delle frontiere dell’Unione Europea con la Bielorussia. Secondo Lei si tratta di un conflitto locale o rischia di diventare una minaccia per l’intera Unione Europea?

 

La situazione in Bielorussia è abbastanza complessa e va trattata come tale. Quindi vanno utilizzati diversi strumenti perché siamo di fronte anche alla presenza di truppe russe impegnate nelle famose esercitazioni militari Zapad. Poi c’è il problema della migrazione dall’Afghanistan e lo sfruttamento strategico dei migranti da parte della Bieolorussia che li vuole riversare in territorio polacco per creare un precedente di flusso di rifugiati. Ovviamente la Polonia non si vuol prestare a questo tipo di soluzione. Quanto all’Europa dobbiamo guardare al dialogo con la Bielorussia con grande pragmatismo, soprattutto cercare di convincere Lukashenko a politiche molto diverse in termini dei diritti umani, di liberazione di prigionieri politici, anche per ottenere aiuti umanitari per una popolazione bielorussa che in questo periodo è parecchio provata.

La Commissione Europea chiede di sanzionare la Polonia

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La Commissione europea ha annunciato che ha deciso di chiedere alla Corte di Giustizia di sanzionare finanziariamente la Polonia per non aver rispettato la sua decisione del 14 luglio sulle misure sospensive. Il caso in questione è la Camera Disciplinare della Corte Suprema. Il 14 luglio, la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha ordinato alla Polonia di sospendere immediatamente l’applicazione delle norme nazionali relative ai poteri della Camera disciplinare della Corte suprema. La vicepresidente della Commissione europea Vera Jourova ha twittato: “Siamo pronti a lavorare con le autorità polacche per trovare una via d’uscita da questa crisi”. Spetta alla Corte di Giustizia dell’Unione europea determinare il livello delle sanzioni richieste dalla Commissione europea.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C942308%2Cke-zwraca-sie-do-tsue-o-nalozenie-kar-finansowych-na-polske.html

Forum economico di Karpacz con accenti italiani, presente l’Ambasciatore Amati

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Inizia oggi il Forum Economico internazionale di Karpacz, il più grande evento economico dell’Europa centrale e orientale. Durante il forum sono previste sessioni plenarie e dibattiti di gruppo sul futuro e sulle sfide che l’Europa dovrà affrontare nei prossimi anni. La partecipazione al forum è stata annunciata dal Vice Primo Ministro Piotr Gliński,  dal Ministro della famiglia, del lavoro e delle politiche sociali, Marlena Maląg. L’Italia sarà rappresentata tra gli altri, dall’Ambasciatore d’Italia in Polonia, Aldo Amati, dal Presidente della Confindustria Polonia, Simone Granella, e dal Senatore Nazario Pagano. Il Forum Economico sarà seguito e raccontato da Gazzetta Italia e Polonia Oggi attraverso il nostro inviato Jordan Francesco Zlamanski.

Polonia Oggi

Probabile aumento dei tassi d’interesse

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“Sulla questione dell’alta inflazione in Polonia, la banca centrale può intervenire, ma l’istituzione è indipendente”, ha detto il primo ministro Mateusz Morawiecki. Il premier ha aggiunto che in Polonia attualmente “i salari crescono più velocemente dell’inflazione”. Al primo ministro è stato chiesto se ci sarà un aumento dei tassi di interesse in Polonia, dato che tali decisioni sono state prese anche in altri paesi come l’Ungheria o la Repubblica Ceca. “Forse ci sarà un aumento dei tassi di interesse, forse i nostri decisori della banca centrale stanno considerando tali scenari”, ha detto. Il capo del governo, sottolineando che la politica monetaria è condotta sul principio della completa indipendenza, ha notato che la questione dell’inflazione lo preoccupa, anche se l’inflazione è la più alta degli ultimi 20 anni non solo in Polonia, ma in tutta la zona euro, così come la più alta da molti anni negli Stati Uniti. Come ha detto il capo del governo, grazie alle soluzioni proposte nel Deal polacco, 18 milioni di polacchi pagheranno meno tasse, e per il 90% dei polacchi è un programma positivo o neutrale.

https://biznes.interia.pl/gospodarka/news-premier-byc-moze-nastapi-podwyzka-stop-procentowych,nId,5462184

La cultura unisce i popoli

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Palazzo Blumenstihl visto sopra il Ponte Cavour, illuminato nel centenario della riconquista dell'indipendenza della Polonia, 11 novembre 2018 © Istituto Polacco di Roma

Dialogo con il Direttore dell’Istituto Polacco di Roma, Łukasz Paprotny

La prerogativa della diplomazia pubblica è la comunicazione con gli stranieri. Uno dei suoi migliori strumenti è la cultura in senso lato, che racconta il paese, la sua storia e la sua attualità per consentire ai popoli di conoscersi e capirsi reciprocamente. Gli Istituti Polacchi svolgono un importante ruolo di emissari della Polonia che contribuiscono alla crescita di relazioni bilaterali e al consolidamento dell’immagine della Polonia all’estero.

L’Istituto Polacco di Roma ha sede nel cuore della città, sul Tevere, nel magnifico ottocentesco Palazzo Blumenstihl. Della funzione e delle iniziative dell’istituto ne parla il suo Direttore, e primo Segretario dell’Ambasciata Polacca in Italia, Łukasz Paprotny.

Qual è la missione degli istituti polacchi, in cosa consiste la differenza tra l’istituto e altre istituzioni polacche all’estero?

La foto scattata il 19 aprile 2021 nella Giornata della Memoria delle Vittime della Rivolta nel Ghetto di Varsavia di 1943, nell’ambito della campagna “Żonkile” (narcisi gialli) organizzata dal Museo POLIN © Istituto Polacco di Roma

Gli Istituti Polacchi sono rappresentanze subordinate al Ministero degli Affari Esteri e il loro compito principale è promuovere la cultura polacca, la conoscenza della storia e il patrimonio nazionale nel mondo, nonché sviluppare la cooperazione nel campo della cultura, dell’istruzione, della scienza e della vita sociale. L’Istituto Polacco di Roma ricopre inoltre formalmente il ruolo di dipartimento della cultura e della scienza dell’Ambasciata  della Repubblica Polacca presso il Quirinale e insieme ad altri organismi polacchi in Italia: consolati, Accademia Polacca delle Scienze – Biblioteca e Centro di Studi a Roma o Ente Nazionale Polacco per il Turismo (POT) e anche alle varie organizzazioni della diaspora polacca nelle diverse regioni in Italia, crea una collaborazione sinergica per la promozione della Polonia in Italia. Gli Istituti Polacchi collaborano con altre istituzioni statali e organizzazioni non governative riconosciute nei paesi in cui operano.

Con quali istituzioni italiane collabora l’Istituto Polacco di Roma?

Le collaborazioni più strette dell’Istituto in maniera naturale convergono verso i centri di studio della lingua e della letteratura polacca presso 13 università italiane: Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Pisa, Roma, Torino, Udine e Venezia. La ricchezza del tessuto sociale e culturale delle regioni italiane ci impone di sviluppare legami ed instaurare collaborazioni con diverse istituzioni culturali e organizzatori di festival di varie città italiane, soprattutto nel settore delle arti visuali, musica, film, teatro e letteratura. A Roma per esempio collaboriamo con i Musei Capitolini, la Casa della Memoria, l’Istituzione Universitaria dei Concerti, il Centro Sperimentale di Cinematografia, il MACRO, la Biblioteca Europea, il Teatro di Roma e il RomaEuropaFestival, per elencare solo alcuni partner nei diversi settori in cui operiamo. Collaboriamo inoltre con altri istituti di cultura dei paesi membri dell’Unione Europea nell’ambito del cluster EUNIC Roma.

L’efficace creazione di un’immagine positiva della Polonia all’estero richiede anche uno sforzo congiunto di diversi ministeri e istituzioni. Con quali organismi di cultura polacchi collabora l’Istituto Polacco?

Collaboriamo soprattutto con le istituzioni nazionali di cultura che operano sul territorio italiano, come l’Istituto Adam Mickiewicz, la Galleria Nazionale d’Arte Zachęta (organizzatore del Padiglione Polacco alla Biennale di Venezia), l’Instytut Książki (che rappresenta la Polonia alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna) e l’Istituto Nazionale del Patrimonio Culturale Polacco all’Estero “Polonika” o, in altri ambiti, per esempio con l’Agenzia Nazionale dello Scambio Accademico (Narodowa Agencja Wymiany Akademickiej). Cooperiamo inoltre con diversi enti culturali privati o non governativi che intraprendono iniziative con partner italiani.

Come accennato prima, gli Istituti Polacchi rispondono al Ministero degli Affari Esteri. Da quando è attivo l’Istituto Polacco di Roma?

L’Istituto Polacco nasce in seguito agli accordi tra ministri degli esteri polacco e italiano nel 1984 e 1985, mentre l’inizio della sua attività risale al 1992, pertanto l’anno prossimo festeggeremo30 anni di attività.

L’Istituto organizza i corsi di lingua polacca? In che misura collabora con la Scuola Polacca a Roma?

L’Istituto Polacco di Roma non organizza corsi di lingua polacca nella propria sede, ma ne appoggia alcuni organizzati a Roma, tra cui il corso dell’Università RomaTre, che non ha lo status di lettorato. Promuoviamo anche il centro di certificazione di lingua polacca come lingua straniera presso l’Università di Torino, l’unico al momento in Italia: https://www.cla.unito.it/it/certificazioni-linguistiche/certificazione-lingua-polacca. Sosteniamo anche la Scuola Polacca “Gustaw Herling-Grudziński” presso l’Ambasciata della Repubblica Polacca a Roma, organizzando incontri per i giovani delle famiglie italo-polacche dedicati a temi scelti dell’arte polacca che arricchiscono il curriculum della materia “conoscenza della Polonia”. Proprio questi giovani, immersi nelle due culture, possono diventare i migliori ambasciatori della cultura polacca nel loro ambiente italiano.

Lei ricopre la carica di Direttore dell’Istituto Polacco di Roma dal 2018. Qual è il compito più arduo nella creazione dell’immagine positiva della Polonia?

La cultura polacca ha in Italia una posizione ben radicata e solida, dovuta ai secolari legami tra i due paesi e grazie alle intense relazioni diplomatiche negli ultimi cento anni nonché – senza dubbio – alla figura di Giovanni Paolo II. La cultura artistica polacca del dopoguerra ha lasciato segno anche in Italia, basti citare i nomi di artisti quali Jerzy Grotowski, Tadeusz Kantor, Magdalena Abakanowicz, Andrzej Wajda, Krzysztof Kieślowski, Krzysztof Penderecki, Wisława Szymborska o Ryszard Kapuściński e, accanto a loro, molti altri contemporanei. Se dovessi indicare qualche difficoltà, la potrei ricondurre alle esperienze legate alla II Guerra Mondiale, che così profondamente ha segnato l’Europa di oggi. Rallegrato delle molte iniziative italiane legate ai “Viaggi della Memoria” e del numero di visitatori italiani del Museo Statale di Auschwitz-Birkenau presso Oświęcim, vorrei sottolineare il ruolo che hanno nella divulgazione della storia politica e sociale anche altri enti: il Museo della Storia degli Ebrei Polacchi POLIN a Varsavia, il Museo della Rivolta di Varsavia del 1944, il Museo della II Guerra Mondiale a Danzica e infine il Centro Europeo Solidarność presso il cantiere navale di Danzica. Allo stesso tempo invito a scoprire individualmente la Polonia, un paese europeo moderno, intraprendente e pieno di vigore sociale, orgoglioso delle proprie radici e del suo ruolo cruciale nei pacifici cambiamenti democratici nell’Europa dell’Est, un paese attraente dal punto di vista economico, culturale e turistico.

Su che cosa si punta nell’elaborazione del programma dell’Istituto?

Sul modo in cui racconta della Polonia contemporanea, sulla sua creatività e sulla capacità di richiamare l’attenzione del pubblico. Sono convinto dell’attrattività del nostro programma soprattutto se viene preparato in collaborazione con partner italiani che lo percepiscono come proprio e lo offrono al “loro” pubblico.

Quanti eventi vengono organizzati dall’Istituto in condizioni normali?

Circa 100, così è stato nel 2019. Vi sono sia eventi più piccoli che le nostre manifestazioni di punta: i festival Corso Polonia e CiakPolska. Nel 2019, in occasione dell’Anno di Gustaw Herling-Grudziński abbiamo anche co-organizzato il festival interdisciplinare “Napoli di Herling”.

Com’è andata invece l’anno scorso? Come siete riusciti a superare le difficoltà legate alle limitazioni pandemiche?

Come altre istituzioni, abbiamo dovuto dirottare su internet. Per esempio nell’ambito della campagna EUNIC Roma da noi promossa con lo slogan #Solidarietaculturale abbiamo reso disponibili sui social media le risorse delle istituzioni di cultura polacche, abbiamo coinvolto docenti di lingua polacca italiani affinché condividessero sul nostro canale YouTube brani di letteratura polacca da loro scelti, nell’ambito della campagna #Poloniadaleggere. Ovviamente non è stato possibile riproporre tutto in rete, per esempio nel 2020 non si è potuto svolgere, il nostro annuale festival romano Corso Polonia. Possiamo invece vantare un grande successo con il nostro ultimo festival del film CiakPolska; di solito le sale cinematografiche di Roma non riuscivano a contenere la grande affluenza di pubblico, mentre l’ultima edizione ha potuto accogliere sulla piattaforma della Cineteca di Milano ben 20 mila spettatori da tutta Italia.

Quali sono i vostri progetti per l’anno prossimo?

Nel 2022 speriamo tutti di poter funzionare in condizioni post-pandemiche. Nel 2021 avremo la celebrazione del centenario della nascita di Stanisław Lem e del bicentenario della nascita di Cyprian Kamil Norwid. Il 2022 invece sarà l’Anno del Romanticismo Polacco a 200 anni dalla prima pubblicazione delle “Ballate e romanze” di Adam Mickiewicz, coetaneo di Giacomo Leopardi. Inoltre, l’anno prossimo si concluderanno le celebrazioni del centenario della riconquista dell’indipendenza della Polonia. Ovviamente abbiamo nei nostri progetti anche i festeggiamenti per i 30 anni dell’Istituto Polacco di Roma. Saremo felici di avervi nostri ospiti!

96% di capitale straniero negli immobili commerciali polacchi

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Gli investimenti in immobili commerciali a metà 2021 sono stimati a 2 miliardi di euro, però il 96% dei capitali proveniva da capitali stranieri. È una situazione piuttosto particolare rispetto alle pratiche europee. Secondo il rapporto dell’importante azienda internazionale CBRE, in altri paesi europei la quota di capitale nazionale negli immobili commerciali è molto più alta. Per esempio, nella Repubblica Ceca rappresenta oltre il 20% di tutti gli investimenti, mentre in Germania supera il 50%. Daniel Bienias, il direttore delegato di CBRE, valuta lo sviluppo del mercato immobiliare commerciale polacco, nonostante l’enorme sproporzione tra capitale nazionale ed estero, come intenso e con un grande potenziale. Bienias sottolinea che il problema è la mancanza di strumenti adeguati per investire capitali, come i fondi REIT. Dovrebbero essere intesi come società speciali o fondi di investimento che rendono più facile per gli investitori privati allocare capitali nel mercato immobiliare commerciale in affitto.

https://www.money.pl/fundusze/polskie-biura-w-zagranicznych-rekach-polski-kapital-nie-inwestuje-w-komercyjne-nieruchomosci-6678795951135552a.html