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La polacca Karolina Bielawska è la donna più bella del mondo!

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Foto /Autorstwa Miss Polonia – 15. Karolina Bielawska – finalistka Miss Polonia 2019 (0:39), CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=115845896

Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Assegnato per la 70^ volta il titolo di Miss Mondo. La cerimonia si è tenuta a Porto Rico. La corona della donna più bella del mondo è stata vinta dalla rappresentante polacca, Karolina Bielawska, una ventiduenne di Łódź, che nel 2019 ha vinto il titolo di Miss Polonia. Karolina è ancora una studentessa, studia al politecnico di Łódź. Ha conseguito una laurea triennale e ora sta frequentando il master. Inoltre, si occupa di beneficenza presso diverse organizzazioni. Karolina Bielawska è la seconda donna polacca nella storia a vincere questo titolo. Nel 1989, Aneta Kręglicka è stata la prima a vincere la competizione. Miss Mondo è il concorso di bellezza più antico del mondo. Fu organizzato per la prima volta nel 1951 in Gran Bretagna.

https://sukces.rp.pl/ludzie/art35881501-karolina-bielawska-z-tytulem-miss-world-polka-najpiekniejsza-na-swiecie

[Aggiornamento 17.03.2020] Situazione attuale in Polonia rispetto all’epidemia di COVID-19

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In Polonia questa settimana si registrano dati in diminuzione sotto il profilo dei nuovi contagi (-5%), in calo anche i morti (-32%). Il numero complessivo dei casi attivi è 533.536, di cui in gravi condizioni 457, ovvero circa lo 0,1% del totale.

Gli ultimi dati giornalieri 12.274 nuove infezioni (su 77.800 test effettuati), con 207 morti da coronavirus nelle ultime 24 ore. Nelle prossime settimane si attende di verificare l’impatto degli ingressi dall’Ucraina.

Il numero delle vittime nell’ultima settimana è stato di 794 morti e la situazione nelle strutture sanitarie polacche è stabile. Sono ospedalizzati 7.357 malati di COVID-19, con 457 terapie intensive occupate.

Attualmente sono state effettuate 53.711.008 vaccinazioni per COVID-19. La copertura sul totale della popolazione è di circa il 58,8%, inferiore alla media UE 72,2%. L’Italia ha copertura sul totale della popolazione pari al 79,3% (maggiori informazioni su: https://vaccinetracker.ecdc.europa.eu).

Resta in vigore fino a fine marzo l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso. Sono aperti bar e ristoranti, ma senza più limiti di capienza. Sono aperti hotel, centri commerciali, negozi, saloni di bellezza, parrucchieri, musei e gli impianti sportivi, anche al chiuso. Sono aperte anche discoteche e sale da ballo.

Per quanto riguarda gli sposamenti, prevista la quarantena di 7 giorni obbligatoria per persone in arrivo in Polonia salvo eccezioni per vaccinati, persone con test negativo effettuato nelle 48 ore precedenti e casi particolari. Si è liberati dalla quarantena obbligatoria da un test covid negativo. Per entrare in Polonia da paesi non Schengen obbligatorio test COVID-19 negativo effettuato nelle 48 ore precedenti, anche per vaccinati.

A seguito degli sviluppi legati alla guerra in corso oltre i confini orientali, sono sospesi i voli verso Ucraina, Bielorussia e Russia, sono bloccati anche gli accessi via terra e il traffico ferroviario da Bielorussia e Ucraina.

Si raccomanda di limitare gli spostamenti e monitorare i dati epidemiologici per viaggi da e verso la Polonia.

Per spostamenti all’interno dell’UE, si raccomanda di verificare le restrizioni su: https://reopen.europa.eu

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Informazioni per i cittadini italiani in rientro dall’estero e cittadini stranieri in Italia tra cui le risposte alle domande:

  • Ci sono Paesi dai quali l’ingresso in Italia è vietato?
  • Sono entrato/a in Italia dall’estero, devo stare 14 giorni in isolamento fiduciario a casa?
  • Quali sono le eccezioni all’obbligo di isolamento fiduciario per chi entra dall’estero?
  • E’ consentito il turismo da e per l’estero?

Per gli spostamenti da e per l’Italia a questo link le informazioni del Ministero degli Esteri: situazione al 19 agosto 2020

La situazione Polonia verrà aggiornata all’indirizzo: www.icpartners.it/polonia-situazione-coronavirus/

Per maggiori informazioni:
E-mail: info@icpartnerspoland.pl
Telefono: +48 22 828 39 49
Facebook: www.facebook.com/ICPPoland
LinkedIn: www.linkedin.com/company/icpartners/

Le star polacche alla Mostra del Cinema (II)

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Wanda Jakubowska i Borys Monastyrski sul set del film "L'ultima tappa", Film n. 26

Nella primavera del 1945 le camionette degli Alleati sbarcarono a Piazzale Roma e i soldati cominciarono a percorrere la città. Giravano per Venezia senza ostilità anzi con la curiosità dei turisti “si videro quegli uomini in divisa girare per le chiese, per le calli, per i musei, per la Piazza San Marco, nel Palazzo Ducale con le guide e i Baederker sotto il braccio e si capì che veramente la pace era arrivata. Venezia aveva trasformato i soldati in turisti.” Nell’agosto dello stesso anno si cominciò a pensare di riprendere tutte le iniziative culturali veneziane, inclusa la Mostra del Cinema che era la più famosa.

I dirigenti della Biennale decisero di cominciare con un’edizione di prova. Nel conteggio delle edizioni non vennero prese in considerazione le Mostre svoltesi nel periodo della seconda guerra mondiale (dal 1939 al 1942), nel 1946 si cominciò quindi con la settima edizione non competitiva, senza le delegazioni ufficiali dei governi e le proiezioni si svolsero a Palazzo Ducale perché la Casa del Cinema al Lido era ancora occupata per le ragioni militari. Vennero presentati 35 film a soggetto e 32 cortometraggi. Questa edizione di prova segnò una grande ripresa di quella prima manifestazione cinematografica al mondo così popolare e amata dal pubblico. Dopo gli anni dolorosi del periodo bellico, le immagini del grande schermo furono per tutti un’ancora di salvezza ideale.

I primi dieci anni dopo la guerra hanno segnato una nuova era nella storia del cinema e della manifestazione veneziana. Erano gli anni d’oro per l’Italia, per la città e per il cinema. Ovviamente, come in ogni grande evento culturale, non mancavano discussioni, dubbi, critiche ma tutto questo ha avuto un unico scopo: portare la Mostra del Cinema ad un livello sempre più alto. Tra il 1946 e il 1959 “il cinema ha proclamato la sua indipendenza artistica e la ricerca nella realizzazione delle sue storie, sempre più legate alla realtà dei contenuti, degli stili, dei metodi e delle maniere di narrare.”

Wanda Bartówna e Barbara Drapińska nel film “L’ultima tappa” in copertina della rivista Film, n.36 del marzo 1948

Numerose le presenze polacche nel decennio dopo la guerra soprattutto nelle sezioni di: documentari, cortometraggi e film per ragazzi. La tematica trattata dai registi, tipica per la scuola cinematografica polacca dell’epoca, era incentrata soprattutto sulla volontà di fare conti con il periodo della guerra. Il tema è stato trattato in vari modi: si parla della ricostruzione del paese (“Ricostruiamo Varsavia” di Urbanowicz) e dei traumi post bellici (“L’ombra” e “La vera fine della guerra” di Kawalerowicz, “L’ultimo giorno dell’estate” di Konwicki), oppure si raccontano le storie dei sopravvissuti al campo di concentramento Auschwitz-Birkenau (“L’ultima tappa” di Jakubowska). Non mancano i film sull’arte, sulla musica o sui personaggi importanti per la cultura polacca come Nikifor, Canaletto, Chopin, lo scultore Tadeusz Kulisiewicz. Importante anche la presenza dei documentari che raccontano le bellezze del paesaggio con maggiore attenzione posta sulle regioni (Pieniny), sulle città (Biskupin, Varsavia). Non mancano anche i film per ragazzi caratterizzati dal forte impegno didattico (“La mangiatoia di Gianni” di Has, “Staś spóźnialski” di Nasfeter).

Importante ricordare che fu anche il periodo in cui debuttarono alla Mostra tanti registi polacchi che poi raggiungeranno una fama mondiale, tra questi Wajda, Munk, Kawalerowicz, Konwicki oppure la regina del cinegiornale polacco Helena Lemańska.

Presenze polacche alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica dal 1946 al 1959

  • 7^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1946
    Budujemy Warszawę / Ricostruiamo Varsavia, di Stanisław Urbanowicz
    Kroniki (Cronache), di Stanisław Urbanowicz
  • 9^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1948
    Ostatni etap / L’ultima tappa, di Wanda Jakubowska
    Ulica Graniczna / Strada di confine, di Aleksander Ford, Medaglia della presidenza del Consiglio dei Ministri – Direzione Generale dello Spettacolo
    Co ty tu robisz / Che cosa fai qui (cortometraggio)
    Kopalnia / Miniera, di Natalia Brzozowska (cortometraggio)
  • 10^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1949
    Dom na pustkowiu / La casa solitaria, di Jan Rybkowski
    Biskupin, di Jerzy Stefanowski (cortometraggio)
    Pastwiska, di Stanislaw Możdżenski (cortometraggio)
  • 14^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1953
    Młodość Chopina / La giovinezza di Chopin, di Aleksander Ford
    La capitale s’appelle Varsovie, di Ludwik Perski, Karol Malkużyński, Jerzy Jankowski, 1953; premio per i documentari di argomento geografico
    Pieniny / Le Montagne Pieniny, di Zbigniew Bochenek
  • 15^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1954
    Pogoda na jutro / Previsioni del tempo, di Stanisław Urbanowicz, 1954; premio per i film didattici nella sezione del Film Documentario e del Cortometraggio
  • 16^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1955
    Błękitny Krzyż / La croce azzurra, di Andrzej Munk, premio Medaglia di bronzo
    Karmik Jankowy / La mangiatoia di Gianni, di Wojciech Has
    Staś spóźnialski, di Janusz Nasfeter
    Ratujemy dzieła sztuki / Salviamo le opere d’arte, di Stanisław Lenartowicz, 1954
  • 17^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1956
    CANALETTO DI VARSAVIA di Jarosław Brzozowski, 1956 (cortometraggio)
    L’ECLYPSE / L’Eclissi, di Stanisław Urbanowicz, 1956
  • 18^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1957
    Cień / L’ombra di Jerzy Kawalerowicz
    POKOLENIE / Una ragazza ha parlato, di Andrzej Wajda 1955
    PRAWDZIWY KONIEC WIELKIEJ WOJNY / La vera fine della guerra, di Jerzy Kawalerowicz, 1957
    CZARODZIEJSKIE DARY / I doni magici (cortometraggio), di Zenon Wasilewski
    BYŁ SOBIE RAZ… / C’era una volta (cortometraggio), di Walerian Borowczyk, Jan Lenica, 1957; Premio per i film a disegni e pupazzi animati (1957)
    OD PŁETWY DO SKRZYDŁA / Dalle piume alle ali (cortometraggio), di Ussorowski
    OSTRO ŻNOŚĆ! / Prudenza! (cortometraggio), di Jerzy Kotowski, soggetto Konstanty Ildefons Gałczyński
    PIOTR MICHALOWSKI (cortometraggio), di Jarosław Brzozowski
    IMMAGINI DI POLONIA PRIMAVERA IN OTTOBRE, prod. Film Polski
  • 19^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1958
    Eroica di Andrzej Munk
    KODEX PUTULSKI / Il vangelo Putulski (cortometraggio), di Tadeusz Jaworski
    MISTRZ NIKIFOR / Il Maestro Nikifor (cortometraggio), di Jan Łomnicki
    TADEUSZ KULISIEWICZ / Lo scultore e artista grafico Tadeusz Kulisiewicz (corotmetraggio), di Jarosław Brzozowski, 1958
    UWAGA!… MALARSTWO / Attenzione!… Pittura fresca, di Jan Bartezah
    OSTATNI DZIEŃ LATA / L’ultimo giorno d’estate, di Tadeusz Konwicki, Jan Laskowski; Gran premio della Mostra del film documentario (1958)
    POLSKA KRONIKA FILMOWA / Cinegiornale polacco (cortometraggio), di Helena Lemańska
  • 20^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (1959)
    POCIĄG / Il treno della notte, di Jerzy Kawalerowicz (concorso principale)
    MAŁE DRAMATY / Piccoli drammi, di Janusz Nasfeter, 1958
    POPIÓL I DIAMENT / Cenere e diamanti, di Andrzej Wajda
    WESOŁE MIASTECZKO / Luna Park (cortometraggio), di Teresa Badzian
    KSIĘŻNICZKA I OSIOŁEK / La principessa e l’asinello (cortometraggio), di Teresa Badzian
    MYSZKA I KOTEK / Il topo e il gatto (cortometraggio), di Władysław Nehrebecki, 1958
    POLOWANIE / La caccia, di Sergiusz Sprudin
    HUTA 59 / L’Acciaieria, di Jan Łomnicki
    SPACEREK STAROMIEJSKI / Una passeggiata per la città vecchia di Varsavia (cortometraggio), di Andrzej Munk; premio per il miglior film a soggetto (1959)
    Stadion / Lo stadio, reż./di Stanisław Jędryka; segnalazione per i film sperimentali (1959)
Tutte le citazioni provengono dal libro “Il cinema dopo la guerra a Venezia” a cura di F. Paulon, Roma, 1956.

Continui aggiustamenti del Polski Ład simbolo di fretta legislativa

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La fretta, la mancanza di consultazione e la violazione degli standard sono tra le cause responsabili del caos legato al Polski Ład, scrive Grant Thornton nell’ultimo rapporto “The Barometer of Law”. Nel 2021 in Polonia sono state approvate 20.960 pagine di nuove leggi, il 40% in più rispetto all’anno precedente. Mentre la qualità del processo legislativo è uno dei fattori che determinano la forza di uno Stato e la prospettiva del suo sviluppo. Nel rapporto si calcola che nel 2021, in media, il governo ha lavorato solo 85 giorni per ciascuna legge. Gli autori dell’analisi sottolineano che i tempi dei lavori legislativi si stanno ancora accorciando: i deputati hanno meno tempo per analizzare i progetti di legge e le commissioni parlamentari lavorano sempre meno sugli emendamenti, il che può portare al caos e all’ignoranza della legge e all’incapacità di applicarla. Il Polski Ład e i suoi effetti negativi sono stati chiaramente indicati come simbolo di eccessiva fretta nella creazione del diritto e dei problemi che ne derivano. “L’eccessiva volatilità delle normative non solo rende difficile l’operatività delle aziende e le espone a sanzioni, ma le scoraggia anche dall’investire e ostacola la costruzione a lungo termine della ricchezza dei cittadini”, viene indicato nel rapporto.

https://www.money.pl/podatki/legislacyjne-pendolino-wykoleilo-polski-lad-eksperci-6747844323371776a.html

Intel investirà 80 miliardi di euro in Europa, anche in Polonia e Italia

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Intel

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“Nella fase iniziale abbiamo in programma di costruire due stabilimenti industriali. L’avvio dei lavori è previsto alla prima metà del 2023 e secondo i piani dovrebbero essere messi in funzione nel 2027, purché otteniamo il consenso dalla Commissione europea”, informa Intel e sottolinea che le nuove fabbriche garantiranno i chip che utilizzano le tecnologie più avanzate dei semiconduttori nella storia dell’azienda. Si prevede che il centro delle innovazioni, cosiddetto Silicon Junction, sarà in Germania, considerata “il cuore dell’Europa con la propria infrastruttura di clienti e fornitori”. La Francia invece sarà un centro di ricerca e sviluppo con la possibilità di progettare l’intelligenza artificiale (AI) per poter soddisfare i produttori e l’industria automobilistica. In totale Intel assegnerà 33 miliardi di euro agli investimenti tra l’altro in Italia, Irlanda e Polonia. Inoltre, migliorerà la resistenza della catena di distribuzione aumentando le capacità della produzione. Il resto dei fondi li utilizzerà per dare inizio a una collaborazione con gli istituti di ricerca europei.

https://www.wnp.pl/tech/intel-zainwestuje-w-europie-80-miliardow-euro-polska-tez-na-liscie,555133.html

Orto urbano a Matera

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Nel particolare momento storico in cui viviamo temi quali il cambiamento climatico, la difesa e la sostenibilità ambientale sono sempre più presenti non solo nel dibattito politico ma anche nella nostra vita quotidiana. È proprio la nostra generazione, rappresentata da personaggi come l’attivista Greta Thunberg, a vivere più intensamente le battaglie dei movimenti internazionali per la difesa del clima, come Extinction Rebellion o Fridays For Future, e ad aver bisogno di esprimersi sul tema in modo esplicito e deciso. Ma sappiamo tutti che solo insieme possiamo andare lontano e così è fondamentale che una istituzione come la Commissione europea, attraverso il programma Corpo Europeo di Solidarietà, sostenga noi giovani in questa impegnativa lotta per proteggere l’ambiente e fermare i cambiamenti climatici.

Una delle priorità principali per la nuova prospettiva europea per il 2021-2027 è la promozione delle cosiddette “pratiche verdi”, ovvero le attività mirate alla protezione dell’ambiente e alla sostenibilità sostenibilità ambientale. In concreto il Corpo Europeo di Solidarietà guarda ai giovani tra 18 e i 30 anni come protagonisti nella società moderna multiculturale, offrendogli la possibilità di diventare attori del cambiamento – negli ambiti relativi all’ambiente, alla società, alla cultura, nonché alla digitalizzazione – sia su scala europea, offrendo ai giovani la possibilità di fare volontariato all’estero, sia su quella locale, permettendogli di realizzare dei progetti da loro ideati, finalizzati a portare dei cambiamenti importanti nelle comunità locali. Secondo i dati forniti dalla Fondazione per lo Sviluppo del Sistema Educativo (FRSE), che svolge la funzione di Agenzia nazionale, coordinando il programma in Polonia, il numero totale di Progetti di solidarietà realizzati dai giovani polacchi, grazie ai finanziamenti europei nel 2018-020 ammonta a 223 di cui 39 sono progetti focalizzati sulle azioni per il clima, sostenibilità nonché la protezione dell’ambiente. Dalle statistiche rese disponibili dalla Fondazione risulta che nel 2009 in Polonia sono stati realizzati 71 progetti di solidarietà, di cui 11 relativi alla protezione dell’ambiente, nel 2020 altri 141 progetti, di cui 26 di carattere ambientale. Numeri da cui emerge un evidente bisogno della nostra generazione d’essere il motore di un’azione collettiva che possa avere un vero impatto sulle comunità in cui viviamo. E questa è stata anche l’idea di Andrea Grieco, biologo, nonché aspirante agricoltore etico che ha voluto mettersi in gioco, dedicandosi alla promozione della sostenibilità ambientale in città, attraverso la creazione di un orto urbano in uno dei quartieri abbandonati di Matera (la Capitale Europea della Cultura 2009).

“Noi Otradini” – associazione di promozione sociale, fondata da Andrea e dai suoi amici in seguito allo sviluppo del progetto, finanziato dal Corpo Europeo di Solidarietà – è oggi diventata una realtà ben consolidata ed altamente inclusiva che vede coinvolti sia i membri della comunità locale che gli stranieri presenti a Matera, per ridare vita al quartiere Serra Venerdì a Matera. Ho avuto il piacere di intervistare Andrea che, con la realizzazione del suo progetto, ha visto nascere una bellissima comunità di ortolani che vogliono rigenerare le terre abbandonate e stimolare l’integrazione sociale ed intergenerazionale attraverso l’azione collettiva. Spero che questa chiacchierata con Andrea vi stimolerà a mettervi in gioco! Ricordatevi: il mondo è nelle nostre mani!

È un momento storico particolare per la difesa dell’ambiente, raccontaci com’è nata questa bella idea di creare un orto urbano?

Andrea Grieco: Il lockdown ci ha costretto un po’ tutti a stare a casa, io ho deciso di investire questo tempo per fare esperienza sul tema dell’agricoltura, così ho deciso di cominciare a fare attività in uno spazio verde dietro casa dei miei genitori; dove sono tornato a vivere da due anni. Quando ho cominciato non avrei mai pensato che questo potesse evolversi in un’idea progettuale ed in una realtà associativa. Sicuramente è stato l’appoggio della comunità locale a spingermi a presentare un progetto per il programma Corpo Europeo di Solidarietà, il suo accoglimento ha determinato il resto. La nostra realtà associativa e il lavoro che svolge è frutto della motivazione di tutte le persone che a vario titolo partecipano al progetto credendo nell’idea e supportandola in diversi modi.

Sempre più persone sono coinvolte attivamente nel progetto, siete riusciti persino a creare un’associazione di promozione sociale. Dentro di te sapevi che il progetto avrebbe avuto un tale successo?

In realtà, non avevo idea di come sarebbe andata, naturalmente speravo il meglio, ma se tutto questo oggi esiste lo devo soprattutto alle persone che con me hanno deciso di dedicarsi a questa attività, di condividere determinati valori e di rischiare.

Le pratiche che utilizzate prendendovi cura della terra sono virtuose: non usate pesticidi, vi adeguate ai ritmi della natura e seguite i principi della permacultura. Di che cosa tratta esattamente?

Ci piace definire la nostra agricoltura “naturale” oppure etica, questo perché in tutto ciò che facciamo cerchiamo di rispettare gli organismi che incontriamo ed i vari ecosistemi con i quali interagiamo. Le parole d’ordine nella nostra attività sono biodiversità, sperimentazione, lentezza, osservazione, studio. L’attività vera e propria consiste nel lavorare la terra sempre in direzione verticale senza stravolgere la naturale stratificazione del suolo (dal basso verso l’altro), questo possiamo farlo grazie all’utilizzo di attrezzi manuali come la forca vanga e la grelinette. La concimazione del terreno viene fatta attraverso l’integrazione nel suolo di letame maturo di diverso genere. Importante è anche la pacciamatura che utilizziamo in seguito ai trapianti ed alle semine attraverso la quale proteggiamo il suolo dai raggi solari e assicuriamo una certa umidità allo stesso, evitando anche la crescita di piante cosiddette “prime colonizzatrici“ (poaceae). La pacciamatura è importante perché è la materia organica che in seguito verrà integrata nel terreno, quindi nel nostro caso abbiamo pensato di utilizzare pacciamatura di diverso genere nelle diverse aiuole di coltivazione (cippato di legna, paglia etc.). Molto importante anche è il trattamento che riserviamo agli alberi, assicurando una potatura poco invasiva, preservando le specie autoctone. In generale, tuteliamo il selvatico, i fiori per le api e cerchiamo di riprodurre quelli che sono pattern naturali osservando i dintorni.

Come si svolgono le giornate all’orto?

Durante una giornata tipo all’orto si svolgono attività legate alla manutenzione dell’area in base naturalmente alle necessità ed al periodo dell’anno. Spesso ospitiamo gruppi di ragazzi che ci accompagnano nel nostro lavoro in maniera continuativa come un gruppo di ragazzi provenienti da un centro per disabili,oppure alcuni ragazzi che svolgono i loro progetti di volontariato nella città di Matera. In maniera più saltuaria organizziamo giornate dedicate a specifiche tematiche, e facciamo attività per scolaresche e per gruppi scout. La volontà dell’associazione è quella di lavorare su un programma che possa offrire dei servizi sia al settore pubblico che privato durante tutto l’anno. Speriamo di poter cominciare la prossima primavera, la nostra offerta consisterà in laboratori legati alle più disparate attività legate al nostro progetto adottando metodologie alternative come l’educazione all’aperto oppure l’educazione non formale. Infine, la volontà è quella di aprire il nostro spazio a chiunque abbia voglia di organizzarvi eventi. Quest’estate attraverso varie collaborazioni abbiamo realizzato eventi dedicati alla poesia ed alla musica oppure abbiamo ospitato giornate di cinema all’aperto.

Si parla sempre di più dell’importanza di applicare le pratiche sostenibili nel quotidiano. Hai notato un particolare riavvicinamento delle persone alla natura, e magari l’attenzione al modo in cui viene prodotto il cibo che mangiamo?

Sono molto contento di affermare che nel nostro caso specifico proprio la volontà dei più giovani di avvicinarsi alla natura ha permesso all’idea di prendere piede. In generale, si può dire che da quando mi sono avvicinato al mondo dell’agricoltura, ho potuto notare che sono molti i giovani che hanno voglia di riappropriarsi di quelle abilità appartenenti al passato. La cosa bella è che lo si fa con un approccio differente e cioè con la volontà di preservare la natura grazie alla sensibilità propria della nostra generazione: potrei riassumere questo atteggiamento con la parola consapevolezza. Dalle nostre parti in Basilicata c’è un’espressione che dice: “L’orto vuole l’uomo morto”, io l’ho trasformato in: “L’orto vuole l’uomo colto”, in quanto penso che acquisendo una certa conoscenza e mettendo in pratica alcune tecniche rigenerative si possa raggiungere uno stadio in cui si fatica meno, certo in questo modo l’attesa è lunga perché in natura i tempi di rigenerazione sono maggiori di quelli di degradazione.

La cosiddetta “fuga dei cervelli” dal Sud Italia è un fenomeno sempre più evidente. Secondo te, l’attivismo sociale, del quale il vostro orto è un esempio d’eccellenza, può essere una ragione in più per i giovani per restare nelle loro terre d’origine e riscoprire le proprie radici?

Il nostro orto può essere preso come esempio di attivismo civico, pratica che è sicuramente uno dei punti chiave sui quali si dovrebbe fare maggiore formazione per stimolare il processo. La nostra generazione è stata abituata ad ottenere molte cose con troppa facilità, quindi ci si aspetta quasi sempre che qualcuno debba darci una mano. Bisogna invece insegnare ai ragazzi che quando si vuole qualcosa la cosa migliore da fare è alzarsi e cominciare, innescare quello che può essere un processo che se trova terreno fertile sicuramente avrà un seguito ma che comunque necessiterà di tanto, tanto lavoro. In più, la precarietà dei nostri tempi ci obbliga a sviluppare delle competenze cosiddette trasversali o soft skills per adattarci alla richiesta del mercato ed alla multifunzionalità che acquisiscono tutti i settori del lavoro. Quindi il nostro invito a tutti coloro i quali leggeranno questo articolo è di cominciare un processo, di passare all’azione come primo passo verso qualsiasi obiettivo che si abbia nella vita.

L’orto è diventato un punto d’incontro non solo per il vicinato ma anche per la cittadinanza materana. Nel progetto sono coinvolte anche persone provenienti da altri paesi europei e non solo: com’è nata questa collaborazione?

Il coinvolgimento di giovani di altri paesi nasce dalla collaborazione con diverse associazioni operanti sul territorio materano come Basilicata Link, che coordina progetti di mobilità europea attraverso i programmi Erasmus plus ed il Corpo Europeo di Solidarietà, ed il Sicomoro che si occupa di accoglienza dei migranti e della loro integrazione sociale. Siamo felicissimi di essere riusciti a rendere la nostra realtà un luogo di interesse internazionale e soprattutto un posto dove far sentire tutti a casa.

Quali sono i vostri prossimi progetti?

Quest’anno abbiamo come obiettivo ultimare i lavori di messa in sicurezza dell’area attraverso la costruzione di alcune recinzioni e camminamenti, nonché attraverso la piantumazione di tantissime piante arboree e arbustive, delineando così le varie zone del nostro orto urbano. In più, vogliamo utilizzare il periodo invernale per costruire un’offerta formativa da offrire al settore pubblico ed al privato per bambini e ragazzi, attraverso la quale riuscire ad avvicinare i ragazzi alla natura, far comprendere meglio il ciclo di produzione degli alimenti per sensibilizzarli verso pratiche, quali il minor spreco di cibo e la spesa consapevole. Importante per noi è dare a tutti anche la possibilità semplicemente di spendere del tempo nella natura, così da poter sviluppare attraverso attività di gioco un certo senso di protezione verso la stessa, che può svilupparsi solo dopo aver ben compreso l’importanza che ha nelle nostre vite. Speriamo di far crescere la nostra comunità e raggiungere sempre più persone cui trasmettere i nostri messaggi. Infine, mi auguro che nel prossimo futuro la nostra realtà possa diventare una occupazione fissa per alcuni di noi in modo da poter dedicare al progetto maggior tempo dimostrando anche così di aver innescato un processo di autoimprenditorialità.

Per sapere di più sul programma Corpo Europeo di Solidarietà visitate il sito: www.eks.org.pl (PL) oppure https://agenziagiovani.it/corpo-europeo-di-solidarieta/#collapse4856 (IT).

Se avete già un’idea concreta del progetto da realizzare nelle vostra comunità, potete contattare direttamente le coordinatrici del programma Corpo Europeo di Solidarietà in Polonia: Beata Pankowska (beata.pankowska@frse.org.pl) e Olga Kokot (olga.kokot@frse.org.pl)

Se invece volete conoscere Andrea (andreagrieco3@gmail.com) e l’Associazione di promozione sociale Noi Ortadini (noiortadini@gmail.com) più da vicino, scrivetegli oppure seguiteli sui loro canali social: Facebook (LINK) e Instagram (LINK)

foto: Andrea Grieco

Kamil Glik ha acquistato un’ambulanza per aiutare l’Ucraina

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Foto za https://www.facebook.com/GlikOfficial

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Kamil Glik, calciatore con una lunga carriera nel campionato italiano, attualmente in forza al Benevento, è stato uno dei primi sportivi polacchi a condannare l’aggressione russa in Ucraina considerandola un crimine contro l’umanità. Inoltre Glik, esprimeva ripetutamente, attraverso Twitter, il desiderio di aiutare le vittime della guerra. “Il difensore polacco ha finanziato l’acquisto di un’ambulanza, dedicata soprattutto al trasporto dei bambini gravemente malati sul territorio della Polonia. Il veicolo, dopo la fine del conflitto, sarà disponibile per il servizio sanitario”, informa Krzysztof Stanowski, il comproprietario di Kanał Sportowy. Secondo il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina Oleksiy Danilov sono stati uccisi 82 bambini durante la guerra in Ucraina e lo considera un “prezzo troppo caro dell’indipendenza”.

https://www.polskieradio24.pl/5/4147/Artykul/2919809,Historia-jest-prosta-Kupilem-karetke-Kamil-Glik-reaguje-na-wojne-na-Ukrainie

Zbigniew Rau al forum dell’ONU: “la Russia si prende gioco delle Nazioni Unite”

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“Il Cremlino ha iniziato ad avere come obiettivo la popolazione e l’infrastruttura civile per piegare gli Ucraini, il che costituisce un atto di terrorismo di stato”, lo ha dichiarato il Ministro degli Affari Esteri Zbigniew Rau durante un incontro per il Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Come ha sottolineato: “La Russia si prende gioco dello Statuto delle Nazioni Unite”. La Polonia è ora a capo dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea (OSCE). La guerra iniziata dalla Russia è una sconfitta strategica e tattica perché è condotta male, provocando morte e terrore tra i propri soldati. L’OSCE deve usare tutti gli strumenti per fermare l’aggressione russa, perché la Russia contrasta i principi fondamentali di libertà e democrazia, compiendo disumani crimini di guerra in Ucraina. La Russia aveva la possibilità di risolvere i propri problemi tramite la pace e la diplomazia, invece ha provocato un conflitto immotivato. La crisi attuale è comunque ancora risolvibile con il dialogo. L’OSCE ha 57 membri che dovrebbero avere un’opinione comune sulla politica internazionale di difesa militare e pacifica.

https://www.polskieradio24.pl/5/1223/Artykul/2919966,Rosja-uczynila-z-Karty-Narodow-Zjednoczonych-okrutny-zart-Zbigniew-Rau-na-forum-ONZ

Andrzej Duda ha firmato la legge riguardante l’assistenza ai cittadini ucraini

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La Camera dei deputati ha adottato una legge sull’assistenza ai cittadini ucraini in relazione al conflitto armato. Il Senato ha adottato in totale 60 emendamenti alla legge; molti di questi sono stati accettati. Il presidente Andrzej Duda ha firmato la legge sabato sera. La legislazione entrerà in vigore alla data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale e si applicherà con effetto retroattivo a decorrere dal 24 febbraio 2022. In breve la legge garantisce la legalità del soggiorno per i cittadini ucraini, così come per i loro coniugi che non hanno la cittadinanza ucraina, entrati in Polonia dall’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. Il soggiorno dei rifugiati ucraini in Polonia sarà considerato legale per 18 mesi. Sarà legale anche la permanenza dei bambini nati in Polonia da donne ucraine fuggite dalla guerra. Il Sejm non ha accolto l’emendamento del Senato secondo il quale doveva essere garantito un periodo illimitato di permesso di soggiorno in Polonia. Ai sensi della legge, trascorsi 9 mesi, i rifugiati il ​​cui soggiorno è stato riconosciuto legale possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo per un periodo di 3 anni. In base alla legge, i rifugiati dall’Ucraina potranno, tra l’altro, ricevere il numero PESEL e creare un profilo EPUAP. I rifugiati possono richiedere il numero PESEL a qualsiasi organo del comune. I rifugiati potranno anche lavorare in Polonia e avere accesso all’assistenza sanitaria. Alunni e studenti potranno continuare la loro formazione nelle scuole e nelle università polacche. Inoltre, i rifugiati dall’Ucraina avranno a un supporto finanziario di 300 PLN a persona una tantum. La legge prevede anche un supporto a chi fornirà vitto e alloggio ai cittadini ucraini, tale importo sarà erogato per un periodo massimo di 60 giorni, ma in casi giustificati potrà essere prorogato. L’indennità dovrà essere corrisposta sulla base di una convenzione stipulata con il comune, tuttavia, dopo l’adozione dell’emendamento del Senato, deve essere basata sulla espressa richiesta di tale supporto. La maggior parte delle disposizioni della legge non si applicano agli ucraini che risiedevano legalmente in Polonia prima della guerra. Tuttavia, i termini di validità dei loro visti nazionali e permessi di soggiorno temporanei, che sarebbero scaduti durante la guerra, saranno prorogati durante il periodo bellico fino alla fine dell’anno. Nella legge è stato inserito anche un emendamento del Senato, secondo il quale le scadenze successive al 24 febbraio, tra l’altro, di validità dei permessi di soggiorno o dei documenti di identità polacchi dei cittadini ucraini sarà prorogata di 18 mesi. Per 18 mesi, sarà anche considerato il soggiorno legale di un cittadino ucraino, se durante la guerra perderà la possibilità di soggiornare in Polonia sulla base, ad esempio, di un visto Schengen o nell’ambito di un regime di esenzione dal visto.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news,1113424,szefowa-kprp-prezydent-andrzej-duda-podpisal-ustawe-o-pomocy-dla-obywateli
https://dziennikustaw.gov.pl/D2022000058301.pdf

Vino, verdure e primavera

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L’inverno è quasi alle spalle e la primavera ci invita a bere vini più freschi e leggeri, così come infatti si fanno strada sulle nostre tavole cibi e preparazioni più leggere e delicate, come ad esempio le verdure.

Quando sono protagoniste del piatto per il piacere di un’alimentazione più sana, le verdure pongono il problema di che cosa berci insieme.

Lessate, al vapore o passate in padella, ci sono molti modi per cucinarle ma in quasi tutti i casi la scelta cade su un vino bianco morbido. L’aggiunta di legumi quali i fagioli o il farro o le patate, ci permette di avere al gusto una tendenza dolce che può attenuare quella amarognola delle erbe. Col pomodoro “in purezza”, che è la verdura acida per eccellenza (anche se in realtà a livello botanico il pomodoro è un frutto), l’abbinamento con il vino è pressoché impossibile. Se in insalata, la cosa migliore è l’acqua. Se cotto, ripieno, su una pizza o sugli spaghetti, occorre bere vini bianchi di media struttura come lo Chardonnay o vini rossi giovani come il Merlot o il Pinot Nero.

Il sedano invece, profumato e croccante, se gustato assieme a formaggi stagionati o a erborinati giovani quale il gorgonzola vuole vini bianchi aromatici e persistenti come il Gewürztraminer o un Malvasia secco ma con un paio di anni di invecchiamento.

La nota dolce dei piselli in vellutate, risotti e paste richiede vini bianchi dai profumi floreali e fruttati come il Pinot Bianco o un uvaggio di uve bianche con presenza di Sauvignon non oltre il 25%.

Il sapore delicato delle zucchine al vapore si dissolve in fretta per l’alto contenuto di acqua e per questo possono andar bene bianchi molto giovani e leggeri, come il Vermentino ligure (meno adatto il Vermentino della Toscana o della Sardegna). Se invece sono preparate ripiene (di carne o di formaggio) potremo bere vini bianchi più strutturati come il Pinot Grigio o il Müller Thurgau.

I peperoni, carnosi e con una importante tendenza dolce se non addirittura una “dolcezza” spiccata, pur se grigliati oppure ripieni, si abbinano bene con un vino rosso leggero ma anche con un vino vivace, frizzante più che spumante. Se invece i peperoni sono crudi, multicolori e spezzettati in una insalata insieme a tonno, mozzarella, olive o cubetti di formaggio, sarà opportuno abbinarli con un vino bianco leggero ma non di grande acidità, in modo che la croccantezza profumata dei peperoni possa dialogare bene con la moderata alcolicità del vino e la sua sapidità.

Di sapore particolare e persistente, gli asparagi richiedono sempre vini bianchi, delicatamente aromatici come il Sylvaner dell’Alto Adige, un Pinot bianco oppure un Sauvignon purché non sia troppo spinto in quelle sue note caratteristiche che lo rendono così riconoscibile ovunque.

In ogni caso comunque è da considerare anche il tipo di cottura che viene utilizzato, sapendo che le preparazioni alla griglia ad esempio danno quella nota amarognola dovuta all’ustione della superficie dei cibi che richiede una morbidezza adeguata a bilanciarne la leggera ruvidezza. Per tal motivo potremmo anche giocare con la temperatura del vino, tenendolo un po’ meno fresco, in modo che le note morbide (zuccheri, alcolicità e note gliceriche) possano ammorbidire l’incontro con l’amaro.

Allo stesso modo terremo conto di altre caratteristiche quando durante questa stagione gusteremo delle zuppe o minestre con verdure fresche e profumate. In tal caso la succulenza data dalla liquidità del piatto potrà trovare un giusto equilibrio con l’alcolicità del vino oppure con una leggera tannicità (un rosato andrà benissimo), che tenderà ad “asciugare” l’importante presenza di liquido intrinseco della zuppa o della vellutata.