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Alle intense relazioni tra Italia e Polonia dà un grande contributo il settore dell’Aerospazio che oggi ha visto a Varsavia un vertice che ha messo insieme i maggiori rappresentanti italiani e polacchi del settore. L’Italian-Polish Aeropsace Forum è stato aperto da un saluto inviato dal viceministro degli Affari Esteri Edmondo Cirielli, seguito dall’intervento dell’incaricata d’affari dell’Ambasciata Italiana Laura Ranalli che ha ricordato come l’appuntamento odierno riprenda il filo degli incontri interrotti dal Covid dopo i vertici sul settore tra Italia e Polonia svoltisi nel dicembre del 2019 a Varsavia e poi nel gennaio 2020 a Roma. Ranalli ha poi sottolineato il valore complessivo dell’interscambio italo-polacco che è salito a 28 miliardi di eu, con le aziende italiane capaci di dare lavoro a oltre 100 mila persone in Polonia. A sciorinare i numeri del settore aerospaziale è stato invece il direttore dell’ICE Paolo Lemma: “L’Italia è uno dei paesi leader europei del settore con un interscambio globale del valore di 7 miliardi di euro (+14% sul 2020 e +4% rispetto all’epoca pre-pandemia). Principali partner dell’Italia sono gli Stati Uniti con una quota del 22%, la Germania (12%) e il Regno Unito (10%). La Polonia si colloca all’8° posto a livello globale quale partner dell’Italia e al 3° tra i paesi dell’Unione Europea con un interscambio di circa 184 milioni di eu. Pertanto nel settore aeronautico e spaziale la Polonia nell’ambito dei paesi UE è il 3° paese fornitore (5° a livello globale) e il 3° mercato di destinazione (19° a livello globale). Mentre l’Italia è il primo partner di settore per la Polonia. A seguire c’è stato l’intervento del Presidente della Camera di Commercio e dell’Industria in Polonia Piero Cannas, che ha ricordato i soggetti che hanno reso possibile l’evento odierno ovvero, oltre l’Amabsciata, l’Ice, La Camera di Commercio oltre al partner strategico Leonardo. Poi ha preso la parola Marco Lupo, presidente di Leonardo Poland, che ha ripercorso le tappe dello sviluppo internazionale della Leonardo e ha poi fatto il punto sui prodotti di maggiore avanguardia dell’azienda tra cui i droni, gli elicotteri e l’aereo Eurofighter.
100 anni di storia 100 anni di Galup, 100 anni di una ricetta speciale, che ha inaugurato una tradizione pasticcera unica. Una storia iniziata nel 1922 in un piccolo forno di Pinerolo in Piemonte da un’idea semplice e geniale, che ha saputo nutrire e ispirare nel tempo la crescita di una realtà imprenditoriale solida, ancora oggi orgogliosamente legata al territorio piemontese d’origine.
100 anni di passione, creatività e innovazione che hanno trasformato l’insegna di una pasticcera di paese in un’eccellenza riconosciuta del saper fare italiano, capace di portare le proprie creazioni dolciarie in tutto il mondo rimanendo fedele ai valori dei fondatori Pietro e Regina Ferrua. 100 anni dello stesso lievito madre, che ancora oggi dà corpo e volume a un impasto morbidissimo, con quel gusto pieno e leggero che accarezza e conquista il palato. 100 anni di ingredienti genuini, che hanno fatto conoscere e apprezzare la ricchezza autentica della terra e di chi la lavora. 100 anni di bontà non solo nel periodo natalizio, ma anche tutto l’anno con le irresistibili dolcezze create dei pasticcieri di Galup.
Galup, una bella storia italiana
Galup è un nome, una ricetta originale, un panettone diverso dagli altri. Prima di Galup il panettone era solo quello milanese. Il panettone basso con la glassa di nocciole è un’intuizione di Pietro Ferrua, langarolo di nascita, pinerolese d’adozione. Nel tempo la ricetta si è affinata, ma la personalità del dolce è sempre quella.
Dal 1922, il Galup si fa nello stesso territorio che l’ha visto nascere: a Pinerolo, città piemontese. Nel tempo l’azienda è cresciuta, ha conquistato una dimensione commerciale nazionale e internazionale. Il loro panettone ha fatto il giro del mondo e Galup è diventata un’eccellenza italiana riconosciuta, ma le strade importanti della Galup restano ancora oggi quelle di Pinerolo.
Galup e l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche
L’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo nata e promossa nel 2004 dall’associazione internazionale Slow Food, è un’università non statale legalmente riconosciuta sostenuta da molte aziende del settore agroalimentare.
Galup è socio sostenitore dell’Università di Pollenzo. Questa partnership sancisce l’incontro di due realtà, che rappresentano i massimi livelli della cultura enogastronomica e della tradizione culinaria piemontese: da un lato, un Ateneo unico nel suo genere che accoglie studenti provenienti da tutto il mondo, dall’alto l’eccellenza piemontese della pasticceria, fortemente legata al territorio che l’ha vista nascere. In linea con la filosofia che guida l’università, anche Galup nei suoi 100 anni di storia ha sempre privilegiato la qualità rispetto alla quantità. Ancora oggi l’azienda di Pinerolo seleziona accuratamente ingredienti di primissima scelta, come nocciole italiane “Tonde Gentili Trilobate”, latte fresco italiano, lievito madre, tuorli di uova fresche da galline allevate a terra, e altri ancora.
La gamma di eccellenze Galup
Per celebrare i 100 anni del marchio, Galup ha scelto la semplicità di una veste impeccabile, che si distingue per il candore della confezione e la raffinatezza dei dettagli di stampa. La linea Anniversary brilla di luce propria. La lamina oro del logo celebrativo, degli inserti e dell’immagine storica del brand accende il bianco caldo e morbido delle confezioni, declinate in una varietà di forme e materiali.
Tutte le linee delle ricette Galup:
– Tradizionali: come Gran Galup con glassa alla Nocciola Italiana “Tonda Gentile Trilobata”, mandorle intere tostate e granella di zucchero; panettone Milano, senza canditi e Pandoro Gran Galup
– Ricette al cioccolato: con gocce di cioccolato fondente nell’impasto, pere e cioccolato, amarene e cioccolato, caffè e cioccolato, cocco e cioccolato, pandoro con gocce di cioccolato
– Ricette speciali: come panettone con marrons glaces, alla mela, al moscato, con caramello salato, alle fragoline, con agrumi
– Panettoni farciti: con la crema al pistacchio, alla crema gianduja, alla crema Pepino (pasticcere torinese inventore del gelato su stecco), alla crema con la birra Menabrea, alla crema di caffè Costadoro.
In collaborazione con Cristina Catese sono state create le ricette con i panettoni e i pandori Galup, e il 18.10.2022 durante l’evento per celebrare i 100 anni di Galup a Varsavia era possibile gustare questi squisiti dolci natalizi.
L’eccellenze di Galup le potete acquistare presso delicatessen online: www.kuchnia-wloska.com.pl
Il talento del PSG ispira Giroud prima dell’intervallo e piazza la doppietta nella ripresa. Lewa dal dischetto addolcisce al 99’
Più di così non si sarebbe potuto chiedere, oggettivamente. Beh, a chi non sarebbe dispiaciuta una Polonia campione del mondo per carità (qualche mese fa io c’ero riuscito, alla PlayStation però, proprio contro i Bleus) ma la realtà è una cosa con la quale bisogna sempre fare i conti. L’avventura biancorossa di Qatar 2022 si chiude agli ottavi di finale, al cospetto di una Francia già detentrice del titolo ed ora lanciatissima per la classica contro i rivali d’oltremanica. Il passaggio del girone da parte degli uomini di Michniewicz, in un modo o nell’altro (se ne è già detto abbastanza) ha regalato a una nazione intera un momento e un palcoscenico comunque importante, di prestigio, da godersi in ogni istante. Ma i calciatori di Deschamps fanno assoluto spavento, pur con quasi mezza formazione titolare ai box, e davvero non ci può mai essere gara, con i difetti della Polonia portati ad una conseguente e naturale amplificazione dinnanzi a un sodalizio di tale qualità. Non ho percepito davvero neanche per un istante un benché minimo di preoccupazione in nessuno dei ragazzi transalpini con cui scambio qualche battuta quotidianamente nel mio attuale capitolo di vita ai Caraibi francesi: eh sì, territorio ostile in questa circostanza, e la maglietta “Polska” sarebbe rimasta purtroppo in valigia in ogni caso. Ah, e non ho visto ovviamente neanche la partita con loro. La partita appunto: Mbappé è una spina nel fianco costante, già dai primi istanti di gara, e la difesa polacca patisce. Non mancano due buone occasioni però ai nostri biancorossi, con anche un clamoroso batti e ribatti da distanza ravvicinata che non scalfisce la retroguardia francese. Crolla invece quella guidata dall’eroe Szczęsny proprio a un soffio dall’intervallo, con Giroud “on fire” che si smarca troppo facilmente dalla marcatura e infila lo juventino in diagonale. Nella ripresa gli ingressi di Milik prima e Zalewski poi portano per più di un quarto d’ora a 7 il numero di biało-czerwoni “italiani” contemporaneamente in campo (prima dell’uscita di Kiwior a 3 minuti dal novantesimo). Ah sì dimenticavo un dettaglio e cioè Mbappé che nel frattempo con due legnate di destro prima sotto la traversa e poi all’incrocio manda due messaggi chiarissimi: in primis che la Francia vuole arrivare fino in fondo, vuole il bis, e poi che forse è lui il migliore giocatore al mondo in questo momento. Dopo una rovesciata di tibia di Milik che si infrange sul palo, la Polonia ha comunque modo di accorciare le distanze, a un soffio dal centesimo minuto, con il rigore di Lewandowski, il primo penalty a referto dopo tre errori dal dischetto consecutivi (uno suo e due avversari) nelle tre gare del girone. La gara si chiude così su un più dolce 3-1, per quel che può cambiare. In fondo però non si può certo dir triste la nazionale biancorossa ripensando a questa grande spedizione, conquistata con merito, nella quale sono arrivate comunque delle ottime soddisfazioni. A Marzo ora partiranno le qualificazioni ad Euro 2024, con i biancorossi che torneranno a riassaporare anche il caldo tifo di casa nei propri confini.
I biancorossi cadono con l’Argentina ma ottengono il secondo posto, con un ringraziamento a Szczęsny, Messico e Arabia Saudita
Se non ci fosse stato Wojcech Szczęsny a difendere i pali della Polonia, senza mezzi termini mi sento di dire che questa squadra avrebbe terminato il girone con zero punti in tre partite. Invece siamo qui a festeggiare un clamoroso passaggio agli ottavi di finale, e ben venga! Si può godere, legittimo, si deve! Domenica appuntamento alle 16 con la Francia campione del mondo in carica per gli ottavi di finale. Ma la situazione vissuta per accaparrarsi questo traguardo è stata abbastanza paradossale. Precisazione: come tanti altri, potrei essere davvero il primo a commentare alla stregua del leggendario Martellone di Boris, con un bel “esti …??” Ma andiamo oltre questa facile tentazione e vediamo le cose con un minimo di oggettività. La gara con l’Argentina è stata peggio di quanto mi aspettassi, sebbene fossi pronto a vivere una prospettiva del genere: troppa comodità per i biancorossi, consapevoli di poter permettersi di fallire il proprio match e di augurarsi che il Messico non dilagasse contro l’Arabia Saudita, o che questi ultimi non si inventassero un’altra leggendaria prestazione. In questa maniera la Polonia si sarebbe accontentata del suo secondo posto (buttiamolo via …). Il ragazzone della Juve in porta si dimostra ancora una volta, a mani basse, alte e a mezza altezza, il miglior portiere di questo Qatar 2022, stoppando il rigore, totalmente regalato, a uno dei (UNO dei) migliori giocatori al mondo. Nella ripresa ovviamente il muro crolla, e la troppo rinunciataria truppa di Michniewicz (gestione della gara e dei cambi altamente opinabili) ne prende due, che potrebbero essere anche più, ma alla fine due restano grazie al cielo. Anche il Messico nella ripresa della sua gara va sul 2-0, mai oltre nonostante un totale dominio, e a una certa ci ritroviamo a ridosso del fischio finale di quel match (Polonia-Argentina era già finita) con una situazione surreale: centroamericani e polacchi si vedono perfettamente bilanciati per punti, differenza reti e gol siglati. A passare sarebbero i nostri, per minori cartellini gialli incassati. Un po’ imbarazzante a mio modo di vedere, e zero retoriche sul discorso fair play. Già il Senegal pagò dazio quattro anni fa per questo criterio. Per dare più senso logico e dignità e spostare l’ago della bilancia della differenza reti pro Polonia, Al Dawsari a un soffio dal termine riduce le distanze per l’Arabia Saudita. Lui, l’uomo ipnotizzato da Tek prima di Messi. Se servisse ora ipnotizzare anche Griezmann, Mbappè o chi altri ben venga. Serve però soprattutto giocare a calcio, bene o male, ma provarci quantomeno, bisogna calciare in porta per segnare (che saggezza … eppure è la legge del pallone) ma di sicuro la mente dei polacchi domenica sarà più libera, senza questa paura. Non c’è davvero niente da perdere, e la storia è sempre dietro l’angolo.
Zieliński apre i conti, Szczęsny chiude la porta e poi Lewandowski la gara. Mercoledì con l’Argentina la terza e decisiva partita
Tre punti davvero esaltanti per i biancorossi contro la formazione Saudita che all’esordio, con grande sorpresa ma merito, aveva scottato l’Argentina (non la carne ovviamente bensì Messi & Co.). C’erano tutte le insidie possibili in questo match per i polacchi, reduci dall’agrodolce pareggio col Messico: nonostante il rigore sbagliato, come ho già scritto e intendo rimarchiare a fuoco ora, quel punto è stato un vero affare, vista la pericolosità avversaria mostrata. Soprattutto se poi in questa seconda giornata, nella sfida tutta del continente americana, hanno prevalso come da pronostico collettivo (stavolta azzeccato) e con lo stesso risultato di due reti a zero quelli più a Sud. E con due facili calcoli è lampante come il destino sia ora tutto nelle mani della Polonia, padrona del proprio fato dall’alto dei suoi 4 punti, con anche la possibilità di un mezzo passo falso se dall’altra parte … No. Io sogno in grande e voglio quel primo posto (anche se c’è addirittura il rischio di non …. No.).
La partita con l’Arabia Saudita. Che dire. Qualche aggiustamento nello scacchiere di Michniewicz, ma sempre la metà più uno di pedine italiche, stavolta con Milik in luogo di Zalewski (non tatticamente ma su un puro piano “patriottico”). Spoiler nella linea temporale di questo articolo, dentro anche Piątek proprio per Arek a secondo tempo inoltrato, con otto belpaesani dunque ad aver assaggiato, o divorato, il campo (ancora out per ovvie ragioni, ovvissime con altro spoiler, il secondo portiere Skorupski e il centrocampista della Viola, purtroppo lì ottimamente abituato alla panca, Żurkowski). A sbloccare la gara a ridosso dell’intervallo, non per la legge dei grandi numeri ma per la legge dei fenomeni, è ovviamente un nostrano, Pietrino Zieliński, con una bordata micidiale di controbalzo che sarebbe potuta finire in qualche distesa sabbiosa retrostante se mal impattata… ma parliamo di un giocatore sopraffino. È un grande gol, su assist del capitano.
Si può star tranquilli e chiudere il primo tempo comodamente? Sì e no. No perché arriva un rigorino per l’Arabia Saudita, sì perché in porta c’è un muro di nome Wojcech Szczęsny: bella la parata del guardiano juventino sul tiro dagli undici metri per carità (e utile!), ma quella sulla ribattuta non ha un senso. Mostruoso. Meno male che stavolta sul tabellino/mio stomaco nella foto dell’articolo il segno del penalty sbagliato accompagna un avversario e non Lewa che, salto temporale non lontano dal novantesimo, si iscrive alla storia con il gol del 2-0, il suo primo sigillo in un Mondiale, mandando così in estasi il popolo biało-czerwony. Molto bene la difesa avversaria nella circostanza, rivedibile a dire poco, anche se si sconsiglia caldamente un’eccessiva dose di replay di quel liscio. Vedere e rivedere invece le lacrime dopo la rete di Lewandowski, che si è tolto un macigno metaforico dal groppone, travolto poi invece subito dopo da un macigno fisico di compagni, pronti ad abbracciarlo, convinti tutti insieme ora più che mai di non porsi davvero limite in questo sogno. Dai ragazzi!
Un buon punto per i biancorossi, contro un avversario apparso più pimpante. Errore dal dischetto per Lewy a inizio ripresa.
Tra Messico e Polonia il pareggio era certamente il risultato più atteso, non certo una inaspettata sorpresa, ancor meno forse dopo ciò che invece sembrava realmente impensabile, ossia il ko dell’Argentina con l’Arabia Saudita di poche ore prima. Vedendo le cose in quest’ottica, il punto col Messico è di vitale importanza. Chiaro, portarne a casa tre avrebbe dato molto più respiro (e grazie!) ai biancorossi, ma in questo modo l’attenzione può e deve restare altissima. Qualora il rigore calciato da Lewandowski poco prima dell’ora di gioco fosse bastato a garantire il successo (ma contro il leggendario insuperabile tentacolare Ochoa scongelato anche quest’anno per i Mondiali c’è davvero sempre poco da fare) si sarebbe sicuro un po’ “occultata” una costante che vivo sempre, e sicuramente non solo io, vedendo questa squadra: ogni volta che infatti gli avversari partono per una cavalcata offensiva, c’è davvero sempre da tenersi pronti per il segno della croce, affinché non si registrino gol subiti. Anche il Messico oggi si è reso più volte pericoloso, tra Lozano, Vega e compagnia, pur mai in maniera cosi eclatante, e nonostante la ripetuta strizza, per fortuna il pallone nel sacco di Szczęsny non ci è mai finito. Ora ci sarà l’Arabia Saudita da affrontare, sabato alle 14: pura informazione, nessun commento ulteriore. Vediamo. Non scriverò che è una partita assolutamente da vincer…
La nazionale polacca mi fa davvero emozionare, per 300 motivi diversi. Parliamo della mia seconda patria, e nonostante un crollo di valori in questa età contemporanea, continuo ad amare quel pallone che rotola sul prato verde con due porte e tanti omini che lo rincorrono. E ancor più poi se questa schiera biancorossa è piena di calciatori del campionato italiano come già raccontato, ed oggi ce n’erano ben 6 nello schieramento iniziale. In tutto 7 poi con Milik, subentrato un pochino tardi a due minuti dal novantesimo, giusto in tempo per giocare gli ultimi ventisei minuti (scherzi a parte, sette minuti di recupero sono a momenti il minimo sindacale in questa rassegna, la quota di default…). Essere lontano dalla Polonia in questo momento e non poter vivere lì questi di momenti, quantomeno in un pub visto che si gioca nel deserto lontano, eh… un po’ mi fa male. Non sono purtroppo neanche in Italia, dove avrei potuto tifare … no niente. E ancor più se mi invento coi miei forzati momentanei mezzi questa “simpatica” grafica (foto di ritorno dallo stadio con casuale effetto striato sotto la maglia come l’attuale divisa nella zona spalle) e devo ahimè colorarla con un risultato non totalmente positivo e un brutto simbolino accanto al nome di Lewa. Sguardo avanti, sempre, forza Polska!
Martedì alle 17 la prima delicata gara contro il Messico; tantissimi i giocatori di Serie A nella rosa biancorossa
Se quella in partenza domani sarà l’edizione dei Mondiali di calcio delle numerose (e discusse) novità, l’assenza dell’Italia nella rassegna, ahinoi, è invece un triste bis. Non mancherà invece la Polonia, che ha fatto il suo dovere agli spareggi, a discapito di quella Svezia che fu fatale per gli Azzurri nella precedente campagna. E allora tutto il nostro tifo verrà riversato in maniera esclusiva alla truppa biancorossa, imbottita peraltro, come da tradizione, di calciatori della Serie A italiana; un binomio ormai ben consolidato, che contribuisce ad alimentare il già forte legame. E seguiremo questa avventura insieme, con un po’ di sana leggerezza!
Gli “italiani” in rosa
Su 26 calciatori a disposizione del CT Michniewicz, ben 10 giocano nel campionato italiano. Una percentuale altissima, di poco al di sotto del 40%, ma che sarebbe dovuta essere ancora maggiore con la presenza (ufficializzata e poi forzatamente modificata per infortunio) del portiere dello Spezia
Drągowski, che avrebbe completato il terzetto di tutto nostrano di guardiani con Szczęsny della Juventus e Skorupski del Bologna. Tra i difensori presente la colonna Glik (unico giocatore di Serie B con il suo Benevento), l’ormai ben saldo Bereszyński della Sampdoria e il giovane di grandi speranze Kiwior dello Spezia. E a proposito di astri nascenti, pronto ad arare tutta la fascia, il golden boy Zalewski della Roma.
Tagliati, rispetto alle lunghissime pre-convocazioni di ottobre, l’acciaccato Reca dello Spezia e il tosto Dawidowicz del Verona. Spostandoci a centrocampo, può forse sorprendere l’esclusione di Linetty del Torino, sempre preso in considerazione nonostante il poco impiego nel suo team, lo stesso problema che ha fatto rischiare al talento Żurkowski, (inspiegabilmente) panchinaro fisso alla Fiorentina, di perdere la spedizione. Presente invece senza discussione alcuna quella che è spesso e volentieri la scintilla della nazionale, in possibilità e dovere di inventare qualcosa anche per capitan Lewandowski là davanti, ossia Zieliński del Napoli. E ad irrobustire il reparto con il bomber del Barcellona, gli affidabilissimi Milik della Juventus e Piątek della Salernitana.
Un percorso imprevedibile Le danze per la Polonia si apriranno martedì 22 novembre, alle ore 17, contro il Messico. Seguiranno poi le gare di sabato 26, alle ore 14, contro l’Arabia Saudita, e di mercoledì 30, alle ore 20, contro la corazzata Argentina. Per garantirsi almeno il secondo posto del girone C, così da poter proseguire agli ottavi di finale, sarà fondamentale un risultato positivo nella gara inaugurale. Nessuno spazio qui per i pronostici, giusto un pizzico di scaramanzia e, come sempre, la parola al campo, la sola ed unica che conta. Posso però dire di aver avuto modo di vedere di recente due volte la nazionale polacca dal vivo, al PGE Narodowy di Varsavia, a giugno contro il Belgio e a settembre contro l’Olanda: due gare perse, in maniera differente, contro due nazionali di alta e altra caratura, anche se non al completo in quei due impegni di Nations League. Pur in un clima alle volte di scontento e di difficoltà, non sono mancate alcune note liete e spiragli di fiducia. Ricordiamo poi che il Mondiale è davvero una storia a sé, e può succedere davvero di tutto, quest’anno come non mai. E i tifosi non mancheranno di far sentir sentire il loro appoggio. Forza Polonia, biało-czerwony!
“È un’insolenza non da poco azzardarsi a descrivere le città. Le città hanno tante facce, tanti umori, mille direzioni, un insieme coloratissimo di scopi, misteri oscuri e misteri sereni. Le città nascondono tante cose e rivelano tante cose, ciascuna è un’unità, ciascuna è moltitudine, ciascuna ha più tempo di lui, relatore, uomo, gruppo, nazione…Qui ci vorrebbe la capacità di esprimere a parole cose come colore, profumo, densità e affabilità dell’aria; quello che, in mancanza di un nome adeguato, siamo costretti a chiamare con un nome scientifico, “l’atmosfera”. Joseph Roth
Il viaggiatore che entra a Cracovia per la prima volta viene colpito dalla sua bellezza rinascimentale e dall’accoglienza dei suoi abitanti, che scrutano lo straniero con discrezione e lo fanno sentire parte della propria comunità. Accoglienza, disponibilità, cortesia rendono questa città una delle più aperte del Centro Europa, considerata fino a poco tempo fa, soprattutto dagli italiani! lontana e difficile da vivere. Nella mia esperienza lavorativa all’Istituto Italiano di Cultura ho potuto ammirarne le qualità, insieme alla vivacità e bellezza di un centro storico che richiama molto la struttura architettonica delle nostre città rinascimentali.
È difficile sentirsi soli a Cracovia, perché col suo fascino induce il passante a portare costantemente il naso all’insù, ammaliato dalla monumentalità e distratto dal costante vocio di una folla transeunte, a contatto con mura che trasudano storia. Circondata dai suoi parchi, la città ti avvolge in un abbraccio caloroso e ti fa sentire a casa. Per queste ragioni, tra le tante realtà conosciute, posso definire Cracovia un mio locus animae, perché qui sono nate amicizie ed esperienze professionali, provando un senso di appartenenza tra case alte e vie strette, nel luogo sacro della Piazza del Mercato, tra i palazzi antichi e prestigiosi, come quelli dell’Università Jagellonica, sotto il suo cielo stellato di azzurro cobalto, esaltato dal bagliore lunare.
E mi sovviene un’infinita moltitudine di emozioni ripensando ai momenti vissuti in questa città, mentre l’attraversavo seguendo un mio percorso a piedi o in bicicletta
Ugo Rufino, Aldo Amati, Luigi Marinelli, Sebastiano Giorgi
percorrendo il lungo Vistola avvertivo un senso di libertà! Ma è la stagione autunnale che mi ha fatto sentire a casa a Cracovia. Annunciato anche dai cartelloni pubblicitari che ne danno il benvenuto, l’autunno accoglie e abbaglia con i suoi colori intensi lungo tappeti di foglie che coprono i suoi bellissimi parchi e i viali del Planty, mescolando il suo odore a quello del vino novello!
Sorprende l’effervescenza giovanile di una città dove gli Erasmus arrivano acquisendo un importante bagaglio di esperienze umane e professionali e dove ritornano perché hanno capito che è qui l’Europa che tutti vorremo costruire, fatta di
incontri, discussioni, opportunità lavorative in un contesto urbano preso a modello perché condiviso nella socialità, curiosità e libertà. Le numerose delegazioni istituzionali che ho ospitato in questi anni, insieme ai protagonisti delle manifestazioni culturali, hanno sempre espresso il loro apprezzamento, nonché meraviglia, per lo splendore della città, per la sua grande apertura all’altro da sé, per la vivibilità degli spazi urbani, per il decoro e la pulizia delle strade e dei luoghi pubblici.
A Cracovia non ci si annoia se si vuole partecipare alle numerose attività culturali: città melomane e con grande proiezione artistica, ricca di bellissimi e modernissimi spazi espositivi, in costante dialogo con la storia, con il peculiare quartiere di Kazimierz a rappresentare un capitolo a parte e caratterizzato dalla forte presenza della cultura ebraica. Se per molti polacchi l’Italia è la patria d’elezione, anche Cracovia, come tutta la Polonia, rappresenta per i molti italiani che l’hanno vissuta e la vivono una seconda patria. E se i caldi rintocchi della campana del Wawel, in costante dialogo con il richiamo del trombettiere della torre di Kościół Mariacki, riportano ad un passato glorioso, l’incessante brusio del Rynek, maestoso e avvolto in allegri colori, riporta ad un presente in costante evoluzione, metafora di un Paese in crescita vertiginosa e capace di dimostrare al mondo la sua capacità di innovarsi in un anelito incessante verso la modernità.
Non è un caso che Cracovia, città bella e non troppo grande (Wajda) sia stata scelta a luogo d’elezione da molti poeti, Milosz, Szymborszka, Zagajewiski per citarne solo alcuni, perché tra i suoi angoli si scopre una città che ne contiene altre, piccola nella sua confi gurazione architettonica, ma caleidoscopica per le sembianze che assume in ogni ora del giorno e delle differenti stagioni, magica perché comunica emozioni e ispira versi poetici. Cracovia, infatti, appartiene alla rete delle città letterarie del Patrimonio UNESCO col suo prestigioso festival Conrad!
E alla mia Cracovia voglio dedicare alcuni versi di Tadeusz Ròzewicz:
… le nuvole si adagiano su Cracovia la pioggia la pioggia cade sugli occhi di Wyspianski sulle vetrate cieche … esce Il sole vado in giro per i monasteri … buonanotte cari miei buonanotte poeti vivi e morti buonanotte poesia.
Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl.
Stamattina all’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia è stata presentata la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo in programma dal 14 al 20 novembre organizzata da Ambasciata d’Italia, Ice-Ita, Istituti Italiani di Cultura di Varsavia e Cracovia e Camera di Commercio e dell’Industria Italiana in Polonia. “Convivialità sostenibilità, innovazione: gli ingredienti della
cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del pianeta”, questo il tema della Settimana della Cucina 2022. “Si tratta di una iniziativa fortemente voluta dai ministeri italiani, tra cui soprattutto quello degli Esteri perché la cucina è cultura e modo d’essere che esprime nel migliore dei modi la ricchezza regionale italiana. La cucina ha anche uno straordinario valore economico per le esportazioni italiane ed è anche un modo per avere attenzione alla nostra salute”, ha dichiarato Laura Ranalli, incaricata d’affari dell’ambasciata in attesa dell’arrivo del nuovo ambasciatore. In collegamento dall’Italia è poi intervenuto il cuoco stellato Eugenio Boer: “A Varsavia porterò la filosofia del mio ristorante Bur di Milano, ovvero fare una cucina italiana contemporanea, che si fonda sui gusti della tradizione dal nord al sud, con una selezione maniacale delle materie prime, tenendo conto della sostenibilità della loro provenienza, evitando anche l’uso della plastica per quanto possibile cercando di usare al 100% le materie prime a nostra disposizione, evitando di sprecare l’acqua. In questo è assolutamente importante valorizzare il concetto antico della convivialità, del sentirsi a casa quando si è a cena insieme”. Tra gli eventi in programma c’è l’esposizione “Gli eroi del cibo” all’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia.
“Nel ricchissimo programma di eventi legati alla cucina tra Varsavia e Cracovia, segnalo la mostra “Eroi del cibo” organizzata da Slow Food, in cui si esalta il gusto come legame con un preciso territorio”, ha dichiarato Fabio Troisi direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia. “La Polonia importa circa 19 miliardi di eu di prodotti alimentari, la Germania è il primo paese da cui importa e l’Italia è al 5° posto. Nel 2021”, ha spiegato Paolo Lemma direttore dell’Ice-Ita “la Polonia ha importato dall’Italia oltre 1 miliardo di eu di prodotti alimentari, esclusi gli alcolici, con un incremento del +24%. È una crescita costante da 5 anni a questa parte e le attese sono ottimistiche, anche nel 2022 si registra un incremento del 21% rispetto l’anno scorso. I prodotti italiani di maggior successo in Polonia sono frutta, caffè, cioccolato, formaggi, pasta, biscotti, conserve di pomodoro e olio d’oliva. In ascesa mortadelle insaccati, prosciutti e speck”. Lemma ha poi annunciato la realizzazione di due video-ricette
con l’influencer Mateusz Mroczek e la cuoca Cristina Catese. “La settimana della cucina è l’occasione per promuovere tutta la cultura italiana ed è per quello che sottolineo la collaborazione con le scuole gastronomiche polacche per i cui studenti saranno tenuti, da Emiliano Castagna, tre seminari sui prodotti alimentari italiani a Zarzecze il 15 novembre, a Danzica il 16 novembre, e a Opole il 17 novembre”, ha spiegato Luigi Iannuzzi capo della cancelleria consolare ricordando anche l’evento alla Fabryka Norblina il 15 novembre con seminario della professoressa Daniela Martini cui seguirà un aperitivo italiano. Il presidente della Camera di Commercio Piero Cannas ha poi sottolineato anche la presenza italiana alla fiera di Gastrofood di Cracovia. Il programma completo della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo si trova sul sito dell’Ambasciata d’Italia.