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Beatrice .b qualità e design Made in Italy
Il marchio Beatrice .b è una celebrazione dell’italianità al suo meglio. Il brand si basa sui valori senz’altro legati al Made in Italy ovvero le persone, l’innovazione e la qualità. Questo marchio di abbigliamento italiano fa parte del gruppo Plissé, un’azienda familiare le cui radici affondano negli anni Ottanta del secolo scorso. “La passione per la moda ci ha sempre guidato e ispirato e si nasconde dietro la forma e il contenuto di ogni progetto”, dice il proprietario del gruppo Paolo Mason. Il brand porta il nome di sua figlia, Beatrice, che è inoltre la principale stilista del marchio. L’azienda è composta da un gruppo di appassionati, innamorati dell’artigianato italiano e dell’estetica contemporanea.
Una delle caratteristiche principali del marchio è la ricerca della bellezza che comprende non solo il lato estetico, ma soprattutto quello qualitativo, facendo riferimento al know-how del patrimonio italiano che è caratterizzato dall’attenzione ai dettagli, dall’uso uso di materie prime eccellenti e dalla ricerca di una catena produttiva di alta qualità. Durante la pandemia di coronavirus il Gruppo Plissé ha deciso di cambiare il suo modello di produzione e di sfruttare le proprie risorse per produrre le mascherine e i camici per gli ospedali. “Siamo davanti a una delle più grandi sfide ma la nostra natura non ci permette di arrenderci. Vogliamo aiutare il nostro paese perché sotto l’insegna Made in Italy non si nasconde solo la qualità dei nostri prodotti ma anche l’amore e il rispetto per la gente”, dichiarano i fondatori di Plissé, Morena Bragagnolo e Paolo Mason.
L’amore italiano per la bellezza e l’arte lo troveremo nella collezione per la stagione primavera-estate 2020 ispirata dalle forme moderne create dall’architetto e artista Royal Garance. La collezione esprime l’equilibrio tra dimensione, spazio e colore che sono gli elementi caratteristici delle opere di Garance. Gli abiti sono stati interpretati come una specie di oggetto vivente che oscilla tra una forma solida e fluida. Gli esperimenti nella collezione permettono di vedere la doppia natura di Beatrice .b: raffinata ma nello stesso tempo sicura e indipendente.
La tensione tra solido e liquido è espressa da una stampa con una grande rosa, il cui carattere femminile è ulteriormente enfatizzato dalle influenze geometriche degli anni Settanta. Il verde lime si scontra con il bianco e nero e la fluidità del materiale aggiunge raffinatezza agli abiti. Nell’ultima collezione troviamo anche lo spolverino e le giacche minimaliste, bermuda e un blazer doppiopetto che creano un look innovativo. Verde lime, sfumature di bordeaux e di color salmone affumicato si combinano con cuciture color crema contrastanti che aggiungono stile a tutti i capi di abbigliamento. I vestitini mini lime e i giubbotto tipo bomber con ampie tasche sono realizzati in seta decorata con stampe che danno all’insieme un ulteriore tocco di stile.
Diverse sfumature di rosa dominano la collezione e creano motivi interessanti dove la grafica astratta dà effetto di delicatezza e si bilancia perfettamente con le stampe a strisce. Questa fluidità dei toni viene trasferita al popeline di cotone: abiti leggeri, gonne a pieghe e camicie oversize formano un armonioso patchwork. Non mancano i dettagli ricamati tratti dalla stampa beige, in cui palme stilose creano un motivo minimalista e moderno. Il dualismo e la tensione tra concetti opposti si traducono in colori forti come l’arancione neon e il bordeaux.
Il mare si fonde con la terraferma e l’odore dell’oceano porta il clima estivo spensierato dei tropici. Questo mood si riflette negli abiti attillati di seta, kimono patchwork o le felpe vintage con inserti in maglia che sono una nuova idea di look estivo.
La nuova collezione di bikini e costumi da bagno, è un’espressione di quella forza ed energia che caratterizza Beatrice .b da diverse stagioni. Costumi che sono parte integrante della collezione e alcuni dei suoi elementi possono essere utilizzati non solo come creazione da bagno, ma anche come body o top. Le stampe utilizzate nei costumi sono le stesse degli abiti, in combinazione con seta leggera o maglie a rete, hanno un aspetto completamente nuovo. Tra gli accessori troveremo le borse spaziose con frange e le borse portafoglio. L’ultima collezione Beatrice .b che sottolinea la diversità da un lato e la fedeltà alla qualità dall’altro, è la migliore prova che il Made in Italy è soprattutto una serie di valori senza tempo.
traduzione it: Agata Pachucy
Ministro Sanità, tolleranza zero verso chi non indossa le mascherine
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In Polonia non è consentito circolare senza mascherine nei luoghi previsti e sono esentati soltanto coloro che hanno un apposito certificato medico. Lo ha detto il ministro della Sanità della Polonia, Adam Niedzielski in conferenza stampa assieme al capo della polizia Jaroslaw Szymczyk. “Di fronte all’escalation della pandemia non c’è posto per egoismi. Osservare le restrizioni non è solo un obbligo verso se stessi, ma anche una responsabilità verso gli altri”, ha detto il ministro. Negli ultimi giorni il suo dicastero e la polizia hanno elaborato soluzioni per rendere più efficace l’intervento di quest’ultima nel controllo del rispetto delle misure di contenimento del coronavirus. “Ciascuna persona senza mascherina che non possieda un documento a giustificazione sarà punita severamente”, ha continuato Niedzielski. E’ prevista anche l’introduzione di un divieto all’ingresso in locali destinati a feste e balli. Il sistema di allerta del Centro governativo di sicurezza (Rcb) sarà usato inoltre per informare via sms i cittadini che abitano in aree a rischio epidemiologico. Da sabato prossimo le mascherine diventeranno obbligatorie nelle zone rosse e gialle.
Pap.pl
Tortellini di zucca alla modenese
Ingedienti per 4 persone:
Per la pasta:
- 3 uova
- 300 g di farina misto semola di grano duro
- pizzico di sale
- 800 g di zucca
- 100 g di parmigiano reggiano grattuggiato
- 100 g di amaretti sbriciolati
- un pizzico di sale
- un pizzico di noce moscata
Per il condimento:
- 150 g di burro
- parmigiano reggiano grattuggiato
Autunno è tempo di zucca, cucurbitacea dal sapore dolce e delicato ma con uno spessore piuttosto forte. In Italia vi sono svariate tipologie di zucca, da nord a sud, e la particolarità è che ogni parte della zucca può essere utilizzata in cucina: dalla buccia ai semi, infatti, esistono piatti che comprendono ogni sua parte. La ricetta più conosciuta a base di zucca in Italia è quella dei tortelli di zucca, tipica pasta ripiena della zona che va da Ferrara a Reggio Emilia in Emilia spostandosi verso nord fino a Mantova e Cremona.
Dei tortelli di zucca ne esistono svariate versioni, e generalizzando un po’ si può dire che spostandosi da est verso ovest lungo le province toccate dalla Via Emilia la composizione del ripieno del tortello si arrichisce di nuovi ingredienti.
Il ripieno base del tortello di zucca è un impasto a base di zucca cotta al forno impastata con sale, noce moscata e parmigiano reggiano. Questa è la ricetta conosciuta nella zona del ferrarese. Spostandosi verso Modena e Reggio Emilia a questo impasto viene aggiunto l’amaretto (tipico pasticcino a base di mandorla) sbriciolato nell’impasto, mentre salendo verso nord all’impasto viene aggiunta la mostarda togliendo l’amaretto.
La ricetta più tipica e conosciuta è senz’altro la versione modenese e reggiana:
La prima cosa da fare è pulire la zucca, togliendo quindi la buccia esterna e il cuore interno composto da filamenti e semi. Porre 800 g di polpa di zucca a pezzi su una teglia, senza condirla, e cuocerla in forno per 20/25 minuti a 190°, a seconda della grandezza dei pezzi. Questo permette di asciugare la zucca togliendo una buona parte dell’umidità della polpa, senza tuttavia asciugarla del tutto altrimenti l’impasto del tortello risulterebbe troppo asciutto. Una volta tolta dal forno, ridurre la polpa in purea con un mixer o un passapomodoro. Alla polpa di zucca, quindi, va aggiunto un pizzico di sale e di noce moscata, 100 g di parmigiano reggiano grattuggiato e 100 g di amaretto sbriciolato. Si ottiene così l’impasto del tortello.
Mentre la zucca si cucina in forno è opportuno preparare la pasta all’uovo all’emiliana. Mia madre, modenese di nascita, usava preparare la pasta all’uovo con la classica modalità dei contadini locali: 1 uovo, 1 hg di farina misto grano tenero e grano duro, un pizzico di sale. La ricetta è sempre valida, così si ottiene una pasta molto proteica e di facile lavorazione. Per 4 persone si prepara quindi un impasto con 3 uova intere e 300 g di farina. Una volta tirata la pasta (a mano o con l’apposita macchina) a sfoglia fine, tagliare dei quadrati della misura di circa 5 cm di lato, al centro dei quali va posto un cucchiaino da caffè di impasto di zucca. Il quadrato di pasta va quindi piegato su se stesso in senso diagonale schiacciando i lati per saldare il bordo del tortello. Una volta ottenuto questo triangolo di pasta farcita, arrotolare lo stesso intorno al pollice e mò di cintura e chiudere le estremità ottenendo quindi la classica forma del tortello.
I tortelli vanno lasciati asciugare mezza giornata in un luogo asciutto, poi possono essere anche congelati e utilizzati quando necessario.
I tempi di cottura del tortello sono indicativamente 3 o 4 minuti a bollore non troppo aggressivo per non rischiare di romperli.
Il miglior modo per servire i tortelli di zucca è fortunatamente anche il più semplice. Basta infatti scaldare in padella del burro che va lasciato cucinare un po’ per poi condire i tortelli e decorarli sul piatto con del parmigiano reggiano grattuggiato.
Buon appetito!
foto: Sara Bolognini
Presentazione del nuovo libro di Tokarczuk il 12 novembre
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Germogli, il mio orto in casa
Si fa un gran dire sull’importanza di mangiare cinque porzioni di frutta e verdura al giorno. Tutto deve essere fresco, di stagione, possibilmente biologico. E mi raccomando, di cinque colori diversi! Ma come si fa? La verdura va pulita, lavata, tagliata, preparata. E nessuno ormai ha più tempo né voglia per dedicare tante energie alla cucina.
Una breve considerazione, che esula da quali che siano gli ingredienti dei vostri piatti, ma su cui vi invito a riflettere: oggi più che mai c’è bisogno di rivolgere una migliore attenzione a ciò che si mangia, perché il cibo diventi nutrimento fisico ma anche emotivo. È importante ritrovare il tempo per innamorarsi: cucinare, anziché preparare da mangiare; saziarsi con gioia, anziché riempire la pancia. Far sì che la preparazione non sia un dovere o una noia, bensì un’arte, per tornare a scoprire la magia della trasformazione degli ingredienti.
Ho già detto altre volte di essere una persona che apprezza la qualità, la salute, ma anche la praticità. I germogli coltivati in casa sono una delle mie soluzioni: alla fretta, al cibo industriale, a quello fuori stagione, ai super foods che arrivano dall’altra parte del pianeta. Perché sono buoni, facili, economici, sono subito pronti, non necessitano di tante attenzioni e portano con sé la meraviglia di una vita che nasce!
Iniziamo dalle tante proprietà nutrizionali. Nei germogli troviamo abbondanza di minerali, compresi gli oligominerali come zinco e selenio. Vitamine, acido folico, antiossidanti, e soprattutto la clorofilla, che stimola la circolazione sanguigna, la rigenerazione e l’ossigenazione del sangue, la produzione dei globuli rossi. Serve anche alla digestione dei cibi e all’assorbimento della vitamina A.
Gli enzimi, proteine che avviano le reazioni chimiche, facilitano la digestione e l’assimilazione, intervengono nella regolazione cellulare, sono necessari per le funzioni metaboliche. È importante quindi che gli enzimi siano sempre presenti nella dieta: purtroppo la cottura dei cibi ne causa l’inattivazione. Per questo la loro integrazione con i germogli è molto utile.
Semi e germogli in generale hanno un contenuto energetico molto elevato, una grande quantità di carboidrati che vengono trasformati in zuccheri semplici assimilabili molto velocemente, e sono poverissimi di grassi, che servono invece alla germinazione. I sali minerali ed i diversi oligoelementi contenuti nel seme divengono nel germoglio più facilmente assimilabili, ed aumenta la quota di aminoacidi presente. Le vitamine aumentano fino al doppio rispetto al seme e fino al triplo rispetto alla pianta adulta! Molte varietà di germogli inoltre contengono sostanze anticancerogene non presenti nel seme.
Disintossicanti e depurativi, i germogli sostengono il sistema immunitario, prevengono l’invecchiamento precoce, combattono la debolezza e il deperimento, tengono a bada lo stress.
Fin qui non credo di avervi stupito. Il vero motivo per cui mi piacciono tanto, è che sono di una praticità incredibile: se lasciati nella giusta umidità, i semi germogliano in pochi giorni, dopodiché sono pronti ad essere mangiati così come si presentano. Senza bisogno di fare nulla di più.
Curiosi? Passiamo alla parte pratica: come si ottengono i germogli? Tutto ciò che vi serve, sono dei semi preferibilmente biologici, e un vaso oppure una coppetta di vetro o ceramica.
Quali semi? Sembrerà incredibile ma praticamente tutti i semi possono essere germogliati, e con semi intendo non solo quelli oleosi (lino, sesamo, zucca, girasole, ecc) ma anche i cereali (riso, orzo, grano saraceno, miglio, amaranto) e i legumi (soia, lenticchie, fagiolo mung solo per dirne alcuni). Forse non ce lo ricordiamo, ma tutte le piante nascono da un seme.
C’è l’imbarazzo della scelta: sono quasi tutte cose che potete trovare al supermercato. Solo alcuni, quelli un po’ più strani, si trovano nei negozi di prodotti biologici. L’importante è che si tratti di semi interi: i legumi non devono riportare in etichetta la scritta “decorticati”, i cereali devono essere integrali e i semi oleosi non tostati.
Ognuno ha un suo gusto particolare, che di solito ricorda quello della pianta adulta. Alcuni vi piaceranno, altri meno. Provatene il più possibile e trovate l’equilibrio creando il vostro mix preferito.
Per iniziare, i più facili e di maggiore soddisfazione sono le lenticchie (di qualsiasi tipo, purché l’etichetta non riporti la scritta “decorticate”), i fagioli mung (detti anche azuki, li trovate nei negozi di prodotti biologici), e l’erba medica (alfa-alfa).
Prendete i semi scelti e metteteli a bagno in abbondante acqua per tutta la notte (ma anche solo qualche ora va bene). Questa fase non è obbligatoria, ma renderà più veloce la germogliazione.
Ora sciacquate i semi, e metteteli nel vostro contenitore, vaso o coppetta che sia, aggiungendo qualche millimetro di acqua: i semi dovranno essere appena bagnati, ma non immersi! Una o due volte al giorno, ripetete l’operazione. Il risciacquo permette di proteggere i semi da eventuali muffe, e l’acqua rimanente servirà a creare la giusta condizione di umidità per far nascere la vita.
Vedrete dapprima il seme rompere la cuticola esterna, e poi spuntare una piccola fogliolina verde. Poco alla volta la fogliolina diventerà sempre più lunga: nel giro di pochi giorni i germogli saranno pronti per essere mangiati.
I primi due giorni è consigliabile lasciarli al buio (basta coprire il contenitore con un panno). E quando saranno abbastanza lunghi, per fermare la germogliazione basterà metterli in frigorifero. Quanto devono essere lunghi? Lo decidete voi, in base alle preferenze e alla fretta: tenete presente che il gusto può cambiare con la crescita. Provate ad assaggiare i germogli ottenuti in giornate diverse!
Tutti mi chiedono se è necessario togliere loro la cuticola esterna, uno a uno: assolutamente no! È buona, è ricca di sostanze importanti e soprattutto… Sarebbe una noia, e a noi piacciono le cose facili!
Se poi la cosa vi appassiona, sappiate che in commercio esistono anche dei germogliatori anche poco costosi: in pratica si tratta di vassoi sovrapposti, per produrre diverse varietà di germogli insieme, e dotati di forellini di drenaggio per l’acqua che rendono più pratiche le fasi di risciacquo e irrigazione.
I sapori più particolari sono dati dal grano saraceno (dolciastro, ricco di potassio, calcio e vitamine del gruppo B), rucola, porro, sesamo (al terzo giorno diventa amarognolo), ravanello e senape (sono piccanti!).
Gli unici che vanno evitati sono quelli delle solanacee, quindi patata, pomodoro, melanzana, peperone, in quanto in fase di germogliazione la pianta produce solanina, una sostanza tossica. Vanno evitati anche i germogli che dovessero sviluppare muffe.
E ora mangiateli così, come sono: a crudo da soli, aggiunti ad un’insalata, per accompagnare qualche tartina o leggermente saltati in padella!
Domande o curiosità inerenti l’alimentazione? Scrivete a info@tizianacremesini.it e cercherò di rispondere attraverso questa rubrica!
Assegnati i premi Kolos ai migliori viaggiatori
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Tarnów fa rinascere le tradizioni vinicole
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Gamberetti al vapore con pesto di rucola
Ricetta per 1 persona:
Ingredienti:
- 4 gamberetti black tiger 16/20
- Lattuga crespa per la decorazione
Pesto:
- 20 gr di rucola
- 20 gr di noci
- 20 ml di olio extra vergine d’oliva
- Qualche cubetto di ghiaccio
Preparazione:
Sgusciamo i gamberetti, lasciando solo la testa e il filo. Rimuoviamo delicatamente l’intestino e scrupolosamente laviamo la parte intera. Mettiamo i gamberetti puliti nella pentola per cottura a vapore e facciamoli cuocere per circa 6 minuti.
Nel frattempo mettiamo la rucola e qualche cubetto di ghiaccio nel blender e misceliamo tutto insieme. Poi aggiungiamo le noci e versiamo l’olio d’oliva. Mescoliamo gli ingredienti fino ad ottenere una consistenza densa.
Distribuiamo la lattuga sul piatto e disponiamo sopra i gamberetti. Nella salsiera serviamo il pesto di rucola al gusto di noci.
Buon appetito!