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Vino e salute

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In tutto il mondo sviluppato, le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte e rappresentano fino al 50% di tutti i decessi. Studi scientifici stanno dimostrando che consumare bevande alcoliche in moderazione riduce la mortalità per malattia coronarica, nonché per altre cause del 25-30% in soggetti di mezza età, soprattutto negli uomini di età superiore ai 40 anni e nelle donne in post-menopausa.

Se consumate in eccesso le bevande alcoliche aumentano l’esposizione ad una vasta gamma di fattori di rischio e il rischio aumenta con la quantità di alcol consumato. L’abuso di alcool è associato a una serie di malattie croniche a lungo termine che riducono la qualità di vita. Queste includono l’ipertensione, problemi cardiovascolari, cirrosi del fegato, dipendenza all’alcool, varie forme di cancro, alcol-correlati danni cerebrali e una gamma di altri problemi.

I risultati di alcuni studi sostengono che il binge drinking (l’assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve) è dannoso per il cuore. In aggiunta ai problemi di salute derivanti dal consumo eccessivo di bevande alcoliche, ci sono conseguenze sociali, sia per il bevitore e sia per gli altri membri della comunità. Le conseguenze sono danni ai membri della famiglia (bambini compresi), ad amici e colleghi, così come per gli sconosciuti.

L’uso moderato di vino in un soggetto sano è in grado di ridurre di oltre il 25% il rischio di cardiopatie. La tesi è poi documentata anche da quello che è stato definito il “French Paradox“, ovvero il “Paradosso Francese“. In cosa consiste questa famosa espressione? I francesi conducono una dieta con alte concentrazioni di grassi, burro e formaggio, alimenti considerati ben poco salutari in dosi non corrette. Eppure, nonostante questi comportamenti non esemplari in materia di salute, la percentuale di queste patologie è molto bassa, proprio grazie al diffuso consumo di dosi moderate di vino durante i pasti.

Oltre a ciò lazione diuretica di un organismo è molto importante per il suo corretto funzionamento e soprattutto per la fondamentale proprietà di eliminazione di scorie che potrebbero andare ad incidere sulla salubrità di altri organi, primi tra tutti il fegato e i reni.
Una scarsa azione diuretica può portare ad una grave compromissione delle funzioni organiche dovendo ricorrere ad interventi medici di purificazione.

Il vino svolge un ruolo di rilievo sia nel favorire l’eliminazione delle urine, sia nel mantenerle relativamente povere di scorie azotate. Il vino più indicato è in questo caso la tipologia bianco secco, grazie al rilevante contenuto di potassio, variabile in base alla zona di produzione ed ai trattamenti. Questo sale esercita azione contraria al sodio non favorendo la ritenzione idrica, ovvero evitando l’assorbimento di acqua tra le pareti cellulari, causa di gonfiori dei tessuti. Anche l’alcool presente nel vino svolge azione diuretica favorendo la filtrazione renale, inibendo la secrezione di un ormone in grado di trattenere l’urina ed esercitando una azione vasodilatatoria sui capillari renali. E’ però da sconsigliare l’assunzione di vino in casi di gravi disturbi renali.

Il futuro non è sicuro

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Il tempo futuro semplice nella lingua italiana, se non guardiamo le sue forme irregolari che semplicemente bisogna imparare a memoria, sembra non creare grossi problemi. A cosa serve il futuro semplice? Che stupida domanda! si potrebbe dire, già il nome indica che serve ad esprimere il futuro. Apparentemente sì, ma non sempre tutti i tipi di futuro e poi non solo il futuro.

Cominciamo con le sue funzioni più evidenti per passare poi a quelle meno tipiche:

1) Esprimere i piani lontani

Da grande farò il medico.  

A Natale andrò dai miei. 

Nel caso di quell’ultima frase si potrebbe usare, come nella lingua polacca, il presente e dire: A Natale vado dai miei. Se il Natale si sta avvicinando ed il mio piano è ormai deciso, tra l’altro spesso la probabilità del fatto sta da parte di chi lo dice, è assolutamente naturale usare il presente. La regola di usare appunto il presente in riferimento al prossimo futuro è molto importante perché sarebbe meno naturale se qualcuno dicesse Stasera andremo al cinema. Ognuno dirà piuttosto Stasera andiamo al cinema. Così come si dice anche nella lingua polacca. Possiamo anche dire Vado in vacanza a luglio anche se c’è ancora tempo, in tutte e due lingue usiamo senza problemi il presente. Come nella frase: Domani mi devo svegliare presto. Per riassumere: il futuro prossimo lo esprimiamo nel presente i piani più lontani invece esigono l’uso del futuro.

2) Esprimere promesse. In questo caso effettivamente è difficile promettere qualcosa a qualcuno senza usare il futuro, perciò diremo anche in polacco:

Non lo dimenticherò mai. 

L’anno prossimo smetterò di fumare, te lo prometto. 

3) Previsioni, il meteo. Come nel caso delle promesse anche qui dobbiamo usare il futuro ed allora:

Domani pioverà.  (in effetti non piove ancora, l’uso del presente farebbe confusione)

Tra un anno ci sarà la crisi. 

4) Esprimere un dubbio. Arriviamo finalmente alla cosa che non è più così evidente. E quindi l’uso del futuro per esprimere l’insicurezza, il dubbio, la presunzione, tutto però nel presente. Nella lingua italiana ci sono molti modi di farlo, nella lingua parlata quotidiana proprio l’uso del futuro è assolutamente naturale. All’inizio non è per noi veramente chiaro perché non lo facciamo così in polacco dove decisamente più spesso aggiungiamo una parola specifica come probabilmente, forse, magari che sottolinea la sensazione di insicurezza, dubbio o ipotesi. Gli equivalenti di queste parole a volte neanche ci sono in italiano in cui in questo caso proprio il futuro spiega tutto, usato spesso nella risposta o reazione ad una certa situazione:

Dov’è Marco?  Sarà ancora in ufficio. 

Che ore sono?  Saranno le dieci. 

Qui in polacco c’è un uso specifico della parola certamente che come si vede vuol dire che non è così certo. 

 D’altronde un concetto simile dell’uso del futuro esiste anche in polacco, solo che usato molto di meno e di solito nelle frasi in cui c’è un numero ad esempio: Quanti anni avrà? Ne avrà 30. Saranno simili le frasi che contengono una forma di dare retta o della concessione: Queste scarpe saranno pure belle ma a me non piacciono. O addirittura assurda a prima vista la figura retorica: Sarà pure vero ma io non ci credo.  

C’è ancora un’altra struttura della frase caratteristica per la lingua italiana che si basa proprio su questa funzione del futuro e sono le frasi che contengono le parole: sarà perché… Ad esempio:

Sono stanca…  Sarà perché lavori troppo.

Marco non è venuto, sarà perché non vuole vedere la sua ex.

Tutto ciò cambia un po’ la luce dell’importanza della lingua italiana. Si potrebbe maliziosamente dire che se per gli italiani tutto quello che è espresso nel futuro non è sicuro quindi anche le promesse e previsioni hanno ricevono un significato diverso. Infatti, la dichiarazione Arrivo subito sembra più convincente della prova dell’uso della forma futura del verbo arriverò che in questo caso è sbagliata. Scherzi a parte, non dimentichiamo però questa importante funzione del futuro. Alla fine, lo sappiamo tutti che il futuro non è sicuro.

Poste polacche: niente spedizioni dei pacchi internazionali

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Da oggi in seguito ai decreti del governo e alla sospensione dei voli internazionali le Poste polacche sospendono le spedizioni internazionali. Tra altre misure adottate dagli uffici postali sono l’accorciamento delle ore di lavoro: generalmente nei giorni lavorativi le poste rimarranno aperte per 6 ore, in alcuni giorni dalle 14.00 alle 20.00. Il sabato gli uffici possono essere aperti solo per 3 ore. I locali che finora lavoravano 24 ore su 24 ora saranno aperti dalle 8.00 alle 20.00. Chiusi i centri dei servizi alla clientela nei centri commerciali. Non cambiano le regole del pagamento delle pensioni. Per chi le riceve ma sta in quarantena verranno introdotte procedure speciali. Inoltre negli uffici postali i clienti che fanno fila sono pregati di mantenere circa 1,5m di distanza uno dall’altro nonché di stare lontani dagli impiegati delle Poste a meno che non gli verrà esplicitamente chiesto di avvicinarsi. Per fornire ulteriore protezione degli impiegati entro oggi a tutti gli uffici postali dovrebbero arrivare i gel igienizzanti e le guanti.

PROMOZIONE per gli ordini online a Kuchnia Włoska!

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Promozione! In questi tempi il miglior modo per comprare evitando contatti è ordinare online. Gazzetta Italia e Kuchnia Wloska, azienda attiva in Polonia dal 2011 e con oltre 300 prodotti in catalogo, regalano un pacco di pasta Armando in caso di acquisti dal sito www.kuchnia-wloska.com.pl. Modalità per ottenere il pacco di pasta in omaggio: nel momento di concludere l’ordine inserire nella voce “Uwagi do zamówienia” il testo “Gazzetta Italia”. Per gli ordini sopra i 300 zł il trasporto è gratuito. Consegna entro le 24 ore.

 

 

A Breslavia task force di ricerca contro il Coronavirus

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Il Prof. Marcin Drąg dell’Università di Tecnologia di Breslavia e il suo team hanno sviluppato un enzima la cui azione può essere cruciale nella lotta contro il coronavirus SARS-CoV-2. Il suo team ha già messo gratuitamente a disposizione dei ricercatori di tutto il mondo i suoi risultati. La ricerca condotta dagli scienziati di Breslavia sta diventando anche una base per la ricerca di un farmaco per COVID-19. L’enzima che ha testato la sindrome – la proteasi SARS-CoV-2 Mpro – taglia le proteine che sono in questo virus. Gli permette di sopravvivere. Se questo enzima viene inibito, il virus muore all’istante. “Se trattiamo questo enzima come una serratura, ne abbiamo fatto la chiave” dichiara lo scienziato. Da diversi anni collaboriamo con il prof. Rolf Hilgenfeld dell’Università di Lubecca in Germania. All’inizio di febbraio di quest’anno, ogni volta che il prof. Hilgenfeld ha ottenuto l’enzima – coronavirus SARS-CoV-2 proteasi – lo ha portato a Breslavia. Aggiunge che la proteasi dell’attuale virus SARS-Cov2 è molto simile alla proteasi del virus SARS-CoV (dal 2002), su cui ha lavorato il prof. Hilgenfeld. La pubblicazione (con i risultati della ricerca) del team del prof. Drąg è ancora in fase di revisione, ma il suo team ha già messo gratuitamente a disposizione dei ricercatori di tutto il mondo i suoi risultati. Questi studi mostrano a quali aminoacidi l’enzima può legarsi in posizioni chiave. Aggiunge che questi test possono ora essere utilizzati anche dai chimici o dalle aziende per creare nuovi composti bioattivi per la SARS-CoV2, e persino dalle aziende per sviluppare test diagnostici che consentirebbero loro di determinare rapidamente se qualcuno ha un coronavirus. I ricercatori di Breslavia hanno potuto svolgere le loro ricerche così rapidamente grazie al fatto che il prof. Drąg ha sviluppato in precedenza una nuova piattaforma tecnologica che consente la produzione di composti biologicamente attivi, in particolare di inibitori degli enzimi proteolitici.

NFZ (Fondo Nazionale della Sanità) pronto a introdurre i video consigli dei medici di base

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Il Fondo Nazionale della Sanità è pronto a finanziare l’80% del costo di introduzione dei video consigli dei medici di base. Ieri il presidente della NFZ Adam Niedzielski ha firmato un decreto riguardo l’assegnazione e contabilizzazione dei fondi per l’informatizzazione dei servizi sanitari erogati dai medici di base nel 2020. Si tratta dei fondi per l’acquisto dei dispositivi informatici, del software, e dei servizi che renderebbero possibile porgere i consigli sanitari tramite i video. Il decreto è stato reso noto dal viceministro della salute Jerzy Cieszyński.

Il presidente polacco ha chiesto alle banche di sospendere la richiesta di rimborso dei crediti

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Ieri il presidente polacco Andrzej Duda ha chiesto ai rappresentanti del settore bancario di creare le condizioni che consentono la sospensione del rimborso dei crediti per individui e imprese. Ha chiarito che questo riguarda i crediti ipotecari ma anche i crediti in valuta estera, ha detto che questo è volontario per le banche e che le banche più grandi hanno già fatto proposte di sospendere le richieste di rimborso da 3 a 6 mesi. La proposta è stata presentata nel Palazzo presidenziale polacco a Varsavia durante l’incontro sull’aiuto del settore bancario per i clienti durante l’epidemia del coronavirus. Nell’incontro hanno preso parte il presidente polacco, i rappresentanti del settore bancario e il presidente della banca nazionale polacca (NBP), Adam Glapinski, il presidente della Commissione della supervisione finanziaria polacca (KNF) Jacek Jastrzębski, il ministro delle finanze Tadeusz Kościński. Il presidente della NBP ha detto che le proposte concrete devono essere pronte lunedì prossimo. Andrzej Duda ha affermato che il settore bancario in Polonia è stabile. Il capo della NBP ha detto “c’è un certo peggioramento della situazione finanziaria a causa della necessità di aiutare le imprese che incontrano difficoltà a causa del fatto che i dipendenti dovranno andare in quarantena” ma anche ha garantito che il sistema bancario in Polonia è stabile e le banche sono dotate di risorse al massimo livello. I presidenti delle banche hanno confermato che hanno implementato il lavoro da casa per i loro lavoratori. Il capo del MF ha dichiarato che il settore bancario è uno dei settori più preparati. Secondi i dati nel NBP del gennaio 2020 lo stato dei debiti verso i privati è ammontato 771 657,27 mln zł, invece dei debiti ed i crediti verso imprese e’ ammontato 371 696,27 milioni PLN. A sua volta, lo stato dei debiti e i mutui verso ai nuclei famigliari è ammontato 448 057,49 milioni PLN di quali 326 168,63 milioni PLN sono crediti in PLN, e 121 888,86 sono i crediti in valuta estera.

 

Coronavirus: primo deceduto in Polonia, a Poznan

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In Polonia si registra il primo decesso per infezione da coronavirus, una donna 57enne morta oggi intorno a mezzogiorno all’ospedale Jozef Strus di Poznan. Lo ha confermato Witold Draber, direttore dell’ufficio locale dell’Ispettorato sanitario statale polacco. La paziente, che soffriva di malattie croniche, manifestava sintomi di insufficienza respiratoria ed è stata ricoverata domenica. I primi test avevano escluso l’influenza e quelli successivi hanno indirizzato verso un’infezione da coronavirus. E’ la prima vittima del Covid-19 in Polonia. Sono stati contagiati anche il marito e la figlia della defunta, ma i medici reputano buone le loro condizioni.

Cibo per capelli? Mettitelo in testa!

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Healing herbs in hessian bags, wooden mortar with chamomile and essential oil on rustic table, herbal medicine.

 

Argomento un po’ inusuale per una rubrica di alimentazione, ma in fondo sempre di cibo si tratta. Oltre che per la nostra salute interiore, alcuni prodotti destinati all’alimentazione possono essere utilizzati anche per la bellezza esteriore. Quando un cibo è buono, lo è in tutti i sensi! 

E poiché fra le mie varie passioni, c’è anche la cura naturale dei capelli, ecco alcuni trattamenti che possono essere realizzati semplicemente aprendo la dispensa! Tutti ingredienti economici che si trovano facilmente al supermercato: forse già li utilizzate in cucina senza sapere cosa vi state perdendo.

Iniziamo dal lavaggio: gli shampoo sono indispensabili? Molte persone lamentano cute grassa, capelli che diventano facilmente unti, per non parlare di prurito, forfora e altri disturbi. Nel tentativo di porre rimedio, li laviamo più spesso con prodotti che creano più schiuma possibile. Ma i tensioattivi (che creano la schiuma) sono molto aggressivi e senza volerlo peggioriamo la situazione.

Innanzitutto è consigliabile che lo shampoo venga diluito in acqua prima dell’applicazione: si risparmia prodotto e la sua azione risulta meno aggressiva. Oltre a questo, si possono provare dei lavaggi alternativi. A questo scopo, la farina di ceci è davvero ottima!

Tutti i legumi contengono saponine, sostanze simili ai tensioattivi che formano schiuma quando entrano a contatto con l’acqua. Se ci fate caso, questo accade anche durante l’ammollo e in fase di cottura. Le saponine sono in grado di legarsi alle molecole di sporco e grasso in eccesso. Fra tutte, la farina di ceci è quella con il più alto potere assorbente, oltre ad essere economica e facilmente reperibile (in alternativa vanno bene anche le farine di piselli, fagioli, soia, lenticchie).

Per lavare i capelli è sufficiente mescolare 1 o 2 cucchiai di farina (3 se sono molto lunghi) con un po’ d’acqua tiepida, fino ad ottenere un composto cremoso della densità di uno yogurt. Applicate sui capelli massaggiando la cute, proprio come fosse uno shampoo, e risciacquate. I capelli risulteranno lucidi e più voluminosi.

Dopo il lavaggio è consigliabile il risciacquo acido: serve a far scendere il pH della cute riportandolo a livelli più adeguati, rendendo i capelli particolarmente lucidi, e agisce da fissante sul colore senza alterarne i toni. 

Si può utilizzare l’aceto (di mele o di vino) oppure il limone. Nel caso dell’aceto, ne vanno diluiti uno o due cucchiai in un litro d’acqua, da utilizzare come ultimo risciacquo dopo aver lavato i capelli. 

Il limone ha un’acidità maggiore dell’aceto, quindi bisogna utilizzarne di meno. La quantità è molto soggettiva: se i capelli risultano troppo secchi, significa che la soluzione era troppo acida, ma non accade nulla di irreparabile.
Per una lozione profumata, si possono anche mettere alcune scorze d’arancia a macerare nell’aceto per almeno dieci giorni. In ogni caso, anche se utilizzato senza alcuna aggiunta, l’odore dell’aceto sui capelli asciutti non si sente.

Al posto dell’acqua si possono utilizzare anche infusi, meglio se di piante che abbiano un ruolo nella cura dei capelli, come il rosmarino (remineralizzante, indicato per capelli grassi e contro la caduta) oppure la camomilla, o l’ibisco (karkadè). 

Se i capelli sono secchi, crespi, sfibrati, tendono a rompersi, vuol dire che hanno bisogno di idratazione.
Le sostanze idratanti sono molte. Fra gli alimenti troviamo i semi di lino e tutti gli amidi e gli zuccheri, da utilizzare per impacchi pre (o ancora meglio post) shampoo, in modo da non aggredire il capello subito dopo l’idratazione. 

In un pentolino, fate sciogliere due cucchiai di amido (di riso, di mais, in commercio con il nome di Maizena) oppure di fecola di patate, con un bicchiere d’acqua. Portate a bollore continuando a mescolare, fino ad ottenere una crema gelatinosa. Lasciate raffreddare e poi applicate sui capelli (cute e lunghezze), tenete in posa almeno mezz’ora e poi risciacquate.
Ancora meglio se al posto dell’acqua si utilizza il latte di cocco (quello in lattina), che nutre e rende morbidi i capelli, oppure un infuso.

Lo zucchero può essere utilizzato per un lavaggio alternativo, unito al balsamo o alla maschera che utilizzate abitualmente, per fare un cowash (dall’inglese conditioner only wash, ovvero lavaggio con il solo condizionante). Una tazzina di balsamo e una tazzina di zucchero, da utilizzare come fosse shampoo, meglio se tenuto in posa alcuni minuti. I capelli saranno puliti, idratati, nutriti.

Il termine “nutrimento” in realtà è improprio, in quanto l’unico vero nutrimento può essere ricevuto solo dall’interno, dall’alimentazione. Le sostanze grasse però vanno a riparare la componente lipidica del capello, proteggendolo dagli agenti esterni, a patto di non esagerare: il rischio è quello di trovarsi con capelli grassi e stopposi.

Gli oli più utilizzati sono quello di lino e di ricino. Alcune sostanze più ricche di acidi grassi saturi riescono anche a penetrare nel capello: olio di oliva, olio di cocco, polpa di avocado.
Tutti possono essere utilizzati come impacco pre-shampoo oppure come leave-in, tecnica fondamentale per proteggere le lunghezze e prevenire le doppie punte. Dopo il lavaggio, a capelli asciutti oppure umidi, si applica qualche goccia di qualsiasi olio, strofinandolo prima sulle mani e poi sui capelli, pettinandoli con le dita.

E per finire, il colore: giocate con spezie e infusi per aggiungere e esaltare i riflessi della chioma, aggiungendoli agli impacchi già descritti! Cacao in polvere e tè nero per i riflessi più scuri. Polvere di curcuma e infuso di camomilla per i capelli biondi. Infuso di karkadè per i toni rame e violetto.  

Viaggio sulle tracce dei misteriosi nuovi arrivati dal Sud, l’epopea della famiglia Kanelli

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Nel 2010 ho deciso di spiegare e scoprire quali documenti sono stati conservati sulla famiglia Kanelli, di cui sapevo solo che erano i miei antenati. Mi chiedevo perché il loro nome avesse un’ortografia diversa da una tipica ortografia italiana. Attualmente, i cognomi di origine greca sono registrati in questo modo. La mia ricerca è in corso da nove anni.

La prima fase di ricerche negli archivi e nelle biblioteche di Varsavia è stata coronata dall’articolo “Misteriosi nuovi arrivati dal Sud”, apparso in Gazzetta Italia nel febbraio 2014. La fase delle ricerche a Varsavia è finita nel malandato cimitero evangelico della vecchia Modlin. Nelle mie conversazioni con la gente del luogo ho colto che lo chiamavano cimitero tedesco. Poiché non riuscivo ad interessare le autorità locali e la Missione Evangelica delle sue condizioni, ho consegnato il caso all’ambasciata tedesca che ha promesso di prendersene cura. Se il mio trisnonno, un tedesco-italiano, sia stato sepolto in questo cimitero, resterà un mistero per sempre. Secondo le informazioni contenute nel certificato di morte di Krystian Kanelli, incluso nell’articolo precedente, c’era il luogo della sua nascita. Sfortunatamente, nella sezione degli archivi di Varsavia a Grodzisk Mazowiecki, nessuna evidenza di questo fatto è stata trovata. Fatto comprensibile dato che sono passati oltre duecento anni. Sono comunque riuscita a trovare negli archivi di Płock i certificati di morte di Rudolf Kanelli che è morto nel 1845 (n. 90), figlio di Piotr e Anna, e anche di suo figlio Stanisław Borgoniusz che è morto nel 1844 (n. 203). Il suo secondo nome indica anche il rapporto di questa famiglia con l’Italia. Borgoniusz è un nome maschile con radici latine (ad esempio, Perrus Borgonius). Era tradizione locale in Piemonte che i figli nella generazione successiva avesse lo stesso nome? Questo è già un argomento per una ricerca separata, anche se ci sono molti famosi abitanti della regione che hanno un secondo nome.

Rudolf Kanelli era un misuratore governativo e un disegnatore. Il suo nome indica che la sua famiglia doveva essere stata ispirata dalla cultura tedesca per qualche motivo. I miei diversi anni di ricerche mi hanno fatto capire che molti rappresentanti di questa famiglia sono venuti in Polonia, ecco il perché di questa dedizione nel seguire le tracce di questa famiglia. Oggi è impossibile stabilire le relazioni di parentela che collegavano i vari rami della famiglia, ma questo tipo di ricerca non mi interessa. La città Canelli, adagiata su una collina vicino a Torino, dalla quale probabilmente sono partiti tutti verso la Polonia, è affascinante, piena di bei monumenti e stretti vicoli. È anche una città con una storia molto turbolenta e ricca di vigneti da cui si producono buoni vini da generazioni. Il film che ho visto nel locale Museo del vino, mi ha permesso di capire come la storia del vino in questa zona sia stata sanguinosa. Le famiglie dei vignaioli si combattevano a vicenda e la battaglia continua ancora oggi anche se con modalità più tranquille. Lo scopo del contendere è dimostrare la superiorità di un marchio rispetto agli altri. Negli archivi della parrocchia locale di San Tommaso ho scoperto che il primo Kanelli è apparso in questa città alla fine dell’Ottocento. Tuttavia, mi sono ricordata di quanto mi dissero al consolato polacco di Milano ovvero che nel XX secolo c’è stato un’alluvione in questa città che ha distrutto anche parte delle collezioni archivistiche. Inoltre non ci sono attualmente molti residenti che vivono quì con questo cognome. Al municipio mi hanno detto che alcuni di loro si erano trasferiti in Sicilia. La domanda, quindi, è: dove si è svolta la produzione del vino di questo marchio? Ricordo che verso la fine degli anni settanta e ottanta del secolo scorso, era possibile acquistarlo nei negozi polacchi. Forse troverò la risposta a questa domanda in Sicilia. Durante la visita a Canelli, non ho potuto ottenere tali informazioni anche perchè ho trovato solo cantine moderne. Inoltre, è necessario ricordare che “caneli” è anche un modo per chiamare la cannella, quindi fin dall’inizio della sua storia, la città è stata fondata per nutrire e dar da bere agli ospiti.

Era necessaria una visita a Canelli anche perchè, oltre alle ricerche archivistiche, si apprezzava l’atmosfera del luogo. Giravo per la città con la macchina fotografica, suscitando l’interesse dei residenti. Tuttavia, ulteriori informazioni legate alla storia della famiglia Kanelli sono riuscita a trovarle in posti lontani da questa città. In allegato al testo, la fotografia in bianco e nero è stata messa a mia disposizione da un parente lontano e defunto dalla Russia. La donna seduta è Emilia Kanelli, madre di quattro figli. Ha dato la sua bellezza alle figlie, giovani donne, anch’esse presentate in questa fotografia insieme ai loro mariti. Probabilmente la fotografia è stata scattata a Terespol, nell’est della Polonia, in cui la famiglia è rimasta periodicamente. Secondo le informazioni ottenute presso l’ufficio anagrafico di questa città, attualmente non ci sono tra i residenti persone che hanno questo cognome. Nella chiesa di Santa Croce distrutta durante l’insurrezione di Varsavia, ci sono solo le informazioni sul funerale di Kazimierz Czernichowski, figlio di Natalia Kanelli, morto il 30 ottobre 1939, che si è svolto in questa chiesa. Il suo certificato di morte non si è salvato perché la chiesa è stata completamente distrutta. Tutto ciò che si sa è che era un medico impiegato in un luogo di detenzione a Bereza Kartuska, dove il suo compito era quello di prendersi cura della salute dei detenuti. Dalla mia defunta madre, nipote di Emilia Kanelli, so che Czernichowski è morto dopo la liquidazione del campo e che è sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero Powązki. 

Ho programmato viaggi in Sicilia e in Bulgaria per continuare le ricerche. E colgo l’occasione per chiedere ai lettori di contattarmi all’indirizzo mariadybowska@interia.eu in caso qualcuno sia a conoscenza di fatti sulla storia di questa famigliao.

Fonti dell’articolo: 

Maria Dybowska, Tajemniczy przybysze z Południa,  Gazzetta Italia, 15 luty 2014
W.H. Gawarecki Pamiątki  historyczne Łowicza , s.192
Poczet BB. Składających Świątynię Minerwy, Warszawa Wschodnia, pr. r.5821 poz.103
Riviste polacche dei periodi in cui hanno vissuto Kanelli.
La letteratura sulla storia del vino è disponibile sulle pagine della Biblioteca comunale di Milano. Non solo in italiano.