Natalia Moskal: Sophia Loren simbolo delle donne forti cui mi ispiro

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fot. Adam Romanowski, regia Olga Czyżykiewicz

Cantante, traduttrice e titolare della casa editrice Fame Art, divide la sua vita tra Italia e Polonia. I suoi punti forti sono sicuramente la creatività e la determinazione a raggiungere gli obiettivi. Nel lavoro cerca sempre di avvicinare allo spettatore figure di donne eccezionali. L’anno scorso ha pubblicato l’album “There is a star” dedicato a Sophia Loren e alla musica cinematografica italiana.

Il numero dei progetti finora realizzati mi fa pensare che non sei un tipo che si annoia?

Sicuramente no, le idee per i progetti mi vengono continuamente e sono molto diverse, perché molte cose mi interessano. Ho una casa editrice con cui pubblico anche la mia musica. La varietà dei progetti deriva proprio dalla moltitudine di passioni che ho e dal fatto che nessuno mi ha mai detto cosa fare. Di conseguenza ho anche un pubblico molto variegato. Ora sto pensando come rendere la mia vita professionale più uniforme nel futuro e come combinare i miei progetti attuali con quelli futuri. Finora ho trovato difficile  rendere una direzione precisa perché mi ispirano tante cose diverse.

Forse una sorta di filo conduttore sono proprio le grandi donne che stai cercando di far conoscere al pubblico?

fot. Steve Petteway, copertina
Marek Popielnicki

Sì, è molto importante per me parlare di donne. In particolare della letteratura femminista – ovvero libri sulle donne e per le donne – ho fatto un tema portante dello sviluppo della casa editrice, accanto alla letteratura ebraica, altro tema su cui ci concentriamo. Adesso stiamo preparando un’autobiografia di Ruth Bader Ginsburg, una donna eccezionale che è stata una delle due donne nella storia a far parte della Corte Suprema degli Stati Uniti. Mi ispirano molto questo tipo di personaggi femminili e penso che sia importante parlarne. Forse solo il mio primo album electro-pop non è stato dedicato a nessuna donna ma c’è una canzone chiamata “Michelle” in onore a Michelle Obama. Gli altri progetti sono tutti dedicati a una precisa figura femminile: l’album “Bunt młodości”(it. Rivolta della gioventù) è ispirato alle poesie di Kazimiera Iłłakowiczówna, invece “There is a star” ha come musa ispiratrice la fenomenale Sophia Loren”.

Come mai hai scelto proprio queste donne per i tuoi progetti musicali?

Ho trovato le poesie di Iłłakowiczówna grazie a una biografia scritta da Joanna Kuciel-Frydryszak. Ho pensato allora che fosse una poetessa interessante e sarebbe stato un peccato non farla conoscere a un pubblico più ampio. L’idea di registrare le canzoni che cantava la Loren mi è venuta in mente dopo aver letto la sua autobiografia. L’ho letta di un fiato anche se è lunga almeno cinquecento pagine. Quasi in ogni pagina ho segnato citazioni che voglio ricordare. Oltre ad essere un’attrice strepitosa, è anche una donna incredibilmente intelligente, per questo mi ha affascinato così tanto. Lo spettatore medio conosce solo la bella e sexy Sophia, che ha recitato in innumerevoli film e cantato molte canzoni, ma non conosce la maggior parte dei fatti della sua vita. La sua carriera è segnata da enormi difficoltà e dalla guerra, che ricorda ancora con tanto dolore. Cresciuta senza padre, ha superato ogni ostacolo nella sua vita ed ha ottenuto un incredibile successo internazionale. Questo mi ha ispirato molto ed è per questo che l’album è stato pubblicato in forma di libro che contiene una breve biografia dell’attrice. Naturalmente ho scritto basandomi sui testi a lei dedicati. Ci tenevo molto che i lettori la conoscessero come una donna interessante, forte e laboriosa, perché a mio avviso queste sono le qualità più importanti.

Ad una figura femminile sono legate anche le pubblicazioni della tua casa editrice?

Sì, tutto è iniziato con una donna di cui ho letto per caso su internet: Ester Singer Kreitman che è la sorella maggiore dei famosi fratelli Singer, è stata lei la prima in famiglia a iniziare a scrivere, ma le sue opere rimasero completamente sconosciute e sottovalutate durante la sua vita. Ora ci sono numerose traduzioni dei suoi romanzi, ma in Polonia, fino a poco tempo fa, le sue opere erano inaccessibili. Eppure Ester è nata a Biłgoraj, quindi la sua storia è iniziata in Polonia. Inoltre ho deciso di tirarla fuori dall’ombra dei fratelli famosi e farla conoscere ai lettori. Fame Art possiede i diritti di tutte le traduzioni polacche dei romanzi di Kreitman. Finora sono usciti: “Rodowód” e “Taniec demonów”, e quest’anno sarà pubblicato “L’uomo che vendeva diamanti” (Brylanty). Dopo la pubblicazione del primo romanzo, ci ha scritto Krzysztof Modelski, un traduttore che per piacere ha tradotto la raccolta dei racconti di Israel Singer. Queste traduzioni ci sono piaciute molto e così abbiamo pubblicato due tomi dei suoi racconti: “Perły” e “Na obcej ziemi”. Ora stiamo pensando di pubblicare qualcosa del terzo il più famoso dei fratelli, il Premio Nobel Isaac Singer. Ci sono ancora alcune delle sue opere che non sono state pubblicate in Polonia.

I mondi letterario e musicale in qualche modo si completano o qualcuno è più importante per te?

Ho iniziato a cantare molto presto, scrivevo anche le canzoni. Però i miei genitori hanno deciso di mandarmi in una scuola normale e non al conservatorio, dopodiché ho scelto di studiare filologia. Quindi sono laureata in filologia inglese ma la musica ha fatto sempre parte della mia anima ed è stata davvero la cosa più importante per me. Solo dopo il trasloco a Milano ho deciso di andare al CPM Music Institute, dove alleno la voce con la meravigliosa Paola Candeo. La musica è la mia più grande passione. Fame Art è stata creata per l’uscita del primo disco, ma il contratto per la pubblicazione dei libri della Kreitman e l’uscita dell’album alla fine sono stati contemporanei. Il primo romanzo è uscito nel 2015 e il mio album di debutto ”Songs of Myself” nel 2017, quindi volevo davvero conciliare le due passioni.

L’album „There is a star” è uscito anche in Italia?

Sì, vivo a Milano e ho deciso di provare il mercato musicale locale. Volevo paragonare questo mercato con quello polacco e vedere se ci sono differenze. Ho scoperto che l’Italia è più gentile ed è più facile per me fare promozione. L’album ”There is a star” è stato accolto molto bene e le canzoni vengono regolarmente trasmesse dalle stazioni radio di tutto il paese. Faccio tante interviste e regolarmente escono pubblicazioni sul disco. Gli italiani hanno accolto molto calorosamente questo progetto. Forse perché è un omaggio alla loro cultura.

fot. Dawid Ziemba

Un gruppo di grandi musicisti ha collaborato alla realizzazione del disco. Com’è successo che le vostre strade si siano incrociate?

Alle registrazioni ha partecipato la Stokłosa Collective Orchestra, diretta dal maestro Jan Stokłosa, ed è a lui che devo tutta la parte musicale. Janek è un giovane musicista di talento che viene da una nota famiglia di tradizioni musicali. L’ho incontrato durante la registrazione dell’album ”Bunt młodości”, Janek ha scritto le musiche per le poesie e ha arrangiato il disco, quindi in seguito con ”There is a star” non ho avuto dubbi su chi scegliere. Sapevo anche che le canzoni classiche e belle della Loren avrebbero avuto bisogno di un arrangiamento davvero professionale e di un nuovo sound. Insieme abbiamo riscoperto queste canzoni, anche se non abbiamo cambiato molto. All’inizio ero tentata di creare un ritmo più moderno ma alla fine abbiamo mantenuto il suono originale ed è per questo che tutto è stato scritto per l’orchestra. Non avrei potuto sognare un risultato finale migliore.

Hai già altri progetti musicali in testa?

Vorrei fare concerti con l’orchestra con il materiale di “There is a star”. Circa 40 persone hanno partecipato al progetto, quindi sarebbe un peccato non mostrarlo dal vivo, ma ovviamente in questo momento è impossibile prevedere quando si potrà di nuovo esibirsi dal vivo. Poi, vorrei registrare il mio nuovo disco autoriale, ho già iniziato a scrivere le canzoni. Forse all’inizio rilascerò alcuni singoli, e poi li raccoglierò in un unico cd. Tutte le canzoni saranno sicuramente in italiano.

Sei una persona estremamente determinata che lotta coraggiosamente per raggiungere i suoi obiettivi. Quale consiglio daresti ai tuoi coetanei per realizzare i loro sogni?

Sicuramente non è una cosa semplice. Il mercato musicale è molto difficile e il mercato letterario è probabilmente ancora più complicato. Nell’era dei social media è poi veramente problematico fidelizzare un pubblico che rimanga con noi più a lungo. Inoltre bisogna avere un certo budget per realizzare i progetti. Un altro elemento sono i video musicali e la promozione, senza cui nessun prodotto, nonostante la sua bontà, può sfondare. Neanch’io ho budget abbastanza alti che mi consentano la promozione migliore perciò mi rendo conto che i miei prodotti non raggiungono un pubblico così vasto come vorrei. Comunque chi vuole realizzare i sogni deve soprattutto avere molta determinazione. Io sin da quando ero bambina sono stata esigente con me stessa. Mi sono sempre vista correre per New York in tacchi a spillo. Volevo essere una importante imprenditrice. Certo, ciò non è avvenuto, ma sono orgogliosa lo stesso dei progetti che ho realizzato e di quelli che devono ancora arrivare. Penso che sia stato soprattutto grazie al sostegno della famiglia e degli amici che sono riuscita a realizzare così tante cose, senza questo supporto probabilmente non sarei stata in grado di farlo. Ho anche molta determinazione e mi ripeto che non mi fermerò finché non sarò sulla copertina di Forbes. Forse è per questo che sono così ispirata da altre donne che hanno fatto il loro duro lavoro nella vita. È altrettanto importante essere consapevoli del fatto che qualcosa può andare storto, nonostante l’enorme sforzo che abbiamo messo per raggiungere l’obiettivo. Allora è sempre bene avere un piano B.

In che modo la pandemia ha cambiato il tuo approccio al lavoro e alla vita?

Penso che prima della pandemia lavoravo troppo poco ed ero un po’ mal organizzata. Quando sono stata rinchiusa per 4 mesi in Polonia, sono riuscita a fare cose per le quali non avevo mai avuto tempo. Inoltre, la pandemia mi ha insegnato che nulla nella nostra vita è certo e per sempre, quindi dobbiamo trovare il tempo per le persone che sono importanti per noi e non rimandare mai il tempo da dedicare alle nostre passioni.

foto: Adam Romanowski, regia Olga Czyżykiewicz