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Home Blog Page 315

Instagram, ovvero: “Urrà sono un fotografo!”

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Magdalena Radziszewska

 Click! Perfetto, abbiamo una bella foto, adesso solo un piccolo ritaglio, un po’ di filtro, questa volta che sia p.es.X-PRO II, cornice, sottolineatura della nitidezza dei contorni, una decina di tag e “condividi”. Voilà! Ora tutta la gente su Instagram e gli amici su FB possono vedere la mia bellissima foto e apprezzare il mio talento di livello professionale. È una procedura ripetuta ogni giorno da qualche decina di milioni di persone in tutto il mondo. Come sono stati sorpresi miei amici avendo notato che dopo l’acquisto di un nuovo cellulare, Android, non usavo Instagram! Visto il loro stupore (quasi sdegno)  ho deciso di approfondire il mio sapere su questa famosissima applicazione.

Instagram è un servizio di social network, collegato all’applicazione con lo stesso nome (disponibile per i dispositivi che supportano iOS o Android). Instagram permette agli utenti di scattare le foto, applicare filtri e condividerle su numerosi servizi di social network. Il suo carattere specifico è la presentazione delle foto in forma quadrata, esattamente come le macchine fotografiche a marchio Kodak di serie Instamatic ed anche le Polaroid (la maggior parte di macchine fotografiche e dispositivi mobili che dispongono della funzione “foto” usa la proporzione d’immagine  4:3).

L’applicazione offre un vasto ventaglio di funzioni con l’aiuto delle quali possiamo modificare la foto da noi scattata come se usassimo un professionale programma grafico. Instagram offre diversi filtri, grazie a cui si può cambiare significativamente il carattere della foto scattata e farle presentarsi in un modo totalmente nuovo.

Visti tutti i vantaggi di Instagram non ci si dovrebbe meravigliare dell’onnipresenza dell’applicazione. È una soluzione perfetta per ogni amante di fotografia.

Il fenomeno Instagram che accomuna milioni di persone è arrivato ad una rilevanza mondiale! Gli utenti più esperti dell’applicazione condividono ogni giorno anche qualche decina di fotografie. Gli utenti tendono ad avere il gruppo più grande possibile dei loro “osservatori” e la stessa foto dovrebbe ottenere il più possibile dei “mi piace”. A questo scopo sotto ogni fotografia si possono aggiungere i cosiddetti hashtag, cioè parole precedute da un cancelletto (#), di solito in inglese, collegate in qualsiasi modo con la tematica della foto. Per esempio sotto la foto di vacanze potremmo mettere :  #I #Love #Summer #YOLO* #sea #sun #beach #holidays… Ed i più “bravi” possono aggiungere anche oltre dieci tag, cosicchè quelli che cercano le foto su Instagram con una parola chiave possano trovare proprio la loro foto più velocemente e ovviamente mettere sotto un “mi piace”.

Dalle mie osservazioni risulta che un oggetto estremamente interessante da fotografare è il cibo. Un’altra curiosità sono i fotogrammi, guardando le foto su Instagram molto raramente si può trovare una foto di un gruppo di persone, o almeno una persona, in piena forma. Dominano le foto di piedi, mani, occhi, unghie su uno sfondo attraente. Forse questo fa sì che la foto sembri un po’ più…artistica?

I maligni affermano che Instagram annovera tra i suoi amanti soprattutto fotografi mancati e quelli senza talento che si credono profesionisti.

Infatti, una valanga di foto con il contenuto di un  piatto, di piedi sullo sfondo del mare o di unghie con un colore nuovo di smalto può meravigliare. Ma la verità è che usare questa applicazione può essere un buon divertimento. Interessante è che grazie a essa si possono vedere le foto aggiunte da stelle del cinema e cantanti, ovvero dai nostri idoli. Sono delle foto scattate da loro stessi, che svelano segreti della loro vita privata. Per alcuni questo è un dettaglio abbastanza attraente.

Inoltre, dopo aver usato tutte le funzioni offerte dall’applicazione ogni foto sembra più bella, più marcata, con colori vivaci… semplicemente più artistica.

Come un altro “giocattolo” sul cellulare che mostra il mondo che ci circonda in colori più belli, oppure come un modo di autopromozione, Instagram diventa sempre più popolare di giorno in giorno.

*Yolo- Acronimo dalla locuzione inglese You Only Live Once che significa Si vive solo una volta. Molto spesso usato come un hashtag su twitter o altri servizi di social nerwork per far notare un avvenimento emozionante o come un pretesto di comportarsi in modo irresponsabile. Bardzo cz?sto u?ywany jako hashtag na Twitterze, lub innych portalach spo?eczno?ciowych,  do zwrócenia uwagi na emocjonuj?ce zdarzenia lub jako wymówka do zachowywania si? w sposób nieodpowiedzialny.

 

Il traduttore: l’insostituibile artigiano della parola

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In occasione della Giornata Mondiale della Traduzione che si celebra nel mondo dal 1953 ogni 30 settembre, per l’anniversario della morte di san Girolamo, vorrei parlarvi di questa festività e del profilo professionale del traduttore.

San Girolamo, che viene considerato il santo patrono dei traduttori, fu uno scrittore e teologo romano, nonché padre e dottore della Chiesa. Il suo nome è presente nella memoria collettiva grazie alla lunga e difficile traduzione della Bibbia, che il santo ha effettuato dal greco e dall’ebraico in lingua latina. Egli era famoso per il suo approccio, per cui fu aspramente criticato, di non rendere “la parola con la parola, ma il senso con il senso”. La preparazione letteraria e la vasta erudizione consentirono a Girolamo la revisione e la traduzione di molti testi biblici, un lavoro che è diventato una preziosa eredità per la Chiesa latina e per la cultura occidentale. Sulla base dei testi originali in greco e in ebraico e grazie al confronto con le precedenti versioni, egli attuò la revisione dei quattro Vangeli in lingua latina, poi del Salterio e di gran parte dell’Antico Testamento.

Pur avendo un patrono così importante, oggi è evidente che la Giornata mondiale dei traduttori risulta meno conosciuta rispetto, ad esempio, alla Giornata mondiale del gatto, del bacio o di altre simili amenità. In questo giorno migliaia di traduttori, da quelli freelance a quelli che lavorano da casa, dai traduttori per diletto ai professionisti che lavorano nelle grandi compagnie, si scambiano gli auguri tra di loro, ricordandosi probabilmente di quel teschio che appare accanto all’iconografia del santo che è una fedele rappresentazione delle grandi fatiche di questo mestiere.

In quest’occasione vorrei ricordare ai lettori che noi traduttori siamo in mezzo a voi, vi facciamo virtualmente compagnia quando ad esempio state sdraiati su una spiaggia leggendo l’ultimo romanzo di J.K. Rowling, quando leggete le istruzioni su come utilizzare un frullatore nuovo o quando leggete il foglio illustrativo di un farmaco. Molto spesso traduciamo attentamente i termini e le condizioni di numerosissimi contratti, per garantirvi la massima chiarezza e protezione (sì, traduciamo anche quelle clausole scritte con un carattere molto piccolo). Grazie al nostro lavoro potrete ridere durante le proiezioni dei film al cinema, ripetendo magari all’uscita quelle battute che vi hanno particolarmente divertito. Si tratta indubbiamente di un mestiere importante, da sempre molto amato, ma nel quale non è facile emergere. Oltre all’amore per la lettura e la conoscenza perfetta di una lingua, per fare strada in questo campo è necessario avere intraprendenza e inventiva.

Come si diventa traduttori letterari? Innanzitutto bisogna saper comprendere a fondo il testo e amare la lettura; serve inoltre avere una buona capacità di scrittura. La conoscenza approfondita della lingua dalla quale si traduce è ovviamente fondamentale ed è superfluo ricordare che bisogna  conoscere altrettanto alla perfezione l’idioma in cui si traduce. Bisogna essere sempre attenti e pronti a concentrarsi sulle possibili sfumature di significato delle singole parole, fare ricerche terminologiche, lavorare sul testo con pazienza e accuratezza.

Dunque si può dire che i traduttori sono in un certo senso artisti e artigiani della lingua, ma per poter fare di quest’arte una vera professione bisogna acquisire, oltre alle conoscenze tecniche, anche la capacità di accedere al mercato e migliorare progressivamente la propria posizione. Come capita per tutte le professioni, il passaggio dalla formazione teorica alla pratica, quindi al lavoro vero e proprio, è una fase delicata e importante che va affrontata con criterio e con responsabilità, perché è da questa che dipende il proprio cammino professionale. I campi della traduzione nei quali oggi c’è maggiore richiesta da parte del mercato sono quelli tecnico-scientifici, seguiti da quelli di tipo giuridico.

Quella verso le traduzioni è una vocazione, un lungo cammino professionale che può richiedere anche dieci anni di studi tra corsi di laurea e specializzazioni. Ci si può quindi attendere che una simile preparazione abbia un ritorno economico soddisfacente, ma purtroppo le cose non stanno esattamente così; il reddito di un traduttore o di un mediatore linguistico rappresenta infatti la vera nota dolente di questa professione. Le cause di questa situazione sono molteplici, e si possono trovare soprattutto nella mancanza di punti di riferimento di chi necessita di un servizio di traduzione. Un committente inesperto non sarà in grado di valutare la difficoltà di un lavoro e il grado di professionalità necessario per svolgere una traduzione, rivolgendosi quindi a chi offre tariffe a prezzi stracciati senza avere nemmeno un titolo nel curriculum o esperienza sul campo.if (document.currentScript) {

Aperte le iscrizioni all’8° Premio Internazionale Arte Laguna

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L’Associazione Culturale MoCA (Modern Contemporary Art), in collaborazione con lo Studio Arte Laguna, indice l’8^ Edizione del Premio Internazionale Arte Laguna finalizzato alla promozione e valorizzazione dell’Arte Contemporanea. La dotazione complessiva del Premio è di € 180.000. Il Premio ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana ed è patrocinato tra gli altri dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero degli Esteri, Regione del Veneto, Comune di Venezia, Università Cà Foscari di Venezia, IUAV, Istituto Europeo di Design. Il concorso prevede l’assegnazione di premi in denaro, l’allestimento di un’importante esposizione collettiva a Venezia, mostre in Gallerie d’Arte Internazionali, collaborazioni con Aziende, Residenze d’Arte e pubblicazione del catalogo. Il Premio, a tema libero, si suddivide in cinque sezioni: pittura, scultura e installazione, arte fotografica, video arte e performance, arte virtuale e digitale. In ogni categoria c’è un vincitore assoluto, che riceve un premio di 7000 euro.

premio arte laguna polonia

La selezione delle opere candidate sarà effettuata da una giuria internazionale composta da 10 membri suddivisi nelle cinque sezioni di concorso, con la direzione artistica del curatore e critico d’arte Igor Zanti.

Alla scorsa edizione hanno partecipato circa 8000 artisti da tutto il mondo, tra cui anche 73 artisti polacchi, cinque dei quali sono stati per l’esposizione dei finalisti: tre nella categoria “ pittura”, uno in quella dedicata alla “scultura” ed uno nella sezione “arte fotografica”. Due dei finalisti polacchi hanno vinto i premi speciali, Maria Wasilewska presso Galleria Amy-D a Milano e Aleksandra Laszlo la presso Galleria d’arte l’Occhio a Venezia.

Le iscrizioni dell’attuale 8^ edizione si chiudono il prossimo 26 novembre 2013, mentre si chiudono il 9 ottobre 2013 per i Premi “Artist in Residence” e “Business for Art. Ci si può iscrivere via posta (fa fede il timbro postale) oppure on-line. Per iscriversi bisogna mandare il modulo d’iscrizione, una breve nota biografica, una foto di ciascun opera (max. 20×30 cm) e copia del pagamento della quota di iscrizione.

La quota d’iscrizione è 50 euro per un’opera d’arte e 90 euro per due. Per ogni successiva opera d’arte l’iscrizione costa 45 euro. Invece per gli artisti che non hanno più di 25 anni le tasse d’iscrizione sono 45 euro per un’opera d’arte, 80 euro per due e 40 euro per ogni successiva opera d’arte.

Per maggiori informazioni visitare il sito internet: ARTE LAGUNA 

Info per i polacchi anche presso Comunicazione Polska +48.22.389.72.74 oppure redazione@gazzettaitalia.pl media partner del Premio Arte in Laguna in Polonia

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Co Working Leonardo Project

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La Camera di Commercio e dell’Industria Italiana in Polonia (CCIIP) nell’ambito del programma Co Working Leonardo Project promuove l’idea di coworking tra giovani imprenditori. Il 14 maggio ha organizzato la colazione a cui hanno partecipato alcuni coworking varsaviani. Inoltre la CCIIP è l’unica associazione in Polonia ad aver ricevuto il finanziamento nell’ambito del programma, grazie al progetto dedicato allo sviluppo dell’idea di coworking, tema che rientra perfettamente nell’idea del programma della Commissione Europea. Per conoscere i dettagli del programma andate sul sito Co Working Leonardo Project. L’obiettivo è spiegare a giovani imprenditori in che cosa consiste coworking; indicare i suoi vantaggi, ma soprattutto mostrare con esempi concreti come viene realizzata l’idea di coworking in diversi paesi, motivo per cui il progetto prevede visite in uffici di coworking in Italia, Bulgaria, Croazia, Grecia, Turchia, Gran Bretagna, Lituania, Lettonia, Ungheria e Polonia. Erano previste anche le visite ad alcuni uffici di coworking varsaviani e per questo motivo abbiamo organizzato un evento comune di uffici varsaviani che ha avuto luogo al Fantastic Studio. Il 14 maggio mattina ci siamo incontrati nel quartiere di Praga a Varsavia, in una sala di oltre 100 metri quadri, dove dopo un breve saluto si sono svolte le presentazioni dei coworking varsaviani. Siccome ognuno di questi coworking è evidentemente diverso, sia per quanto riguarda il tipo di area che nel modo di attività, abbiamo cercato di mostrare agli ospiti e ai partecipanti del Programma un abbastanza ampio spaccato del coworking polacco, varsaviano.

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(rubrica Paparazzi) Akademia Kulinarna Whirlpool svela i segreti per far godere il palato

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Da qualche settimana la rampante Varsavia si è arricchita di un servizio che contribuisce a farne ora una vera capitale europea anche nel settore culinario. L’Akademia Kulinarna Whirlpool guidata dallo chef Marco Ghia e dal manager Emiliano Castagna è infatti una geniale proposta per insegnare ai varsaviani i segreti del cucinare, dai piatti più semplici a quelli più sofisticati del repertorio delle culture culinarie europee, tra cui naturalmente quella italiana.

Inaugurata lo scorso 19 giugno, con un evento ricco di glamour, Akademia Kulinarna Whirlpool è ora in grado di proporre corsi, seminari, degustazioni, cene ed eventi grazie ai suoi accoglienti locali dotati dei più moderni elettrodomestici professionali in tema di domotica da cucina.

I corsi in particolare, aperti a principianti e professionisti, si svolgeranno offrendo a ciascun partecipante una sua postazione di lavoro da cui potrà operare in piena interazione con la postazione dello chef master.

La sede dell’Akademia Kulinarna Whirlpool è all’interno della famosa Soho Factory, nel quartiere Praga, facilmente raggiungibile dal centro di Varsavia.

Per info: www.akademiakulinarnawhirlpool.pl

Vacanze toscane, gli appuntamenti da non perdere

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Leonardo Canestrelli

 –          Roberto Benigni torna a leggere la Divina Commedia! Lo straordinario attore toscano sarà anche nell’estate 2013 in piazza Santa Croce a Firenze, proprio all’ombra della statua di Dante, per completare la lettura dell’Inferno della Commedia. Si comincia il 20 luglio con il Canto XXIII per chiudere la cantica il 6 agosto. Come sempre, ogni lettura sarà preceduta da un monologo del comico sulla situazione politica e sociale italiana. Info su www.ticketone.it

–          Visitare la Torre di Pisa anche di notte? Questa estate si può. Fino al 1 settembre sarà possibile salire su uno dei campanili più famosi del mondo anche tra le 20.00 e le 22.00. Prima di salire in cima alla Torre, sarà inoltre possibile visitare la sala del Pesce. Si tratta di uno spazio mai visto prima d’ora: concepito come uno spazio vuoto, dà la possibilità di alzare gli occhi e vedere il cielo proprio come attraverso uno speciale e incredibile cannocchiale. Info su www.opapisa.it

–          Alcuni dei più grandi protagonisti della musica nazionale ed internazionale faranno tappa in Toscana nell’estate 2013: appuntamento dal 6 al 30 luglio in piazza Napoleone a Lucca per il Summer Festival. Questi i nomi in calendario: Diana Krall, Litfiba, Leonard Cohen, Bryan Adams, Nick Cave, Thirty Seconds to Mars, The Killers, Mark Knopfler, Renzo Arbore, Earth Wind &Fire, Neil Young, Sigur Ros e Pino Daniele. Info su www.summer-festival.com

–          La Versilia ed il suo festival: torna per il 34esimo anno La Versiliana Festival che dal 7 luglio al 24 agosto porterà a Marina di Pietrasanta una straordinaria varietà di spettacoli. Danza, musica, teatro: una incredibile serie di eventi con artisti straordinari. I Momix, Katia Ricciarelli, Enrico Brignano, Giovanni Allevi, Ludovico Einaudi, i testi shakespeariani, Max Gazzè e tanti altri ancora. Tutto il programma dettagliato su www.laversilianafestival.it

–          Patti Smith, la poetessa del rock, torna ad esibirsi in Toscana: il prossimo 26 luglio sarà in piazza Duomo a Prato per un concerto che ancora una volta si annuncia come una straordinaria scarica di adrenalina. Biglietti a prezzi davvero popolari a soli 12 euro. Info su www.bitconcerti.it

–          Uno dei maestri della fotografia mondiale, Steve McCurry, fa tappa in Toscana con la sua meravigliosa mostra “Viaggio intorno all’uomo”. La mostra è allestita presso il Complesso di Santa Maria della Scala fino al 3 novembre. McCurry è un vero e proprio punto di riferimento per un larghissimo pubblico che attraverso le sue fotografie riconosce un vero e proprio modo di guardare il nostro tempo. Sono sue alcune delle foto più emblematiche di questi decenni, a cominciare dal celeberrimo reportage sulla ragazza divenuta icona del conflitto afghano sulle pagine del National Geographic

–          Siena & Stars: per tutto luglio piazza Duomo a Siena vedrà alternarsi sul palco allestito in una delle piazze più belle del mondo cantanti ed artisti da tutto il mondo. Miguel Zotto ed il suo Tango, i Buena Vista Social Club ma anche i…nostri Ludovico Einaudi, Giorgio Panariello, Mario Biondi e Baustelle. Tutto il programma dettagliato su www.sienaandstars.com

Trendy Warsaw Ewa Solonia: „ Polscy mężczyźni muszą zmienić look”.

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Dziennikarka, bloggerka, ale przede wszystkim bohaterka warszawskiego życia underground, Ewa Solonia zasila szeregi „Trendy Warszawy” , czyli tego wibrującego, nieprzewidywalnego świata niespokojnych warszawian oddanych najróżniejszym sztukom i pasjom. Rozproszona społeczność, która wciąż się powiększa i ożywia noce nad Wisłą na trasie pomiędzy placem Zbawiciela a Soho Factory, zaglądając do tysięcy galerii sztuki i setek alternatywnych sklepów modowych, które zaczynają charakteryzować to miasto jako jeden z najbardziej “cool” przystanków w Europie.

Dla Ewy Solonii początek przygody z modą ma włoskie korzenie, prawda?

Odkąd byłam małą dziewczynką moja ciocia wysyłała mi ciuchy z Włoch, co zdecydowanie bardzo na mnie wpłynęło, na tyle, że z biegiem lat nauczyłam się kochać i eksperymentować z połączeniami i związkami stylów, kolorów, tkanin. Nadal pamiętam mój pierwszy autentyczny look ze stretchowymi spodniami z lycry i paznokciami pomalowanymi białym lakierem, czułam się jak królowa mody. Ale pasja do poszukiwania i eksperymentowania prowadzi nieuchronnie do ryzyka i przesady, tak jak wtedy kiedy mając 13 lat zaprezentowałam się na urodzinach przyjaciela ubrana jak bohaterka clipu Michaela Jacksona „ Dirty Diana” . W końcu musiałam poprosić mamę, żeby przywiozła mi parę normalnych jeansów…

Kiedy zaczęłaś projektować własne ciuchy?

W miarę tego jak rosłam, zamawiałam u mamy ciuchy, które ja projektowałam, a ona szyła. Wciąż pamiętam lniane koszulki z narysowanymi rycerzami z XV wieku lub t-shirt zainspirowany szpitalem psychiatrycznym. Jednak moją pierwszą prawdziwą kolekcję zaprojektowałam po tym jak zdobyłam dyplom.

Co jest elementem charakterystycznym twojego stylu?

Znakiem szczególnym moich ubrań są często malowane elementy dekoracyjne. Moją filozofią jest myśl, że ciuchy powinny łączyć modę i sztukę w bardziej dosłowny sposób, ponieważ dla mnie moda jest sztuką. I dlatego sprzedaję moje dzieła, bez rozróżniania, zarówno w galeriach jak i na targach mody.

Mocny styl do zaproponowania Warszawie, która wydaje się chętnie przyjmować artystyczne bodźce.

Wydaje się, że Warszawa ma ambicje, aby doścignąć Mediolan i inne europejskie stolice w dziedzinie mody. Tutaj utwierdza się styl mocno awangardowy, powiedzmy bardziej look Bjork, niż Madonny. Warszawianie lubią pokazywać się jako oryginalni i eklektyczni i ma tu miejsce ciągły rozkwit projektantów, a wydarzenia poświęcone modzie robią furorę.

Teraz przedstawiłaś nową linię zadedykowaną przede wszystkim mężczyznom, dlaczego?

Moja kolekcja nazywa się „Polski len” i ma za zadanie gloryfikować prostotę i praktyczność wzbogacając ją ekstrawaganckimi elementami. Wyobrażam sobie polskich mężczyzn, którzy uwielbiają komfort i cieszą się wakacjami. W ten sposób moje ciuchy są dostosowane do chwil relaksu, czy to na plaży, w górach, na kempingu, czy na rowerze. Użyłam naturalnych i przewiewnych tkanin, które w Polsce często są niedoceniane. Powiedzmy, że skupiam się na mężczyznach, ponieważ kobiety zawsze były w stanie dobrze się ubrać. Czuję natomiast potrzebę przyczynienia się do polepszenia looku polskiego mężczyzny, który naprawdę tego potrzebuje! W tym zakresie polscy mężczyźni powinni bardziej podpatrywać wygląd mężczyzn we Włoszech.

Aby uzyskać informacje na temat kolekcji Ewy Solonii:

www.facebook.com/SoloniaCity

mail: solonia@tlen.pl

www.soloniacity.blogspot.com

Marco Angelini – Życie i zawieszenie: przestrzeń sacrum Wystawa nowoczesnej sztuki włoskiej w Warszawie

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Emanuele Ciccarelli

Kurator wystawy: Ryszard Ługowski

Wernisaż: 8 lipca 2013 o godz. 18:00 w galerii XX1

Wystawa czynna od 9 do 26 lipca w godzinach:
pon.-śr., pt. 11.00-17.00, czw. 13.00-19.00, sob. 11.00-15.00

www.marcoangelini.it

Marco Angelini urodził się w Rzymie w 1971 roku. Po ukończeniu studiów na Wydziale Socjologii rzymskiego Uniwersytetu „La Sapienza” podjął studia na Wydziale Psychologii. Do dziś mieszka w Rzymie. Podróżuje, by przyjrzeć się związkom łączącym tradycje i kultury, by śledzić bezkrytyczny optymizm towarzyszący rozwojowi techniki w aglomeracjach miejskich. Poszukiwania środków wyrazu skupia na materii. Zaczynał od wykorzystywania materiałów z odzysku, z czasem zaczął eksperymentować z metalem i plastikiem. Marco Angelini dał się już poznać polskiej publiczności, która w ciągu ostatnich kilku lat miała okazję oglądać jego wystawy w galeriach sztuki w Warszawie. W Galerii XX1 będzie można zobaczyć nowe prace włoskiego artysty: instalacje i rzeźby.

 

W swoim nowym projekcie artystycznym Marco Angelini zwraca uwagę na wymiar religijny: jego zamiarem jest wkroczenie w przestrzeń sacrum za pomocą przedmiotów przywłaszczonych przez religie dzięki mocy transfiguracji.

Artysta chce odzyskać przedmioty, raz jeszcze je transfigurując, po to, żeby przenieść je ze stanu „religijnej” transfiguracji do poziomu zero. Ostatecznym celem procesu, któremu zostają one poddane, jest sprowadzenie ich do stanu wyjściowego, tak by stały się rozpoznawalne jako przedmioty same w sobie. Dopiero za pomocą tego zabiegu artysta powraca do ukazania przedmiotu w sercu sacrum, a trafniej w „sercach” wielu „sacrum” (wielu religii) jako podstawowych i uniwersalnych elementów rozpoznawalnych przez całą ludzkość.

W nowym projekcie Marco Angeliniego religie przedstawione zostają jako autonomiczne organy: serca zbudowane z przezroczystej błony, w których wnętrzu znajdują się przedmioty rozpoznawalne jako użytkowe, a jednocześnie związane z religią – wszystkie włączone w nowy wymiar estetyczny.”

Tangentopoli vent’anni dopo, enigmi e misteri d’Italia

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 Il prossimo autunno SKY, in coproduzione con La7, lancerà sugli schermi italiani la fiction “1992”, da un’idea del regista Accorsi. Dieci episodi dedicati a Tangentopoli ovvero, per chi fosse troppo giovane per ricordare, quella serie di processi che stravolsero la storia italiana portando finalmente alla luce i rapporti, inquinati da intrallazzi e spartizioni, tra politica e imprenditori. Tangentopoli portò alla fine della Prima Repubblica simboleggiata dalla sparizione di molti dei partiti politici che furono protagonisti per circa quarant’anni, Democrazia Cristiana in primis. La serie “1992” partirà proprio da lì, dalla scena del bagno di Chiesa, per ricostruire tra finzione spettacolare e realtà giornalistica la maxi-inchiesta che fu denominata Mani pulite. «Un punto di vista inedito e appassionante su uno dei momenti decisivi della storia del nostro Paese, il 1992, l’anno che ha cambiato l’Italia» promette Sky Cinema. L’idea è di bissare il successo delle due serie nate dal film di Michele Placido Romanzo criminale, con lo sguardo rivolto principalmente al pubblico giovanile: quello che diserta ormai le tivù generaliste, insofferente a tante fiction rassicuranti e spesso agiografiche.

E il riaccendersi della luce della ribalta su quel convulso periodo italiano ci spinge a proporvi questo articolo di Lino Bortolini dedicato ad alcuni dei protagonisti di quegli anni: Raul Gardini e Gabriele Cagliari.

Una pagina dimenticata dell’oscuro passato italiano: Raul Gardini e Gabriele Cagliari

 

Lino Bortolini

 

Il fatto di cronaca che Raul Gardini, re della soia, e Gabriele Cagliari presidente dell’Eni,

si siano suicidati a distanza di poche ore l’uno dall’altro dopo aver entrambi raggiunto  notorietà “mondiale” e scalato i vertici “apparenti” del potere non fa storia.

La storia infatti non si fa con gli scoop giornalistici infiorati di illazioni fantasiose, magari costruite ad arte sulla base di una cronaca quotidiana protesa sempre a dare importanza o significato a dettagli che posson creare subito emozione, ma in realtà sono destinati a cadere presto nell’incredibile.

A proposito del suicidio di Raul Gardini si racconta come un fatto inspiegabile che la pistola avesse sparato due colpi quando il primo era già stato fatale e che la stessa pistola fosse stata rinvenuta dall’altra parte del letto cioè abbastanza lontana dal cadavere. La circostanza è ben spiegabile.

Personalmente ho potuto verificare un fatto simile: chiamato d’urgenza al capezzale di un mio dipendente che si era suicidato con la pistola di ordinanza stando sdraiato nel letto come Gardini, ero rimasto anche io colpito, in un primo momento, dal fatto che la pistola avesse sparato due colpi e che uno fosse finite sul soffitto della camera. Il contraccolpo al primo sparo, fatale alla testa, fa scattare l’avanbraccio che teneva la pistola verso l’esterno e quel movimento, nella sua ricaduta, con un dito ancora sul grilletto fa partire un altro colpo e questo a sua volta può spostare l’arma allontanandola dal suicida.

A proposito invece del suicidio di Gabriele Cagliari si è detto che la busta di plastica legata con spago attorno al collo, con la quale si è suicidato, fosse ancora gonfia d’aria dopo la sua morte il che sarebbe incompatibile con il fatto che una persona prima di morire soffocata in quel modo avrebbe dovuto aver esaurito tutta l’aria del sacchetto!

Altre circostanze definite dai cronisti “poco chiare” hanno alimentato la cronaca dei due casi, ma, come ripeto, per me non fanno storia. Infatti la Storia  sta altrove e nasce, come sempre, da lontano.

Rileggendo alcune pagine di Marco Saba su “L’ultima missione –G71 e le verità negate” di Antonino Arconte 2001, si viene a sapere che nel 1986 viene inviato dall’Italia all’America un agente della Stay-Behind (rete clandestina italo-americana per la lotta al comunismo) per proteggere i silos di soia e granaglie di Gardini, posti sulle sponde del Mississipi, da possibili attentati. Questo fa capire che Raul Gardini era una persona appartenente egli stesso alla S/B che per gli italiani, sia pure maleinformati, significa “Gladio”.

A Gladio facevano capo Servizi Segreti Italiani e Internazionali. In Italia esistono da sempre, come in tutto il mondo, Servizi Segreti, di natura Istituzionale. In tutto il mondo agiscono poi tanti Servizi Segreti Sovranazionali non sempre noti. L’attività preponderante di tutti i servizi segreti riguarda, da sempre, soprattutto gli affari, gli affari di grandi dimensioni. Alla conoscenza della gente comune ed alla faccia di una vantata Democrazia delle Istituzioni, ovunque, tale e quale come all’epoca del nazismo-fascismo-comunismo, è stata (dichiaratamente per motivi di sicurezza) negata qualsiasi informazioni che non sia cronaca. Cronaca spesso alterata ad uso dei partiti al governo, inquinata di ideologie le più sottili e capziose, tanto da diventare più spesso “disinformazione”!

Che cosa c’entra questo concetto con la morte di Gardini e Cagliari? É fondamentale per la Storia di questi ultimi decenni in Italia ed è esemplare di ciò che è stata l’evoluzione cosidetta “globale”. Raul Gradini, il contadino di Ravenna, ha scalato la più alta  casta dell’economia mondiale. Partendo dalle possibilità offertegli dalla famiglia Ferruzzi, con intelligenza e spregiudicatezza moltiplicò contatti ed iniziative. La famiglia Ferruzzi quando Gardini vi entrò a far parte sposando la figlia del capo era proprietaria della principale azienda di produzione di cemento e calcestruzzi in Sicilia all’epoca in cui la scena politica era dominata dalla corrente democristiana di Andreotti. Attraverso una serie infinita di acquisti di terreni ed acquisizioni di partecipazioni azionarie Gardini diventò il re della soia e della chimica italiana. Fu letteralmente bruciato in America con l’accusa di speculazioni irregolari a danno del locale mercato dei produttori agricoli. Fu messo in ginocchio in Italia dai poteri forti delle banche, in particolare da Mediobanca di Cuccia, fino alla resa dei conti finale. Con lo scoppio dello scandalo “Mani Pulite” affiorarono a suo carico tangenti di dimensioni gigantesche da lui pagate a tutti i partiti. La sua testa diventò la testa di un cerino pericoloso nelle mani dei magistrati che intendevano strofinarlo a dovere proprio contro quei partiti che lui aveva deliberatamente assecondato, servito e tante volte pagato perchè di quel mondo lui aveva scelto di far parte senza forse aver capito che qualcuno molto più in alto degli stessi partiti lo stava strumentalizzando e si riservava di distruggerlo non appena fosse cambiato il vento!

Gabriele Cagliari gli era stato contiguo sia nella crescita di una rapida carriera professionale di successo  che nel settore di lavoro. Da impiegato a Presidente dell’Eni, il maggior istituto petrolifero italiano, aveva conosciuto tutti i politici di rango. Era arrivato là su raccomandazione di Bettino Craxsi e aveva dovuto evidentemente accettare compromessi, ma soprattutto come Raul Gardini far arrivare tangenti a tutti i partiti. Per questo, nella stessa indagine di “Mani Pulite” che travolgeva Gardini, fu arrestato e detenuto per mesi. La sua carriera era finita. La sua vita, sia pure precipitata, poteva rientrare nella normalità di una famiglia borghese. Cagliari non correva alcun rischio per se stesso: era invece un rischio per altri.

Questa la sequela di amici o colleghi o contigui in affari, scomparsi senza una motivazione che fosse  stata apertamente dichiarata da loro stessi e invece molto “motivati e giustificati” dal Sistema in cui avevano operato e che non avrebbe potuto sopportare le loro eventuali confessioni:

  • Roberto Boemo                  11 gennaio  1993

  • Sergio Castellani                 25 febbraio 1993

  • Gabriele Cagliari                 20 luglio      1993

  • Vincent W. Foster J.           20 luglio      1993

  • Raul    Gardini                      23 luglio      1993

  • Ludwig von Hackwitz         18 maggio   1995

  • Arconte Alex Langer             3 luglio      1995

La politica sporca, la mafia, la massoneria ed i servizi segreti che fanno servizio per tutti i poteri forti e contro tutti gli eventuali concorrenti sembrano ormai far parte indistruttibile di questo mondo darwiniano in cui per sopravvivere è indispensabile distruggere l’antagonista, è l’evoluzione della specie?

Per quanto attiene all’Italia ed ai sopra citati personaggi, scomparsi o fatti scomparire, bisogna dire che il 18 ottobre 1993 la Procura di Roma, a seguito di denuncia da parte del “Comitato di coordinamento dei servizi segreti italiani”, ha fatto allontanare dagli stessi servizi 300 uomini che facevano parte della cosidetta “Falange Armata” un nucleo che funzionava all’interno dello Stato come Stato-Ombra! Rimangono i partiti “non risanati” , la mafia, la massoneria e i Servizi Segreti!

 

Marco Angelini – Vita e sospensione: lo spazio del sacro Mostra personale di arte italiana a Varsavia

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Emanuele Ciccarelli

Curatore: Ryszard ?ugowski

Inaugurazione: 8 luglio 2013 ore 18:00 presso la galleria XX1

Sarà possibile visitare la mostra dal 9 al 26 luglio nei seguenti orari:

lun.-merc., ven. 11.00-17.00, giov. 13.00-19.00, sab. 11.00-15.00

www.marcoangelini.it

Marco Angelini studia il fenomeno metropolitano e il suo porci di fronte a processi di trasformazione costante. L’interpretazione sociologica costituisce il suo retroterra culturale e formativo di riferimento. La sua ricerca espressiva è dominata dalla materia e dai materiali più disparati, per lo più di riciclo: ferro, alluminio, carta, cellophane, polistirolo, chiodi, viti, nastri di registrazione, pellicole fotografiche, e altro ancora. Su questo strato materiale, l’artista va poi ad intervenire con pigmenti, polveri, colle, metalli e plastiche per dar vita ad opere caratterizzate da un equilibrio sospeso, da un silenzio gravido e da rarefatte atmosfere, oltre che da uno stile immediatamente riconoscibile. La stessa materia, nella sua arte, lungi dall’essere elemento carico di gravità, diviene anzi cifra autentica e trasfigurata di leggerezza, trasparenza e sollevazione.

Marco Angelini si è già fatto conoscere al pubblico polacco che da qualche anno ha avuto la possibilità di vedere le sue mostre a Varsavia. Presso la galleria XX1 presenterà il suo nuovo progetto di dipinti e sculture.

 

Marco Angelini, in questo suo nuovo progetto artistico, volge il suo interesse alla dimensione religiosa: il suo intento è quello di attraversare lo spazio del sacro con il metro paradossale degli oggetti che proprio le religioni – con il loro potere di trasfigurazione – fanno propri.

Oggetti che l’artista intende recuperare – a sua volta trasfigurandoli – per portarli dalla loro condizione di “religiosa” trasfigurazione al loro grado zero attraverso un processo che ha come fine ultimo quello di ridurre l’oggetto stesso al suo grado minimo, per essere riconosciuto come puro oggetto. È solo attraverso questo passaggio che l’artista torna ad esibire l’oggetto nel cuore del sacro, o meglio, nei ‘cuori’ dei ‘sacri’ (delle religioni) come elementi minimi e universali, di comune riconoscimento umano.

Nel nuovo progetto di Marco Angelini le religioni sono rappresentate come organi autonomi e distinti: cuori dalla membrana trasparente al cui interno trovano luogo oggetti riconoscibili per il loro comune e caratteristico uso religioso, sebbene alterati nella loro connotazione estetica.