Slide
Slide
Slide
banner Gazzetta Italia_1068x155
Bottegas_baner
baner_big
Studio_SE_1068x155 ver 2
LODY_GAZETTA_ITALIA_BANER_1068x155_v2
ADALBERTS gazetta italia 1066x155

Home Blog Page 330

Festa Nazionale dell’Indipendenza

0

L’11 novembre è una data molto importante per tutti i polacchi, in quanto si celebra l’anniversario dell’indipendenza della Polonia, avvenuta nel 1918 dopo 123 anni di spartizioni compiute dall’Austria, dalla Prussia e dalla Russia. Questa festività è stata stabilita negli ultimi anni della Seconda Repubblica di Polonia ai sensi della legge del 23 aprile 1937, quindi quasi 20 anni dopo la riconquista effettiva dell’indipendenza. Si fece però in tempo a celebrarla soltanto in due occasioni, ovvero nel 1937 e nel 1938, ovvero prima che l’inizio della seconda guerra mondiale sconvolgesse le esistenze dei polacchi e di altri milioni di cittadini europei. Durante l’occupazione nazista, iniziata nel 1939 e terminata nel 1944, i festeggiamenti in pubblico furono tassativamente vietati, così come avveniva per qualsiasi altra manifestazione che rivendicasse l’identità polacca. Nel 1945 la festività fu abolita dalle autorità russe che la sostituirono con la Festa Nazionale del Rinascimento della Polonia, che veniva celebrata il 22 luglio. La Festa dell’Indipendenza è stata ripristinata nel 1989, dopo la caduta del comunismo.

Il recupero dell’indipendenza da parte della Polonia è stato un processo graduale e non collocabile in una data precisa; quella dell’11 novembre come data della celebrazione è stata una scelta ponderata, giustificata parzialmente con il fatto che fu in quel giorno che la Germania capitolò sul fronte occidentale durante la Prima Guerra Mondiale.

La celebrazione principale di questa festività si svolge per tradizione a Varsavia in piazza Józefa Pi?sudskiego, davanti alla Tomba del Milite Ignoto, con la partecipazione delle massime autorità dello stato. Inoltre, sul territorio di tutto il Paese vengono organizzati raduni e marce patriottiche, mentre nelle chiese vengono ufficiate messe in onore della patria. A partire dalla caduta del comunismo, l’11 novembre si svolge regolarmente anche una maratona chiamata “Bieg Niepodleg?o?ci”, organizzata dal Warszawski O?rodek Sportu i Rekreacji e alla quale partecipa sempre qualche migliaio di podisti polacchi. Il numero dei partecipanti all’edizione di quest’anno ha superato le 8000 persone.

Per le vie di Varsavia hanno marciato quest’anno due nutriti cortei. Il presidente della Polonia Bronis?aw Komorowski ha preso parte al primo corteo chiamato “Razem dla niepodleg?ej”, una marcia senza appartenenze o divisioni politiche e sociali. Il secondo è stato invece organizzato in concomitanza dalle associazioni “M?odzie? Wszechpolska” (Organizzazione giovanile nazionalista) e “Obóz Narodowo-Radykalny” (Gruppo di nazionalisti radicali).

La marcia “Razem dla niepodleg?ej”, partita da piazza Pi?sudskiego subito dopo la fine della cerimonia ufficiale, è proseguita e si è conclusa in un’atmosfera di tranquillità. I suoi partecipanti hanno attraversato le vie Krakowskie Przedmie?cie, Nowy ?wiat e Aleje Ujazdowskie, fermandosi come da programma davanti ai monumenti del primate Stefan Wyszy?ski, di Wincenty Witos, Ignacy Paderewski, Stefan Grot-Rowecki e Roman Dmowski, rendendo omaggio alle figure storiche che hanno contribuito all’indipendenza della Polonia. L’idea di creare una marcia che accolga tra le sue file tutti i cittadini polacchi, senza alcuna distinzione di sorta, è nata dopo la fine delle celebrazioni della festa nazionale dello scorso anno che sono stati purtroppo interrotti da alcuni tafferugli. Durante la marcia del 2011, infatti, le strade di Varsavia sono state teatro di alcuni scontri tra gruppi anarchici e nazionalisti, che hanno funestato un giorno di festa molto sentito dalla popolazione.

Anche quest’anno si sono sfortunatamente verificati degli incidenti tra i manifestanti e le forze dell’ordine, anche se meno gravi rispetto a quelli dello scorso anno; secondo il rapporto presentato dalla direttrice dell’Ufficio di Sicurezza della città di Varsavia, Ewa Gawor, il bilancio definitivo degli scontri avvenuti durante lo svolgimento della seconda marcia ammonta a 24 persone ferite (tra cui 8 poliziotti) e 134 manifestanti fermati.

 

Iscriversi all’AIRE, quando e perché

0

Sono sempre più numerosi gli italiani che scelgono di trasferirsi all’estero, per i motivi più disparati. C’è chi non ha potuto dir di no ad un’allettante proposta di lavoro, chi sceglie di star vicino alla persona amata e chi è rimasto affascinato dalla cultura e dallo stile di vita di un paese straniero. Tra i doveri civici di un cittadino italiano che ha scelto di emigrare e risiedere all’estero c’è quello di regolarizzare la propria posizione, anagrafica e fiscale, iscrivendosi all’AIRE, acronimo di “Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero”.

L’AIRE è un archivio contenente i dati di tutti i cittadini italiani che vivono fuori dai confini nazionali per un periodo di tempo superiore ai 12 mesi, e consente di accertare gli spostamenti anagrafici effettuati all’estero e in Italia degli stessi. Non devono invece iscriversi all’AIRE i cittadini italiani che si recano all’estero per periodi non superi ai dodici mesi oppure i cittadini che si recano all’estero per lavori stagionali. Comunque l’iscrizione all’AIRE è obbligatoria ed avviene in due modi: o il cittadino dichiara spontaneamente la sua intenzione di risiedere all’estero per il suddetto periodo o la sua residenza all’estero viene accertata d’ufficio, nel caso in cui le autorità competenti si rendano conto che sussistono le condizioni per essere registrati all’AIRE.

Secondo la legge, la dichiarazione di trasferimento di residenza all’estero deve essere resa dall’interessato all’ufficio consolare competente entro 90 giorni dalla data dell’espatrio. Ci si può iscrivere all’AIRE sia prima di espatriare, sia una volta arrivati nel paese estero di residenza. Se ci si vuole iscrivere prima della partenza, bisogna presentare la domanda nell’ultimo comune di residenza nel quale si è vissuto. Bisognerà dichiarare l’intenzione di vivere fuori dai confini italiani per un periodo superiore ai dodici mesi. Il comune prenderà nota del nominativo del cittadino e del suo futuro indirizzo di residenza nel registro delle cancellazioni anagrafiche e in quello dell’AIRE, a quel punto, il comune attenderà di ricevere dall’ufficio consolare del nuovo paese di residenza del cittadino il documento che attesti l’avvenuta iscrizione in loco. Soltanto allora il cittadino risulterà iscritto a tutti gli effetti all’AIRE.

AIREPer coloro che invece desiderassero iscriversi all’AIRE nel paese estero di residenza, sarà sufficiente recarsi all’ufficio consolare abilitato e compilare l’apposito modulo di iscrizione, accompagnato da un documento d’identità valido (passaporto, carta d’identità, patente di guida) e da un documento che attesti la propria residenza. Alcuni consolati richiedono ulteriori tipi di garanzie, per comprovare il fatto che il cittadino risiede effettivamente all’estero: vi potrebbero quindi essere richieste una dichiarazione del datore di lavoro in loco o un certificato di matrimonio. La maggior parte dei siti web delle ambasciate e dei consolati consentono di scaricare il modulo online. Si tratta di un documento di semplice compilazione, che contiene anche la registrazione di eventuali membri della famiglia che accompagnano il cittadino all’estero. Il consolato invia questo modulo all’ultimo comune di residenza del cittadino, che ne registra l’avvenuta iscrizione all’AIRE, e ne informa l’AIRE nazionale.

Per iscriversi all’AIRE in Polonia, nello specifico, bisognerà recarsi presso la Cancelleria Consolare di Varsavia, che si trova in ulica Jasna 19. È anche possibile l’iscrizione per mezzo di lettera o fax: in questo caso, assieme al modulo compilato della domanda di iscrizione e alla copia del documento di identità, bisognerà presentare una copia del proprio certificato di nascita e una copia del permesso di soggiorno rilasciato dall’Ufficio di competenza.

Con l’iscrizione all’AIRE un cittadino può beneficiare di alcuni vantaggi. Per cominciare, si ha diritto di voto per corrispondenza, all’esenzione dall’IVA sulle merci acquistate in Italia e portate all’estero e all’esenzione dei dazi doganali sulle merci al momento del rimpatrio; inoltre, il consolato garantisce agli iscritti l’assistenza per espletare le normali pratiche burocratiche che tipicamente si fanno in Italia (rilascio di certificati anagrafici, fornitura del certificato di residenza, rinnovo del passaporto).

C’è però da sottolineare che, iscrivendosi all’AIRE, il cittadino perderà il diritto alla copertura sanitaria in Italia: questo significa che non avrà più diritto ad usufruire del medico di base, dell’assistenza ospedaliera tramite mutua e dell’acquisto dei medicinali dietro pagamento del solo ticket.

Iscrivendosi all’AIRE cambierà conseguentemente anche la residenza fiscale: dove pagherà le tasse il cittadino italiano residente all’estero? Il cittadino italiano iscritto all’AIRE pagherà le tasse nel paese estero in cui vive se ha la residenza all’estero e lavora per un’azienda estera che versa il suo stipendio all’estero, oppure se è un libero professionista che lavora esclusivamente per enti esteri che lo pagano su un conto bancario all’estero. Il cittadino italiano iscritto all’AIRE pagherà le tasse in Italia se ha la residenza all’estero e lavora per una compagnia italiana, che lo ha mandato all’estero con un contratto diretto con la casa madre in Italia. Il tema della Fiscalità Comunitaria e Internazionale è molto complesso ma ulteriori informazioni potranno essere trovate sul sito del ministero delle Finanze: LINK

 

 

Un “gustoso” Grande Slam di Beach Volley

0

Che cosa collega Pechino, Gstaad, Klagenfurt, Mosca, Parigi, Roma e Stary Jablonki alle Hawaii? Questi sono i luoghi in cui si giocano partite della competizione più prestigiosa di beach volley, il  Grande Slam. L’organizzazione del torneo a Stare Jablonki è affidata all’Hotel Anders,  sotto la bandiera della World Volleyball Federation. Anche quest’anno dal 13 al 19 agosto si è svolta una delle tappe del torneo all’hotel Anders con la partecipazione dei migliori giocatori di beach volley di tutto il mondo. Giocatori che quest’anno hanno rappresentato più di 50 paesi. Sulla tribuna centrale sedevano più di cinquemila spettatori, per una presenza totale durante l’evento di quasi centomila tifosi. Una manifestazione, trasmessa in diretta in vari paesi, che in Polonia ha ricevuto piena copertura televisiva da parte di Polsat che da sempre partecipa all’evento. Tra le attrazioni principali segnaliamo “I giorni della cucina polacca” sotto il cappello dell’executive   chef dell’hotel Anders Dariusz Struci?ski con gli ospiti invitati ?a creare appositamente per il torneo “Il Ristorante dei Campioni”, in cui si sono potuti  gustare i piatti più famosi della gastronomia polacca, con un gruppo di chef d’eccezione che si è così suddiviso durante la manifestazione:

15 agosto, Kuchnia Ma?opolska, Mistrz – Marek Widomski, za?o?yciel Instytutu Kulinarnego w Krakowie;  16 agosto, Kuchnia ?l?ska, Mistrz – ?ukasz Pielak, z-ca szefa kuchni Restauracji Platter, w Hotelu InterContinental w Warszawie;  17 agosto, Kuchnia Kurpiowska, Mistrz – Jaros?aw U?ci?ski – w?a?ciciel i szef kuchni Restauracji MOONSFERA w Warszawie;  18 agosto, Kuchnia Pomorza, Mistrz – Grzegorz Labuda, szef kuchni restauracji La Bibliotheque w Hotelu St. Bruno w Gi?ycku;  19 agosto, Kuchnia Mazowsza, Mistrz – Karol Okrasa, szef kuchni Restauracji Platter w Hotelu InterContinental w Warszawie. E poi una sorpresa fuori programma con Socialkuchnia che ha organizzato la venuta di una delle cucine mobili più esclusive al mondo! Direttamente da Trento è arrivata Arca by Inoxpiu uno straordinario concentrato di tecnologia racchiuso in un container in grado di allargarsi fino a diventare una cucina da grande ristorante sul campo e qui, per una settimana, abbiamo preparato piatti della cucina italiana che per partecipazione di pubblico hanno dato filo da torcere al Ristorante dei Campioni. Devo dire con orgoglio che il made in Italy ha dimostrato di avere ancora molto da dire e la tecnologia a disposizione in questa cucina (utilizzata un paio di settimane prima da Carlo Cracco) mi ha fatto sentire come se mi avessero dato a disposizione l’astronave Enterprise, per una settimana mi sono sentito come il Capitano Kirk e chi appartiene alle mia generazione o giù di lì (1966) sa cosa voglio dire. Una nota di orgoglio in più il secondo posto nel torneo femminile della squadra italiana: il duo Cicolari-Menegatti (assidua frequentatrice come la maggior parte degli atleti del ristorante italiano) battuto solo dalle brasiliane vincitrici di tornei mondiali da anni. Grazie ragazze, e arrivederci all’anno prossimo per i Campionati del Mondo che si terranno in Polonia per la prima volta.

 

25 lat

0

Upłynęło już 25 lat odkąd 15 września 1987 pierwsza ekipa rozpoczęła oficjalnie pracować we Włoskim Instytucie Kultury w Krakowie. Pierwsza siedziba Instytutu została uroczyście otwarta w kilka tygodni po zwycięstwie Solidarności w wyborach w 1989 r. Był to historyczny zwrot, który przeżywał również Włoski Instytut Kultury w Krakowie, wzrastając razem z polskimi instytucjami i z czasem stając się naprawdę częścią krajobrazu kulturalnego Krakowa, jak to ujęli na stronach katalogu wystawy 25 lat Włoskiego Instytutu Kultury, Konsul Honorowy Republiki Włoskiej w Krakowie, Anna Boczar-Trzeciak i dyrektor Muzeum Manggha, Bogna Dziechciaruk-Maj.

Na przestrzeni tych 25 lat działalności było wiele ważnych wydarzeń poświęconych kulturze włoskiej, a również polskiej, zorganizowanych bezpośrednio przez Włoski Instytut Kultury lub we współpracy z innymi instytucjami lokalnymi i międzynarodowymi. Trudno wyliczyć je wszystkie, lecz można przypomnieć kilka najważniejszych: począwszy od pierwszej wystawy poświęconej nagrodzie Premio Compasso d’Oro w 1987 r. aż po wielkie monograficzne wystawy prezentujące dzieła Palladio i Carlo Scarpy, od pierwszych spektakli Donizettiego w Teatrze im. Juliusza Słowackiego po wkład i udział we wzroście i ugruntowaniu się festiwali muzycznych takich jak Misteria Paschalia czy Opera Rara, od spektakli Commedia dell’Arte prezentowanych na Rynku Głównym aż po przedstawienia Piccolo Teatro di Milano z uczestnictwem Giorgio Strehlera, Milvy czy Toniego Servillo. Nie wolno też zapominać o ważnych wystawach poświęconych takim artystom jak Dino Buzzati, Raffaello i Tycjan, Federico Fellini czy o obecności wybitnych pisarzy jak Claudio Magris, Dacia Maraini czy Roberto Calasso. Nie brakowało innych wydarzeń kulturalnych, które oddały głos mniej spektakularnym, choć równie ważnym dla współczesnej kultury dziedzinom: od historii po religię, od ekonomii po prawo, od nauki po ekologię.

Ta intensywna i nacechowana wysoką jakością działalność wpłynęła na utrwalenie historycznych związków Krakowa z Italią, przyczyniając się także do spotkań na szczeblu instytucjonalnym, podczas wizyt w Polsce Prezydentów Republiki Włoskiej. Oscara Luigiego Scalfaro i Azeglio Ciampiego. Bez wątpienia godne wspomnienia jest zorganizowanie uroczystej inauguracji cyklu wydarzeń kulturalnych, które w 2003 r. Włoskie Instytuty Kultury poświęciły 25-leciu Pontyfikatu papieża Jana Pawła II, w której wziął udział ówczesny kardynał, Joseph Ratzinger.

Wystawa, która pozostanie otwarta w galerii Instytutu do 29 października br. poprzez plakaty, zaproszenia, fotografie i wycinki prasowe przypomina niektóre z tych wydarzeń i znajduje swoje uzupełnienie w dwujęzycznym katalogu, który doskonale poświadcza, że również w życiu instytucji można wskazać “poszczególne fazy: powstawanie, umacnianie, uregulowanie i wreszcie ewolucję”, co przypomina we wstępie do katalogu aktualny dyrektor Instytut, Clara Celati. Na pierwszych stronach katalogu listy wielu dyrektorów, przedstawicieli władz włoskich i polskich uświetniają tę rocznicę przekazując życzenia kolejnych takich lat. Nie pozostaje nam nic innego jak dołączyć do tych życzeń tym szczególnym Sto Lat dla Włoskiego Instytutu Kultury.

“Singing in the rain” al Teatro Roma!

0

Walter Passoni

Dopo “Les Miserables” gli artisti del Teatro Roma ci offrono un altro musical “Singin’ in the rain” con cui fanno trascorrere allo spettatore oltre due ore di vero piacere. Come il film…meglio del film. Una regia minuziosamente attenta, una coreografia stupenda con scene che cambiano continuamente, ricche di colori e di accorgimenti tecnici; un’orchestra di primordine che accompagna ogni balletto o canzone senza una sbavatura, coinvolgendo più volte lo spettatore a ritmare il tempo con le mani. Il corpo di ballo che mostra  una capacità di danza praticamente perfetta e fa venire la voglia di salire sul palco per partecipare a quella che sembra sempre una festa. I costumi sono stupendi e sempre armoniosamente in sintonia con le varie scene. Ed infine gli attori , dai protagonisti ai comprimari, tutti bravissimi, che regalano agli spettatori molti momenti di vero divertimento, sottolineati dalle frequenti risate spontanee e dagli applausi che puntualizzano tutte le loro performances. Ognuno di loro dà l’idea di dare sempre il massimo mentre recita, mostrando pure di divertirsi e di “sentire”…il calore del pubblico e di ricambiarlo con emozioni sincere. È uno spettacolo assolutamente da non perdere, perchè ancora una volta è possibile provare delle bellissime emozioni, nelle prime file anche “bagnate”, al Teatro Roma a Warszawa.

 

Prospettive dell’economia polacca in Europa

0

“L’economia polacca ha senso solo se si considera l’ambiente internazionale e quindi gli investitori stranieri”, così ha aperto il confronto il Prof. Marek Belka, Governatore della Banca Nazionale Polacca, durante l’incontro annuale con IGCC (International Groups of Chambers of Commerce) di cui la nostra Camera di Commercio e dell’Industria Italiana in Polonia è membro e fondatore.

“L’economia dell’Unione Europea è in recessione. Nel 2009 era a -5%, oggi che va un po’ meglio siamo sul -1,2%. Ci sono tre ragioni fondamentali che aiutano a comprendere meglio la crisi: il primo consiste nelle differenze economiche tra i Paesi aderenti, dove alcuni crescono e altri sono in profonda recessione, quindi abbiamo sicuramente un problema di integrazione economica” spiega il Professore che aggiunge “la seconda ragione prende in considerazione la situazione economica che sollecita i mercati con forti rialzi e ribassi con spiacevoli conseguenze sulla economia Europea. Infine la terza ragione è il tempo, infatti nel 2008-09 noi credevamo di avere gli strumenti per combattere la recessione, ma non era così e ora siamo al punto di dover utilizzare strumenti non convenzionali come l’OMT (Outright Monetary Transactions)”; OMT sono le operazioni di acquisto della Banca Centrale Europea a sostegno dell’Eurozona, una delle politiche monetarie del programma anti-spread del Governatore Mario Draghi. “Ora tutti stanno guardando alla Spagna, esitante nelle decisioni in un momento difficile, e i mercati stanno perdendo la sicurezza. Il mio punto di vista” continua Belka “è positivo, ma e’ polacco-centrico, con il successo che abbiamo avuto nel far crescere il mercato. Infatti nei Paesi non aderenti all’Euro, come il nostro, siamo pronti ad uno scenario di collassamento che coinvolgerebbe prima di tutto le banche e quindi gli altri operatori economici.”

Sottolinea il Governatore della Banca Nazionale Polacca “Spero che il programma proposto da Draghi venga approvato e riesca a stabilizzare i mercati per lungo tempo, perché preferisco il rischio al disastro. Se il programma aiuterà a ricostruire la credibilità, noi avremo la possibilità di salvare Paesi come l’Italia e la Spagna, ci vorranno anni, ma sarà possibile.”

Il Prof. Belka dopo il suo intervento si è prestato alle domande dei partecipanti: “l’euro è una moneta unica differente per esempio dal dollaro negli Stati Uniti d’America perché lì con un solo Governo centrale hanno reattività nel prendere decisioni importanti, invece nell’Unione Europea devono decidere 17 Governi dei Paesi aderenti, perdendo tempo di reazione. Teniamo presente che non è auspicabile un Europa senza il mercato unico, porterebbe ad una instabilità dei singoli Paesi. Inoltre non tutti nell’Eurozona devono essere come la Germania, noi dobbiamo differenziare e valorizzare tutte le economie dei Paesi membri, ognuno con le sue peculiarità, con i propri assets. La Spagna, per esempio, ha una grande forza nell’export, come l’Italia, non dobbiamo per forza essere tutti uguali all’economia tedesca”. Rispetto al rapporto tra i cittadini e Governo Belka sostiene: “I cittadini devono essere pronti a pagare altre tasse, non morire tra le barricate, questo è il nazionalismo dei nostri giorni”.

Alla domanda “Quali sono i possibili scenari negativi di cui ha parlato e quali sono le possibili soluzioni che avete ideato?” Il Prof. Belka risponde: “Continuare con una crescita pari a zero per altri anni mentre la Germania continua a crescere rispetto al resto dell’Unione Europea, questo porterebbe ad un collasso con situazioni peggiori al 2009, sicuramente con bancherotta per l’economia europea, purtroppo è uno scenario possibile. Infatti una delle soluzioni da noi identificate consiste in un possibile salvataggio delle banche offrendo loro una maggiore liquidità, soluzione da prevedere insieme ad altri strumenti finanziari e fiscali.”

Per quanto riguarda l’ingresso della Polonia nell’Eurozona, il Professore annuncia “Prima di tutto l’Euro deve uscire dalla crisi e stabilizzarsi prima che la Polonia lo adotti, per non avere rischi di collasso e quindi l’economia deve prima riprendere a crescere.”

IL DILEMMA DI BERNANKE… come bruciare trillioni e continuare a farlo senza esistazioni

0

Emiliano Caradonna

Ho regolarmente espresso il mio disappunto con l’approccio specifico attuato dalla Fed di Bernanke. Sono stato certamente duro in passato ma credo che quest’ultimo round di Quantitative easing e il contesto nel quale viene attuato ha purtroppo rafforzato la mia opposizione. Bernanke si é trovato di fronte un dilemma, prendere atto dei suoi errori ed accettare di essere ricordato come colui che pur bruciando trilioni di dollari non é stato in grado di rilanciare né l’economia né l’occupazione o tentare il tutto per tutto pur rischiando di gonfiare l’ultima e più devastante «bolla» finanziaria che la storia moderna ha conosciuto. Ovviamente, essendo per altro innamorato di se stesso, ha scelto la seconda opzione e quindi ha deciso di lanciare un QE3 e per dovere di semplificazione:

– continuare l’operazione “Twist” continuare a comprare Titoli di stato;

– comprare 40 miliardi di dollari di mortgage (ipoteche immobiliari) al mese per un “periodo indefinito”.

Evidentemente ammettere i propri errori é troppo difficile ma soprattutto la miopia  di questi grandi strateghi é comparabile soltanto alla testardaggine con la quale continuano a rifiutare la realtà che ci circonda.

Nella sua conferenza stampa il Dr. Bernanke ha detto una cosa che credo confermi questo punto di vista. Pedro da Costa ha chiesto perché queste misure dovrebbero funzionare ora e attraverso quale  meccanismo avremo una trasmissione e quindi dei vantaggi per l’economia reale.

Il capo della Fed ha risposto:

“The tools we have involve affecting financial asset prices.  Those are the tools of monetary policy.  There are a number of different channels.  Mortgage rates, other rates, I mentioned corporate bond rates.  Also the prices of various assets.  For example, the prices of homes.  To the extent that the prices of homes begin to rise, consumers will feel wealthier, they’ll begin to feel more disposed to spend.  If home prices are rising they may feel more may be more willing to buy home because they think they’ll make a better return on that purchase.  So house prices is one vehicle.  Stock prices – many people own stocks directly or indirectly.    The issue here is whether improving asset prices will make people more willing to spend.  One of the main concerns that firms have is that there is not enough demand… if people feel their financial position is better they’ll be more likely to spend….”

In sostanza, Bernanke dice che se riesce a far aumentare i prezzi delle case la gente si sentirà (sentirà non sarà) più ricca e quindi propensa a consumare  (e quindi a far debiti)… Se la gente consuma le Società faranno più ricavi e quindi assumeranno…

Si tratta di un approccio terribilmente viziato per le politiche pubbliche e sottolinea un grave difetto nel modo in cui la Banca centrale attua la sua politica di oggi.

È infatti basato sull’idea che una ripresa economica dovrebbe essere guidata dai consumatori che utilizzano il reddito di oggi a leva (come base per far debiti) per consumare, sulla promessa di un temporaneo aumento della ricchezza nominale (che può o non può essere superiore in futuro).

 Nella migliore delle ipotesi si genera una crescita nominale falsando il prezzo delle attività finanziarie, ma senza una reale crescita economica, nell’ipotesi peggiore si liberano i bilanci delle banche trasferendo strumenti finanziari di scarso valore ma con prezzi alti nei bilanci pubblici, avvicinandosi sempre di più al precipizio dell’inflazione e della rovina.

A mio parere, le politiche che ci hanno portato in questo pasticcio sono del tutto indifendibili e un esercizio egotico caratterizzato da scarsi scrupoli…

Senza voler apparire filo germanico finanziare la crescita con nuovi debiti é una strategia senza uscita ma con potenzialmente enormi catastrofi all’orizzonte.

Attenzione quindi a difendere quel che si ha non cedendo alla chimera di guadagni generati sull’aria.

“Bitwa pod Wiedniem”, la maggiore produzione italo-polacca della storia

0

Quell’11 settembre (sì proprio 11 settembre…) del 1683 la Storia arrivò ad uno dei suoi crocevia. Un secolo dopo la disfatta di Lepanto, la più cruenta battaglia navale di sempre (6 ottobre 1571), vinta dalla flotta della Lega Santa – che riuniva le forze navali di Venezia, della Spagna (con Napoli e Sicilia), dello Stato Pontificio, di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Ducato d’Urbino e del Granducato di Toscana – l’Impero Ottomano tentò nuovamente di islamizzare l’Europa. Un’espansione fermatasi a Vienna, in seguito a quella epocale battaglia che vide ergersi a protagonisti due personaggi diversi ma armati di medesimo coraggio: il re polacco Giovanni Sobiewski ed il cappellano militare Marco D’Aviano che ebbe il merito di riunire le forze cristiane e di convincere Sobiewski a partecipare allo scontro nonostante la contrarietà iniziale dell’Austria. E attorno a queste due figure è costruito il nuovo film del regista Renzo Martinelli in uscita in questi giorni in Polonia, con il titolo “Bitwa pod Wiedniem”, e a febbraio in Italia probabilmente come “September eleven” prima al cinema e poi, con qualche scena in più, in una versione televisiva. Un film-colossal, forse la più costosa produzione europea del 2012, realizzato attraverso una complessa partnership tra Italia e Polonia che rappresenta sicuramente la maggiore produzione cinematografica realizzata insieme dai due paesi. “Non è stato facile tenere insieme le varie componenti, soprattutto nei due anni di lavorazione del film durante i quali la collaborazione polacca non è stata sempre all’altezza della situazione”, racconta Alessandro Leone che con la sua “Agresywna Banda” è stato il trait d’union tra i due paesi. “Il film è costato circa 12 milioni di euro di cui il 60% finanziato dalla RAI, il 20% dal Ministero Italiano dei Beni Culturali ed il restante 20% dalla Polonia. È una pellicola spettacolare, storica e solenne che”, spiega Alessandro Leone “vanta un cast d’eccezione tra cui il premio Oscar Murray Abraham che impersona Marco D’Aviano, Enrico Lo Verso che interpreta il turco Kara Mustafà e molti attori polacchi di spicco tra cui: Piotr Adamczyk, nelle vesti di Leopoldo I, Alicya Bachleda-Curus, la Duchessa di Lorena, Jerzy Skolimowski, nel ruolo di Sobiewski, e poi ancora Daniel Olbrychwski e Boris Szyc. Ma in “Bitwa Wieden” oltre alla qualità c’è anche la quantità con ben 110 attori, 10.000 comparse, 3.000 cavalli, 6.000 costumi e 2.500 inquadrature VFX, ovvero effetti speciali digitali”. Un film che, oltre a suscitare in questi giorni la grande curiosità del pubblico, ha anche una genesi molto interessante legata al nordest italiano, terra d’origine del beato Marco D’Aviano. “La prima del film “Vajont” diretto da Martinelli si doveva proiettare all’aperto sulla famosa omonima diga. Una serata speciale in occasione della quale era stata costruita una speciale platea sollevata. Martinelli spesso racconta l’aneddoto di quel giorno in cui pioveva a dirotto e, mentre l’organizzazione stava decidendo di sospendere la serata, il sindaco di uno dei paesi che furono interessati dalla tragedia del “Vajont” rassicurò così il regista: “Martinelli stia tranquillo, stiamo pregando Marco D’Aviano stasera non pioverà”. E così fu! Da quel momento Martinelli volle sapere tutto su D’Aviano e iniziò a pensare ad un film su di lui. Da lì si arrivò alla produzione del film sulla “Battaglia di Vienna” che fu un evento cruciale nella vita di D’Aviano e nella storia europea. Il ruolo di D’Aviano in questo passaggio storico fu fondamentale perchè fu lui a sollecitare l’alleanza tra gli eserciti europei, nonostante la contrarietà della Francia, e fu D’Aviano a richiedere l’intervento, che si rivelò poi strategico nella vittoria di Vienna, del re polacco Sobiewski che le altre casate europee cercavano di emarginare in quanto non di stirpe nobile. Sobiewski arrivò con i suoi 25 mila ussari quando il re d’Austria era già scappato da Vienna e la battaglia sembrava ormai irrimediabilmente compromessa. Quindi, pur con modalità diverse, alla fine furono D’Aviano e Sobiewski gli eroi di questa battaglia”.

Uno scontro che si svolse l’11 settembre, data che ci fa subito correre la memoria all’attacco del 2001 alle Torri Gemelle.
“Secondo alcuni storici la scelta dell’11 settembre da parte degli attentatori vuole simboleggiare la rivincita della sconfitta dell’11 settembre 1683, per riportare così d’attualità lo scontro tra cristianità e Islam ripartendo da quella fatidica data. E questo è anche il motivo per cui fuori della Polonia il film dovrebbe intitolarsi “September eleven”.”

La responsabilità penale dei membri del CdA (e non solo) nei confronti della società

0

Un aspetto che spesso lascia sorpresi i soggetti esteri (e soprattutto italiani) è in merito alle responsabilità dei terzi nei confronti della società.  In molti sistemi giuridici si guarda con un occhio di clemenza agli atti illeciti che i membri del Cda, e soprattutto nei confronti dei soci, che possono compiere atti a danno della società, questo per via del fatto che i sistemi giuridici dei due Paesi vedono in luce diversa la società come persona giuridica, in Italia vale il punto di vista che la società appartiene ai soci i quali, entro certi limiti, ne fanno un po quello che vogliono mentre Il rapporto con il Cda (se si tratta di persone diverse dai soci) è un rapporto squisitamente tra i Soci (proprietari della società) ed il Cda (persone ai quali è stato dato mandato di gestire i beni della società ed ovvero dei soci).

In Polonia il punto di vista è nettamente diverso, la società, anche se posseduta da privati, è vista come una parte del patrimonio economico e sociale del Paese e con particolare durezza sono perseguiti, d’ufficio, i reati a danno della società.

L’art. 296 del Codice Penale Polacco (kodeks karne) ,ed I relativi paragrafi, prevedono pene pesanti per questo tipo di reato, in caso di danno di grande entità anche 10 anni di reclusione, ma analizziamo più in dettaglio cosa prevede l’art. 296.

Il Par. 1 definisce chi e’ soggetto a tale responsabilità e la pena base:

 

Art. 296. § 1. Kto, b?d?c obowi?zany na podstawie przepisu ustawy, decyzji w?a?ciwego organu lub umowy do zajmowania si? sprawami maj?tkowymi lub dzia?alno?ci? gospodarcz? osoby fizycznej, prawnej albo jednostki organizacyjnej nie maj?cej osobowo?ci prawnej, przez nadu?ycie udzielonych mu uprawnie? lub niedope?nienie ci???cego na nim obowi?zku, wyrz?dza jej znaczn? szkod? maj?tkow?, podlega karze pozbawienia wolno?ci od 3 miesi?cy do lat 5.

 

Art. 296 § 1. Colui il quale, soggetto ad obbligo sulla base degli articoli di Legge, decisione di organi preposti o contratto, a curare gli interessi patrimoniali o l’attività economica di persone fisiche, giuridiche o unità organizzate che non hanno personalità giuridica, abusando dei propri poteri o per omissione dei propri doveri, causa alla stessa un rilevante danno patrimoniale, è punibile con una pena di reclusione da mesi 3 ad anni 5.

 

Commento: evidentemente l’articolo indica come persona punibile l’individuo il quale ha dovere di curare gli interessi societari, sia questo dovere derivante per Legge, imposizione di un Ente o da contratto, faccio notare che I soci, in quanto organo societario regolato per Legge, hanno l’obbligo anch’essi di curare gli interessi societari. Si noti che il danno arrecato può avvenire sia per dolo (abuso) o incuria (omissione) pertanto anche il soggetto che, avendo l’obbligo, viene meno al suo dovere,  anche nel caso che non ottenga dal suo comportamento profitto,  è punibile con una pena reclusiva da mesi 3 ad anni 5

 

§ 2. Je?eli sprawca przest?pstwa okre?lonego w § 1 dzia?a w celu osi?gni?cia korzy?ci maj?tkowej, podlega karze pozbawienia wolno?ci od 6 miesi?cy do lat 8.

 

§2 Qualora il colpevole del delitto di cui al §1 agisca con il fine di ottenere un ingiusto profitto, è soggetto ad una pena con la reclusione da mesi 6 ad anni 8

Commento:  in caso vi sia l’aggravante del dolo al fine di aver ingiusto profitto la pena va da mesi 6 ad anni 8

§ 3. Je?eli sprawca przest?pstwa okre?lonego w § 1 lub 2 wyrz?dza szkod? maj?tkow? w wielkich rozmiarach, podlega karze pozbawienia wolno?ci od roku do lat 10.

 

§3 Qualora il colpevole del delitto di cui ai § 1 o §2 provoca un danno patrimoniale di grandi dimensioni, è soggetto ad una pena con la reclusione da anni 1 ad anni 10

 

Commento: Qualora il danno sia grande la pena è maggiorata, da notare che non si da un parametro per il “grande”, le sentenze, in genere, rapportano l’entità del danno agli effetti che questo ha nei confronti alla società, per esempio possiamo trovarci di fronte ad un danno considerate “grande” ma di entità patrimoniale non elevato ma “grande” nel senso che grande è il danno che ha arrecato alla società

 

§ 4. Je?eli sprawca przest?pstwa okre?lonego w § 1 lub 3 dzia?a nieumy?lnie, podlega karze pozbawienia wolno?ci do lat 3.

 

§4 Qualora il colpevole del delitto di cui ai § 1 o 3 agisca in modo inconsapevole, è soggetto ad una pena con la reclusione fino ad anni 3

 

Commento: beh, se non l’ha fatto apposta e, ovviamente, non con l’obiettivo di arricchirsi (§2), allora la pena è ridotta.

 

§ 5. Nie podlega karze, kto przed wszcz?ciem post?powania karnego dobrowolnie naprawi? w ca?o?ci wyrz?dzon? szkod?.

 

§5 Non è soggetto a pena colui il quale, prima dell’inizio della procedura penale, di propria volontà ripara interamente il danno arrecato

 

Commento: se viene ad estinguersi il danno, di propria volontà, allora cessa il reato.

Considerazioni finali: è vero che gli organi giudiziari non sono molto ben preparati nella identificazione dei reati commerciali né tantomeno  nella persecuzione degli stessi, con processi che si trascinano per anni tra il balletto dei periti e la confusione dei Giudici I quali, spesso, non comprendono  la materia commerciale, è anche vero che le pene previste  sono tali da far si che il potenziale colpevole ci pensi bene prima di agire a danno della società.

Solonia City: Alla ricerca dell’armonia

0

Un grosso carico di lavoro e lo stress mi hanno ghermito come dei demoni malvagi. “Occuparsi di se stessi, a volte bisognerebbe aver tempo per farlo”, mi ripeto queste parole e al contempo le ignoro. Un turbine di pensieri incupisce questa mattina così serena: la mattinata di un giorno libero. Come fare a non pensare alle preoccupazioni e a rilassarsi?

Mi metto davanti al mio computer con un buon caffè italiano accanto. Lo stress può logorare più di un pessimo partner. Secondo l’Istituto Americano dello Stress, il 90% delle malattie, a partire dai disturbi del sonno per arrivare alle malattie cardiache, è causato proprio dallo stress eccessivo. Bisogna quindi sapere come rilassarsi velocemente. Ma come riuscirci? Navigando su internet ho appreso una tecnica di tre passi che consente di recuperare velocemente l’armonia con se stessi, ovvero la sincronia del corpo che si rilassa, che sprona la creatività e illumina la mente. Quindi decido di passare ai fatti, leggendo ed eseguendo: “Primo passo: concentrati sul tuo cuore e sulla zona circostante (puoi poggiare la mano sul petto). Secondo passo: respira per un minuto così come se respirassi col cuore, contando fino a 5 o 6. Il respiro deve diventare calmo ed equilibrato. Terzo passo: continua a respirare “col cuore” e trova in te stesso dei sentimenti positivi; può essere un apprezzamento per qualcuno o qualcosa, un pensiero verso un luogo o un animale o un’attività che ti piace particolarmente fare. Quanto avrai trovato questo sentimento, trattienilo continuando a respirare e concentrandoti sul cuore”. Ha funzionato. Respiro, pensando al mio gatto Michal e infatti mi sento meglio. Funziona! Perfetto! Non ridete per favore, il mio collega di redazione appassionato di cucina, Seba Giorgi, penserebbe sicuramente agli spaghetti.

Ritorno alla realtà più rasserenata. Guardando le foto sto ricapitolando i momenti piacevoli dell’ultimo mese. Settembre rimarrà nella mia memoria grazie ai suoni esotici del festival “Skrzy?owanie Kultur” che, nonostante non  mi fossi mossa da Varsavia, mi ha regalato l’impressione di aver viaggiato nei più remoti angoli del pianeta. Questo evento particolare che si svolge ogni anno a Varsavia sotto un tendone nei pressi del Palazzo della Cultura e della Scienza, è oramai un vero e proprio evento culturale. Posso confermare che tutti coloro che vi hanno partecipato almeno una volta hanno percepito un’insolita atmosfera presente all’evento. Non esagero, tutti i biglietti sono stati venduti prima dell’inizio del festival e le file degli interessati a caccia di uno posto libero prima di alcune esibizioni individuali erano davvero impressionanti. Quest’anno l’Oriente è stato l’argomento principale. Durante la cerimonia di chiusura del festival erano presenti anche alcune importanti personalità polacche: in una foto sono ne state immortalate tre in un colpo solo: Klaudiusz ?lusarczyk (regista teatrale), Kayah (cantante pop famosa) e… me!
Un antico detto latino dice: “mens sana in corpore sano” e io aggiungerei a questa massima anche che “il corpo è felice se vestito in un bell’abito”. Probabilmente tutte le rappresentanti del gentil sesso saranno d’accordo con me. Vado dunque all’incontro con Dagmara Czarnecka, che ho conosciuto in occasione del festival. Dagmara è una stilista e viaggiatrice. I simboli pre-slavi stampati sul tessuto con un’aspetto grafico tridimensionale costituiscono l’argomento principale dei suoi progetti. Questi tessuti vengono da lei stessa acquistati durante i suoi viaggi. Le sue collezioni, una volta pronte, vengono immediatamente vendute subito dopo alle sfilate di moda. Mentre sorseggiamo un buon tè caldo, Dagmara mi racconta dei suoi viaggi e della sua passione, ovvero del cucire vestiti: “sono praticamente una designer di abiti. Non mi ispiro ad altri stilisti, creo dei modelli completamente inediti. Di solito mi dedico esclusivamente ad un cliente alla volta, aiutandolo a trovare uno stile che sia confacente alla sua natura e alle sue esigenze individuali. Insieme cerchiamo la giusta tonalità di colore e le corrette modalità per esprimere la sua personalità”. Questo discorso di Dagmara è stato soltanto l’inizio, perché dopo abbiamo guardato le sue stoffe colorate, abbiamo scelto le fantasie e abbiamo progettato in armonia. È stato tutto bellissimo. A seguire, un buon pranzo, cinema, una lunga passeggiata e un bagno caldo. La giornata è stata fantastica. La missione “alla ricerca del relax” si può dire adesso compiuta. Buonanotte!

Ulteriori informazioni relative al festival “Skrzy?owanie Kultur” e a Dagmara Czarnecka, che incrocia le culture nella moda, le potete trovare sul mio blog. Vi invito tutti e vi auguro tanta serenità.