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Rucinski ne Il Trovatore, domani la premiere al Teatro La Fenice

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photo Piotr Suzin

(photo Piotr Suzin)

Artur Rucinski sarà il “conte di Luna” ne Il Trovatore di Giuseppe Verdi, la premiere domani al Teatro La Fenice di Venezia. “Sono felicissimo di tornare a cantare, dopo l’esperienza ne “I Masnadieri” in questo prestigioso teatro interpretando uno dei miei ruoli preferiti”. Come ci si sente a poche ore dalla premiere? “Benissimo! Sto lavorando con cast di alto livello e anche il regista Lorenzo Mariani è molto soddisfatto delle prove.” Quest’estate ti sei esibito all’Arena di Verona, ora a Venezia, come ti trovi nei teatri italiani? “Adoro cantare in Italia, l’entusiasmo del pubblico è magnifico e da questa passione traggo molta energia che mi spinge a dare il meglio.” In questi anni la Polonia sta esportando molti cantanti d’altissimo livello, ma è una leggenda che la particolare difficoltà fonetica della lingua polacca vi agevola? “No, no è vero. Il polacco obbliga ad un esercizio continuo, abbiamo una particolare complessità fonetica che ci allena ad approcciare qualsiasi lingua. Naturalmente come la gran parte dei cantanti amo la lingua italiana che è senza dubbio alcuno la lingua più adatta ad essere cantata: il “bel canto” italiano pieno di vocali.” Quando ti potremo ascoltare a Varsavia? “A gennaio, prima sarò ancora impegnato in Italia e in altri teatri europei tra Zurigo, Amburgo e Berlino.”

L’intervista completa, con il servizio fotografico di Piotr Suzin, nel numero di ottobre di Gazzetta Italia.

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La moderna Varsavia non dimentica il suo passato

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Varsavia il centro al tramonto

Harry di Prisco

Varsavia, nonostante abbia alle spalle una storia particolarmente travagliata, ha conservato caratteristiche, che l’accomunano alle altre capitali dell’occidente europeo. Il brillante connubio tra antico e moderno e il suo spirito giovane la rende una città unica, esuberante, movimentata e piena di vita, in cui vivono moltissimi giovani. Situata nel cuore dell’Europa, il Paese è stato in passato un luogo di unione e di divisione tra l’Europa dell’est e dell’ovest. Oggi la Polonia, che conta otto milioni di visitatori all’anno, è il paese che meglio risponde alle aspettative del turista. Varsavia è collegata con Roma con numerosi voli e dopo meno di due ore e mezzo si arriva comodamente all’aeroporto Warsaw Chopin, situato a soli 13 chilometri dal centro cittadino, che si raggiunge con un efficiente servizio ferroviario metropolitano. La stazione ferroviaria principale “Centralina” si trova nel cuore della città, a pochi passi dal Palazzo della Cultura e della Scienza, eretto in soli tre anni quale dono dell’Unione Sovietica e per questo non molto amato. Una favola metropolitana vuole che i grattacieli, costruiti all’indomani della liberazione dall’Unione Sovietica, sono stati collocati in modo da coprire quel gigante alto 231 metri con oltre ottomila stanze. Per le informazioni turistiche di Varsavia è attivo il sito www.warsawtour.pl. dell’Ufficio turistico di Varsavia diretto da Barbara Tekieli. Per informazioni sulla Polonia si può consultare il sito dell’ Ente Nazionale Polacco per il Turismo: www.polonia.travel/it.

[cml_media_alt id='111649']i grandi magazzini di Varsavia[/cml_media_alt]
i grandi magazzini di Varsavia

Per visitare la capitale è consigliabile l’inizio dell’autunno quando si svolgono molte manifestazioni. Chopin, il più prestigioso figlio di questa terra, da bambino prodigio, fu educato a Varsavia e tanti sono i concerti, che propongono la sua musica, come quelli che si tengono fino alla fine di settembre nel parco reale di Lazienki, sotto il monumento a lui dedicato. Il parco è una delle mete preferite delle passeggiate dei cittadini di Varsavia e dei turisti, dove non è consentito circolare in bici per non disturbare i numerosi scoiattoli. Incantevoli sono gli edifici storici al suo interno: il Palazzo sull’Acqua, che si riflette con il suo colore bianco nel laghetto artificiale; l’Anfiteatro estivo e l’Orangerie, in cui è collocato il teatrino di corte. Il centro storico di Varsavia, per la sua perfetta ricostruzione post bellica, è stato inserito nel Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Nella piazza della città vecchia vi è il Castello Reale, costruito agli inizi del XV secolo. Fu trasformato più volte e poi completamente distrutto durante gli eventi bellici della II Guerra Mondiale. All’indomani del disastro i cittadini, salvarono piccoli e grandi frammenti per ricostruirlo ed oggi è diventato un museo. Le perle della collezione sono rappresentate dai due dipinti di Rembrandt, nonché dalle vedute settecentesche del Canaletto, che furono di grande aiuto durante la ricostruzione della città.

[cml_media_alt id='111647']Varsavia monumento a Chopin[/cml_media_alt]
Varsavia monumento a Chopin

Per poter meglio comprendere la storia e la forza di ripresa del popolo polacco occorre visitare anche “Il Museo dell’Insurrezione di Varsavia” che risale a dieci anni fa e a tutt’oggi ha registrato cinque milioni di visitatori. Su di una superficie di tremila metri quadrati si possono vedere mille reperti oltre ad un filmato in 3D che mostra la città distrutta dalla furia nazista. All’interno sono anche esposti macchine tipografiche che servivano per stampare manifesti di propaganda e giornali ciclostilati. Per non dimenticare il lavoro di tanti che sacrificarono la loro vita, oggi ci sono alcuni anziani che da volontari prestano il loro aiuto, testimoniando con silenziosa dignità il dramma dei campi di concentramento da cui sono riusciti a fuggire, come Henryk Wasilewski, che all’epoca aveva 26 anni.

Forte è il fervore religioso dei polacchi e sono tanti i nostri connazionali che vengono qui sulla scia dei ricordi di San Giovanni Paolo II, il primo Papa polacco nella storia della Chiesa cattolica e il primo vescovo di Roma non italiano dopo 450 anni. Il primo pellegrinaggio in Polonia di San Giovanni Paolo II fu proprio fatto a Varsavia nella piazza Pitsudski nel giugno del 1979 quando la Polonia era sotto il dominio sovietico e, durante la Santa Messa, davanti a cinquecentomila persone, pronunciò le significative parole «Venga il tuo Spirito e rinnovi il volto della terra, di questa terra! ». Prima della messa il Papa depose dei fiori presso la Tomba del Milite Ignoto, scrivendo sul registro “Al Milite Ignoto della Polonia – Giovanni Paolo II, figlio di questa terra”. La caduta del comunismo possiamo dire è iniziata con la visita del Papa e le parole pronunciate che portarono alla nascita del sindacato Solidarnosc ed al riscatto del popolo.

[cml_media_alt id='111648']Cambio della guardia a Varsavia[/cml_media_alt]
Cambio della guardia a Varsavia

Il ‘cane-ragno’ mutante che terrorizza la Polonia – VIDEO

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Uno spaventoso cane-ragno mutante si aggira per le strade della Polonia terrorizzando gli sventurati che gli si parano davanti. Ma non fatevi ingannare: niente creature soprannaturali, ma un divertente scherzo realizzato da Sylwester Wardega, che in pochi giorni è diventato virale sul web, raggiungendo più di 70 milioni di click su YouTube. La protagonista è la cagnetta Chica, che con uno dei tanti abiti di Halloween per cani, gironzola di notte per le strade con l’aspetto di un mostruoso ragno gigante.

Ma è grazie all’abilità del padrone che le vittime cascano nella rete dello scherzo. In una scena, un uomo è sdraiato sul pavimento di un ascensore con il cane-ragno sul corpo e “sangue” dapertutto, come se il mostro lo avesse appena ucciso. Facile immaginare la reazione dello sventurato che si trova davanti questa scena.

Un altro scherzo è ambientato in una stazione metro, dove alcune ragnatele che scendono dal soffitto avvolgono parti di corpo umano. Di lì a poco arriva correndo la nostra Chica, che riesce a terrorizzare il povero passante.

Il cane è diventato così popolare che è stata anche istituita una pagina Facebook a suo nome.

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Cosa c’è con la virgola?

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Salve, amici e amiche e bentornati, come in ogni numero di Gazzetta Italia,  all’angolo del linguista. Questo mese ho deciso di rispondere ad Agnieszka; la sua è una domanda molto complessa e non ci basterà un piccolo “angolo” per risponderle in maniera adeguata.

Il quesito di Agnieszka è molto semplice e concisa: come si usa la punteggiatura nell’uso scritto della lingua italiana?

Ovviamente le regole sono diverse dal polacco, questo porta molti studenti e non solo ad usare la punteggiatura italiana in modo quasi arbitrario e non esatto. Cominciamo, dunque, da questo numero di maggio ad analizzare, uno per uno, prima di tutto i segni d’interpunzione. Oggi parleremo della virgola ( ,) che è uno dei segni più difficili da usare e presenta molte regole e del punto e virgola (;).

La Virgola viene usata per  indicare una pausa fra due parole o due proposizioni (frasi). Facciamo degli esempi: Mi piacciono le fragole, le mele, l’ananas. Sono arrivato tardi, il film era già cominciato.

Usiamo la virgola in questi casi specifici:

1. Dopo un vocativo (cioè quando ci rivolgiamo a qualcuno): Marco, torna subito. Ovviamente anche girando la frase al contrario: Torna subito, Marco.

2. Quando facciamo un elenco, prima di ogni termine, a patto che non ci sia una congiunzione (oppure quando la congiunzione c’è prima di ogni termine): Alla festa ho incontrato mio cugino, mia sorella, Maria, Gianni e Stefano. Per il secondo caso: Matteo e studia, e lavora, e suona, e gioca a tennis, fa un sacco di cose.

3. Quando dobbiamo differenziare e dividere le varie frasi che formano un periodo: Ho saputo, mentre ero a scuola, che la prossima settimana non c’è la lezione di polacco, perché la professoressa è ammalata.

4. Nelle frasi in cui non ripetiamo il verbo già espresso in una frase precedente: Gli esercizi sono stati corretti; gli errori, evidenziati; i voti, assegnati;

5. Quando inseriamo degli intercalare in una frase principale. Generalmente, se eliminiamo questo intercalare la frase ha una vita a sè stante: Ieri, non avendo nient’altro da fare, sono andato allo zoo con i miei bambini.

6. La virgola, generalmente,  NON si usa quando le parole o le proposizioni sono unite da una congiunzione (e, o, oppure, ovvero, né, ecc…).

7. La virgola NON si usa come in polacco prima di ?eby, aby, ?e. Non è una regola da applicare alla lingua italiana: Dzwoni?, ?eby potwierdzi? nasze spotkanie. Telefono per confermare il nostro appuntamento.

Il punto e virgola viene usato per rendere una pausa più lunga rispetto a quella della virgola oppure per far capire che fra due proposizioni c’è una differenza o addirittura un’opposizione: Quando il professore mi fece la domanda, tutti si aspettavano un mio errore; tuttavia non mi feci prendere dal panico e risposi correttamente.

Grazie per l’attenzione, carissimi. Ci sentiamo nel prossimo numero per continuare a parlare di quest’argomento. Continuate a scrivere a: lingua@gazzettaitalia.pl

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Livello del tasso di disoccupazione: il più basso degli ultimi 6 anni!

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Il Ministro del lavoro, W?adys?aw Kosiniak-Kamysz, ha riferito che nel mese di agosto il tasso di disoccupazione è sceso al 11,7%. A luglio era del 11,9%. Il ministro ha tenuto a precisare che la ripresa del mercato polacco del lavoro, non è stagionale ma stabile. Il calo della disoccupazione è stato registrato in tutte le regioni polacche. Attualmente il valore più basso è quella nella città di Wielkopolska (del voivodato della Grande Polonia) ed è al 8,1%. Negli uffici di collocamento alla fine di agosto sono stati registrati 1 mln e 855 mila persone. Il Ministro del lavoro ha sottolineato che per la prima volta, dopo la crisi, il numero delle offerte di lavoro, nel mese di agosto, è stato il più alto degli ultimi sei anni. Inoltre, Wladyslaw Kosiak-Kamysz, ha affermato che alla fine dell’anno si prevede un tasso di disoccupazione al di sotto del 13%. (Polonia Oggi)

Aeroporto di Chopin: quest’anno sono partiti più di 7,1 milioni di passeggeri

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Przemys?aw Przybylski, portavoce dell’aeroporto di Chopin, ha riferito che nel mese di agosto sono stati serviti più di 1,1 milione di passeggeri. Il dato è inferiore del 2,3% rispetto all’agosto 2013. Dall’inizio dell’anno circa 7,1 milioni di passeggeri sono partiti da Chopin, di cui quasi 6,3 mln per mete internazionali (in calo del 5,2%) e 807,5 mila con voli nazionali, per un aumento del 9,7%. “E’ stato registrato un leggero calo, però è utile ricordare che i voli Ryanair partono dall’aeroporto di Modlin e sul totale, il 10% del traffico aeroportuale è di loro competenza. Ciò significa che le altre compagnie aeree hanno migliorato notevolmente le loro offerte e per questo motivo i dati sono solo apparentemente negativi” ha chiarito Przybylski. Inoltre, fino alla fine dell’anno, dovrebbe essere ultimata la costruzione del nuovo terminal che servirà un numero maggiore di passeggeri.

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La geopolitica tra Polonia, Italia e Turchia

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Francesco Sidoti

Durante la presidenza Obama, sono rivelatori tre viaggi. In Turchia ha compiuto il suo primo viaggio all’estero e ha pronunciato un discorso importantissimo nel quale dichiarava che la precedente politica americana era stata messa da parte e che gli Stati Uniti non erano mai stati in guerra con l’Islam. In Italia ha compiuto l’ultimo viaggio, incontrando Papa Francesco, che rinnova la tradizione dei Pontefici che hanno saputo parlare un linguaggio universale, in una linea per molti versi simile a quella di Obama, premio Nobel per la pace. A Varsavia invece Obama ha detto che la Polonia rappresenta un modello di transizione alla democrazia; “uno dei nostri alleati più stretti e un leader nell’Unione europea”.

Per secoli la storia mondiale è stata raccontata in maniera unilaterale, dando preminenza a punti di vista nazionalistici, espansionistici, bellicosi. Oggi ci sono problemi globali che nessun paese da solo è in grado di risolvere, dai cambiamenti climatici alle crisi finanziarie, dai movimenti migratori alla proliferazione nucleare. Al fine di affrontare in sicurezza questi problemi globali, la Polonia, la Turchia, l’Italia, sono fondamentali. E sono tre storie di successo, che possono e debbono essere raccontate senza complessi d’inferiorità. Perché hanno molto da insegnare, proprio nel settore della sicurezza.

Il successo della sicurezza in Polonia non è secondo al successo straordinario dell’economia. Il paese che era la sede eponima dell’alleanza internazionale dei paesi comunisti è diventato ora, invece, un paese centrale nell’Alleanza atlantica. Il sistema polacco della sicurezza era totalmente integrato nello stile e nella cultura comunista ed ora è diventato un modello di efficienza sia sul piano interno sia sul piano internazionale. È una grande storia di successo. La Polonia è un grande Paese anche perché è una grande potenza della sicurezza democratica internazionale.

Anche la Turchia è una storia straordinaria di successo democratico. Un paese che era travagliato da colpi di Stato, terrorismo, crisi economiche, è diventato in pochissimi anni un paese caratterizzato sia da un’economia che si sviluppa a ritmi travolgenti sia da una democrazia dove il confronto politico è vibrante, acceso, senza esclusione di colpi, ma è rimasto dentro la cornice democratica. È a tutti noto che esiste oggi una situazione difficile in Turchia, ma si può meravigliare soltanto chi non conosce la storia delle democrazie, dove il conflitto è endemico e spesso aspro, ma sempre è motore di rinnovamento e di crescita.

Nella sicurezza democratica il successo italiano non è meno rilevante. Un paese che per anni era stato caratterizzato dall’immagine della mafia e che aveva subito l’assassinio di grandi protagonisti della giustizia e della politica, oggi è invece caratterizzato dalla vittoria della democrazia sulla mafia. Quelli che erano ritenuti gli imprendibili capi dei capi mafiosi, sono stati tutti catturati e sono tutti in carcere, sottoposti ad un durissimo regime di detenzione. A Palermo c’è un sindaco notoriamente fortemente antimafia; nella regione Sicilia c’è un presidente notoriamente fortemente antimafia. Contro il crimine organizzato in Italia c’è un’esperienza fuori dal comune, una legislazione d’avanguardia, successi investigativi clamorosi. Molti dei più famosi mafiosi sono in galera, anche quei casalesi resi celebri da Roberto Saviano sono stati debellati. Ogni giorno vengono appioppati secoli di carcere, sequestrate proprietà illecite, arrestati latitanti.

Nel passato c’è l’essere stato potenza imperiale sia per la Turchia che per la Polonia; un passato che è certo finito, perché oggi contano soltanto le alleanze giuste e leali nella democrazia globale, ma che deve essere adeguatamente ricordato, perché alcuni hanno la tendenza a ricordare soltanto quella storia dell’Europa che fa comodo a interessi locali, particolari, egoistici.

Non ci saranno pace e stabilità nel mondo senza una Turchia pienamente e vigorosamente impegnata in Medio Oriente; senza una Polonia autorevolmente e incisivamente impegnata in Europa; senza un’Italia credibilmente e attivamente impegnata nel Mediterraneo.

Procedono bene i lavori della metro

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Il colore dominate della stazione della nuova linea metropolitana “Nowy ?wiat-Uniwersytet” sarà il color viola. Domenica il sindaco di Varsavia, Hanna Gronkiewicz-Waltz, si è recato presso la stazione della metro per verificare lo stato d’avanzamento dei lavori. Magdalena Lubieniecka, portavoce della società costruttrice della seconda linea metropolitana, ha riferito: “I lavori della stazione Nowy ?wiat-Uniwersytet sono molto profondi, il binario si troverà ad una profondità di 23 metri. Scavi così profondi considerando la geologia di Varsavia e della necessità di costruire la nuova linea, otto metri al di sotto del fondo del fiume Vistola”. L’entrata della stazione si troverà all’incrocio tra via ?wi?tokrzyska e Nowy ?wiat. La data d’apertura della seconda linea metropolitana è prevista per il 31 ottobre.

(Polonia Oggi)

Venezia 71: vince il film svedese di Roy Andersson. In laguna anche Pawe? Pawlikowski con “Ida”

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(Pawel Pawlikowski photo Piotr Suzin)

Venezia 71 il verdetto:

Leone d’oro: “A pigeon sat on a branch reflecting on existence” del regista svedese Roy Andersson
Leone d’argento: “Le notti bianche del Postino” (The Postman’s White Nights) del regista russo Andrej Konchalovskij

Gran premio della giuria a “The look of silence” di Joshua Oppenheimer

Coppa Volpi per la migliore attrice: Alba Rohrwacher la protagonista di “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo
Coppa Volpi per il migliore attore: Adam Driver, l’attore americano di “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo

Lasciatemi aggiungere che sono molto felice d’aver chiuso questa 71^ edizione del festival veneziano con la proiezione di “Ida”. Un bellissimo film che mi riconcilia con il cinema d’autore, con quello che per me è il cinema più autentico. Una trama interessante che non ha paura di toccare aspetti del passato che hanno formato la società polacca così com’è oggi. Dialoghi essenziali, una fotografia perfetta, curata ed evocativa che innalza la cifra estetica del film, il tutto sommato alla ottima recitazione dell’esordiente Agata Trzebuchowska. E dopo la proiezione nel giardino dell’area “Giornate degli autori” ho incontrato con grande piacere il regista Pawe? Pawlikowski recentemente tornato a vivere a Varsavia. “È bello tornare a Varsavia, città in cui ho trovato un clima aperto, dinamico, non convenzionale, meglio di Parigi. Se continuerò a trattare temi polacchi? Credo di sì, cioè più che “temi polacchi” in senso classico voglio trattare della gente, storie di persone e di società che cambia, ovvero fare un cinema universale a partire dalla Polonia. Ed è forse proprio di questo che penso ci sia bisogno, ovvero fare cinema puntando alla qualità artistica “tout court” senza essere schiavi di schematismi retorici sulla Polonia”.

(L’intervista integrale a Pawe? Pawlikowski sarà pubblicata nel numero di ottobre di Gazzetta Italia)

“Good Kill”, la morte come un videogioco (clip di “Good kill)

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Non vincerà il Leone d’oro, ma “Good kill”, in concorso alla Mostra del Cinema, ha il merito di trattare un tema interessante. Un’opera semplice che descrive la disillusione di un pilota dell’aeronautica americana trasformato in un killer da videogioco. Tommy Egan (interpretato da Ethan Hawke) è un pilota di F16 che tornato in patria continua a partecipare a missioni anti-terrorismo senza volare, ovvero guidando dalla base di Las Vegas micidiali droni che bombardano “scientificamente” tra l’Afghanistan e lo Yemen. Causare morti come fosse un videogioco alla lunga mette in crisi il protagonista sia professionalmente che nella vita privata. Purtroppo il film scorre via in modo un po’ piatto, poche emozioni, dialoghi risicati e nessuna vera riflessione su quello che rappresenta l’illusoria follia americana della caccia al terrorista nel mondo, una guerra preventiva che causa ogni giorno decine di vittime innocenti.

E così passato senza suscitare entusiasmi anche “Good Kill” ora la lotta per vincere la 71^ edizione del Festival veneziano sembra ormai ristretta tra il film la commedia noir “Birdman” di Alejandro Inarritu e “The look of silence” di Joshua Oppenheimer, il docu-film sul genocidio politico avvenuto in Indonesia. Domani il verdetto. Nel frattempo la Mostra è l’occasione per vedere alcuni interessanti classici restaurati ed alcuni film che finora non hanno raggiunto sufficientemente il pubblico, tra questi il polacco “Ida”, di Pawel Pawlikowski, che domani sarà proietatto come evento collaterale.

http://paolozennaro.com/gazzettaitalia/5714.mov

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