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Miki Biasion star con l’IVECO a Opole

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“La cosa che mi ha fatto più piacere? È che inaspettatamente molti polacchi si ricordavano dei miei risultati di rally”. Bè dopotutto gli appassionati di auto e corse di tutto il mondo conoscono il grandissimo vicentino Miki Biasion, bicampione del mondo quando correva con la Lancia. Un pilota che dal 1997 si dedica alle corse di camion ottenendo anche lì grandi successi. L’ultimo il 6° posto al Campionato del Mondo Camion Fuoristrada con la squadra IVECO che con altri due piloti ha conquistato il primo ed il secondo posto. Biasion è stato recentemente la star del raduno Master Truck a Opole che ai primi di luglio ha richiamato decine di migliaia di appassionati ed esperti del settore. I camion sono un altro mondo rispetto alle auto? “Come meccanica sono sicuramente più complicati, tra rapporti di cambio, motore e ammortizzatori. Riguardo la gara con l’Iveco alla Dakar purtroppo un problema di frizione mi ha tenuto rallentato ma come squadra è andata benissimo”.

Auto e motori, un settore in cui l’Italia vanta un know how antico, oggi però è un’industria che soffre. “Viviamo un momento economico difficile ed il comparto auto naturalmente ne risente anche se qui nei paesi della nuova Europa mi pare che il settore funzioni bene. In questo senso”, commenta Biasion “credo che l’Italia possa ancora avere un ruolo di primo piano su questi mercati se attraverso il marketing saprà sfruttare bene la sua immagine, la storia e qui in Polonia anche l’antico legame con questo paese in cui modelli come la FIAT 126 sono stati delle vere icone. L’Italia comunque insieme all’immagine ha anche delle vere eccellenze di ricerca come la FIAT Power Train che sperimenta ed esporta tecnologia in tutto il mondo ad iniziare dalla Germania.”

Varsavia d’estate

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Ci sono tante persone che quest’anno, per diversi motivi, non potranno andare in vacanza all’estero o in un’altra località polacca, trascorrendo il periodo estivo in città. Questo significa che sono destinate ad annoiarsi? No, tali vacanze non devono essere noiose, soprattutto a Varsavia, dal momento che le autorità della capitale e altre istituzioni private hanno preparato una serie di attrazioni per chi resta in città.

Per cominciare si può andare a La Playa Music Bar di Varsavia, ovvero al centro estivo per eccellenza della capitale, aperto da maggio fino al 25 settembre, ubicato sulle rive della Vistola, nel quartiere Praga. Dalla spiaggia di La Playa Music Bar si può godere di una visuale sulla Città Vecchia e sul Castello Reale. Questo posto offre a tutti gli amanti del “riposo attivo” dei fine settimana a base di corsi di salsa e samba, dal momento che il ballo è un’ottima forma di passare il tempo libero e divertirsi con gli amici. Il corso di ballo si svolge al sole sulla spiaggia del fiume. Inoltre all’interno de La Playa Music Bar tutti gli amanti della tintarella potranno beneficiare di due campi da beach volley, che potranno essere anche utilizzati per giocare a badminton. Nel bar della spiaggia sarà possibile trovare tutto il necessario per giocare a beach volley, badminton, bocce e frisbee. Questo posto meraviglioso potrà essere raggiunto non solo con i mezzi di trasporto tradizionali come autobus o macchina, ma anche con il tram acquatico e con speciali imbarcazioni.

Chi invece durante le calde giornate estive varsaviane volesse trascorrere il suo tempo in acqua potrà approfittare di una vasta gamma di offerte preparata della Fondazione “Ja Wis?a”, che offre la possibilità di effettuare delle mini-crociere su delle imbarcazioni di legno, seguendo le vecchie tradizioni dei navigatori e dei trasportatori fluviali della città. Le guide turistiche messe a disposizione dalla fondazione sveleranno ai turisti tutte le bellezze e i segreti della Vistola, raccontando della storia, del patrimonio culturale e dei valori naturali della valle dove scorre il fiume. Le crociere della fondazione, alle quali potranno partecipare al massimo 10 persone alla volta, sono a pagamento secondo un tariffario previsto dallo statuto della fondazione. Inoltre, per tutti i weekend fino alla fine di agosto, gli abitanti di Varsavia che abbiano compiuto la maggiore età possono prendere parte a delle regate in kayak gratuite, coordinate dagli istruttori della fondazione “Promocja Rekreacji KiM”: queste regate sono finanziate dalle autorità della capitale. Gli interessati si incontrano ogni sabato e domenica alle 9:00 in via Zaruskiego al porto Czerniakowski e, dopo aver seguito sul posto una breve spiegazione sull’attività, potranno navigare sul fiume; durante le regate si potrà vedere e passare per la chiusa “in? Tillingera” fino al canale ?era?ski. Le regate finiscono alle 15:00 nei pressi della base del club sportivo KS Spójnia. Per prendere parte a questo evento basta soltanto compilare l’apposito modulo di adesione disponibile sul sito  www.fundacjakim.pl/index.php?pid=294.

Anche gli amanti della natura troveranno qualcosa di interessante da fare a Varsavia, dal momento che quasi un quarto della superficie della capitale è costituita da parchi e giardini pubblici. Ci sono alcune zone molto amate dagli abitanti di Varsavia e dai turisti che visitano la città, come, ad esempio, il moderno giardino che si trova sul tetto della Biblioteca Universitaria BUW oppure l’enclave verde di Pole Mokotowskie, un’oasi naturale che rappresenta un valido complemento ai parchi storici delle residenze reali, come il giardino Sassone, il parco ?azienki o Wilanów. Il giardino sul tetto della Biblioteca Universitaria si estende su una superficie di un ettaro ed è considerato uno dei più grandi e bei giardini di questo genere in Europa. Questo giardino, protetto da una recinzione ma accessibile al pubblico, è un posto perfetto per riposare non solo per gli studenti o i docenti universitari, ma anche per i comuni cittadini in cerca di relax. Il giardino è composto da una parte superiore e da una inferiore, collegate da un flusso d’acqua che scorre a cascata. All’interno della struttura si può ammirare una grande varietà di piante, disposte in tre diverse sezioni, mentre dai piccoli ponti e dalla terrazza del giardino si può vedere un memorabile panorama di Varsavia.

E se natura, acqua e spiagge non dovessero bastare, ecco che la città di Varsavia torna a stupirvi: per i più spericolati c’è infatti la possibilità di divertirsi sospesi qualche metro sopra il suolo! In città esistono infatti due parchi provvisti di speciali percorsi su corde sospese tra le fronde degli alberi: si tratta del “Park Linowy Warszawa” e del “Park Linowy Bielany”. Il primo può essere raggiunto con i normali mezzi di trasporto o con il tram acquatico, dal momento che è attiguo al Bar La Playa; tutti, compresi i bambini, potranno divertirsi all’interno di questa zona senza correre rischi. Il parco garantisce ricordi indimenticabili, attività fisica all’aperto e una splendida visuale sulla Vistola e la Città Vecchia. Una volta giunti ai parchi, gli spericolati visitatori saranno muniti di un’attrezzatura professionale e sicura, ricevendo precise istruzioni sul suo utilizzo. In entrambi i parchi si può vivere il brivido del rischio senza correre alcun pericolo, ricevendo in cambio una sferzata di adrenalina. E se si volesse andare ancora più in alto? Già da qualche settimana i varsaviani e i turisti possono ammirare la città da una mongolfiera ancorata nella Orange Stacja Balon, che si trova nei pressi dello Stadio Nazionale. Questo è sicuramente il posto giusto per chiunque volesse vivere un’eccitante ed avventurosa esperienza, che consisterà in un’ascensione verticale in mongolfiera fino ad un’altezza di 160 metri, capace di trasportare anche 30 persone alla volta. La Orange Stacja Balon è aperta tutti i giorni, dalle ore 9:00 fino alle 22:00 durante i giorni feriali e fino alle 24:00 nei fine settimana.

Chi volesse vivere la realtà della Varsavia del XIX secolo, può scegliere di fare un giro su una carrozza trainata da cavalli. Chi invece volesse vivere l’illusione di trovarsi negli anni Cinquanta del XX secolo dovrebbe prendere il tram storico della linea “T” (turistica) che girerà per le vie della capitale fino al 30 settembre, ogni fine settimana, giorni festivi compresi. Il suo percorso comincia e finisce a piazza Narutowicza. Durante il viaggio sarà possibile ammirare la città dalle finestre del tram oppure scendere ad una fermata prescelta per visitare i monumenti ubicati lungo il percorso oppure prendere parte alle numerose attrazioni turistiche offerte dalla capitale. All’interno di questo veicolo d’epoca, con gli interni in legno e restaurato per l’occasione, si trova anche un pianoforte, un impianto audio, alcuni schermi LCD e perfino la connessione ad internet tramite WiFi. I viaggiatori durante i fine settimana potranno prendere parte all’interno del tram turistico a varie attrazioni come concorsi, percorsi itineranti a tema e brevi concerti di pianoforte

A luglio si potrà partecipare al festival Warsaw Summer Jazz Days, che è stato ideato all’inizio degli anni Novanta per far concorrenza al Festival Jazz Jamboree. L’impatto del festival di Varsavia è  innegabilmente forte nell’ambiente della musica europea. Molti musicisti stranieri sono al corrente che durante il Warsaw Summer Jazz Days viene messa in scena la musica più innovativa e coraggiosa, per la gioia degli organi di informazione specializzata e mecenati pubblici e privati. Gli obiettivi del Warsaw Summer Jazz Days sono rimasti invariati negli anni, concentrandosi sulla promozione del jazz moderno e dei suoi aspetti più creativi e innovativi. Un altro rilevante festival musicale è il XVIII Festival Internazionale “Jazz na Starówce”, che è iniziato il 30 giugno e avrà termine il 25 agosto. Nell’ambito dell’edizione di quest’anno avranno luogo dei concerti di varie star internazionali e i debutti degli artisti jazz. Questo è uno dei più lunghi e longevi festival jazz in Europa, durante il quale il pubblico potrà gratuitamente assistere alle esibizioni dei più influenti artisti europei ed americani. I più importanti media polacchi già da diversi anni danno spazio a questo festival.

Antica Murrina ospite d’onore all’Ambasciata d’Italia a Varsavia

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Continua il progetto di internazionalizzazione di Antica Murrina, storico brand italiano legato al gioiello e alla lavorazione artistica del vetro, che porta l’azienda ad essere sempre più presente nei mercati dell’Est Europa.

Lo scorso giugno, sono state le eleganti sale di Palazzo Szlenkier, sede dell’Ambasciata d’Italia a Varsavia, ad ospitare la tappa internazionale del road-show che Antica Murrina ha deciso di intraprendere per far conoscere nel mondo la propria arte del gioiello in vetro fatto a mano, coltivata senza interruzione da oltre cinquant’anni.

L’evento si inserisce all’interno di un progetto di sviluppo commerciale nei mercati dell’Europa dell’Est, avviato da Antica Murrina avvalendosi della collaborazione di Global Strategy, società di management consulting con sede a Milano e Varsavia.

Roberto Ciotti, A.D. dell’azienda, Elena Voltolina, direttore creativo ed Antonella Taiariol, export manager, hanno illustrato, alla presenza dell’Ambasciatore Riccardo Guariglia, le ultime collezioni del brand veneziano nel corso di una serata evento alla quale hanno partecipato importanti imprenditori polacchi e buyer della moda e del settore jewelry.

Protagonista è stato il gioiello in vetro, completamente realizzato a mano, che rappresenta il perfetto connubio tra una tradizione millenaria e la ricerca sperimentale orientata alla moda di domani. È questa combinazione di ingredienti perfettamente complementari che rende ogni gioiello in vetro firmato Antica Murrina un pezzo unico e un esempio di eccellenza italiana nel mondo, in grado di rendere accessibile l’unicità di un prodotto artigianale al consumatore globale.

Oggi Antica Murrina è infatti presente sui mercati internazionali con più di 800 punti vendita in Italia e 2300 shop nel mondo grazie anche ad un’evoluzione del modello imprenditoriale: negli ultimi tre anni in Antica Murrina si è compiuta una vera e propria metamorfosi da tipica impresa a conduzione familiare in una nuova e strategica struttura manageriale, in perfetta sintonia con i ritmi del mercato e le esigenze della rete distributiva. L’ormai radicato processo di internazionalizzazione, inoltre, ha consentito ad Antica Murrina di affermarsi in mercati maturi come quello europeo, ma anche di inserirsi nei mercati emergenti dell’Est che assumono un ruolo sempre più cruciale nello sviluppo commerciale del brand.

Solonia City – Giro attraverso la città (non?) conosciuta

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Ewa Solonia

Essere o non essere – c’è qualcuno che durante questa stagione affronta questo dilemma? Di sicuro non sono io. In questo periodo estivo ci si può solamente stancare con il caldo. Sottoposta a questa “dolce tortura” appaio così sua Gazzetta Italia.

Chi sono io? Una polacca, una blogger, un’appassionata di moda, un’adoratrice e animatrice della cultura. Mi chiamano una “la guerriera della cultura”, una “igienista di stile”. Abito e creo a Varsavia, perciò vi voglio invitare ad un giro attraverso posti insoliti, nuovi e stagionali, di questa città dove ci si può rilassare e divertire. Spero che il percorso vi piacerà e che ognuno vi ritrovi qualcosa per sé.

Iniziamo dal Centro. Attenzione! È una gita piena di estremi e i posti che visitate li visitate a vostro rischio e pericolo.

Cafe Lorentz – picnic nei pressi del Museo Nazionale.

È un nuovo caffè, aperto ai primi di luglio, nell’edifico del Museo Nazionale. Se volete bere un drink o mangiare un boccone potete farlo lì, in un’atmosfera di picnic elegante. Il caffè offre ai propri ospiti coperte, sdraio e cestini con vari giochi da tavolo. Nei weekend si svolgono delle feste ma meglio non indossare i tacchi.

Indirizzo: Cortile Stanis?aw del Museo Nazionale, Aleje Jerozolimskie 3

http://www.facebook.com/CafeLorentz

Ora ci spostiamo nei pressi della Vistola.

Parco degli Esploratori – scienza e romanticismo ad ogni età.

Ho scoperto questo posto originale, situato dietro il Centro Copernico, poco fa. Le costruzioni strane, che si trovano lì, garantiscono un clima scientifico ed esplorativo. Ci si può venire con i bambini ma anche incontrarsi con il moroso o la morosa perché c’è musica piacevole e a volte proiettano film. Ci si può sedere sulle sedie a sdraio oppure su un prato e sognare, sognare, sognare…

Indirizzo: via Wybrze?e Ko?ciuszkowskie 20

http://www.kopernik.org.pl

Il giro continua e ci viene anche fame… Ci spostiamo a Powi?le perché un luogo nuovo attira con il profumo della novità. Io le novità le adoro.

Wars and Sawa – un po’ di campagna al centro della città.

Il locale è stato aperto all’inizio dello scorso luglio. Vicino al parcheggio si trova una casetta con portichetto e con un piccolo recinto su cui manca solamente un gatto. Le pentole, invece, già ci sono. Il ristorante ha un carattere popolare, è arredato modestamente ma piacevolmente. Si può mangiare un pranzo leggero, preparato dai proprietari: Iga e Marcin.

Indirizzo: via Dobra 14/16

http://www.facebook.com/WarsandSawa

Torniamo comunque sulle rive della Vistola. Qui la vita di intrattenimento fiorisce solo da pochi anni. Mi commuovo ricordando quando come un’artista un po’ pazzarella ho partecipato alle prime feste, il cui scopo era quello di “incantare” il lungo fiume e preparare il “terreno” per la futura vita culturale. Nell’ambito del progetto Most Wanted di Teresa “Blask” Tyszowiecka, a cui mi riferisco, c’erano ad esempio concerti, performance e happening. Una volta sulla cima del pilastro del Ponte ?wi?tokrzyskiego è stato collocato un amplificatore dia cui si potevano sentire le meditazioni di Lama tibetano.

Nel 2010, poco prima dell’apertura del Centro Copernico, più vicino al centro è apparso un miracolo…

Cud nad Wis?? (Il miracolo della Vistola) – posto romantico per ballare.

Questo posto mi ha incantato con il suo allestimento. Essendo lì, si ha impressione di essere su una nave. L’illuminazione e l’arredamento creano il clima artistico, ma non troppo sofisticato, che attira una vera marea di artisti e … di ciclisti notturni (tale luogo è collocato nelle vicinanze della pista ciclabile).

Indirizzo: via Wybrze?e Ko?ciuszkowskie 20

http://www.facebook.com/CudownieNadWisla

Ogni esperto di vita notturna, sa che con il passar di notte, occorre cambiare i club. Bisogna solamente sapere dove andare per non trovare una pista da ballo vuota.

Plac Zabaw – il club oltre l’alba

Il club si svuota dopo mezzogiorno. Il posto è stato aperto l’anno scorso ed ha conquistato subito i cuori dei varsaviani. La pista da ballo e il bar, collocati nel parco, attirano numerosi fan. L’anno scorso il club ospitava soprattutto studenti ma attualmente gode una forte popolarità tra persone di varia età.

Indirizzo: via My?liwiecka 9

http://www.facebook.com/pages/Plac-Zabaw/163951410325348

 

Alla fine ci rimane di dare il benvenuto al giorno nei dintorni di Varsavia.

 

Miasto Cypel, a Varsavia

Questo luogo eccezionale si trova in Cypel Czerniakowski a soli 15 minuti in taxi dal centro della città anche se si ha impressione di essere molto lontano. Ci sono bar, ristorante, discoteca, campeggio, bosco e fiume… prima o dopo tutta Varsavia ci fa un salto… Forse anche noi? Ci vediamo!

Indirizzo: via Zaruskiego 6

http://miastocypel.eu/

Le prime 4 persone che sul mio blog troveranno il post “Gazzetta Italia” e scriveranno i loro commenti riguardo al mio articolo riceveranno i biglietti d’ingresso al Museo Nazionale di Varsavia e un trucco che sarà effettuato dalla stilista Ola Kozi?ska. Saluti!

www.soloniacity.com

 

Un nuovo orizzonte per i vini italiani

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Tra i mercati mondiali più dinamici per l’export del vino italiano la Polonia si conferma una delle aree più interessanti insieme ai limitrofi mercati russo ed ucraino. Per cogliere queste nuove opportunità l’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – ha organizzato a Varsavia la 30^ edizione della Borsa Vini che vede la partecipazione di 23 aziende produttrici provenienti da 11 regioni.

In Polonia si assiste negli ultimi anni ad una consistente espansione della domanda interna. Il paese ha infatti registrato una crescita del PIL del +4,3%, e le prospettive per l’anno in corso prevedono un ulteriore crescita del PIL del +2,5%.

Oltre agli operatori polacchi: importatori, buyers, ristoratori e stampa specializzata, sono stati invitati quindici tra i più importanti operatori da Russia ed Ucraina con l’obiettivo di consolidare e sviluppare la presenza del vino italiano nella regione. Russia ed Ucraina risultano essere importanti sia per il forte interesse per il vino italiano, sia per la potenzialità e la dimensione dei due mercati.

Il modello alimentare italiano trova sempre più consensi tra i neoconsumatori dell’Unione Europea favorendo la crescita del consumo di vino a spese dei superalcolici.

Nel 2011 le importazioni di vino in Polonia hanno raggiunto il valore di € 167,3 mln, più che triplicando il dato del 2001. Il vino italiano nell’arco degli anni 2005 – 2011 è più che raddoppiato passando da 10 a oltre 23 milioni di €.

Durante l’evento si e’ potuto assistere ad un seminario con degustazione guidata dal titolo “Il vino racconta l’Italia: così antico eppure così moderno”, tenuto dalla enologa Barbara Tamburini, affiancata dal sommelier polacco Tomasz Kolecki Majewicz. L’obiettivo del seminario è stato favorire una maggiore conoscenza dello sviluppo dell’enologia italiana, attraverso un percorso tra vitigni autoctoni, esaltandone la qualità e la specificità.

L’iniziativa è stata supportata da una campagna stampa, da un ricco catalogo elettronico bilingue (www.borsavini.pl) e da un portale web in lingua polacca www.smakitalii.pl. interamente dedicato al mondo enologico italiano. Attraverso il sito, il primo realizzato da un ente pubblico estero in Polonia, il consumatore polacco può accedere con facilità a tutte le maggiori informazioni e caratteristiche della produzione italiana nonché ad un ricco ventaglio informativo sull’evento Borsa Vini Polonia 2012.

 

“Habemus Papam”, film controverso?

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Aspettando la prima visione dell’ultimo film di Nanni Moretti, Habemus Papam, con curiosità immaginavo quali reazioni avrebbe suscitato in Polonia. Ero convinta che il regista de La stanza del figlio e de Il Caimano non mi deludesse, sapevo però che l’intenzione di Moretti avrebbe potuto essere mal interpretata dal pubblico polacco. Moretti – recentemente tornato sotto le luci della ribalta mondiale come presidente della giuria del Festival del Cinema di Cannes – è un regista controverso, lo si può amare o odiare. In più, il tema che ha deciso di affrontare nel film ha fatto sì che il pubblico polacco si dividesse. Per qualcuno il film è anticlericale e deridente il grande polacco, Giovanni Paolo II, altri invece hanno accolto il film con calore, considerando che è la storia di un uomo a cui capita di dover assumere una grande responsabilità che sente essere più grande di lui. Nanni Moretti ha affrontato il tema, come in tutti i suoi film, con distanza e arguzia. È difficile però che lo spettatore medio capisca l’idea del regista. Infatti non è facile interpretare le sue opere cinematografiche, sempre piene di metafore e simbologie. Prima di guardare un film di Moretti forse è meglio conoscere la figura di questo regista complicato e straordinario, che produce vero cinema d’autore. Come ammette lui stesso, Moretti cerca sempre di fare lo stesso film, ma di farlo ogni volta meglio. Conferendo ai protagonisti i suoi tratti di carattere, il regista combatte le proprie debolezze e deridendole crea qualcosa simile alla psicoanalisi. I motivi che ricorrono in tutti i suoi film, la politica, lo sport, l’infanzia, le manie e le ossessioni della psiche umana, confermano questa tesi. Tornando però a Habemus Papam, Moretti vi ha usato alcune riprese, che hanno come obiettivo verificare, se si percepisce l’opera filmica in modo realistico oppure simbolico. Il gioco inizia già dal titolo: “Abbiamo il papa”. Solo alla fine si rileva che per tutto il film Moretti ha bluffato, facendoci seguire la figura di un uomo normale, come tutti noi, che deve prendere una decisione molto difficile. Il protagonista, interpretato da Michel Piccoli (dall’aspetto molto simile a Giovanni Paolo II) si sottopone a sedute di psicoanalisi, per capire sé stesso, le sue angosce e i suoi desideri. Emerge che le emozioni represse nell’animo e la sua vera natura non sono adatte  a fargli ricoprire l’incarico cui è stato chiamato. Il regista sottolinea la nostra umanità, la possibilità di fermarci e ripensare alla nostra vita. Moretti tocca una questione delicata, un uomo che preferisce essere attore invece che Papa. Non si deve però essere troppo severi verso il protagonista attraverso la cui figura Moretti ci ricorda che ogni nostra decisione deve essere saggia e in accordo con la nostra coscienza, questo è il vero messaggio del film.

Terremoto in Emilia Romagna, nessun disagio per i turisti

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Con riferimento al terremoto che ha avuto per epicentro alcune aree dell’Emilia, in Italia, il Ministro degli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport, Piero Gnudi, intende rassicurare tutti coloro che hanno programmato o intendono programmare una vacanza nelle aree limitrofe. L’intera Regione Emilia-Romagna, le località balneari sul Mare Adriatico, i capoluoghi e le città d’arte nei territori prossimi a quelli direttamente interessati dal sisma, sono perfettamente fruibili. La riviera adriatica, in modo particolare, non ha subito alcun danno e tutte le strutture turistiche, sia ricettive che di servizio, sono perfettamente funzionanti.

L’epicentro e i maggiori danni dei terremoti del 20 maggio e del 29 maggio scorsi sono concentrati in alcune zone in aree confinanti delle Province di Modena, Ferrara, Reggio Emilia e Mantova. Con eccezione di queste specifiche zone, non vi è alcuna limitazione per lo svolgimento dell’attività turistica e ricettiva nel resto della Regione o nelle Province di Regioni vicine. Le vie di comunicazione stradali e ferroviarie sono perfettamente agibili, gli aeroporti funzionano regolarmente così come le linee di telecomunicazione. Gli alberghi e le altre strutture ricettive svolgono attività regolare e il patrimonio culturale di cui l’area è ricchissima è completamente visitabile.

Tre minuti con il Presidente

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Certe mattine capita di alzarsi controvoglia. Guardo fuori dalla finestra: giornata uggiosa. È giugno ma a Varsavia c’è un’atmosfera da novembre italiano. Una giacca a vento da velista, occhiali da sole che riparano dalla vita più che dalla luce e un cappello da milizia sudamericana aiutano a lanciarsi nel traffico umano della capitale intento a spostarsi da casa all’ufficio. Devo dire che mi diverte a volte arrivare nella laboriosa Babka Tower con look da reporter di guerra, dividere l’ascensore con azzimati professionisti convinti che la scarpa a punta nera e le camicie bicolore, in genere un mix tra bianco infermiere e rosa culetto di bambino, siano lo status symbol del manager in carriera, magari con l’aggiunta comportamentale del tichettare nervosamente con le dita sul portachiavi automatico della macchina fieramente parcheggiata in garage. Ancora più divertente l’incontro con le profumate segretarie convinte, nella loro breve esperienza di vita, di saper distinguere al primo sguardo le persone che contano da quelle che non faranno mai carriera. Osservano gelidamente il mondo, compreso me nell’ascensore, dall’alto dei loro tacchi 12 costruendo una loro immaginaria piramide sociale attraverso giudizi estetici fondati sulla, per loro, solida base degli articoli di costume delle riviste glamour, pre-giudizi confermati dalla quotidiana visione dei loro boss.

Scivolo dentro l’ufficio alla chetichella, nell’aria riecheggia il furioso digitare sulle tastiere delle nostre intrepide giornaliste-traduttrici. Che notizie oggi? “C’è Napolitano a Varsavia”, annuncia il mio sabaudo socio. “Abbiamo chiesto di incontrarlo?” ribatto. “È una visita ufficiale nel programma non sono previsti incontri con i giornalisti”, la risposta. “Vabbè ma se andassimo ad aspettarlo sotto l’ambasciata per beccarlo nel breve transito verso la macchina?” rilancio. “Mah… la vedo dura. Però oggi parteciperà alla cerimonia di commemorazione del garibaldino Francesco Nullo morto per la libertà della Polonia, se vuoi possiamo andare a far due foto”, cerca di confortarmi il mio partner in job. “Certo! E gli diamo Gazzetta Italia!” rispondo ritrovando un motivo per dar senso a questa mattina di giugno-novembre. Il mio socio mi guarda  negli occhi con una gentile perplessità piemontese. Si sa in quelle terre pedemontane lontane dal mare la gente ama pianificare, ordinare le proprie giornate, raggiungere obiettivi come conclusione di percorsi immaginati fin dai banchi di scuola. In Piemonte c’è la pazienza per far crescere il vigneto e cercare i tartufi. A Venezia invece siamo stati tirati su scambiando sulle tolde delle navi al miglior prezzo caffè e sale, pepe e seta, inventando ed esportando ahinoi nel mondo le banche, il cui nome (insieme a molti altri vocaboli che la Serenissima ha generosamente dato al mondo) viene da banco, il banco-giro dove a Rialto ebrei e cristiani, con limiti severissimi, concedevano prestiti. Così chi è nato in una città che fonda la propria solidità nella precarietà della palude lagunare e ha costruito la propria storia in un millennio di commerci in mercati lontani o negli umidi fonteghi del Canal Grande, è pronto a saltare ogni formalità per gettarsi sul carico di merce. Incontrare il presidente del proprio paese è merce rara. E allora via verso il parco Frascati, sì a Varsavia c’è un parco Frascati, alla caccia del monumento a Francesco Nullo. Arriviamo quando già il picchetto d’onore polacco è schierato. Sono rigidi e impettiti, fanno la loro bella figura anche se la posizione non è confortevole. Tutto attorno con tenuta da body guard e sguardo minaccioso si aggirano membri della sicurezza italiana e polacca. Io con look da inviato sulle tracce del subcomandante Marcos e il mio socio con impeccabile impermeabile da banchiere londinese veniamo garbatamente invitati a sottoporci a scansione. Un agente da un voluminoso borsone tira fuori uno scanner personale che ci viene passato su tutto il corpo. “Ora chiediamo alla sicurezza quando possiamo dare Gazzetta Italia a Napolitano, no?” rifletto a voce alta. “Seba è impossibile, non è previsto, non ci faranno mai avvicinare al presidente”, la diligente risposta del mio elegante socio che si defila andando a posizionarsi con la macchina fotografica dietro al monumento al fianco di due cameraman. Ma come, sta per arrivare Napolitano e noi ci accontentiamo di fargli una foto ricordo da lontano? Disturbo la sicurezza brandendo la tessera di giornalista. Spiego la semplicità del mio progetto: consegnare una copia di Gazzetta Italia nelle mani del Presidente, tempo tecnico 30 secondi. L’aver fatto il militare nei Carabinieri mi aiuta ad usare i vocaboli e l’atteggiamento giusti, ricevo una risposta non negativa: “chiamo la sicurezza che è con il presidente per capire se è possibile fare questa operazione, è una cosa fuori programma”. Il mio interlocutore si allontana, telefona e ritorna: “vediamo come va la cerimonia, se non fosse possibile può dare a me una copia del giornale che recapiterò al presidente”. “Certo, mi sembra la cosa migliore” rispondo pacatamente mentre entrambi già sappiamo che non andrà così. Passano decine di minuti, i volti dei soldati del picchetto sono lividi, tenere la posizione è impresa epica, muovono le dita delle mani per far circolare il sangue. Ma ecco finalmente l’avvicinarsi di macchine lampeggianti. Una, due, tre, quattro passano davanti al monumento, la quinta si ferma esattamente davanti, scende il Presidente della Repubblica Italiana. Scatta il picchetto, fibrillano le body guard. Napolitano incede verso il monumento. “L’austera cerimonia è breve ma sentita” immagino il commento con voce pacata del Cinegiornale Luce degli anni Sessanta. Corona di fiori deposta. Napolitano si volta ed inizia a tornare verso la macchina. Alessandro Vanzi, il mio corposo socio, alza le mani al cielo non in segno di vittoria ma per fotografare il presidente da sopra le teste dei cameraman che gli si sono messi davanti. Il mio interlocutore della sicurezza si avvicina rapido e dice la fatidica parola: “adesso!”. Non attendevo altro, mi scaravento sgomitando verso il presidente tra gli occhi stupiti della sicurezza polacca e quelli sornioni di quella italiana che hanno già previsto tutto. Sono davanti al mio presidente. Intorno si forma un capannello misto di Forze dell’Ordine in divisa, sicurezza in borghese, operatori TV, fotografi, soci eleganti. Tutti fermi a guardare l’improvvisa scena. Mi presento nel modo più rapido e chiaro possibile per far capire che non sono un intrufolato, tipo quello che mostra i preservativi alle spalle dei giornalisti TV davanti Palazzo Chigi. Consegno Gazzetta Italia. Gli occhi curiosi di Napolitano si accendono: “Bravi un giornale per gli italiani in Polonia, e quanti siete? Cosa fate principalmente?” Rispondo con frasi brevi e chiare mentre il presidente sfoglia interessato il nostro giornale. Cerco di comunicare in pochi minuti l’esistenza di un mondo di italiani in Polonia che hanno bisogno di avere un paese Italia forte alle spalle. Persone che si sono rimboccate le maniche e che con coraggio creano attività, spesso di successo, in un paese emergente. Ma accenno anche alla grande attenzione dei polacchi verso le infinite influenze italiane nell’arte, nella cultura e naturalmente nella moda e nella cucina. “Ma vivi qui?” domanda Mister President. “Esattamente a metà tra Varsavia e Venezia”, rispondo. “Che bel ponte culturale! Molto bene. Andate avanti così la vostra opera è importante per l’Italia” si congeda felicemente sorpreso Napolitano. Sale in macchina, il capannello si scioglie. Missione compiuta! Si torna in ufficio vincitori. Sono di nuovo nell’ascensore di Babka Tower. Guardo le porte che iniziano la loro noiosa corsa verso la chiusura, in quel momento fa in tempo ad entrare una manager. Una bella trentenne mora con occhiali squadrati che sprizza cosmopolitismo da tutti i pori. Saluta, si guarda allo specchio, sistema i capelli, si rigira verso di me e cerca di leggere dalla Gazzetta Italia che ho ripiegata in mano. “Tenga pure, è in italiano e polacco, lo facciamo qui al 15° piano” abbozzo sorridente allungandole il giornale. “Ah che interessante! Grazie!”, risponde incuriosita prima di scendere al 14° piano congedandosi con un allegro saluto. Non c’è dubbio era una manager non una segretaria.

Tre paesi in una settimana, Romney in visita in Polonia

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Aleksandra Szumilas

 Dal 30 al 31 luglio il probabile candidato repubblicano alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, Mitt Romney è stato in Polonia. Ha incontrato il presidente Bronis?aw Komorowski, l’ex presidente Lech Wa??sa, il premier Donald Tusk ed il Ministro degli Affari Esteri Radek Sikorski. L’ultimo atto della visita in Polonia è stato il discorso alla Biblioteca dell’Università di Varsavia organizzato da l’Istituto Polacco per gli Affari Esteri (PISM), The German Marshall Fund of the United States e l’Istituto di Lech Wa??sa. Tutti si aspettavano che il discorso fosse dedicato ai suoi programmi per la politica estera nel caso dovesse vincere le elezioni e di conseguenza sostituire Barack Obama. Ha invece parlato di storia facendo una sorta di riassunto dei rapporti polacco – americani ed un omaggio alla Polonia. Romney ha parlato della partecipazione di Kazimierz Pu?aski nella lotta per l’indipendenza americana, del movimento Solidarno??, di Giovanni Paolo II e di Lech Wa??sa. Ha indicato la Polonia come esempio di un paese che negli ultimi 20 anni si è trasformato in una nazione moderna. Ha parlato dell’economia polacca che malgrado la crisi continua a svilupparsi essendo nello stesso tempo un’eccezione su scala europea. Non ne ha parlato molto però. Non ha promesso niente. Non ha detto dei suoi programmi e cosa succederà se vincerà le elezioni. Sicuramente il fatto che abbiano parlato un po’ di più della Polonia negli Stati Uniti è una cosa positiva. Prima di venire in Polonia, Romney era stato in Inghilterra ed in Israele ed in tutti e due i paesi la visita è finita con qualche gaffe fatta dal politico. Tutti così si aspettavano cosa sarebbe successo in Polonia, ma nessuna gaffe. Dal punto di vista della comunicazione, la sua visita è stata un’ottima pubblicità per il nostro paese. Sullo sfondo delle gaffe e delle azioni di Obama giudicate male dai Polacchi, la visita di Romney è stata un segno positivo, ma non rimane nient’altro che sperare che gli incontri a porte chiuse siano stati più vantaggiosi e promettenti del suo discorso in Biblioteca. Pur avendo un significato positivo per la Polonia, è difficile dire se Romney ci teneva più a conquistare i cuori della Polonia americana oppure a dimostrare agli americani che è preparato in politica estera. Le elezioni si terranno a novembre ed anche se per adesso Barack Obama ha un vantaggio su Romney niente è sicuro.

Ostuni, una città da scoprire

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Aleksandra Szumilas

Dicono che i viaggi rendono la nostra vita più ricca. Nella mia vita finora ho già viaggiato molto. Ma ci sono alcune parti del mondo che ho visto che mi son rimaste nel cuore. Tra queste c’è Ostuni, la Città Bianca in provincia di Brindisi in Puglia che sorge su tre colli ad un’altezza di 218 metri s.l.m. In Italia è famosa ma in Polonia no. E credetemi cari connazionali, ne vale la pena! Durante il mio soggiorno italiano l’ho visitata parecchie volte. Anche se ogni volta scoprivo qualche cosa nuova, quello che mi attirava sempre ugualmente era il mare pugliese. La cosa più peculiare che affascina sin dall’inizio è l’imbiancatura a calce delle case. Se voglio spiegare agli amici in cosa consiste la bellezza di Ostuni, dico sempre che assomiglia all’isola di Santorini ma senza il blu. La città è piccola visto che ci vivono circa 33 mila abitanti ma le passeggiate nel centro storico danno una sensazione straordinaria. Per un turista, un viaggio al sud d’Italia vuol dire avere una vera e propria esperienza della vita italiana. Per un anno sono vissuta a Milano. Ogni volta che scendevo a Ostuni, facilmente coglievo la differenza. I vecchietti che prendono il caffè nei bar sono sempre pronti a fare due chiacchiere. Nessuno ha fretta. Si conoscono tutti. Anche se questo può essere un aspetto negativo: uno straniero in città viene notato subito. Ma faceva niente, non è molto difficile fare amicizia in Puglia.

Il cuore della città è senz’altro Piazza della Libertà dove la vita non si ferma mai soprattutto durante le lunghe notti d’estate. La luce proveniente dai bar, il suono della musica ed il movimento delle ragazze in tacchi rendono la città viva fino alla mattina. Tutto si svolge sotto lo sguardo di Sant’Oronzo, il Santo Patrono di Ostuni e di Lecce che osserva la città dall’alto della sua colonna. Una tra le più antiche manifestazioni folkloristiche del Salento è la festa in onore di Sant’Oronzo. In realtà il santo patrono principale di Ostuni è San Biagio, Sant’Oronzo è considerato dagli ostunesi santo patrono della diocesi di Brindisi e di Ostuni quindi in secondo piano rispetto a Biagio, ma ugualmente benvoluto dagli ostunesi. La festa di Sant’Oronzo (24-27.08) si caratterizza dalla storica cavalcata organizzata in onore del Santo e che percorre le vie più importanti della città. La cavalcata, infatti, è tra le più antiche pratiche di devozione della città di Ostuni nei confronti del Santo.

Da notare è la passione della maggior parte dei ragazzi e anche delle ragazze ostunesi: le moto. La domenica si passa in giro con la moto se il tempo lo permette. Lo devo ammettere perfino io che ho sempre avuto paura delle moto: fare un giro al mare è una cosa incredibile. A Ostuni esiste anche un club dei motociclisti che ogni tanto si organizzano a fare giri lunghi insieme. Gli ostunesi condividono anche un’altra passione: la passione del mangiar bene. Anche se dire che gli piace mangiar bene è poco. Penso di non aver mai visto prima qualcuno appassionato talmente da un pezzo di carne. Uscire a mangiare con gli ostunesi è sempre una festa con gli antipasti, i primi, i secondi, i dolci ed i litri di vino. Quello che preferivo mangiare io durante le giornate trascorse a Ostuni erano i frutti di mare. Veramente, proprio lì ho imparato ad apprezzarli come si deve. La prima volta che ho visto un piatto di ricci, mi sono spaventata ma sono bastati 5 minuti per imparare ad apprezzare il loro sapore. È bastata una visita a Ostuni per imparare a godere il vino, il cibo e per sapere che ci dovevo tornare. Una sola volta Ostuni semplicemente non basta.