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Home Blog Page 268

Italiani e polacchi, fratelli per sempre nel nome della Brigata Majella e di Witold Pilecki

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Non dovrebbe essere una sorpresa per nessun abruzzese il legame speciale che ci lega alla Polonia. I ragazzi partigiani della Brigata Majella, agli ordini di Ettore e Domenico Troilo hanno combattuto con i polacchi del generale Anders risalendo la penisola dalla “montagna madre”, liberando Bologna dai nazifascisti, fino all’altopiano di Asiago. Eppure il tempo passa e la polvere copre i ricordi e la memoria.

A Vicoli però, nel più piccolo paese in provincia di Pescara, l’amministrazione comunale con il sindaco Catia Campobasso, ha tolto la polvere dal libro della storia di Witold Pilecki intitolandogli un giardino pubblico. A Pilecki, il volontario che si fece arrestare volontariamente per entrare e rivelare al mondo gli orrori di Auschwitz.

Questo ragazzo polacco stilò un rapporto dettagliato che fece arrivare al governo polacco in esilio a Londra, attraverso Stoccolma nel marzo 1941, ma quel rapporto venne definito “esagerato”. Pilecki venne internato e ucciso nel 1948 da un altro regime totalitario, sanguinario e senza rispetto per il pensiero e la vita dell’uomo, quello comunista dell’Unione Sovietica.

L’amministrazione comunale di Vicoli ha così motivato l’omaggio a Pilecki: «Ci sono uomini che sanno trovare la via dell’onore e della giustizia nel buio della barbarie. Ci sono uomini capaci di correre rischi inimmaginabili per non far mai spegnere la fiammella della speranza. Witold Pilecki è stato un faro della libertà che i grandi totalitarismi del Novecento hanno provato a spegnere per mantenere l’Europa di allora nelle tenebre della dittatura. Pilecki ha rappresentato e rappresenta tutti i valori dell’umanità a fondamento dell’Europa di oggi libera e democratica. Rendiamo omaggio al volontario ad Auschwitz affidandone il nome a un giardino, in cui la natura possa ricordare alle nuove generazioni il valore assoluto del sacrificio della sua vita agli ideali più alti. E’ grazie a uomini come lui se conosciamo il significato della parola Libertà».

L’ambasciatore di Polonia, Tomasz Orlowski, è rimasto colpito dal fatto che la lapide incisa su pietra della Majella dai rinomati scalpellini abruzzesi e donata dall’Unione nazionale delle Pro Loco, recasse in testa la kotwica: si tratta di un logo a forma di àncora, con una P sovrapposta a una W, che era il simbolo della resistenza del popolo polacco agli invasori nazista e sovietico. Il governo comunista ne proibì l’uso fino alla caduta del muro di Berlino. E’ la prima volta che questo simbolo compare su un monumento in Europa.

Andrzej, l’ottantatreenne figlio di Pilecki, in una lettere inviata al sindaco di Vicoli, ha scritto: «Bravi italiani! Mio padre sarebbe orgoglioso di voi e sarebbe molto felice. La cerimonia di oggi è un esempio dello stretto legame tra i nostri due paesi. L’Italia si è impressa nella memoria di mio padre in maniera molto amichevole. Proprio qui, nel luglio del 1945, mio padre arrivò dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, arrivando dal campo di prigionia di Murnau per entrare nel 2° Corpo d’Armata polacco, le cui truppe stazionavano in Italia. Si era stabilito in località S. Giorgio e divideva il suo tempo tra la scrittura dei ricordi di Auschwitz e i colloqui con i comandanti delle forze armate polacche. in Italia è nato il ‘rapporto Pilecki’, il resoconto del crimine atroce di cui si erano macchiati i nazisti nel campo di concentramento di Auschwitz».

La notizia dell’intitolazione del giardino pubblico a Pilecki ha suscitato clamore e commozione in Polonia, la troupe della televisione polacca TVP ha ripreso in diretta l’evento per trasmetterlo in patria. La notizia dell’evento è stato ripreso e diffuso da siti, blog e altri media polacchi tra i quali Nasz Dziennik, Rzeczpospolita e  Radio Maryja. Anna Wawrzyniak dell’ambasciata polacca a Roma ha dichiarato: «Per noi è molto importante che la memoria della Polonia qui sia così viva. A Vicoli vivono solo 300 persone e il loro spazio verde farà pensare da ora in poi a Pilecki e alla Polonia. Il legame fraterno tra la Polonia e l’Italia non solo è rappresentato negli inni nazionali dei due Paesi, dove si citano reciprocamente, ma anche nella comune esperienza risorgimentale negli ideali di Mazzini, soprattutto nella storia dell’ultimo secolo quando si trovarono fianco a fianco a combattere, come dicono i polacchi, “per la nostra e la vostra libertà”».

Luigi Salucci, Direttore – avezzanoinforma.it

Unicredit: Nicastro vicepresidente Bank Pekao

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UniCredit batte le stime degli analisti e nel primo semestre sorpassa il miliardo di euro di utile e rivoluzione l’assetto del management, con l’abolizione del direttore generale, sostituito da tre vice che rispondono all’Ad Federico Ghizzoni . Una decisione che ha determinato l’addio del manager trentino Roberto Nicastro (nella foto), che resterà nel Gruppo come vicepresidente di Bank Pekao (Polonia) e come consigliere di UniCredit Bank Russia e Bank Austria. Sugli scudi il titolo in Borsa (+6,19% a 6,35 euro). «Quello di Nicastro – si legge in una nota – è un passo indietro che il manager e Unicredit hanno preso “di comune accordo”, decidendo di “separare le proprie strade dal 1 ottobre prossimo” a seguito di “del tutto serene e composte divergenze di opinione sulla direzione strategico-organizzativa dell’azienda e alla volontà del Gruppo di continuare il processo di semplificazione del proprio modello”. Non si tratta comunque di un addio.

Come detto, Nicastro “continuerà ad essere coinvolto nelle attività di Unicredit quale vicepresidente di Bank Pekao in Polonia e consigliere di UniCredit Bank Russia e di Bank Austria». Negli oltre 18 anni trascorsi al vertice di Unicredit – ricorda il Gruppo – Nicastro è stato “creatore e responsabile dell’allora divisione New Europe con cui si è avviata la leadership di UniCredit nel Centro-Est Europa” . Per diversi anni – poi – ha guidato il “business retail in Italia e all’estero”. L’attuale incarico lo ha assunto nel 2011, affiancando l’Ad Ghizzoni nel rilancio di UniCredit, assumendo tra l’altro la responsabilità per lo sviluppo del digital banking e per gli affari istituzionali e regolamentari dell’intero Gruppo. Le sue deleghe saranno suddivise tra Paolo Fiorentino , che aggiunge alle deleghe di vicedirettore generale e Coo (Chief operative officer) la responsabilità di tutte le attività legate all’evoluzione digitale del Gruppo, Marina Natale , che assumerà la responsabilità dell’asset-management e la supervisione del sistema dei controlli interni, mantenendo anche le attuali deleghe, e Gianni Franco Papa . Quest’ultimo è vicedirettore generale e responsabile della divisione Corporate & investment banking e mantiene la supervisione della Germania a cui si aggiunge quella di Austria, Polonia e della Divisione Central & Eastern Europe.

Avvicendamento anche nella divisione rischi, con il passaggio di consegne tra l’attuale Cro Alessandro Decio e Massimiliano Fossati (dal prossimo 1 ottobre). L’accordo di risoluzione consensuale tra Unicredit e Roberto Nicastro prevede, oltre al mantenimento dei diritti a bonus ed incentivi previsti dai piani in essere a fronte delle attività rese, il riconoscimento dell’importo di 2.716.192,00 euro lordi (corrispondenti al costo del preavviso ed al 20% della severance ) alla cessazione del rapporto. Lo si legge in una nota. È prevista, inoltre la corresponsione differita su ulteriori 5 anni, in contanti e azioni, della restante parte della buonuscita pari a 2.677.499,00 euro lordi, condizionato al mantenimento di adeguati requisiti di patrimonializzazione e liquidità da parte della Banca e soggetto a clausole di malus e clawback (strumento con cui l’azienda può rientrare in possesso di somme già erogate al manager, a fronte di valutazioni negative – ex post – delle performance aziendali o individuali).

Sicilia

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La Sicilia già da tempo si trovava nel mio elenco di posti da visitare assolutamente. “Cosa Nostra”, le macchine che esplodono all’angolo ed i bambini che urlando corrono tra gli edifici dall’intonaco scrostato, questo associavo con quest’isola. La primavera è la stagione perfetta per fare una visita da quelle parti, perché d’estate il clima subtropicale sembra insopportabile. La nostra meta doveva essere il capoluogo siciliano: Palermo. L’aeroporto di Trapani – una piccola città proprio sulla punta della parte ovest dell’isola – mi ha stupito un po’. Sono atterrata insieme ad una mia amica, come mi pareva in quel momento, in mezzo al nulla. Un bel cielo azzurro senza neanche una nuvola. Attorno a noi l’erba e l’aria calda e secca. Allora, cominciamo l’avventura!

Siamo giunte a Palermo di sera. Stefano – il nostro host dove, tramite il sito couchsurfing.org, avevo trovato l’alloggio – è venuto a prenderci dalla stazione. Per cena ho avuto l’occasione di assaggiare la specialità locale – arancina – e me ne sono innamorata subito dal primo morso. Questo piatto tipico consiste in riso in una squisita pastella croccante. Come ripieno ci può essere della carne oppure, sorprendentemente, del burro.

La mattina del giorno dopo sono stata svegliata dai forti raggi di sole. Dal sesto piano del nostro appartamento si godeva una vista speciale. Da una parte il Duomo, il Palazzo dei Normanni, e delle incantevoli palazzine, e dall’altra invece il Teatro Massimo, il porto e la pittoresca costa del Mar Tirreno. Aprile, ma qui si è già in piena estate. Una folla di gente che cerca di farsi strada attraverso il traffico, le urla e gli inviti dei commercianti dal mercato nelle vicinanze. Un’atmosfera meravigliosa. Siamo andate a fare un giro a Monreale. Una piccola città della provincia di Palermo. Ci si arriva facilmente coi mezzi pubblici. Lì c’è per esempio la cattedrale, dei tempi dei Normanni, che insieme agli edifici del monastero benedettino e al palazzo arcivescovile, crea un complesso monumentale che vale la pena di vedere. La cattedrale di per sé suscita meraviglia con il suo ricco interno. Le pareti sono decorate con i mosaici, famosi in tutta la Sicilia. Pagando il biglietto, si può ammirare una vista mozzafiato dalla cima delle sue torri.

Tornando, ci siamo fermate un attimo alle Catacombe dei Cappuccini che si trovano al di sotto del monastero. Inizialmente quel posto fu creato per seppellirci i monaci, ma col passar del tempo si sono iniziati a fare anche i funerali laici. Una delle ultime persone sepolte lì fu Rosalia Lombardo, una bambina di due anni, il cui corpo – intenzionalmente in bella mostra – si trova in fondo al corridoio. Gli altri invece sono divisi in base al sesso oppure l’incarico sociale ricoperto durante la vita. I più spaventosi però sono i cadaveri dei piccoli bambini vestiti in maniere diverse, con piccoli abiti e cappellini. Tornando dalle Catacombe in città sicuramente vale la pena di passare dalla Porta Nuova che è situata in via Vittorio Emanuele, una delle strade principali, che non si possono certo mancare. Vicinissima al Palazzo dei Normanni, la Porta Nuova per secoli difese l’accesso alla città. Spicca soprattutto per la sua originalità architettonica e il caratteristico tetto a forma di piramide. Di sera siamo andate ad una festa di strada organizzata da uno dei ristoranti. Di giorno è piena di vita commerciale, ma dopo, quel posto si trasforma in una vera e propria fiera di buon cibo, vino e musica. I piccoli ristorantini ogni settimana lottano spietatamente per i clienti. Chi vince, come premio, organizza una festa per tutti gli interessati. Certo, non si poteva fare a meno dei balli! La cattedrale di Santa Maria Assunta, cioè il Duomo, si trova in via Corso Vittorio Emanuele, all’angolo con la via Matteo Bonello. Fu costruito su commissione dell’arcivescovo della città a cavallo tra il XI e il XII secolo. Grazie ad un misto di vari stili architettonici, già a prima vista sembra un monumento affascinante. Impressionante è pure la sua monumentalità. All’interno si [cml_media_alt id='113639']palermo2[/cml_media_alt]può comprare un biglietto unico che permette di visitare e vedere la cattedrale, la cripta, il tesoro reale ed anche di salire al tetto. Nella cappella ci sono le tombe dei re, come per esempio di Ruggero II, il più famoso regnante normanno. Per strada verso la Fontana della Vergogna abbiamo fatto una pausa per vedere meglio i Quattro Canti. È un particolare incrocio di due strade molto affollate. Da tutti e quattro i lati, o canti, come suggerisce il nome, l’incrocio è circondato di palazzi barocchi caratterizzati da spigoli tagliati. Essi sono decorati con delle sculture e piccole fontane. Vi sono personaggi storici, re spagnoli e, in cima a ciascuno, le quattro patrone della Sicilia: Ninfa, Agata, Oliva e Rosalia, il cui culto è molto diffuso proprio a Palermo. La Fontana della Vergogna è situata in piazza Pretoria. Questa cinquecentesca struttura rappresenta 48 sculture messe in ordine in maniere diverse. Deve il suo nome al fatto che le sculture siano nude. Una volta trovatisi nelle vicinanze, sarebbe un peccato non entrare nella chiesa medievale di San Cataldo in Piazza Bellini. La peculiarità della chiesa sono le sue cupole rosse, chiaramente traccia della cultura araba. Dentro si possono notare i ben marcati tratti di stile gotico. Vale la pena pure vedere la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, sempre in Piazza Bellini. È un’estrema miscela di stili, che contrariamente a quanto si pensa, vanno perfettamente d’accordo. Per secoli si arricchiva acquistando sempre più diverse sfumature delle culture straniere ed adesso invece è un prezioso monumento storico. Tralasciato diverse volte durante i nostri precedenti giri il Palazzo dei Normanni è un misto di stili normanni ed arabi. Il Palazzo è dotato di una torre, la famosa Torre Pisana, e dentro invece da consigliare è senz’altro la Cappella Palatina, la cappella privata di Ruggero I. Si possono visitare anche gli appartamenti reali.

Essendo per strada verso casa, abbiamo deciso di passare al , costruito verso la fine dell’Ottocento. Va notato che questo è il terzo, quanto a grandezza, teatro-opera in Europa e proprio qui sulle sue scale è stata girata la famosissima scena de “Il padrino” in cui muore la figlia di Michael Corleone (Al Pacino). Consiglio anche di andare a Cefalù, distante un’ora in treno da Palermo, situata ai piedi della Rocca. Lì si trova la cattedrale fondata da Ruggero II, basata sullo stile francese con aggiunte d’influenza anglosassone, araba e bizantina. Dall’entrata si nota la statua all’altare di Cristo Pantocratore, molto caratteristica di tutta l’isola.

Infine vale la pena anche di visitare l’Orto Botanico. Il giardino è vicino al porto, in via Lincoln e dipende dall’Università di Palermo. I suoi inizi risalgono alla fine del Settecento. I grandi fighi beniamini, i banani, i cactus fiorenti e tantissime altre specie tutte belle da vedere cambiano col nostro camminare lungo i numerosi sentieri dell’Orto Botanico. Assolutamente da non perdere!

La settimana è passata in un batter d’occhio. Il giorno dopo, purtroppo ci toccava di svegliarci presto e tornare alla realtà. Qualche minuto dopo le sei di mattina siamo arrivate alla fermata Teatro Politeama, da dove passava la navetta per l’aeroporto. 90 minuti di strada e siamo arrivate. Sfinite, bruciate dal sole, ma comunque veramente contente siamo salite a bordo dell’aereo, sapendo che quello era solo un arrivederci a breve termine con la Sicilia.

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I gioielli di Alessandro Barellini

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Qual è la tua preparazione professionale?

Ho studiato a Firenze, ho frequentato per tre anni l’università di architettura. Mi piace l’arte in generale e nel periodo dell’università ho iniziato a costruire degli oggetti, perlopiù sculture luminose: lampade un po’ particolari, comunque sculture più grandi di un gioiello. Mi piaceva molto lavorare con vari materiali ed in particolare i metalli, quindi mi serviva approfondire la conoscenza della loro lavorazione. Sentivo che conoscere le tecniche di costruzione dei gioielli potesse essere utile al mio lavoro: sono oggetti molto piccoli e per la costruzione di un gioiello armonico si devono usare tecniche sofisticate, che permettono un margine di errore veramente minimo. Così pensai di imparare a modellare i gioielli per poi applicare i metodi e le tecniche alle mie idee. Quindi mi sono iscritto ad una scuola di gioielleria, a Firenze, che ho frequentato per due anni. Alla fine della scuola si presentò una buona opportunità di lavoro. Il mio maestro mi offrì un posto come modellista presso una grande azienda: così ho iniziato a disegnare e costruire gioielli! Nel 1999 ho dato le dimissioni dall’azienda in cui lavoravo, ed ho aperto la mia attività creando la mia linea di gioielli, Idrus.

Quanto tempo ci vuole per creare un oggetto da capo?

A volte per fare un oggetto faccio 5-10 prove. A me piace cercare la perfezione. Alcuni oggetti vengono già alla prima volta. Le proporzioni vengono studiate, poi si pensa alla costruzione con adattamenti. Comunque ci vuole sempre del tempo. Ogni oggetto parte da un’idea. La progettazione si compone dello sviluppo dell’idea, con schizzi e disegni 3D sul computer. Poi si passa alla realizzazione del pr[cml_media_alt id='113633']I[/cml_media_alt]ototipo in metallo, che costruisco completamente a mano, per valutare e dosare le proporzioni e l’impatto estetico. Quando il prototipo è pronto e sono soddisfatto, procedo con la produzione dell’oggetto con i materiali scelti (normalmente oro 18kt, diamanti e pietre preziose). A volte sono pezzi unici, a volte produco piccole serie dello stesso gioiello. In ogni caso, anche con l’ausilio di tecnologie moderne, ogni pezzo e realizzato a mano seguendo l’antica tradizione orafa.

Chi ti fornisce i materiali?

L’oro si compra al banco metalli. Per i diamanti e altre pietre preziose ho molti fornitori, un americano, uno di Anversa (Belgio)… Le pietre vengono dai paesi di origine: diamanti dall’Africa, zaffiri e smeraldi dall’America del Sud.

I tuoi gioielli preferiti.

Non ci sono veri e propri “gioielli preferiti”, certo sono più affezionato ad alcuni per il loro significato ad anche per il loro successo. Una di queste collezioni è Magia. Inizialmente era solo una serie di anelli, ma poi anche un pendente ed orecchini e forse in futuro si arricchirà di altri oggetti. Mi piace molto la versatilità degli oggetti che costruisco. Mi piace l’idea che un gioiello possa trasformarsi e prendere nuove forme, nuovi colori seguendo un desiderio momentaneo. Magia è una collezione che ha questo potere, credo. Basta scambiare la parte centrale con un differente colore di oro, di pietre o di smalto, e il gioiello cambia il suo impatto estetico come fosse uno diverso, uno nuovo. Mi piace che con un gioiello che ho costruito si possa giocare, e Magia è una collezione con cui si può giocare. Altre collezioni a cui sono particolarmente affezionato sono Onda, che è una serie di anelli snodati, molto confortevoli. È’ una mia priorità, e desiderio,  che i gioielli che realizzo siano comodi da indossare. Anche a Forma sono particolarmente affezionato, è una delle prime linee che ho disegnato per Idrus, forse la prima, con le sue linee pulite ed essenziali.

Chi sono i tuoi clienti?

Locali e da tutto il mondo. Stati Uniti, Giappone… Dai paesi arabi ancora no. Ora sto cercando di entrare su questi mercati, ma bisogna trovare contatti giusti. Ho un contatto ora per Dubai, vediamo se si riesce a collaborare. I gioielli sono un mercato complicato, hanno un certo valore, non si possono mandare per dimostrare, sei tu che devi andare dal cliente. Quindi i paesi arabi, la Russia, la Cina: sono tutti mercati da esplorare. La maggior parte dei miei clienti sono giapponesi, coreani, tedeschi, francesi e italiani. Per le piccole aziende e sempre più difficile entrare in un mercato nuovo, perchè bisogna fare un piccolo investimento e non sempre si trovano le risorse. Con uno sponsor appassionato, però, si riescono a fare molte cose belle!

La regola dei cinque colori

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Bianco, giallo, verde, rosso-arancione, blu-viola. Un arcobaleno buono e tutto da mangiare. È la regola dei cinque colori, un modo semplice e gustoso per proteggere la salute, ed essere certi di assumere il giusto apporto dei diversi nutrienti, grazie a frutta e verdura.

Ogni colore della buccia o della polpa degli alimenti ha infatti una specifica proprietà. Fare attenzione alla scelta dei colori, significa anche contribuire al benessere del corpo e dello spirito, perché ci costringe ad avere un’alimentazione variata e completa.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un consumo adeguato di frutta e verdura cambierebbe la mappa mondiale delle malattie cardiovascolari. Si stima che con 600 grammi di frutta e verdura al giorno si eviterebbero oltre 135 mila decessi, si eviterebbero un terzo delle malattie coronariche e l’11% degli ictus. Le famose 5 porzioni al giorno arrivano in media a 400 grammi, la quantità minima consigliata, dunque, per un menù salutare.

Mangiare frutta e verdura significa avere un apporto insostituibile di sali minerali, vitamine, fibre e sostanze antiossidanti, contenute in quantità variabili nei diversi alimenti. Diverse forme di tumore, disturbi respiratori, intestinali, come la stipsi, e persino la cataratta possono essere rischi ridimensionati con un po’ di colore in più nei nostri piatti.

Ma quanto bisogna mangiare? La regola delle cinque porzioni al giorno, prevede il consumo di frutta e verdura nei pasti principali (colazione, pranzo e cena) e nei due spuntini a metà mattina e pomeriggio. Per porzione si intende, ad esempio, un frutto intero (mela, pera, arancia) o 2-3 frutti, se piccoli (albicocche, susine). Oppure un piatto di insalata (almeno 50 grammi), mezzo piatto di verdure cotte, una coppetta di macedonia o un bicchiere di spremuta o centrifugato.

Ma tutta questa frutta, non sarà troppo calorica? Niente paura, il bello sta proprio qui! Lo zucchero contenuto nel cibo vegetale è compensato dal contenuto di fibra, acqua, e dal processo di masticazione e digestione. A patto di mangiare il più possibile anche la buccia.

Diffidate quindi dalle diete che impongono dei limiti nel consumo di frutta e verdura: i cibi poveri di calorie ma privi anche di nutrienti, fanno sentire l’organismo [cml_media_alt id='113627']Cremesini - Cinque colori[/cml_media_alt]poco “sazio” di ciò che più gli serve, provocando un senso di fame difficile da calmare.

I cibi che mettiamo nel piatto devono essere prima di tutto vantaggiosi da un punto di vista nutrizionale. E il trucco più semplice è basarsi sul loro colore. L’aspetto appetitoso e variopinto dei prodotti dell’orto, infatti, è dato dalla presenza di pigmenti e vitamine. Ecco, colore per colore, gli alimenti che non devono mancare in tavola:

BLU – VIOLA: melanzane, radicchio, fichi, lamponi, mirtilli, more, ribes, prugne, uva nera. Alimenti ricchi di antiossidanti, antocianine, beta carotene, vitamina C, potassio e magnesio.

VERDE: asparagi, basilico, broccoli, cavoli, carciofi, cetrioli, insalata, rucola, prezzemolo, spinaci, zucchine, uva bianca, kiwi. Contengono magnesio, acido folico, luteina, fanno bene alla salute degli occhi e disintossicano l’organismo.

BIANCO: colore saziante e povero di grassi per eccellenza. Abbassa il colesterolo nocivo e normalizza la pressione arteriosa. Via libera quindi a banane, mele e pere, ma anche a finocchi, sedano e funghi, aglio, cavolfiori, cipolle, porri.

GIALLO: arance, limoni, mandarini, pompelmi, meloni, albicocche, pesche, nespole, carote, peperoni, zucca, mais. Il giallo, oltre a dare allegria e caratterizzare gli alimenti energizzanti, è il colore che porta le vitamine A, B, e C.

ARANCIO – ROSSO: combatte i radicali liberi, rende il sangue più fluido e diminuisce la ritenzione idrica. È il periodo migliore questo per fragole, ciliegie, peperoni, pomodori, rape rosse, ravanelli, angurie, barbabietole.

Hanna Gronkiewicz-Waltz: Varsavia nuova capitale europea

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foto: Dominik Skurzak

Sindaco di Varsavia e già presidente della Banca Nazionale, Hanna Gronkiewitz-Waltz non ha dubbi: la capitale polacca si sta imponendo nel panorama europeo come una delle città più interessanti e all’avanguardia.

“Però quando ho iniziato il mio primo mandato di sindaco ho trovato una situazione ben diversa. In questi anni, posso dirlo con orgoglio, abbiamo fatto tanta strada sia a Varsavia che a livello nazionale. Oggi i giornali di tutto il mondo parlano spesso del miracolo economico polacco ma vorrei ricordare che è un fenomeno degli ultimi anni, fino a pochi anni fa la situazione era ben diversa.”

 

Un periodo d’oro che a Varsavia ha portato e sta portando grandi trasformazioni urbanistiche.

I cambiamenti dello skyline della città e dei servizi pubblici sono sotto gli occhi di tutti. Sinora abbiamo sviluppato gli snodi stradali (Mars e ?opusza?ska), abbiamo costruito il ponte di Maria Sk?odowska-Curie, abbiamo fatto un grande ricambio dei tram, abbiamo investito sulla crescita del servizio ferroviario metropolitano di Varsavia (SKM) e sul sistema di parcheggi di interscambio Park&Ride. Uno degli investimenti più importanti è stato l’impianto di depurazione delle acque “Czajka”. Inoltre, abbiamo aperto nuove scuole materne e abbiamo cambiato il volto di tanti luoghi, come Piazza Grzybowski. Ora lavoriamo soprattutto per completare la seconda linea della metropolitana. Grandi investimenti sono poi in atto per trasformare tutta l’area di Praga dove è già stato creato anche il nuovo Museo. E poi c’è il grande progetto del waterfront sulla Vistola, con spiaggia, padiglioni, piscine, piste ciclabili. Parte dei boulevard è già completata e sarà aperta questa estate. Insomma Varsavia è destinata ad essere non solo una capitale economica ma anche una città piacevole in cui potersi rilassare.

 

Lei è sindaco di[cml_media_alt id='113373']Giorgi - Gronkiewicz (5)[/cml_media_alt] una delle città più interessanti d’Europa, con quali altri paesi e città avete più intense relazioni?

Negli anni Novanta ci siamo collegati con molte città in base a certi bisogni legati anche alla riforma delle amministrazioni locali. Poi Varsavia vanta una relazione vivace con Chicago (sister city), e in Europa con Berlino, Parigi, Londra. Lavoriamo inoltre nell’ambito dell’organizzazione Eurocities che si occupa di fare “lobbing” per rafforzare la posizione delle città nell’UE, ed è lì che incontro i sindaci di molte città italiane. Qualche anno fa ho parlato con l’attuale premier italiano Matteo Renzi, che era sindaco di Firenze.

 

Nel frattempo a Varsavia e in Polonia cresce anche la comunità italiana che ora ha un suo organo elettivo ufficiale: il Comites.

 

Mi fa piacere, la crescita italiana renderà la nostra città sempre più internazionale. A questo proposito ricordo che gli italiani residenti a Varsavia possono votare qui per il sindaco! Io comunque, lo dico sin d’ora, non mi ricandiderò, tre mandati sono già una bella e intensa esperienza. Naturalmente parlando d’Italia va sottolineato che tante aziende del Bel Paese sono coinvolte nella costruzione di importanti infrastrutture polacche, tra cui anche la seconda linea della metro. Personalmente sono molte le cose che mi legano all’Italia, persone con cui ho lavorato a Londra, tanti amici, tra cui l’ex ambasciatore Vincenzo Manno, molti viaggi nel Bel Paese.

 

Una Varsavia internazionale, artisticamente all’avanguardia, simbolo di una Polonia sempre più europea, aperta e ben disposta verso gli stranieri?

Storicamente gli slavi come gli italiani sono sempre stati popoli aperti, viaggiatori e cosmopoliti, poi certo anche da noi ci sono anche che non viaggiano e che crescono con la paura dello straniero. Varsavia è sempre stata una città aperta e di passaggio come fosse una città di mare, come Danzica ad esempio. Sull’avvicinarsi ai migliori standard europei noi della Piattaforma Civica (PO) abbiamo fatto molto, spero che se non saremo noi in futuro a governare non venga rovinato quel che abbiamo costruito con tanta fatica.

 

Ci sono innumerevoli collegamenti storici e culturali tra Varsavia e l’Italia, dal Barbacane di Giovanni Battista Veneziano, al Park ?azienkowski progettato da Merlini, oppure l’Opera Nazionale di Antonio Corazzi. In quest’ottica durante un’intervista con il professore Robert Kunkel del Politecnico di Varsavia sono venuto a conoscenza che per alcuni secoli in un palazzo del Rynek c’era un artistico bassorilievo in marmo del Leone di San [cml_media_alt id='113372']Giorgi - Gronkiewicz (11)[/cml_media_alt]Marco, simbolo di Venezia, fatto posare sulla facciata nel 1674 da Davide Zappio, veneziano che abitò in quel palazzo, diventando per un periodo anche borgomastro di Varsavia. Un bassorilievo andato perso all’inizio del secolo scorso e che tra qualche mese, dopo un secolo, tornerà sul palazzo, grazie al progetto “Il Leone di San Marco torna a Varsavia”, ideato dal Comitato Ambasciatori di San Marco e sostenuto finanziariamente da istituzioni veneziane e venete e da alcuni illuminati sponsor. Possiamo sperare nella Sua presenza alla posa del bassorilievo?

Verrò di sicuro! È una bella iniziativa, bravi! Ah, Venezia… Per Varsavia è una città importante perché ha dato i natali al pittore lagunare di Bernardo Bellotto (detto il Canaletto) le cui vedute di Varsavia sono state fondamentali nel dopoguerra per ricostruire la nostra città storica.

 

In attesa che torni il leone in marmo, Le porgiamo questo leone in vetro offerto dal Consorzio Promovetro di Murano che supporta il progetto del ritorno del Leone a Varsavia.

Conosco bene l’importanza del vetro artistico di Murano. Grazie!

Polonia, proteste per onorificenza a businessman portoghese

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Il governo polacco ha posticipato la decisione di consegnare una onorificenza a un uomo d’affari portoghese gestore di una popolare catena di supermercati discount, la catena Biedronka, dopo proteste pubbliche perché l’azienda è accusata di sfruttamento della mano d’opera.

Le tensioni sono crescenti tra il governo polacco, a favore di Pedro Pereira da Silva direttore del gruppo di distribuzione alimentare Jeronimo Martins, meritevole dell’ Ordine al Merito della Repubblica di Polonia per aver creato posti di lavoro, e i polacchi che interpretano l’atteggiamento del governo come favorevole alle corporazioni, a detrimento dei lavoratori. Questa onorificenza è conferita agli stranieri o ai polacchi che vivono in altri Paesi, distintisi per aver promosso lo sviluppo della Polonia.

Jeronimo Martins ha assunto direttamente più di 58 mila persone e ha creato almeno altrettanti posti di lavoro di indotto.

(ANSA-AP).

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A settembre Wizz Air apre in Polonia la sua 21ª base

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Il prossimo 14 settembre Wizz Air aprirà a Lublino (Polonia) la sua 21ª base, con un Airbus A320. La low cost ha annunciato anche ulteriori incrementi nei suoi servizi regionali polacchi.

Già servita dai voli Wizz Air, Lublino sarà la sesta base del vettore in Polonia. Il nuovo aeromobile porterà a sei il numero di rotte servite dalla città polacca e aumenterà del 115% la capacità annuale di posti dall’aeroporto di Lublino.

Sempre dal 14 settembre 2015 Wizz Air opererà tre nuove rotte dalla sua nuova base di Lublino per Bruxelles Charleroi, Doncaster Sheffield e Glasgow con tre voli settimanali. Aumenteranno anche le frequenze sulle sue già esistenti rotte da Lublino a Londra Luton e Oslo Torp.

La compagnia aerea ha anche annunciato una nuova rotta da Breslavia a Stoccolma Skavsta, a cui si aggiunge la rotta da Poznan a Milano Bergamo che diventa operativa per tutto l’anno, in ciascun caso a partire dal 15 settembre.

In totale Wizz Air offre ora 113 rotte dalla Polonia verso 20 Paesi da sette aeroporti polacchi. I posti sulle nuove rotte dalla Polonia sono già in vendita a partire da 9,99 euro e possono essere prenotati sul sito wizzair.com.

www.wizzair.com

Astaldi: nuovo contratto stradale in Polonia per 242 milioni

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Il Gruppo Astaldi si è aggiudicato in via definitiva un contratto da 242 milioni di euro per la realizzazione del Lotto A della Circonvallazione Sud di Varsavia, in Polonia. L’esecuzione delle opere permetterà il completamento di un progetto importante e strategico per lo sviluppo infrastrutturale della città, garantendo “significativi benefici legati al decongestionamento dal traffico del centro urbano”, sottolinea la società.

I lavori interessano la progettazione e la costruzione di circa 5 chilometri di strada a scorrimento veloce, a due carreggiate separate con 3 corsie per senso di marcia, per il collegamento dello svincolo Pu?awska allo svincolo Przyczo?kowa (Lotto A). Lungo il tracciato è, inoltre, prevista la realizzazione di opere complesse come 9 ponti, un tunnel a doppia canna di 2,3 chilometri, 2 svincoli stradali e tutte le opere connesse.

La durata dei lavori è prevista pari a 41 mesi, con avvio delle attività a partire dalla seconda metà dell’anno.

Committente dell’iniziativa è la Direzione Generale per le Strade e Autostrade polacca (GDDKiA) e le opere saranno finanziate con il contributo dei fondi Ue. (askanews)

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Polonia: sfiorato uno scontro tra aereo Lufthansa e un drone

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Un aereo della Lufthansa, in volo da Monaco di Baviera per Varsavia con a bordo 108 passeggeri, non è per poco entrato in collisione con un drone nei pressi dell’aeroporto di Varsavia.

L’agenzia Reuters comunica che il drone è stato avvistato a soli 100 metri dall’aereo, che in quel momento si trovava alla quota di 760 metri. Fortunatamente, l’incidente non ha avuto conseguenze.

Un portavoce della polizia di Varsavia ha informato i giornalisti che la polizia ha fermato un uomo di 39 anni. È stato recuperato anche il drone. In conformità alla legge polacca, chi crea una minaccia al traffico aereo rischia fino a 8 anni di carcere.

La stampa della Polonia riferisce che dopo l’incidente, per garantire la sicurezza, la torre di controllo dell’aeroporto di Varsavia ha ordinato a più di 20 aerei di cambiare il corridoio di atterraggio.