Televisione: usarla o farci usare?

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Alzi la mano chi ha voglia di criticare la televisione italiana. Siete troppi, non c’è tempo per tutti, allora parlo io. Tutta Europa, e non solo, ci ride dietro quando pensa a quello che passa sulle reti nostrane; per la maggior parte delle occasioni, in verità, potremmo avvalerci dell’arma verbale “senti da quale pulpito viene la predica” ma proviamo a lasciare da parte l’orgoglio, siamo superiori alle polemiche e cerchiamo di analizzare la situazione da un punto di vista obiettivo.

Molto spesso avrei voglia di prendere il televisore e scaraventarlo fuori dalla finestra, la qualità della nostra programmazione televisiva è davvero infima. Si assiste a telegiornali che cominciano con tragiche notizie di cronaca, presentate da una giornalista con faccia cadaverica e coinvolta che, un nanosecondo dopo è capace di mettere la maschera da perfetta idiota al pic nic e cominciare a lanciare servizi di gossip con musica commerciale e soubrette in topless. Sì, avete capito bene, nello stesso telegiornale che cerca di occuparsi di guerre, economia, politica, cronaca ecc… (Per informazioni più dettagliate, per fatti, link e nomi precisi di questi “geni della lampada” avete sempre il mio indirizzo e-mail: lingua@gazzettaitalia.pl). Per non parlare dei reality e talent show dove sembra che l’Italia abbia fatto a meno per 20 anni del Di Caprio o Pavarotti di turno o di un format nel quale un palestrato belloccio senza lingua si siede su un trono pronto a scegliere giovani oche o insoddisfatte signore di mezza età che gli sbavano dietro. Orrore! Perché siamo arrivati a tanto? Una questione politicamente delicata. Cercherò di darvi la mia spiegazione in uno dei prossimi articoli.

Nonostante tutta questa tv spazzatura che ci circonda non sono d’accordo con chi afferma che sarebbe meglio non avere affatto un televisore in casa. Molti sostengono che la televisione sia un mezzo di comunicazione superato, che ora si dovrebbe usare solo internet, l’unico strumento davvero libero e democratico. Siamo sicuri di questo? Non è forse vero che in internet possiamo cadere in una bufala in ogni momento? Senza contare che è pieno di criminali in cerca di facili prede ingenue. La rete è uno strumento delicato che va maneggiato con molta attenzione. Sono, quindi, dell’opinione che non dovremmo, comunque, rinunciare ad accendere il televisore per rilassarci un po’ o informarci su quello che succede nel mondo che ci circonda; la vera preparazione sta nell’essere abbastanza abili da riuscire a scegliere bene quello che vale la pena guardare, mantenendo sempre una nostra opinione, non influenzata, dei fatti che ci vengono presentati.

Cominciamo con il dire che non si può non guardare un programma di tribuna politica, almeno una volta alla settimana. I vari “Ballarò, Servizio Pubblico, Piazza Pulita” ecc… (tutti programmi che possono essere anche guardati in internet con calma) servono per tenerci informati su quello che, dal punto di vista politico-sociale-economico e culturale, accade nel nostro Paese. Magari, voi che seguite queste vicende potreste dire che anche qui, i politici, ospiti di turno, ripetono la stessa storiella da vent’anni, ed è vero, avete ragione. Questo, comunque, non giustificherebbe il fatto di ignorare i vari punti di vista, giusti o sbagliati che siano. In Italia, attualmente, c’è la moda, soprattutto fra i giovani, di dire che la politica non interessi. Per me è solo un modo di giustificare l’ignoranza in materia. I giovani, proprio quelli che devono capire gli attuali limiti politici per cercare di far ripartire il Paese. Del resto, molti di loro sono solo il prodotto della sottocultura televisiva; proprio questo è l’obiettivo di quella parte di programmazione spazzatura, far addormentare le menti e, a giudicare dal livello di cultura media del Paese, sembra che ci stia riuscendo.

Continuando nella sfera di ciò che si può salvare, ci sono delle trasmissioni, molto interessanti, che ripercorrono con un occhio obiettivo i fatti della storia. Cose accadute molto tempo fa e, che ora, possono essere guardate con maggiore serenità e meno coinvolgimento. Format che parlano di viaggi, documentari che ci fanno conoscere le diverse culture presenti nel mondo, la geografia, le abitudini di specie animali (che noi stiamo mettendo a rischio, spesso solo a causa della nostra vanità), come funzionano la Terra e l’Universo, tutti programmi che possono essere considerati positivamente e che non mettono in pericolo la nostra intelligenza.

Molti di voi conosceranno il termine “Velina”, un modo per indicare una bella ragazza presente in una trasmissione e che non deve far altro che ballare e mettere in mostra il proprio corpo, alimentando le ire delle femministe. Eppure questa figura nasce in uno dei programmi, secondo me, più interessanti del palinsesto italiano: “Striscia la Notizia”. Un telegiornale molto particolare, che dura solo una ventina di minuti, che dà notizie importanti commentate con vena satirica. Molto spesso i suoi inviati fanno dei servizi in cui smascherano persone poco oneste che cercano di truffare i cittadini. Cosa che, del resto, viene fatta anche nel mio programma preferito. Quello che non perdo per nessuna ragione, anche perché può essere comodamente riguardato in internet. Si chiama “Le Iene”. Potrebbe essere definito un varietà, un programma in cui si parla di tutto ma in modo molto intelligente. Ed è bello proprio per questo, ha un ritmo incalzante che presenta servizi di elevata portata sociale alternati a momenti più leggeri, quasi di gossip, ma sempre affrontati con la giusta dose di ironia. Gli inviati di questo programma fanno dei reportage spesso anche molto pericolosi attraverso i quali mettono in guardia da tutte le cose brutte che succedono nel mondo, offrendo dei momenti di buona informazione. Insomma, è uno dei pochi programmi per i quali si possa dimenticare dove abbiamo lasciato il telecomando.

Tirando le somme, reputo che un’eventuale campagna volta a distruggere completamente il mezzo televisivo fallirebbe senza alcuna ombra di dubbio; la televisione è uno strumento troppo importante per chi detiene il potere e, attraverso essa, manipola le menti, crea tendenze, mode da seguire, miti, ci coccola rendendoci persone che obbediscono alla pubblicità, veri animali da consumo. Il ruolo che la scatoletta magica ha assunto nella nostra società e troppo radicato per pensare di poterla eliminare. Quindi, visto che ci dobbiamo convivere, l’unico modo per uscire vincitori da questa battaglia è quello di sfruttare intelligentemente, solo a giovamento della nostra esistenza, le poche cose positive che in essa possiamo scovare.

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