Niko il bambino moldavo

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Inizio a preoccuparmi avvicinandomi alla mezz’età del fatto che sento di dare un senso alla mia vita nel momento in cui intraprendo la decisione di compiere un viaggio. Chi ha avuto la pazienza di leggere i miei precedenti articoli , saprà che mi riferisco a questa sfida con me stesso dove mi sono prefisso di visitare almeno 100 stati sovrani prima di passare a migliore vita. Organizzare la logistica di un viaggio è diventato per me una vera e propria passione e affino le mie tecniche di volta in volta.

Un viaggio in moto esige un’ulteriore cura al dettaglio e alla prevenzione degli imprevisti. La decisione di visitare la Moldavia e parte dell’Ucraina presentava già dall’inizio un problema non da poco. La mia assicurazione casco, copre tutti i paesi dell’Europa tranne la Moldavia e l’Ucraina! Ho deciso di rischiare lo stesso integrando la  mia polizza con una polizza della Europe Assistance (usando quella italiana). É bene prevedere lo scenario più nero; si sa… prevenire è meglio che curare!

La  Moldavia è uno dei paesi più poveri del vecchio continente. Una ex repubblica sovietica senza sbocchi sul Mar Nero, con una popolazione emigrata in gran parte in Italia e in Germania. Già le prime ricerche sul web, rivelavano dati poco confortanti su questo paese. La mia proverbiale testardaggine fa si che, presa la decisione, non si torna indietro.

Dopo aver appurato nella loro sede consolare di Varsavia semi deserta VOTO 4,  che non servono nè patente internazionale (chi me lo ha fatto fare a perdere tempo e denaro per un documento valido un anno?) nè traduzioni dei documenti della moto, io e Michele Failla, amico fraterno, decidiamo il fatidico giorno della partenza.

La prima tappa da Varsavia a Leopoli presenta come unica incognita la frontiera polacco-ucraina. Il meteo ci sorride e arriviamo al punto x freschi come le rose. Ma come nei film di Fantozzi, la nuvoletta dell’impiegato, ci propina una mostruosa coda di svariati chilometri! Che fare? Uno sguardo di intesa basta per prendere la decisione di sorpassare la coda di oltre 5 km e con le facce di bronzo ci presentiamo in “pole position” e ci ritroviamo con un povero cittadino ucraino che in macchina ci dice di aver fatto oltre 6 ore di coda! VOTO 3

Leopoli, visitata già per Gazzetta Italia prima di euro 2012, è sempre bella, musicale, densa di iniziative culturali, e con una classe derivatagli dai secoli di storia. VOTO 8 con raccomandazione di visitarla.

Le strade che portano da Leopoli a Chisinau, capitale della Moldavia, ricordano vagamente quelle di un rally per auto fuoristrada. Le buche sono spesso voragini, in moto si sa, l’equilibrio può anche essere precario, e trovarsi una buca in uscita da una curva con aggiunta di ghiaia e olio seminato dai camion/carretta che circolano è stata un’emozione che avrei preferito non provare! Voto all’anas locale 1.

Arrivati al fatidico cartello Chisinau urlo con tutta la mia forza dentro il casco per la gioia. Dedico subito questa mini conquista al mio caro zio scomparso in un incidente poco tempo fa e sento la sua presenza che mi dà una pacca sulla spalla! In fondo è stato lui ad insegnarmi a guidare all’età di 12 anni nelle sue terre agricole, fuori dai contesti stradali. R.I.P zio Vincenzo.

A Chisinau iniziamo a girare nelle vie del centro che appaiono molto dignitose e larghe come quelle di Varsavia. Ci imbattiamo anche in una protesta nei confronti del sindaco della città durante un suo comizio. La sera è il momento che rivela in tutto il suo squallore lo stato in cui versa il paese. Le strade principali sono scarsamente illuminate, e si ha una inquietante sensazione di mancanza di sicurezza. Come se non bastasse ad un certo punto da un tombino escono una miriade di scarafaggi proprio sotto i miei piedi! Voto 2 .  Proviamo la mamaliga, corrispettivo della polenta ma il nostro palato non rimane estasiato. Visitiamo la più vasta collezione di vini del di Milesti Mici a pochi passi da Chisinau. I vini sono custoditi in oltre 200 km di gallerie sotterranee scavate nel calcare (parecchio tempo prima vi era il mare). Voto 7

Cerchiamo di capire il loro modo di ragionare ma non sempre si dimostrano aperti e cordiali. In un centro commerciale deserto anche il sabato, parliamo con il cuoco di una pizzeria che ci dice che il paese non dando prospettive per il futuro è rimasto vuoto e privo della forza lavoro. La gente guadagna 150 euro al mese e non riesce a tirare avanti.

Durante la ricerca pre partenza avevo scoperto una storia sconcertante di bambini moldavi abbandonati dalle mamme che andavano a lavorare come badanti in Italia. Contatto subito don Sergio, responsabile della struttura salesiana Mamma Margherita a Chisinau. Arriviamo in taxi in questa zona periferica della città e troviamo i bambini che giocano a pallone nel cortile. Dopo un po’ ci viene incontro don Sergio insieme a don Livio e  un prete salesiano polacco. Don Sergio parla in maniera pacata con un piacevole accento padovano. C’e’ molto da fare lì e qualsiasi iniziativa privata ma anche di donazione di aziende è ben vista. Dentro di me sento una frustrazione che fa apparire tutte le mie priorità banali rispetto al bisogno di affetto e non solo che hanno questi bambini. Visito la struttura con Niko, un bambino stupendo, con degli occhi che sorridono, un sorriso disarmante. Quando mi prende la mano per portarmi in giro mi sciolgo totalmente. Non dormirò le seguenti notti sogni tranquilli pensando a quella  dolce creatura abbandonata da genitori a volte scriteriati a volte mossi dalla disperazione. Penso a quelle centinaia  di coppie italiane che non possono avere figli e che sognano un’adozione. Questo mondo è pieno di contraddizioni ma mi riprometto di organizzare per Natale un’azione umanitaria per portare a questi bambini l’aiuto delle aziende italiane che qui in Polonia producono milioni di euro di profitti.

Il resto del viaggio continua a sud direzione Odessa evitando accuratamente la Transistria teatro di conflitti e problemi burocratici e molto ostile verso gli stranieri.

Odessa è una città che consiglio a tutti! A parte le scalinate di fantozzziana memoria, il posto ricorda un concentrato tra Riccione, Jesolo e all’Ibiza club sembra di scorgere il Briatore con donne da sooognooo. Pieno di giovani , ragazze statuarie e soprattutto il mare, anche se nero.

Ci aspettano oltre 1300km di  strada per fare ritorno a Varsavia. Li dividiamo in 2 tappe e ci fermiamo a Rivne. Poco lontano da lì, visitiamo un famoso tunnel dell’amore che ha ispirato registi asiatici per i loro film. Si tratta di una ferrovia dismessa dove si è creato un arco di vegetazione verde che da appunto l’impressione di un tunnel. Voto 8 anzi 7 perché le zanzare mi hanno letteralmente assaltato.

Nella mia scala di giudizio la Moldavia è al penultimo posto di gradimento davanti solo al Belize e non la consiglio con tutta sincerità.

Continuo ad inseguire i miei sogni di viaggi  e vi racconterò le highlands scozzesi a Settembre….. se Dio vuole.