“Offri se puoi e ricevi se vuoi”

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Dawid Dura

Nonostante una discussione accesa scoppiata qualche tempo fa su internet, dopo che le prime caffetterie hanno aderito all’iniziativa de “Il caffè sospeso”, oggi questo genere di caffè è disponibile in più di 40 città in Polonia. Il progetto è piaciuto così tanto che la gente ormai “sospende” biglietti per l’ingresso ai teatri, bicchieri di vino o minestre calde.

L’iniziativa, che ha come scopo quello di rafforzare i legami sociali e di donare un po’ di gioia a un estraneo, è stata descritta molto bene dallo scrittore italiano Luciano De Crescenzo, nel suo libro “Il caffè sospeso”: «Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo…».

Anche Tonino Guerra, poeta, scrittore e sceneggiatore italiano scomparso qualche anno fa, ha menzionato di quest’usanza napoletana nella sceneggiatura del film “Matrimonio all’italiana”, scritta per Vittorio De Sica. Una volta in un caffè a Napoli ha sentito un povero uomo chiedere: “Avete qualche caffè sospeso?”.

Il 10 dicembre 2011 a Napoli è stata condotta un’azione sociale intitolata “Il giorno del caffè sospeso” che doveva portare alla rinascita di questa tradizione un po’ dimenticata. Essa è nota pure in Canada, Repubblica Ceca, Gran Bretagna, Russia e qualche altro Paese.

L’idea del caffè sospeso è arrivata in Polonia tramite… l’Ucraina. Il suo ideatore e coordinatore è Aleksander Ka?urin, originario di Kiev, che da tempo vive a Cracovia. Incantato dall’idea della condivisione del caffè (ma anche del pane, dei libri e delle medicine) in Ucraina, ha deciso di convincere i proprietari dei locali polacchi a sostenere questo progetto. Alla fine dello scorso mese di febbraio di quest’anno le bevande prepagate erano accessibili in otto locali, mentre adesso l’iniziativa de “il caffè sospeso” coinvolge già 115 partecipanti in tutta la Polonia. Il maggior numero dei locali che aderiscono si trova nelle grandi città come Varsavia, Cracovia e Breslavia, ma non mancano all’appello anche quelle più piccole, come Andrychów, Pszczyna o Bi?goraj. I locali che sostengono l’idea sono contrassegnati con il logo di due mani sovrapposte nei colori dell’arcobaleno. Di solito sulle tavole si trova un foglio informativo per i clienti e vicino al bancone è appeso un cartello, sempre aggiornato, con i prodotti “sospesi” disponibili, ma il modo di comunicare alla clientela i prodotti “sospesi” dipende esclusivamente dalla fantasia dei proprietari.

La cosa più importante è che finora nessuno ha rinunciato a quest’idea e che il numero di fan su Facebook continua a crescere: l’idea sul social network è piaciuta a quasi 13.000 persone. Insomma, chiunque abbia voglia di prendere un caffè può farlo grazie a questa iniziativa, visto che in questo modo oggi sarai tu ad averlo offerto da qualcuno, mentre domani magari sarai tu ad offrirlo a un altro.

Quest’usanza potrebbe essere modificata in modi diversi, a seconda delle preferenze individuali. Tuttavia sono i proprietari dei locali a decidere se sarà “sospesa” tutta l’offerta del menù o soltanto degli specifici alimenti o bevande. Invece di un caffè possiamo “sospendere” un dolce, un tè caldo, un’insalata o un intero pranzo.

Nonostante il successo, non mancano le critiche verso l’iniziativa; secondo alcuni infatti questo genere di solidarietà non arriva a chi ne avrebbe più bisogno, ovvero i poveri e gli emarginati. Altri detrattori dell’iniziativa invece sostengono che “il caffè sospeso” non sia altro che una scaltra strategia di marketing delle caffetterie, che intascano facilmente i soldi dei clienti senza dichiarar nulla all’ufficio fiscale. A fronte delle critiche, la tendenza si continua a diffondere come un virus e le idee non finiscono: un ristorante di Breslavia, ad esempio, ha aderito all’iniziativa modificando l’idea di partenza, proponendo “una zuppa da un vicino”.