Legittimità: un confronto storico Craxi-Berlusconi

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Legittimità: un confronto storico Craxi-Berlusconi

Legittimo significa “secondo la legge”. Quando parliamo di legittimità costituzionale dobbiamo attenerci al dettato della legge in vigore. La legge in vigore, si dice, è uguale per tutti. Qualche volta chi sta al potere tenta di legittimarne qualche interpretazione, ovviamente a favore della sua visione politica. Ma la Costituzione non è propriamente in mano al potere politico perchè il potere politico, cioè il governo dello Stato, è solamente uno dei poteri preposti alla sua imparziale gestione. Gli altri poteri irrinunciabili della Costituzione sono: la magistratura e le forze armate. La magistratura è preposta a giudicare secondo la legge ed ad applicare le sanzioni ai trasgressori. Le forze armate sono preposte alla vigilanza ed alla esecuzione delle sanzioni. Quando Craxi fu trascinato in Tribunale dai magistrati di Mani Pulite con l’accusa di essere a capo di un partito che aveva usato la corruzione e la concussione per ottenere tangenti sugli appalti relativi alle opere pubbliche, inventò una personale interpretazione della legge sul finanziamento dei partiti. In poche parole, davanti al parlamento riunito, disse che i finanziamenti previsti per legge non erano sufficienti alle esigenze e quindi, tutti i partiti, tutti d’accordo, avevano aderito, già da tanto tempo, a questa nuova forma di “autofinanziamento”.

E questa nuova forma, dal momento che era stata accettata, come jus operativo, dallo stesso parlamento, non avrebbe dovuto essere indagata dalla magistratura, ma semmai solo formalizzata in un apposito decreto legislativo in modo che, sia pure con le dovute correzioni, potesse diventare legge e collegata ad un decreto, diventare una sanatoria generale per tutti coloro che i PM indicavano, secondo lui ingiustamente, come presunti colpevoli. Ma quella interpretazione non conteneva legittimità retroattiva rispetto alla legge vigente. Non poteva essere accettata dai magistrati. Craxi, sapendo che una parte della magistratura italiana di allora era legata alla sinistra, cioè ai comunisti, tentò perfino una forma di ricatto, denunciando che anche quella parte percepiva tangenti e però non veniva da loro toccata.

E a dire il vero aveva anche ragione perchè solo dopo un certo colpevole ritardo i magistrati rivelarono il caso Greganti (il cassiere del partito comunista che teneva 6 conti in Svizzera).

Non si può però concludere che Craxi fu un perseguitato dalla magistratura a titolo personale.

La sua forzatura, relativa alla legittimità costituzionale di quanto aveva fatto, non fu accettata da nessuno. Molti collaboratori suoi e dei capi-partito coinvolti avevano confessato la corruzione.

Tutti i partiti furono travolti.

Personaggi illustri, già protagonisti a livello nazionale come Raul Gardini, Gabriele Cagliari,

Sergio Castellani, si suicidarono. Craxi finì i suoi giorni ad Hammamet come un criminale latitante.

Uno degli uomini emergenti in Italia, al momento di maggior splendore della stella politica di Craxi, e a lui più affezionati, era Silvio Berlusconi.

Come Craxi anche Berlusconi ha avuto problemi con la magistratura, è stato accusato, mentre era al governo, di aver ottenuto dal parlamento, per salvarsi da alcuni processi, leggi ad personam.

Berlusconi poi è stato condannato in via definitiva per evasione fiscale.

Ai sensi di una legge che è in vigore da tanti anni lui sarà dichiarato interdetto dai pubblici uffici per un tempo minimo di un anno e questo significa che se si andasse alle elezioni entro breve tempo lui sarebbe incandidabile.

L’altro suo problema è rappresentato dalla legge Severino, che è stata votata anche dal suo partito circa un anno fa. La legge Severino prevede che un deputato o senatore condannato in via definitiva in seguito ad una sentenza penale, decada automaticamente dall’incarico.  Dichiarandosi capo partito, eletto da dieci milioni di cittadini che gli hanno affidato un mandato di rappresentanza, in pratica Berlusconi tenta di dimostrare che la legge Severino non può essere retroattiva nel senso che lui ha commesso i reati che gli sono stati attribuiti prima che la legge fosse votata. Da questo punto di vista può anche avere ragione.

In ogni caso la decisione spetta al parlamento ed infatti una speciale Giunta Parlamentare sta studiando il caso e sicuramente ciò richiederà parecchio tempo!

La decadenza da senatore riguarda più che altro dunque il primo aspetto del problema di Berlusconi, l’interdizione dai pubblici uffici. Perchè se dichiarato interdetto dai pubblici uffici, nel caso si dovesse andare alle elezioni prima che sia scaduto il tempo di uno o due anni, quale sarà la sua interdizione, Berlusconi non potrebbe candidarsi.

In conclusione, a mio parere, anche se Berlusconi continua a dire che senza di lui il governo cadrà e sarà una catastrofe voluta dal PD, in realtà il governo, come d’altra parte auspica il Presidente Napolitano, e come continua a dire Letta, arriverà a fine legislatura e solo dopo che sarà scaduta l’interdizione a Berlusconi dai pubblici uffici, solo dopo si tornerà a votare. Per il bene dell’Italia Berlusconi deve stare in parlamento. La domanda ancora una volta è: legittima la legge in vigore o legittima l’interpretazione che ne fa Silvio Berlusconi?

Se si riconduce il ragionamento alla storia italiana del doguerra, bisogna concludere che troppe leggi malfatte da chi ha governato l’Italia e troppe interpretazioni di legge da parte di una magistratura spesso fuorviata da prese di posizione di natura evidentemente ideologica e quindi incoerenti rispetto al proprio compito istituzionale, hanno convinto gli italiani che i politici trovano sempre una soluzione macchiavellica e non certo salomonica.

Basti pensare ad una celebre battuta riferita ad Andreotti che “la legge non è fatta per essere applicata, è fatta per essere interpretata”…appunto!

Si potrebbe anche aggiungere che di tutti i politici coinvolti in 60 anni di scandali in Italia proprio e solo Berlusconi deve finire in galera? Per questa emergenza di una prima condanna? Berlusconi non andrà in galera con questa condanna, ma potrebbe andare con una seconda condanna che potrebbe arrivare tra breve avendo egli altri processi in corso.

Servono con urgenza due rimedi finalmente da tutti ritenuti irrinunciabili per salvare l’Italia:

a) togliere dalla testa dei politici il malvezzo di sentirsi “intoccabili” ;

b) togliere dalla testa di alcuni Pubblici Ministeri il malvezzo di farsi pubblicità personale attraverso rivelazioni di indagini e intercettazioni prima che per un indagato sia stato deciso l’avvio di un procedimento. Molti casi su cui si erano accanite stampa e TV sono poi finiti in una bolla di sapone.!!

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