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Il Tour de Pologne ritornerà in agosto

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Sul canale TVP Sport il direttore del Tour de Pologne Czesław Lang ha annunciato la data ufficiale e l’itinerario della corsa che inizialmente era prevista per il 5-11.07. La nuova data è il 5-9.08. La stagione ciclistica è stata fermata a metà marzo a causa della pandemia e sarà ripresa all’inizio di agosto. Gli organizzatori hanno informato su Twitter che “il Tour de Pologne sarà la prima corsa a tappe del nuovo calendario ciclistico”. La prima tappa comincerà allo stadio della Slesia il 5.08 e finirà a Katowice chiamata dei ciclisti “il santuario dello sprint”. Il percorso della seconda tappa condurrà da Opole a Zabrze e della terza da Wadowice a Bielsko-Biała. La tappa quarta chiamata “reale” che circonda la città di Bukowina Tatrzańska sarà determinante. La corsa finirà il 9.08 a Cracovia. Inizialmente la corsa doveva essere composta da sette tappe ma sarà ridotta a cinque. Gli organizzatori spiegano “abbiamo rinunciato a due tappe per fare il posto nel calendario anche per gli altri”. Il Tour de Pologne sarà la prima corsa dopo la ripresa della stagione il che potrebbe attirare più star del ciclismo. La loro partecipazione l’hanno già confermata tra l’altro: Rafał Majka, Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma), Pascal Ackermann (Bora), vincitore del Giro d’Italia 2019 Richard Carapaz (INEOS) e il campione mondiale Mads Pendersen (Trek).

Sapori, aromi e accoglienza italiana a Sopot

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L’articolo è stato pubblicato sul numero 76 della Gazzetta Italia (agosto-settembre 2019)

Tra le centinaia di bar e ristoranti di Sopot ce n’è sicuramente uno in cui si respira l’autentica atmosfera del Bel Paese: è “La Crema d’Italia”.

A gestire questo delizioso locale con giardino nella centralissima ulica Bohaterow Monte Cassino è il milanese Marcello Mastroianni, che porta il nome dello straordinario protagonista dei migliori film di Fellini. Marcello ha la moglie polacca e i figli sono nati e cresciuti a Milano fi no al 2016. “Poi per ragioni di lavoro siamo venuti a Sopot. Qui mi sono subito trovato bene. Un’unica cosa mi mancava l’andare al bar come in Italia, a bersi un buon caffè e a far due chiacchiere con i baristi o con altri clienti”, racconta Marcello che, nel giugno del 2016, stanco di bere caffè allungati all’americana decide di rilevare il bar francesizzante “La creme” che diventa “La Crema d’Italia” con vera macchina per l’espresso, miscela di caffè Milano, prodotti e servizio all’italiana. “Ho deciso di cambiare totalmente l’impronta del locale, a cominciare dall’estetica, ricreando l’atmosfera dei bar italiani dove si può conversare col proprietario o con gli altri clienti gustando un vero espresso o un cappuccino fatti nel modo giusto e con un bancone che offre cannoli siciliani oltre a panini e piadine ideali per la pausa pranzo. Ci ho messo tanta passione e la conoscenza familiare dato che ho parenti che gestiscono dei locali a Milano”.

Un bar che ha subito attirato l’attenzione dei residenti della zona ma anche di quei tanti turisti scandinavi fedeli alle vacanze a Sopot che ogni volta che tornano nella Portofi no polacca scelgono “La Crema d’Italia”. “Ma i migliori clienti sono i polacchi che vanno in vacanza in Italia, sulle Dolomiti d’inverno e nelle località balneari d’estate. Infatti quando tornano hanno bisogno di ritrovare i veri sapori italiani e vengono da noi per il caffè, per l’aperitivo ma anche per i panini al prosciutto o con la mortadella”, racconta Mastroianni che nel bar ha creato anche un angolo di vendita dedicato ai migliori prodotti italiani come olio toscano, vino, formaggio grana e pecorino.

“Il valore aggiunto è poi il servizio, noi portiamo le ordinazioni al tavolo senza sovrapprezzo e al nostro personale facciamo dei corsi su come servire facendogli anche provare tutti i nostri prodotti in modo che sappiano di cosa stanno parlando e siano in grado di consigliare veramente i clienti” aggiunge Marcello che nel tempo ha fatto de “La Crema d’Italia” un vero e proprio angolo di Bel Paese a Sopot. “Nel nostro locale ci sono spesso incontri dedicati alle città o alle usanze italiane, appuntamenti che realizziamo in collaborazioni con la Fondazione Ital-Gedania di Roberto Polce. Abbiamo trattato tanti temi tra cui anche la storia della Fiat, della Ferrari, con macchine storiche parcheggiate fuori del locale, e naturalmente facciamo anche serate in collaborazione con Gazzetta Italia che qui da noi si trova sempre e si può leggere!” Insomma chi cerca l’Italia a Sopot non può non provare questo locale dove i clienti abituali entrano chiamando “Marcello, Marcello” proprio come nella scena de “La Dolce Vita” quando Anita Ekberg immersa nella Fontana di Trevi richiamava l’attenzione di Mastroianni.

Facebook: facebook.com/lacremaditalia

Il governo revoca il divieto dei collegamenti aerei con vari Paesi

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Ieri il governo ha revocato il divieto dei collegamenti aerei con vari Paesi, ad esempio con la Gran Bretagna, il Giappone, il Canada, la Corea del Sud o l’Ucraina. Lo scorso martedì sera, nella Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato un nuovo decreto legislativo del Consiglio dei Ministri del 30 giugno 2020 riguardante il divieto dei collegamenti pubblici. Il decreto consente i collegamenti internazionali con gli Stati membri dell’Associazione europea di libero scambio [EFTA], con gli Stati dell’Area economica europea [SEE], con la Svizzera e i Paesi dell’UE tranne la Svezia e il Portogallo. Dalla lista dei divieti del decreto precedente è stata eliminata la Gran Bretagna. Il divieto dei voli non riguarda il Montenegro, la Georgia, il Giappone, il Canada, l’Albania, la Corea del Sud e l’Ucraina. Il decreto è entrato in vigore ieri, con la scadenza il 14 luglio 2020.

Il teatro-gioiello sulla via dell’Ambra

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L’articolo è stato pubblicato sul numero 76 della Gazzetta Italia (agosto-settembre 2019)

Nel margine sud-ovest del centro storico di Danzica il rinato, potente, Teatro Shakespeariano suggella, impreziosendola, la bellezza cosmopolita di questa millenaria città mercantile che per secoli fu il cuore pulsante commerciale e culturale del Baltico e della via dell’Ambra.

Una città per tradizione sempre in lotta per la sua libertà e indipendenza che nel Seicento era così all’avanguardia da avere un teatro elisabettiano in cui venivano rappresentati i lavori di William Shakespeare solo pochi mesi dopo che erano andati in scena a Londra. Esattamente sul sedime di quell’antica scena si trova oggi il nuovo Teatro elisabettiano progettato dall’architetto italiano Renato Rizzi, docente presso l’Università di Architettura IUAV di Venezia, ed inaugurato nel settembre del 2014. La giuria del concorso per la progettazione del nuovo teatro, tra cui figuravano Andrzej Wajda, Arata Isozaki e Gaetano Pesce, all’epoca decise di puntare sulla proposta più coraggiosa, in grado di coniugare l’impostazione scenica elisabettiana – con rappresentazione a cielo aperto al centro del teatro e spettatori intorno – con quella all’italiana con la classica forma a scatola e palcoscenico frontale. L’audacia del progetto di Rizzi tocca il suo vertice nella ideazione di un tetto apribile che consente di riproporre in modo autentico l’ambientazione scenica elisabettiana. Un tetto che si apre e si alza come due braccia levate al cielo in segno di vittoria, richiamando l’iconica immagine della Polonia che si libera dall’imposizione sovietica: Walesa con le braccia alzate alla guida di Solidarnosc, il movimento che ha determinato una delle svolte politiche più significative del Novecento europeo.

Il teatro shakespeariano di Danzica è anche per queste ragioni un edificio intrinsecamente teatrale che prima di ospitare uno spettacolo è già di per sé una simbolica messa in scena intrisa di richiami culturali, architettonici, storici e perfino politici. L’edificio in mattoni contrassegnato da costolature gradonate che si susseguono all’esterno evoca ad un tempo l’imponenza strutturale della vicina chiesa di Santa Maria e i canoni del classicismo greco-romano facendo assumere al teatro una atmosfera quasi sacrale che si conferma nella disposizione rituale degli spazi interni, in cui alcuni dettagli costruttivi si ripetono nei diversi ambienti richiamandone l’unità concettuale.

Bellezza, forza, ardimento uniti alla funzionalità di un teatro che nell’involucro esterno che avvolge la sala interna accoglie scale, ascensore, corridoi di smistamento per il pubblico, impianti tecnici e naturalmente il supporto statico al tetto apribile “a libro” in grado di sollevarsi in pochi minuti. Funzionalità che si ritrova nella parte principale della sala che può essere diversamente gestita grazie a piattaforme retraibili che consentono di organizzare lo spazio con diverse configurazioni tra palco e platea. Un progetto che si sviluppa su tre piani, su un’area di 4 mila mq, con spazio teatrale di 650 metri quadrati sovrastato da un tetto apribile (2 falde di 18×12 mq) di 400 mq, e con capacità di 600 posti a sedere più un’area di 1700 mq per servizi, amministrazione, bar e con possibilità di utilizzo della terrazza per spettacoli. L’apprezzamento, che possiamo definire ormai mondiale, verso questo teatro ha portato al professor Renato Rizzi una lunga serie di riconoscimenti, l’ultimo in ordine cronologico è stato il Premio per l’Architettura dell’Accademia Nazionale di San Luca ritirato dalle mani del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Nel 2017 Renato Rizzi ha ricevuto a Varsavia il Premio Gazzetta Italia, che la nostra rivista riconosce alle persone che nella loro vita hanno contribuito in modo speciale ad arricchire la storia delle relazioni tra Italia e Polonia.

Come cambia il VAT

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Dal 1 luglio entrerà in vigore la nuova tassa VAT. Secondo i consulenti fiscali, i prodotti simili saranno tassati in modo analogo il che conferisce un vantaggio ma può portare anche incertezze. Secondo Roman Namysłowski, socio di Crido, dei cambiamenti approfitteranno sia i contribuenti sia il budget. Grazie alle modifiche sarà limitata la possibilità di manipolare i prezzi per poter abbassare il VAT. Tra le importanti modifiche ci sono i cambiamenti nella classificazione delle merci e dei servizi, la semplificazione del sistema delle aliquote nonché l’introduzione del sistema WIS che è inteso ad aiutare i contribuenti a trovare un’interpretazione giusta. Finora il sistema dell’interpretazione dell’Ufficio Generale di Statistica non ne garantiva la certezza. Come spiega il Ministro delle Finanze, il nuovo sistema si basa sull’applicazione delle tasse identiche sulle intere famiglie di merci, la riduzione del VAT e il livellamento dell’effetto di semplificazione del sistema. Tra gli esempi riportati dal Ministero delle Finanze ci sono i prodotti della panetteria. Finora i prodotti di panetteria sono stati inquadrati a seconda della loro durata minima. Se la data della durata minima superava 14 giorni dalla data di fabbricazione il prodotto veniva tassato con un’aliquota del 8%. Se la data era inferiore di 14 giorni la tassa era pari al 5%. Adesso tutti i prodotti di panetteria saranno tassati al 5%. La stessa cosa avverrà per i prodotti di pasticceria e la frutta (non ci sarà più distinzione tra la frutta locale, tropicale, gli agrumi e la frutta subtropicale). Si ridurrà la tassa per i prodotti per i bambini e i prodotti igienici come gli assorbenti e pannolini dal 8% al 5%, per alcuni condimenti e le spezie (la senape, la noce moscata) dal 23% al 8% e per alcune noci dal 28% al 5%. Per contro, la tassazione aumenterà fino al 23% per i frutti di mare, i molluschi, i crostacei e i prodotti da questi ottenuti.

Carbonara di asparagi

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David Marchiori

La carbonara è uno dei piatti simbolo della cucina italiana, e anche uno dei più fraintesi. Basti pensare a tutte le varianti che il piatto subisce a seconda delle zone. Il condimento base, infatti, prevede l’utilizzo del guanciale, del pecorino, del tuorlo d’uovo e del pepe, tutti ingredienti molto utilizzati nella cucina romana. Di volta in volta, però, il guanciale viene sostituito dal bacon, l’uovo viene inserito con l’albume, oppure al posto del pecorino viene utilizzato il parmigiano.

Ovviamente il risultato però viene completamente diverso e decisamente distante dalla ricetta originale. Le regole sono semplici: il guanciale si sfrigge e l’uovo con il pecorino vengono mantecati senza fiamma. 

La ricetta che andiamo a scoprire non tradisce la ricetta tradizionale, ma introduce un’originale novità: al posto della pasta, infatti, andiamo ad utilizzare gli asparagi verdi.

RICETTA per 4 persone:

  • 600 grammi di asparagi verdi
  • 8 tuorli d’uovo
  • 10 cucchiai di pecorino
  • 120 grammi di guanciale affettato sottile
  • pepe nero q.b. 

PROCEDIMENTO:

Come prima cosa andiamo a pulire gli asparagi e tagliamoli alla julienne ottenendo delle strisce. Quindi prendiamo gli ”spaghetti di asparagi” e li sbollentiamo un minuto in acqua bollente non salata. Importante raffreddare immediatamente gli asparagi in acqua ghiacciata, per bloccare la cottura mantenendo il colore brillante e la consistenza croccante.

Una volta asciugati gli asparagi prendere le fette di guanciale e sfriggerli in una padella antiaderente con poco olio mantenendo la fiamma bassa per poter permettere al guanciale di non bruciarsi e di rimanere croccante allo stesso tempo. Una volta croccantizzato togliere il guanciale dalla padella, spegnere il fuoco, lasciando però il grasso di cottura nella padella stessa. 

In una ciotola di acciaio versare i tuorli e il pecorino, macinate del pepe a piacere: questa è la crema che andrà a condire il nostro piatto. 

Prendiamo gli asparagi e saltiamoli nel grasso del guanciale sul fuoco aggiungendo poca acqua bollente non salata. Scaldiamo gli asparagi in padella fino a quando non evapora tutta la parte umida. Prendiamo gli asparagi bollenti e mescoliamoli con la crema di uovo e pecorino nella ciotola di acciaio fuori dal fuoco, aggiungendo un pò di acqua bollente non salata per ottenere una consistenza cremosa mantenendo calda la preparazione. 

Porre sul piatto la nostra carbonara di asparagi guarnendo col guanciale croccante precedentemente preparato.

Buon appetito!

Presidenziali 2020, spoglio completato: Duda 43,5 per cento, Trzaskowski 30.46

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

A spoglio completato il primo turno di elezioni presidenziali in Polonia si conclude con il primo posto del presidente uscente, Andrzej Duda, al 43,5 per cento, inseguito dal sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, al 30,46. Lo ha comunicato Sylwester Marciniak, a capo della Commissione elettorale statale (Pkw). Il candidato indipendente Szymon Holownia arriva terzo con il 13,87 per cento. Seguono Krzysztof Bosak (Konfederacja) con il 6,78, Wladyslaw Kosiniak-Kamysz (Psl) con il 2,36 e Robert Biedron (Lewica) con il 2,22. Gli altri candidati non oltrepassano lo 0,3 per cento. Il dato definitivo dell’affluenza è del 64,5 per cento.

Pinko, una famiglia italiana

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L’articolo è stato pubblicato sul numero 77 della Gazzetta Italia (ottobre-novembre 2019)

“La famiglia è la forza, anche nella vita professionale”, assicura Pietro Negra, il proprietario del marchio Pinko.

Il marchio è stato fondato negli anni Ottanta da Pietro e sua moglie Cristina, per la quale la moda è sempre stata una passione. Sin dall’inizio il matrimonio ha condiviso le responsabilità per la gestione del marchio di moda. Cristina era responsabile del lato creativo e Pietro gestiva l’azienda dal lato commerciale. Oggi, anche se Pinko sta subendo importanti cambiamenti interni, rimane comunque un marchio di famiglia. La squadra attualmente comprende le figlie dei fondatori: Caterina e Cecilia. La prima è direttore creativo. È stato grazie a lei che Pinko ha rinunciato alle pellicce naturali ed è diventato più eco sostenendo tra l’altro il progetto “Treedom” dell’organizzazione che lavora per il rimboschimento di aree in tutto il mondo. Cecilia è responsabile della comunicazione del marchio. Per la prima volta nella storia Pietro Negra ha deciso di sostenere una squadra interamente italiana e molto giovane. Da diversi mesi è Federico Bonelli il responsabile della parte commerciale, mentre Emanuele Bianchi che in precedenza ha lavorato per Diesel, Coccinelle e Dolce & Gabbana è entrato a far parte del team come direttore del marketing. Caterina Salvador invece è diventata direttore del prodotto, nel suo curriculum vanta collaborazioni con marchi come Giorgio Armani, Hugo Boss, Calvin Klein, Dolce & Gabbana, Coin. “Questo è solo l’inizio di un progetto più ampio che introdurremo gradualmente nel corso dei prossimi mesi. Crediamo nella forza delle giovani generazioni. Ecco perché abbiamo creato un team completamente nuovo per rafforzare il modello di un business già di successo”, così commenta la riorganizzazione dello staff Pietro Negra.

Collezione per la stagione autunno inverno 2019/20 è la prima creata dal team rinnovato. Tuttavia la donna Pinko è rimasta invariata, appassionata e attenta alle ultime tendenze ma scegliendo solo quelle che si abbinano al suo stile individuale. È per lei che nasce la linea Pinko Black che combina l’eleganza con uno stile rock. Sui vestiti si possono trovare molti dettagli luccicanti, perché la donna Pinko non può rimanere indifferente. Con questa collezione il marchio ritorna alle sue radici, vale a dire gli anni Ottanta. Troviamo quindi maniche a sbuffo, minigonne, magliette stampate e scollature profonde. Inoltre una miscela di colori, materiali, disegni e trame. Grazie a questo a seconda dell’ora del giorno, dell’occasione e dell’umore, una donna può cambiare ogni volta in modo irriconoscibile. Il volto del marchio è diventata quindi la carismatica Madison Headrick, una top model mondiale che incarna la bellezza moderna e può cambiare come un camaleonte. Nelle sue campagne Pinko si concentra sempre sui volti unici e sulle modelle di livello mondiale. Tra loro c’erano: Naomi Campbell, Eva Herzigova e Sara Sampaio. „Oggi, è necessario pensare a livello globale allo sviluppo dell’azienda. La cosa più importante è la flessibilità, la capacità di anticipare vari scenari e adattarsi facilmente alle nuove regole del gioco. È quello che cerchiamo di fare ogni giorno”, dice Pietro Negra. „Lavorando insieme ognuno di noi ha il proprio spazio operativo grazie al quale ci completiamo a vicenda, il che è la prova che un’azienda familiare può avere la forza di imporsi sul mercato globale della moda “, aggiunge.

traduzione it: Justyna Czerwonka

Sito web: www.pinko.com
Facebook: www.facebook.com/PINKO.official

ElectroMobility Poland presenterà le prime auto elettriche polacche

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“Il 28 luglio di quest’anno i polacchi potranno vedere per la prima volta i prototipi di hatchback e SUV prodotti nel loro paese”, ha annunciato Piotr Zaremba, il CEO di ElectroMobility Poland. Durante la presentazione online accessibile a tutti saranno presentati i prototipi e il nome della marca. “I progetti sono stati creati dai migliori esperti polacchi e stranieri. Per loro non è solo un lavoro ma piuttosto una grande passione”, ha sottolineato Zaremba. Secondo il CEO di EMP i prototipi grazie al design soddisferanno gli standard mondiali. La presentazione è stata posticipata a causa del coronavirus ma questo tempo aggiuntivo è stato destinato per organizzare un grande evento online. Il progetto attira molta attenzione quindi la forma scelta dell’incontro sembra essere adatta. “La presentazione deve essere facilmente accessibile così come nel futuro saranno accessibili le macchine della nostra marca”, ha spiegato Zaremba. La produzione della macchina elettrica polacca comincerà nel 2023. Del design sono responsabili i progettisti italiani di Torino Design, che sono uno dei laboratori più apprezzati del mondo. Il consulente è Tadeusz Jelec, un designer conosciuto che prima aveva lavorato per Jaguar. EMP collabora anche con l’integratore tecnico EDAG Engineering. La società EMP esiste dal 2016 ed è controllata da quattro aziende energetiche: PGE, Energa, Enea, Tauron. Ogni azionista ha messo nel progetto 17,5 milioni złoty e ha coperto il 25% del capitale azionario ottenendo lo stesso numero di voti durante l’assemblea generale degli azionisti.

Il mio mese in Polonia

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È cominciata la prima mattina di questo mese polacco e già mi sembra siano passati giorni. Non ho fatto in tempo ad arrivare che sono stata catapultata nella frenesia polacca da un ricevimento in ambasciata, accompagnando mio padre ad un incontro di lavoro, alla notizia che il giorno dopo sarebbe iniziato il mio primo corso di polacco.

Avviata verso la scuola IKO attraverso Nowy Swiat come se fosse la prima volta, rimanendo affascinata dal senso di ordine ed eleganza dei palazzi di inizio Ottocento ricostruiti tra il 1950 e il 1960. Sento tirare la manica della giacca, mio papà mi fa cenno di girare nella strada laterale e il paesaggio cambia completamente, sembra di essere in un’altra zona della città, al bianco dei palazzi della strada principale si sostituisce il giallo spento dei condomini costruiti durante il comunismo. Siamo arrivati. Entro in aula e mi accorgo di essere la più giovane, con me a lezione ci sono una insegnante di inglese, che ha il marito polacco e che dopo anni a Varsavia ha deciso di imparare la lingua per ottenere la cittadinanza polacca; una suora nigeriana che ha dedicato la sua vita ad una parrocchia nella periferia della capitale; un giovane programmatore di videogiochi giapponese in cerca di lavoro e ispirazione; un personal trainer arabo trasferitosi qui da poco e un professore di economia canadese. Sembrava l’inizio di una barzelletta e poi lo è diventata! 

Dal primo giorno siamo stati spinti a provare a parlare polacco, dicono che sia l’unico modo per riuscire ad apprenderlo davvero, perciò lezione dopo lezione si è creato un senso di solidarietà nell’aiutarci a vicenda in questa avventura. É stato incredibile vedere come queste persone così diverse tra loro abbiano avuto il coraggio di lanciarsi nello studio di una lingua piuttosto ostica, accettandone le tante stranezze, ognuno riuscendo a raggiungere il proprio traguardo. Figure importanti sono state le nostre due insegnanti che, con due approcci diversi, uno più grammaticale l’altro più discorsivo, sono riuscite in poco più di tre settimane a renderci capaci di sostenere e comprendere alcuni piccoli dialoghi necessari alla vita quotidiana utilizzando uno degli idiomi più complicati al mondo.

Tuttavia questa permanenza polacca non includeva solo il corso, ho avuto anche la possibilità di girare per il paese riscoprendo posti che avevo già visitato e conoscendone di nuovi. La particolarità della Polonia è la grande differenza di energia che si può percepire visitando le città, e forse questo è dato anche dalla separazione geografica che c’è tra esse. Ho viaggiato soprattutto in treno e quello che mi ha colpito è stato la vastità del paesaggio. Dal finestrino quello che si vede sono perlopiù boschi giganteschi o prati sterminati caratterizzati da dominanti sfumature di verde che non permettono di avere indizi su come sarà la città in cui arriverai. É qualcosa di assolutamente rilassante e magnetico da osservare, che in Italia abbiamo un po’ perso, perchè la natura non è più la protagonista del paesaggio ma è ridotta al ruolo di sfondo di fabbriche e paesi. 

La prima meta è Cracovia, una città con architetture e palazzi solenni che trasmette un’atmosfera rilassante, quasi come se il tempo andasse più lento, qui spiccano i volti di studenti e turisti, che vagano per le vie acciottolate, attraversano la piazza principale o seguono le mura del castello. L’architettura medievale, prevalentemente di edifici in mattoni, è lo scenario in cui si mescola l’energia dei giovani studenti con l’indelebile presenza di un passato particolarmente segnato dalla II Guerra Mondiale. Al di là del fiume Vistola che attraversa Cracovia si trova la Schindler Factory e a 70km dalla città c’è il campo di concentramento Auschwitz Birkenau, il più tragico e toccante simbolo della tragedia della Shoah. Sono due realtà che nello stesso contesto raccontano storie dolorose ma differenti: la prima parla di speranza, di un luogo in cui nonostante il pericolo incombente si è riusciti a salvare un gran numero di vite. La seconda è invece la storia del più basso punto che l’umanità abbia toccato. Un luogo tristemente noto a tutti che per questo, sotto sotto, pensiamo di essere preparati a visitare, magari immaginando anche quali emozioni potremmo provare. Invece una volta arrivati sentiamo che forse non saremo mai in grado di comprendere completamente il dramma vissuto da chi è stato portato qui.

Dopo Cracovia è stata la volta di Danzica, diametralmente opposta sia geograficamente che culturalmente. Se Cracovia è sfondo, Danzica è protagonista e come tutte le città di mare è palpabile quel senso di indipendenza e libertà, che la differenzia dalle altre città polacche visitate. Insieme alla maestosità della via principale risaltano la forza delle costruzioni in mattone rosso, tra cui la Basilica di Santa Maria la più grande chiesa in mattoni al mondo, e del nuovo teatro Shakespeariano progettato dall’architetto Renato Rizzi, inaugurato nel 2014. Ed essendo una città che si affaccia su piccoli canali non è potuto mancare lo spettacolo di mio papà che cercava di destreggiarsi nel vogare su una vera gondola veneziana sul fiume Motława.

Verso la fine del mio mese polacco ho partecipato all’Orange Music Festival un evento musicale che attrae sia giovani che famiglie con bambini. É stata un’esperienza fantastica, svoltasi all’interno di un ippodromo di Varsavia, con diversi palchi in cui contemporaneamente si esibivano diversi artisti internazionali in mezzo a street-food e giochi, tutto perfettamente organizzato e pianificato in modo da far divertire il variegato pubblico. Clou della serata la performance dell’eclettica Miley Cyrus la mia cantante preferita fin dall’infanzia.

L’ultimo giorno prima di partire mi sono ritrovata a passeggiare per le vie di Varsavia e imbattendomi in un tipico bar Mleczny ho ricordato le sensazioni delle mie prime visite in Polonia. Non capivo cosa aveva attirato mio padre lì, mi sembrava una realtà buia, spoglia, austera, rigida, ripiegata in tradizioni che mi sembravano così distanti da quello a cui ero abituata. Ma con il tempo ho imparato tanto su questo paese e l’ho visto cambiare, spingersi a ricercare tutto quello che gli mancava, a conoscere nuove culture, nuove lingue e ad accoglierle. La Polonia ha radici solide che in passato sono state calpestate e nascoste, e dopo un fisiologico periodo necessario a farle riaffiorare, oggi forse può puntare ad intrecciarle con altre, in modo da diventare più forte, aperta e ricca. Tra i polacchi ho conosciuto tante persone che ricercano la qualità, la bellezza e la perfezione e nel farlo si applicano con strategia ed energia.

Da giovane italiana finora ho trovato nella Polonia un paese ricco di opportunità per il futuro, sia in ambito turistico che lavorativo, e sono curiosa di vederne l’ennesima evoluzione nel mio prossimo viaggio.