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Visita sottosegretario Amendola a Varsavia

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Ieri il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Vincenzo Amendola ha incontrato l’Ambasciatore Aldo Amati e uno spaccato della comunità italiana in Polonia. (Link all’intervista) https://youtu.be/UPmhS9qcplU

 

Accordo di stabilità tra BCE e NBP

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

La banca centrale europea (BCE) e la banca nazionale polacca (NBP) hanno raggiunto un accordo. Il currency swap (swap di valute) è stato deciso ieri da entrambi gli istituti di credito. Di conseguenza, la NBP potrà ottenere fino a 10 miliardi di euro dalla BCE in cambio di zloty. Questo importante accordo sarà valido fino al 15 gennaio 2023, salvo proroghe future. La durata massima di ogni transazione è fissata a tre mesi. La possibilità di ricevere liquidità in euro dalla BCE rafforzerà la stabilità del sistema finanziario polacco ed assicurerà un ulteriore livello di sicurezza in caso di problemi sui mercati internazionali. NBP ha sottolineato che possiede numerose riserve di valuta; ufficialmente, alla conclusione di febbraio 2022, la quota era di oltre 143 miliardi di euro (oltre 160 miliardi di dollari). L’accordo è stato firmato a causa dell’incertezza della situazione geo-politica mondiale ed i conseguenti pericolosi cambiamenti che hanno luogo sui mercati finanziari e per migliorare le opportunità per la banca centrale polacca di avere accesso all’utilizzo delle valute estere.

https://forsal.pl/gospodarka/artykuly/8389184,ebc-i-nbp-uzgodnily-linie-swapowa-do-10-mld-euro.html

Accenti italiani alla Galleriaart.pl

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Wojciech Tuleya, storico e mercante d’arte, è manager e proprietario della galeriaart.pl varsaviana, da poco aperta nel centro commerciale Elektrownia Powiśle. Il co-gestore della galleria è Bogusław Deptuła, critico d’arte, curatore di mostre, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Varsavia, ex caporedattore del mensile Art&Business.

Come è riuscito a diventare un mercante d’arte all’epoca del comunismo?

W.T.: Alla fine degli anni ’80 lavoravo presso un negozio di antiquariato in via Mazowiecka a Varsavia. Il proprietario poi ha aperto una galleria e visto che studiavo storia dell’arte me ne ha affidato la gestione. Da allora mi sono sempre occupato d’arte per tutta la vita. I miei amici dicono che la galleria è il mio mondo e che solo qui sono davvero me stesso.

Come si cercano gli artisti?

W.T.: Negli ultimi anni sempre più spesso attraverso internet. Molti artisti si presentano alla galleria e il professionismo di un mercante d’arte consiste nel fatto che ogni tanto si accorge che “questo è l’artista per la nostra galleria!”. Guardare qualche quadro è troppo poco, facciamo sempre un lavoro di ricerca per verificare se la nostra valutazione dell’artista è corretta. Poi organizziamo una mostra dell’artista, lo inseriamo sul nostro sito e cominciamo a presentarlo ai nostri clienti. È un investimento di tempo e di soldi, visto che una mostra, anche senza un catalogo, costa molte migliaia di zloty tra foto, testi, traduzioni e webmaster. Però nel mondo dei mercanti d’arte è importante essere il primo a scoprire un artista, anche se poi dopo qualche anno passerà ad un’altra galleria che magari è più coerente con il profilo e le opere dell’artista. Per una pittrice recentemente scoperta, in pochi mesi avevamo agito in modo così efficace da vendere 15 dei 20 quadri dell’ultima mostra.

galeriaart.pl Elektrownia Powiśle, ul. Dobra 40

I clienti scelgono i quadri oppure si rifugiano in nomi celebri?

W.T.: Ce ne sono di entrambi i tipi. Non siamo una galleria con un messaggio diretto verso i clienti: “L’autore è un professore, il dipinto costa tot”. Abbiamo i dipinti di professori e degli artisti giovani, puntiamo sulla qualità e varietà dell’offerta, ampliamo la sezione informativa sugli artisti in modo multilaterale.

Come sono cambiati i clienti negli ultimi trent’anni?

B.D./W.T.: Quando abbiamo iniziato si vendeva prevalentemente la grafica, che oggi nessuno compra. Attualmente in Polonia la gente vede l’arte attraverso il prisma dei soldi. Per loro è un investimento, anche come costruzione del prestigio. Gli acquirenti scegliendo un quadro analizzano non solo il prezzo, ma riflettono anche se ne trarranno profitto e se sì in quale lasso di tempo o se forse non saranno vittime di un inganno, o anche se l’acquisto del quadro di un certo artista li posizionerà in modo diverso nella società. Di solito sono delle persone di successo che arredano la seconda casa. Nella prima casa, quando erano agli inizi dei loro successi economici, non avevano nè spazio nè denaro per l’arte, oggi invece non esitano a spendere decine di migliaia di zloty, il che fino a poco tempo fa era impensabile.

Scegliendo gli artisti per la vostra galleria cercate persone che seguono la regola di “modernità e tradizione nell’arte”?

B.D.: Siamo entrambi storici dell’arte, fatto che spiega la naturale tendenza a costruire dei contesti con l’arte antica. Entrambi riconosciamo facilmente le ispirazioni artistiche dei pittori. Alcuni di quelli con cui lavoriamo si ispirano all’arte antica, analizzano le sue soluzioni estetiche, trovano delle trame ispiratrici e le reinterpretano.

A quali fonti di preciso si ispirano?

Penso all’arte italiana del primo Rinascimento, non esagerata, monumentale, non facile da imitare, agli artisti come Piero della Francesca. L’impatto di quel tipo di approccio pittorico dei paesaggi e delle figure lo vedo nella produzione di Mikołaj Kasprzyk. Un altro esempio è Łukasz Huculak. Durante un lungo viaggio di studio nel Bel Paese si è immerso nell’arte italiana del primo rinascimento e del periodo pre-rinascimentale, per esempio le opere di Fra Angelico. Da lì vengono i colori e la poetica dei suoi quadri con delle sfumature grigio-beige-rosa, che è un’estetica riconoscibile di un affresco stinto, i cui colori si sono ossidati e hanno perso la loro intensità. Da lì viene anche il riferimento alla predella, cioè i dipinti della parte inferiore dell’altare. Queste scene rappresentanti le situazioni della vita quotidiana dei santi hanno affascinato Łukasz a tal punto che per parafrasarle ha fatto una serie di composizioni oblunghe. A influenzare notevolmente Łukasz Huculak, quand’era agli esordi della sua carriera artistica, è stato Giorgio Morandi, un pittore italiano del ‘900, il cosiddetto solitario di Bologna, che sotto l’influenza di Giorgio de Chirico iniziò nell’ambito dell’estetica surrealista “la pittura metafisica” e poi evolse nella direzione del realismo intimo. Łukasz ha visitato il museo e lo studio di Morandi a Bologna e ha adottato questa atmosfera nelle proprie opere. Le sue prime nature morte mostrano dei tavoli grigi su cui si trovano bottiglie e altri oggetti banali e semplici. Sotto il suo pennello tutto diventa un tema eccezionale che, riprodotto in modo intimo e tenero, raggiunge livelli elevati.

Da chi traggono ispirazione le pittrici da voi promosse nella galleria?

B.D.: Un esempio di passione per l’Italia è l’artista Katarzyna Jędrysik-Castellini, che insieme al marito italiano ha vissuto per qualche tempo in Italia e il testo per il catalogo della sua mostra è stato scritto da Tessa Capponi Borawska, la nota aristocratica italiana che vive in Polonia. Nel suo carattere e nell’estetica, la pittura di Katarzyna è molto italiana: paesaggi suggestivi, nature morte con degli agrumi. Da quando la pittrice ha visitato un museo delle bambole, da qualche parte nel sud d’Italia, nelle sue opere regna il clima della commedia dell’arte, degli Arlecchini, Pierrot e Pinocchi. È anche una ritrattista brillante; ha dipinto il proprio ritratto matrimoniale ovviamente di profilo, come nel famoso ritratto di Federico da Montefeltro e della sua moglie Battista Sforza dipinto da Piero della Francesca oppure come negli altri quadri dell’epoca, di Botticelli, Lorenzo Costa, Ghirlandaio. Nella galleria abbiamo poi i dipinti di Julia Medyńska, che si ispira al Barocco, agli autori delle opere raffinate e splendide del ‘600. I suoi dipinti somigliano a quelli di Rubens, Caravaggio, Guido Cagnacci oppure Francesco Guarino. E poi c’è Beata Murawska il cui segno distintivo sono i quadri che raffigurano i tulipani multicolori. L’artista si è trasferita definitivamente in Italia il che ha cambiato la sua pittura rendendo i paesaggi più luminosi, ricchi di un bagliore rosa e di un sole meridionale.

Łukasz Huculak, Komoda z Pompeji, 2006

Galeriaart.pl funziona “a dispetto della convinzione che il quadro, come mezzo di espressione, è finito”.

La morte della pittura è stata proclamata tante volte. Già nell’800 si riteneva che la fotografia avrebbe sostituito la pittura. Invece gli artisti come Courbet oppure Degas lavoravano basandosi sull’estetica della fotografia. Un’altra vera crisi c’è stata con la moda per l’arte concettuale negli anni ’60 e ’70, quando, in effetti, nella corrente artistica principale la pittura era finita nel dimenticatoio. Attualmente osserviamo un tipo di pazzia nell’ambito della pittura, specialmente da parte della generazione giovane. Ovviamente vengono create delle animazioni computerizzate, delle opere video, ma proprio in questo consiste la diversità dell’arte. Tuttavia la pittura ha di nuovo una prevalenza rispetto ad altre discipline artistiche e insieme ad essa sperimentiamo una nuova avventura.

Mikołaj Kasprzyk, Szermierze, 2017
Beata Muranowska, Na południu, 2017

traduzione it: Marta Myszkowska

Psicologia, Psichiatria, Psicoterapia

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Tra i lemmi da cui derivano i vocaboli che usiamo oggi, si può dire che alcuni sono più popolari di altri. Ci sono parole che sono giunte nelle nostre lingue nella forma quasi immutata, preservando il loro significato autentico, e ce ne sono altre che hanno generato tantissimi nuovi termini. La parola “ψυχή” (psyché) è un antenato diretto di numerose parole che oggi usiamo quotidianamente ed è anche un termine base da cui sono stati creati molti neologismi.

Psiche
Prima di tutto si deve parlare di questa parola base, cioè “ψυχή” che nel greco antico significa “psiche”, “mente” o “anima”. La parola stessa proviene dal verbo “ψύχω” (psico) che significa “soffiare”. È un fenomeno ben noto nelle lingue indoeuropee il fatto che spesso il nome dell’anima deriva dal verbo che significa respirare. Nel greco antico c’è anche “πνεῦμα” (pneûma) che significa soprattutto aria ma anche lo spirito e che deriva da “πνέω” (pnéo), cioè respirare. Gli altri esempi sono il polacco “duch” e “oddychać”, il latino “spiritus” e “spiro” e anche il latino “animus” che è correlato con “aniti” (“respirare” nel sanscrito). Comunque, in italiano la parola “psiche” funziona come sinonimo della mente, descrive il nostro stato spirituale. Anche in polacco c’è questa parola (“psyche”), ma è usata abbastanza raramente e di solito in contesto accademico (una parola di nobile etimologia che magari sarebbe bello introdurre nel nostro parlare quotidiano). Parlando di mente in polacco si usa generalmente una parola derivata da psiche ovvero “psychika”. Esiste anche un variante di questa parola, cioè “psycha”, che invece è una forma molto colloquiale.

Psicologia, psichiatria
Con la parola “psiche” spesso ci vengono in mente due discipline scientifiche i cui nomi sono basati su questa parola. Queste sono: “psicologia” e “psichiatria”. A volte capita di dimenticare qual è la differenza tra queste due discipline, ma per capire la differenza ci viene in aiuto l’etimologia. La differenza principale è il fatto che lo psicologo non è un medico, mentre lo è lo psichiatra. Questo è infatti sottolineato dall’etimologia di queste parole: entrambe sono costruite da “psiche”, che è già stata spiegata, e quello che le diversifica è la seconda parte delle parole. Nel caso di psicologia abbiamo un suffisso ben conosciuto, cioè “-logia” che proviene dal greco antico “λόγος” (lógos) che ha tanti significati tra cui possiamo indicare ad esempio “parola”, “ragionamento” o “spiegazione”. Il suffisso “-logia” è usato poi in tutti i termini che riguardano le scienze come “archeologia” (studio sulle cose antiche), “zoologia” (studio su animali), ecc. La psicologia è quindi lo studio della mente umana. La psichiatria invece si occupa di curare tutti i disturbi della mente umana. Il suffisso “-iatria” viene dal greco antico “ἰατρεία” (iatreía) cioè “il trattamento” o “la cura medica” (“ἰατρός” (iatrós), significa “medico”). Lo psichiatra quindi è un medico che si occupa di trattare le persone che soffrono di disturbi mentali.

Terapia, psicoterapia
Sia lo psicologo che lo psichiatra possono essere anche psicoterapeuti, quindi degli specialisti che, attraverso la psicoterapia, curano le persone che soffrono di disturbi mentali o hanno subito dei traumi. Ma cos’è la terapia? Il nome “terapia” proviene dal greco antico “θεραπεία” (therapeía), che viene dal verbo “θεραπεύω” (therapeúo). Questo verbo significava soprattutto “servire” anche nel senso religioso. Gli altri significati erano “prendere cura di qualcosa”, “coltivare”, ma anche “trattare qualcuno”. In questo ultimo significato, la parola “θεραπεία”, quindi “il trattamento” viene usato per comporre la parola psicoterapia, quindi il trattamento della mente. Ma per cogliere la differenza tra psicoterapia e psichiatria ci serve conoscere gli altri significati di “θεραπεία”. In tale contesto la terapia non è un trattamento veloce, che potrebbe dare effetti dopo poco tempo, ma invece è un processo che ci mette del tempo.

2022, l’anno di Antonio Canova

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Gypsotheca canoviana, Possagno, fot. Ksenia Fedulova

Nel 2022 ricorrono 200 anni dalla morte di Antonio Canova, uno straordinario artista che sarà ricordato con tante iniziative in Italia e all’estero. Gazzetta Italia ha partecipato a queste celebrazioni dedicando la copertina del numero 90 al capolavoro di Canova, Amore e Psiche, reinterpretato dalla pittrice Dorota Pietrzyk e proponendo il seguente saggio della professoressa Joanna Kubicz, prorettore dell’Accademia di Belle Arti Jan Matejko di Cracovia.

Figure delicate e chiare bloccate nel movimento, i cui gesti evocano lo stile greco ed emanano allo stesso tempo bellezza classica ed eccellenza sublime. Statue taciturne create da uno scultore straordinario, uno dei più grandi dei suoi tempi. Canova fu un artista particolarmente laborioso e solitario, nato nella bellissima regione del Veneto, dotata di paesaggi variegati, dalle coste del Mar Adriatico ai panorami delle magnifiche Dolomiti. Antonio Canova, maestro dell’eleganza discreta, nato da una famiglia di tagliapietra, trattava la dura materia del marmo con estrema delicatezza, creando forme morbide, malleabili, quasi incorporee. Le composizioni raffinate di Canova, che sembrano avere la fragilità della porcellana, grazie all’uso della tecnica di lucidatura del marmo, mostrano la sua maestria nell’arte dello scolpire e la profonda conoscenza della materia.

Antonio Canova (1757-1822), nato a Possagno, è il più grande scultore italiano del Neoclassicismo. Operò a Venezia e poi a Roma, dove si stabilì definitivamente. Viaggiò a Vienna e a Parigi, studiò arte antica, soprattutto quella ellenica dalla quale traeva ispirazione. Creò gruppi scultorei e statue su temi mitologici, pietre tombali e busti di personaggi suoi contemporanei, anche appartenenti a grandi famiglie quali la Casa d’Asburgo e i Bonaparte. Era un artista eclettico, si occupò anche di pittura e d’architettura. Le opere più importanti di Canova, che sono pietre miliari della storia d’arte e che hanno ispirato per secoli tanti artisti, sono le sculture Amore e Psiche (1787-1797, l’artista ne creò tre versioni), Perseo trionfante (1801), Paolina Borghese come Venere vincitrice (1804-1808) e i monumenti funerari a Clemente XIV (1783-1787) e a Clemente XII (1783-1792).

Tra le sue opere troviamo anche ritratti di Napoleone I che godettero di immensa popolarità. Canova creò tantissime opere a grandezza naturale, e busti che raffigurano l’imperatore dei francesi, la gran parte dei quali fanno assomigliare Napoleone agli eroi antichi, proprio come il busto monumentale della collezione del Centro della Cultura Europea, sezione del Museo Nazionale di Cracovia. Nelle collezioni polacche ci sono altre due opere dell’artista: il Principe Henryk Lubomirski come Amore, una statua in marmo realizzata su commissione di Elżbieta Czartoryska, che attualmente si trova presso il Castello di Łańcut e il monumento funerario a Antoni Lanckoroński, nella chiesa parrocchiale di Wodzisław, attribuito all’artista.

Antonio Canova, ammiratore dell’arte antica, divenne famoso soprattutto come autore di sculture monumentali che mostrano figure in pose eleganti e poetiche e che rappresentano riflessioni malinconiche sull’ambiente circostante. Grazie al posizionamento sublime delle figure e alla luminosità irripetibile ottenuta attraverso la particolare lavorazione del marmo, l’artista ottiene un effetto spettacolare sia per quanto riguarda l’opera in sé, sia per i personaggi presentati nelle allegorie.

fot. Andrea Morucchio

La mitologia antica fu una fonte d’ispirazione per gli artisti dell’epoca neoclassica: le trame dei miti le troviamo nella pittura, nella scultura e nelle opere letterarie. I maggiori artisti presentarono nelle loro opere gli dèi, gli eroi e i diversi temi mitologici. Proprio per questo motivo nel 1781 Antonio Canova si trasferì a Roma, che era diventata in quel periodo centro della rinascita dei canoni classici greci. Vi risiede stabilmente: il suo studio romano attrae studenti, imitatori e tanti esponenti dell’aristocrazia europea. Ai tempi di Canova possedere una scultura neoclassica, di forma equilibrata, anche se piccola, era un segno di prestigio. Canova, che era un grande ammiratore dell’arte antica, lottò per la conservazione delle opere italiane, investendo in monumenti preziosi e donandoli ai musei. Vigilò personalmente sui lavori nella Appia Antica. Frammenti di alcuni antichi reperti fino ad oggi decorano la facciata della sua casa a Roma.

L’esempio più sublime della grandezza dell’artista è la composizione Amore e Psiche (1797), un’allegoria tratta dalla storia di Apuleio (scrittore romano del II d.C.) che parla dell’immortale Amore che rompe la maledizione lanciata da sua madre, Venere, contro la sua amata: Psiche. La splendida composizione scultorea viene ancora più esaltata dalla perfetta lavorazione del marmo. La pietra lucidata non è più solo una superficie esteticamente brillante ma, nelle mani dell’artista, diventa una sostanza capace di evidenziare la levigatezza, la morbidezza della forma e la fluidità del ritmo della composizione stessa.

Tempio Canoviano, Possagno, fot. Ksenia Fedulova

Questo nuovo approccio alla forma scultorea, che, creando una disposizione di corpi e di forme molto complicata, costringe l’osservatore a tracciare ogni linea multidimensionale della composizione, fu il preludio alla creatività dello scultore francese Auguste Rodin (1840-1917). Lo stesso Rodin creò la sua interpretazione del mito raccontato da Apuleio chiamandolo Cupido e Psiche (1905), affermando che “il corpo esprime sempre l’anima nascosta dentro”. Ecco perché l’innovazione dell’arte di Canova è strettamente legata alla materia.

Possagno, città natale di Antonio Canova, dove dopo la morte dell’artista fu fondata la Gypsoteca canoviana, Museo Antonio Canova, è il luogo in cui si può capire meglio la tecnica di lavoro dell’artista. Il museo vanta la raccolta di calchi in gesso di carattere monografico più grande d’Europa e contiene tutte le opere ritrovate a casa dell’artista dopo la sua morte. A Possagno si conservò anche la casa familiare dell’artista del XVII secolo, insieme al suo studio e alla biblioteca. La casa, chiamata il Tempio Canoviano, situata 342 metri sopra il livello del mare, è una delle sue opere architettoniche neoclassiche. Una bella struttura, che si fonde completamente con il paesaggio circostante, che rappresenta con la sua forma diverse opere della Grecia e della Roma antica. La facciata allude al Partenone greco, con il portico e il doppio colonnato in ordine dorico sormontato dal timpano. La forma centrale dell’edificio invece, a base circolare, fa pensare al Pantheon romano. Coperta da una cupola con oculus all’apice, questa parte della struttura domina il resto della costruzione e definisce la composizione dell’interno del tempio. Nell’abside dell’altare principale troviamo un dipinto di Antonio Canova, La Deposizione di Cristo e della Trinità con la scritta: “In segno di attaccamento per la patria – Antonio Canova dipingeva –Possagno 1799”. Canova ritornò al progetto del tempio tantissime volte, ci lavorò negli anni 1804-1818 con il sostegno di Pietro Bosio e Luigi Rossini. I lavori sul tempio, finanziati quasi interamente da Canova, cominciarono nel 1819 e continuarono anche dopo la morte dell’artista.

Nelle opere di Antonio Canova si manifesta l’ispirazione alla semplicità classica, la ricerca della perfezione dell’espressione e della composizione delicata e simbolica. Le tematiche mitologiche trattate dall’artista riguardano sia l’aspetto spirituale sia quello sensuale, lasciando però spazio alle emozioni che restano in sospeso. La delicatezza, la fugacità, la sensazione della pietra che diventa un’opera d’arte fluida sono rappresentate in modo assolutamente magistrale. L’artista padroneggia perfettamente la tecnica della lavorazione del marmo, i cui limiti Canova esplora in ogni sua opera fino a dare la sensazione di una completa smaterializzazione. L’artista sfrutta la densità, il colore e la superficie del marmo per dare una specifica lucidità alle sue opere, rendendole meravigliose e al contempo una rappresentazione che si allontana dall’esperienza materica.

C’è il bisogno antico e moderno di raggiungere la perfezione, ovvero il modello di bellezza che tutti inseguono. Gli ideali del corpo e le forme delicate esaltate dai loro gesti sfuggenti, realizzate dalle mani dello scultore hanno ancora lo stesso valore se li guardiamo dalla prospettiva del modello digitale moderno? Gli sforzi del passato volti ad ottenere la perfezione, attirano ancora l’attenzione del pubblico contemporaneo? Oggigiorno, la tecnologia e gli scan 3D ci permettono di riprodurre ogni millimetro di qualsiasi opera con estrema precisione, la bellezza e il segreto del genio dell’artista sono però nascosti nell’irripetibile processo creativo. Ogni copia creata aveva una sua individualità e, attraverso le nuove interpretazioni, ciascuna riproduzione diventa un nuovo atto creativo che avvicina sempre di più l’artista alla perfezione. E quindi la tecnologia e le capacità umane sono in grado di seguire i nostri sogni?

traduzione it: Justyna Bryłka

Fine delle restrizioni legate al Covid-19

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Il Ministro della Salute Adam Niedzielski ha annunciato giovedì che dal 28 marzo sarà abolito l’obbligo di coprirsi la bocca e il naso (l’abolizione di tale obbligo non si applica alle strutture mediche), e sarà revocato l’isolamento domiciliare, la quarantena per i familiari e la quarantena di confine. Tuttavia, il ministro ha raccomandato l’uso delle mascherine nei luoghi con grande affluenza di persone. Riferendosi all’abolizione dell’isolamento e della quarantena, ha annunciato che le persone infette avrebbero ricevuto un congedo per malattia e avrebbero dovuto isolarsi, consapevoli della minaccia. Non sarà necessario denunciare l’infezione al SANEPID. Dal 1 aprile cambia anche la politica dei test per covid. I tamponi disponibili solo su prescrizione medica (saranno gratuiti). Il ministro ha aggiunto che giovedì sono state registrate 8.994 infezioni da coronavirus, cioè il 26% in meno rispetto a una settimana prima.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news,1129379,koniec-obowiazku-noszenia-maseczek-izolacji-i-kwarantanny-minister-zdrowia

Nobel per la pace al popolo polacco?

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Matthew Day, corrispondente del giornale britannico “Daily Telegraph”, ha scritto un articolo in cui dice che secondo lui la Polonia dovrebbe ricevere il Nobel per la pace perché i polacchi, aiutando in modo eroico i profughi ucraini, dimostrano che l’umanità può tendere anche verso il bene. I profughi ucraini sono oltre due milioni, il che costituisce una cifra considerevole in confronto con i 38 milioni di polacchi. C’è un modo semplice e simbolico per dimostrare gratitudine ed ammirazione: dare il Nobel per la pace alla Polonia. Lo ritiene il Day, il quale spesso nel passato ha scritto anche articoli non sempre positivi sui polacchi. La Polonia dona al mondo la speranza ed il coraggio, mentre Putin semina odio e terrore.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news,1127652,brytyjskie-media-polska-zasluguje-na-pokojowa-nagrode-nobla.html

KRS: newsletter come protezione contro i furti delle imprese

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Marcin Warchoł, il viceministro della giustizia, ha informato della creazione della newsletter del Registro KRS (Il Registro Nazionale delle Imprese), che ha lo scopo di tutelare contro il cosiddetto furto d’impresa. È prevista l’introduzione di una newsletter, un servizio di notifica automatica circa l’iscrizione della causa nella procedura di registrazione e l’iscrizione nel KRS. Questa soluzione contrasterà il furto d’impresa, cioè l’assunzione del controllo dell’impresa iscrivendoti fraudolentemente nel KRS utilizzando documenti falsi. Questo progetto proteggerà oltre 600 mila imprenditori e 130 mila enti iscritti nel registro delle associazioni contro il furto della società, assicura Warchoł. Il vice ministro della giustizia ha annunciato che la newsletter sarà avviata il 19 maggio 2022 e sarà inviata via e-mail. Consisterà nella segnalazione automatica di eventi come la registrazione una causa riguardante un ente specifico o l’iscrizione nel registro KRS. Grazie al servizio di newsletter introdotto dal progetto, i suoi iscritti riceveranno notifiche automatiche dal sistema di teleinformazione, consentendo la rilevazione di furto dell’azienda ancora in fase di tentativo.

https://polskieradio24.pl/42/259/Artykul/2924999,Wiceszef-MS-Newsletter-KRS-ktory-zatrzyma-kradziez-spolek-ruszy-jeszcze-w-maju

David Cameron in Polonia porta aiuti umanitari per l’Ucraina, venerdì arriva anche Biden

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Foto za Facebook David Cameron

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Tra sabato e domenica, David Cameron (ex premier della Gran Bretagna) è giunto in Polonia con l’aiuto umanitario per l’Ucraina utilizzando un furgoncino con due persone appartenenti all’organizzazione Chippy Larder, affrontando un viaggio di circa 20 ore. Dopodiché, si è recato in un magazzino della Croce Rossa, dove ha consegnato i rifornimenti per i profughi ucraini. Chippy Larder è un ente di beneficenza locale che aiuta le famiglie a basso reddito con i prodotti in eccesso presenti nei supermercati. Viene intanto confermata la visita del presidente Usa Joe Biden a Varsavia venerdì prossimo.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C1120887%2Cdavid-cameron-dotarl-do-polski-z-pomoca-humanitarna-dla-ukraincow.html

Vino e VIP

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Attori, cantanti, giocatori di calcio, stilisti, sono tanti i personaggi famosi che hanno deciso di investire nel settore vinicolo, cimentandosi con successo nell’arte della produzione di vino in Italia e nel mondo. Uno dei precursori di questo “sentiment” verso il vino è stato il cantante Sting, che ha acquistato una tenuta di trecento ettari con villa e collina boscosa a Figline Valdarno, in Toscana, facendone un luogo che è diventato territorio eletto per la produzione biologica e biodinamica. è un territorio che si estende tra colline di vitigni, macchie di ulivi, campi di cereali, boschetti e due laghi.

Dice il cantante: “Un vino è come una canzone, deve raccontare una storia. Ed è per questo che anche i miei vini prendono il nome dalle mie più grandi hits”.

Bruno Vespa invece per i suoi Primitvo e Negramaro ha scelto la Puglia, regione ricca di meraviglie dalle quali il giornalista e scrittore è rimasto incantato e che ha conosciuto proprio attraverso i suoi vini. La sua cantina da subito ha puntato sulla valorizzazione della più importante varietà regionale, il primitivo, a cui si affianca una piccola percentuale di Negroamaro, l’altra grande varietà salentina, alla base di un affascinante spumante rosato.

La cantante Gianna Nannini ha ritrovato e rinvigorito l’antica passione di famiglia, sulle colline di Siena dove è cresciuta da bambina. I suoi vini sono tutti Igt (Indicazone Geografica Tipica) toscani a base Sangiovese.

In questo elenco non poteva certo mancare Al Bano, l’italianissimo e popolare cantante che ha accompagnato assieme a Romina Power generazioni di italiani in patria e nel mondo e che li delizia tuttora con i suoi “Don Carmelo”, “Felicità” e “Romina”: i vini delle Tenute Al Bano Carrisi nel piccolo paese di Cellino San Marco, nel cuore del Salento.

Per tornare in ambito Blues, Pop e Funky, ci spostiamo nelle cantine a Castelnuovo Magra in Lunigiana (La Spezia) dove si trova il vino di Zucchero Fornaciari. Si tratta di vini ottenuti da vitigni autoctoni e commercializzati, in produzione limitata, con tre etichette: un rosso un bianco e un rosé.

Andrea Bocelli, il popolare cantante d’opera è anche ungrande produttore di vini di eccellenza in quel di Lajatico, nel cuore della Val d’Era, in provincia di Pisa con sette Igt, il cui top è un Sangiovese in purezza ricavato dalle vigne più vecchie.

Possiamo anche citare Stefania Sandrelli, che nella zona di Siena produce Chianti doc, oppure Adriano Celentano e Claudia Mori.

Per quanto riguarda il jet set internazionale e i Vip che investono in Italia per produrre il proprio vino, si va da Richard Gere a Meryl Streep, da Brad Pitt e Angelina Jolie (finché erano insieme) a Donald Trump o a David Beckham, tanto per citarne alcuni.

Brad Pitt e Angelina Jolie sono proprietari di una grande tenuta in Provenza, in cui producono un vino Rosè, considerato tra i migliori 100 vini del mondo. Donald Trump ha acquistato il più grande vigneto della Virginia, mentre David Beckham, qualche tempo fa, ha pensato a un regalo di compleanno originale: un vigneto in California in cui produrre vino riservato esclusivamente alla famiglia. Ancora, Richard Gere si è cimentato nella produzione di una linea esclusiva di Brunello di Montalcino e così via…

Questi per il momento sono solo alcuni dei nomi famosi che hanno fatto del vino una loro passione e un business, contribuendo a mantenere vive molte tradizioni e restituendo e arricchendo paesaggi tra i più belli del mondo.

Prossimamente continueremo questo viaggio tra le celebrities e le loro creazioni, per conoscere altri sorsi di bellezza, bravura e popolarità…

(continua)