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Ringraziamenti alla Polonia da Papa Francesco e Ursula von der Leyen

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

All’udienza generale, nel giorno in cui comincia il cammino quaresimale, Papa Francesco ha parlato della situazione in Ucraina. Salutando i polacchi il Papa ha ricordato che, per prima, questa nazione ha sostenuto l’Ucraina, aprendo confini, cuori e porte delle case agli ucraini che scappano dalla guerra. Complimenti alla Polonia arrivano anche dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che durante la sessione straordinaria del Parlamento europeo ha affermato: “Sono particolarmente grata a Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria per aver accolto donne, uomini e bambini dall’Ucraina”. Von der Leyen ha affermato che a 30 anni dal conflitto nei Balcani, la guerra è tornata in Europa. Ursula von der Leyen ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di averne la responsabilità. La von der Leyen ha affermato che il numero delle vittime sta crescendo terribilmente in Ucraina. Sempre più uomini, donne e bambini muoiono perché Vladimir Putin ha deciso che l’Ucraina non ha il diritto di esistere. La presidente della Commissione europea. ha dichiarato che l’UE non accetterà mai l’aggressione russa contro l’Ucraina. Ursula von der Leyen ha ribadito che l’Unione europea ha chiuso lo spazio aereo per gli aerei russi e ha annunciato il congelamento dei beni degli oligarchi russi e il sequestro dei loro immobili, dei loro yacht e delle loro auto di lusso. La presidente della Commissione europea ha anche affermato che i media statali russi e le loro filiali non saranno più in grado di diffondere menzogne per giustificare la guerra di Putin. Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, ha parlato anche con i politici dell’UE connettendosi a distanza con gli eurodeputati durante una sessione plenaria straordinaria organizzata per discutere dell’aggressione russa ai danni dell’Ucraina. La sala plenaria del Parlamento europeo era allestita con i colori della bandiera ucraina. Molti deputati e commissari dell’UE avevano nastri blu e gialli appuntati ai risvolti delle giacche, alcuni hanno portato alla sessione bandiere ucraine. La presidente del Parlamento europeo ha annunciato di voler vietare le visite nell’edificio ai rappresentanti del Cremlino.

https://www.polskieradio24.pl/5/1223/Artykul/2911400,Dziekuje-szczegolnie-Polsce-Rumunii-Slowacji-i-Wegrom-Szefowa-KE-przed-Parlamentem-Europejskim

670 mila rifugiati ucraini, di cui 360 mila in Polonia, supporto anche dalla comunità italiana

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Grande fermento nella comunità italiana in Polonia. Istituzioni, grandi aziende, imprenditori e singoli cittadini italiani si stanno muovendo per dare aiuto ai rifugiati ucraini. Ieri l’Ambasciatore italiano in Polonia, Aldo Amati, ha tenuto un incontro online con una ampia rappresentanza del sistema Italia in Polonia. “Tutta la comunità italiana in Polonia sta dando prova di grande unità e generosità nell’offrire ai profughi ucraini un aiuto declinato in tutti i settori necessari: sanitario, abitativo, alimentari, abbigliamento, trasporti e interpretariato. Come sempre quando gli italiani sono chiamati a prove di solidarietà nell’emergenza, la risposta è immediata e spontanea”, ha dichiarato Aldo Amati. All’incontro ha preso parte anche Ennio Schettini dell’Agenzia Europea Frontex che ha sciorinato i numeri dell’emergenza: “tra il 24 febbraio e il primo marzo sono uscite dall’Ucraina 670 mila persone, 360 mila sono arrivate in Polonia, 37 mila in Slovacchia, 93 mila in Ungheria, 177 mila in Romania. In Italia si calcola siano arrivate circa 2000 persone dirette principalmente a Roma, Milano, Bologna, Napoli”. Moltissime le iniziative di supporto ai rifugiati già in corso da parte di italiani in Polonia, tra cui alcune coordinate dai Lions Varsavia, che sta supportando l’invio di medicinali all’ospedale di Leopoli, mentre due ristoranti di Katowice, in collaborazione con il sindaco di quella città, hanno iniziato a fornire pasti ai centri di accoglienza, forma d’aiuto i cui autori si augurano si estenda ad altre città polacche. Tra le iniziative istituzionali citiamo quella della Fondazione AVSI, ONG internazionale che opera in 38 paesi del mondo e ha sede a Milano, che, in collaborazione con la Camera di Commercio e dell’Industria italiana in Polonia, sta dando sostegno in materia di salute e protezione delle persone vulnerabili e degli sfollati in Ucraina, in particolare fornendo medicinali, prodotti alimentari e non alimentari essenziali, e servizi di sostegno psicosociale. Nei prossimi giorni daremo ulteriori dettagli sulle iniziative a sostegno dei rifugiati ucraini.

Polonia Oggi

“Forum Economico Italo Polacco” a Roma

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26-29 aprile si terrà a Roma Conferenza “Forum Economico Italo Polacco”. L’organizzatore è la Camera di Commercio Polacco-Italiana in collaborazione con l’Ufficio del Maresciallo della provincia di Lublino. L’obiettivo dell’evento è presentare le potenzialità del voivodato di Lublino e dei suoi imprenditori ai partner italiani.

Lubelskie è nota per la sua agricoltura ecologica, la lavorazione agroalimentare locale basata su materie prime ecologiche e le soluzioni tecnologiche utilizzate nella produzione vegetale che favoriscono l’ambiente naturale. Lubelskie è una regione che, da un lato, ha valori naturali unici, rispetta e coltiva le sue tradizioni, ma allo stesso tempo punta su soluzioni innovative. Durante il Forum saranno presenti imprenditori di Lublino provenienti dei diversi settori.

I partner italiani potranno degustare i prodotti regionali e tenere incontri B2B con imprenditori di Voivodato Lubelskie.

Un ulteriore aumento dell’inflazione e i primi effetti delle sanzioni

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Michał Tekliński, il preside per il mercato internazionale, al Gruppo Goldenmark, ha osservato che lo scoppio della guerra ha causato un grande dinamismo sui mercati e grande interesse nell’oro. Secondo lui, un crollo del commercio con la Russia influirà l’aumento dei prezzi di risorse energetiche che causerà l’aumento generale dei prezzi, quindi un’ulteriore inflazione. Alla Russia sono state impostate sanzioni dure, ma il paese dal 2014 ha raccolto le scorte, tra l’altro riserve valutarie e  metalli. Sabato scorso è stata annunciata la decisione di scollegare Russia dal sistema SWIFT. Da domenica la maggioranza dei paesi europei ha chiuso il proprio spazio aereo per le compagnie aeree russe. Inoltre, la Russia è stata esclusa da molti eventi sportivi. Anche la Svizzera ha annunciato l’imposizione di sanzioni. Secondo l’analisi condotta da Tekliński, i primi effetti sono già visibili alla Russia. Questi includono le file per ATM. Ieri il valore del rublo è diminuito  al livello più basso di sempre. Appaiono le prime previsti del crollo di Sberbank, uno delle più grandi banche della Russia.

https://www.wnp.pl/finanse/wojna-oznacza-dalszy-wzrost-inflacji-w-polsce,547366.html

Guerra in Ucraina: 200 mila rifugiati in Polonia e altrettanti attendono di entrare

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“Ogni residente dell’Ucraina che ne avrà bisogno riceverà asilo e aiuto in Polonia”, ha affermato Mariusz Kamiński, ministro dell’interno e dell’amministrazione in una conferenza stampa svoltasi domenica. A sua volta, Paweł Szefernaker, viceministro dell’Interno e dell’amministrazione, ha informato che “l’80-90% dei posti nei centri di accoglienza alle frontiere sono ormai pieni”, perciò nel tardo pomeriggio di domenica, ulteriori centri di accoglienza sono stati istituiti in ogni voivodato. Dal confine, dopo aver ricevuto assistenza medica, i rifugiati vengono trasportati nelle singole città mediante mezzi organizzati dal Governo. Nei capoluoghi dei voivodati, nelle stazioni ferroviarie e all’aeroporto di Okęcie, ci sono anche punti informativi per tutti gli ucraini, dove si trovano i dettagli sull’aiuto che i rifugiati possono ricevere in Polonia. “In tre giorni e mezzo, la Polonia ha accettato quasi 200.000 rifugiati di guerra dall’Ucraina”, ha informato Tomasz Praga, comandante in capo della Guardia di frontiera. Per quanto riguarda l’assistenza materiale, sui siti web degli uffici di ogni voivodato sono stati indicati gli indirizzi dove si può portare cibo, mezzi igienici e abbigliamento per gli ucraini. Michal Dworczyk sottolinea che questo aiuto deve essere ben coordinato dalle istituzioni statali, poiché potrebbe essere meno efficace se i cittadini polacchi tentassero di trasportare i prodotti dalla Polonia all’Ucraina da soli. Dworczyk stima inoltre che ci sono già circa un quarto di milione di cittadini ucraini ai valichi di frontiera che vogliono sfuggire alla guerra. A parte questo, ci sono segnalazioni di truffatori che si sono avvantaggiati dei rifugiati. Il Procuratore Generale Zbigniew Ziobro, ha emesso un ordine di fermo di tali persone in attesa del processo.

https://www.rynekzdrowia.pl/Polityka-zdrowotna/Polska-przyjela-juz-200-tys-uchodzcow-z-Ukrainy-Punkty-recepcyjne-beda-w-kazdym-wojewodztwie,229931,14.html
https://www.polskieradio24.pl/7/5766/Artykul/2910269,Kazdy-kto-ucieka-przed-wojna-bedzie-mogl-liczyc-na-pomoc-Dworczyk-o-uchodzcach-z-Ukrainy
https://www.polskieradio24.pl/5/1222/Artykul/2910191,Zerujacy-na-nieszczesciu-uchodzcow-zostana-ukarani-Ziobro-beda-kierowane-wnioski-o-areszt

 

Lasagna Zucca e Champignon

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250 g di pasta fresca lasagne
600 g (circa) di zucca
500 g di funghi Champignon
1/2 scalogno
1 spicchio d’aglio in camicia
q.b. parmigiano grattugiato e provola
q.b. olio extra vergine di oliva
sale q.b. sale

Besciamella:
1 l di latte
100 g di burro
100 g di farina 00
q.b. noce moscata

Przygotowanie:
Puliamo la zucca, tagliamola a fette e mettiamola a cuocere in forno già caldo a 170° per circa 30 minuti. Prendiamo una padella in cui mettiamo un filo d’olio extra vergine, mezzo scalogno e uno spicchio d’aglio in camicia a soffriggere, quando saranno brasati li togliamo e li mettiamo da parte. Rimettiamo la padella sul fuoco e quando sarà ben calda aggiungiamo i funghi puliti e tagliati a fettine sottili, saliamo e facciamo cuocere per qualche minuto, “attenzione non devono lessare”. Infine aggiungiamo lo scalogno brasato in precedenza e lasciamo intiepidire.

Quando la zucca è pronta, mettiamola in un mixer e frulliamo fino ad ottenere un composto morbido che andremo successivamente ad unire alla besciamella.

Mettiamo a scaldare il latte in un pentolino, mentre, in un altro pentolino facciamo sciogliere il burro, quando sarà del tutto fuso, uniamo la farina 00, facciamo tostare un minuto e poi aggiungiamo il latte preriscaldato un po’ alla volta e mescolando di continuo con una frusta. Saliamo e aromatizziamo con la noce moscata e mescoliamo. Versiamo la polpa di zucca frullata e mescoliamo per far amalgamare bene.

A questo punto possiamo procedere ad assemblare le nostre lasagne: versiamo un filo d’olio sulla teglia e un sottile strato di besciamella alla zucca.

Appoggiamo la sfoglia di pasta fresca, ricopriamo con besciamella e distribuiamo i funghi. Continuiamo così formando 4 o 5 strati. Ultimati gli strati terminare con la besciamella e un po’ di parmigiano.

Infornare a 200° per 18-20 min. Buon appetito!

Andrea Zanzotto: un poeta gettato nel futuro

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2021 è stato un anno straordinariamente ricco di celebrazioni e ricorrenze per la letteratura italiana, a partire ovviamente dal settecentesimo anniversario della morte di Dante, a cui si aggiungono i festeggiamenti per i 150 anni dalla nascita di Maria Grazia Deledda, i 125 dalla nascita di Eugenio Montale, i 120 da quella di Salvatore Quasimodo. Cento anni fa inoltre è nato il grande scrittore siciliano Leonardo Sciascia così come Andrea Zanzotto, uno dei più significativi rappresentanti della poesia europea dal secondo dopoguerra ad oggi.

Era nato a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, il 10 ottobre, ed è morto a Conegliano, sempre in provincia di Treviso, il 18 ottobre del 2011, appena varcata la soglia dei novant’anni. Per circa settant’anni Zanzotto ha posto al centro della sua inesauribile curiosità e inquietudine intellettuale, come stella polare, la convinzione che la poesia rappresenti una delle più ostinate forme di speranza e di attaccamento al senso profondo della vita. Ma per far ciò egli ha ininterrottamente sollecitato la poesia stessa a mettersi in discussione, a spingersi oltre, a varcare il suo spazio tradizionale, per fare i conti con una realtà più ampia, sensibile alla ricerca scientifica, capace di saltare a piè pari oltre gli steccati della cultura umanistica, restando però sempre prima di tutto poeta.

Quella di Zanzotto è allo stesso tempo una lingua babelica e privatissima, segnata da traumi personali quanto epocali. L’“autonomia totale” della poesia, a cui la sua pagina a tratti rimanda, si realizza solo passando attraverso un continuo incontro con la storia. Uno dei nodi della sua opera è rappresentato dall’attenzione al paesaggio (sino alla drammatica denuncia della sua progressiva devastazione), tanto da trasformare gran parte della sua poesia in una sorta di invocazione e celebrazione, da poeta trobadorico, delle virtù ‘miracolose’ della sua Pieve di Soligo, luogo natale che rappresentava per lui, allo stesso tempo, un riferimento reale e ideale, qualcosa di sognato e vissuto, fonte apparentemente inesauribile di entusiasmi quanto di terrori primordiali.

Le tracce della prima guerra mondiale, impresse come ferite ancora aperte sul paesaggio veneto, i ricordi della resistenza al nazi-fascismo, il trauma del boom economico italiano a partire dalla fine degli anni Cinquanta sino alle trasformazioni planetarie portate dalla globalizzazione: sono questi gli scenari in cui la sua poesia si immerge, affrontando la storia in chiave geologica, geografica, spaziale. Dalla apparente retrovia della sua Pieve di Soligo Zanzotto è riuscito a parlare al mondo e del mondo, dando forma ad una delle opere più globali e originali del nostro Novecento, prossima, pur nella sua unicità, a due grandi altri maestri europei, come il poeta rumeno, di origine ebraica e lingua tedesca, Paul Celan e lo svizzero, di lingua francese, Philippe Jaccottet. Zanzotto è stato un intellettuale libero e generoso, orgogliosamente periferico e allo stesso tempo profondamente cosmopolita, dalla forte vocazione civile. Della realtà ha indagato le stratificazioni, muovendosi come una talpa in profondità, ponendo in dialogo mondo e inconscio, intrecciando linguaggio, paesaggio e identità. In definitiva la sua opera, ricca di paradossi, aporie, opposizioni e polarizzazioni, fonde le dinamiche del viaggio verticale, alla ricerca di simboli e archetipi, con quelle di un percorso orizzontale, tanto che Andrea Cortellessa, uno dei suoi più sensibili interpreti contemporanei, ha recentemente proposto di leggere i suoi componimenti come esempi di Land Art.

La poesia, pur se spinta quasi al margine, tenta, nonostante tutto (…), di ‘far ricordare’ la presenza dell’ardore originario, anche quando sia tragedia o dramma, anche quando sembri aver perduto essa stessa ogni senso. Continua a puntare sulla vita, per quanto enigmatica essa sia.

L’esordio poetico di Zanzotto è avvenuto all’inizio degli anni Cinquanta con la raccolta Dietro il paesaggio, in cui si rivendicava il complesso tentativo di sanare la ferita fra storia e cultura, fra natura e uomo, che la seconda guerra mondiale aveva lasciato in eredità. Questo “petrarchista impazzito”, come lo definirà Pasolini, che a molti critici di allora era inizialmente sembrato un attardato, legato a poetiche ormai superate, vetuste, in realtà, invece, era e si era da subito gettato nel futuro, dimostrandosi capace di sperimentare e ripensare la tradizione poetica italiana, muovendosi fra lirica ed enciclopedia, mettendo la sua coltissima formazione letteraria in dialogo con gli stimoli provenienti dallo strutturalismo, dall’astronomia, dalla cibernetica, dalle neuroscienze, dalla psicoanalisi e dall’antropologia, nonché dalle novità introdotte dalla fisica e dalla chimica contemporanee.

Nei suoi testi troviamo recuperi del linguaggio infantile, neologismi, citazioni, giochi fonici, termini stranieri (in francese, inglese e tedesco) così come inserti in latino e in greco, riflessioni meta-letterarie, richiami al mondo del fumetto e dello scarabocchio, nonché, soprattutto a partire dalla fine degli anni Sessanta, le risorse del dialetto, terreno di incontro fra il mondo dei defunti e quello del quotidiano. Proprio il dialetto è stato alla base della sua collaborazione con Federico Fellini, concretizzatasi nella stesura di alcuni testi in veneto per il film Casanova del 1976, composti nel segno di una suggestiva alleanza fra sacro e popolare, di un paradossale intreccio di euforia e angoscia. A Pasolini invece lo accomunava lo choc per la mutazione infernale cui il paesaggio viene sottoposto in Italia a partire dagli anni del boom economico, nonché l’idea che la letteratura sia chiamata a svolgere una funzione pedagogica molto prossima a una sorta di passio cristica.

Zanzotto, dunque, da sempre “versato nel 2000”, continua ad abitare con la sua opera il XXI secolo, e lo fa a partire dalla sua capacità di anticipare e problematizzare questioni che oggi più che mai impongono di superare le divisioni fra cultura umanistica e cultura scientifica, a partire dal dibattito che ruota attorno al concetto di antropocene, la nuova era geologica dominata dall’azione dell’uomo e dai rischi che ne derivano per le sorti del nostro habitat. La sofferenza per la devastazione del paesaggio e la crisi ecologica del pianeta diventano negli anni una questione chiave per l’autore al fi ne di leggere la storia del XX e del XXI secolo, tanto che in occasione delle celebrazioni del suo ottantacinquesimo compleanno arriverà a dichiarare: “Prima c’erano i campi di sterminio, ora c’è lo sterminio dei campi ed è la stessa logica”. Così come, con efficace vena sarcastica, criticando l’antropocentrismo della cultura moderna, definirà l’umanità “un’insignificante muffetta che appena sopra lo zero […] ha attecchito sulla terra, essendosi poi anche rivelata velenosa a sé e a tutto”.

Ai suoi lettori di sempre, così come agli “occhi più futuri”, ai nuovi lettori che questa opera saprà conquistare a sé, resta aperta come più preziosa eredità del pensiero artistico zanzottiano la necessità di proseguire il dialogo (spesso apparentemente compromesso) fra psiche e ambiente così come fra poesia, etica e utopia.

Teatr Wielki; applausi scroscianti e parole di solidarietà all’Ucraina al concerto con il violino di Paganini

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Straordinario successo del concerto “La magia della musica italiana con il violino di Paganini” andato in scena ieri al Teatr Wielki di Varsavia. L’evento, reso speciale dalla presenza del violino “Sivori” appartenuto a Paganini, è diventato una serata indimenticabile anche perché svoltosi in un clima di particolare emozione visto l’attacco militare nella notte di ieri della Russia all’Ucraina. Le belle parole di solidarietà al popolo ucraino e di fratellanza tra Italia e Polonia, pronunciate in polacco dall’Ambasciatore d’Italia Aldo Amati e del Sovrintendente del Teatr Wielki Waldemar Dabrowski, che a sua volta si è espresso in italiano, hanno scatenato un lunghissimo applauso della sala gremita. Poi via al concerto con alcuni dei brani più noti della immensa tradizione italiana (arie di Rossini, Mascagni, Puccini, Verdi ed il concerto per violino e orchestra in re maggiore di Niccolò Paganini) diretti dal maestro Patrick Fournillier. Il violino di Paganini è stato invece suonato dal grande virtuoso Vadim Brodski, nato a Kiev e con una lunga carriera professionale alle spalle tra Italia e Polonia. Domani il violino di Paganini sarà protagonista di un altro concerto alla Filarmonica di Cracovia.

Polonia Oggi

 

Guerra in Ucraina: esercito polacco pronto a reagire in caso di necessità, manifestazione davanti l’ambasciata russa

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“Stanotte la Russia ha aggredito militarmente l’Ucraina. Pertanto, tutti i servizi, tutte le autorità statali competenti hanno avviato procedure relative a questo tipo di situazione”, ha affermato stamattina il portavoce del governo polacco Müller. “In queste ore si è svolta una seduta del Comitato Nazionale della Sicurezza con la partecipazione del primo ministro Morawiecki, del vice primo ministro Kaczyński  del ministero della difesa Błaszczak e del ministro degli affari interni Kamiński” ha aggiunto Müller precisando che la Polonia ha fatto una richiesta alla NATO per attivare l’articolo numero 4 del Trattato che prevede un incontro dei membri e un monitoraggio della situazione di potenziale e reale violazione di un stato membro della Nato.” Il portavoce ha confermato anche che le forze armate polacche sono pronte a reagire.” Il presidente Andrzej Duda ha detto stamattina che “Siamo vicini alla Ucraina sia come paese confinante, che come NATO e come Ue e speriamo che questa aggressione russa sarà presto fermata”. Intanto da stamattina c’è una manifestazione davanti all’ambasciata russa a Varsavia in cui campeggiano cartelloni con le scritte “Una Norimberga per Putin”, “Ucraina senza Putin”. Tra le altre conseguenze dell’aggressione militare c’è l’indebolimento dello złoty che attualmente perde 6 groszy sull’euro (cambiato a 4,64 zł) e 8 groszy sul dollaro (4,14 zł).

Polonia Oggi

Nuovo rapporto sul consumo di caffè in Polonia

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È stato pubblicato il rapporto di OOH Café ARC Rynek i Opinia, sul consumo del caffè in Polonia. Secondo la società, quasi la metà dei caffè serviti viene comprata nelle stazioni di servizio; al secondo posto ci sono i negozi alimentari. Tutti e due hanno battuto le caffetterie e i ristoranti, sia quelli tradizionali che i fast food. Per quanto riguarda chi di solito compra il caffè, il 37% sono gli abitanti dei villaggi e delle piccole città. A proposito dell’età invece il 30% sono le persone tra i 35 e i 44 anni, il 24% tra i 25 e i 34. Il gruppo meno numeroso è costituito dalle persone tra i 18 e i 24 anni (6%). La situazione cambia un po’ se si osserva la frequenza nelle caffetterie: il gruppo maggiore, il 28%, sono gli abitanti delle grandi città. Seguono le persone tra i 25 e i 34 anni (il 29%) e quelle che hanno tra i 35 ed i 44  (il 25%). I risultati variano molto se si studiano i tipi di caffè solitamente comprati: l’espresso è il più popolare tra chi ha fra i 55 e i 65 anni (25%), il latte e il latte macchiato viene scelto nel gruppo dei 35-44 anni (il 32%) e infine il cappuccino viene bevuto di più in due gruppi (22-55 anni e 35-44 anni, in tutti e due casi il numero è pari al 24%).

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