Ceramica, fascino senza tempo

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L’articolo è stato pubblicato sul numero 73 della Gazzetta Italia (febbraio-marzo 2019)

Dagli antichi Etruschi a Boleslawiec, passando per le innumerevoli tradizioni locali italiane, la ceramica ha percorso i secoli e l’evoluzione alimentare, di cui è stata strumento, mantenendo una straordinaria attualità estetica e funzionale.

Un’arte che è anche una sorta di cartina tornasole delle tradizioni di diversi paesi e culture che attraverso i manufatti in ceramica esprimono storie, gusti e fogge tipici delle località in cui vengono realizzati. A testimoniare le antiche tradizioni della ceramica italiana è la mostra itinerante Grand Tour approdata nei mesi scorsi anche all’Istituto Italiano di Cracovia, esposizione ideata da Viola Emaldi e curata insieme a Jean Blanchaert e Anty Pansera. Storica dell’arte, Viola coordina l’ITS Emiliani, Istituto Tecnico Superiore di Faenza un corso unico in Italia in cui si insegna la tecnica e il Design della ceramica strettamente connessa con le possibilità occupazionali.

“La mostra Grand Tour, che dal 2014 gira per le città d’Europa, è la mostra di rappresentanza di AICC, Associazione Italiana Città della Ceramica. Una esposizione che mette in scena la ceramica tipica italiana, realizzata oggi da maestri artigiani, ceramiche da mensa di foggia classica, tipiche della tavola italiana proponendo un viaggio che descrive forme e decori delle diverse tradizioni locali. Il visitatore passa così da un banchetto medioevale alla festa di una corte rinascimentale fino al pranzo della domenica con il servizio di piatti dei nonni” spiega Viola Emaldi.

Ceramica, dal greco “keramos” ovvero argilla, è un’arte indelebilmente legata alla terra e che quindi è fortemente influenzata dalle peculiarità locali?

“Esatto! Ogni terra ha la sua ceramica. Per realizzare manufatti in ceramica ci vogliono terra, dotata di particolari proprietà, acqua e soprattutto la conoscenza per consolidarla attraverso definiti processi di cottura. In Italia abbiamo moltissime declinazioni di ceramica determinate dalla diversa composizione della terra ad esempio in Toscana dove il suolo è pieno di ferro abbiamo la terracotta, in Veneto la terraglia bianca che è perfetta per le ceramiche da stoviglieria. Alle diversità materiche si sovrappongono poi le differenti culture estetiche determinate spesso dai periodi gloria delle città, così le ceramiche bianche e blu di Faenza esprimono atmosfere neoclassiche e settecentesche, in Toscana rinascimentali, in Sardegna si producono vasi e anfore in maiolica e ceramica smaltata, a Burgio e Sciacca accessori per la cucina, ad Orvieto brocche di stile etrusco e medievale, e poi ci sono le zuppiere lodigiane con decori settecenteschi, i servizi da tavola bassanesi in stile rococò, le coppe antropomorfe di gusto barocco di Caltagirone, i vasi a lustro umbri, i piatti da pompa derutesi. La mostra esalta la ceramica decorativa che propone forme e cromatismi tradizionali, un’arte ancora assolutamente artigianale a differenza del parallelo comparto delle piastrelle, settore di cui in Italia siamo maestri con l’80% di esportazione del prodotto nonostante si debbano importare sia la terra che il gas per i forni. Il successo del comparto piastrelle è determinato dalla bravura dei nostri imprenditori e dei nostri designer che creano prodotti di una tale qualità e bellezza e così diversi tra loro da battere tutti i concorrenti stranieri, basti pensare che in Italia il numero di diversi prodotti disponibili è pari a quello che si fa nel resto del mondo.”

E la ceramica polacca?

“In Polonia ci sono molte cave di gres, caolino e delle materie prime necessarie di produrre kamionka,  hanno una terra da cui si tira fuori un prodotto bianco stabile facilmente plasmabile che si può cuocere ad alte temperature. Poi hanno sviluppato un metodo di decorazione che taglia costi e tempi ovvero l’uso di un tampone-stampo imbevuto nei pigmenti per una decorazione ripetuta che è la caratteristica delle famose ceramiche di Boleslawiec. La Polonia attraverso questo approccio industriale è stata capace di studiare i gusti e le richieste dei mercati stranieri in particolare orientali ed americani diventando un grande esportatore di prodotti di ceramica per uso alimentare. Quale direttore dell’ITS cercherò di sviluppare il più possibile le relazioni Erasmus tra Italia e Polonia.”

Per saperne di più:

www.fitstic.it
WWW.madeinbritaly.com
www.buongiornoceramica.it

foto: Raffaele Tassinari