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Gli scienziati polacchi: “il vaccino contro il Covid-19 è il più studiato in assoluto”

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Secondo gli scienziati dell’Accademia polacca delle scienze il vaccino contro il Covid-19 è quello meglio studiato di tutti in assoluto, la malattia in sé stessa invece è una delle miglior conosciute tra le malattie infettive. Tale informazione viene da un gruppo di scienziati polacchi provenienti da diverse branche delle scienze come una reazione alla quarta ondata della pandemia che c’è adesso in Polonia, assieme a varie informazioni false che la riguardano.  Gli scienziati sostengono che le persone infettate con la variante Omicron hanno il decorso della malattia più lieve rispetto alle altre varianti, ma che l’infezione con questa variante continua ad essere un pericolo potenzialmente mortale per molte persone, soprattutto in Polonia dove una gran percentuale delle persone rimane non vaccinata. Gli scienziati aggiungono inoltre che si aspetta il numero più alto delle persone ospedalizzate per colpa del Covid nella seconda metà di febbraio, un numero paragonabile a quello del novembre del 2020. In tale situazione hanno deciso di proporre cinque consigli, l’applicazione dei quali dovrebbe diminuire il numero delle persone infettate. Il primo, cosiddetta regola di MDDV cioè: maschere, distanza, disinfezione, ventilazione ma anche “sei ammalato-rimani a casa”; gli scienziati consigliano anche il ritorno al lavoro da remoto dove c’è tale possibilità, anche delle persone vaccinate. Il secondo riguarda le agevolazioni per le persone vaccinate e l’introduzione delle restrizioni per le persone non vaccinate. Il terzo: la promozione di fare i test per tutte le persone interessate e l’incoraggiamento a fare i tamponi regolari ai bambini e allo staff nelle scuole. Il quarto provvede un’intensa campagna di sensibilizzazione riguardante la pandemia, anche nelle scuole. Il quinto ed l’ultimo sarebbe l’adozione delle misure il cui scopo sarebbe la stigmatizzazione delle opinioni che negano i fatti scientifici riguardanti la pandemia.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news,1060447,naukowcy-z-pan-szczepionka-przeciw-covid-19-jest-najlepiej-zbadana

Ugo Pratt: Il maestro di Venezia (II)

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“Una ballata del mare salatoˮ è forse lʼopera più importante di Hugo Pratt, o perlomeno quella che ha segnato il maggior punto di svolta nella sua carriera di fumettista. Anche se la vicenda vede protagonisti molti personaggi, a spiccare di più è il carismatico marinaio che diventerà protagonista di molte storie successive: Corto Maltese.

Figlio di una gitana di Gibilterra e di un marinaio della Cornovaglia, Corto nasce a Malta nel 1887. Nellʼinfanzia studia di tutto e sviluppa numerosi interessi, non diversamente dal suo autore: nella numerosa famiglia veneziana di Pratt, infatti, scorreva sangue inglese, francese, ebraico e turco, fatto che influenzò molto il futuro artista, infondendogli una sensibilità sincretica e un grande interesse per le più diverse culture, paesi e lingue. Del resto, proprio come il suo personaggio più famoso, nel corso della sua vita lʼartista italiano viaggiò molto ed ebbe modo di vedere di persona i tanti luoghi lontani ed esotici che raffigurava nei suoi fumetti.

Fra i numerosi personaggi della “Ballataˮ vanno sicuramente menzionati la giovane Pandora Groovesnore e suo cugino Cain. I due adolescenti, provenienti dallʼAustralia, sopravvivono a un naufragio nel Pacifico e vengono salvati dal pirata Rasputin, che poco dopo soccorre anche lo stesso Corto Maltese. Rasputin, ispirato nel nome e nellʼaspetto al celebre predicatore russo, è un uomo crudele, violento ed egoista e uno spietato assassino, legato da una strana e burrascosa amicizia allo stesso Corto. Il Maltese, invece, in questa prima avventura è per certi versi solo un abbozzo di quello che sarà in futuro, essendo molto più rude sia nellʼaspetto che nel carattere rispetto al personaggio romantico e sognatore delle storie successive (tanto che anche lui, come Rasputin, viene presentato ai lettori come un pirata). La trama della “Ballataˮ ruota intorno alle operazioni belliche nellʼOceano Pacifico, tra la Nuova Guinea e le Isole Salomone, allʼinizio della Prima guerra mondiale; il vero protagonista della storia è però lʼoceano stesso, che diventa teatro di tante vicende umane, grandi o piccole che siano.

Corto Maltese è invece il protagonista assoluto delle storie pubblicate in Francia negli anni 1970-1973. Si tratta di una serie di episodi relativamente brevi che, in ordine cronologico, raccontano i viaggi del marinaio in varie parti del mondo, spesso in cerca di tesori o misteri vecchi di secoli. Le prime undici storie hanno per ambientazione i Caraibi e il Sudamerica, dove Corto incontra personaggi come il giovane inglese Tristan Bantam e la sua sorellastra Morgana, lo studioso (e alcolizzato) Jeremiah Steiner o ancora la misteriosa Bocca Dorata, apparentemente immortale e dotata di poteri magici. Successivamente Corto si reca in Europa, tra Italia, Irlanda, Inghilterra e Francia (altri cinque episodi), per poi ritrovarsi in Africa orientale (le ultime quattro storie). In tutte queste avventure, ambientate tra il 1916 e il 1918, è inevitabilmente presente la Grande Guerra e il Maltese si ritrova spesso, suo malgrado, coinvolto negli eventi bellici.

A partire dal 1974 Pratt torna a realizzare storie più lunghe, sul modello della “Ballataˮ. La prima di esse è “Corte Sconta detta Arcanaˮ, una complessa vicenda di guerra, intrighi e tradimenti ambientata tra Cina, Russia e Mongolia nel 1919-1920, sullo sfondo della guerra civile russa. Qui Corto ritrova lʼamico-nemico Rasputin e conosce la femme fatale Shanghai Lil. La storia successiva, più breve ma non meno interessante, è “Favola di Veneziaˮ, dove gli elementi fantastici e fiabeschi accennati nelle avventure precedenti di Corto diventano più visibili e lʼatmosfera si fa onirica e misteriosa. Nella “Favolaˮ compaiono riferimenti a varie tradizioni esoteriche e soprattutto la massoneria, alla quale lo stesso Pratt era legato nella vita reale. Segue poi una lunga avventura ambientata tra Grecia, Turchia e Asia centrale, “La casa dorata di Samarcandaˮ, di nuovo con Rasputin coprotagonista.

Nel 1981 Pratt inizia a pubblicare, sul quotidiano francese “Le Matin de Parisˮ, una serie di strisce dedicate alle avventure di un Corto diciottenne e al suo primo incontro con Rasputin, avvenuto in Manciuria nel 1905. Fatto curioso, i veri protagonisti de “La giovinezzaˮ sono Rasputin e lo scrittore americano Jack London, mentre il Maltese compare solo verso la fine della storia. Le ultime tre avventure di Corto realizzate da Pratt si svolgono tra il 1923 e il 1925: si tratta di “Tangoˮ, ambientato ovviamente in Argentina, “Le Elveticheˮ, una storia ricca di suggestioni magiche ed esoteriche e infine “Mū – la città perdutaˮ. Questʼultima opera vede il ritorno di tanti personaggi, come Jeremiah Steiner, Tristan Bantam o Bocca Dorata, già conosciuti nelle prime avventure di Corto Maltese pubblicate su “Pif Gadgetˮ. Anche qui le classiche avventure marittime si mescolano ad elementi fantastici e visionari legati al mito dei continenti perduti di Mū e Atlantide. Negli ultimi anni della sua vita Pratt lavorò a unʼaltra storia che avrebbe dovuto proseguire le avventure di Corto e Rasputin dopo “La giovinezzaˮ; di quellʼopera, però, rimangono solo alcune tavole poco più che abbozzate.

Negli anni Novanta, poco prima della morte, Hugo Pratt scrisse due romanzi basati sulle sue precedenti opere a fumetti: si tratta di “Una ballata del mare salatoˮ (1995) e “Corte Sconta detta Arcanaˮ (1996). Sulle avventure di Corto sono state basate anche alcune produzioni animate: la serie televisiva “Corto Malteseˮ, di produzione italo-francese, e il lungometraggio dʼanimazione “Corte Sconta detta Arcanaˮ, entrambi del 2002. A partire dal 2015 sono state pubblicate tre nuove avventure del Maltese realizzate da due autori spagnoli, lo sceneggiatore Juan Díaz Canales e il disegnatore Rubén Pellejero. Il terzo volume, intitolato “Il giorno di Taroweanˮ (2019), è a tutti gli effetti il prequel di “Una ballata del mare salatoˮ.

foto: Sławomir Skocki, Tomasz Skocki

Cambiamenti nel divieto di commercio domenicale

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Dal 1° febbraio 2022 sarà molto più difficile per i colossi commerciali aprire la domenica. Scomparirà la possibilità di “essere un ufficio postale”, il che consentirebbe a tutti gli enti che offrono servizi postali di commerciare. Dopo le modifiche, potranno farlo solo i punti vendita che hanno almeno il 40% del reddito proveniente da servizi postali. La norma che doveva agevolare il funzionamento degli uffici postali nei piccoli centri, è stata invece sfruttata nel tempo solo a vantaggio delle catene di vendita al dettaglio. Le autorità hanno reagito abbastanza rapidamente. Gli emendamenti alla legge sulla limitazione del commercio domenicale sono stati introdotti in pochi mesi dal momento in cui Kaufland – come prima catena di vendita al dettaglio – ha annunciato che avrebbe fornito servizi postali. Kaufland, Netto Polska e Carrefour hanno confermato che dal 1 febbraio non apriranno i negozi di domenica. D’altra parte, Lidl Polska e Biedronka hanno assicurato il rispetto della legge applicabile. Nel 2022 ci saranno un totale di sette domeniche di commercio. Queste saranno: due domeniche prima di Natale, una prima di Pasqua e le ultime domeniche: gennaio, aprile, giugno e agosto.

https://www.money.pl/gospodarka/podwyzki-wykanczaja-kolejna-branze-umieramy-po-raz-drugi-6728734241847968a.html

Roma e i suoi abitanti

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fot. Zofia Romanowska

”La Città Eterna” ha tante sfumature, tanti vicoli, sapori, odori e, soprattutto, abitanti. Di questo si è convinto anche Piotr Kępiński, poeta, critico letterario, saggista, autore del libro ”Szczury z via Veneto” (I topi di via Veneto), che la vive quotidianamente. Ed è proprio di questo lato non scontato della capitale italiana che parleremo.

Roma è l’amante preferita di tutti i registi che le hanno dedicato le più belle poesie d’amore, ma c’è dell’altro in questa città eterna rispetto alle visioni di Fellini, De Sica, Rossellini e Wyler?

Roma è un mondo, un continente a parte. A volte ho l’impres- sione che sia un enorme lastrone che va costantemente a la deriva. Da un lato è fuori dal tempo, dall’altro è intessuta nel tempo. Riunisce il bello e il brutto. Seduce e respinge. Ma è sempre stato così. Senza dubbio, quaranta o cinquant’anni fa’ era più in forma. Oggi è un po’ zoppa. Almeno così la vedo io. Paolo Sorrentino, il regista della ”Grande bellezza”, ha mostrato Roma in modo fantastico. Ma sa cosa differenzia questo film dalle opere di Fellini, che anche lui ha meravigliosamente ritratto la Città Eterna? Il fatto è che l’autore de ”La strada” girava giorno e notte, e Roma da lui emergeva dal passato per poi entrare nell’epoca moderna. Da Sorrentino, invece, abbiamo solo il tempo presente (e, al massimo, una nostalgia di giovinezza). Inoltre, gli scatti più belli di Sorrentino sono stati fatti di notte. Per questo la sua Roma è abbagliante. Sfortunatamente, al mattino, quando si sveglia, non è più così eccezionale. Non è però che la città abbia perso il suo fascino. Certamente no. Vale la pena tuttavia guardare dove si mettono i piedi, per non cadere in qualche buca… I romani scherzano sul fatto che non ci sarà mai un attacco qui, perché i terroristi non arriverebbero sul posto in tempo a causa degli ingorghi, tra l’altro distruggerebbero le sospensioni della macchina…

Ho posto questa domanda perché quando ho letto il Suo ultimo libro, la mia intera visione di una Roma potente è andata in pezzi. Lei priva il paradiso italiano di tutte le fragranze che conosciamo: olio d’oliva, frutti di mare, basilico… Questo non c’è. Roma puzza di piscio oggi?

Non esageriamo. Come ho detto, si tratta di un continente, questi, come sappiamo, non sono monolitici. Roma è anche multicolore, multilivello, ambigua, come ogni metropoli. Sta di fatto che oggi questo mondo sta andando un po’ a pezzi. Se privo il paradiso italiano delle fragranze? Forse in un modo diverso. Non voglio definire l’Italia come un paradiso, ma un Paese normale. Non mi interessano gli stereotipi perché non dicono nulla di serio sulla realtà, ma piuttosto su chi li ripete. Il mio obiettivo era far vedere l’Italia in un momento di crisi. Dopotutto, ammirandola sconfinatamente, in realtà creiamo una visione distorta. Come se non volessimo vedere i problemi. Eppure è un Paese che ha i propri traumi e complessi. Ha alle spalle grandi alti e bassi.

A cui si aggiungono i ratti. Lei cita i dati in cui, secondo gli esperti, nella Città Eterna ci sono più topi che persone, una decina di milioni, e pare che negli anni Novanta ce ne fossero addirittura trenta milioni.

È sicuramente un problema evidente. Tuttavia, volevo che questi ratti fossero principalmente un simbolo e un avvertimento. Dopotutto, il topo è (nella cultura) una creatura fondamentalmente ambigua. Da un lato simboleggia il sacro, dall’altro il profano. È chiaro che è difficile amare i ratti. Ma quando li vediamo morire davanti ai nostri occhi, vuol dire che dovremmo osservare più attentamente la realtà. Abbiamo tralasciato qualcosa per caso? Abbiamo trascurato qualcosa? Così deve essere inteso il titolo del mio libro. I topi escono dai loro nascondigli, salgono dai sotterranei ed entrano nel nostro mondo. Allora manifestiamo disgusto. Ma non è questo che importa è invece la riflessione che interessa.

Perché questa negligenza?

Beh, il motivo è banale: ci sono cumuli di spazzatura in città, perché il sistema di pulizia di Roma non è efficiente. Manca un moderno impianto di incenerimento la cui costruzione è costantemente rimandata. E i topi ballano. Ma non è l’unico aspetto di trascuratezza. Percepisco l’indifferenza per gli spazi comuni.

E non è anche vero che gli italiani (proprio come l’Europa occidentale) sono diventati estremamente pigri nel coltivare la loro identità, la memoria. La libertà ti rende pigro e questa pigrizia fa si che cresca il degrado?

Gli italiani sono soprattutto un popolo molto laborioso e variegato. Non è giusto generalizzare, Roma, Milano, Torino sono città che bisogna raccontare separatamente perché ogni parte del paese ha la propria storia. Secondo me i valori identitari o regionali sono coltivati. Comunque è vero che l’approccio degli italiani verso la storia e il passato è diverso di quello dei polacchi che hanno un’altra storia e altri problemi. Ho l’impressione che gli italiani riescano a distanziarsi dal passato e non lo trattano in modo così isterico come i polacchi. Bisogna imparare da loro. Ritornando invece alla domanda se l’Italia non è un paese unitario possiamo dire che Roma è un po’ come Varsavia ovvero ci arrivano persone da varie regioni perché qui trovano varie istituzioni, ministeri, sedi delle multinazionali etc. Quando arriva ferragosto la città si svuota perché tutti tornano nelle loro città. Nella capitale invece restano solo i romani. Probabilmente le generazioni più giovani di romani devono capire meglio la città e cominciare a trattarla come propria. Spero tanto che sarà così e che i problemi siano temporanei. Forse finalmente sceglieranno un sindaco migliore? Le elezioni saranno in autunno.

A causa della sporcizia muoiono ogni anno più persone che di covid-19!

Sì se parliamo dell’inquinamento atmosferico. Gli italiani e i polacchi, sono nella stessa situazione da questo punto di vista.

Il degrado è associato da tanti con le comunità dei rom che molti italiani non vogliono vedere nel proprio paese. Secondo i dati Censis (dicembre 2018), il 69,7% degli italiani non vorrebbe avere come vicini i rom, e il 52% delle persone è convinta che si fa di più per gli immigrati che per gli italiani. Che status hanno i rom a Roma?

Non hanno nessun status. Vivono fuori dalla società. Possono contare solo su sé stessi. Gli italiani in genere non si lamentano degli immigrati ma purtroppo non amano i rom. Esiste una massa di organizzazioni non profit e religiose che supportano i rom ma ci sono anche gli italiani che mettono fuori i cartelli: “Potete crepare dalla fame” o “Andatevene via”. Il problema non è risolto. I campi rom sono pieni, i camper dove vivono girano per la città. È una questione aperta.

Lei descrive anche i posti oltre al confine del “sacro GRA”, raccontando ad esempio la Sardegna che sta un po’ fuori dal tempo e dalla storia, è un’isola trattata dal resto del paese un po’ come un intruso. Possibile che i sardi ambiscano all’autonomia?

No, sono solo simpatiche fantasie. Colorate e eccitanti per i giornali ma sempre fantasie. Scrivo nel libro sui due sardi intelligenti e simpatici che hanno deciso che l’isola si unisce con la Svizzera. Hanno creato un partito. Sono molto attivi nel lavoro per l’unità. Sento già i romani che dicono: che problema c’è, che si uniscano se vogliono… Ma anche se il capoluogo sardo, Cagliari, appartiene all’Italia sembra un po’ fuori dalla storia e dal tempo. Davanti le istituzioni pubbliche vediamo le bandiere italiane ma sui palazzi privati ci sono le bandiere sarde. In Sardegna si pensa diversamente per questo motivo si parla di separazione.

Non molto tempo fa Jarosław Mikołajewski mi ha raccontato della Sicilia che non è governata dalla mafia che frequenta i casinò di Mosca bensì, come nel quartiere San Berillo, dalle persone di colore e i trans che si confessano da don Pippo. Nel suo libro Roma è governata non solo dai ratti e dai rom ma anche dai filippini, tossicodipendenti, cani, mafie locali e prostitute. Che cosa c’è di affascinante in questa Roma non edulcorata che emerge dai media?

Quando vado dal mio barbiere e lui mi racconta della sua casa sull’Adriatico mi rilasso. Da Alessandro il taglio è un’arte. Non ha fretta, chiacchiera, fa domande. Capita che si fermi per parlare con un amico che si è avvicinato con lo scooter. Mi lascia cinque minuti per parlare con sua moglie. E io leggo il giornale. Mi piacciono i momenti del genere. Quando pedalo lungo il Tevere sento che non esiste una città migliore di questa come quando vado a mangiare la pizza più buona del mondo alla pizzeria Trentino che si trova nel mio palazzo. Sono momenti di pura felicità. E quando voglio scrivere la città mi parla da sola e dice che non dovrei edulcorare perché Roma non è così, è agrodolce. Tratto la città un po’ come un organismo vivo…

Esiste anche una Roma “non romana”!

Ovviamente, vi invito al Flaminio, il mio quartiere dove c’è anche una piccola Londra. Ma non voglio svelare troppo, è uno dei capitoli del mio libro. Invito tutti a scoprire la Roma non turistica!

traduzione it: Amelia Cabaj

Eurodeputati PiS e PO scrivono alla Commissione europea

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Su iniziativa di Jerzy Buzek (PO) e Bogdan Rzónca (PiS) quasi 80 eurodeputati hanno scritto una lettera alla Commissione europea, appellandosi alla tassonomia, ovvero al finanziamento sostenibile per la transizione dal carbone al gas. La lettera è stata sostenuta anche dall Germania, Francia, Italia, Finlandia, Grecia, Romania, Bulgaria, Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Lituania e Lettonia. Buzek e Rzońca sottolineano che la tassonomia è una questione di fondamentale importanza per la Polonia, e che tali disposizioni permetterebbero all’abbandono dell’uso del carbone nell’energia elettrica e nel riscaldamento, obiettivo dell’Unione Europea per il 2050. A fine anno, la CE ha pubblicato una bozza preliminare sulla tassonomia, in cui proponeva di classificare l’energia nucleare e il gas naturale come fonti energetiche verdi. I deputati indicano che le centrali elettriche a gas naturale possono consentire un’integrazione maggiore delle fonti di energia rinnovabile nel sistema energetico UE, e hanno chiesto alla Commissione di riconoscere le differenze regionali tra gli Stati membri e di ridurre la povertà energetica in Europa. Gli eurodeputati concludono la lettera dichiarando: “Questo è tanto più urgente in vista dell’aumento dei prezzi questo inverno. Si prega di prendere in considerazione tutte le nostre proposte insieme ai criteri di valutazione tecnica sull’energia nucleare e sul gas naturale. Tale atto è necessario per garantire elettricità e calore ai nostri cittadini e all’industria, per accelerare la giusta transizione energetica per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE per il 2030 e il 2050”.

https://forsal.pl/biznes/energetyka/artykuly/8337966,europoslowie-pis-i-po-pisza-wspolny-list-do-ke-ws-gazu-i-rosnacych-cen-energii.html

Istituto Italiano di Cultura, eventi del mese di gennaio

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27 gennaio

Per la Giornata della Memoria 2022, l’Istituto Italiano di Cultura presenterà il progetto “Alfieri di Memoria” in collaborazione con “Il treno della Memoria” e l’Amministrazione comunale di Trento con collegamenti online ed interventi in streaming dei diversi protagonisti.

Verrà inoltre presentato, in collaborazione con l’associazione “La Memoria Viva”, il libro “La Bambina che non sapeva odiare” del giornalista Paolo Rodari, dedicato alla sopravvissuta Lidia Maksymowicz, che sarà presente all’incontro. L’evento si terrà nella Sala Conferenze dell’Istituto Italia dino Cultura, ore 16:30

A seguire, verrà presentato il libro “Brest: Resistenza e canti di libertà nella Polonia in fiamme” della scrittrice e giornalista Antonella Roncarolo, dedicato all’epopoea del II Corpo d’Armata polacco, in collaborazione con la casa editrice Infinito Edizioni. L’evento si terrà nella Sala Conferenze dell’Istituto Italiano di Cultura, ore 18:00

Alle ore 19, nella Galleria dell’Istituto, verrà inaugurata la mostra fotografica “70072 la bambina che non sapeva odiare”, dedicata al contesto storico del campo di Auschwitz e alla figura di Lidia Maksymowicz, organizzata dall’Associazione “La Memoria Viva”.

Durante le manifestazioni, verranno rispettate le regole anti-covid: a tutti i partecipanti sarà richiesto il greenpass, di rispettare le regole di distanziamento nonché l’uso della mascherina.

[Aggiornamento 20.01.2022] Situazione attuale in Polonia rispetto all’epidemia di COVID-19

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In Polonia questa settimana si registra una sensibile crescita sotto il profilo dei nuovi contagi (+43%), probabilmente a seguito della diffusione della variante Omicron, tuttavia calano i morti (-7%).

Il numero complessivo dei casi attivi è 489.457 (settimana precedente 412.555), di cui in gravi condizioni 1.297, lo 0,3% del totale.

Gli ultimi dati giornalieri 32.835 nuove infezioni (su 125.000 test effettuati), con 315 morti da coronavirus nelle ultime 24 ore.

Il numero delle vittime nell’ultima settimana è stato di 1.959 morti (settimana scorsa 2.108) e la situazione nelle strutture sanitarie polacche risulta al momento stabile, con diminuzione delle terapie intensive occupate.

Sono ospedalizzati 13.770 malati di COVID-19 (scorsa settimana 16.307), con 1.297 terapie intensive occupate (scorsa settimana 1.654).

Attualmente sono state effettuate 50.107.831 vaccinazioni per COVID-19. La copertura sul totale della popolazione è di circa il 56,6%, inferiore alla media UE 69,4%. L’Italia ha copertura sul totale della popolazione pari al 74,4% (https://vaccinetracker.ecdc.europa.eu).

Resta in vigore l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso. Sono aperti bar e ristoranti con capienza massima ridotta al 30% di non vaccinati e sono consentite riunioni fino a 100 persone. Sono aperti hotel, centri commerciali, negozi, saloni di bellezza, parrucchieri, musei e gli impianti sportivi, anche al chiuso, ma con capienza massima ridotta al 30%, limite in cui non sono calcolate le persone vaccinate. Sono chiuse, discoteche e sale da ballo. Ogni attività è sottoposta a regime sanitario e sono previste limitazioni sul numero massimo di persone consentite, in linea generale è consentita 1 persona ogni 15 m2, a capacità limitata al 30% di non vaccinati e con norme di distanziamento per limitare le occasioni di contagio.

Per quanto riguarda gli sposamenti, salvo per vaccinati o ingressi con presentazione di test COVDI-19 negativo PCR molecolare o test antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti, resta in vigore l’obbligo di quarantena di 10 giorni.

Per gli ingressi in Polonia da paesi al di fuori dell’area Schengen è prevista quarantena automatica obbligatoria di 14 giorni, fino alla presentazione di un test negativo effettuato in Polonia successivamente all’ingresso, ma non prima di 7 giorni dal momento dell’ingresso nel paese. Sono escluse dall’obbligo di quarantena le persone vaccinate per COVID-19 con vaccini approvati dall’EMA, ma è necessario anche per i vaccinati sottoporsi a un test covid prima dell’ingresso in Polonia da paesi al di fuori dell’area Schengen.

ATTENZIONE: per i rientri in Italia da paesi area Schengen è necessario la presentazione di un test covid negativo, anche per i vaccinati, fino al 31 gennaio

Si raccomanda di limitare gli spostamenti e monitorare i dati epidemiologici nel caso di viaggi programmati da e verso la Polonia.

Per spostamenti all’interno dell’UE, si raccomanda di verificare le restrizioni nei singoli paesi sul portale: https://reopen.europa.eu

***

Informazioni per i cittadini italiani in rientro dall’estero e cittadini stranieri in Italia tra cui le risposte alle domande:

  • Ci sono Paesi dai quali l’ingresso in Italia è vietato?
  • Sono entrato/a in Italia dall’estero, devo stare 14 giorni in isolamento fiduciario a casa?
  • Quali sono le eccezioni all’obbligo di isolamento fiduciario per chi entra dall’estero?
  • E’ consentito il turismo da e per l’estero?

Per gli spostamenti da e per l’Italia a questo link le informazioni del Ministero degli Esteri:
https://www.esteri.it/mae/it/ministero/normativaonline/decreto-iorestoacasa-domande-frequenti/

La situazione Polonia verrà aggiornata all’indirizzo: www.icpartners.it/polonia-situazione-coronavirus/

Per maggiori informazioni:
E-mail: info@icpartnerspoland.pl
Telefono: +48 22 828 39 49
Facebook: www.facebook.com/ICPPoland
LinkedIn: www.linkedin.com/company/icpartners/8

Maserati A6 GCS-53 Berlinetta Pinin Farina, (la) Passione del Collezionista (II)

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Continuando il tema dell’ultimo articolo, cominciamo dalla collezione più grande, cioè dalla collezione del Sultano del Brunei. Tutte le sue macchine sono state comprate nuove di zecca e la maggior parte è stata realizzata su ordine, con chilometraggi vicini a zero. Più di 300 Ferrari bizzarre sono solo una piccola parte dell’intera collezione, tra le quali troviamo la Ferrari Testarossa F90 Speciale bruttissima, della quale esistono sono 6 esemplari e il Sultano ne ha… proprio 6.

L’equivalente del Sultano nel mondo di modellini è l’ex-pilota di rally libanese Nabil “Billy” Karam, che nel 2011 ha stabilito un record del Guinness imbattuto fino ad oggi, accumulando quasi 40 mila modellini. Le macchine sono oggetti da collezione per i più famosi e i più ricchi, lo stilista Ralph Lauren (il valore della sua collezione ammonta a 350 milioni dollari), musicisti Jay Key, Wyclef Jean, Nick Mason, uomini d’affari Ken Lingenfelter, Mukesh Dhirubhai Ambani o le TV star quali Jay Leno per nominare alcuni. Negli hangar presso l’aeroporto Burbang in California Big Dog Garage Leno parcheggia circa 200 modelli in costante rotazione. Un tempo vi si trovava la replica ideale dell’Alfa Romeo 8C 2300 Monza, realizzata da un’azienda argentina Pur Sang. Se avete mezzo milione di dollari e abbastanza pazienza per fare la fila l’Alfa può essere vostra, però state attenti chiamando Pur Sang: non dite mai che volete una copia di Monza, perché probabilmente brucerete i ponti tra voi e gli argentini. Secondo loro, l’azienda non produce delle repliche, ma Alfa Monza vere e proprie, realizzate con la stessa tecnologia e con gli stessi materiali come ai vecchi tempi, come se gli ultimi 90 anni non esistessero.

Lasciando il Museo Nicolis visitato qualche mese fa, viaggiando verso sud arriviamo a cosiddetta “Terra di Motori” cioè Emilia Romagna dove si trovano le sedi di aziende come Maserati, Ferrari, Lamborghini, Pagani, Ducati e Stanguellini. 18 collezioni private notevoli, 13 musei da ammirare, tutto dedicato all’arte italiana automobilistica, un tema molto ampio che merita d’essere sviluppato in un altro articolo.

Oggi arriviamo solo ad uno di questi posti speciali, legato alla passione di collezionare in due modi. Alla periferia di Modena si trova la fattoria “Hombre”, appartenente alla famiglia Panini che si occupa dalla produzione del Parmigiano Reggiano. Fu azienda, fondata nel 1961 da Giuseppe Panini a interessare milioni di bambini, prima in Italia e poi in tutto il mondo, al collezionismo. Panini stampava figurini di calciatori da raccogliere e incollare in un album speciale, poi i Panini introdussero una grande novità, cioè le carte autoadesive. Uno dei fratelli, che nel 1963 entrò a far parte di questo progetto fu Umberto, nato a Maranello [sic!], che, sfruttando la sua passione per la meccanica in generale, si occupò dell’aspetto tecnico della produzione. Nel 1988 i Panini vendettero la loro azienda, che fino ad oggi rimane leader indiscusso del suo settore. Allora Umberto decise di realizzare i suoi sogni, dedicandosi interamente alla modernizzazione della fattoria “Hombre”, acquistata nel 1972. Quando si parla del settore automobilistico, il nome spagnolo viene associato piuttosto con la Lamborghini, ma la sua storia risale al 1957, quando Umberto ricevette questo soprannome viaggiando in cerca di felicità nel lontano Venezuela.

Nel 1993 la Maserati, appartenente a Alejandro De Tomaso di nuovo si trovò in pericolo fi nanziario e fu acquistata dalla Fiat, l’accordo però non includeva la società che gestiva il museo presso la fabbrica. Nel 1996 De Tomaso chiese la restituzione delle macchine del museo. Appena restituite, le portò in Inghilterra, alla casa d’aste “Brooks” per venderle. Grazie all’intervento del Ministero della Cultura d’Italia e del sindaco di Modena, grazie a numerose associazioni locali e ai fondi di Umberto Panini si riuscì ad evitare la vendita e tutte le 19 macchine trovarono un rifugio tranquillo a Hombre, in un padiglione progettato proprio a tal fine in stile Liberty. Tra le colonne di ghisa del padiglione, oltre a modelli antichi della Maserati, troviamo anche più di una decina d’auto d’epoca italiane ed una notevole collezione di moto. Per quanto riguarda la Maserati, vi possiamo ammirare modelli familiari a noi quali 250F [Gazzetta Italia 85], 3500 GT [GI 69], Ghibli [GI 80], ma anche lo straordinario 420M/58 Eldorado, il modello 6C 34 o il prototipo Chubasco del 1990.

Per me la cosa più attraente è la Maserati probabilmente più bella di tutte: A6 GCS-53, una delle prime prodotte nella versione “Berlinetta” [numero di telaio 2056].

All’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso furono introdotte nuove norme per macchine da rally, una delle quali imponeva obbligo di usare benzina normale, senza modificazioni (all’epoca si aggiungeva quasi sempre metilene e acetone), il che costrinse Gioachino Colombo, costruttore di motori della Maserati, a modernizzare il modello sportivo A6 GCS 2000, prodotto dal 1947, per adeguarla ai nuovi regolamenti. Un’altro nome misterioso, tipico per gli italiani, A6 GCS 2000 si riferisce al nome Alfieri (il nome del fondatore dell’azienda), 6 cilindri, blocco motore di ghisa e poi semplicemente Corsa Sport del 1953. Nel periodo 1953- 57 furono prodotti 52 esemplari di questo modello, 48 dei quali con carrozzeria spider, progettata da Medardo Fantuzzi. La maggior parte di macchine da rally dell’epoca aveva la carrozzeria decappottabile, ma gli estremi agenti atmosferici durante la rally Mille Miglia nel 1953 spinsero il rivenditore romano della Maserati Mimmo Dei ad includere nella sua offerta una macchina resistente a pioggia e a tempeste. Anche se Pinin Farina progettò la versione “berlinetta” su sua richiesta, le quattro macchine prodotte ufficialmente non si chiamavano Maserati, poiché il designer era vincolato da un contratto con la Ferrari, che considerava l’azienda di Modena sua rivale. Allora Dei chiamo le macchine Scuderia Centro-Sud, aggirando in questo modo il divieto della Ferrari, soddisfatta da tale soluzione, nonostante il tridente “ostile” attaccato alla calandra. Diversamente dalle vittorie numerose (più di 70 primi posti) ottenute dalla spider di Fantuzzi, la versione di Pininfarina non ottenne successo e i piloti dell’epoca la consideravano poco comoda, poco aerodinamica e credevano che, ironicamente, la cabina si riscaldasse troppo rapidamente durante gare, allora subito dopo la carrozzeria originale delle quattro macchine fu sostituita con una senza tetto. Qui devo menzionare il fatto che per i successivi 50 anni ogni Maserati riuscì ad evitare lo stigma di Pininfarina*, che è cambiato solo nel 2003 con la V generazione di Quattroporte. Magari è colpa della “Berlinetta”? Nel frattempo, per fortuna, appena A6 CGS perse i suoi valori sportivi, i successivi proprietari notarono la bellezza delle linee di Farina e ripristinarono la silhouette originale della macchina.

In Polonia ci sono alcune collezioni interessanti, quella al castello Topacz per citarne una, vorrei però attirare la vostra attenzione su un nuovo progetto di un gruppo di appassionati, cioè il Museo Tesoro Nazionale (pol. Muzeum Skarb Narodu). Più di 300 macchine, la maggior parte una volta guidata dai polacchi; oggetti del desiderio del nostro paese, esposte in un luogo caro a ogni appassionato di motori: in un padiglione presso la vecchia fabbrica Żerań FSO.

Oggigiorno si condanna sempre di più il consumismo (giustamente!), ma vi prego, non fate di tutta l’erba un fascio. I collezionisti raccolgono tutte le cose che secondo loro è importante non dimenticare per conservarle per le generazioni future. Sono convinto che la maggior parte di loro prendono a cuore il motto di vita di Umberto Panini: “Fai del bene, dimenticando di farlo”. Cari collezionisti, vi auguro soprattutto di avere sempre spazio per nuovi oggetti, con il resto ve la caverete!

Il modello 1/18 di Rocco, raccoglie opinioni favorevoli, pian piano diventando irraggiungibile. L’unica cosa che non mi piace sono i colori troppo sgargianti. Modello blu scuro, chiuso, di BoS è A6GCS-54 Zagato. L’azienda milanese nel 1955-57, tranne uno spider produsse 20 esemplari di coupé e ogni esemplare era un po’ diverso, il che era normale a quei tempi. Per esempio, il telaio 2121 fu l’unico a ricevere la carrozzeria con il segno distintivo di Zagato, cioè una tetta con rigonfiamento doppio.

La scala 1/43 [Metro] mostra la versione laureata dello spider di Fantuzzi alla Mille Miglia del 1954.

*Nel 1961 Battista “Pinin” Farina cambiò il cognome in Pininfarina.

Anni di produzione: 1954
Esemplari prodotti: 4 esemplari
Motore: in linea, 6 cilindri
Cilindrata: 1986 cm3
Potenza/RPM: 170 KM / 7300
Velocità massima: 235 km/h
Accelerazione 0-100 km/h (s): 7,5
Numero di cambi: 4
Peso proprio: 900 kg
Lunghezza: 3480 mm
Larghezza: 1530 mm
Altezza: 860 mm
Distanza interasse: 2310 mm

foto: Piotr Bieniek
traduzione it: Justyna Bryłka

Corte suprema: limitazione dei media al confine bielorusso viola libertà costituzionali

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Il difensore civico dei diritti umani della Polonia ha informato della sentenza emessa dalla Camera penale della Corte suprema, che ha assolto i tre giornalisti del canale televisivo franco-tedesco ARTE e dell’agenzia AFP, accusati di soggiornare illegalmente nella zona di emergenza al confine con la Bielorussia. L’emergenza è stata introdotta con un decreto del presidente Andrzej Duda, ed rimasta in vigore dal 2 settembre al 30 novembre, e con un successivo decreto del ministro degli affari interni lo è ritornata dal 1° dicembre. Il difensore civico ha presentato ricorso contro la condanna dei giornalisti (detenuti dal 28 settembre), sottolineando che il governo aveva ecceduto nelle restrizioni e che era stato impreciso nello specificare l’area, le strutture, gli orari e le entità coperte dalle restrizioni. La Corte (presieduta da Tomasz Artymiuk, Barbara Skoczkowska e Włodzimierz Wróbel), nella motivazione della sua sentenza, ha ricordato l’obbligo costituzionale dello Stato di proteggere i diritti e le libertà degli individui, indipendentemente dall’eccezionalità delle circostanze: libertà di movimento, di residenza e del domicilio. Il tribunale ha, inoltre, sostenuto l’argomentazione del difensore civico, sottolineando che la costituzione garantisce anche la libertà di stampa e la diffusione delle informazioni, che legittimano la presenza dei tre giornalisti stranieri.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C1056002%2Csad-najwyzszy-w-przepisach-ws-stanu-wyjatkowego-doszlo-do

2020 buon anno per gli investimenti esteri diretti in Polonia

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La Banca nazionale polacca ha informato che nel 2020 l’influsso del capitale derivante dagli investimenti esteri diretti è stato pari a 54 miliardi di złoty. A crescere il suo valore sono stati soprattutto i reinvestimenti dei rendimenti (pari a 44,2 miliardi di złoty), gli acquisti e l’apporto di capitale (16,8 miliardi di złoty). A diminuire il saldo, invece, sono state le operazioni da parte degli strumenti di debito. L’impatto della pandemia sul flusso degli investimenti esteri diretti ha causato globalmente un calo del 35%, ma in Polonia in quel periodo del tempo il valore di questo tipo di investimenti è cresciuto del 4% rispetto al 2019. La crescita è derivata in gran parte dalle decisioni degli investitori che hanno reinvestito i rendimenti raggiunti nelle imprese non polacche. Secondo la Banca nazionale i debiti derivanti dagli investimenti esteri diretti sono stati pari a 938,6 miliardi di złoty. La crescita del valore dei titoli e delle azioni ha fatto sì che la differenza fosse pari a 24,9 miliardi di złoty con una crescita del 2,7%. La Banca centrale ha fatto presente che i maggiori investitori diretti in Polonia sono la Germania, la Francia e gli Stati Uniti, sottolineando l’importanza degli investimenti nell’industria automobilistica.

https://www.polskieradio24.pl/42/273/Artykul/2886707,Mimo-pandemii-wartosc-zagranicznych-inwestycji-w-Polsce-wzrosla-NBP-tlumaczy-dlaczego