Il vino e la religione

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La parola vino nella Bibbia viene citata ben 278 volte in 258 versetti, mentre la parola vite ricorre 141 volte in 135 versetti.

Mangiare e bere hanno avuto infatti, fin dall’antichità, un profondo significato: rendono possibile la vita. Chi non ha nulla da mangiare e da bere, deve morire; cibo e bevande vengono considerate doni del Creatore ed il pasto è qualcosa che rimanda a Dio. Nello stesso tempo esso è un simbolo della comunione e dell’amicizia con tutti coloro che vi partecipano.

Le “nozze di Cana” non a caso rappresentano il primo “segno” pubblico di Gesù come Figlio di Dio. Nella Liturgia il pane e il vino sono diventati per Cristo dei segni visibili di un pasto nel quale egli stesso diviene cibo e nel quale egli stabilisce la comunione dei partecipanti con sé e tra loro.

“Fedele all’esempio di Cristo, la Chiesa ha sempre usato il pane ed il vino per celebrare la cena del Signore.” Il pane deve essere di frumento, fresco e azzimo. Il vino usato per la Messa è sempre stato in prevalenza rosso (per ragioni pratiche si è introdotto il vino bianco anche se il colore rosso evoca più le sembianze del sangue); deve essere tratto dalla vite, naturale e genuino; l’uva deve essere integra, non può essere aggiunto alcool di patate o riso.

Nella religione ebraica il vino ha un forte significato simbolico ed è elemento importante della liturgia religiosa. Il vino, preferibilmente rosso, assume particolare rilevanza per la celebrazione del sabato ebraico. La santificazione del Sabato trova il suo fondamento in un preciso comandamento del Pentateuco, i cinque libri che costituiscono la Torà, l’insegnamento per eccellenza, la cui composizione viene attribuita direttamente a Mosè. Nel rito sacro di santificazione del Sabato il vino usato dovrebbe essere rosso e di alta qualità e con esso si deve riempire fino all’orlo un bicchiere (di solito, un apposito, elegante calice istoriato con caratteri ebraici).

Il vino viene inoltre usato nelle cerimonie più importanti come matrimoni, raggiungimento della maggiore età religiosa, la Pasqua (Pessah), e in occasione della festa del Purim. Il vino usato nelle cerimonie è spesso mescolato con acqua, miele e altri aromi e deve essere rigorosamente Kasher (cioè adeguato, corrispondente alle norme di vita ebraica come stabilite dalla tradizione); deve essere pertanto ottenuto mediante lavorazioni eseguite solo da Ebrei praticanti.