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La preparazione avanzata nell’ambito della sanità e delle ricerche scientifiche sarà svolta dall’Agenzia delle ricerche mediche in collaborazione con Harvard Medical School Postgraduate. Questi addestramenti mirano all’ampliamento delle competenze degli scienziati polacchi nell’ambito dei trial clinici, inoltre, svilupperanno le loro capacità nello scrivere le richieste per la borsa di studio. I pazienti polacchi saranno i destinatari dei cambiamenti positivi che derivano dalla realizzazione del programma. 500 scienziati polacchi parteciperanno al programma che è la missione dedicata ad attenuare i sintomi ed al miglioramento della salute e del benessere di tutti i pazienti.
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La situazione sul mercato degli affitti immobiliari sembra molto migliorata rispetto a un anno fa. La percentuale degli appartamenti disponibili è aumentata bruscamente e, in seguito, i proprietari degli appartamenti sono più disposti alle negoziazioni ed a diminuire i prezzi grazie a cui è più facile da trovare un appartamento da affittare. Gli studenti hanno più possibilità di trovare un appartamento al prezzo più basso rispetto al 2022 e lo è stato causato dalle molte offerte sul mercato degli affitti, ad esempio, il 115% degli appartamenti di più rispetto al 2022 ha registrato a Breslavia ed il 118% degli appartamenti di più rispetto all’anno scorso ha registrato a Lodz. A Varsavia l’aumento del numero degli appartamenti ammonta al 54%. La diminuzione della domanda da parte degli Ucraini e anche i nuovi appartamenti apparsi sul mercato degli affitti sono i motivi principali per cui il numero degli appartamenti sul mercato è più alto. Come risulta delle analisi del Gruppo Morizon-Gratka, i prezzi di offerta sono diminuiti in 10 di 20 categorie. In 5 categorie rimangono allo stesso luogo e solo in 5 categorie sono aumentati. La diminuzione maggiore è stata registrata a Danzica perché l’affitto degli appartamenti di tutte le dimensioni è più basso. A Varsavia l’affitto del monolocale e dell’appartamento di due stanze costa di meno, ma l’affitto degli appartamenti maggiori è più costoso.
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L’industria automobilistica è uno dei settori più importanti dell’economia polacca. Attualmente rappresenta l’8% del PIL. Inoltre, dal rapporto dell’Associazione polacca per i combustibili alternativi, risulta che la Polonia si trova al 10° posto nella lista dei maggiori esportatori di componenti nel mondo, con un valore delle esportazioni di 12,3 miliardi di dollari. “Lo sviluppo dell’industria automobilistica ha un enorme impatto sul mercato degli spazi industriali e di magazzinaggio in Polonia. Secondo i calcoli di Newmark in Polonia circa il 10% della domanda totale registrata nella Bassa Slesia sono aziende del settore automobilistico”, ha affermato Jakub Kurek, direttore del dipartimento industriale e di magazzinaggio di Newmark Polska. Anna Domańska, consulente presso il Dipartimento industriale e di magazzinaggio di Newmark Polska, ha aggiunto che “grazie alla sua posizione tra Wrocław e Katowice, il Voivodato di Opole è anche un luogo molto attraente per le aziende automobilistiche, soprattutto quelle che collaborano con controparti su entrambi i mercati”. Un fattore importante che influenza lo sviluppo del settore automobilistico nella Bassa Slesia è la presenza di grandi entità come Toyota, Gates, Lear e Faurecia. Marchi rinomati che hanno contribuito ad aumentare la competitività e il saper fare tecnologico della regione. Gli analisti di mercato vedono buone prospettive per la crescita dell’industria automobilistica a Wrocław e Opole, il potenziale e le prospettive di sviluppo del settore in quest’area sono indicati, tra l’altro, da investimenti di Mercedes-Benz a Jawor.
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Ieri si è svolta una conferenza stampa del primo ministro Mateusz Morawiecki alla fine della seduta del Consiglio dei Ministri. Il primo ministro ha annunciato durante la conferenza che alle prossime elezioni parlamentari si candiderà a Katowice, in Slesia. Durante la conferenza il capo del governo è stato interrogato sull’intervento del capo del gruppo parlamentare Koalicja Obywatelska (KO) Borys Budka, sulla radio TOK FM, che ha detto “Morawiecki è l’unico primo ministro nella storia che non ha mai avuto un dibattito politico”. Ha inoltre dichiarato che Morawiecki “semplicemente muore dalla paura” e che vorrebbe “dibattere con lui sulla Slesia”. Il primo ministro ha risposto che è attivo in tutte le parti del Paese e discute con gli oppositori sui tutti possibili temi. Quando gli è stato chiesto se ci sarà il suo dibattito con Budka ha risposto che è una decisione del quartier generale del partito e che lui prenderà parte alla campagna elettorale. Le elezioni parlamentari si svolgeranno il 15 ottobre.
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Dal 30 agosto al 9 settembre il Lido di Venezia diventerà, come ogni anno, un punto di incontro di registi, attrici e attori, giornalisti e appassionati del cinema. Per il Leone d’oro alla 80^ Mostra del Cinema competeranno 23 pellicole tra cui due coproduzioni polacche: “Il confine verde” di Agnieszka Holland e “Kobieta z…” di Małgorzata Szumowska e Michał Englert. Il film della Holland racconta una storia liberamente basata sugli eventi realmente accaduti nella foresta che separa la Polonia e la Bielorussia dove finora i rifugiati dal Medio Oriente e dall’Africa cercando di raggiungere l’Unione Europea si trovano intrappolati in una crisi geopolitica cinicamente architettata dal dittatore bielorusso Aljaksandr Lukašėnko. La regista ha costruito il film prendendo in considerazione tre prospettive diverse del problema: quella degli attivisti, delle guardie di frontiera e dei rifugiati. Il film con cui la regista vuole farci aprire gli occhi sfidandoci a riflettere sulle scelte morali che ogni giorno persone comuni si trovano ad affrontare. Nel cast vedremo attori polacchi tra cui: Maja Ostaszewska, Maciej Stuhr, Agata Kulesza e stranieri: Jalal Altawil, Mohamad Al Rashi, Dalia Naous. Dopo “Non cadrà più la neve” (in concorso alla 77^ Mostra) Małgorzata Szumowska torna al Lido con un nuovo lungometraggio che attraversa quarantacinque anni della vita di Aniela Wesoły raccontando il suo percorso alla ricerca della libertà come donna transgender. “Speriamo che il film aiuti a comprendere cosa significhi essere trans, e accresca il sostegno a leggi che garantiscano una vita sicura”, spiegano i registi. Il titolo “La donna di …” è un omaggio al maestro Andrzej Wajda. Tra gli interpreti Małgorzata Hajewska-Krzysztofik, Mateusz Więcławek e Joanna Kulig. Tra le presenze polacche alla Mostra spicca anche quella del novantenne Roman Polański il cui film “The Palace”, scritto insieme a Jerzy Skolimowski e Ewa Piaskowska, sarà presentato nella sezione Fuori concorso.
Agnieszka Holland, “Zielona granica” / “Il confine verde”Małgorzata Szumowska, Michał Englert, “Kobieta z…”Roman Polański, “The Palace”
“Memoria è desiderio di lasciare segno di sé, di entrare in connessione con chi è stato e chi sarà, bisogno di appartenenza a qualcosa di più grande di sé, che va oltre la dimensione dello spazio e del tempo, una sfida alla morte e all’oblio.”
Così scrivono gli organizzatori della decima edizione del Festival della Comunicazione, che si svolge ogni anno all’inizio di settembre nella cittadina ligure di Camogli. La manifestazione, inaugurata nel 2014 sotto gli auspici di Umberto Eco e proseguita dopo la sua scomparsa grazie alla passione e alla determinazione di Rosangela Bonsignorio e Danco Singer, porta nella suggestiva cittadina balneare l’élite culturale e migliaia di persone. La partecipazione è gratuita e su prenotazione sul sito web. Quest’anno il tema dell’evento è la MEMORIA nel senso individuale, collettivo, storico, biologico e scientifico, compreso l’attuale tema dell’intelligenza artificiale. Tra gli invitati figurano giornalisti, scrittori, ricercatori, medici, psicologi, imprenditori ed economisti. Il fondatore della catena Eataly e “il filosofo della vita quotidiana” Oscar Farinetti, il noto psicologo Massimo Recalcati, il matematico e ricercatore dell’Universo Piergiorgio Odifreddi e l’apprezzato giornalista ed esperto di relazioni internazionali Federico Rampini, oltre ai comici Claudio Bisio e Fiorello, questi alcuni del nutrito pool di “noti e simpatici”. Tra loro anche il poliedrico attore e showman Neri Marcorè, che quest’anno riceverà il premio del festival di Camogli, assegnato annualmente per particolari meriti nel campo della comunicazione, come riconoscimento “per chi, attraverso linguaggi diversi, è stato in grado di stimolare lo spirito critico contribuendo così alla crescita individuale e collettiva.” Il premio è stato assegnato in passato a Roberto Benigni, noto, fra altre cose, per il film La vita è bella, all’amato da tutti gli italiani divulgatore scientifico Piero Angela e all’ironica commentatrice della realtà Luciana Littizzetto.
L’efficiente organizzazione degli incontri, che si svolgono contemporaneamente in diversi angoli della cittadina: nelle piazze, nei caffè e nel teatro storico, l’informale atmosfera e il ricco programma di conferenze e attività per bambini, sono garanzia della qualità dell’evento. Il festival può essere seguito online, dove si trovano anche tutte le edizioni precedenti e i podcast, sotto il link: www.festivalcomunicazione.it.
Al confine tra le fredde acque del Mar di Groenlandia e i fianchi rugosi del fiordo Hornsund, nelle Svalbard, vi è un piccolo agglomerato di edifici. Appartengono alla Polska Stacja Polarna Hornsund, il centro di ricerca scientifico polacco più settentrionale di tutti. Qui si studiano i movimenti delle placche tettoniche, l’evoluzione dei ghiacciai, il magnetismo terrestre e l’atmosfera, contribuendo a capire come sta cambiando il clima del pianeta. Gli strumenti e i dati che la stazione raccoglie sono estremamente preziosi. Per la comunità scientifica polacca, naturalmente, ma anche per il resto del mondo. Ecco perché questo luogo fisicamente remoto è in realtà un centro cosmopolita che mette in contatto scienziati e istituzioni di ogni angolo della Terra, con numerose stazioni di ricerca appartenenti a diversi paesi, tra cui l’Italia. Uno dei luoghi più freddi del pianeta è un punto caldo della diplomazia scientifica.
La dimensione internazionale della scienza
Questa dimensione internazionale della ricerca non dovrebbe stupirci. Non solo la scienza è per sua natura un sapere collettivo, fondato su l’incessante dialogo tra i membri della comunità scientifica, ma le ricadute tecnologiche travalicano i confini politici e le strutture necessarie a portare avanti la conoscenza sono sempre più sofisticate e costose. «Oggigiorno è impensabile credere che una nazione possa essere autosufficiente dal punto di vista della ricerca. Anche i Paesi più avanzati non avrebbero un budget sufficiente a sostenerne i costi.» Inoltre, ci sono ambiti della ricerca che nascono per rispondere a sfide globali e necessitano dunque di dati raccolti in tutto il mondo e di approcci transnazionali. «Per questa ragione, ad esempio, la Polonia dà accesso alle proprie stazioni artiche a team di ricercatori dall’Italia, dalla Francia, dalla Germania, avviando vere e proprie collaborazioni per proseguire la ricerca sui ghiacci e sui cambiamenti climatici.»
Un evento dedicato
A parlare è la professoressa Monika Szkarłat, dell’Università Maria Curie-Skłodowska di Lublino, esperta di diplomazia scientifica in Polonia e in Europa: una degli ospiti ad un incontro dedicato alla dimensione internazionale della scienza organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia. Con lei c’erano Giacomo Destro, docente di Science Diplomacy presso il Master in Comunicazione della Scienza ‘F. Prattico’ della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste e il dottor Dariusz Ignatiuk, presidente del Polish Polar Consortium. I tre hanno messo in luce piani e prospettive in cui gli interessi scientifici d’Italia e Polonia si incontrano e si saldano, usando il polo nord come caso esemplare di questa impalpabile ma resistente rete di scienziati, figure istituzionali, accordi e collaborazioni che chiamiamo diplomazia scientifica.
Una definizione complessa
In realtà, non è semplice dare una definizione precisa della diplomazia scientifica. In Ragione di stato, ragione di scienza (Codice Edizioni, 2023), Giacomo Destro parte da uno dei primissimi tentativi di abbozzarne un ritratto ufficiale, presentandola come l’insieme di tre diverse linee d’azione. La prima si ha quando gli scienziati producono documenti che fungono da punto di riferimento per le politiche dei governi. Ne sono un esempio i report redatti dall’Intergovernal Panel On Climate Change (IPCC) che servono ad informare i decisori politici di tutto il mondo sullo stato dell’arte dei cambiamenti climatici e sulle azioni scientificamente fondate per mitigarne gli effetti. Il secondo tipo di attività si ha quando la politica dà il via a un dibattito internazionale che si conclude con la stesura di un accordo o un trattato a tema scientifico. Il caso più emblematico è il Protocollo di Montreal: un documento nato per mettere al bando le sostanze responsabili dell’assottigliamento dello strato di ozono; esempio virtuoso dell’operato della diplomazia scientifica, dato che effettivamente il problema si sta lentamente rimarginando. Il terzo ed ultimo caso è quello in cui la scienza dà avvio a un processo che, nel tempo, induce nazioni in contrasto su ogni altro fronte a parlarsi e dialogare. Un esempio importante è il laboratorio di ricerca SESAME, in Giordania, nel cui consiglio direttivo siedono e collaborano israeliani, palestinesi, iraniani, turchi e curdi.
La diplomazia scientifica in Italia e in Polonia
Se si guarda alla diplomazia scientifica portata avanti dalle Istituzioni, l’Italia è uno dei paesi europei più avanzati. «Il Ministero degli Affari Esteri Italiano ha sempre puntato su iniziative bi e multilaterali» cioè su accordi di collaborazione tra due o più paesi per realizzare obiettivi precisi «e la scienza si presta perfettamente a stendere legami di questo tipo» racconta Giacomo Destro. «Invece in ambito accademico la diplomazia scientifica è poco studiata.»
E in Polonia?
«Qui la maggior parte delle iniziative nascono in ambito accademico, nei centri di ricerca, dai team di ricercatori, mentre non c’è una struttura istituzionale specializzata e interamente dedicata alla diplomazia scientifica» spiega Monika Szkarłat. Per la dottoressa è un punto su cui varrebbe la pena lavorare, migliorando il coordinamento tra i ricercatori, l’uso dei fondi dedicato ai progetti internazionali e studiando le pratiche portate avanti dagli altri paesi. «Le nazioni con tradizioni diplomatiche più antiche rappresentano un’utile fonte di ispirazione, anche se non bisogna dimenticare che ogni paese ha una storia e una struttura economica precisa, e modelli e pratiche vanno sempre riadattati.»
Storie di scienza, storie di donne e di uomini
Tradizioni, strutture, pratiche che cambiano da stato a stato rendono il quadro della diplomazia scientifica estremamente variegato, ragione per cui poi rinchiuderla in una sola definizione diviene molto difficile. Forse allora sarebbe meglio descriverla come un insieme di storie che si incontrano e si scontrano. È la scelta che ha fatto Giacomo Destro in Ragione di Stato, Ragione di scienza: non un saggio in senso classico, bensì una raccolta di vicende che provano a restituire l’importanza e la complessità della diplomazia scientifica. Alcune sono esempi di scambi virtuosi, capaci di raggiungere posti sperduti come le stazioni di ricerca ai poli. Altre parlano di spionaggio, esperimenti efferati, armi di distruzioni di massa. «La scienza è un’attività umana» afferma Giacomo Destro. «E come molte altre questioni umane non dovremmo chiederci se è buona o cattiva di per sé, ma come vogliamo usarla».
Gazzetta Italia raggiunge il piccolo-grande traguardo dei 100 numeri pubblicati, celebrando la ricorrenza con una copertina speciale “doppia”, firmata dal fumettista Luca Laca Montagliani, una foliazione record e una serie di articoli di prestigio tra cui le interviste alla figura simbolo dell’Italia in Polonia, il nostro stimato ambasciatore Luca Franchetti Pardo, al direttore del Castello Reale di Varsavia Wojciech Falkowski, ad Agnieszka Stefaniak-Hrycko, la direttrice dell’Accademia Polacca delle Scienze di Roma e al regista Paolo Genovese il cui film “Il primo giorno della mia vita” sta avendo un grande successo in questi mesi in Polonia. E poi ancora troverete articoli di viaggio: “Genova al profumo di basilico”, “La Cracovia italiana”, “I sette segreti di Bologna”, “Gardaland”; di cultura con gli articoli che celebrano l’anno della Szymborska e di Calvino e poi naturalmente le nostre rubriche di cucina, lingua, fumetti, motori oltre a moltissimo altro. Insomma correte agli Empik o contattateci per avere questo speciale numero 100 di Gazzetta!
Venezia: La Toletta, Mare di Carta, Bottega Cini, Franco Filippi
Trieste: Ubik
Cortina d’Ampezzo: Sovilla
Varsavia: Ksiegarnia Nowa
Cracovia: Austeria
Sinossi
Corte Polacca è un’avventura ironica, onirica, a tratti commovente, ambientata tra la disillusa, stagnante, Venezia e la frenetica Varsavia in continua trasformazione e crescita. Due realtà apparentemente antitetiche che sono lo scenario in cui si muove Checco, il protagonista di Corte Polacca, che, durante i suoi racconti, ci prende per mano per farcele scoprire con lo sguardo incantato di chi è capace di connetterle superando i limiti temporali e fisici. Checco è un fumettista che, a suo modo, è a sua volta un personaggio caricaturale, intriso di tic e idiosincrasie irrefrenabili, malinconie e fantasie futuriste, dotato di unfulminante senso della battuta, travolto da frequenti irritazioni, che tra partite a Risiko e amore sviscerato per i suoi gatti, sopravvive alla pressante quotidianità varsaviana, alle aspettative di un mondo familiare cui non si sente di appartenere, così come alle struggenti nostalgie per una Venezia viva e abitata di cui oggi resta solo un amaro ricordo. Un’esistenza che viene scossa da una distopica, comica, avventura alla corte polacca del RePoniatowski, in un passato idealizzato, popolato da tanti personaggi italiani, tra cui i veneziani Casanova e Bellotto.
Dal frullato di emozioni, sogni, contrasti e sollecitazioni sociali Checco, da idealista incallito, ne esce accettando la sua condizione di inadeguatezza, armato dell’unico strumento che possiede, la matita del fumettista. In queste pagine egli combatte, donchisciottescamente, non solo per sfuggire da una contemporaneità deludente ma, in definitiva, per provare a ridare protagonismo alla fragilità individuale, unica paradossale risorsacontro le disumanizzanti dinamiche globali ci hanno praticamenteridotto a comparse.
“Corte Polacca è un libro divertente, polemico e sferzante che funziona grazie al sottile, continuo, gioco di rispecchiamento e distanziamento, sovrapposizione e divergenza fra il giornalista Sebastiano Giorgi e il fumettista visionario Checco. Al di là della leggerezza e dell’ironia ricercata in queste pagine il libro conserva, in controtendenza, come luogo più prezioso (e doloroso) una malinconia che ha punte luttuose. È evidente infatti che nel flusso di emozioni che tengono l’autore fisso sulla sua Venezia, tornano, ahimè, come fantasmi, la voce di una generazione scomparsa: quella dei bambini che in passato la abitavano, l’animavano e le davano un senso vero, con pratiche di occupazione vitale di questo spazio mitico (che sfiora altrimenti il rischio di farsi museo o sala mortuaria) come ad esempio trasformando i campi veneziani, compresi quelli dell’oggi iperturistico sestiere di San Marco, in altrettanti campi di calcio, unici al mondo e al contempo identici agli infiniti campetti improvvisati che riempiono le giornate di miliardi di ragazzini nel pianeta”. ALESSANDRO BALDACCI
“Appena ci si addentra nella raccolta di racconti di Sebastiano Giorgi Corte Polacca. Avventure oniriche tra Venezia e Varsavia, pubblicata dalla casa editrice Austeria, il mondo sembra diventare più leggero e anche un po’ più instabile. O, almeno, più ricco di sorprese. E tale sensazione diventa più che mai intensa quando ci si lascia irretire da questa successione di singolari vicende abbozzate con tratto sincero e ironico dal protagonista, il fumettista Checco, a cui fanno da sfondo la Varsavia contemporanea e settecentesca, ma che sono intrinsecamente connesse con Venezia. (…)
I racconti di Giorgi sono caratterizzati da un innegabile tratto fantastico e comico, da un lato, e da un impegno giornalistico nei confronti dell’attualità, dall’altro. Non mancano quindi critiche aperte della percezione contemporanea dell’Italia dominata dagli stereotipi, della Venezia–Disneyland, come nei ricordi della blogger del racconto Tutto bene! La ricetta per risolvere i problemi di Venezia contenuta nel racconto di Veneasy, inoltre, tiene conto proprio della superficialità con cui moltitudini di turisti si avvicinano alla città lagunare”. MAŁGORZATA ŚLARZYŃSKA
Sebastiano Giorgi – Giornalista, scrittore, viaggiatore. Nato e cresciuto a Venezia, laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna, è direttore della rivista bilingue, polacco-italiano, Gazzetta Italia e del notiziario quotidiano Polonia Oggi. Vive tra Venezia e Varsavia. Nella città lagunare è stato per anni collaboratore di quotidiani, televisioni, radio; ha diretto per oltre tre lustri la rivista “Lagunamare”; ha lavorato per otto anni all’ufficio stampa del Carnevale di Venezia e per cinque anni è stato capo ufficio stampa del Salone Nautico di Venezia. Autore e coautore di numerose pubblicazioni e video divulgativi. A Varsavia è corrispondente e produttore per varie testate. Curatore di mostre ed eventi. Ideatore del Premio Gazzetta Italia. Principale artefice del riposizionamento del bassorilievo del Leone di San Marco al Rynek di Varsavia.