Angolo linguistico 3

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Salve, carissimi. Bentornati al nostro usuale appuntamento de “L’angolo del linguista” di Gazzetta Italia. Come sicuramente ricorderete stiamo affrontando, da un paio di numeri, il problema grammaticale che riguarda la punteggiatura italiana. Andiamo quindi avanti con i nostri segni. Oggi vediamo come usare:

La lineetta (-)

si usa quando riportiamo la frase di altre persone soprattutto in un dialogo e vogliamo rinunciare alle virgolette. Ad esempio, Il dottore disse: – Deve assolutamente smettere di fumare. E il paziente rispose: – Sarà difficile ma ci provo.

Inoltre ci permette di aggiungere delle informazioni extra nel discorso senza le quali la frase avrebbe comunque un senso compiuto. Invece della lineetta in questo caso possiamo usare o le parentesi o le virgole. Ad esempio, Sono stato in Argentina – questo bellissimo paese del Sudamerica – più di dieci volte. Per il mio compleanno – che cade di sabato – vorrei organizzare una festa nel giardino.

Questi sono i casi nei quali si usa la lineetta in italiano. Non la usiamo come in polacco:

Signore, signori, vi presento un mio caro amico – Dario Ferreri. In italiano prima del nome Ferreri useremo la virgola o, al limite, i due punti.

Il punto interrogativo (?)

segna una frase interrogativa diretta. Se l’interrogazione è indiretta non si pone il punto interrogativo: ad esempio, Come stai?; Dimmi come sta Roberto; Dimmi, come stai?  Il terzo esempio indica una interrogazione diretta, ricordate? Dopo “dimmi” usiamo la virgola perché stiamo parlando direttamente con il nostro interlocutore.

Se il punto interrogativo chiude un periodo, la parola seguente si scrive con la maiuscola; se invece si succedono più interrogazioni, dopo ogni punto interrogativo potrà seguire la lettera minuscola: ad esempio, Quando torni dalle vacanze? Pensavo tornassi fra pochi giorni.; Chi è stato? chi ha rotto la porta? chi ha rovinato il muro?

Il punto interrogativo si scrive dopo gli incisi racchiusi dentro le parentesi (), mentre si omette talora dopo gli incisi racchiusi tra due virgole: ad esempio, Luigi non credeva (e come avrebbe potuto immaginarlo?) che i suoi amici non lo avrebbero invitato.; Un giorno, chi sa, potrei diventare ricco.

Il punto interrogativo si pone anche tra parentesi dopo una frase o una parola, specie di altro autore, per indicare ironia o incredulità: ad esempio, Il professor (?) Rossi sostiene che la matematica sia una scienza tutta soggettiva. In questo caso dubitiamo o ironizziamo sul titolo del signor Rossi.

Il punto esclamativo (!)

si pone alla fine di una frase per esprimere stupore, meraviglia, dolore ovvero uno stato d’animo eccitato: Che giornata grandiosa!; Chi l’avrebbe mai detto!

Si mette anche nel mezzo della frase creando una pausa qualitativa: Quando sono tornato a casa, ahimé!, ho capito che erano entrati i ladri.

Il punto esclamativo si usa anche tra parentesi () dopo una frase o una parola dette da un altro autore, usato quasi come fosse un commento secco e lapidario: Il nostro regalo è stato giudicato “azzeccatissimo” (!).

Possiamo usare anche il punto esclamativo e quello interrogativo insieme, avremo così il

Il punto misto (!?)

il quale esprime sorpresa, meraviglia, incredulità: ad esempio, Giulio è già arrivato. Possibile!? La parola seguente si scrive con la maiuscola.

Anche per questo mese abbiamo finito. Vi ricordo di indirizzare i vostri “dubbi” linguistici a: lingua@gazzettaitalia.pl

Alla prossima!

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