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Intel investirà 80 miliardi di euro in Europa, anche in Polonia e Italia

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Intel

Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

“Nella fase iniziale abbiamo in programma di costruire due stabilimenti industriali. L’avvio dei lavori è previsto alla prima metà del 2023 e secondo i piani dovrebbero essere messi in funzione nel 2027, purché otteniamo il consenso dalla Commissione europea”, informa Intel e sottolinea che le nuove fabbriche garantiranno i chip che utilizzano le tecnologie più avanzate dei semiconduttori nella storia dell’azienda. Si prevede che il centro delle innovazioni, cosiddetto Silicon Junction, sarà in Germania, considerata “il cuore dell’Europa con la propria infrastruttura di clienti e fornitori”. La Francia invece sarà un centro di ricerca e sviluppo con la possibilità di progettare l’intelligenza artificiale (AI) per poter soddisfare i produttori e l’industria automobilistica. In totale Intel assegnerà 33 miliardi di euro agli investimenti tra l’altro in Italia, Irlanda e Polonia. Inoltre, migliorerà la resistenza della catena di distribuzione aumentando le capacità della produzione. Il resto dei fondi li utilizzerà per dare inizio a una collaborazione con gli istituti di ricerca europei.

https://www.wnp.pl/tech/intel-zainwestuje-w-europie-80-miliardow-euro-polska-tez-na-liscie,555133.html

Orto urbano a Matera

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Nel particolare momento storico in cui viviamo temi quali il cambiamento climatico, la difesa e la sostenibilità ambientale sono sempre più presenti non solo nel dibattito politico ma anche nella nostra vita quotidiana. È proprio la nostra generazione, rappresentata da personaggi come l’attivista Greta Thunberg, a vivere più intensamente le battaglie dei movimenti internazionali per la difesa del clima, come Extinction Rebellion o Fridays For Future, e ad aver bisogno di esprimersi sul tema in modo esplicito e deciso. Ma sappiamo tutti che solo insieme possiamo andare lontano e così è fondamentale che una istituzione come la Commissione europea, attraverso il programma Corpo Europeo di Solidarietà, sostenga noi giovani in questa impegnativa lotta per proteggere l’ambiente e fermare i cambiamenti climatici.

Una delle priorità principali per la nuova prospettiva europea per il 2021-2027 è la promozione delle cosiddette “pratiche verdi”, ovvero le attività mirate alla protezione dell’ambiente e alla sostenibilità sostenibilità ambientale. In concreto il Corpo Europeo di Solidarietà guarda ai giovani tra 18 e i 30 anni come protagonisti nella società moderna multiculturale, offrendogli la possibilità di diventare attori del cambiamento – negli ambiti relativi all’ambiente, alla società, alla cultura, nonché alla digitalizzazione – sia su scala europea, offrendo ai giovani la possibilità di fare volontariato all’estero, sia su quella locale, permettendogli di realizzare dei progetti da loro ideati, finalizzati a portare dei cambiamenti importanti nelle comunità locali. Secondo i dati forniti dalla Fondazione per lo Sviluppo del Sistema Educativo (FRSE), che svolge la funzione di Agenzia nazionale, coordinando il programma in Polonia, il numero totale di Progetti di solidarietà realizzati dai giovani polacchi, grazie ai finanziamenti europei nel 2018-020 ammonta a 223 di cui 39 sono progetti focalizzati sulle azioni per il clima, sostenibilità nonché la protezione dell’ambiente. Dalle statistiche rese disponibili dalla Fondazione risulta che nel 2009 in Polonia sono stati realizzati 71 progetti di solidarietà, di cui 11 relativi alla protezione dell’ambiente, nel 2020 altri 141 progetti, di cui 26 di carattere ambientale. Numeri da cui emerge un evidente bisogno della nostra generazione d’essere il motore di un’azione collettiva che possa avere un vero impatto sulle comunità in cui viviamo. E questa è stata anche l’idea di Andrea Grieco, biologo, nonché aspirante agricoltore etico che ha voluto mettersi in gioco, dedicandosi alla promozione della sostenibilità ambientale in città, attraverso la creazione di un orto urbano in uno dei quartieri abbandonati di Matera (la Capitale Europea della Cultura 2009).

“Noi Otradini” – associazione di promozione sociale, fondata da Andrea e dai suoi amici in seguito allo sviluppo del progetto, finanziato dal Corpo Europeo di Solidarietà – è oggi diventata una realtà ben consolidata ed altamente inclusiva che vede coinvolti sia i membri della comunità locale che gli stranieri presenti a Matera, per ridare vita al quartiere Serra Venerdì a Matera. Ho avuto il piacere di intervistare Andrea che, con la realizzazione del suo progetto, ha visto nascere una bellissima comunità di ortolani che vogliono rigenerare le terre abbandonate e stimolare l’integrazione sociale ed intergenerazionale attraverso l’azione collettiva. Spero che questa chiacchierata con Andrea vi stimolerà a mettervi in gioco! Ricordatevi: il mondo è nelle nostre mani!

È un momento storico particolare per la difesa dell’ambiente, raccontaci com’è nata questa bella idea di creare un orto urbano?

Andrea Grieco: Il lockdown ci ha costretto un po’ tutti a stare a casa, io ho deciso di investire questo tempo per fare esperienza sul tema dell’agricoltura, così ho deciso di cominciare a fare attività in uno spazio verde dietro casa dei miei genitori; dove sono tornato a vivere da due anni. Quando ho cominciato non avrei mai pensato che questo potesse evolversi in un’idea progettuale ed in una realtà associativa. Sicuramente è stato l’appoggio della comunità locale a spingermi a presentare un progetto per il programma Corpo Europeo di Solidarietà, il suo accoglimento ha determinato il resto. La nostra realtà associativa e il lavoro che svolge è frutto della motivazione di tutte le persone che a vario titolo partecipano al progetto credendo nell’idea e supportandola in diversi modi.

Sempre più persone sono coinvolte attivamente nel progetto, siete riusciti persino a creare un’associazione di promozione sociale. Dentro di te sapevi che il progetto avrebbe avuto un tale successo?

In realtà, non avevo idea di come sarebbe andata, naturalmente speravo il meglio, ma se tutto questo oggi esiste lo devo soprattutto alle persone che con me hanno deciso di dedicarsi a questa attività, di condividere determinati valori e di rischiare.

Le pratiche che utilizzate prendendovi cura della terra sono virtuose: non usate pesticidi, vi adeguate ai ritmi della natura e seguite i principi della permacultura. Di che cosa tratta esattamente?

Ci piace definire la nostra agricoltura “naturale” oppure etica, questo perché in tutto ciò che facciamo cerchiamo di rispettare gli organismi che incontriamo ed i vari ecosistemi con i quali interagiamo. Le parole d’ordine nella nostra attività sono biodiversità, sperimentazione, lentezza, osservazione, studio. L’attività vera e propria consiste nel lavorare la terra sempre in direzione verticale senza stravolgere la naturale stratificazione del suolo (dal basso verso l’altro), questo possiamo farlo grazie all’utilizzo di attrezzi manuali come la forca vanga e la grelinette. La concimazione del terreno viene fatta attraverso l’integrazione nel suolo di letame maturo di diverso genere. Importante è anche la pacciamatura che utilizziamo in seguito ai trapianti ed alle semine attraverso la quale proteggiamo il suolo dai raggi solari e assicuriamo una certa umidità allo stesso, evitando anche la crescita di piante cosiddette “prime colonizzatrici“ (poaceae). La pacciamatura è importante perché è la materia organica che in seguito verrà integrata nel terreno, quindi nel nostro caso abbiamo pensato di utilizzare pacciamatura di diverso genere nelle diverse aiuole di coltivazione (cippato di legna, paglia etc.). Molto importante anche è il trattamento che riserviamo agli alberi, assicurando una potatura poco invasiva, preservando le specie autoctone. In generale, tuteliamo il selvatico, i fiori per le api e cerchiamo di riprodurre quelli che sono pattern naturali osservando i dintorni.

Come si svolgono le giornate all’orto?

Durante una giornata tipo all’orto si svolgono attività legate alla manutenzione dell’area in base naturalmente alle necessità ed al periodo dell’anno. Spesso ospitiamo gruppi di ragazzi che ci accompagnano nel nostro lavoro in maniera continuativa come un gruppo di ragazzi provenienti da un centro per disabili,oppure alcuni ragazzi che svolgono i loro progetti di volontariato nella città di Matera. In maniera più saltuaria organizziamo giornate dedicate a specifiche tematiche, e facciamo attività per scolaresche e per gruppi scout. La volontà dell’associazione è quella di lavorare su un programma che possa offrire dei servizi sia al settore pubblico che privato durante tutto l’anno. Speriamo di poter cominciare la prossima primavera, la nostra offerta consisterà in laboratori legati alle più disparate attività legate al nostro progetto adottando metodologie alternative come l’educazione all’aperto oppure l’educazione non formale. Infine, la volontà è quella di aprire il nostro spazio a chiunque abbia voglia di organizzarvi eventi. Quest’estate attraverso varie collaborazioni abbiamo realizzato eventi dedicati alla poesia ed alla musica oppure abbiamo ospitato giornate di cinema all’aperto.

Si parla sempre di più dell’importanza di applicare le pratiche sostenibili nel quotidiano. Hai notato un particolare riavvicinamento delle persone alla natura, e magari l’attenzione al modo in cui viene prodotto il cibo che mangiamo?

Sono molto contento di affermare che nel nostro caso specifico proprio la volontà dei più giovani di avvicinarsi alla natura ha permesso all’idea di prendere piede. In generale, si può dire che da quando mi sono avvicinato al mondo dell’agricoltura, ho potuto notare che sono molti i giovani che hanno voglia di riappropriarsi di quelle abilità appartenenti al passato. La cosa bella è che lo si fa con un approccio differente e cioè con la volontà di preservare la natura grazie alla sensibilità propria della nostra generazione: potrei riassumere questo atteggiamento con la parola consapevolezza. Dalle nostre parti in Basilicata c’è un’espressione che dice: “L’orto vuole l’uomo morto”, io l’ho trasformato in: “L’orto vuole l’uomo colto”, in quanto penso che acquisendo una certa conoscenza e mettendo in pratica alcune tecniche rigenerative si possa raggiungere uno stadio in cui si fatica meno, certo in questo modo l’attesa è lunga perché in natura i tempi di rigenerazione sono maggiori di quelli di degradazione.

La cosiddetta “fuga dei cervelli” dal Sud Italia è un fenomeno sempre più evidente. Secondo te, l’attivismo sociale, del quale il vostro orto è un esempio d’eccellenza, può essere una ragione in più per i giovani per restare nelle loro terre d’origine e riscoprire le proprie radici?

Il nostro orto può essere preso come esempio di attivismo civico, pratica che è sicuramente uno dei punti chiave sui quali si dovrebbe fare maggiore formazione per stimolare il processo. La nostra generazione è stata abituata ad ottenere molte cose con troppa facilità, quindi ci si aspetta quasi sempre che qualcuno debba darci una mano. Bisogna invece insegnare ai ragazzi che quando si vuole qualcosa la cosa migliore da fare è alzarsi e cominciare, innescare quello che può essere un processo che se trova terreno fertile sicuramente avrà un seguito ma che comunque necessiterà di tanto, tanto lavoro. In più, la precarietà dei nostri tempi ci obbliga a sviluppare delle competenze cosiddette trasversali o soft skills per adattarci alla richiesta del mercato ed alla multifunzionalità che acquisiscono tutti i settori del lavoro. Quindi il nostro invito a tutti coloro i quali leggeranno questo articolo è di cominciare un processo, di passare all’azione come primo passo verso qualsiasi obiettivo che si abbia nella vita.

L’orto è diventato un punto d’incontro non solo per il vicinato ma anche per la cittadinanza materana. Nel progetto sono coinvolte anche persone provenienti da altri paesi europei e non solo: com’è nata questa collaborazione?

Il coinvolgimento di giovani di altri paesi nasce dalla collaborazione con diverse associazioni operanti sul territorio materano come Basilicata Link, che coordina progetti di mobilità europea attraverso i programmi Erasmus plus ed il Corpo Europeo di Solidarietà, ed il Sicomoro che si occupa di accoglienza dei migranti e della loro integrazione sociale. Siamo felicissimi di essere riusciti a rendere la nostra realtà un luogo di interesse internazionale e soprattutto un posto dove far sentire tutti a casa.

Quali sono i vostri prossimi progetti?

Quest’anno abbiamo come obiettivo ultimare i lavori di messa in sicurezza dell’area attraverso la costruzione di alcune recinzioni e camminamenti, nonché attraverso la piantumazione di tantissime piante arboree e arbustive, delineando così le varie zone del nostro orto urbano. In più, vogliamo utilizzare il periodo invernale per costruire un’offerta formativa da offrire al settore pubblico ed al privato per bambini e ragazzi, attraverso la quale riuscire ad avvicinare i ragazzi alla natura, far comprendere meglio il ciclo di produzione degli alimenti per sensibilizzarli verso pratiche, quali il minor spreco di cibo e la spesa consapevole. Importante per noi è dare a tutti anche la possibilità semplicemente di spendere del tempo nella natura, così da poter sviluppare attraverso attività di gioco un certo senso di protezione verso la stessa, che può svilupparsi solo dopo aver ben compreso l’importanza che ha nelle nostre vite. Speriamo di far crescere la nostra comunità e raggiungere sempre più persone cui trasmettere i nostri messaggi. Infine, mi auguro che nel prossimo futuro la nostra realtà possa diventare una occupazione fissa per alcuni di noi in modo da poter dedicare al progetto maggior tempo dimostrando anche così di aver innescato un processo di autoimprenditorialità.

Per sapere di più sul programma Corpo Europeo di Solidarietà visitate il sito: www.eks.org.pl (PL) oppure https://agenziagiovani.it/corpo-europeo-di-solidarieta/#collapse4856 (IT).

Se avete già un’idea concreta del progetto da realizzare nelle vostra comunità, potete contattare direttamente le coordinatrici del programma Corpo Europeo di Solidarietà in Polonia: Beata Pankowska (beata.pankowska@frse.org.pl) e Olga Kokot (olga.kokot@frse.org.pl)

Se invece volete conoscere Andrea (andreagrieco3@gmail.com) e l’Associazione di promozione sociale Noi Ortadini (noiortadini@gmail.com) più da vicino, scrivetegli oppure seguiteli sui loro canali social: Facebook (LINK) e Instagram (LINK)

foto: Andrea Grieco

Kamil Glik ha acquistato un’ambulanza per aiutare l’Ucraina

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Foto za https://www.facebook.com/GlikOfficial

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Kamil Glik, calciatore con una lunga carriera nel campionato italiano, attualmente in forza al Benevento, è stato uno dei primi sportivi polacchi a condannare l’aggressione russa in Ucraina considerandola un crimine contro l’umanità. Inoltre Glik, esprimeva ripetutamente, attraverso Twitter, il desiderio di aiutare le vittime della guerra. “Il difensore polacco ha finanziato l’acquisto di un’ambulanza, dedicata soprattutto al trasporto dei bambini gravemente malati sul territorio della Polonia. Il veicolo, dopo la fine del conflitto, sarà disponibile per il servizio sanitario”, informa Krzysztof Stanowski, il comproprietario di Kanał Sportowy. Secondo il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina Oleksiy Danilov sono stati uccisi 82 bambini durante la guerra in Ucraina e lo considera un “prezzo troppo caro dell’indipendenza”.

https://www.polskieradio24.pl/5/4147/Artykul/2919809,Historia-jest-prosta-Kupilem-karetke-Kamil-Glik-reaguje-na-wojne-na-Ukrainie

Zbigniew Rau al forum dell’ONU: “la Russia si prende gioco delle Nazioni Unite”

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“Il Cremlino ha iniziato ad avere come obiettivo la popolazione e l’infrastruttura civile per piegare gli Ucraini, il che costituisce un atto di terrorismo di stato”, lo ha dichiarato il Ministro degli Affari Esteri Zbigniew Rau durante un incontro per il Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Come ha sottolineato: “La Russia si prende gioco dello Statuto delle Nazioni Unite”. La Polonia è ora a capo dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea (OSCE). La guerra iniziata dalla Russia è una sconfitta strategica e tattica perché è condotta male, provocando morte e terrore tra i propri soldati. L’OSCE deve usare tutti gli strumenti per fermare l’aggressione russa, perché la Russia contrasta i principi fondamentali di libertà e democrazia, compiendo disumani crimini di guerra in Ucraina. La Russia aveva la possibilità di risolvere i propri problemi tramite la pace e la diplomazia, invece ha provocato un conflitto immotivato. La crisi attuale è comunque ancora risolvibile con il dialogo. L’OSCE ha 57 membri che dovrebbero avere un’opinione comune sulla politica internazionale di difesa militare e pacifica.

https://www.polskieradio24.pl/5/1223/Artykul/2919966,Rosja-uczynila-z-Karty-Narodow-Zjednoczonych-okrutny-zart-Zbigniew-Rau-na-forum-ONZ

Andrzej Duda ha firmato la legge riguardante l’assistenza ai cittadini ucraini

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La Camera dei deputati ha adottato una legge sull’assistenza ai cittadini ucraini in relazione al conflitto armato. Il Senato ha adottato in totale 60 emendamenti alla legge; molti di questi sono stati accettati. Il presidente Andrzej Duda ha firmato la legge sabato sera. La legislazione entrerà in vigore alla data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale e si applicherà con effetto retroattivo a decorrere dal 24 febbraio 2022. In breve la legge garantisce la legalità del soggiorno per i cittadini ucraini, così come per i loro coniugi che non hanno la cittadinanza ucraina, entrati in Polonia dall’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. Il soggiorno dei rifugiati ucraini in Polonia sarà considerato legale per 18 mesi. Sarà legale anche la permanenza dei bambini nati in Polonia da donne ucraine fuggite dalla guerra. Il Sejm non ha accolto l’emendamento del Senato secondo il quale doveva essere garantito un periodo illimitato di permesso di soggiorno in Polonia. Ai sensi della legge, trascorsi 9 mesi, i rifugiati il ​​cui soggiorno è stato riconosciuto legale possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo per un periodo di 3 anni. In base alla legge, i rifugiati dall’Ucraina potranno, tra l’altro, ricevere il numero PESEL e creare un profilo EPUAP. I rifugiati possono richiedere il numero PESEL a qualsiasi organo del comune. I rifugiati potranno anche lavorare in Polonia e avere accesso all’assistenza sanitaria. Alunni e studenti potranno continuare la loro formazione nelle scuole e nelle università polacche. Inoltre, i rifugiati dall’Ucraina avranno a un supporto finanziario di 300 PLN a persona una tantum. La legge prevede anche un supporto a chi fornirà vitto e alloggio ai cittadini ucraini, tale importo sarà erogato per un periodo massimo di 60 giorni, ma in casi giustificati potrà essere prorogato. L’indennità dovrà essere corrisposta sulla base di una convenzione stipulata con il comune, tuttavia, dopo l’adozione dell’emendamento del Senato, deve essere basata sulla espressa richiesta di tale supporto. La maggior parte delle disposizioni della legge non si applicano agli ucraini che risiedevano legalmente in Polonia prima della guerra. Tuttavia, i termini di validità dei loro visti nazionali e permessi di soggiorno temporanei, che sarebbero scaduti durante la guerra, saranno prorogati durante il periodo bellico fino alla fine dell’anno. Nella legge è stato inserito anche un emendamento del Senato, secondo il quale le scadenze successive al 24 febbraio, tra l’altro, di validità dei permessi di soggiorno o dei documenti di identità polacchi dei cittadini ucraini sarà prorogata di 18 mesi. Per 18 mesi, sarà anche considerato il soggiorno legale di un cittadino ucraino, se durante la guerra perderà la possibilità di soggiornare in Polonia sulla base, ad esempio, di un visto Schengen o nell’ambito di un regime di esenzione dal visto.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news,1113424,szefowa-kprp-prezydent-andrzej-duda-podpisal-ustawe-o-pomocy-dla-obywateli
https://dziennikustaw.gov.pl/D2022000058301.pdf

Vino, verdure e primavera

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L’inverno è quasi alle spalle e la primavera ci invita a bere vini più freschi e leggeri, così come infatti si fanno strada sulle nostre tavole cibi e preparazioni più leggere e delicate, come ad esempio le verdure.

Quando sono protagoniste del piatto per il piacere di un’alimentazione più sana, le verdure pongono il problema di che cosa berci insieme.

Lessate, al vapore o passate in padella, ci sono molti modi per cucinarle ma in quasi tutti i casi la scelta cade su un vino bianco morbido. L’aggiunta di legumi quali i fagioli o il farro o le patate, ci permette di avere al gusto una tendenza dolce che può attenuare quella amarognola delle erbe. Col pomodoro “in purezza”, che è la verdura acida per eccellenza (anche se in realtà a livello botanico il pomodoro è un frutto), l’abbinamento con il vino è pressoché impossibile. Se in insalata, la cosa migliore è l’acqua. Se cotto, ripieno, su una pizza o sugli spaghetti, occorre bere vini bianchi di media struttura come lo Chardonnay o vini rossi giovani come il Merlot o il Pinot Nero.

Il sedano invece, profumato e croccante, se gustato assieme a formaggi stagionati o a erborinati giovani quale il gorgonzola vuole vini bianchi aromatici e persistenti come il Gewürztraminer o un Malvasia secco ma con un paio di anni di invecchiamento.

La nota dolce dei piselli in vellutate, risotti e paste richiede vini bianchi dai profumi floreali e fruttati come il Pinot Bianco o un uvaggio di uve bianche con presenza di Sauvignon non oltre il 25%.

Il sapore delicato delle zucchine al vapore si dissolve in fretta per l’alto contenuto di acqua e per questo possono andar bene bianchi molto giovani e leggeri, come il Vermentino ligure (meno adatto il Vermentino della Toscana o della Sardegna). Se invece sono preparate ripiene (di carne o di formaggio) potremo bere vini bianchi più strutturati come il Pinot Grigio o il Müller Thurgau.

I peperoni, carnosi e con una importante tendenza dolce se non addirittura una “dolcezza” spiccata, pur se grigliati oppure ripieni, si abbinano bene con un vino rosso leggero ma anche con un vino vivace, frizzante più che spumante. Se invece i peperoni sono crudi, multicolori e spezzettati in una insalata insieme a tonno, mozzarella, olive o cubetti di formaggio, sarà opportuno abbinarli con un vino bianco leggero ma non di grande acidità, in modo che la croccantezza profumata dei peperoni possa dialogare bene con la moderata alcolicità del vino e la sua sapidità.

Di sapore particolare e persistente, gli asparagi richiedono sempre vini bianchi, delicatamente aromatici come il Sylvaner dell’Alto Adige, un Pinot bianco oppure un Sauvignon purché non sia troppo spinto in quelle sue note caratteristiche che lo rendono così riconoscibile ovunque.

In ogni caso comunque è da considerare anche il tipo di cottura che viene utilizzato, sapendo che le preparazioni alla griglia ad esempio danno quella nota amarognola dovuta all’ustione della superficie dei cibi che richiede una morbidezza adeguata a bilanciarne la leggera ruvidezza. Per tal motivo potremmo anche giocare con la temperatura del vino, tenendolo un po’ meno fresco, in modo che le note morbide (zuccheri, alcolicità e note gliceriche) possano ammorbidire l’incontro con l’amaro.

Allo stesso modo terremo conto di altre caratteristiche quando durante questa stagione gusteremo delle zuppe o minestre con verdure fresche e profumate. In tal caso la succulenza data dalla liquidità del piatto potrà trovare un giusto equilibrio con l’alcolicità del vino oppure con una leggera tannicità (un rosato andrà benissimo), che tenderà ad “asciugare” l’importante presenza di liquido intrinseco della zuppa o della vellutata.

Kamala Harris incontra Duda

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La vicepresidente USA Kamala Harris, durante l’incontro con il presidente polacco, ha affermato che l’Articolo 5 del Trattato della NATO è vincolante perché vi è scritto che l’attacco ad un membro del patto equivale all’attacco a tutti gli alleati, la cui lotta è comune. La Harris ha indicato che nella sua città (Los Angeles) e sull’intero territorio degli Stati Uniti, la presenza dei cittadini di origine polacca è particolarmente numerosa, quindi le relazioni tra USA e Polonia sono molto importanti sia nel campo diplomatico che culturale perché uniscono le varie generazioni. La vicepresidente USA ha sottolineato che sul territorio polacco è stata aumentata la presenza di militari americani e sono stati consegnati i Patriot, La Harris ha anche ringraziato il popolo polacco per le azioni che ne dimostrano la generosità tramite l’aiuto eccezionale fornito agli Ucraini, fatto che ha rivelato ancora il volto altruista del popolo polacco che si pone a difesa dell’unità nazionale ucraina, per esempio in queste ore in cui i Russi hanno brutalmente attaccato l’ospedale di Mariupol, dove si trovano molte donne con bambini. La partnership solidale tra USA e Polonia è molto significativa e basilare per garantire la sicurezza della regione, quindi gli americani hanno aumentato i fondi di aiuto umanitario e civile. Il Presidente USA ha deciso sanzioni economiche per punire la Russia, fermando l’importazione di rifornimenti d’energia da quel Paese. Un gruppo speciale indagherà i crimini commessi dagli oligarchi russi. Il presidente polacco ha assicurato che il suo Stato difenderà sempre la libertà e la democrazia ed ha ringraziato gli USA per il sostegno, anche militare, tramite i Patriot, i Himars, gli F35 e gli Abrams.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news,1110423,wiceprezydent-usa-po-spotkaniu-z-prezydentem-andrzejem-duda-do-polski

Nuovi investimenti di Google in Polonia

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Google ha dichiarato che investirà circa 2.7 miliardi di złoty nell’acquisto di stabilimenti nel complesso The Warsaw Hub, dove l’azienda prevede di assumere 2.500 dipendenti. L’investimento consentirà di offrire ai lavoratori sia la possibilità di lavorare da remoto, sia in modalità ibrida. “Google opera in Polonia da oltre quindici anni e siamo orgogliosi di poter accrescere il nostro coinvolgimento nel Paese” ha affermato Ruth Porat, vicepresidentessa di Google e Alphabet. Il presidente del consiglio Mateusz Morawiecki ha indicato che la decisione di Google conferma la solidità dell’economia polacca. L’azienda gestisce anche programmi educativi in Polonia: oltre 270.000 persone in tutto il Paese hanno preso parte a iniziative per lo sviluppo delle proprie competenze digitali e negli ultimi due anni sono stati formati oltre 24.000 specialisti. Secondo il ministro dello sviluppo e della tecnologia Piotr Nowak, è un’altra prova che la Polonia ha un grande potenziale in termini di innovazione e di nuove tecnologie. Inoltre, come annunciato dalla società in un comunicato, “le attività di Google in Polonia si concentrano attualmente sul supporto degli aiuti per i rifugiati dall’Ucraina”. La scorsa settimana Google ha annunciato che quasi 40 milioni di złoty saranno donati alle ONG che aiutano i profughi.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C1105499%2Cgoogle-chce-zainwestowac-ok-27-mld-zl-w-swoje-warszawskie-centrum.html

Dal binario 4 della stazione di Przemyśl parte il treno della speranza

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Di Sebastiano Giorgi

I binari 4 e 5 della stazione di Przemyśl sono transennati. Di qui si passa solo mostrando il passaporto per salire sull’Espresso 1340 che fa spola senza soluzione di continuità, e senza soste in Polonia, con Leopoli. Un binario in cui si incrociano le vite di chi fugge dalla guerra e di chi, fatto il pieno di prodotti alimentari e medicinali, torna per assistere i parenti lasciati nelle città ucraine. L’onda dei rifugiati intanto cresce e lo si capisce dall’allestimento di nuove cucine da campo e ambulatori volanti in ogni angolo della stazione. Gli ucraini che arrivano a Przemyśl vengono dirottati al centro di accoglienza all’ex supermercato Tesco, solo pochi fortunati trovano un passaggio alla stazione o hanno qualcuno che li aspetta. Al centro d’accoglienza la situazione è al limite. La struttura creata in due giorni ospita 3000 brandine, una attaccata all’altra, tante cucine, pochissimi bagni, praticamente nessuna doccia, e qui ogni giorno transitano quasi 10 mila persone e qualche migliaio di cani e gatti. Il problema umanitario, se non verranno presto creati servizi all’esterno, rischia di diventare emergenza sanitaria.

Budini di riso

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Ingredienti:

Per la frolla:
500 gr farina di frumento
300 gr di burro morbido
200 gr di zucchero a velo
3 tuorli d’uovo
La scorza grattugiata di 1 limone biologico
Polpa di vaniglia in bacca o in polvere
2 pizzichi di sale
Per la crema di riso:
150 gr di riso originario
600 ml di latte

La scorza di un’arancia e di un limone
1 pizzico di sale
100 gr di zucchero semolato
1 noce di burro
Per la crema pasticciera:
350 g di latte intero
80 gr di zucchero a velo
1 tuorlo
1 uovo intero
35 gr di amido di mais
Scorza di limone e arancia

Procedimento:

Per prima cosa prepariamo la pasta frolla che poi metteremo in frigo a riposare. Prendete una ciotola, all’interno versate la farina e il burro freddo tagliato a pezzetti, lavorate con le mani i due ingredienti fino ad ottenere un composto sabbioso. Unite poi i tuorli, lo zucchero a velo, la scorza grattugiata del limone, la vaniglia e il sale. Lavorate tutti gli ingredienti con le mani per amalgamarli tra loro. Non appena il composto inizia a prendere forma rovesciate su un piano da lavoro, spolverate con un po’ di farina e continuate a lavorare fino a formare un panetto liscio ed omogeneo. Coprite l’impasto con la pellicola per alimenti e mettetelo a riposare in frigo.

Mentre la frolla riposa preparate la farcia dei vostri budini di riso. Preparate ora la crema di riso: prendete una casseruola, mettete all’interno il latte intero, lo zucchero semolato, un pizzico di sale, la scorza grattugiata di mezzo limone e la scorza grattugiata di 1 arancia (di medie dimensioni e sempre possibilmente biologiche e ben lavate prima di grattugiarle). Fate scaldare a fiamma media e non appena il latte è caldo e lo zucchero ormai sciolto buttate giù il riso, abbassate la fiamma al minimo e fate cuocere dolcemente, per circa 25 minuti, mescolando di tanto in tanto per evitare che si attacchi sul fondo. Man mano che il riso si cuoce il latte si ritira. Continuate a mescolare di tanto in tanto e trascorsi 20 minuti assaggiate con un cucchiaino il riso, se i chicchi sono morbidi spegnete. Se sono ancora troppo al dente proseguite per altri 5 minuti e poi spegnete il fuoco. aggiungete una noce di burro, mantecate e lasciate completamente raffreddare.

Per finire preparate la crema pasticcera. In una casseruola mettete il latte e unite la scorza grattugiata di mezzo limone e mezza arancia. Portate a bollore a fiamma medio-bassa. In una ciotola versate l’amido e lo zucchero. Mescolate con una frusta. Unite ora il tuorlo e 1 uovo medio intero e amalgamate il tutto con una frusta da cucina energicamente. Versate sopra un mestolo del latte ormai caldo (ma non bollente) e mescolate subito per amalgamare. Versate poi tutto il resto del latte sul composto di uova sbattute, amalgamate con la frusta da cucina e versate di nuovo all’interno della casseruola. Rimettete sul fuoco e, a fiamma medio-bassa, fate cuocere la vostra crema girando di continuo con una frusta a mano. Appena la crema sfiora il bollore spegnete il fuoco e fate completamente raffreddare in una ciotola di vetro o ceramica.

Solo una volta che la crema di riso e la crema pasticcera saranno ben fredde unitele insieme e amalgamate con una spatola, avrete finalmente ottenuto la farcia per riempire i vostri budini di riso. Riprendete la frolla dal frigo, stendetela su una spianatoia con uno spessore di circa 4 mm. Usate lo stampo per muffins o i pirottini di alluminio usa e getta. Foderate quindi gli stampini con la frolla poi riempiteli con un cucchiaio di ripieno (deve arrivare fino al bordo).

Cuoceteli in forno statico a 180° per 20 minuti, poi abbassate la temperatura a 160° e cuocete per altri 10-15 minuti. Fate raffreddare, sformateli e cospargeteli con zucchero a velo.