”Adorazione del Bambino” di Lorenzo Lotto. Di cosa ci parlano i santi?

0
256

Lorenzo Lotto (circa 1480-1556) era attivo nella comunità dei pittori veneziani, dove la figura dominante era Tiziano, e il tratto caratteristico della pittura era l’incontro di due macchie di colore. I due artisti veneziani sono entrati nella storia come i grandi tonalisti. Il tentativo di risolvere la secolare controversia, così popolare tra artisti e teorici dell’arte: ovvero che cosa sia più importante: il disegno o il colore?, deve essere lasciato come una domanda senza risposta, e le argomentazioni di entrambe le posizioni sono così interessanti che si possono discutere con grande piacere.

La stessa analisi delle caratteristiche formali della pittura veneziana in opposizione all’arte fiorentina in questa disputa è così interessante da costituire un tema a sé stante. Dimostrare la prevalenza di una o dell’altra tesi dipende dal gusto e dalla sensibilità individuale. La consapevolezza dell’influenza del colore sulla nostra psiche è nota fin dall’antichità. Negli scritti dei teologi e mistici medievali, ci sono le teorie sul simbolismo e la magia dei pigmenti oro, blu, rosso, verde, viola, bianco… I trattati moderni sulla pittura si concentrano più spesso sul disegno, la prospettiva e la composizione rispetto alla questione cromatica. Il suo valore sta nell’impressione che crea. Le difficoltà nel definire le leggi che governano il colore sono note da tempo, perché anche Leonardo da Vinci nelle sue considerazioni sulla pittura lasciò il lavoro sulla teoria del colore a una successiva implementazione. Pertanto, oggi è più facile parlare del colore come impressione che delle sue proprietà fisiche. È più facile operare con termini del campo dell’estetica che dell’ottica. I colori cambiano a seguito del passare del tempo e dei processi fisico-chimici. La composizione del dipinto, le forme, anche se parzialmente danneggiate, possono essere ricostruite. Nel caso del colore, non sappiamo se il dipinto ci giunge nella forma che gli ha dato il pittore. In ”L’Adorazione del Bambino” di Lorenzo Lotto, si può parlare del modo in cui il dipinto è stato percepito dagli artisti contemporanei? No. Né in termini di colore né di impatto sulla nostra sensibilità. Siamo a livello soggettivo quando trattiamo di estetica, che può avere criteri diversi per ciascuno di noi.

Lorenzo Lotto, Autoritratto

La pittura di Lorenzo Lotto era un fenomeno a parte rispetto alle transizioni cromatiche brillanti e altamente sensuali di Giorgione, o ai ritratti dei papi e dell’aristocrazia a pennello di colore in piena regola di Tiziano. Lotto veniva da Venezia, ma lavorava principalmente in provincia. Si è concentrato su un dialogo con il personaggio presentato e il suo argomento era vicino alla vita e ai problemi religiosi. Come appassionato cristiano (Il cristiano è la mia anima e la mia religione, 1526), mostrò anche nell’arte l’ansia della Riforma.Cercò di trovare un momento in cui il tempo si fermasse tra parole, azioni, gesti e sguardi. Quasi tutti i suoi dipinti sono uno sguardo nell’anima del modello, emergono un po’ di ansia, incertezza e allo stesso tempo un sottile fascino di personalità. Osservando le immagini di diversi periodi di creatività, si ritrova una caratteristica comune: l’annuncio di un movimento, il trattenere il respiro per veder cadere le vesti, il voltare pagina in un libro, il momento della morte. Infine, un gesto gentile per salvare un bambino dalla caduta.

”Adorazione del bambino” del 1508 circa è uno dei dipinti rinascimentali più preziosi nelle collezioni polacche. Il retro presenta il segno di Don Gaspar de Haro y Guzman, uno dei più grandi collezionisti del XVII secolo, un politico spagnolo, governatore delle Fiandre, ambasciatore a Roma e viceré di Napoli negli ultimi anni della sua vita. La sua collezione comprendeva circa tremila opere, tra cui ”La Venere Rokeby” di Velázquez e ”Maddalena penitente” di Tiziano. Il numero ”1254” scritto accanto alle iniziali di Gaspare corrisponde alla voce nell’inventario dell’anno della sua morte nel 1687, senza però citare il nome di Lorenzo Lotto. Il dipinto è apparso in Polonia due secoli dopo.

Adorazione del Bambino

L’opera presenta la Madonna col Bambino dormiente in grembo, circondata dai santi: il piccolo Giovanni Battista, Francesco d’Assisi, Caterina d’Alessandria e San Giuseppe. L’Adorazione del Bambino è un tema popolare nell’arte rinascimentale, ma in questo dipinto l’artista, oltre a pregare per il Salvatore, racconta la storia della futura Passione di Cristo. Ciò è indicato da diversi gesti simbolici, pose, espressioni facciali, ma anche colori. Prima di tutto, il piccolo Gesù dorme in grembo alla Madonna in una posa che ricorda le rappresentazioni di Pietà. Il suo corpo è molle, scivola e crolla tra le gambe di sua madre. Il tessuto bianco ricorda un sudario. Giovanni Battista, in piedi accanto a lui, guarda tristemente il volto di Maria. San Francesco viene presentato con le stimmate che segnano la futura passione di Cristo. Santa Caterina è stata raffigurata secondo la tradizione iconografica con gli attributi del martirio: la ruota e la palma del martire. L’ultima figura del dipinto è identificata con San Giuseppe, ma anche con Sant’Antonio Abate o San Girolamo. Le punte delle dita appena visibili, piegate in un gesto di preghiera e l’aspetto indicano un eremita. Tuttavia, simbolicamente, è molto probabile la figura di San Giuseppe come complementare all’immagine della Sacra Famiglia. Di solito San Giuseppe era raffigurato come un vecchio in piedi, seduto o sonnecchiante a lato del palco. Non era trascurato, ma piuttosto indicava una partecipazione tranquilla e discreta all’opera di Dio. Per la figura di Caterina d’Alessandria in un abito rinascimentale alla moda, che si sporge dietro Maria, potrebbe aver posato Caterina Cornaro, l’ultima regina di Cipro. Mentre il volto della Madonna è chiaramente idealizzato, Caterina d’Alessandria ha invece tratti personalizzati e persino un secondo mento. Ciò indica le caratteristiche del ritratto della sua immagine. I ricercatori sottolineano la somiglianza della fisionomia con altri ritratti di Caterina Cornaro di Bellini o Tiziano. L’intera scena, sebbene sfaccettata, non sembra affollata. Lotto ha riunito i personaggi in un dialogo silenzioso. Tutto nel dipinto ruota attorno al Bambino che scivola giù dalle ginocchia di sua madre. Tra poco dovrà essere salvato dalla caduta, per salvare l’umanità in seguito.

Lotto, nello stile e nell’atmosfera dell’”Adorazione del Bambino”, più che con i grandi veneziani, è associato alla spiritualità, alla riflessione religiosa e all’epoca passata. Ciò è particolarmente evidente nella figura eterea della Madonna con il suo viso pallido e la posa quasi ieratica. I colori nella loro purezza, perfetto chiaroscuro, non sono inferiori al disegno, perché l’artista ha curato i dettagli. La Madonna è sottile, piena di sentimento, pensante. È anche un personaggio individualizzato con un tratto psicologico. Il suo viso giovane e leggermente idealizzato è allo stesso tempo il volto di una donna matura e consapevole. Da una parte abbiamo la scena dell’Adorazione del Bambino, ma dall’altra è anche un intimo ritratto della famiglia.

La suddetta sosta nel tempo in questo dipinto focalizza il nostro sguardo sulla figura del piccolo Gesù e sul gesto della Madonna. Le mani idealizzate, grandi e snelle stanno per staccarsi e con un movimento delicato afferreranno il bambino. Concentrarsi sulla preghiera non è opprimente. La madre controlla il lento processo di discesa del corpo inerte e, a questo punto della loro vita, ha tutte le forze per tenere il bambino con sé. La consapevolezza del futuro in tutte le figure che circondano la Madonna e il Bambino è evidente nei loro gesti e negli sguardi. La Madonna idealizzata è misteriosa. Non so se ha qualche presentimento della futura passione di Cristo. Lotto conduce un dialogo tra i personaggi del dipinto e lo spettatore. Stimola a chiedersi se Maria sappia di aver dato alla luce il Salvatore. Capirà in un attimo che un giorno lo piangerà? Il suo consenso al tormento è più facile a causa della sua fede illimitata? In altre opere, come ”La Madonna sotto il baldacchino” (1521, Chiesa di San Bernardino a Bergamo) e ”Pietà” (1508, Pinacoteca Comunale di Recanati), le Madonne sollevano diversi interrogativi. Nel primo dipinto, Maria mi dà una scelta. Un gesto della mano, un inchino della testa, guardando direttamente il mio viso. Dice che posso fare quello che voglio, ma dovrò affrontare le conseguenze. Responsabilità per suo figlio che, lei sa, sacrificherà la sua vita per me. Non c’è giudizio o condanna nel suo sguardo e nei suoi gesti. È dolcezza nella sua forma pura, esaltata da meravigliosi colori e chiaroscuri. Nella “Pietà” la Madonna nasconde il viso in un mantello blu. È accaduto. L’immagine è piena di tenerezza e tocco gentile. Lorenzo Lotto ci ha creduto profondamente ed è stato un osservatore eccezionale. Mi sono divertita a sfogliare le pagine dell’album con le riproduzioni dei capolavori del Lotto. Pietro Aretino in una lettera al pittore scriveva: Il cielo ti ricompenserà con gloria superiore all’ammirazione dei mortali. Da mortale, posso solo guardare i dipinti di Lotto con ammirazione. L’intimità delle scene, l’atmosfera e il dialogo con i santi sono stati enfatizzati dal „dono” che ho ricevuto sotto forma di link da una persona cara, quasi dopo aver finito di scrivere. Si tratta del madrigale Crudele acerba del 1599. Luca Marenzio ha composto il brano in modo tale da completare la narrazione di Lorenzo Lotto. Perché era un narratore estremamente affettuoso.

traduzione it: Sandra Waśniewska