Il neo eletto COMITES Polonia ha iniziato le sue attività con una prima riunione in Ambasciata alla presenza dell’Ambasciatore Aldo Amati e del Capo della Cancelleria Consolare Luigi Iannuzzi. I consiglieri hanno così definito le cariche al loro interno: presidente Silvia Rosato, vicepresidente Alessandro Bruzzone, segretario Silvio Bucci, tesoriere Alberto Defraia, membri dell’esecutivo: Silvia Rosato, Alessandro Bruzzone e Giuseppe Adamo.
Silvia Rosato
Questa la dichiarazione della neopresidente Silvia Rosato dopo l’elezione al vertice del Comites: “è il mio secondo mandato e spero che l’esperienza maturata nei 7 anni precedenti possa agevolare l’operato del nuovo Comitato e dare continuità ai progetti intrapresi. Come ha precisato il nostro Ambasciatore Aldo Amati, il Comitato che si è insediato è un Comitato molto eterogeno sia in termini di professioni e settori rappresentati, di età e di provenienza dei consiglieri e questo ci dovrebbe consentire di arrivare ad abbracciare un’ampia utenza soprattutto quella dei giovani che rappresenteranno il nostro futuro. Il nostro impegno è rivolto ad ascoltare e raccogliere le esigenze di tutti i connazionali dislocati sul territorio polacco e tradurle in azioni concrete con la collaborazione del Sistema Italia e delle istituzioni locali. Ringrazio tutti coloro che hanno votato e che hanno reso possibile la continuità del Comites in Polonia. Contiamo sulla collaborazione di ogni connazionale per costruire assieme una comunità tricolore coesa e integrata con il paese in cui viviamo. Esprimo la mia più sincera gratitudine a Renato Passoni e Alessandro Bruzzone che hanno costituito la lista “Insieme per Fare”, al Primo Segretario Luigi Iannuzzi che ci ha affiancato e supportato nelle varie questioni amministrative e burocratiche e auguro a tutti i consiglieri un mandato ricco di successi e traguardi. Ne approfitto per augurare a voi tutti e ai vostri cari un Buon Natale e buone feste.”
Questa la lista integrale degli eletti: Adamo Giuseppe, Arlotti Giovanni, Bonaventura Stefano, Bruzzone Alessandro, Bucci Silvio, Caldarella Mariano, Defraia Alberto, Failla Michele, Macheda Filippo, Morelli Fabio, Pesoli Paola, Rosato Silvia.
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Secondo quanto annunciato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen su Twitter, la Commissione europea ha approvato la circolazione del vaccino Novavax contro il COVID-19 sul mercato dell’Unione europea, la cui produzione vede coinvolta, tra gli altri, un’azienda biotecnologica polacca, Mabion. Come scritto da von der Leyen su Twitter, grazie ai cinque vaccini in circolazione sul mercato, l’Unione europea dispone di una serie diversificata di preparati, basata sia su nuove tecnologie, ossia l’mRNA, sia su tecnologie classiche, incluso il vaccino Novavax a base di proteine. Come ribadito dalla presidente della Commissione europea, la vaccinazione e le dosi di richiamo sono la migliore protezione contro il virus. Un’amissione condizionata al commercio del Novavax COVID-19 denominato Nuvaxovid, è stata autorizzata dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA) lo scorso lunedì, in modo da prevenire l’infezione dell’infezione da coronavirus nelle persone di età pari o superiore a 18 anni. L’efficacia del Nuvaxovid contro il COVID-19 è stata confermata dagli studi clinici importati condotti in Messico, Stati Uniti e Regno Unito. I dati del primo studio hanno dimostrato un’efficacia del preparato del 90,4%, mentre quelli del secondo del 89,7%. Gli effetti indesiderati del Nuvaxovid, rilevati dagli studi, sono stati classificati come lievi o moderati e scompaiono entro pochi giorni dopo la vaccinazione. Gli effetti indesiderati più comuni, includono dolore localizzato sul posto dell’iniezione, affaticamento, dolori muscolari, mal di testa, malessere generale, dolori articolari e nausea o vomito. L’approvazione ufficiale del Nuvaxovid è una buona notizia non solo per il consorzio americano, ma anche per il loro partner polacco. L’azienda biotecnologica polacca Mabion ha concluso a marzo un accordo con un produttore di vaccini americano per quanto riguarda il transfert di tecnologia per la produzione di antigeni. Inoltre, ad ottobre, la stessa azienda ha firmato un altro contratto per la produzione di un vaccino contro il COVID-19, grazie al quale guadagnerà quasi 1,5 miliardi di zloty in quanto come previsto dall’accordo in questione, l’antigene del preparato sarà prodotto proprio dalla Mabion polacca.
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Ieri davanti al Palazzo presidenziale a Varsavia si è svolta una protesta contro l’emendamento alla legge sulla sull’emittenza radiotelevisiva approvata lo scorso venerdì dalla Camera dei deputati. La protesta, che ha visto coinvolti migliaia di partecipanti non solo in Krakowskie Przedmieście ma anche in molte altre città di tutta la Polonia, è stata organizzata, tra gli altri, dal movimento sociale Komitet Obrony Demokacji (Comitato per la Difesa della Democrazia). Tra le migliaia di partecipanti c’erano anche i leader di tutti i gruppi di opposizione, rappresentanti delle organizzazioni sociali, compresi i rappresentati di Komitet Obrony Demokracji e Strajk Kobiet e giornalisti i quali chiedevano al presidente Duda di porre il veto sulla legge in questione, la quale limita in maniera decisa la libertà dei media in Polonia. I primi ad intervenire durante la protesta, sono stati i rappresentanti dei massi media, inclusi il presidente del gruppo TVN, Edward Miszczak, così come Jarosław Kurski di “Gazeta Wyborcza”, Jacek Żakowski di “Polityka” e Piotr Pacewicz di “Oko.Press”. Miszczak che gestisce l’azienda che a causa della nuova legge rischia la chiusura ha sottolineato che l’attacco alla proprietà americana di TVN da parte del governo è soltanto un pretesto per effettuare un attacco effettivo contro la libertà dei media. Come dichiarato dal leader di Platforma Obywatelska (Piattaforma Civica) Donald Tusk qui si scende in piazza a nome di tutti coloro i quali si sono ribellati qualche settimana fa, per le strade di Varsavia e di altre città, difendono la Polonia europeista, a nome dei dipendenti della Sanità pubblica, che protestano instancabilmente nonché dei dipendenti dei tribunali civili e delle procure, che anche loro lottano per preservare i loro diritti. Come affermato da Tusk, restando uniti e solidali si riuscirà a far cadere il governo attualmente al potere. Ringraziando tutti coloro che si sono radunati in piazza ieri, il sindaco di Varsavia Rafał Trzaskowski, ha sostenuto che la Polonia resta ancora un paese democratico soltanto grazie alla società civile, la quale lo rappresenta. La fase conclusiva della manifestazione ha visto intervenire l’ex difensore civico, Adam Bodnar, che avvertiva le presone radunate su una possibile fine della democrazia nonché di una situazione in cui le prossime elezioni potrebbero non essere del tutto libere.
La Mostra di Venezia, il più antico festival del cinema al mondo, nacque quale sezione della Biennale nel 1932, quando il cinema passava dal muto al sonoro. Una rassegna definita internazionale fin dalla prima edizione cui parteciparono ben 37 pellicole, tra cortometraggi, lungometraggi e documentari, provenienti da Italia, Francia, Germania, USA, URSS, Gran Bretagna, Olanda, Polonia e Cecoslovacchia. Primo film proiettato, il 6 agosto 1932, fu “Dr. Jekyll e Mr. Hyde” dello statunitense Robert Mamoulian sulla terrazza dell’Hotel Excelsior del Lido, il lussuoso albergo che tuttora accoglie nelle sue atmosfere liberty-moresche tanti protagonisti dello star system cinematografico.
Il carattere biennale della Mostra fu mantenuto solo per la successiva edizione del 1934 dato che il successo della manifestazione indusse gli organizzatori non solo a renderla annuale ma a realizzare, a poche centinaia di metri dall’Excelsior, il nuovo Palazzo del Cinema, con l’attiguo Casinò (ormai da tempo riconvertito a servizio della Mostra), nello stile razionalista dell’epoca.
La storia della Mostra del Cinema è inevitabilmente connessa alle vicende socio-politiche susseguitesi in quasi novant’anni di storia della manifestazione. Dopo i primi anni di grande apertura internazionale seguì una pressione politica che rese via via la rassegna sempre più autarchica, limitata ai Paesi alleati prima dell’incombente conflitto. Nonostante la crescente influenza dell’oscurantismo culturale già in queste prime edizioni della Mostra approdano al Lido film, registi e attori che hanno indelebilmente segnato la settima arte, tra questi, solo per citarne alcuni, i registi Rene Clair, John Ford, Frank Capra, l’esordiente Roberto Rossellini; gli attori Jean Gabin, Amedeo Nazzari, Paola Borboni, Vittorio De Sica, Hedy Lamarr, al secolo Hedy Kieslerova, resa celebre per essere stata la prima attrice nuda sullo schermo nella pellicola cecoslovacca Extase; e film come “La grande illusion” di Renoir, “Olympia” di Leni Riefensthal, “Biancaneve e i sette nani” di Walt Disney. Alla rinascita dell’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale corrisponde il rilancio della rassegna veneziana che dal 1946 al 1968 accoglie il meglio della produzione cinematografica mondiale tenendo parallelamente a battesimo il Neorealismo e poi la Commedia all’italiana. In un’Europa divisa dalla cortina di ferro la Mostra di Venezia, così come tutte le manifestazioni della Biennale, ha poi il grande merito di aver sempre tenuto aperto il dialogo artistico tra Est ed Ovest, prova ne sono la costante presenza a Venezia di film dei paesi cosiddetti socialisti al fianco delle produzioni hollywoodiane, del cinema d’autore, soprattutto italiano e francese, oltreché dei film del lontano oriente. Da Kubrick, a Venezia con “Lolita“, a Visconti, da Fellini a Monicelli, da Tarkovskij (Leone d’oro per “L’infanzia di Ivan“) a Kurosawa, da Alain Delon a Brigitte Bardot, da Wajda a Pasolini, da Mastroianni a Gassman a Rosanna Schiaffino, da Catherine Deneuve a Michelangelo Antonioni, solo per provare a ricordare alcuni degli innumerevoli protagonisti del firmamento cinematografico dell’epoca arrivati in laguna prima che il furore della rivoluzione culturale del 1968 si abbatta sulla Mostra, una contestazione che si impone trasformando l’evento veneziano, dal 1969 al 1979, in una rassegna non competitiva.
“Lo straniero”, Marcello Mastroianni, Anna Karina, Bernard Blier / fot. Gianfranco Tagliapietra
Toni Renis, Carrol Baker / fot. Gianfranco Tagliapietra
I Leoni d’oro tornano nel 1980 con la vittoria a ex aequo di “Alessandro il Grande” di Theo Angelopoulos, “Atlantic City” di Louise Malle e “Gloria” di John Cassavetes. Primo Leone d’Oro ad una regista donna l’anno seguente a Margarethe Von Trotta per “Anni di Piombo”. Insomma sulle ali del leone la Mostra riprende il suo volo di ricerca sulla cinematografia mondiale ed ecco arrivare al Lido Wim Wenders “Lo stato delle cose”, Rainer Fassbinder, Peter Greenway, Moretti, Chabrol, Scorsese, James Ivory, Zanussi, Kieslowski, Peter Weir… con una copiosa partecipazione del cinema del “Far East”, Zhang Yimou e Mira Nair, “Monsoon Wedding”, solo per citarne due.
E via così fino alle recenti edizioni con le star, Nicole Kidman, Tom Cruise, Lady Gaga, Johnny Depp, Joaquin Phoenix…, che non si avventurano più tra le capanne per farsi fotografare sulla spiaggia del Lido, né tantomeno si mescolano tra gli avventori dei bar e dei ristoranti, ma transitano, rigorosamente inavvicinabili, dalle camere dorate degli alberghi al tappetto rosso del Palazzo del Cinema racchiuse nella loro inscalfibile nuvola di notorietà.
Lady Gaga / fot. Matteo Tagliapietra
Anche la vita dei paparazzi, irregimentati davanti al “photo call” per la foto “segnaletica” delle star, non è più quella avventurosa e divertente degli Anni Sessanta, quando le stelle e stelline del cinema avevano bisogno di creare o certificare la loro popolarità attraverso i lampi dei flash. Ma anche se i tempi cambiano l’animo dei fotografi non si è imborghesito, la voglia dello scoop è rimasta. E così a bordo di sfreccianti barchini immortalano ancora sguardi complici e sventolio di gambe maliziose delle star che si fanno traghettare da Venezia al Lido a bordo degli eleganti taxi acquei che in laguna si narra siano, in caso di necessità, inconsueto teatro di relazioni amorose.
Tutto questo è ancor oggi dopo quasi novant’anni il meraviglioso, onirico, caravanserraglio del cinema, virtuale rappresentazione di crude realtà, di sogni audaci o di incubi inquietanti che ci fanno provare concrete emozioni.
Un indefinibile mondo d’arte e glamour che, grazie all’efficace organizzazione della Biennale, in laguna è andato avanti in presenza, a differenza di altri festival, nonostante la peggiore pandemia dell’ultimo secolo. Ma forse questo è solo un altro dei miracoli della “Fiaba di Venezia”, la città dove i piccioni camminano, i leoni sono alati, i palazzi escono dall’acqua e l’umanità si sposta in vaporetto, insomma il set ideale per ospitare l’effimera, magnifica, sconfinata, arte cinematografica. Un piacere di cui non possiamo, né vogliamo, fare a meno.
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ML System ha lanciato giovedì (16 dicembre) la prima linea di produzione di vetro Quantum Glass al mondo. La loro efficienza è di 35W per metro quadrato. Il prezzo del vetro è di 300-400 euro al metro quadrato, che si traduce in un tempo di ammortamento di cinque anni. In occasione dell’investimento, il presidente della società Dawid Cycoń ha annunciato la costruzione di una fabbrica di silicio in Polonia. ML System è il più grande produttore nazionale di soluzioni nel campo del fotovoltaico integrato con gli edifici. Quantum Glass è un vetro completamente trasparente con un rivestimento quantico che genera elettricità. I pannelli Quantum Glass sono stati sviluppati dagli ingegneri di ML System. Grazie a loro, ogni finestra può generare elettricità solare gratuita e alimentare un telefono, un laptop, una TV, una lavatrice o un frigorifero. “Siamo stati i primi a commercializzare e creare una linea di produzione di massa. Probabilmente siamo l’unica azienda al mondo a utilizzare i punti quantici”, afferma il presidente di ML System, Dawid Cycoń. Il vetro sarà disponibile prima in Europa. I primi accordi di partnership firmati sono stati Guardian Glass e Pilkington. I pannelli ML System possono essere utilizzati nell’industria automobilistica; l’azienda sta già eseguendo i primi ordini incentrati sul vetro a impianto passivo, ovvero il modo più veloce per l’applicazione di un rivestimento quantistico nella produzione di autobus, afferma Cycoń. I pannelli del sistema ML sembrano identici ai pannelli tradizionali utilizzati oggi nel settore delle costruzioni. Ciò è stato possibile grazie al mantenimento della trasparenza del vetro e ad un elevato coefficiente di isolamento. Il segreto è nell’involucro dei punti quantici che sono semiconduttori piccoli e innovativi con dimensioni che vanno da pochi a una dozzina di nanometri (per fare un confronto, lo spessore di un capello umano è di circa 8.000 nanometri) che convertono i raggi UV e infrarossi in elettricità.
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Con l’adesione all’Unione Europea, la Polonia si è impegnata ad adottare la moneta comune: l’euro. Tuttavia, non è stata indicata una data specifica. L’ultima ricerca di Grant Thornton mostra che le aziende polacche sono molto scettiche sull’idea di abbandonare lo zloty. “L’ingresso della Polonia nell’area dell’euro sarebbe auspicato dal 38% delle medie e grandi imprese. Si tratta del secondo risultato più basso dal 2010”, mostra il rapporto. Solo nel 2020 (36%) ci sono stati meno sostenitori dell’entrata nell’eurozona. Nel corso del decennio, il numero dei sostenitori dell’integrazione monetaria con i paesi europei si è ridotto di oltre la metà. Nel 2010, l’85% delle medie e grandi imprese intervistate era favorevole. Contemporaneamente cresce la percentuale degli oppositori all’adozione dell’euro. Nel 2021 la percentuale è del 46%, rispetto al 44% dell’anno prima e all’11% del 2010. La percentuale d’indecisi è stata del 16% nell’ultimo anno, contro il 20% di un anno fa e solo il 4% nel anno 2010. Gli esperti ritengono che la stabilità della valuta possa essere la ragione del miglioramento della percezione dello zloty. Dallo studio è emerso che negli ultimi decenni le forti oscillazioni del tasso di cambio hanno reso difficile per le aziende polacche condurre transazioni internazionali. Non sorprende che la prospettiva di adottare l’euro fosse allettante. Tuttavia, la situazione sta chiaramente cambiando. Lo zloty sta diventando sempre più stabile di anno in anno. Di recente, l’indicatore del tasso variabile medio mensile è aumentato del 5,5% nel 2021. Tuttavia, questo livello è ancora uno dei più bassi da quando lo zloty è diventato una valuta completamente liquida. La ricerca di Grant Thornton suggerisce che la Polonia non ha fretta di adottare l’euro. La maggior parte delle aziende considera una possibile adozione dell’euro ma solo dopo il 2030. Ma un’ampia percentuale degli intervistati (22%) ritiene che la Polonia non adotterà mai la valuta UE.
Nuovo disco per l’italiana “No Stress Band”, gruppo nato 10 anni fa, composto da italiani residenti a Varsavia: Gianni Demozzi, voce e chitarra, Giulio Baioni, piano, Renato Passoni, basso, Roberto Ruggeri, chitarra, Emanuele Liaci, batteria.
Tutti con alle spalle precedenti esperienze musicali con altre band. Dopo un inizio con cantante donna e repertorio cover pop, successivamente il gruppo grazie alla vena poetica di Gianni Demozzi ricomincia un nuovo cammino segnato da un concerto in India che ha lasciato in ogni componente sonorità esotiche e romantiche. Nel primo disco in inglese “Positive Intentions” si ritrovano le influenze indiane. Il secondo disco “Nowhere” più ritmato contiene canzoni in italiano. Seguono l’album romantico “Home” e “2020” con testi ironici sulla pandemia. L’ultimo nato è “Perfect Love” una raccolta di canzoni d’amore con alcuni brani inediti presentato nei giorni scorsi al ristorante Casa Italia. Tutte le canzoni della “No Stress Band” si possono trovare su: Spotify , Apple Music, YouTube.
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Il Presidente della Regione Masovia, Adam Struzik riassumendo l’anno 2021 per la Regione ha indicato che sebbene la prima metà dell’anno si caratterizzasse per un avanzo di bilancio (599 miliardi di zloty), i mesi successivi a causa della pandemia hanno modificato significativamente la situazione. Le autorità hanno annunciato il budget per il 2022: 4,6 miliardi di zloty (stabiliti dal Ministero delle Finanze) e gli obiettivi per i futuri investimenti: protezione della salute, comunicazione, istruzione e cultura. Inoltre, la Regione Masovia verrà coperta dal programma operativo della Polonia Orientale, beneficiando di un contributo di 400 milioni di euro (il programma stanzia un sostegno per un importo di 2,5 miliardi di euro a cinque voivodati e alla zona non metropolitana del Voivodato di Masovia). Struzik per quanto riguarda i fondi, vede un paradosso: mentre lo Stato aumenta i fondi per la Regione, parallelamente lo addebita ancora di più, perché il nuovo bilancio ipotizza un aumento dalle entrate derivanti del CIT (oltre il 20%), allo stesso tempo aumentando i contributi obbligatori al bilancio statale (circa 900 milioni di zloty). Il Presidente della Regione valuta positivamente il funzionamento del programma regionale degli anni 2014 – 2020: Fondi Europei per la Masovia (del valore di 2 miliardi e 9 milioni di euro). Secondo Struzik grazie alla divisione statistica del Voivodato nella regione di Varsavia-capitale (con nove provincie adiacenti) e Regione Masovia (la parte restante del voivodato), è stato possibile mantenere l’importo dei fondi nell’ambito della politica di coesione per il futuro. Struzik ha colto occasione per sottolineare che il Voivodato di Masovia si trova fra quelli con la crescita più rapida in Europa e il suo PIL (149 miliardi di dollari) è stato il doppio di quello della Bulgaria. Nonostante tutto la sfida principale per tutta la regione non cambia nei prossimi anni: livellare le differenze di sviluppo tra periferia e metropoli. Il rapporto “Voivodato di Masovia in numeri 2021” indica differenze significative che causano il drenaggio delle persone con potenziale intellettuale verso le metropoli: le sproporzioni nei tassi di disoccupazione, il livello dei salari (PIL pro capite 2,5 volte superiore nelle grandi città rispetto alla periferia del Voivodato), il numero degli appartamenti costruiti o posti asilo nido disponibili. Nell’ambito della politica di coesione intraregionale, le autorità del voivodato reindirizzano già il 60% delle entrate per le spese in aeree non metropolitane, e gestiscono molteplici programmi di sostegno a comuni e provincie. Attualmente le autorità del Voivodato incoraggiano le aziende a sviluppare l’imprenditorialità, il turismo, l’agriturismo e gli investimenti al di fuori delle metropoli.
Nell’ambito della VI Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (22-28 novembre 2021) nei giorni 25 e 26 novembre lo chef Anuelo Serra ha tenuto alcune masterclass con docenti e studenti degli istituti alberghieri di Cracovia (Zespół Szkół Gastronomicznych Nr 1) e Myślenice (Małopolska Szkoła Gościnności), presentando le peculiarità della cucina italiana, legate alle caratteristiche della dieta mediterranea in riferimento ad alcune regioni.
Gli studenti hanno avuto l’occasione di imparare nuove tecniche da cucina, per esempio l’apertura dei ricci. Hanno assistito alla preparazione delle pietanze a base di pesce, frutti di mare e prodotti tipici sardi e mediterranei, come la bottarga, il pane carasau, la fregola.
Oltre questo, grazie alla presenza del pizzaiolo Antonio Salvatore Nuoro, i presenti hanno conosciuto il segreto dell’impasto perfetto per una vera pizza italiana.
Adriano Cossu, la medaglia d’oro ai Campionati Italiani e la medaglia d’argento ai Campionati Mondiali nel curving, ha fatto vedere come scolpire la frutta e la verdura.
Durante tutte le masterclass lo chef Anuelo Serra, insieme a Luciano Sabeddu e Roberto Sabeddu, sottolineava la necessità di tornare alle origini della cucina italiana, alla sua stagionalità e la sana preparazione dei piatti, senza additivi e anche senza sale. Lo chef è un grande divulgatore dell’acqua marina come l’unica fonte del sale nelle sue pietanze.
Grazie alle masterclass gli studenti degli istituti alberghieri hanno avuto l’occasione di vivere una bella esperienza gastronomica che potrebbe essere per loro un buon punto di riferimento nella loro futura cariera.
Che l’Italia sia un paese d’artisti e particolarmente di pittori lo sanno tutti ma non tutti ci rendiamo conto dell’interessante visione dei colori che esiste nella lingua italiana. Interessante perché non sempre corrisponde alla polacca e perché alcune parole ed espressioni italiane usano il colore che nella lingua polacca non si usa oppure che viene associato a un altro significato.
Il rosso ad esempio in italiano sembra essere diverso perché si dice:
IL ROSSO DELL’UOVO vuol dire il tuorlo, la parte…gialla, eventualmente arancione ma sarete d’accordo con me che raramente rossa. Si dice che il colore dipenda da quello che mangiano le galline e che allora una volta il tuorlo aveva un colore più acceso e quindi rosso…
IL PESCIOLINO ROSSO, in polacco złota rybka in latino carassius auratus quindi dorato e non rosso, come proprio in polacco. A guardarlo sembra piuttosto arancione. Poi in polacco è diventato simbolo di un animale che realizza i nostri desideri. È un riferimento ad una delle fiabe dei fratelli Grimm in cui il pesciolino rosso realizzava tre desideri del pescatore. Malgrado sia un testo accessibile a tutti in Italia non è così tanto conosciuto e quindi questa associazione non esiste.
ROSSO DI SERA BEL TEMPO SI SPERA. Un modo di dire italiano che prevede bel tempo il giorno dopo se il cielo di sera ha il colore rosso. In polacco non esiste. Si potrebbe pensare che sia solo una credenza invece c’è una spiegazione scientifi ca. Quando vediamo i raggi rossi vuol dire che nell’atmosfera c’è poca acqua e quindi poche nuvole il che permette di sperare nel bel tempo.
Ma il rosso ha la sua importanza anche di mattina perché:
ROSSO DI MATTINA BRUTTO TEMPO SI AVVICINA. Essenzialmente quando si avvicina una perturbazione da ovest le nuvole sull’orizzonte occidentale hanno il colore rosso. Il detto allora ha il suo senso.
Vediamo un po’ com’è la situazione con gli altri colori:
ESSERE AL VERDE, per dire non avere più soldi. Guardando i colori della Borsa dei Valori il verde significa piuttosto il contrario però questa espressione è nata prima della creazione della Borsa. Ci sono più teorie sulla sua provenienza ma una delle più frequenti spiega che la base delle candele era di colore verde, allora le persone povere che ad esempio a cena usavano le candele fino alla base quando non c’era più niente potevano dire “la candela è al verde” e poi col tempo nell’uso comune l’espressione si è contratta e diventata essere al verde.
LA SETTIMANA BIANCA, mentre in polacco è associata alla settimana successiva al sacramento della Prima Comunione perché si va ogni giorno in chiesa vestito in bianco in Italia è una settimana che andiamo in ferie in montagna, in inverno a sciare. Bianca per la neve.
ESSERE NERO, in polacco una persona arrabbiata sarà piuttosto rossa. In italiano dico “sono proprio nero dalla rabbia”. Attenzione non è per niente un’espressione razzista, pare che derivi dalle credenze dei Greci antichi che credevano che arrabbiarsi scurisse il fegato, il centro della rabbia. Però anche il rosso trova il suo modo di dire in questo contesto, guardando il colore del viso possiamo dire rossi di rabbia.
E così siamo ritornati al rosso, continueremo il nostro viaggio nei colori il prossimo numero.