La crisi oscura l’eccellenza italiana nel fotovoltaico

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Edoardo Zarghetta

C’è un paese che fa meglio della Germania in Europa? L’Italia nel settore della generazione fotovoltaica. In Italia più che altrove, l’elettricità generata dalle fonti rinnovabili è realmente competitiva rispetto alle fonti fossili come dimostra il rapporto mensile di Terna, l’operatore della rete elettrica nazionale. Nel mese di aprile 2013 la produzione netta di elettricità da fonti rinnovabili in Italia ha coperto il 35,6% della domanda totale. Nel solare in particolare, a fine 2012 funzionavano in Italia 478.331 impianti fotovoltaici, per una potenza installata di 16.420 MW e 18.862 GWh di energia prodotta nell’anno. Ad aver fatto meglio di noi è solo la Germania, dove con circa 32 GW la potenza installata. Le regioni con maggiore potenza installata in ordine decrescente sono: Puglia, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Lazio, Sicilia e Marche. Un sito interessante al riguardo è il “contatore fotovoltaico” che misura in tempo reale il numero di installazioni e potenza http://atlasole.gse.it/atlasole/

Qual’è il futuro per il settore fotovoltaico in Italia? Entro il 2016 è attesa in Italia la svolta secondo cui l’energia generata dal fotovoltaico dovrebbe diventare più economica della corrente elettrica distribuita dalla rete. E poi? è possibile prevedere l’ulteriore crescita? Secondo alcuni studi per coprire il consumo energetico elettrico italiano sarebbero necessari 1861 chilometri quadrati di pannelli solari pari allo 0,62% dell’intero territorio nazionale (supponendo un efficienza del 17,1% e 8 metri quadri kWp). Una delle questioni che riguardano un possibile utilizzo su così vasta scala dell’energia fotovoltaica è relativa alla produzione di grandi quantità di moduli fotovoltaici, che comporterebbe la necessità di reperire materiali rari e il dover lavorare, in fase di fabbricazione, anche grossi quantitativi di sostanze tossiche. Ma anche altre tecnologie rinnovabili pongono dei quesiti ambientali quando vengono analizzate nel loro “ciclo vitale completo”. Basti pensare alla critica avanzata da diversi fronti alle turbine eoliche, che sono costruite in acciaio e per quali è necessario realizzare enormi basi in cemento armato per la loro installazione. Vari studi hanno rilevato che sarebbe necessario far operare le turbine per diversi mesi per recuperare le emissioni di CO2 rilasciate nell’atmosfera nelle fasi di costruzione e installazione delle turbine stesse. La verità resta che le fonti rinnovabili offrono tra le più basse emissioni per kWh nel panorama energetico globale; ed in ogni caso il fotovoltaico si dimostra centrale nella politica delle energie rinnovabili in Europa, come dimostrano anche i recenti dazi anti-dumping imposti alla Cina sull’importazione nell’UE di pannelli fotovoltaici, celle fotovoltaiche e wafer di importazione cinesi. E gli Italiani sono all’avanguardia nel settore fotovoltaico per capacità installata. Con il persistere della crisi economico-politica, se da un lato potrebbero venir meno gli incentivi statali alle installazioni, i consumatori saranno sempre più attirati dal risparmio in bolletta poiché un impianto fotovoltaico sfruttato in maniera ottimale riesce a ridurre la bolletta elettrica di circa il 50% sui consumi annuali. Per il fotovoltaico installato in casa (o in azienda) si possono calcolare in maniera precisa la quantità di risparmio giornaliero, mensile o annuale ottenibile grazie all’autoconsumo immediato e grazie alla vendita del surplus alla rete sempre più persone sono in grado di valutare l’investimento per l’installazione prima di procedere. Ciò vuol dire che la contrazione dei consumi di elettricità, la crescita della capacità installata e loro maggiore efficienza, ma soprattutto la discesa dei prezzi dei pannelli, pongono l’Italia in prima fila a livello globale per il raggiungimento dell’obiettivo noto come “grid parity” ossia quando prezzo del kWh prodotto dal sistema FV uguale o inferiore a quello acquistato dalla rete.