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Il vino, un miracolo che continua

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Il vino, da oltre seimila anni, accompagna l’Umanità ed è indissolubilmente legato alla nascita della civiltà e ne è da sempre testimone dei progressi sociali, storici e filosofico-religiosi.

Eppure il vino viene prodotto ancora oggi come millenni fa, certo con nuove impostazioni tecniche e con migliori interventi sulle piante oltre che con una maggiore attenzione all’ambiente, ma sostanzialmente i processi chimici e fisici che portano il frutto della vite ad essere coltivato, spremuto, fermentato, decantato e imbottigliato per riposare in vari tipi di recipienti sono gli stessi da sempre.

Sui pendii del Caucaso, tra le attuali Georgia e Armenia, sono stati trovati i primi reperti della vite coltivata, nelle vicinanze del monte Ararat. In seguito la vite si diffuse verso il Mediterraneo orientale, Israele, Egitto e Grecia oltre che viaggiare nelle navi fenicie fino alla Spagna e in tutte le coste del Mediterraneo. La grande considerazione che il vino ebbe da sempre è indiscutibile, basti pensare che nella Bibbia la parola “vino” è citata 327 volte, la parola “vigna” 228 volte, 17 volte “torchio e 13 volte “tralcio”.

Le colonie greche furono decisive per l’espansione della vite e la produzione di vino esportando le tecniche di coltivazione nell’Italia meridionale (la cosiddetta Magna Grecia) dove gli Etruschi già coltivavano la vite più a nord, tra le attuali Lazio e Toscana. L’espansione dei Romani fu decisiva per la diffusione del vino in tutto il mondo allora conosciuto poiché gli uomini e le popolazioni, spostandosi, portano con sé ciò che serve, ciò che sanno fare e quello che può dare conforto in una esistenza certo non sempre facile a quei tempi.

In seguito il vino ebbe alterne fortune, legate alle carestie e alle pestilenze, alle piccole glaciazioni e alle guerre che percorsero tutto l’alto e il basso Medioevo, arrivando a competere con le nuove bevande e distillati comparsi dopo la scoperta delle Americhe. Nonostante tutto però il frutto della vite non ha perso la sua natura quasi “miracolosa” di dono della natura all’Uomo perché nel prodotto finito, dentro al calice, è presente e si può ritrovare la storia di un territorio (le radici della vite possono sprofondare per molti metri) e donare ai nostri sensi la “fotografia” di un luogo e di un paesaggio unici perché uniche sono le condizioni del suolo e del sottosuolo, climatiche e stagionali che vengono esaltate dal vitigno e dalla sapiente opera umana.

Con queste premesse è naturale pensare all’Italia come a un Paese enormemente ricco di varietà e di stimoli sia per la sua conformazione geografica che comprende molti tipi di clima che per la sua Storia di Civiltà variegata e frenetica, dolorosa a tratti ma ineguagliabile anche nelle vicende del vino. Per tutti questi motivi quella del vino è un’esperienza totalizzante, che coinvolge tutti i nostri sensi fisici ma anche la memoria, la nostalgia, la curiosità, l’incontro tra le persone e il rispetto del nostro mondo. Credo fermamente che il vino possa a pieno titolo definirsi uno “strumento di Pace”.

Sardegna del nord: la perla del Mediterraneo

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La Sardegna, seconda isola italiana per dimensione, per alcuni è la più bella regione d’Italia, ma per i Polacchi rappresenta ancora una terra ignota, un terreno poco conosciuto e erroneamente percepito come costoso e difficilmente raggiungibile. In questo aricolo proveremo a farvi avvicinare a questa terra selvaggia e misteriosa e ad incoraggiarvi a conoscerla personalmente.

La prima e principale domanda che ci si pone è: come arrivarci? Attualmente è disponibile solo un volo diretto dalla Polonia, da Cracovia a Cagliari con Ryanair. Cagliari è il capoluogo della Sardegna e si trova nella parte sud dell’isola. Quello che a noi interessa è però la parte nord dove si trovano due aeroporti: ad Olbia (vicino alla Costa Smeralda) e ad Alghero. Ai nostri lettori della Polonia occidentale consiglio il volo diretto da Berlino ad Olbia con Easyjet, e a tutti gli altri i voli combinati con linee Ryanair e Wizzair per Alghero con breve scalo della durata massima di qualche ora in città come Eindhoven, Milano Bergamo, Goteborg, Roma o Bologna (a seconda del giorno della settimana e della città polacca di partenza). Una volta arrivati a destinazione consiglio di noleggiare un’auto, in quanto le comunicazioni con i trasporti pubblici non sono molto buone mentre l’Isola è cosi bella e variegata che vale la pena vedere il più possibile muovendosi liberamente.

Vale la pena iniziare la visita dell’isola da Alghero, città vivace situata sulla costa nord-occidentale e conosciuta per i suoi prodotti fatti di corallo rosso. La città è circondata da mura fortificate e da torri, chiamate Bastioni, che risalgono alla dominazione aragonese. Il fatto che la città sia rimasta per diversi secoli nelle mani dei Catalani ha avuto una forte influenza sulla lingua, sulla cultura e sui costumi. In ogni posto possiamo ammirare gli elementi caratteristici dell’architettura spagnola, ascoltare il dialetto di origine catalalana e mangiare piatti a base di frutti di mare tipici della cucina iberica.

Vale sicuramente la pena fare una passeggiata nella grande città vecchia, vedere la Chiesa di San Francesco e pranzare in una delle trattorie che si trovano lungo i Bastioni godendo di una meravigliosa vista sul mare e dopo pranzo spostarsi in una delle spiaggie. La più vicina al centro è il Lido di Alghero, la spiaggia della città che si trova accanto al porto e alla passeggiata. Un po più lontano si trova Maria Pia, una bella e ampia spiaggia di sabbia, separata dalla città dall’omonima pineta. Tuttavia le spiagge più belle si trovano nei dintorni di Alghero e sono la Spiaggia delle Bombarde, la Spiaggia del Lazzaretto e la Spiaggia di Mugoni. Tutte e tre si trovano a qualche chilometro da Alghero in direzione Capo Caccia. Oltre al trasparente mare azzurro e all’incantevole paesaggio contraddistinto da dune sabbiose modellate fantasiosamente dal vento sono presenti piccoli chioschi dove è possibile mangiare e godersi un buon aperitivo al tramonto rimanendo sulla spiaggia.

Una delle maggiori attrazioni di Alghero è però la gita alle Grotte di Nettuno. Potete raggiungere le Grotte con un battello che parte dal porto di Alghero e che arriva direttamente all’entrata delle grotte oppure percorrendo l’Escala del Cabriol, una particolare scala di 656 gradini costruita tra le rocce nel 1954 che conduce da Capo Caccia fino alla grotta. Vi garantisco che ogni sforzo verrà ripagato dalla straordinaria vista panoramica. La grotta di Nettuno è famosa per le straordinarie infiltrazioni calcaree che formano stalattiti e stalagmiti dando vita a misteriosi tunnel e labirinti. Dentro la grotta c’è anche un grande lago di sale circondato da colonne di stalagmiti calcaree.

A circa 60 chilometri da Alghero si trova la famosa spiaggia bianca di Stintino, La Pelosa, considerata una delle spiagge più belle d’Italia e d’Europa. L’acqua cristallina ha un colore particolarmente chiaro mentre la sabbia finissima assomiglia quasi a neve. Un ulteriore attrazione è rappresentata dalla Torre della Pelosa, che situata pittorescamente in prossimità della spiaggia rappresenta ciò che resta del castello saraceno del XVI secolo. La Spiaggia della Pelosa dovrebbe essere visitata in bassa stagione perché nei mesi di luglio e agosto è molto affollata dai turisti. Nel prossimo numero vi presenterò altre due straordinarie regioni della Sardegna del Nord: la storica regione della Gallura con l’Arcipelago della Maddalena e la Costa Smeralda, l’angolo più esclusivo e lussuoso di tutta l’isola.

Visitando il nord della Sardegna, la fermata obbligatoria è Castelsardo, una suggestiva cittadina situata su una collina che si affaccia sul mare. Nel corso dei secoli la città ha più volte cambiato il suo nome a seconda del domino sotto cui si trovava. Fondata agli inizi del XII secolo dalla stirpe genovese dei Doria venne chiamata Castel Genovese, durante il dominio aragonese cambiò denominazione in Castel Aragonese, mentre dal 1796 fu chiamata Castelsardo cioè Castello dei Sardi, nome dato dal re di Sardegna che dura fino ad oggi. In cima alla collina si trova collocato un castello fortificato, mentre la cittadina stessa è piena di caratteristiche vie strette e ripide, piene di numerosi negozi di artigianato.

Andando a Castelsardo proseguendo sempre verso est in direzione di Valledoria, all’altezza di Sedini, vale la pena ammirare la Roccia dell’Elefante, che al suo interno nasconde due tombe formatesi nel periodo neolitico Domus de Janas, tombe decorate a due livelli scavate nella roccia. Nelle vicinanze vediamo anche perfettamente conservate strutture nuragiche, cioè costruzioni a torre di forma tronco-conica, composte da blocchi di pietra squadrati disposte senza l’uso di malta. I nuraghi risalgono probabilmente all’età del Bronzo e sono databili agli anni 1500-1300 a.C. In tutto il territorio della Sardegna si contano circa settemila strutture nuragiche, che sono tra i simboli più importanti dell’isola. Gli studiosi da secoli discutono su quale fosse la loro funzione principale, la maggior parte di loro ritiene più probabile l’ipotesi che fossero torri difensive oppure tombe monumentali.

La Sardegna non è conosciuta però solo per i suoi reperti archeologici. Una delle maggiori attrazioni dell’isola che attira facoltosi turisti da tutto il mondo è la Costa Smeralda con le sue principali località di Porto Cervo, Baja Sardinia e Cala do Volpe. La Costa Smeralda solo negli anni Sessanta del XX secolo è stata trasformata da area selvaggia, scarsamente popolata e poco attraente costellata di villaggi di pescatori in un simbolo di moda e di raffinatezza. La potenzialità di questo posto è stata scoperta casualmente dal principe arabo Karim Aga Khan durante un suo sorvolo dell’area che lo colpì per la natura incontaminata e l’acqua cristallina di colore smeraldo. Il principe ha acquistato il territorio dai pescatori sardi e in soli venti anni ha creato uno dei luoghi più esclusivi del mondo. L’obiettivo principale dell’Aga Khan era quello di costruire le case e i centri turistici in modo tale da integrarli al meglio con l’ambiente naturale e il paesaggio costiero. Gli edifici di questa zona si caratterizzano per i colori pastello, le basse dimensioni e i tetti rivestiti obbligatoriamente con tegole curve di colore bruno-rossiccio. In costa Smeralda hanno le loro ville molti personaggi famosi come Berlusconi, Naomi Campbel o Putin. Questa zona è nota anche per la presenza di vivaci locali notturni alla moda e eleganti bar con piscine. Simbolo della Costa Smeralda sono anche gli esclusivi yacht ormeggiati a Porto Cervo o i negozi lussuosi dei più grandi stilisti di moda.

Quando si è in Sardegna bisogna cercare di fare una crociera all’Arcipelago de La Maddalena, che è costituito da sette isole principali e che si distingue per la varietà della sua natura incontaminata. è il luogo ideale per i velisti e gli appassionati di subacquea. La spiaggia più bella dell’arcipelago, Spiaggia Rosa, è chiusa ai turisti e la si può ammirare solo dalla barca. La sua spiaggia si distingue per la presenza di sabbia di colore corallo rosa impossibile da riscontrare in altri posti. La Maddalena tuttavia offre ai turisti molte altre spiagge accessibili ma altrettanto belle, situate nelle baie romantiche ricoperte dalla esuberante vegetazione mediterranea tra cui Cala Corsara, Cala Lunga o Spalmatore, che sono circondate da alte scogliere, mentre il mare in questa zona riempie i cuori di gioia con il suo colore turchese-zaffiro.

Mi auguro con questo articolo d’avervi invogliato a visitare la Sardegna e di avervi mostrato che si tratta di un’isola insolita ricca di attrazioni per gli appassionati d’archeologia, della cultura e dell’arte e anche per i buongustai amanti dei frutti di mare freschi. Senza dubbio in Sardegna si troveranno bene sia i turisti che preferiscono riposare in silenzio, tra belle spiagge selvagge, sia i turisti attratti da esclusive vacanze nei più famosi e alla moda luoghi di villeggiatura.

foto: Izabela Kominek
tłumaczenie it: Amelia Cabaj

5^ edizione: Gazzetta Italia premia i protagonisti del film “Non odiare”

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Maciej Sterzyński, Sebastiano Giorgi, Michał Sterzyński, Mario Mazzarotto, Guglielmo Marchetti, Alessandro Gassman

“Non odiare”, proiettato durante la Settimana della Critica, all’interno della 77^ Mostra del Cinema di Venezia è un bel film d’autore. Una pellicola coraggiosa, opera prima del regista Mauro Mancini, che tratta un tema delicato in un’epoca di intolleranze di ritorno e nuovi conformismi.

Un film coprodotto tra Italia e Polonia che come Gazzetta Italia – in un anno particolare in cui causa Covid-19 abbiamo soprasseduto alla tradizionale festa del Premio Gazzetta Italia – abbiamo voluto premiare con la nostra Menzione Speciale per il Cinema.

Premiati: Alessandro Gassman (attore protagonista); Mario Mazzarotto (Movimento Film); Michal Sterzyński (direttore fotografia); Guglielmo Marchetti (Notorius distribuzione); Maciej Sterzyński (Stern Pictures).

Graditissimi da parte dei premiati i vasi di Yalos, vetro artistico di Murano. Un grazie ed un bravo va poi ad Alessandro Leone che con la sua Agresywna Banda ha messo insieme italiani e polacchi.

“Non odiare” il 16 novembre 2020 aprirà il Jewish Film Festival di Varsavia.

 

Bassi (Fafce) a forum di Karpacz, famiglia è investimento, non mera promessa elettorale

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

La famiglia è un investimento e non solo una costosa promessa elettorale. Lo ha dichiarato il presidente della Federazione europea delle associazioni di famiglie cattoliche (Fafce) Vincenzo Bassi, ospite del Forum economico di Karpacz, in Polonia. Partecipando a una discussione dedicata al ruolo della famiglia in Europa, Bassi ha dichiarato di essere “molto contento che sempre più paesi, compresa la Polonia, stanno iniziando a percepire la politica pro-familiare non come una costosa promessa elettorale ma come un investimento calcolato a lungo termine”. “Investire nella famiglia è l’unico modo per prevenire il collasso della società e dell’economia europea”, ha proseguito Bassi. Il presidente della Fafce ha anche fatto riferimento alla politica a sostegno delle famiglie da parte dell’attuale governo. “Non critico il programma 500 Plus, ma dobbiamo valutare se dare soldi alle famiglie sia la strada giusta”, ha sottolineato. A suo avviso ci sono alternative, per esempio compiere investimenti che possano migliorare la qualità della vita generale. “Gli investimenti nel mercato interno e nelle infrastrutture possono anche impedire la fuga di capitali all’estero, il che non solo migliorerà il tenore di vita delle famiglie, ma stimolerà anche la crescita economica del Paese”, ha concluso Bassi.

Il ministero delle finanze vuole rinunciare alle tasse sui biglietti del trasporto pubblico

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edf

Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Il Ministero delle Finanze vuole azzerare le tasse per il settore del trasporto pubblico e ha già presentato la sua domanda alla Commissione Europea, ha scritto lunedì il giornale “Dziennik Gazeta Prawna”. Le informazioni sono state pubblicate dal viceministro delle finanze, Jan Sarnowski. Come ha scritto “Dziennik Gazeta Prawna”, grazie alle tasse 0% sul trasporto di passeggeri il governo potrebbe diminuire i problemi legati alla scarsa disponibilità del trasporto pubblico in provincia. La rinuncia alle tasse renderebbe i prezzi dei biglietti più bassi il che inoltre potrebbe rivitalizzare tutto il settore colpito dall’epidemia. Il giornale ha sottolineato però che per i cambiamenti sarà necessario di attendere ancora molto tempo. La Polonia non può modificare il livello delle tasse senza permesso della Commissione Europea e del Consiglio dell’UE.

Polskieradio24.pl

Insieme, nuova società del Gruppo PartnersPol

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Insieme Sp. Z o.o. fa parte del gruppo societario Partnerspol Group e da tre anni esiste sul mercato polacco. L’attività dell’azienda è iniziata con il servizio di lavaggio dei bancali e dei contenitori di plastica. L’impianto si trova nella parte centrale della Polonia a Łowicz dove si trova anche una linea moderna di lavaggio. Il rapido sviluppo e le esigenze del mercato hanno contribuito all’ampliamento dell’offerta con un servizio professionale di pulizia e disinfezione, diventato subito il servizio più importante dell’azienda.

Insieme Sp. Z o.o. propone la disinfezione dei locali di stoccaggio, di produzione, dei locali residenziali e degli uffici. La disinfezione viene effettuata sulla base delle proprietà uniche dell’ozono, diventato molto popolare ultimamente grazie alla sua efficacia. L’ozono è usato, tra l’altro, durante la fumigazione e disinfestazione delle stanze, per la pulizia dell’aria condizionata e per la rimozione dell’odore di umidità, degli acari ed allergeni, viene inoltre utilizzato nella lotta contro il Covid-19.

L’ozono è considerato uno dei disinfettanti più efficaci. Ha la potenza 50 volte più efficace e 300 volte più veloce del cloro. Allo stesso tempo non lascia residui di decomposizione tossici quindi è completamente sicuro per l’uomo e l’ambiente.

Insieme Sp. Z o.o. utilizza solo detergenti certificati e tutti i servizi vengono eseguiti in base agli attuali standard internazionali. L’azienda utilizza detergenti ufficialmente approvati dal Ministero della Salute per l’utilizzo nell’industria alimentare.

L’azienda prevede ulteriori sviluppi nei prossimi anni concentrandosi sul miglioramento delle competenze dei dipendenti e investendo in soluzioni moderne. Pone particolare attenzione alla qualità dei servizi, puntando su professionalità, flessibilità e innovazione con l’obiettivo di soddisfare ogni cliente.

Sito web: www.insiemepolska.pl
Facebook: www.facebook.com/Insieme

Tonno al sesamo nero e finocchi marinati

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Ingredienti:

  • 500 g tonno fresco
  • 50 g sesamo nero
  • 1 melograno
  • 1 finocchio
  • 10 cl aceto di vino rosso
  • 100 cl vino bianco
  • acqua q.b.
  • olio extravergine di oliva
  • sale q.b.

Preparazione:

Prendete il trancio di tonno e lavatelo bene con acqua fredda. Tagliatelo a quadrotti di spessore ca. 3 cm. Sgranate il melograno e spremete una metà dei semi in un piatto, unite un po’ di vino bianco, sale e allungate al 50% con acqua. Mettete da parte in una ciotola la metà del liquido. Poggiate sul piatto i tranci di tonno, che siano coperti dalla marinatura e lasciateli marinare 1 ora. Prendete la ciotola messa da parte e aggiungete l’aceto di vino rosso. Tagliate il finocchio molto sottile e immergetelo nella marinatura per ca. 1 ora.

Prendete i tranci e asciugateli con della carta assorbente. Versate un po’ d’olio evo in un piatto e bagnateli su tutti i lati. Prendete un altro piatto fondo, versate i semi di sesamo nero e delicatamente con le mani pressate i tranci di tonno per far aderire il sesamo. Versate in una padella un paio di millimetri di olio evo e portate ad una temperatura non troppo alta, poggiate i tranci e rosolateli un paio di minuti per lato. L’effetto finale sarà croccante all’esterno e morbido e rosato il cuore.

Sgocciolate i finocchi marinati, disponeteli sul piatto di portata e poggiate i tranci di tonno dopo averli passati delicatamente su una carta assorbente, aggiustate di sale e pepe e decorate con un po’ di chicchi di melograno.

Buon appetito!

La solitudine della borghesia nel film della polacca Szumowska in concorso al Festival di Venezia

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Ieri alle 19 nella sala grande del Palazzo del Cinema si è tenuta la prima di “Non nevicherà mai più” (“Śniegu już nigdy nie będzie”), il film dei registi Małgorzata Szumowska e Michał Englert in concorso alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia. Prima del grande gala i giornalisti hanno assistito alla conferenza stampa alla presenza dei registi e dell’attore protagonista Alec Utgoff, che gli spettatori conoscono per la famosa serie Netflix “Stranger things”. Il film tra ironia e realismo magico racconta la nuova borghesia ma come dichiara la regista non si tratta solo dei polacchi: “questo film non è solo sulla borghesia polacca, racconta un po’ la condizione della gente in tutta l’Europa, parliamo della ricca borghesia che dal punto di vista economico sta benissimo ma tutti sentono una profonda solitudine”, ha detto la Szumowska durante la conferenza stampa. Il film è stato già annunciato come il candidato polacco al premio Oscar.

La via dell’amore delle Cinqueterre

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Il blu del mare, il verde degli ulivi e dei pini marittimi e il colore dei fiori della riviera ligure ci hanno accompagnato nel nostro meraviglioso tour motociclistico in questi paesaggi suggestivi che si susseguono lungo il tratto della costa orientale della Liguria, rivelando antichi borghi e tesori artistici, racchiusi in un’incantevole cornice naturale, destinando un sincero benvenuto a chi visita i gioielli delle Cinque Terre, da Monterosso fino a Portovenere. L’itinerario si snoda lungo la costa, su una strada che corre in uno scenario costiero fra i più suggestivi del mondo, celebrato dai più importanti poeti e conosciuto anche per la sua tradizionale ospitalità. Ecco i paesi che compongono il comprensorio delle Cinque Terre.

Monterosso al Mare, il più occidentale. Un borgo antico chiuso da una serie di colli terrazzati a ulivi, limoni e viti, sulla costa sabbiosa la spiaggia che ne fa meta culturale e balneare. Nella parte antica sorge una chiesa del 1300 con la facciata, in stile gotico ligure, a fasce orizzontali bianche e nere. 

Vernazza, forse la più bella delle Cinque terre, con le due possenti torri ed i resti delle mura, fatte costruire dai Genovesi, e poste a difesa dell’antico e prosperoso borgo, presenta ripidi e strettissimi percorsi che scendono fino ad una incantevole piazzetta aperta sul porticciolo turistico, l’unico delle Cinque Terre.

Corniglia, piccola frazione di Vernazza. Un borgo abbarbicato su un promontorio roccioso a 193 metri a picco sul mare, ai margini di una conca ricca di floridi vigneti. 

Manarola, il borgo medievale arroccato su uno sperone di roccia nera, e Riomaggiore, con la sua serie di coloratissime case, sono collegati dalla splendida “Via dell’amore” una passeggiata scavata nelle pareti rocciose, fra il grigio della roccia e l’azzurro delle acque, a pochi metri dal mare. Cinque piccoli paesi tra mare e montagna circondati da piante e fiori cresciuti spontaneamente e da terrazzamenti a vigneto dai quali si ricavano uve per i preziosi vini ed ognuno presenta qualcosa di speciale tale da rendere difficile dire quale scegliere e quale trascurare. Le casette colorate, i sentieri tra il profumo di limoni e le scogliere a picco sul mare, sono solo alcuni dei motivi che spingono milioni di turisti a raggiungere questa riviera ogni anno. Venire alle Cinque Terre non vuole solo dire sentieri, acqua cristallina e paesaggi mozzafiato, ma anche ottima cucina, quei sapori di una volta che solo in questi luoghi un po’ selvaggi e incontaminati immersi nella natura si possono ancora assaggiare. Essendo paesi di mare non può mancare il pesce sulle tavole di questi cinque paesini, come le famose Acciughe di Monterosso, cucinate in mille modi, ad esempio marinate con olio e limone, sotto sale magari con un crostino e una bruschetta, ripiene e poi fritte o semplicemente nel classico tortino insieme alle patate.

O le famose frittelle di bianchetti o di baccalà o gli immancabili “muscoli ripieni”, cioè le classiche cozze ripiene e cotte in casseruola con il sugo. 

Il condimento per eccellenza, per le fresche verdure, sono l’olio e i limoni della riviera con i quali si produce anche il Limoncino”, ottenuto dalla macerazione delle bucce del limone nell’alcol. E per finire la degustazione dello “Sciacchetrà” un nobile vino passito ed amabile, con le sue note dolci e salate, il cui profumo richiama quello dell’albicocca e del miele d’acacia. Il sapore è dolce, con un piacevole retrogusto mandorlato ed il cui nome sembrerebbe derivare dal dialetto ligure ed indicare lo schiacciare dell’uva (sciac) e il togliere le vinacce durante la fermentazione (tra). 

Il nostro tour si conclude a Portovenere, l’antica romana “Portus Veneris” che sorge all’estremità del golfo della Spezia. La città si distende sul promontorio con una schiera di case alte dai coloratissimi intonaci ed un accesso all’antico abitato medievale, la stretta Via Cappellini, che ispirò la costruzione del borgo con le case addossate le une alle altre e separate da angusti passaggi a mare, facili da sbarrare in caso di pericolo. Sulla punta del promontorio sorge la bellissima chiesa di S.Pietro, un antico tempio pagano dedicato a Venere. Nella chiesa si fondono un primo edificio paleocristiano, in marmo nero dell’isola Palmaria, e la struttura in stile gotico genovese della metà del Duecento, con un campanile a forma di torre che aveva anche funzione difensiva. Oltre la chiesa si raggiunge il castello, ricostruito nel Cinquecento, che conserva una cinta muraria a bastioni.

Quest’arco di Liguria, che va da Porto Venere alle Cinque Terre, fu scoperto e amato anche da tantissimi stranieri, molti dei quali inglesi. Già nell’Ottocento vi soggiornarono poeti insigni del romanticismo inglese tra i quali Lord Byron ed il poeta Shelley, ed è anche per queste presenze che è stato denominato Golfo dei Poeti. La seduzione di questi luoghi è così forte che spinge a superare ogni piccolo disagio per l’asperità dei percorsi. Ma attenti perché “l’attrazione fatale” che attacca chi capita in queste località, e ne percepisce il messaggio, spesso si trasforma in progetto di vita.

foto: Sandra e Beppe D’Alba

“Non odiare”, coproduzione italo-polacca alla Mostra di Venezia

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

È stato proiettato ieri alla Mostra del Cinema di Venezia, nell’ambito della Settimana della Critica, il film “Non odiare”, opera prima del regista Mauro Mancini. Il film, che aprirà il Jewish Film Festival di Varsavia, racconta la storia di un medico che aiuta una persona ferita in un incidente finché non scopre sul corpo del ferito dei tatuaggi nazisti. “Un film che lavora sul confronto tra radicate convinzioni e la coscienza, un pellicola importante che tratta un tema tornato tristemente d’attualità”, ha commentato l’ambasciatore italiano in Polonia, Aldo Amati. Al termine della proiezione il protagonista principale Alessandro Gassman ha ricevuto il Premio Gazzetta Italia, menzione speciale per il cinema, dedicato alle relazioni tra Italia e Polonia. Oltre a Gassman, il direttore di Gazzetta Italia Sebastiano Giorgi ha premiato Mario Mazzarotto, presidente di Movimento Film, Michal Sterzynski, direttore della fotografia, Guglielmo Marchetti presidente di Notorious e Maciej Sterzynski di Stern Pictures. “Non odiare” è una coproduzione italo-polacca che ha messo insieme Rai Cinema, Movimento Film, Istituto Polacco di Cinematografia e Agresywna Banda.