Con una fantastica immagine dell’Arena di Verona, che quest’anno festeggia 100 anni di Festival d’Opera, si apre Gazzetta Italia 99 che propone una bella intervista con il cantante “basso” polacco Rafal Siwek che canterà all’Arena.
Un numero pieno di articoli interessanti da quello su D’Annunzio, a 160 anni dalla nascita, a quello su Zeffirelli, a 100 anni dalla nascita, e poi l’intervista al direttore dell’I.I.C. di Cracovia Matteo Ogliari.
Tanta musica con le novità della rubrica “Appena sfornati” e l’intervista al gruppo italo-polacco “Giardino di delizie”. Grande novità è poi il ritorno dell’angolo linguistico, per imparare l’italiano, in un innovativo formato curato dall’Akademia Anima.
Moltissimi i temi trattati tra cui quello dei social degli italiani in Polonia di cui ci parla la blogger Lucy Rozlatowska, dell’attualità politica italiana con il parallelo femminile tra Meloni e Schlein, e dei viaggi con “Ferrara segreta”, “Xylella, un nemico venuto da lontano” che racconta il problema degli ulivi in Puglia e poi le grotte siciliane di Scurati.
Come sempre ci sono poi tutte le nostre rubriche di cucina, vini, design, motori, fumetti, etimologia. La vostra copia di Gazzetta Italia la potete trovare negli Empik o chiamando (505.269.400) in redazione o sul sito www.gazzettaitalia.pl
Dal suo osservatorio privilegiato, Paolo Lemma, direttore dell’Ufficio ICE-Agenzia di Varsavia, analizza la feconda relazione economica tra Italia e Polonia. Due Paesi storicamente connessi dal punto di vista culturale e che col tempo stanno sviluppando una impressionante integrazione economica.
Italia e Polonia, un interscambio sempre più forte tra due paesi i cui legami economici affondano le radici a prima della caduta del Muro di Berlino.
Negli ultimi anni il valore dell’interscambio commerciale tra Italia e Polonia è effettivamente in crescita. A parte il rallentamento nel 2020 a causa della pandemia da Covid-19, nel periodo 2017-2022 si è passati da 22,5 miliardidi euro a 33,6 miliardi di euro, di cui il 58% è costituito dalle esportazioni italiane verso la Polonia. Un risultatorecord. L’Italia, infatti, è il 4° partner commerciale mondiale della Polonia dietro a Germania, Cina e Repubblica Ceca. Inoltre, con le esportazioni che nel 2022 valgono circa 19,4 miliardi di euro, l’Italia rappresenta il 3° Paese fornitore della Polonia a livello mondiale, mentre la Polonia è l’8° mercato di sbocco commerciale del nostro Paese. La solidità dei rapporti commerciali è favorita certamente da storici legami culturali e politici tra i due Paesi, ma è anche il risultato concreto di un progressivo processo di integrazione industriale tra Polonia e Italia, dovuto non solo allo scambio di prodotti e servizi appartenenti a settori diversi, ma soprattutto allo scambio cosiddetto intra-industriale, cioè di beni e servizi all’interno della stessa industria/settore, prima fra tutti quella dell’automotive.
Da quando sei all’ufficio di Varsavia in quale settore le relazioni economiche italo polacche sono cresciute maggiormente?
In termini assoluti di valore, su tutti è cresciuto maggiormente il settore siderurgico (ferro, acciaio, ghisa e loro lavorati), seguito da automotive, macchine agricole ed apparecchiature
Matteo Pilotto, Sebastiano Giorgi, Paolo Lemma
elettriche. Bene anche chimica e farmaceutica, quest’ultima grazie soprattutto ai vaccini. In termini relativi, invece, sta andando bene il settore aeronautico e spaziale, per il quale l’Italia è il primo partner commerciale della Polonia nell’ambito dei Paesi UE e secondo a livello globale dopo gli Stati Uniti. Tutti settori altamente prioritari nelle strategie di sviluppo della Polonia, sui quali l’attenzione di Ambasciata, ICE-Agenzia e degli altri attori del sistema Paese è molto alta, come dimostrano i diversi recenti interventi promozionali realizzati con lo scopo di approfondire e sviluppare le eventuali opportunità di collaborazione per le aziende italiane: vedasi il Forum sull’Aerospazio organizzato a Varsavia il 6 dicembre scorso con la Camera di Commercio e dell’Industria Italiana in Polonia e la società italiana Leonardo; e ancora il workshop sul settore farmaceutico tenutosi a Varsavia nel febbraio 2022 e co-organizzato da ICE-Agenzia e Ambasciata, in collaborazione con il Ministero polacco dello Sviluppo e Tecnologia e l’agenzia governativa polacca di ricerca medica ABM – Agencja Badań Medycznych.
Per quanto riguarda l’economia verde e la mobilità sostenibile,qual è la relazione tra i due Paesi?
Anche il tema della transizione energetica rientra tra le priorità del Governo polacco e coinvolge in diversa misura tutti i settori dell’economia offrendo buone opportunità di cooperazione. Se in Polonia il carbone la fa ancora da padrone, rappresentando il 69% del mix energetico nel 2022, la sua quota è in costante calo e la produzione di energia rinnovabile dovrebbe continuare a salire nei prossimi anni, anche per diventare indipendenti dalle forniture di risorse energetiche dalla Russia. Il Piano nazionale polacco per la ripresa e la resilienza ammonta a circa 36 miliardi di euro, di cui circa il 60% è
Fabio Troisi, Laura Ranalli, Luca Franchetti Pardo, Paolo Lemma
destinato alla nuova economia verde: 14 miliardi circa per l’energia pulita e la riduzione del consumo energetico (fotovoltaico, eolico e idrogeno) e 7,5 miliardi per la mobilità verde e intelligente (più autobus elettrici e a idrogeno, treni e ferrovie più moderni, prossimi bypass, strade più sicure). Il piano sostiene ambiziosi progetti con massicci investimenti nel settore eolico offshore e lo sviluppo di fonti di energia solare locali, che comporteranno in molte aree il ricorso alla cooperazione internazionale, ad esempio nelle energie rinnovabili, nel settore delle costruzioni e nei trasporti puliti, e dunque creeranno opportunità per i partner stranieri. In questo contesto l’Italia deve proporsi come interlocutore privilegiato, mettendo a disposizione le eccellenze ed il know-how maturati nel tempo dal proprio sistema imprenditoriale. È un tema di ampio respiro sul quale abbiamo avviato un confronto con le controparti polacche, ad iniziare dal convegno “European Green Deal Challenges for Industry: Building a Bridge between Italian and Polish Chemical Industry”, organizzato alla fine del 2021 insieme all’Ambasciata, in collaborazione con la Camera Polacca dell’Industria Chimica (PIPC – Polska Izba Przemysłu Chemicznego) e con il coinvolgimento dei più importanti gruppi polacchi del settore, tra cui PKN Orlen, Lotos, PGNIG e Grupa Azoty, e italiani come Tecnimont, SNAM, SAIPEM, Association H2IT, Ansaldo Energia, Terna oltre all’associazione Federchimica. Sul tema della mobilità pulita, invece, un altro appuntamento importante sarà la sesta edizione di IABM – International Automotive Business Meeting che si svolgerà il 9 e 10 maggio prossimi a Jaworzno, vicino Katowica. L’evento, ideato ed organizzato dalla Camera italiana, quest’anno sarà dedicato al progetto “Izera”, la prima automobile elettrica polacca, a cui sta lavorando la società di stato ElectroMobility Poland, partner strategico di IABM 2023. L’Agenzia ICE, in raccordo con l’Ambasciata, parteciperà come partner istituzionale dell’iniziativa con gli obiettivi specifici di esplorare le opportunità di collaborazione nel settore automotive polacco, con particolare riguardo alla filiera della mobilità elettrica, e quindi facilitare l’incontro tra associazioni di settore ed aziende italiane con le controparti locali, al fine di favorire l’aumento della presenza delle nostre imprese sul mercato polacco e lo sviluppo di nuovi affari.
Recentemente c’è statol’evento Rebuild Ukraine a Varsavia, in un’ottica di unaauspicata fine della guerra la Polonia assumerà un ruolo chiavenella ricostruzione del Paese?
Dall’inizio della guerra la Polonia è stata il principale centro logistico per gli aiuti all’Ucraina, esperienza che non potrà non essere estesa anche a centro logistico per la ricostruzione. Le autorità di Varsavia hanno stanziato notevoli risorse finanziarie per sostenere questo Paese. Il Ministero polacco dello sviluppo e della tecnologia, in collaborazione con PAIH – l’omologa polacca dell’Agenzia ICE – ha avviato il reclutamento di società polacche interessate a riprendere le esportazioni e a partecipare alla ricostruzione dell’Ucraina. E allo stesso tempo le stesse istituzioni polacche non stanno trascurando di dare sostegno anche all’imprenditoria e all’attività professionale dei cittadini ucraini, sia in Polonia che in Ucraina. Pertanto sta nei fatti che la Polonia, in collaborazione con paesi alleati, partner e istituzioni internazionali, sia destinata a svolgere un ruolo significativo nella ricostruzione dell’Ucraina. È proprio questo il messaggio che abbiamo voluto consegnare alle associazioni imprenditoriali e alle aziende italiane presenti all’evento “Rebuild Ukraine” a Varsavia il 15 febbraio scorso, segnalando l’importanza di instaurare e sviluppare collaborazioni con le controparti polacche interessate alla ricostruzione dell’Ucraina. Peraltro, alla luce dell’interesse manifestato dal nostro settore privato a partecipare alla ricostruzione dell’Ucraina, il prossimo 26 aprile l’Italia ospiterà a Roma un’apposita conferenza con l’obiettivo di presentare alle autorità di Kiev un quadro chiaro e articolato dell’offerta del sistema Italia, con particolare riguardo ai settori delle infrastrutture e trasporti, agribusiness, energia e digitale.
Dalla tua esperienza professionale in altri paesi come giudichi il sistema Italia, ovvero le relazioni tra istituzioni, aziende, mondo della cultura e della comunicazione italiani, in Polonia?
Quello che ho trovato in Polonia è un sistema Paese variegato ed esteso sul territorio, ricco di esperienze professionali e umane, in alcuni casi anche profondamente integrato nell’ambiente locale, e con tanta voglia di affermare l’Italia. Dal punto di vista dell’azione promozionale di ICE-Agenzia, in linea con la missione dell’Ambasciata, il contributo di ciascun soggetto ha pari importanza, soprattutto nell’ottica della cosiddetta “promozione integrata” che ha come obiettivo il raggiungimento di un risultato potenziato grazie ad un’azione il più possibile coordinata e unitaria. È l’unico modo per presentare bene la nostra immagine di sistema Paese, rafforzando la nostra visibilità e credibilità. Sono convinto che solo così possiamo raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi in Polonia, soprattutto ora in una prospettiva congiunturale che appare favorevole.
La funzione degli Istituti Italiani di Cultura è quella di dialogare col territorio in cui insistono stimolando potenziali relazioni artistiche e culturali. Questa la filosofia che guida Fabio Troisi nuovo direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia. Appassionato d’arte contemporanea e con importanti esperienze internazionali alle spalle, a New York e a Pretoria, Troisi è arrivato a Varsavia con uno slancio innovatore.
“Credo che oltre al tradizionale ruolo di promozione delle cosiddette eccellenze italiane
gli Istituti di Cultura debbano soprattutto creare ponti di cultura. In questo senso ritengo importante ideare eventi in cui culture e personaggi italiani e polacchi interagiscano, obiettivo su cui voglio lavorare coinvolgendo anche curatori polacchi. La mostra Archetipo / Archetyp, che abbiano inaugurato a dicembre all’Istituto, è stato un primo esempio di un percorso culturale italo- polacco che voglio perseguire. Una esposizione in cui gli artisti DEM (Marco Barbieri) e OTECKI (Wojciech Kołacz) hanno lavorato insieme per allestire gli spazi dell’IIC con opere realizzate appositamente per questo progetto e esposte per la prima volta a Varsavia, ispirate alle forme archetipiche della figurazione occidentale.”
Da un direttore laureato in filosofia e storia dell’arte, nonché esperto d’arte contemporanea ci dobbiamo attendere un programma d’eventi caratterizzato dall’arte figurativa?
Realizzare esposizioni d’arte contemporanea richiede una organizzazione complessa motivo per cui su questo tema stiamo lavorando con prospettive a lungo termine, intanto però posso annunciare alcuni appuntamenti di grande interesse come quello sulla Commedia dell’Arte, con conferenza e spettacolo; quello sul rapporto tra architettura e potere che mostrerà, attraverso una esposizione fotografica e l’intervento di alcuni esperti dell’Università di Siena, la relazione tra ideologia ed estetica in Italia e Polonia negli anni Trenta del Novecento; il progetto EUROPA Suite, realizzato con la Regione Emilia- Romagna, una commissione originale per una composizione di musica contemporanea in cui, partendo dalla guerra in Ucraina, si racconta la natura dell’Europa nel nostro tempo. E poi ancora tra i vari appuntamenti in programma segnalo un evento su arte e scienza e una mostra dei vetri artistici di Murano a Sopot in giugno. Tra le nostre priorità c’è anche quella di rendere l’Istituto più visibile e presente sui social per promuovere le nostre attività e creare anche in quell’ambito delle relazioni.
La storica sede di via Marszalkowska si appresta a diventare un pulsante centro d’interscambio italo-polacco?
Me lo auguro, già oggi la nostra sede è frequentata da centinaia di giovani che studiano l’italiano e l’obiettivo è quello di farli sentire sempre più a loro agio, qui all’Istituto devono trovare una sorta di accoglienza italiana. Abbiamo poi in progetto un parziale restauro per dare ai locali uno standard museale che ci consenta di ospitare mostre di qualità.
In questi primi mesi varsaviani cosa ti ha colpito di quest’ambiente?
Sicuramente l’alto livello degli studi di italianistica, docenti preparatissimi e studenti appassionati. Per quanto riguarda il rapporto con l’Italia penso che la Polonia si distingua rispetto ad altri paesi, qui i famosi ponti culturali sono antichi e solidi e ce ne sono tanti altri da costruire perché il terreno è fertile. Inoltre la profondità dei rapporti italo-polacchi e la qualità dello studio dell’italiano creano un tessuto sociale che invita le aziende italiane ad investire, in pratica avviene l’opposto di quello che succede in altri paesi dove lo studio dell’italiano segue a ruota i rapporti economici, qui è la cultura il traino, una cosa bellissima e rarissima.
La rivincita della cultura è forse il segno di tempi in cui c’è bisogno di visioni e non solo di sviluppo tecnologico?
È un discorso complesso, ma mi sento di dire che in questi anni, segnati dalla pandemia, si è visto come il pensiero esclusivamente tecnicistico abbia mostrato i suoi limiti, c’è bisogno che la tecnica sia invece al servizio di una visione umanistica. Provo a sintetizzare con un esempio: quando ero a New York avevo molti amici che superati i 40 anni sentivano il bisogno di conoscere il mondo, di capire chi erano e che vita stavano conducendo. Persone bravissime e di successo finché agivano all’interno dei confini del loro lavoro ma che
Paolo Lemma, Fabio Troisi, Luigi Iannuzzi, fot. Monika Mraczek
fuori di quest’ambito sentivano la carenza di strumenti per capire molti aspetti della vita. Ecco penso che ci sia bisogno di un riequilibrio tra cultura umanistica e scientifica. L’esperienza di direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria mi ha ulteriormente convinto su questo approccio, l’Africa mi ha insegnato a relativizzare, a capire che siamo tutti parte di uno stesso pianeta e che per convivere dobbiamo capirci guardandoci intorno e non solo focalizzandoci sul nostro lavoro.
L’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia con Italy Ambassador Awards organizza il primo evento in Polonia dedicato agli influencer che, col proprio lavoro, raccontano al mondo le bellezze d’Italia
L’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia collabora con Italy Ambassador Awards, il primo premio italiano dedicato ai migliori influencer, content creator e blogger di tutto il mondo che promuovono l’Italia, alla prima edizione di Italy Ambassador Award – Polonia!
Lunedì 5 giugno, presso l’Hotel Stary di Cracovia, avremo il piacere di ospitare i migliori influencer, blogger, content creator e promoter polacchi che hanno scelto di mettere anima e cuore nella promozione dell’Italia nel mondo. Sarà un’occasione unica per incontrare persone stimolanti, condividere conoscenze ed esperienze e creare nuove relazioni tra chi ha scelto di promuovere l’immagine del nostro Paese, per professione o per passione. Sono già confermati oltre 17 influencer e content creator, con una capacità di engagement totale di oltre un milione di followers.
Italy Ambassador Awards, quest’anno alla seconda edizione, è il primo premio italiano rivolto ai migliori influencer, content creator e blogger di tutto il mondo. Il premio è un riconoscimento prestigioso per valorizzare l’eccellenza e la professionalità̀ del lavoro di chi, con tanto impegno, si dedica a promuovere l’Italia nel mondo. L’edizione principale del premio si terrà a Firenze il prossimo novembre: un appuntamento annuale dedicato al Made in Italy, alla bellezza, alla cultura, ai sapori e ai profumi che caratterizzano il Bel Paese, con un occhio particolare al mondo del turismo, del lusso, del benessere attento alla sostenibilità.
L’evento di Cracovia vedrà una giornata interamente dedicata ai nostri ospiti, che si alterneranno in panel a loro dedicati, durante i quali avranno l’occasione di presentare sé stessi, il proprio lavoro e la passione che li muove. Cinque saranno i canali social in gara: Instagram, Facebook, TikTok, Youtube,Blog. Al termine dei panel una giuria internazionale selezionerà il vincitore o la vincitrice, che parteciperà di diritto alla finale del concorso italiano Italy Ambassador Awards a Firenze (novembre 2023). Le spese di viaggio e di permanenza saranno infatti coperte dall’Istituto Italiano di Cultura e dagli sponsor del premio.
La giornata, ricca di momenti di intrattenimento e socialità, si concluderà con una cena di gala aperta al pubblico dietro prenotazione. Un momento conviviale nel quale godere di una proposta della migliore enogastronomia italiana, in compagnia dei propri influencer preferiti.
Italy Ambassadors Award – Polonia si svolge in collaborazione con Hotel Stary, con un gran numero di sponsor tra quali Ristorante Portobello, Ristorante TreSorelle, Katane’ e con la partecipazione di Gazzetta Italia come media partner.
Abito a Napoli dal febbraio 2004. Si può dire che sono venuto qui insieme con Aurelio de Laurentis perché era l’anno in cui è diventato presidente del Napoli. All’inizio abitavo nelle vicinanze di San Giuseppe Vesuviano e sono rimasto lì fino al 2010. Per quanto riguarda le squadre di calcio polacche, sono un fan di Resovia Rzeszów. Una volta giocavo portiere, ma purtroppo non ho raggiunto il successo che sognavo.
La famiglia
Quando si è saputo del mio amore per il Napoli tutti erano molto sorpresi e si chiedevano: “Come è possibile? In Polonia non era così appassionato”. Ed è vero, ma qui si tratta di Napoli. Era impossibile essere qui e non innamorarsi completamente di questa città e della sua squadra. Ma niente supera l’emozione che mi sento adesso, quando Napoli è finalmente Campione d’Italia dopo 33 anni. Il fatto che nella squadra giochino dei polacchi rende questo momento ancora più speciale.
Passione o fanatismo?
Da quando ho iniziato a seguire il Napoli la passione è cresciuta costantemente, ma non potevo andare a vedere le partite dal vivo a causa della distanza eccessiva perché ero a Riccione per lavoro. Abitavo e lavoravo con 5 napoletani che mi hanno fatto diventare un vero tifoso azzurro.
Napoli Fans Polonia
In relazione alla mia passione, ho creato un gruppo di tifosi del Napoli. Di solito scrivo in italiano, perché la maggioranza dei membri sono tifosi e gli amici che abitano a Napoli ma ci sono anche tanti tifosi in Polonia, in Inghilterra o in altre parti d’Europa. Purtroppo non abbiamo mai avuto l’occasione d’incontrarci tutti insieme. Oltre a far parte del gruppo “Napoli Fans Polonia”, sono membro di “Napoli Club Cercola Partenopeo”. A parte di questo, vorrei dare inizio ad una prima ufficiale associazione dei tifosi polacchi di SSC Napoli, ma per ora le distanze che ci dividono sono un grande ostacolo. Intanto però ho creato il gruppo su Facebook, su cui scrivo notizie e curiosità sulla squadra e sui giocatori.
Stadio Diego Armando Maradona
Allo stadio San Paolo sono stato per la prima volta nel 2015. I miei orari di lavoro mi permettevano d’andare a guardare le partite alle 20:45. Le emozioni che ho provato in questo stadio sono impossibili da raccontare. La passione dei tifosi, i cori, le bandiere mi hanno davvero colpito. Poi da quando Zieliński e Milik sono arrivati a Napoli, ho cominciato a portare allo stadio la bandiera polacca. Mi alternavo tra Curva A e Curva B. Alla fine ho scelto la Curva A. Sono stato accettato, potevo facilmente entrare con la bandiera polacca. Per me è un grande onore, perché un tifoso straniero non è sempre benvenuto.
Zieliński, Bereszyński, Idasiak
Negli ultimi anni a Napoli hanno giocato 5 calciatori polacchi: Igor Łasicki, Arkadiusz Milik, Hubert Idasiak, Bartosz Bereszyński i Piotr Zieliński. Andavo sempre sotto lo stadio, anche se non avevo il biglietto, con la bandiera polacca per mostrare il sostegno ai connazionali. Per ora sono l’unico tifoso polacco così presente, mi spiace non ce ne siano altri con i colori polacchi. Mi si spezza il cuore quando vedo quanto sopporto riceve per esempio Kvaratskhelia dai suoi compatrioti, vorrei che anche i polacchi fossero così vicini.
Diego Armando Maradona Diego
Abitando a Napoli è impossibile non sentire parlare di Maradona. Dopo la sua morte, insieme con gli altri tifosi abbiamo fatto le targhe commemorative vicino lo stadio. Abbiamo fatto lo stesso dopo la morte del suo fratello, Hugo. Ricordo tutto che succedeva intorno allo stadio e nei Quartiere Spagnoli. In quel momento abitavo in centro, per questo venivo spesso sotto il murales di Diego. Sono stato riconosciuto spesso da tante persone come l’appassionato tifoso polacco.
Piotr Zieliński
Per il compleanno del calciatore polacco il 20 maggio ho preparato con i miei colleghi una bellissima decorazione sotto il centro d’allenamento a Castel Volturno. È stato un gran lavoro. Forse non sono un’artista, ma il risultato è stato davvero interessante. Sempre quando ho l’opportunità, cerco di scambiare due parole con Piotr.
Arkadiusz Milik
Ho sempre apprezzato Milik e rispetto la sua decisione di lasciare Napoli. Ma è un po’ difficile per me giudicare il fatto che sia andato proprio alla Juventus. Secondo me, la decisione migliore sarebbe stata restare a Marsiglia.
Centro Sportivo Paradiso, Soccavo, Napoli
Tra poco sarà un anno dai primi lavori sui muri del Centro Paradiso. Ho organizzato qualche mostra fotografica dal titolo “L’esposizione fotografica polacca” che è stata permanentemente collocata sui muri del Centro Sportivo Paradiso, insieme con la mostra delle magliette di Maradona. In alcuni eventi, che hanno avuto luogo vicino al vecchio centro d’allentamento ha preso parte anche la figlia di Maradona, Dalma. Un luogo storico che era la seconda casa per Diego. È stato chiuso e abbandonato per quasi 20 anni a causa dei debiti e la mancanza di acquirenti. Tante persone vorrebbero che aprisse lì un nuovo centro d’allentamento per i giovani o il Museo di SSC Napoli. Vorremmo anche festeggiare la vittoria del Napoli al Centro Paradiso, non vicino ai muri, dove la mostra non è ancora finita.
Decorazione Scudetto 3
Attualmente lavoriamo sulla nuova, ufficiale, mostra in occasione della vittoria dello Scudetto. Debutterà il 4 giugno, perché le prime decorazioni sono state distrutte a causa del vento. Ma quando tutto sarà pronto, nella mostra sarà inclusa anche la decorazione bianco-rosso come ringraziamento dei tifosi polacchi.
Sarà scoperta oggi, venerdì 19 maggio, la lapide commemorativa con cui si ricorda il passaggio di Pier Giorgio Frassati, beatificato nel 1990 da Papa Giovanni Paolo II, alla miniera Ferdynand di Katowice. Ed esattamente all’entrata della miniera che è posizionata la lapide che ricorda l’attenzione di Frassati per le condizioni di vita dei minatori, lui che si era laureato in Ingegneria meccanica con specializzazione in mineraria. Pier Giorgio Frassati (Torino, 6 aprile 1901 – Torino, 4 luglio 1925) è stato uno studente italiano, terziario domenicano, membro della FUCI e di Azione Cattolica, è considerato, ancorché non canonizzato, uno dei santi sociali torinesi. Figlio della pittrice biellese Adelaide Ametis e di Alfredo Frassati fondatore del quotidiano La Stampa, che fu anche ambasciatore d’Italia a Berlino, e fratello di Luciana Frassati che sposò il diplomatico polacco Jas Gawronski da cui ebbe sette figli tra cui il noto Jas Gawronski giornalista, conduttore televisivo e politico italiano. “È certamente motivo di sincero orgoglio la lapide dedicata al Beato Pier Giorgio Frassati che verrà posta oggi a Katowice. Il Beato Frassati, pur se scomparso a soli 24 anni, ha lasciato una traccia profonda, in particolare tra i giovani. Egli si adoperò a fondo per i più poveri e fu da essi molto amato: in moltissimi vollero infatti partecipare ai suoi funerali. Appassionato della montagna, luogo dove spesso natura e Fede si incontrano, diversi sentieri montani portano oggi il suo nome”, così ha commentato l’iniziativa l’Ambasciatore d’Italia in Polonia Luca Franchetti-Pardo. Oggi alla scopertura della lapide, posta su iniziativa dell’arcivescovo di Katowice e della Pastorale Accademica di Katowice, saranno presenti molte autorità istituzionali e religiose italiane e polacche nonché alcuni discendenti della famiglia Frassati tra cui Wanda Gawronska, Nella O’Meara, Grazia Salviati.
Al Castello Reale di Varsavia sono arrivate 38 opere d’arte dal Museo Nazionale Bohdan e Warwara Chanenko di Kiev. Le opere sono state portate in Polonia su richiesta della direzione del Museo ucraino che è stato gravemente danneggiato durante gli attacchi della Russia. “La decisione di portare le opere a Varsavia è un atto di grande fiducia dell’Ucraina verso la Polonia”, ha detto il ministro della cultura Piotr Gliński. Le opere rimarranno al Castello per il tempo necessario. “È stato concordato che questa collezione sarà resa disponibile non solo ai ricercatori e agli scienziati d’arte polacchi, ma anche al pubblico. Alcune delle opere saranno sottoposte a lavori di restauro. È una collaborazione che si svilupperà sia al livello umano che a quello professionale”, ha dichiarato il direttore del Castello Wojciech Fałkowski.
La parte della collezione arrivata a Varsavia non era mai stata esposta in Polonia, ad esempio uno degli ultimi ritratti del re Stanisław August Poniatowski vestito da Enrico IV (1797) di Elzabeth Vigée Le Brun oppure “Capriccio con Campidoglio” di Bernardo Bellotto che doveva completare la mostra presentata al Castello l’anno scorso.
Tra le opere ci sono numerosi dipinti di maestri italiani rinascimentali e barocchi tra cui: Jacopo del Sellaio, Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Michelangelo Pace detto Michelangelo del Campidoglio, e inoltre Francesco Tironi, pittore attivo a Venezia. Tra i capolavori spiccano inoltre il cassone rinascimentale italiano, una portantina veneziana nonché i quadri di pittori fiamminghi e olandesi.
Le opere della collezione Chanenko saranno presentate in mostra al Castello Reale la cui apertura si prevede per il 2024
Olio di corteccia di cannella ~ CANNELLA ~ Cinnamomum burmannii
Tutti conoscono la cannella. O almeno il suo sapore e aroma dolce-speziato, riscaldante e stimolante, che di solito ricorda i panini dolci (cinnabuns), il porridge invernale, le gomme da masticare americane speziate o i prodotti da forno natalizi. E quando si usa spesso una particolare pianta, vale la pena di conoscerne le proprietà e la storia, soprattutto se ha un effetto così potente come la cannella. Scoprite quindi quanto ne sapete davvero su questa leggendaria spezia…
Due cannelle sono meglio di una Anche se la cannella sembra un “additivo” innocente, dolce e riscaldante in cucina o nelle miscele di aromaterapia, deve essere usata con estrema attenzione. Non solo perché è uno dei cosiddetti oli essenziali “caldi”, ma anche per la potente azione dei suoi principi attivi.
Nonostante le circa 250 specie di cannella, solo alcune sono disponibili sul mercato e le più importanti da riconoscere sono in realtà due tipi: la cannella di Ceylon e la cannella di cassia. La prima è chiamata “vera” cannella, anche se non è migliore della seconda: è semplicemente più costosa e ha un aroma leggermente più dolce della cassia, il cui profi lo aromatico è leggermente più piccante. La cannella di Ceylon (Cinnamomum verum / C. zeylanicum) è originaria dello Sri Lanka, dove viene coltivata dalla popolazione da secoli. La cannella Cassia, invece, viene indicata con diverse specie, tra cui la Cinnamomum cassia, altrimenti nota come “cannella cinese”, sebbene sia originaria dell’Indonesia, dove cresce anche la Cinnamomum burmannii (altrimenti nota come cannella “korintje”, cannella indonesiana o di Sumatra). Entrambe le specie di cannella sono state utilizzate per secoli per curare i disturbi, anche se grazie a ricerche di laboratorio sappiamo che la cassia cinnamon contiene una quantità maggiore di principio attivo chiamato cumarina, che deve essere assunto con attenzione: una dose giornaliera sicura di cannella è di massimo 1 cucchiaino di spezia in polvere o 3-4 gocce di olio di cannella in un diffusore. Tra gli oli essenziali di cannella, ne esistono 3 tipi: la cannella di Ceylon dalla corteccia, la cannella di Sumatra dalla corteccia e la cannella cinese “cassia” dalle foglie.
Il potere nascosto nella corteccia
L’olio di cannella è conosciuto per le sue proprietà curative da millenni: viene menzionato con grande riverenza sia nella Bibbia che sulle pareti della tomba di Hatshepsut, negli scritti degli antichi greci e romani, nei libri di medicina cinese o ayurvedica e anche come rimedio medievale contro la peste (e come ingrediente della nota miscela di aromaterapia anti-peste “olio dei ladri”, di cui potrete leggere di più nell’Oil Shop come “olio degli alchimisti”), ma solo oggi – grazie alle ricerche di laboratorio – possiamo ufficialmente riconoscere che la cannella ha una serie di forti proprietà salutari che stimolano l’organismo, non solo nell’uomo, ma anche negli animali o in altre piante.
Per quanto riguarda gli oli essenziali di cannella, vale la pena di ricordare i due principi attivi che sono i principali responsabili del famoso odore caldo ed energizzante della cannella, ma anche delle proprietà antimicrobiche e di bilanciamento degli zuccheri nel sangue: La cinnamaldeide (una delle sostanze più forti presenti negli oli essenziali) e l’eugenolo (presente in grandi quantità anche negli oli di chiodi di garofano, noce moscata o basilico). Poiché queste sostanze sono altamente irritanti per la pelle e le mucose, gli oli di cannella devono essere utilizzati con grande attenzione, per questo motivo noi della Scuola dell’Olio e dell’Oil Shop sottolineiamo sempre che, quando si applica l’olio di cannella sulla pelle, esso deve essere diluito con l’olio di base in un rapporto minimo di 1:5.
Tra le più importanti proprietà benefi che dell’olio di corteccia di cannella ci sono:
antidiabetico (bilancia i livelli di zucchero e insulina nel sangue)
stimolante, energizzante
A causa di queste proprietà dell’olio di cannella, si consiglia di utilizzarlo sotto controllo di uno specialista nel caso di disturbi quali:
diabete
aterosclerosi, malattie cardiovascolari
malattie infettive
bassa immunità
ipertensione
stanchezza mentale
intossicazione alimentare, indigestione
coaguli di sangue, stasi linfatica, gonfi ore, cattiva circolazione
sanguigna, estremità fredde
raffreddore, infl uenza, infezioni delle vie respiratorie superiori e inferiori
herpes, infi ammazioni della pelle, verruche, verruche, forforaCome utilizzare l’olio di cannella?L’olio di cannella può essere applicato sulla pelle dopo essere stato diluito con un olio di base in un rapporto di almeno 1:5, può poi essere utilizzato per massaggi riscaldanti, bagni, impacchi e inalazioni.L’olio di cannella è consigliato per le infezioni delle vie respiratorie sotto forma di inalazione e diffusione con diffusori a ultrasuoni, specialmente in combinazione con altri oli essenziali, come l’olio di eucalipto, l’olio di chiodi di garofano, l’olio di arancia o l’olio di lavanda (questi ultimi due specialmente per l’aromaterapia dei bambini).Tutti gli oli essenziali naturali si diffondono al meglio utilizzando un diffusore professionale per aromaterapia fatto di speciali plastiche PP e ABS, che non reagiscono chimicamente con gli oli essenziali. In questo modo si garantisce che la composizione fitochimica degli oli non venga modificata, al contrario della reazione degli oli al loro riscaldamento in caminetti o candele, quando diventano tossici. Acquistando gli oli essenziali e i diffusori presso l’Oil Shop, avrete la garanzia di prodotti per l’aromaterapia della massima qualità e che funzionano davvero.Su www.OlejkowySklep.pl potete acquistare il vero olio di corteccia di cannella biologico con proprietà terapeutiche e pagarlo il 10% in meno con il codice GAZZETTA.
Dal 12 al 21 maggio nei cinema di Varsavia, Breslavia, Gdynia, Poznań, Katowice, Łódź, Bydgoszcz e Lublino, e dal 24 maggio al 4 giugno online su mdag.pl si svolgerà la 20^ edizione del festival Millennium Docs Against Gravity. Il motto del festival sono le famose parole di Marian Turski “Non essere indifferente”, che sono diventate anche il motto delle celebrazioni dell’80° anniversario dello scoppio della rivolta del ghetto di Varsavia organizzate dal Museo POLIN.
Anche quest’anno, MDAG è attento ai problemi urgenti del ventunesimo secolo, tra i quali la crisi climatica e la relativa minaccia ai diritti umani. I film selezionati dimostrano che registe e registi cercano di non passare in modo indifferente accanto al prossimo e alla sua storia individuale. Inoltre, durante la 20^ edizione, il festival ricorda lo straordinario valore del cinema stesso, che ci insegna la sensibilità e l’attenzione verso il mondo. Tra i film in programma ci sono anche i documentari italiani:
Umberto Eco, la biblioteca del mondo di Davide Ferrario
La biblioteca di Umberto Eco è un mondo a parte, contiene oltre 30mila volumi di opere contemporanee e inoltre 1500 libri rari e antichi. Davide Ferrario ha avuto accesso a questa enorme collezione, grazie alla collaborazione con Eco prima della sua morte. Il regista scopre come l’eccezionale scrittore vedeva il mondo attraverso le storie che raccoglieva.
The girl in the fountain di Antongiulio Panizzi
Era il 1960 quando la bellissima attrice svedese Anita Ekberg, nell’iconica scena del film di Federico Fellini “La dolce vita”, è apparsa in un abito nero con i suoi lunghi capelli biondi nella famosa fontana. Dopo la prima del film, ha dichiarato di essere stata lei a rendere famoso il regista, e non il contrario, ma l’attrice non è il personaggio cinematografico che interpreta. Ekberg ha combattuto tutta la vita per liberarsi dalla sua leggenda. Il film racconta la storia dell’attrice attraverso la voce di Monica Bellucci, anche lei un’icona ma del cinema contemporaneo. Intrecciando immagini d’archivio di Ekberg con immagini contemporanee di Bellucci, il regista del film non solo presenta le grandi donne del cinema contemporaneo, ma si chiede anche cosa significhi esserne l’icona.
Bella Ciao di Giulia Giapponesi
Dalla seconda guerra mondiale, ovunque si sia combattuta la libertà e la giustizia, si cantava la canzone “Bella Ciao”. Si dice che siano stati i partigiani a cantarla per primi e Yves Montand è stato quello che l’ha resa famosa negli anni Sessanta del Novecento. Alcuni anni fa, “Bella Ciao” è diventata una canzone promozionale per la famosa serie Netflix “La casa di carta”. Tuttavia, l’origine della canzone non è chiara. Gli autori del film hanno raccolto materiali d’archivio inediti e il contributo di numerosi specialisti della famosa canzone, che di per sé potrebbero essere il soggetto del film.
In viaggio di Gianfranco Rosi
Il film ritrae Papa Francesco durante i suoi numerosi viaggi. Il candidato all’Oscar Rosi utilizza filmati d’archivio e materiale proprio girato nell’arco di 9 anni. Inizia con Jorge Mario Bergoglio eletto papa nel 2013. Il regista è riuscito ad avvicinarsi al papa e combinare i propri materiali con materiali d’archivio in modo interessante. Vediamo quali argomenti Papa Francesco solleva nelle sue conversazioni con i fedeli, i diplomatici e i media, e come lo scoppio della guerra in Ucraina cambi tutto, compresa la sua immagine.
Infinito – il mondo di Luigi Ghirri di Matteo Parisini
Luigi Ghirri, famoso fotografo italiano dell’Emilia Romagna, ha scritto saggi e diari per tutta la vita, meditando sul significato dell’immagine. La sua straordinaria sensibilità ha rivoluzionato la fotografia contemporanea. Andando contro le tendenze, ha sviluppato la sua tecnica, il suo stile e il suo punto di vista sul mondo davanti all’obiettivo. L’arte della fotografia da lui praticata si riflette anche negli scritti che ha lasciato che sono una testimonianza del suo approccio alla realtà, ai dilemmi esistenziali e alla straordinaria affermazione della vita. Il regista è riuscito a catturare il mistero che si cela dietro le singole opere dell’artista. Il film segue il lavoro di Ghirri a 30 anni dalla sua morte, combinando le fotografie in cicli, naturalmente legati ai luoghi e alla vita personale dell’artista. Tradurre nel linguaggio dell’arte e interpretare la realtà, i pensieri, la memoria e l’immaginazione: questo è il motto di uno dei più importanti fotografi italiani della storia.