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Guido Fuga, efetti speciali per il maestro Pratt

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Guido Fuga, arch. Guido Fuga

Guido Fuga, architetto e disegnatore, è nato a Venezia nel 1947. A partire dal 1968 ha collaborato con Hugo Pratt alla creazione di celebri serie come “Corto Malteseˮ o “Gli scorpioni del desertoˮ, disegnando molti elementi e dettagli di vignette e strisce. Insieme allʼaltro fondamentale assistente di Pratt, Raffaele “Leleˮ Vianello, è autore del libro illustrato “Corto Scontoˮ, dedicato ai misteri e alle curiosità di Venezia, nonché di diverse opere a fumetti create dopo la morte di Pratt. Il fumetto è comunque solo uno dei tanti interessi e attività di Fuga, che ha lavorato nei più diversi campi dellʼarte.

Nellʼintervista che segue avremo modo di scoprire molte curiosità e aneddoti sullʼorigine delle avventure di Corto Maltese, sul lavoro dei disegnatori e sulle persone reali che ispirarono alcuni dei personaggi di Pratt.

Come è avvenuto il suo ingresso nel mondo del fumetto? Come è nata la collaborazione con Hugo Pratt?

Tutto inizia nel ʼ68, mi ero da poco iscritto ad architettura. In compagnia della mia fidanzata Mariolina incontrammo Pratt nella libreria di una carissima amica, Nini Rosa (che avrebbe ispirato lʼEsmeralda di “Corto Malteseˮ). Il maestro, intrigato dalla mia morosa (minigonna e capelli cortissimi, insomma la Venexiana Stevenson delle avventure di Corto), ci invitò la sera stessa a casa sua a Malamocco a mangiare un’ottima pastasciutta bella speziata. Da quell’incontro nacque una lunga amicizia, con l’invito alla collaborazione per tutte le parti che Pratt non aveva voglia di disegnare e che voleva fossero fatte a regola d’arte: mezzi militari, treni, fondi architettonici… Io li chiamavo gli effetti speciali. Hugo aveva da poco firmato il contratto con “Pifˮ per delle storie da 20 pagine con il personaggio di Corto Maltese. In pratica era la vera nascita del personaggio, che nella “Ballata del mare salatoˮ era un comprimario come Rasputin, mentre i veri protagonisti erano i due ragazzini. La prima copertina della “Ballataˮ in Italia aveva Pandora e Cain in primo piano e sullo sfondo i due compari.

Cosa ci può raccontare della sua carriera di disegnatore? Quali opere tra quelle a cui ha lavorato ricorda con più piacere?

La mia storia col fumetto è stata episodica perché ho seguito tante cose: illustrazione, storyboard, disegni di tappeti, tavoli a tarsia marmorea, collaborazione con l’artista concettuale Alighiero Boetti per una quindicina di anni… Quando morì Pratt, con il collega Lele Vianello, anche lui collaboratore del maestro, realizzai la storia “L’ultimo voloˮ, poi “Le Ali del Leoneˮ, sulla storia dell’aviazione, e “Cubanaˮ. Insieme abbiamo anche realizzato la guida di Venezia “Corto Scontoˮ, libro che ha avuto un grande successo editoriale.

A partire dagli anni Sessanta il fumetto italiano ha conosciuto una grande evoluzione, diventando una forma dʼarte vera e propria. Quali artisti considera fondamentali ancora oggi?

Per quanto riguarda i grandi del fumetto italiano, a parte Pratt, direi Dino Battaglia, Guido Crepax, Sergio Toppi, poi Vittorio Giardino, Milo Manara e il bravissimo Andrea Pazienza, morto troppo presto.

Com’era lavorare con Hugo Pratt? Quali opere da voi realizzate ha trovato più interessanti e quali le sono rimaste più impresse?

Fra le opere realizzate con Pratt le più amate sono di sicuro “Corte Sconta detta Arcanaˮ e la “Favola di Veneziaˮ, che si è sviluppata giorno per giorno chiusi nello studio di Malamocco, con Mariolina che faceva i colori. Era un progetto nato da Alberto Ongaro che collaborava con il settimanale “L’Europeoˮ e doveva uscire settimanalmente con due pagine a colori. Poi, dopo un incontro a Londra dove all’epoca viveva Ongaro, Hugo ha trovato delle scuse per non lavorare con il vecchio amico e collaboratore perché, penso io, non voleva che un altro mettesse in bocca le parole ai suoi eroi, che poi erano i suoi alter ego. Da buon gemelli era doppio: da una parte Corto e dall’altra Rasputin… Se qualcun altro scriveva i suoi personaggi, era un po’ come se gli rubassero l’anima.

Guido Fuga, Milo Manara,Hugo Pratt e Fulvia Serra / arch. Guido Fuga

Come nascevano le singole storie, passando dai bozzetti alle tavole complete?

Per la realizzazione delle storie alle spalle c’era una grande ricerca bibliografica. Non c’erano computer, Hugo preparava una sorta di storyboard dove mi dava a grandi linee la disposizione dei miei aerei, blindati ecc. In seguito decideva dove voleva andare a fnire e la storia si sviluppava a braccio, come la “Favola di Veneziaˮ, improvvisata pagina dopo pagina con il litigio con Ongaro.

Venexiana, Hugo Pratt / arch. Guido Fuga

Lʼimportanza di Venezia per la storia del fumetto italiano è fondamentale: quali aspetti della città, della sua storia e dei suoi monumenti hanno ispirato maggiormente il vostro lavoro?

Venezia, come poi, dopo la morte di Pratt, abbiamo ben raccontato nella nostra guida della città “Corto Scontoˮ, è un palcoscenico speciale per l’immaginario del maestro e non solo. I due labirinti, urbano e acqueo, sono un enigma intrigante per i sognatori e ricercatori di simboli e arcani.

Quanto era importante lʼelemento fantastico ed esoterico nelle storie di Corto Maltese e in altre opere di Pratt?

Pratt si rifaceva spesso all’elemento esoterico come chiave per ricollegarsi al mito che per lui era la chiave per sciogliere ogni enigma e l’origine di tutte le storie. Corto ha un atteggiamento ambivalente verso credenze magiche e non; spesso assiste a riti iniziatici e voodoo che non comprende ma accetta. Il Maltese si traccia da solo la linea della fortuna della mano con un coltello, essendo nato senza: evidentemente pensa di modificare da sé
il corso delle cose.

Nelle opere di Pratt è molto presente il tema della lotta delle popolazioni indigene contro la dominazione bianca. Una simile ottica derivava soprattutto dalle sue vicende biografiche dellʼartista o rifletteva una particolare sensibilità politica?

Pratt è l’ultimo cantore della fine del colonialismo, con una ricerca dei dettagli, divise, mostrine, mezzi e così via. Sicuramente l’esperienza da ragazzino in Africa gli offrì paesaggi e divise militari che lo affascinarono. Poi c’era lo spirito dei tempi, con il risveglio della gioventù di tutto il mondo occidentale in quella rivolta che era dalla parte delle vittime del colonialismo. Pratt coglieva benissimo come stavano le cose, con in più la sua ironia: lo ricordo bene quando chiedeva delle proteste universitarie a me, studente sessantottino d’architettura, e si chiedeva perché non si cospargessero i docenti con il bitume e le piume come nella frontiera americana a lui tanto cara.

Autoritratto di Hugo Pratt

Comʼera Pratt nella quotidianità? Quanto di lui possiamo realmente ritrovare nel personaggio di Corto e in altri eroi da lui creati?

Pratt era un uomo orchestra, che se entrava in un locale diventava il centro d’attrazione di tutto l’ambiente e se aveva una chitarra cantava in modo magnifico il suo amato Burl Ives e le canzoni sudamericane con cui aveva avuto a che fare per più di dieci anni a Buenos Aires. Ricordo ancora riunioni alcoliche nella casa a Malamocco, con il maestro che cantava e arrivava la sera, con tutti gli amici al buio, incantati ed ebbri, persi in una dimensione atemporale. Pratt era magico e se voleva ti faceva morire dal ridere con il teatro immaginario che sapeva evocare. Ma adesso basta, perché sarei anche stanco di ricordare quei tempi meravigliosi. Spero di essere stato esaustivo, poi si può sempre inventare quello che si vuole come faceva Hugo, il grande affabulatore un poʼ bugiardo, ma geniale…

foto: Sławomir Skocki, Tomasz Skocki

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Ti interessa la storia del fumetto italiano? Clicca qui per leggere altri articoli dalla nostra serie “Komixando”.
Abbiamo per te altri articoli su Hugo Pratt, la sua via e opere. Puoi leggerli qui.

Forum Economico Polacco-Italiano

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Il 29 aprile si è concluso il Forum Economico Polacco-Italiano, organizzato dalla Camera di Commercio Polacco-Italiana, e il partner dell’evento era il Voivodato di Lublino.

L’evento principale del Forum è stata una conferenza, che ha avuto luogo il 27 aprile, con l’obiettivo di creare nuove, internazionali relazioni commerciali.

14 aziende di Lublino provenienti da una vasta gamma di settori come: l’agroalimentare, i mobili, l’edilizia e i servizi IT, bio-tecnologie, hanno potuto presentare i loro prodotti e servizi ad una platea di aziende e imprenditori italiani.

L’evento si è svolto con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma, rappresentata da Justyna Stańczewska, Consigliere del Dipartimento di Politica ed Economia; del Comune di Palombara Sabina, rappresentato da Guido Trugli, Vice-Sindaco e Ilenia Franconi, Assessore ai Lavori Pubblici; e di GBSAPRI SpA, società privata, rappresentata da Carlo Maria Bassi, Amministratore Delegato.

Alla conferenza ha partecipato anche Aleksandra Leoncewicz dell’Agenzia Polacca per il Commercio e gli Investimenti (PAIH), che sostiene sia l’espansione all’estero delle aziende polacche sia l’afflusso di investimenti esteri diretti in Polonia. PAIH è il primo punto di contatto per esportatori e investitori.

L’obiettivo del Forum era di presentare il potenziale del Voivodato di Lubelskie, le sue risorse, il suo ruolo nell’economia nazionale e le opportunità di investimento. La presentazione della regione nei suoi molteplici aspetti è stata fatta dal vicemaresciallo Zbigniew Wojciechowski, che ha sottolineato l’importanza dei rapporti commerciali già esistenti tra le aziende italiane e quelle di Lublino e quante opportunità il Voivodato di Lublino ha da offrire a nuovi investitori e imprenditori.

L’intero evento è stato accompagnato da un’atmosfera di curiosità reciproca – sia da parte degli ospiti italiani, che erano curiosi di conoscere i prodotti polacchi, i servizi, e talvolta una prospettiva diversa su un determinato argomento, sia da parte degli imprenditori polacchi, che erano desiderosi di conoscere una nuova opinione sul loro prodotto o servizio e allo stesso tempo scoprire quali sono le esigenze del mercato italiano.

Tutto questo si è tradotto in molti incontri B2B nella seconda parte della conferenza. Alcuni di questi si sono già trasformati in prime viste e trattative commerciali con la prospettiva dei primi ordini entro il prossimo mese.

Durante il Forum c’è stato anche un incontro della Pubblica Amministrazione di Roma nella persona di Pierluigi Sanna, Vice Presidente della Provincia di Roma e avv. Alessandro Palombi, Consigliere. Entrambe le parti hanno dichiarato la loro volontà di cooperare strettamente e di firmare un accordo di gemellaggio tra i governatorati di Roma e Lublino.

Va sottolineata la partecipazione di una società privata -GBSAPRI SpA – uno dei più grandi broker assicurativi in Italia, che ha dato il suo patrocinio all’evento. L’Amministratore Delegato della società, presente all’evento, ha sottolineato i 70 anni di esperienza nella consulenza e gestione dei rischi e anticipato la massima disponibilità a supportare sia le aziende italiane che polacche coinvolte nello scambio commerciale, per tutte le necessità e protezioni assicurative, che sono una parte essenziale di ogni business.

Gli organizzatori sono sicuri che tale incontro si tradurrà rapidamente in risultati tangibili da entrambe le parti, e che questo è stato il primo ma non l’ultimo appuntamento tra imprenditori polacchi e italiani.

La fisica del vino

Chi avrebbe mai pensato che il vino può diventare… un oggetto d’interesse per i fisici. Sembra invece una storia davvero interessante.

Il vino può sembrare poco problematico dal punto di vista scientifico, essendo una sostanza costituita principalmente da acqua (75-90%), alcool (6-22%), zuccheri (meno di 4g/l) e composti naturali che gli danno il giusto sapore e colore. Può essere sorprendente, però, scoprire che il vino contiene oltre 1000 diversi composti chimici, non tutti ben conosciuti! Sembra incredibile che, più di 5000 anni dopo la scoperta del metodo di produzione del vino, il nostro sapere su di esso sia ancora incompleto e necessiti di ulteriori studi. Anche per questo il vino è una grande sfida per gli scienziati e, al tempo stesso, una sostanza complicata e incredibilmente interessante.

Gli studi scientifici sul vino diventano ancora più complessi se teniamo conto del fatto che il suo sapore è influenzato da numerosi fattori: il tipo di vitigno, le condizioni atmosferiche, il tipo di terreno e il modo in cui viene fertilizzato, infine la regione e il paese di coltivazione. Nella produzione del vino è assai importante anche il processo di ossidazione, che non può avvenire in modo troppo intenso perché ne risulterebbe un’alterazione sfavorevole delle proprietà fisico-chimiche del prodotto: il contatto del mosto con l’ossigeno porta alla formazione del perossido di idrogeno, fortemente reattivo, che fa ossidare l’alcool in acetaldeide, dando al vino un sapore amaro. Per questa ragione la reazione con l’ossigeno è un fattore chiave per il sapore del vino e il modo in cui essa avviene è influenzato, tra gli altri, dalle sostanze paramagnetiche, ovvero da tracce di ioni di ferro, rame o manganese naturalmente presenti nel vino. Questi supplementi paramagnetici in genere provengono dal suolo in cui cresce e matura il vitigno e costituiscono un importante catalizzatore della reazione di ossidazione dell’alcol durante la produzione del vino.

Questo puzzle, che è il vino, lo cercano di risolvere due centri di studio: l’Istituto di Fisica Molecolare dell’Accademia Polacca delle Scienze di Poznań (IFM PAN) e l’Istituto di Ricerca AgroSup Dijon dell’Università della Borgogna Franche-Comté in Francia che conducono una ricerca incentrata sui processi di vinificazione sfruttando la tecnica della rilassometria della risonanza magnetica nucleare (abbrev. rilassometria NMR); questo metodo si basa su un fenomeno fisico che ha già trovato un’applicazione inestimabile in medicina negli scanner della risonanza magnetica (MRI). L’inizio della cooperazione tra gli istituti di Poznań e Dijon è avvenuto con l’adesione al progetto EURELAX (CA15209), ovvero la Rete Europea di rilassometria NMR, che riunisce scienziati di vari settori e di vari paesi europei che utilizzano la rilassometria NMR nella ricerca di base e applicativa, tra gli altri, nella scienza dei materiali e nell’industria, nella diagnostica e terapia medica, nelle scienze e tecnologie agroalimentari e ambientali.

Solenoide, l’elemento chiave del rilassometro

Grazie ai contatti scientifici con i ricercatori dell’Università della Borgogna Franche-Comté, Agrosup Dijon, si è rivelato che il rilassometro NMR, di cui dispone l’Istituto di Fisica Molecolare dell’Accademia Polacca delle Scienze a Poznan può essere utilizzato anche al fine di analizzare la qualità del vino. “È da qualche anno che stava crescendo la nostra ambizione nell’intraprendere altre sfide nell’ambito dello studio dell’alimentazione in generale: Food Science; fino ad oggi, tra le altre cose, ci siamo occupati degli esami di oli naturali e del miele delle api. Gli scienziati dall’istituto francese hanno una conoscenza e un’esperienza fondamentale nello studio dei diversi processi fisici e chimici che determinano tra l’altro la qualità del cibo e dei modi in cui conservarlo. Il nostro contributo, invece, si avvale di anni di esperienza nell’utilizzo della rilassometria NMR e nell’analisi di dati sperimentali, per cui la collaborazione che abbiamo iniziato porta benefici ad entrambe le parti”, sottolinea il professor Rachocki, coordinatore degli esami svolti dall’Istituto di Fisica Molecolare dell’Accademia Polacca delle Scienze a Poznan.

In tutta questa storia non mancano elementi italiani. Il produttore dei rilassometri NMR è un’azienda italiana Stelar di Mede (provincia di Pavia) che opera sul mercato dal 1984. Fino ad oggi l’apparecchiatura della Stelar è stata usata tra l’altro per esaminare prodotti alimentari come pesci, uova, miele, mele, latte in polvere o dolci. Uno degli ambiti di ricerca molto promettenti riguarda i formaggi. Gli esperimenti condotti sul Parmigiano Reggiano e sul Fiore Sardo DOP suggeriscono tra l’altro la possibilità di applicare questa tecnica d’analisi per l’identificazione della mozzarella fatta con acidificanti invece del latte e del caglio della tradizione. In Polonia gli unici strumenti della Stear si possono trovare all’Istituto della Fisica Molecolare dell’Accademia Polacca delle Scienze (IFM PAN) a Poznań, all’Università della Warmia e Masuria e all’Università Adam Mickiewicz.

Prof. Adam Rachocki (a sinistra) e Prof. Bartłomiej Andrzejewski (a destra) durante la fiera WINO

Attualmente gli studiosi dell’Istituto di Fisica Molecolare della PAN con i risultati delle analisi vogliono suscitare l’interesse di produttori nazionali e degli appassionati di vino. Un’ottima occasione per farlo è stata creata durante la fiera WINO – la Fiera Polacca del Vino e dei Vigneti – che si è svolta dal 27 al 29 agosto a Poznań. Per gli studiosi dell’Istituto di Poznań era da un lato un’occasione per presentare i loro ultimi successi nella ricerca sui processi di vinificazione con tecniche della risonanza magnetica nucleare, dall’altro un modo per conoscere la specificità delle tecniche della produzione di vini e delle sfide che coinvolgono i produttori polacchi. L’offerta e le possibilità di ricerca IFM PAN hanno riscontrato molto interesse non solo da parte degli espositori, ma anche dei visitatori presenti alla fiera in particolare sia tra gli appassionati di vino che di fisica.

traduzione it: Anna Małgorzata Brysia, Małgorzata J. Lewandowska, Tomasz Skocki

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La storia del vino e i suoi rapporti complessi con diversi aspetti della vita umana sono un tema estremamente interessante. Più articoli su questo tema troverete qui.

“Tempo di vetro”, ovvero le passioni scientifiche del Premio Nobel Giorgio Parisi

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Giorgio Parisi con Sergio Mattarella, fot. Quirinale.it

In linea con una tradizione non scritta, il Comitato svedese per il Premio Nobel ha sempre notificato la sua decisione ai nuovi vincitori con quella genuina modestia scandinava: chiamandoli al mattino. I fortunati apprendono dell’assegnazione del Premio Nobel in varie circostanze, o comunque in orari diversi, perché le ore mattutine a Stoccolma generalmente non corrispondono alle stesse ore del giorno in altre parti del mondo. I nuovi vincitori vengono sorpresi, ad esempio, a bordo dell’aereo o mentre fanno il bucato. Vengono bruscamente svegliati dal vicino di casa che, dopo aver anche lui saputo d’aver vinto il prestigioso premio, grida: “Paul, sono Bob Wilson. […] Hai vinto il premio Nobel. Provano a contattarti ma non ci riescono. Sembra che non abbiano il tuo numero”1.

Una storia divertente è successa a due amici, entrambi vincitori del Premio Nobel per l’Economia nel 2020, Paul Milgrom e Robert Wilson (la si può guardare su YouTube).

Nel giorno dell’annuncio del Premio Nobel per la Fisica dell’anno scorso, il 5 ottobre, la famosa telefonata di Thomas Perlmann, il segretario del Comitato Nobel, è arrivata a Princeton, ad Amburgo, e a Roma. Hanno risposto tre scienziati che si occupano di questioni climatiche: il giapponese Syukuro Manabe, il tedesco Klaus Hasselmann, e il fisico teorico italiano Giorgio Parisi, il quale studia i sistemi complessi. Il premio gli è stato assegnato ”per un contributo innovativo alla comprensione dei sistemi fisici complessi”, così l’Accademia reale svedese ha motivato la sua decisione. A me, invece, interessano gli argomenti che trattano gli scienziati premiati, ovvero il clima, il tempo e i vetri di spin, nel gergo dei fisici chiamati semplicemente “i vetri”, che fanno venire in mente il titolo di un brano polacco di grande successo: ”Tempo di vetro” (pl. Szklana pogoda) di Małgorzata Ostrowska e il gruppo Lombard (1991).

Il clima ed i misteriosi ”vetri di spin”, la cui natura cercherò di spiegare tra poco, possono essere considerati sistemi complessi? Qual è poi il rapporto di questi sistemi con il vetro? In generale, i sistemi complessi comprendono una varietà estremamente ampia di fenomeni in cui tantissimi componenti interagiscono in modo disordinato. Questi componenti possono essere atomi, particelle, molecole, neuroni, proteine, ma anche specie di animali, uccelli in uno stormo, persone nella società e così via… Indubbiamente, lo stesso clima, i suoi cambiamenti, la loro previsione e l’impatto dell’attività umana su di esso sono cose molto complicate, e allo stesso tempo, difficili da descrivere. I sistemi complessi hanno addirittura molto in comune con il vetro, in cui la disposizione degli elementi base che lo compongono è disordinata e ricorda la disposizione delle molecole in un liquido o in un gas. Tutti i vetri tendono a cristallizzare, e a formare piccoli ”cristalli”, i quali però svaniscono molto velocemente. La competizione tra i processi di formazione e decomposizione di questi cristalli fa sì che molti vetri non saranno in grado di cristallizzare anche in un tempo incredibilmente lungo, paragonabile all’età dell’universo. Un buon esempio di stato vetroso è lo zucchero filato ottenuto con un rapido raffreddamento della massa di zucchero fuso, mentre con un raffreddamento molto lento della stessa massa di zucchero si produce zucchero cristallino.

Giorgio Parisi si è occupato delle proprietà di altri interessanti rappresentanti della famiglia dei sistemi complessi: i vetri di spin. In questo caso, il disordine e le aree ordinate sono associate a un numero enorme di spin che possiamo definire come ”magneti microscopici” situati all’interno di corpi magnetici. Le proprietà di tali corpi sono, ovviamente, molto complesse. Per capirle, Giorgio Parisi ha utilizzato uno speciale trucco delle repliche, una tecnica matematica basata sull’analisi simultanea di tante copie diverse del sistema. Ci sono voluti molti anni per dimostrare che la soluzione proposta da Parisi fosse corretta. Questo sforzo, intrapreso dal matematico francese Michel Talagrand, secondo Yan Fyodorov, fisico al King’s College di Londra, ”ha creato un intero campo di studio [sui fenomeni] nel campo della probabilità”². Un altro collaboratore del Premio Nobel, Juan Jesús Ruiz-Lorenzo dell’Università dell’Estremadura, ricorda che Parisi “è una persona che pensa molto velocemente. […] A volte non scrive la fine di un’equazione sulla lavagna. Non riesci a vederla [la fine], ma lui si.”².

Nato a Roma nel 1948, Parisi si laureò in fisica alla Sapienza nel 1970, unendosi a una scuola la cui tradizione risale a Enrico Fermi “Era un ambiente eccezionale, con una formazione non paragonabile con altre università straniere”², disse Parisi durante un incontro pubblico alla Sapienza il giorno in cui ha ricevuto il premio Nobel. Giorgio Parisi non aveva iniziato la sua carriera scientifica dallo studio sui sistemi complessi. Inizialmente si occupò di fisica delle alte energie, lavorando sotto la supervisione di Nicola Cabibbo, un eccezionale specialista di quel campo, che era “di gran lunga il più brillante teorico di Roma in quel momento”². In quel tempo, partecipò al progetto APE, relativo ai supercomputer utilizzati per eseguire i calcoli quantistici. Questa varietà di interessi rende Parisi uno scienziato molto versatile, e la sua ricerca copre aree come le particelle fondamentali, la materia condensata, la fisica statistica e i materiali disordinati. “Tendo a lavorare contemporaneamente su argomenti diversi perché ci vuole tempo per avere un’idea. Bisogna digerire i concetti”², così spiega la molteplicità delle sue passioni scientifiche lo stesso Parisi. La ricchezza dei temi da lui affrontati non è sfuggita al Comitato Nobel, che sottolinea il contributo alla “scoperta dell’interazione tra disordine e fl uttuazioni nei sistemi fisici, dalla scala atomica a quella planetaria”.

Negli ultimi anni Giorgio Parisi si è interessato al volo degli enormi stormi di storni, fino a un milione di individui (consiglio il video su YouTube). Per lo scienziato “gli storni sono interessanti perché si muovono molto velocemente nell’aria. Si muovono in modo molto semplice, molto veloce, e poi migliaia di loro lo fanno. […] Uno dei problemi è come comunicano affi nché questo movimento collettivo si svolga tutto insieme?”³. Gli “stormi” di uccelli possono sembrare non collegati affatto con i vetri di spin, e invece hanno qualcosa in comune. […] Quello che hanno in comune e che sembra molto interessante è come nascono i comportamenti complessi. È un argomento ricorrente in fisica e biologia, e la maggior parte delle ricerche che svolsi riguarda il modo in cui un comportamento collettivo complesso può derivare da elementi ciascuno dei quali ha un comportamento semplice”³. La spiegazione su come coordinare il volo degli storni in grandi stormi potrebbe essere un punto di svolta per il trasporto aereo. Basta rendersi conto dei grandi problemi che ci sono con il controllo degli aerei negli aeroporti affollati. A differenza di noi che abbiamo a disposizione i più moderni dispositivi elettronici, gli stormi di uccelli non hanno nessun problema con il coordinamento del volo.

Attualmente Giorgio Parisi è professore ordinario alla Sapienza di Roma, nonché il sesto scienziato italiano a vincere il Premio Nobel per la Fisica, dopo Guglielmo Marconi (1909), Enrico Fermi (1938), Emilio Segrè (1959), Carlo Rubbia (1984) e Riccardo Giacconi (2002).

Infine l’aneddoto sulla telefonata dal capo dello Stato: “Mi ha chiamato il presidente Mattarella e per caso ho risposto, ho visto il numero del centralino del Quirinale che conosco”.⁴ . È successo subito dopo che lo scienziato ha ricevuto il premio Nobel.

1 „Paul, it’s Bob Wilson,” Wilson says. „You’ve won the Nobel Prize. And so they’re trying to reach you, but they cannot. They don’t seem to have a number for you.”; LINK

² Nature Italy https://www.nature.com/articles/d43978-021-00122-6

³ PNAS 2006 103(21) 7945-7947; https://doi.org/10.1073/pnas.060311310

https://www.notizie.it/covid-il-nobel-parisi-fondamentale-finire-cicli-di-vaccinazione-io-ho-gia-prenotato-la-terza-dose/

traduzione it: Dorota Kozakiewicz-Kłosowska
foto: Quirinale.it

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Popularna Ryba, il mondo del pesce a portata di mano

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Vi siete mai chiesti perché si parla spesso dell’importanza di introdurre più pesce nella nostra dieta alimentare? Il maggior punto di forza del pesce è l’essere ricco di omega 3, grassi polinsaturi considerati essenziali. L’assunzione di omega 3, che si trovano principalmente nei pesci grassi, come le acciughe, le aringhe, lo sgombro, il salmone, le sardine, lo storione, la trota e il tonno, risulta importanti per esempio per combattere i trigliceridi alti, l’artrite reumatoide, la depressione, l’Alzheimer e altre forme di demenza, la sindrome da deficit di attenzione- iperattività e l’asma. Altri aspetti positivi del pesce sono: il minore contenuto di colesterolo rispetto alla carne; un alto contenuto di sali minerali, presenti soprattutto nel pesce di mare, come sodio, iodio e calcio; la sua maggiore digeribilità rispetto alla carne e la presenza di proteine ad alto valore biologico, composte cioè da aminoacidi essenziali. Insomma se vi volete bene mangiate più pesce!

Ma per inserire in maniera stabile il pesce nelle nostre abitudini alimentari c’è bisogno di saperlo cucinare e soprattutto di poterlo acquistare in un negozio di fiducia. Ora se la capacità media di cucinare delle persone è ampiamente aumentata negli ultimi tempi, anche grazie alla pandemia che ci ha tenuti a casa per mesi e ci ha spinti a sperimentare nuovi piatti, la possibilità di trovare pesce fresco di qualità e di provenienza certificata, a Varsavia e dintorni, è da qualche tempo soddisfatta dalla presenza di Popularna Ryba, il negozio a conduzione femminile gestito da tre sorelle polacche innamorate della cucina italiana. Una storia che risale all’infanzia quando le sorelle, in vacanza con la madre nei lidi adriatici, scoprono l’insuperabile bontà dei piatti italiani a base di pesce fresco.

“È proprio il desiderio di poter mangiare una frittura, o una pasta con le vongole o con le cozze, come quelle che si fanno in Italia che ci ha spinti ad entrare in questo settore”, spiega Magda, manager di Popularna Ryba.

Una scelta di successo dato che il negozio, aperto nel febbraio 2020, è diventato subito un punto di riferimento per i varsaviani, polacchi e stranieri, che amano il pesce. L’intero assortimento di pesce tra cui pesce fresco, frutti di mare, prodotti a base di pesce e surgelati sono importati direttamente da Popularna Ryba. Le consegne di prodotti freschi dall’Italia, dai Paesi Bassi, dalla Norvegia, dalla Spagna e da altri paesi più remoti, come la Nuova Zelanda, l’Alaska, il Giappone, le Isole Faroe, le Isole Britanniche o la Germania vengono effettuate 3 volte alla settimana. Una frequenza così elevata di consegne e la varietà di prodotti importati garantiscono la massima qualità e freschezza dell’offerta.

“Quando acquisto il pesce nei vari mercati non guardo il prezzo ma la qualità, una scelta che paga sempre e che i nostri clienti hanno imparato ad apprezzare perché quando comprano pesce da noi hanno la sicurezza di quello che acquistano. Ed oggi tanto del nostro pesce è acquistato anche da due dei migliori supermarket, a Konstancin e Wilanów, di una importante catena di distribuzione.”

L’offerta di Popularna Ryba nel tempo si è ampliata ed ora, oltre al pesce fresco e ad alcuni piatti pronti tra cui quelli della tradizione polacca, si trovano anche moltissimi prodotti, in gran parte italiani, da utilizzare nelle ricette di pesce come pasta, olio, pomodori e vino.

“Sono continuamente alla ricerca di nuovi prodotti e dei migliori fornitori al mondo, l’esperienza del pesce è infi nita, chi scopre il piacere di cucinarlo scopre un mondo! Ora i clienti cominciano a chiederci il garum (antica salsa di pesce), il baccalà, la bottarga e noi vogliamo essere pronti a soddisfarli. Il 1° dicembre sul sito web di Popularna Ryba sarà aperto il nostro negozio di pesce online con una portata nazionale. Tutti i prodotti disponibili nel nostro negozio possono essere ordinati online con la consegna a domicilio. Per Varsavia e dintorni gli ordini saranno realizzati entro 24 ore dall’effettuazione dell’ordine o lo stesso giorno (solo consegna locale). Per altri ordini, le consegne saranno effettuate tramite corrieri e saranno realizzate entro 48 ore.”

Da quando avete aperto ad oggi com’è cambiata la clientela?

“Diciamo che all’inizio la clientela internazionale, italiani e spagnoli soprattutto, si distingueva perché era quella che comprava specie diverse di pesce, frutti di mare e crostacei, mentre i polacchi erano più timidi e acquistavano soprattutto salmone e sgombro, ovvero i pesci che conoscono. Ma ora la clientela si è evoluta, tanti ci hanno chiesto consigli su come cucinare il pesce e hanno scoperto che è più facile della carne e ora comprano senza imbarazzi ogni tipo di pesce. Anche lo stare chiusi a casa durante la pandemia ha contribuito a far crescere il tempo dedicato alla cucina e quindi le conoscenze culinarie. La grande novità è che noi oggi siamo pronti a preparare alcuni piatti da asporto, se venite e ci chiedete un sushi, o una frittura o una tartara la facciamo al momento nella nostra cucina. Se ce la ordinate prima per telefono è ancora meglio. Così oggi tanti in pausa pranzo al posto del solito hamburger si fanno una tartara di tonno o una frittura”.

foto: Nel Gwiazdowska

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Più del negozio Popularna Ryba potete leggere qui.
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Vadim Brodski incanta Wroclaw. Grande successo del concerto di beneficenza per l’Ucraina

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Nella cornice magica dell’Oratorium Marianum dell’Università di Wroclaw, edificio del 1730 bombardato durante la Seconda Guerra mondiale e ricostruito completamente, che, come hanno sottolineato gli organizzatori, “è risorto come l’araba Fenice così come siamo certi farà l’Ucraina”, si è svolto ieri sera il concerto di beneficenza organizzato da Confindustria Polonia in supporto del popolo ucraino.

L’evento, patrocinato dall’Ambasciata Italiana di Varsavia, dall’Istituto Italiano di cultura di Cracovia e dai consolati onorari delle due città e con la sponsorizzazione di Ferrero, ha visto la partecipazione di quasi 200 persone con una sala completamente gremita alla presenza dell’Ambasciatore Amati, della Console Kwiatosz, del Direttore dell’istituto Ugo Rufino, del Presidente di Confindustria Polonia Simone Granella e del Console generale dell’Ucraina a Wrocław Yurii Tokar. Durante i saluti iniziali, in cui l’Ambasciatore Aldo Amati ha sottolineato che si debba oggi parlare sempre più di pace, il console Tokar ha ringraziato per l’iniziativa sottolineando i morti civili e i bambini a cui è seguito un toccante minuto di silenzio in onore di tutte le vittime, poi la musica ha sprigionato il suo messaggio dirompente di pace e universalità, facendo dimenticare ai presenti l’orrore di questi ultimi mesi. Questo è stato possibile grazie alla performance al violino del maestro Vadim Brodski accompagnato al piano da Bartłomiej Wezner che si è alternato sul palco con il coro dei bambini del Foro Nazionale della musica NFM diretto da Małgorzata Podzielny accompagnata da Agnieszka Lewandowska-Gryś. L’apice dell’evento si è raggiunto con “Life Is Beautiful”, magicamente eseguita insieme da coro, violino e musicisti.I proventi dell’evento, che, come ha sottolineato il direttore di Confindustria Alessandro Saglio, ammontano a oltre 25.000 PLN, saranno interamente devoluti a NNO, ONG che aiuta attivamente le persone in fuga dalla guerra in Ucraina svolgendo principalmente le attività di costruzione di una base di alloggi, fornitura di trasporti e aiuto nella ricerca di un lavoro in Polonia.

Un plauso, infine, alla presentatrice Katarzyna Potrzebka che ha magistralmente condotto la serata.

Protesta controllori di volo: a rischio il 75% dei voli da Varsavia

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A causa della mancanza di accordo tra PAZP e controllori di volo, il Consiglio dei Ministri ha emanato un regolamento sulle restrizioni al traffico aereo. Il 75% dei voli potrebbe essere cancellato all’aeroporto Chopin. A Varsavia le operazioni aeree possono essere effettuate dalle 9:30 alle 17:00. Informazioni specifiche su questo argomento dipendono dai risultati dei colloqui condotti dalla PAŻP e dai controllori del traffico aereo, ha affermato Krzysztof Moczulski dell’ufficio stampa di PLL LOT. È apparsa un’ordinanza sulla possibilità di ridurre il numero di operazioni di volo da e per l’aeroporto Chopin di Varsavia e l’aeroporto Modlin di Varsavia. Moczulski ha aggiunto che se il traffico aereo all’aeroporto di Chopin non si svolgerà in modo normale, LOT e i suoi passeggeri saranno le principali vittime. “Vi ricordiamo che nei primi giorni di maggio questa situazione potrebbe interessare circa 50.000 passeggeri, il che si tradurrà in un numero enorme di collegamenti con il nostro Contact Center. Al fine di garantire il massimo comfort e sicurezza del viaggio, offriamo un cambio gratuito della prenotazione prima dell’eventuale cancellazione del volo. Ogni passeggero ha la possibilità di modificare la data e la direzione di viaggio. Eventuali costi saranno legati al pagamento della differenza dell’importo delle tasse”, ha affermato Moczulski.

https://www.wnp.pl/logistyka/50-tys-pasazerow-w-klopocie-moze-dojsc-do-anulowania-75-proc-rejsow-z-warszawy,573098.html

Il compleanno del principe Józef Poniatowski il 7 maggio 2022 Pałac Pod Blachą, il Castello Reale di Varsavia

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La conferenza scientifica, la mostra su Napoleone Bonaparte e il picnic con la ricostruzione dell’epoca del Ducato di Varsavia sono gli appuntamenti in programma al Castello Reale di Varsavia il 6 e 7 maggio 2022 nell’ambito del compleanno del principe Józef Poniatowski nel Pałac pod Blachą.

6 maggio – conferenza scientifica e mostra su Napoleone

La celebrazione di due giorni del Compleanno del principe… inizierà il 6 maggio con la conferenza scientifica Il principe Józef Poniatowski e l’epoca del Ducato di Varsavia, durante la quale gli esperti e i ricercatori del periodo delle guerre napoleoniche introdurranno le questioni riguardanti il principe Józef e il suo esercito.

In questo giorno, all’ufficio maggiore dell’appartamento del principe Józef Poniatowski a Pałac pod Blachą, aprirà anche la mostra Le firme di Napoleone Bonaparte che presenterà 22 documenti originali sconosciuti con la firma di Napoleone Bonaparte, provenienti da diversi periodi: lettere, ordini, rapporti e richieste, tra cui le prime firme del capo dei francesi, come primo console. Un elemento interessante della mostra è la corrispondenza riguardante sia il principe Józef Pniatowski sia altri importanti personaggi storici e i frequentatori abituali del Pałac pod Blachą, tra l’altro: Jan Konopka, Ludwik Michał Pac, Jan Henryk Dąbrowski. Il vero affare è una lettera segreta indirizzata all’ambasciatore francese a Vienna, riguardante la rinascita dello stato polacco. Un oggetto importante dell’esposizione è la cartella di documenti autentici, che erano di proprietà di Napoleone.

Gli oggetti utilizzati per la mostra provengono da: il Castello Reale di Varsavia – Museo,  la Collezione del dottore Tomasz Niewodniczański, il dipartimento Deutsch-Polnische Stiftung Kulturpflege und Denkmalschutz (Görlitz), il dipartimento del Museo Romantico a Opinogóra e una lettera da una collezione privata. La mostra durerà fino al 31 luglio 2022.

 

7 maggio – il picnic di compleanno

Sabato 7 maggio alle 11.00, il Castella Reale di Varsavia invita a visitare il picnic di compleanno nel cortile del Pałac pod Blachą. Nel programma tra l’altro: duelli, esercitazioni e il cambio della guardia eseguito dai gruppi di ricostruzione storica: Quarto e Dodicesimo reggimento di fanteria del Ducato di Varsavia, sfilata di moda stile impero e workshop.

Non mancheranno le attrazioni per i più piccoli, che potranno scoprire i segreti del Pałac pod Blachą e cercare il tesoro. Per tutti poi ci sarà lo spettacolo Colori di Parigi. La storia del trucco e dei cosmetici colorati cento anni prima l’invenzione del mascara rivelando la composizione di vecchi cosmetici di colore e i segreti dell’abbellimento delle donne all’epoca. I cosmetici saranno creati sulla base di ricette del XVIII e XIX secolo. Il picnic sarà completato con uno spettacolo “Ploteczki spod Blachy” basato sui diari di Anna Potocka, e con giochi di battaglia con migliaia di figure nel sistema di Black Powder eseguiti da Warlord Games.

Tutti gli eventi sono gratuiti. Inoltre il 6 e il 7 maggio, gli interni dell’Appartamento del principe Józef Poniatowski potranno essere visti gratuitamente.

 

Il compleanno del principe Józef Poniatowski

 

Sabato 7 maggio è l’anniversario della nascita di Józef Poniatowski – nipote del re Stanisław August, ministro della guerra del Ducato di Varsavia e maresciallo di Francia. Il picnic celebrativo è organizzato dal Castello Reale di Varsavia.

Il compleanno del principe Józef Poniatowski

7 maggio

PROGRAMMA DEL PICNIC

 

11.00-13.00

Spettacoli di rievocazione storica dell’epoca del Ducato di Varsavia –

Quarto reggimento di fanteria del Ducato di Varsavia, Dodicesimo reggimento di fanteria del Ducato di Varsavia.

 

11.00 i 14.00

In un armadio stile impero – workshop

12.00 i 14.00

Caccia al tesoro – gioco per bambini da 7 a 12 anni

13.00

Sfilata di moda stile impero

15.00

Colori di Parigi – presentazione di vecchi cosmetici

16.30

Ploteczki pod Blachą – spettacolo sulla base dei

diari di Anna Potocka, talk-show storico

diretto da Jacek Bursztynowicz realizzato dal Castello Atlantis

 

11.00-14.00 e 15.00-18.00

Giochi di battaglia con figure Black Powder eseguita da

Warlord Games – ricostruzione delle battaglie:  Lipsk, Talavera de la Reyna.

La battaglia navale L’epoca delle Vele nel sistema Black Seas

 

Il picnic nell’ambito del compleanno del principe Józef Poniatowski il 6 e 7 maggio 2022 si svolgerà al Pałac pod Blachą nel Castello Reale di Varsavia. In questi giorni l’accesso al Pałac pod Blachą sarà gratuito. 

“Galeria Wettynów”, nuova mostra permanente al Castello Reale di Varsavia

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Ieri al Castello Reale di Varsavia è stata inaugurata l’esposizione dedicata alla dinastia reale dei Vettin dal titolo “Galeria Wettynów”. Fu una dinastia che governò in Polonia negli anni 1697 – 1763 con Augusto II di Polonia e poi suo figlio Augusto III di Polonia. L’esposizione è stata pensata in forma di un salotto reale o aristocratico della prima metà del XVIII secolo. La maggior parte degli arredi sono presi dai depositi del Castello Reale ma alcuni sono stati acquistati nei negozi di antiquariato di Parigi e Modena. Tra i dipinti c’è un quadro monumentale di Martino Altomonte (Napoli, 1657 – Vienna, 1745) che rappresenta l’elezione di  Augusto II di Polonia al trono polacco.  “Galeria Wettynów” è una esposizione permanente.

Polonia Oggi

Il grande cinema di Sorrentino

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fot. Andrea Pattaro

Non c’è nessun altro regista che possa così deliziare e scioccare allo stesso tempo. Lodato e maledetto. Un genio per alcuni, un giullare per altri. Ecco Paolo Sorrentino che torna con il suo nuovo film che parla di lui più di tante interviste e biografie.

Non ci sono tanti registi cinematografici che usano la loro immaginazione. Pochi sono i seguaci di Federico Fellini, che ha sempre detto che i sogni sono l’unica e più importante realtà. Sono anche pochi i registi che si avvicinano a ogni dettaglio per inquadrarlo come artigiani. Così è Paolo Sorrentino. Elogiato da alcuni, criticato da altri per il suo cinema di grande effetto, ma privo di contenuto. Un giullare che prende in giro tutto e tutti nella corte italiana, dai politici alla Chiesa. Tuttavia ricordando le parole del suddetto FeFe: quando finisce l’immaginazione, finisce l’umanità. Per fortuna la fede in un domani migliore viene restituita dal cinema di Sorrentino, come testimonia anche l’ultimo film ”È stata la mano di Dio”, premiato alla 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che a metà dicembre è uscito nelle sale polacche e su Netflix. Il film, che ha vinto sette premi a Venezia, tra cui il Leone d’argento-Gran Premio della Giuria, il premio Marcello Mastroianni per il migliore debutto d’attore e il premio dell’Organizzazione Cattolica per la Cinematografi a e l’Arte Audiovisiva (SIGNIS), ci porta nella città di origine del regista. Qui seguiamo la storia del giovane Fabietto Schisa (Filippo Scotti), ambientata nella turbolenta Napoli degli anni ’80, in cui arriva inaspettatamente la leggenda del calcio Diego Maradona.

Oggi Napoli è la terza città più popolosa d’Italia. Dopo la seconda guerra mondiale era una città che portava i segni dei traumi del conflitto. Sporca, trascurata, non era più quella città fastosa, a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, allora governata da spagnoli ultra-cattolici che eressero la maggior parte dei monumenti imponenti della città. Gli anni ’70 sono il periodo in cui il piccolo Paolo sta crescendo. Non sappiamo molto della vita del regista, quello che si conosce è ciò che apprendiamo dai suoi film. Sappiamo inoltre che sua moglie è Daniela D’Antonio, con la quale ha avuto i figli Anna e Carlo, e che non ha mai studiato alla scuola di cinema. Tutti gli altri fascini, traumi e sentimenti sono nascosti tra i fotogrammi dei suoi film. È il caso anche dell’ultima opera, candidata agli Oscar del prossimo anno, sul fascino di Maradona. Il regista è sempre stato innamorato della squadra del Napoli. Una volta ha ammesso che questo vero amore è scoppiato con l’arrivo di Diego Armando Maradona nel 1984. Sorrentino gli deve la vita e il motivo lo ha raccontato anni dopo in un’intervista per la televisione italiana: “nel settembre del 1986 i miei genitori volevano trascorrere qualche giorno nella nostra casetta di Roccaraso. Dissi a mio padre che avrei preferito andare a vedere il Napoli in trasferta a Empoli. Di solito papà rispondeva che ero troppo giovane per andare in trasferta ma quella volta – per qualche ragione – acconsentì. Così io rimasi a casa per andare a vedere la partita il giorno seguente mentre i miei genitori partirono. Il giorno dopo, di prima mattina, suonò il campanello. Era il custode del palazzo, mi disse di scendere. In lacrime mi annunciò che i miei genitori erano morti durante la notte. C’era stata una fuga di gas nella nostra casa di montagna. È grazie a Maradona che sono ancora vivo.

La maggior parte delle domande cui Sorrentino cerca di rispondere attraverso i suoi film arrivano dalla sua infanzia. Da bambino frequentò per cinque anni una scuola cattolica conservatrice, che aveva regole ferree. Nei suoi film, soprattutto nelle due stagioni della serie ”The New Pope”, il regista racconta ciò che lui stesso ha vissuto e osservato. Ma va oltre le grandi basiliche e gli altari ricchi di quadri e d’arte. Guarda nelle minuscole minimaliste stanze della sacrestia, in cui, oltre al letto, ci sono pochi altri elementi. Guarda negli uffici, nella canonica e ascolta le conversazioni delle persone che si celano sotto le vesti dorate. È interessato a ciò che è nascosto. In questo modo il regista smaschera sia gli intrighi all’interno della Chiesa sia quelli della Città Eterna. Roma nel film ”La grande bellezza”, il più importante della sua carriera fino ad ora, è un’amante capricciosa, una città che invecchia e che ha perso il suo lustro. Invece delle piccole e affascinanti strade, il protagonista segue i ricordi di una città che non tornerà mai più.

Osservando l’estetica di Sorrentino e il linguaggio che ha sviluppato sullo schermo, noteremo la sua precisione quasi artigianale. Ogni colore, ogni angolo di luce è importante nelle sue inquadrature. Sono quadri carichi di simbolismo, di riferimenti alla cultura, alla pittura e all’eredità dell’Italia. Paradossalmente il regista ha iniziato la sua avventura cinematografica solo nella vita adulta, ha studiato economia e non aveva nessuna relazione con l’arte. Ed è così ancora oggi, perché, come lui stesso ammette, odia andare a mostre, musei o teatri. Paolo Sorrentino dice senza mezzi termini: ”sono un ignorante per quanto riguarda i successi degli altri”. Quando inizia un film è convinto di fare qualcosa di nuovo, unico, fresco, ma poi lui stesso ammette che era solo un’impressione. Confessa che l’unica cosa che lo tocca è la letteratura, ma subito dopo aggiunge che ci sono pochi libri che lo influenzerebbero, soprattutto nella letteratura contemporanea. Tra quelli che può citare e consigliare c’è sicuramente Louis Ferdinand Céline.

fot. Andrea Pattaro

Paolo Sorrentino non regala solo ritratti dell’Italia, non è solo un narratore della vita del suo Paese in cui addita gli errori di fratelli e sorelle. Sorrentino è anche un regista che non ha paura di collaborare con Hollywood. Dice sempre che è stato il cinema americano a influire maggiormente durante la sua infanzia. Il primo film che ha realizzato in inglese è stato ”This must be the place”, in cui l’anziana e solitaria star con le labbra imbrattate di rossetto è interpretata da Sean Penn, attore che volle fortemente lavorare con Sorrentino. Un altro film importante è ”Youth”, la storia di due amici che ricordano con nostalgia gli anni passati.

Impossibile non notare che uno dei protagonisti nei film del regista è sempre la musica. Così è anche nel film ”Loro”, storia epica su Silvio Berlusconi, in cui Katarzyna Smutniak recita accanto all’amato attore di Sorrentino: Toni Servillo. Scri- vendo le sceneggiature Paolo ascolta continuamente musica. Nelle sue opere il regista mescola musica classica con tormentoni, spesso molto pop. E così facendo mostra di nuovo la sua forza, indipendenza, coraggio, non avendo paura di combinare stili, mondi e generi musicali diversi. In una intervista Sorrentino ha ammesso che una canzone a volte può colpire più di un brano di musica classica o della musica da film. La canzone nel suo immaginario dà senso a una scena precisa.

fot. Andrea Pattaro

Non tutti sanno che Paolo Sorrentino scrive anche libri. Nel suo curriculum ha, per esempio, ”Gli aspetti irrilevanti”, un progetto di libro in cui Sorrentino aggiunge, nella forma di racconto breve, delle biografie ai personaggi catturati nelle foto di Jacopo Benassi. Le sue descrizioni sono estremamente audaci, a volte anche sfacciate, maliziose e divertenti. Confermano anche che è facile per noi giudicare gli altri e aggiungere le nostre versioni degli eventi. Questa è un’altra prova del grande potere dell’immaginazione dell’artista. Ma Sorrentino può fare di più, può convincerci che le storie di fantasia che ha inventato possono diventare una verità in cui cominciamo a credere. È una grande arte. Questo vale anche per il suo cinema che è cinema d’autore.

Per alcuni il suo cinema è sgradevole, una trasgressione del buon gusto, una fantasmagoria, una bestemmia. Sorrentino mette a nudo le contraddizioni dell’animo italiano, distrugge statue, monumenti, muri spessissimi che da anni erano sacri. Ha il coraggio di evidenziare gli errori, di criticare, di puntare il dito contro il vuoto che si sta diffondendo nella nuova generazione smarrita tra media, politica e denaro. Il suo cinema è dimostrazione di vera arte.

traduzione it: Agata Wojtalik
foto: Andrea Pattaro

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