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Rafał Trzaskowski in testa alla “Parata del Pride. Varsavia per tutti”

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Sabato a Varsavia ha avuto luogo la ventesima parata del Pride. Dopo la parata, cioè circa alle 18:00, la polizia della capitale ha informato che “era tutto tranquillo e il traffico su tutte le strade è stato ripristinato”. L’evento si è svolto con il patrocinio del sindaco della capitale Rafał Trzaskowski che era in prima linea della marcia. “Saremo sempre al fianco dei più deboli, ovvero di chi rischia di essere marginalizzato nella società o che è oggetto di attacchi”, ha detto Trzaskowski. Gli organizzatori non hanno ancora annunciato quante persone hanno partecipato alla parata. Tuttavia, il numero di partecipanti era sicuramente sull’ordine delle migliaia. “La parata è una festa della comunità LGBT+, ma anche di tutti coloro che sono tolleranti, che sorridono; di tutti coloro che guardano al futuro, che vogliono che Varsavia sia per tutti”, ha detto il sindaco prima della parata. Al sindaco è stato anche chiesto qual è il livello di attuazione della “carta LGBT”, firmata nel 2019. “Stiamo mantenendo le nostre promesse”, ha risposto Trzaskowski che ha anche sottolineato che presto verrà costruito un’ostello per le persone LGBT cacciate di casa. La parata si è svolta nel rispetto del regime sanitario. “Data la situazione epidemiologica, si chiede di indossare le mascherine e, ove possibile, di mantenere la distanza di sicurezza”, hanno chiesto gli organizzatori. Rafał Retmaniak del Dipartimento di Polizia della Capitale ha informato che l’evento si è svolto in sicurezza.

https://tvn24.pl/tvnwarszawa/srodmiescie/parada-rownosci-w-warszawie-utrudnienia-w-ruchu-5125381

Sicilia, ogni giorno una sorpresa

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Ania Dudar è l’autrice del profilo Instragram ”pizzagirl.patrol”, del blog www.pizzagirlpatrol.com/pl e di e-book sull’Italia. Ha scoperto il suo amore per la Sicilia grazie al programma Erasmus per imprenditori. Dopo le ore d’ufficio visitava mete turistiche ancora non scoperte, esplorava la cultura italiana e tutto ciò che ha imparato ora lo condivide con gli altri. Ci parla del suo progetto commerciale, della quotidianità italiana e del cibo.

Com’è cominciata la tua avventura con il programma Erasmus per imprenditori?

La decisione di partecipare al programma è stata piuttosto spontanea. Ho lavorato per due anni in un’azienda specializzata in design di siti e di app per dispositivi mobili. Ma dopo un po’ di tempo mi sono resa conto che il lavoro a tempo pieno non fa per me e che volevo aprire un’impresa tutta mia o lavorare come libero professionista. Non sapevo bene come farlo e non mi sentivo pronta. Per caso ho trovato la pubblicità dell’Erasmus per imprenditori su Facebook. Il progetto mi sembrava molto interessante, quindi ho cercato più informazioni. Non pensavo che il programma Erasmus fosse destinato anche agli adulti, ma ho scoperto che era perfetto per me. Prima di decidere mi serviva qualche mese per rifletterci, perché la partecipazione al programma portava con sé l’interruzione del lavoro. Però ho deciso di correre il rischio e ho inviato la mia applicazione. Il programma non prevede limiti d’età ed è destinato alle persone che in futuro vogliono avviare un’azienda o l’hanno già, ma non da più di 3 anni. È una possibilità ottima per andare all’estero e, nello stesso tempo, imparare come gestire la propria azienda. La scelta di un’azienda con la quale si coopera dipende dal tipo di attività che ci interessa. Finito il programma, si dovrebbe fondare un’azienda, ma non è obbligatorio. Questo tipo di Erasmus è diverso dagli scambi per studenti: non è un tirocinio, ma un modo di costruire rapporti commerciali con imprenditori esteri. La cooperazione si basa sullo scambio delle competenze. Condividevo idee e soluzioni innovative mentre insieme alla mia azienda abbiamo migliorato le nostre competenze linguistiche.

Come si sceglie l’azienda con cui collaborare?

Prima di tutto bisogna formulare un business plan, se viene accettato si ha l’accesso ad una base di aziende interessate alla partecipazione al programma. In Italia, la base è costituita da quasi 600 aziende di marketing: dovevo sfogliare le loro pagine, esaminare i loro portfolio e decidere con quale volessi cooperare.

La Sicilia era la tua prima scelta?

No. Mi sono inizialmente concentrata sulle aziende del Nord, tra cui Milano, e non pensavo alla Sicilia. Uno cerca da solo un’azienda con cui collaborare, ma anche le aziende possono farci delle offerte. Ogni partecipante riceve una borsa di studio, che in Italia ammonta a 900 euro. Ma, avendo calcolato i costi della vita, ho pensato che sarebbe stato difficile mantenersi al Nord. Subito dopo ho ricevuto un’offerta da un’azienda della Sicilia, regione che avevo associato solo con il turismo e mi ha sorpreso molto che vi operavano agenzie di marketing. È cruciale la decisione con chi scegliamo di lavorare e io ho sentito un bel approccio nei contatti con questa azienda siciliana. Sapevo anche che quest’azienda si occupava della gestione di social media, marketing online e di creazione di un’immagine di marca e che mi offriva tante prospettive per il futuro. Tutto questo mi ha fatto scegliere quella offerta e così mi sono trasferita in Sicilia.

Come si lavora in un’azienda italiana?

Ho avuto un orario di lavoro regolare, però a volte uscivo prima o dopo. All’inizio avevo qualche dubbio su Catania, ho letto parecchie opinioni sfavorevoli. Originariamente avrei dovuto trascorrere 4 mesi in Italia, il programma non dura più di 6 mesi. Avrei dovuto tornare in aprile, ma il soggiorno si è prolungato a causa della pandemia. Nell’ufficio mi occupavo dei progetti in corso e nello stesso tempo imparavo tanto, per esempio durante le sessioni di mentoring.

Il lavoro richiedeva la conoscenza della lingua italiana?

Durante il programma ho usato sia inglese sia italiano, che studio da alcuni anni. Però dopo essere tornata da Firenze in Polonia, ho avuto un’anno di pausa e non mi sentivo proprio sicura in italiano. Quando sono partita per la Sicilia conoscevo un po’ d’italiano, diciamo che capivo più di quanto sapevo parlare. Nell’azienda all’inizio comunicavamo inglese, ma dopo solo un mese siamo passati all’italiano, fatto che mi ha spinto a studiare la lingua.

Gli italiani come ti hanno accolto?

Fin dall’inizio mi sono sentita molto bene in Sicilia, i siciliani sono davvero accoglienti, cordiali e attenti. Dopo solo una settimana mi sentivo come se fossi a casa. Al lavoro tutti mi hanno accolto calorosamente, durante le pause parlavamo sempre del cibo e della cultura italiana. Durante il lockdown i miei amici mi hanno aiutato molto. A volte, finito il lavoro, ci incontravamo e giravamo per le loro città d’origine. Fino ad oggi siamo in contatto. Ho conosciuto anche tantissimi siciliani fuori dal lavoro, l’80% del tempo l’ho passato con loro che mi portavano dai loro amici o dalle loro famiglie.

I tuoi e-book sono collegati al programma Erasmus?

No, è già da tempo che sono attiva su Internet. 3 anni fa ho aperto il mio blog, 4 anni fa ho fatto un profilo su Instagram. L’idea per un blog è nata durante i miei studi a Firenze, quando ho deciso di condividere le mie esperienze dal punto di vista di un abitante, piuttosto che di un turista. Ho notato che tutto quello che sapevo andava ben oltre il contenuto standard di questo tipo di blog. Credo che si possa conoscere davvero un luogo solo abitandoci un po’ più a lungo e incontrando la gente del posto. Volevo condividere i miei consigli, condividere la mia esperienza dell’Italia autentica. In Sicilia mi ha affascinato il cibo. La regione viene spesso associata con i cannoli, ma ha da offrire molto di più. I miei e-book descrivono diversi piatti, uno è dedicato interamente a Catania, l’altro parla della Sicilia orientale. Entrambi presentano oltre 50 tra bar e ristoranti affidabili, che si distinguono per il gusto, l’atmosfera e il paesaggio.

L’idea per gli e-book è nata durante il tuo soggiorno in Italia?

No, un e-book sulla cucina italiana lo volevo scrivere anche prima, ma mi mancava l’ispirazione. Partendo per l’Erasmus per imprenditori volevo acquisire conoscenze relative alla gestione di un’azienda, volevo anche sfruttare il tempo libero e sviluppare il mio blog, poi è nata l’idea degli e-book. Li ho scritti durante il lockdown, quando avevo più tempo libero. Per 2 mesi, ogni giorno, preparavo il contenuto, il testo era pronto a metà maggio e poi mi occupavo, tra le altre cose, dell’aspetto visuale.

Tornata dall’Italia, hai usato le competenze acquisite lì?

Sì, ho avviato un’impresa per pubblicare gli e-book e poi cercavo nuovi clienti, aziende interessate ai servizi marketing. Al momento mi occupo della vendita di e-book e dello sviluppo del mio blog, offro servizi di marketing e mi occupo degli audit di profili su social media.

fot. Pablo Passariello

Che cosa ti ha colpito di più in Sicilia?

Per me la Sicilia è al primo posto per quanto riguarda la gente, la natura, i monumenti, il tempo e ovviamente il cibo. Vi si svolgono parecchi concerti ed altri eventi interessanti, per me è stato davvero memorabile il Carnevale di Acireale. Per quanto riguarda il cibo, penso che frutta e verdura siciliane siano sempre fresche e gustose e i dolci (crema di pistacchio, ma non solo) siano i migliori d’Italia. Anche se ci sono stata quasi 9 mesi, non è ancora abbastanza e so che è rimasto tanto da scoprire. La Sicilia ci sorprende ogni giorno, non sospettavo che una regione potesse nascondere così tante curiosità.

Quali altri luoghi hai visitato in Italia?

Puglia, Calabria, Valle d’Aosta, Milano, Venezia, Roma. Comunque, ho abitato solo a Firenze e in Sicilia ed era davvero un’esperienza molto particolare avere accesso a tutto quello che solitamente non si coglie a prima vista.

Che cosa, secondo te, rende speciale la cultura italiana?

Gli italiani sono molto aperti, cordiali, sanno riposarsi e divertirsi, apprezzano il tempo libero. Per uscire con qualcuno non aspettano il weekend, lo fanno anche in mezzo alla strada dove si vedono cittadini presi dalla conversazione. In Sicilia è anche molto impor-
tante la famiglia.

Si può mangiare bene un piatto tipico italiano in Polonia?

Credo di sì, però bisogna sapere dove. La differenza è soprattutto l’atmosfera dei locali, in Italia si tiene molto all’intera esperienza del mangiare, il proprietario e i camerieri chiedono sempre agli ospiti se gradiscono il cibo servito. In Polonia manca questo tipo di contatto con il cliente.

Vuoi pubblicare altri e-book? Pensi di tornare in Italia dopo la pandemia?

Decisamente sì, voglio lavorare sul mio portfolio di e-book. Vorrei anche tornare in Italia, ma sembra un progetto molto incerto a causa della situazione pandemica. Il mio sogno è scrivere guide per ogni regione italiana, concentrate sul cibo che è il tema che mi interessa di più. Ho anche un’idea per un e-book sull’arte culinaria in Polonia, ma di più su questo lo svelerò tra poco.

traduzione it: Justyna Bryłka

Qualità dell’aria nelle città europee: Nowy Sącz e Cremona le più inquinate

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha lanciato un nuovo strumento online, City Air Qualty Viewer, che mostra lo stato dell’aria negli ultimi 2 anni in oltre 300 città europee incluse nell’Audit urbano. La base per la classificazione delle città è la concentrazione di particelle di PM 2, che, quando passano attraverso i polmoni nel sangue, riducono l’aspettativa di vita: nelle città con una buona qualità dell’aria, la concentrazione non supera i 10 microgrammi per metro cubo. Questo gruppo non include nessuna delle 43 città polacche prese in considerazione nella classifica. La stragrande maggioranza (27 città) è classificata come città con scarsa qualità dell’aria, dove la concentrazione di PM2 è di 15-25 μg/m3. Le città più pulite d’Europa sono: Umea in Svezia, Tampere in Finlandia e Funchal in Portogallo. Le città più inquinate (concentrazione di PM 25-35 μg/m3) sono: Nowy Sącz in Polonia, Cremona in Italia e Slavonski Brod in Croazia.

https://forsal.pl/biznes/ekologia/artykuly/8192698,ranking-czystosci-powietrza-w-zadnym-polskim-miescie-nie-jest-dobra.html

[Aggiornamento 17.06.2021] Situazione attuale in Polonia rispetto all’epidemia di COVID-19

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In Polonia questa settimana si sono registrate ancora nuove infezioni da COVID-19, in diminuzione i nuovi casi giornalieri.

Il numero complessivo dei casi attivi è sceso a 154.007 (settimana scorsa 155.125), di cui in gravi condizioni 253 (settimana scorsa 364), ovvero circa lo 0,2% del totale.

Gli ultimi dati mostrano 218 nuove infezioni registrate su 51.400 test effettuati, mentre sono 46 i morti nelle ultime 24 ore. Il numero delle vittime nell’ultima settimana è stato di 287 morti, in calo rispetto ai 372 registrati nella settimana precedente.

In nessuna regione polacca sono stati registrati più di 30 nuovi casi nelle ultime 24 ore e la situazione nelle strutture sanitarie polacche è sotto controllo, con 1.651 malati ospedalizzati e 253 terapie intensive occupate.

Prosegue la campagna vaccinale in Polonia, attualmente sono state effettuate 25.482.985 vaccinazioni per COVID-19, di cui 15.810.905 prima dose e 10.485.703 seconda dose, oppure Johnson & Johnson.

Continua il processo di alleggerimento delle restrizioni attualmente in vigore.

L’obbligo di indossare la mascherina rimane solo nei luoghi pubblici al chiuso. Sono aperti al pubblico bar e ristoranti, anche al chiuso, e sono consentite riunioni fino a 150 persone, sono aperti hotel, centri commerciali, negozi, saloni di bellezza, parrucchieri, musei e gli impianti sportivi, anche al chiuso.

Ogni attività è sottoposta a regime sanitario e sono previste limitazioni sul numero massimo di persone consentite, in linea generale 1 persona ogni 15 m2, con norme di distanziamento. Dal 26 giungo il limite sarà di 1 persona ogni 10 m2.

Dal 26 giugno sarà operativo il passaporto vaccinale europeo, che consentirà maggiori libertà di circolazione all’interno dell’UE.

Per quanto riguarda gli sposamenti, resta in vigore l’obbligo di quarantena di 10 giorni per gli ingressi in Polonia, anche da paesi europei salvo presentazione di test COVDI-19 negativo PCR molecolare o test antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti.

Per gli ingressi in Polonia da paesi al di fuori dell’area Schengen è prevista quarantena automatica obbligatoria, fino alla presentazione di un test negativo effettuato in Polonia successivamente all’ingresso, escluse le persone vaccinate per il COVID-19.

Si raccomanda di limitare gli spostamenti e monitorare i dati epidemiologici nel caso di viaggi programmati da e verso la Polonia.

***

Informazioni per i cittadini italiani in rientro dall’estero e cittadini stranieri in Italia tra cui le risposte alle domande:

  • Ci sono Paesi dai quali l’ingresso in Italia è vietato?
  • Sono entrato/a in Italia dall’estero, devo stare 14 giorni in isolamento fiduciario a casa?
  • Quali sono le eccezioni all’obbligo di isolamento fiduciario per chi entra dall’estero?
  • E’ consentito il turismo da e per l’estero?

Per gli spostamenti da e per l’Italia a questo link le informazioni del Ministero degli Esteri:
https://www.esteri.it/mae/it/ministero/normativaonline/decreto-iorestoacasa-domande-frequenti/

La situazione Polonia verrà aggiornata all’indirizzo: www.icpartners.it/polonia-situazione-coronavirus/

Per maggiori informazioni:
E-mail: info@icpartnerspoland.pl
Telefono: +48 22 828 39 49
Facebook: www.facebook.com/ICPPoland
LinkedIn: www.linkedin.com/company/icpartners/

La strada lungo il Mar Baltico sarà prolungata

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La Direzione Generale delle Strade Statali ed Autostrade polacche (GDDKiA) ha firmato un accordo per la costruzione di uno dei tratti della superstrada S6 in Pomerania. L’accordo riguarda il frammento di 11 km tra Skórowo e Leśnica. Il contratto verrà realizzato dall’azienda Intercorr e il suo valore è pari a 340 mln di złoty. Il percorso S6 sarà una delle strade cruciali per la regione: sarà costruito parallelo alla costa, da ovest a est da Stettino, attraverso Kołobrzeg, fino a Tripla Città. La lunghezza totale prevista sarà di oltre 360 chilometri. Come ha detto il vice ministro dell’infrastruttura Rafał Weber la costruzione della strada dovrebbe rilanciare l’intera regione dal punto di vista economico. D’altra parte, sarà di grande aiuto ai turisti. Il percorso sarà a doppia carreggiata con le corsie di emergenza. Gli appalti per la costruzione dei tratti da Koszalin a Słupsk saranno lanciati nel terzo trimestre di quest’anno. Ci sono già tre tratti di S6 in costruzione nel Voivodato di Pomerania e sette nelle gare d’appalto della lunghezza totale di 104 km. La costruzione dell’intero percorso di S6 nei voivodati della Pomerania e della Pomerania Occidentale sarà conclusa nel 2025.

https://www.polskieradio24.pl/42/273/Artykul/2755220,Droga-wzdluz-Baltyku-zostanie-przedluzona-GDDKiA-podpisala-kontrakt-na-kolejne-odcinki-S6 

Cina dimezza investimenti in Europa, ma la Polonia ha una buona quota

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M&A cinese ai minimi da 13 anni. In Polonia investimenti per 815 milioni di euro, tra i più elevati in Europa. Crollano gli investimenti cinesi in Europa.

Stando a quanto emerge dal report del centro studi tedesco elaborato da Merics in collaborazione con Rhodium Group, infatti, nell’anno della pandemia il Paese del Dragone ha ridotti i suoi investimenti diretti in Europa (considerando i 27 Stati membri più la Gran Bretagna) sono passati da 11,7 a 6,5 miliardi di euro, diminuendo quindi di oltre il 44%.

A conferma dei dati del rapporto, vi è il calo globale dell’attività di M&A della Cina, i cui valori sono appunto diminuiti del 45% circa, scendendo a quota 25 miliardi di euro ovvero il minimo da 13 anni.

Anche se il Covid-19 è stato indicato come il motivo del calo degli investimenti, si nota che questi sono in calo già da 4-5 ormai; ad aver frenato ulteriormente gli investimenti cinesi, pare essere il mutato atteggiamento verso il Dragone, in particolare il maggior controllo messo in atto per timore di acquisizioni predatorie.

Esempi di questo rallentamento, sono rappresentati dal naufragio delle trattative inerenti ai passaggi della italiana Iveco da Cnh a Faw, in un affare dal valore di circa 3,5 miliardi di euro, e della Lpe (azienda brianzola specializzata nello sviluppo di reattori epitassiali utilizzati per la produzione di semiconduttori) alla Shenzhen Investment holding, in entrambi i casi il Parlamento italiano era intervenuto motivando questioni legate alla sicurezza nazionale.

I Paesi che hanno maggiormente beneficiato degli investimenti cinesi sono stati Germania, Francia e Regno Unito. Ma anche la Polonia è riuscita ad attrarre una buona quota di investimenti: un totale di 815 milioni, in gran parte legati all’acquisizione fatta da Glp degli asset della logistica di Goodman Group.

Il calo degli investimenti sta però continuando anche nel 2021, tanto che le operazioni avvenute nel primo trimestre sono ai minimi da circa dieci anni, stabilizzandosi a quota 707 milioni di euro.

Carenza di personale specializzato nella ristorazione

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Secondo il quotidiano polacco “Wyborcza”, il settore della ristorazione è alle prese con la mancanza di un numero sufficiente di lavoratori: gli imprenditori si stanno quasi contendendo il personale. A Varsavia ci sono 1,1 mila offerte di lavoro nel settore, più precisamente 519 per cuochi e 590 per camerieri e baristi. I proprietari di ristoranti e bar stanno cercando di incoraggiare i nuovi dipendenti con tariffe orarie più elevate rispetto a prima della pandemia: da 18 PLN per una persona senza esperienza fino a 30 PLN all’ora per un cuoco esperto. Nel caso dei camerieri, le tariffe medie sono di 17-25 PLN lordi all’ora. Si presume che la situazione possa essere migliorata dai lavoratori stagionali.

https://www.money.pl/gospodarka/brakuje-kucharzy-restauracje-podkupuja-sobie-obsluge-zyskuja-na-tym-pracownicy-6650511114431392a.html

Tutti gli incubi di Dylan Dog (I)

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Verso fine settembre 1986 la casa editrice Bonelli pubblicò il primo numero del mensile “Dylan Dog”, intitolato “Lʼalba dei morti viventi”. Nonostante le vendite inizialmente non entusiasmanti, nel corso dei mesi la serie conquistò un numero sempre maggiore di lettori, fino a diventare il fumetto italiano più cult di tutti i tempi.

Anche se la trama di quella prima storia non era particolarmente brillante né ben costruita, nel contesto del mainstream fumettistico italiano di quegli anni era unʼopera innovativa e spiazzante. Le atmosfere tipicamente horror, la violenza esplicita e i dettagli macabri (inevitabili in una storia di zombie), ma anche lʼabbondanza di nudità (soprattutto femminile) erano elementi nuovi e non certo comuni nelle serie bonelliane di allora, legate a generi più tradizionali come il western o lʼavventura. Le atmosfere surreali e da incubo e lʼalternanza di orrore e umorismo sono a tuttʼoggi tratti distintivi delle avventure dellʼIndagatore dellʼIncubo. Un altro elemento tipico di “Dylan Dog” era, soprattutto nei primi anni, lo sfrenato citazionismo che ne evidenziava la vena postmodernista: impossibile contare, nei vari episodi, le citazioni di opere letterarie, film e brani musicali (soprattutto rock e metal). Già lo stesso titolo del primo albo contiene un evidente riferimento al celeberrimo film di George Romero “La notte dei morti viventi”.

“Dylan Dog” è innanzitutto una creazione di Tiziano Sclavi, il quale ha sceneggiato i primi 19 numeri della collana per poi essere affiancato da altri scrittori. La caratterizzazione grafica del protagonista, ispirata alle fattezze di Rupert Everett, è invece dovuta al disegnatore Claudio Villa, illustratore di tutte le copertine della serie fino alla fine degli anni Ottanta. Lʼaltro artista fondamentale è Angelo Stano, autore di alcuni degli episodi più famosi di “Dylan Dog”, a partire proprio da “Lʼalba dei morti viventi”, nonché copertinista della collana dal 1990 al 2016. Tra gli altri disegnatori storici del mensile vanno menzionati nomi come Giampiero Casertano, Luigi Piccatto, Corrado Roi o il duo Montanari & Grassani, mentre tra gli sceneggiatori più importanti possiamo annoverare Claudio Chiaverotti, Pasquale Ruju e Paola Barbato, nonché, nellʼultimo decennio, Roberto Recchioni.

Il protagonista è un detective decisamente atipico, anzi di un vero investigatore ha ben poco, ma compensa queste mancanze grazie alla fortuna e allʼintuizione (da lui chiamata “quinto senso e mezzo”). Pieno di fobie, poco incline alla violenza, vegetariano e astemio, Dylan Dog vive a Londra insieme al suo assistente e amico Groucho. Lʼindirizzo preciso è Craven Road 7, chiaro omaggio al regista horror Wes Craven (ma la via in questione esiste davvero), mentre il personaggio di Groucho è ovviamente ricalcato su Groucho Marx, sfoggiando in ogni episodio un umorismo assurdo degno del comico americano. Un altro personaggio importante è lʼispettore Bloch, amico di Dylan e suo alleato tra le fila della polizia, mentre comprimari come la sensitiva Madame Trelkovski o lʼinventore Lord H. G. Wells compaiono ogni tanto nelle avventure dellʼIndagatore dellʼIncubo. Ovviamente anche i nomi di questi personaggi si rifanno a quelli di note figure reali o immaginarie: rispettivamente lo scrittore Robert Bloch, Trelkovsky (il protagonista del film “Lʼinquilino del terzo piano” di Roman Polański) e Herbert George Wells, il padre della fantascienza. Praticamente in ogni episodio Dylan conosce una nuova donna di cui si innamora, tanto che in trenta e più anni di vita editoriale (inclusi i tantissimi numeri speciali) ha avuto centinaia e centinaia di partner, un aspetto peculiare e in parte controverso della collana su cui non di rado gli stessi sceneggiatori ironizzano per bocca di Groucho.

“Dylan Dog” è un fumetto horror in tutto e per tutto: soprattutto negli anni Ottanta e Novanta Sclavi e gli altri sceneggiatori hanno attinto a piene mani alla storia del cinema dellʼorrore, creando storie di zombie, vampiri, lupi mannari, streghe e demoni, fino alla Morte stessa, sempre alle calcagna di Dylan; ma anche vicende di mostri più umani come serial killer, sadici, stupratori o politici corrotti. La stragrande maggioranza degli episodi contiene elementi soprannaturali più o meno marcati, ma sporadicamente vengono pubblicate anche detective stories più classiche. Anche se non mancano episodi ambientati nella campagna inglese o in altre città britanniche (e, benché più raramente, in altri paesi, Italia compresa), lʼambientazione principale delle avventure di Dylan è sempre e comunque Londra. La capitale del Regno Unito diventa teatro di centinaia di storie oscure, tragiche e talvolta folli, in cui lʼorrore e il soprannaturale si intrecciano ai drammi di innumerevoli personaggi e alla consapevolezza che, in fondo, i mostri peggiori sono spesso gli esseri umani.

foto: Sławomir Skocki, Tomasz Skocki

GAZZETTA ITALIA 87 (giugno – luglio 2021)

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Il mare è il nostro grembo materno. E la salvezza del mare, tra cui quello bellissimo che bagna gli 8 mila chilometri di coste italiane, è il primo passo per difendere la salute del nostro pianeta.

In questo numero parleremo di ambiente ma anche di Sicilia, con Jarek Mikolajewski, e scopriremo la qualità del vivere bolognese. Un numero eccezionale con articoli su De Sica, Hugo Pratt e su pittrici che dipingono l’architettura e poi ancora cucina, libri, con l’intervista alla scrittrice noir Magda Stachula, l’intervista al direttore dell’Istituto Polacco di Roma, angoli linguistici e pillole culinarie. Correte negli Empik! Gazzetta Italia 87 vi aspetta!!