Pensando ai nostri simili

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Diana Golec

La seconda settimana di Pasqua è un periodo molto importante, in quanto ognuno di noi ha la possibilità di imparare ad aiutare un altro uomo: si tratta della “Settimana della Carità” che in Polonia viene celebrata per la 69^ volta. Quella precedente a questa è stata la “Domenica della Divina Misericordia”, che è la festa della Caritas Polska, un’organizzazione cattolica al servizio dei più bisognosi. È stato proprio il direttore della Caritas Polska, Don Marian Subocz, a raccontarci dell’aiuto concreto e basato sulla misericordia in un’intervista che è possibile trovare sul canale YouTube di Gazzetta Italia

La Cartias ha sviluppato nel corso degli anni un completo sistema di assistenza, partendo da azioni volte a prevenire la diffusione della povertà fino alla costante lotta contro i suoi effetti. La professionalità di questa istituzione si fonda sulla buona conoscenza della situazione dei bisognosi e di conseguenza anche su una loro accurata assistenza. Uno degli elementi della prevenzione è costituito dalla realizzazione dei programmi “Skrzyd?a” (Le ali) e “Tornister Pe?en U?miechów” (Cartella piena di sorrisi) che sostengono l’istruzione dei bambini e degli adolescenti. Come sottolinea Don Marian Subocz, “così come le ali permettono di volare, così l’istruzione aiuta a lottare contro la disoccupazione, la povertà e il degrado”. Anche in quei casi in cui non sia riuscita a prevenire questi fenomeni, la Caritas ha comunque utilizzato tutte le risorse per far fronte alle situazioni di povertà perdurante o per aiutare le vittime di catastrofi naturali. Il direttore della Caritas sottolinea come la Chiesa abbia inoltre il compito di proteggere la vita, a partire dal concepimento fino alla morte naturale dell’individuo. Quest’approccio ha portato alla creazione della “Finestra della Vita” (Okno ?ycia), dove le madri possono lasciare i propri figli in adozione. Si tratta di dare la possibilità di vivere una vita normale ai neonati non desiderati. Quest’idea non è nuova: è infatti nata nell’Italia medievale. Inoltre le persone anziane o malate possono contare sulle cure e sul sostegno negli ospizi e nelle case di cura gestiti dalla Caritas.

“La Chiesa si basa su tre pilastri: la Parola di Dio, i sacramenti e la Caritas, ovvero l’amore caritatevole” nota Don Marian Subocz, aggiungendo che l’obbligo di aiutare gli altri non pesa soltanto sulla Caritas, come istituzione, ma su ognuno di noi. Questo deriva dal comandamento sull’amore verso Dio e i nostri simili e dai valori morali comuni a tutte le persone. Inoltre i credenti dovrebbero ricordarsi che se hanno ricevuto dal Cristo Risorto il dono della misericordia, a loro volta sono quindi chiamati alla dimostrazione dell’amore attivo verso i bisognosi. Dovranno sostenere non solo i loro fratelli ma anche le persone non credenti, perché questo comportamento diventa la testimonianza dell’amore di Dio verso tutti coloro che non l’hanno ancora scoperto nella loro vita.  Don Marian Subocz spiega che questo è un modo per dimostrare la misericordia verso le anime, visto che non è soltanto il corpo ad aver necessità di soddisfare i propri bisogni. Sempre più spesso accade infatti che sia l’anima ad aver più “fame” rispetto al corpo, il che fa sì che l’uomo sprovvisto di speranza smetta di cavarsela nella vita quotidiana. Proprio queste persone rassegnate, anche se non sempre in modo consapevole, aspettano di essere notate ed aiutate, visto che da sole non hanno il coraggio di chiedere aiuto. Pensando proprio a loro la Caritas ha intrapreso una serie di iniziative sotto forma di un servizio di sostegno a lungo termine elargito nelle situazioni difficili, sia materiali che spirituali. La Caritas può rispondere ad un lungo elenco di esigenze grazie al sostegno finanziario della gente comune che vuole condividere ciò che possiede.

Don Marian Subocz incoraggia a devolvere l’1% delle tasse alla Caritas o, in alternativa, a scendere in campo personalmente attraverso il volontariato, per rispondere alla richiesta di Papa Francesco che, con le sue parole e con i suoi gesti, ci indica la strada per arrivare a chi ha bisogno di aiuto. Nel giorno della sua elezione, il nuovo Papa ha preso il suo nome in onore del Santo di Assisi, un esempio di uomo umile al servizio dei più poveri.

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