Troll

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Immaginate di avere un blog, un sito o una pagina su Facebook che con tanta fatica cercate di mandare avanti con articoli, foto, video e tanto altro contenuto; e abbiate tanti followers con cui interagire, e alcuni di loro iniziano a offendere commentando negativamente i tuoi sforzi e infastidiscono gli altri utenti (la maggior parte). Ecco avete incontrato un troll informatico.

I troll informatici sono definiti su Nonciclopedia “una specie animale di origine sconosciuta, caratterizzata dal comportamento irritante volto a far impazzire chiunque si trovi nel loro raggio d’azione”. Nel gergo di Internet e in particolare delle comunità virtuali, si indica una persona che interagisce con gli altri utenti tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l’obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi.

Il termine deriva dal mitologico troll, creatura umanoide diffusa, secondo la leggenda, nell’Europa settentrionale, in particolare in Norvegia.

Alternativamente, l’origine proverrebbe da un altro significato del verbo inglese to troll, muovere un’esca in modo tale da spingere un pesce ad abboccare.

Di norma l’obiettivo di un troll è far perdere la pazienza agli altri utenti, spingendoli a insultare e aggredire a loro volta (generando una vera e propria “battaglia”). Una tecnica comune del troll consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione vissuta come sensibile e già lungamente dibattuta degli altri membri della comunità. In altri casi, il troll interviene in modo apparentemente insensato o volutamente ingenuo, con lo scopo di irridere quegli utenti che, non capendone gli obiettivi, si sforzano di rispondere a tono ingenerando ulteriore discussione e senza giungere ad alcuna conclusione concreta.

Un troll particolarmente tenace e astuto può scoraggiare gli utenti di una comunità virtuale fino a causarne la chiusura.

La figura del troll può coincidere in alcuni aspetti con quella del fake, ovvero colui che disturba una comunità fingendosi qualcun altro. Tuttavia, un fake potrebbe partecipare in modo disciplinato e costruttivo alla conversazione (diversamente dal troll), mentre un troll potrebbe non celare né falsificare la propria identità (diversamente dal fake). Sovente le due figure, però, hanno obiettivi sovrapponibili.

Alcuni tipi di messaggi e attività associati all’azione del troll:

  1. L’invio di messaggi intenzionalmente sgarbati, volgari, offensivi, aggressivi o irritanti;

  2. L’invio di messaggi con contenuti senza senso, detto in gergo informatico flood (come: semplici lettere, emoticon, testi casuali);

  3. L’invio di un numero di messaggi, anche se non particolarmente provocatori o insensati, tale da impedire il normale svolgimento delle discussioni;

  4. L’invio di messaggi contenenti errori portati avanti con finta convinzione (con frasi come: “Così è la vita è certamente il miglior film di Roberto Benigni, checché ne diciate!”);

  5. L’invio di messaggi a scopo di disinformazione e critica insensata;

  6. Il perorare intenzionalmente e con tensione un’argomentazione basata su un errore difficile da dimostrare o su opinioni potenzialmente verosimili, facendosi seguire nella discussione dalla comunità;

  7. Il pubblicare contenuti di disturbo come suoni, immagini o link a siti offensivi, sovente mimetizzandoli come innocui;

  8. Lo sbagliare deliberatamente e ripetutamente i nomi (di persone o cose) o regole grammaticali per irritare gli altri utenti;

  9. L’attribuire a tanti l’opinione di uno, vittimizzandosi e non rispondendo nel merito, spingendo possibilmente altri utenti a prendere le proprie difese (con frasi come: “vi siete coalizzati contro di me”);

  10. Il ridicolizzare o denigrare ripetutamente gli interventi di un utente “concorrente”;

  11. Lo scrivere deliberatamente messaggi enfatici su un dato argomento divertendosi alla spalle di chi corrobora poi la propria fasulla tesi.

 

Abbiamo cercato di riportare una buona parte degli esempi citati nei forum e nei blog e potremmo andare avanti per pagine, ma possiamo assicurarvi che non riusciremmo mai a darvi un’idea precisa del problema. E se mai avrete il dispiacere di incontrarne uno a “casa vostra” potete star certi che vi darà del filo da torcere. Il nostro suggerimento è di trascurarlo nella maniera più assoluta, vedrete, dopo qualche tempo smetterà di infastidire voi e i vostri lettori, passando alla storia.

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