Non solo gioielli, l’ambra di Danzica nell’arte antica

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Il Museo dell’Ambra di Danzica si presenta come un gabinetto delle curiosità, come si usava in epoca moderna quando veniva chiamato kunstkamera. Una stanza piena di arte, oggetti particolari e creazioni della natura. In quel periodo minerali, scheletri, animali impagliati, conchiglie esotiche, godevano di grande popolarità. I prodotti di ambra erano pregiati tanto quanto i nautilius, cioè i molluschi cefalopodi tetrabranchiati, che servivano, accanto alle corna di narvalo o le uova di struzzo, alla produzione di coppe sofisticate.

Le prime kunstkamera furono create nel XVI secolo e furono predecessori dei musei. Il Museo dell’Ambra, situato in un antico mulino, il più grande dell’Europa medievale, costruito dai Cavalieri Teutonici nel 1350, si presenta come se fosse un’enorme kunstkamera con le peculiarità del mondo naturale e la qualità dell’arte degli artisti di Danzica dal Medioevo alla Contemporaneità. L’ambra e quelli che la lavorano sono l’orgoglio di Danzica e la sua tradizione secolare ha contribuito alla fama della città in tutta Europa. L’ambra di Danzica era un oggetto del desiderio per re, magnati e aristocrazia laica ed ecclesiastica. Il suo uso era ben noto nell’artigianato artistico e nella medicina. Già nel Medioevo Plinio il Vecchio lodava l’ambra nel suo trattato “Storia Naturale”, notando che “tra gli oggetti di lusso, la sua valutazione è così alta che una statuetta d’uomo in ambra, per quanto piccola, supera il costo di uomini viventi e in forze [schiavi]”. A Danzica già nel Medioevo, intorno al X secolo, nacque il diritto sull’ambra, che apparteneva ai principi ai quali i pescatori pagavano un tributo. Fu proprio in quel periodo che si stabilirono i primi laboratori che producevano piccoli ornamenti, principalmente rosari, croci e perline per collane. Con il tempo, si specializzarono nella fabbricazione e nell’intaglio di scatole, cornici per posate, statuette di Madonne e altri santi, così come i bassorilievi di scene mitologiche e bibliche. I lavoratori dell’ambra di Danzica cominciarono a realizzare bellissimi gioielli, impugnature di armi, altari domestici, armadi, scatole, pipe, pettini, cofanetti e interi mobili. La storia della Camera d’Ambra è probabilmente nota a tutti. L’ambra era ed è ancora un oggetto di ammirazione, interesse e desiderio.

“Perline dorate come il sole”

Omero scrisse dell’ambra come se fossero delle perline ma, visitando la più grande collezione di ambra al mondo, si scopre che di perline ce ne sono poche. Invece è pieno di pezzi di diversi chili in tutte le sfumature di giallo, marrone, arancione, rosso corallo, rosso argilla terra rossa, bianco latte e verde. Alcuni di loro trasmettono la luce come il vetro, altri assomigliano al miele denso: di grano saraceno, di tiglio, di facelia, leggermente cristallizzati oppure di consistenza liquida. Includono striature di sostanza appiccicosa, bianco latte, solidificata in giallo paglierino trasparente, al loro interno nascondono licheni, foglie, minuscole particelle di fiori, steli e persino delicate piume di uccelli. Altri pezzi sembrano una massa liquida con la forma irregolare di una lacrima o di una pane con un deposito di particelle marroni che cadono sul fondo e sulle pareti della forma. La vita immersa nell’ambra sembra essere una vita reale, un frammento misterioso che stiamo sbirciando attraverso un vetro dorato, che distorce gli arti di una lucertola, le zampe di un ragno o le ali di un’ape. I pezzi d’ambra celano al loro interno bruno-rossastro forme vorticose, come nuvole intrappolate. Molti di essi sono opachi, monocolore o strettamente integrati, composti da pezzettini multicolori di varie texture: l’ambra varia da profonda e compatta, apparentemente satura di pigmento opaco, a delicata, trasparente come un vetro di cristallo. Livellata ogni volta fino alla perfezione della superficie liscia della scatola o del frontale del cassetto creando un motivo insolito e unico.

Moderni lavoratori dell’ambra di Danzica. Cofanetti, candelabri, cabinet.

Il periodo del massimo splendore e di maggior prosperità dell’artigianato dell’ambra nelle terre di Danzica fu dalla seconda metà del XVI secolo alla prima metà del XVIII secolo. La prima Gilda degli artigiani dell’ambra fu creata nel 1477. Per diventare membri bisognava essere cittadini, avere un atto di matrimonio e presentare un certificato di battesimo. La Gilda imponeva una vita morale e la partecipazione alle cerimonie religiose, che rispettava anche le mogli dei lavoratori dell’ambra. Kazimierz Jagiellończyk ha contribuito allo sviluppo dell’artigianato concedendo alla città zone ricche di depositi di ambra come Mierzeja e l’Isola di Sobieszewo. “L’età d’oro di Danzica”, a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, fu il periodo della massima diffusione dei prodotti in ambra nelle corti principesche e reali di tutta Europa e divennero i regali diplomatici più preziosi per i papi, sultani, zar e governanti regionali. Il legato pontificio Commendoni che soggiornò a Danzica durante il regno di Zygmunt August menziona nelle sue note: spettacolari cofanetti, cucchiaini e gabbie per uccelli. Mentre navigava Jan III Sobieski ricevette dagli abitanti di Danzica una corona scolpita da un singolo pezzo di ambra. Nel Museo dell’Ambra, tra migliaia di oggetti esposti, si trovano quelli che presentano l’antica maestria degli artigiani. Uno di questi fornisce un cabinet del 1724 di Johann Georg Zernebach. Il mobile è datato e firmato all’interno: “Danzig/28. Julius/Ao 1724/ Johan George/Zernebach”.

Il cabinet è un mobile di lusso con una o più parti, spesso posto su una base oppure appoggiato su un comodino. Serviva a custodire gli oggetti più preziosi come gioielli, documenti, denaro, artefatti, oppure altri tesori con un significato particolare per il proprietario. Veniva chiuso con portine oppure incernierato orizzontalmente, fra i vari usi serviva anche per scrivere. Dietro la chiusura a ribalta c’erano inseriti spesso: cassetti, scatole e nascondigli. I cabinet erano decorati con miniature su vetro, intarsi, mosaici, ornamenti di avorio, ambra, metalli, e la superficie di legno, o di altro materiale, era intagliata. Gli interni erano rivestiti di specchi, tessuti, lacca, avorio e dipinti. Il cabinet di Zernebach è un oggetto in ambra con degli elementi di metallo, avorio e mica. Sul fronte possiede un paio di porte chiuse a chiave con coperture interne d’argento. Le facciate delle porte sono decorate con rilievi di osso su mica. Sopra il cabinet troviamo un rilievo di putto su delfino. Un putto in osso, molto artistico, seduto su un delfino mentre soffia un corno adorna anche la parte superiore del mobile. Le pareti e le facciate sono state create da forme fini e simmetriche dell’ambra multicolore creando i disegni dalle sfumature diverse: dal giallo sbiancato attraverso il colore del miele e del sole, leggermente più chiari, fino alle tonalità più decise, con toni del marrone scuro, rosso ciliegia e rosso rossastro. Tutti i colori sono molto caldi, e gli elementi intagliati in osso bianco-latte contrastano fortemente con essi. L’artigianato nella creazione del cabinet è incredibile. Ogni singolo elemento del mobile è stato preparato con grande precisione. Le piastrelle d’ambra sono state unite e abbinate in modo da formare un insieme strutturalmente uniforme con colori diversi. La simmetria preservata permette di vagare liberamente tra i numerosi dettagli del mobile. Dopo aver aperto la porta, l’interno rivela due file di piccoli cassetti e lo spazio tra di essi a forma di nicchia semicircolare. Le sue pareti interne sono coperte di specchi e la base è fatta di piastrelle quadrate in diverse tonalità di ambra in un motivo a scacchiera. Il mobile sembra un pezzo di gioielleria decorato con ornamenti a spirale, colonne, capitelli, vasi, accessori d’argento, un busto di donna e altri ornamenti. È un capolavoro del più alto artigianato dell’ambra e dopo averlo visto, non c’è da meravigliarsi che i prodotti della Gilda di Danzica fossero ricercati dai potenti di tutto il mondo.

Tra i reperti moderni, i più accattivanti sono gli scrigni d’ambra foderati di velluto, completi anche di carte di flirt in ambra, un medaglione con l’Adorazione dei Pastori in ambra siciliana, una scatola decorata sul coperchio con una scena tra amanti, altari domestici, statuette della Madonna, cucchiaini, spille, manici di posate e altri oggetti. Uno spazio separato nel museo è dedicato ai misteri della Camera d’Ambra. È una delle opere d’arte più ricercate al mondo. È stata realizzata trecento anni fa e si è persa durante la Seconda Guerra Mondiale. La Camera d’Ambra, che misura 10,5 per 11,5 metri, è stata realizzata dai maestri di Danzica su progetto dello scultore e architetto Andreas Schlüter. Fu commissionata dal re Federico Guglielmo I di Prussia e successivamente regalata allo zar Pietro I di Russia come segno di amicizia e conferma dell’alleanza. Fu montata a San Pietroburgo tra il 1743 e il 1746, su richiesta della figlia di Pietro I, Elisabetta. Circa un decennio dopo, la Camera fu spostata dal Palazzo d’Inverno al Tsarkoye Selo, il che obbligò a cambiamenti nella sua decorazione e dimensione. Prima della Prima Guerra Mondiale iniziò la conservazione degli arredi mobili, e durante la Seconda Guerra, nel 1941, dopo la cattura di Tsarskoye Selo da parte delle truppe tedesche, la Camera fu consegnata alle collezioni d’arte reale. Il suo custode era il dottor Alfred Rohde, ma quando l’Armata Rossa bombardò Królewiec, nella città bruciata, il lavoro artigianale di Danzica non fu trovato. Il dottor Rohde morì nel 1945 e non rivelò alcuna informazione sulla Camera. Da allora ci sono state molte ipotesi sulla sua scomparsa. Si crede che sia andata bruciata o che sia stata nascosta nelle montagne Sowie o nel complesso del Castello di Książ e in molti altri posti. Alcuni credono che sia affondata con la nave “Wilhelm Gustloff” o con il piroscafo “Karlsruhe”. Ci sono ancora diversi luoghi dove la Camera d’Ambra potrebbe essere oggi e ogni ipotesi ha i suoi sostenitori. Nel 2007 sono stati creati degli oggetti quale riproduzione di quelli originali. Entrambi sono presentati in vetrine speciali del museo. Uno di essi raffigura la “Caduta di Faeton”, l’altro: le “Lacrime di Hellad”.

Ambra contemporanea di Danzica

L’ambra del Baltico è resina fossilizzata di alberi di conifere che crescevano nelle zone umide della Scandinavia e del Mar Baltico più di 40 milioni di anni fa. Due guerre mondiali hanno distrutto l’industria europea dell’ambra e nessun laboratorio è sopravvissuto a Danzica. Dopo la Seconda Guerra Mondiale molti artisti hanno cercato di far rivivere il mestiere, ma inizialmente sono stati creati solo oggetti decorativi ed elementi di costumi. Oggi i lavoratori dell’ambra di Danzica sono di nuovo conosciuti in tutto il mondo. Creano secondo i metodi tradizionali nello stile dei loro predecessori, ma usano anche metodi contemporanei. Trai i prodotti di Danzica ci sono altari, come l’altare interamente d’ambra nella chiesa di S. Brigida, gioielli moderni, elementi di costumi d’avanguardia, sculture contemporanee e utensili. Basta passeggiare lungo la via Mariacka a Danzica per vedere oggetti insoliti decorati con ambra e gioielli artistici in vetrine esposte sui ciottoli secolari. Oltre all’unico Museo dell‘Ambra a Stary Młyn, “l’oro del nord” è reso famoso dalle fiere AMBERIF e AMBERMART, dalla cattedra di ambra presso la Facoltà di Biologia, Geografia e Oceanografia dell’Università di Danzica, da una mostra al Museo Archeologico e dagli eventi durante l’annuale Fiera Dominicana. Molti percorsi dell’arte contemporanea portano a Danzica: la capitale mondiale dell’ambra.

foto: Anna Cirocka
traduzione it: Judyta Czekajewska

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